Conclusione Parzialmente inammissibile; Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata
QUINTA SEZIONE
CAUSA MUTISHEV ED ALTRI C. BULGARIA
( Richiesta no 18967/03)
SENTENZA
(merito)
STRASBURGO
3 dicembre 2009
Questa sentenza diventerà definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 § 2 della Convenzione. Può subire dei ritocchi di forma.
Nella causa Mutishev ed altri c. Bulgaria,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, quinta sezione, riunendosi in una camera composta da:
Peer Lorenzen, presidente, Renate Jaeger, Karel Jungwiert, Rait Maruste, Marco Villiger, Isabelle Berro-Lefèvre, Zdravka Kalaydjieva, giudici,
e da Claudia Westerdiek, cancelliera di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 10 novembre 2009,
Rende la sentenza che ha adottato in questa data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 18967/03) diretta contro la Repubblica della Bulgaria e in cui otto cittadini di questo Stato, OMISSIS (“i richiedenti”), hanno investito la Corte il 26 maggio 2003 in virtù dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (“la Convenzione”).
2. I richiedenti sono rappresentati da M. Ekimdzhiev, avvocato a Plovdiv. Il governo bulgaro (“il Governo”) è rappresentato dal suo agente, la Sig.ra Sig. Dimova, del ministero di Giustizia.
3. I richiedenti adducono in particolare che l’inadempimento di un giudizio definitivo a loro favore che ordinava la restituzione di terreni agricoli ha portato violazione del loro diritto al rispetto dei loro beni, garantito dall’articolo 1 del Protocollo no 1. Si lamentano anche di una violazione del loro diritto ad un processo in un termine ragionevole, garantito dall’articolo 6 § 1 della Convenzione. Infine, denunciano la mancanza di ricorsi interni efficaci a tramite i quali avrebbero potuto fare valere i loro motivi di appello di incomprensione dei loro diritti garantiti dalla Convenzione.
4. Il 5 marzo 2003, la Corte ha deciso di comunicare i motivi di appello tratti dagli articoli 6 § 1 e 13 e dell’articolo 1 del Protocollo no 1 al Governo. Come permesso dall’articolo 29 § 3 della Convenzione, è stato deciso inoltre che la camera si sarebbe pronunciata sull’ammissibilità ed il merito allo stesso tempo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
5. I richiedenti sono nati rispettivamente nel 1921, 1928, 1946, 1970, 1944, 1949, 1962 e 1963, ed essi risiedono a Blagoevgrad ed a Sofia.
6. I richiedenti sono tutti degli eredi di un grande proprietario terriero (I.M), deceduto nel febbraio 1945 che aveva lasciato cinque figli. La maggior parte loro appartengono alla minoranza turca.
7. Dopo l’avvento del regime comunista nel settembre 1944, le autorità intrapresero delle riforme agrarie di grande ampiezza. Queste contemplavano l’attribuzione di terreni agli agricoltori che non ne possedevano sufficientemente, così come l’espropriazione di una parte dei terreni appartenenti ai grandi proprietari terrieri (paragrafo 57 e seguenti sopra).
8. Peraltro, le riforme favorivano ed imponevano la costituzione di cooperative a scapito dei proprietari individuali. In fin dei conti, verso la fine degli anni 1950, tutti i terreni agricoli appartenenti ai proprietari individuali furono inclusi nelle cooperative.
1. La richiesta di restituzione dei terreni controversi
9. Nel marzo 1991 fu adottata la legge sulla proprietà e l’uso delle terre agricole (Закон за собствеността и ползването на земеделски земи-“la legge del 1991”), che prevedeva la restituzione delle terre agricole collettivizzate all’epoca comunista. Nei casi in cui la restituzione di queste terre agricole si fosse rivelata impossibile, questa legge prevedeva l’indennizzo dei vecchi proprietari delle terre agricole gestite dalla municipalità o appartenenti a questa, o con buoni compensatori.
10. Il 19 febbraio 1992, i richiedenti introdussero un’istanza in restituzione di ventotto terreni agricoli situati nella località del vecchio villaggio di Kardzhevo, attualmente Balgarchevo. Fecero valere che queste terre erano appartenute ad I.M. prima della collettivizzazione delle terre agricole effettuata all’inizio dell’epoca comunista.
11. Con una decisione del 14 marzo 1994, la commissione agraria (поземлена комисия) respinse l’istanza di restituzione.
12. I richiedenti interposero appello.
13. Risulta dagli elementi prodotti dalle parti che il 21 giugno 1995, la causa in questione fu rinviata su richiesta di uno dei richiedenti, al motivo che c’era una controversia pregiudiziale. Questa istanza fu seguita da un’istanza di sospensione del procedimento di contestazione del rifiuto della commissione agraria di aspettare la conclusione del procedimento pregiudiziale. L’istanza riprese il 22 dicembre 1998, su richiesta dei richiedenti. In seguito, tra il 14 aprile ed il 27 settembre 1999, due udienze furono rinviate in ragione delle richieste dei richiedenti di interrogare dei testimoni la cui presenza non sarebbe stata garantita alla fine dagli interessati.
14. Peraltro, in una data non comunicata, il tribunale del distretto di Blagoevgrad ordinò una perizia giudiziale tecnica. Il 25 gennaio 1999, i richiedenti si lamentarono dinnanzi al direttore dell’Ufficio “Perizie giudiziali” che il perito giudiziale non aveva ancora depositato il suo rapporto. Indicarono che, secondo il perito, il rifiuto della commissione agraria di fornire certi documenti aveva ritardato la perizia di quattro anni. Il perito giudiziale presentò il suo rapporto in una data non comunicata nel 1999.
15. Con un giudizio del 3 dicembre 1999, il tribunale del distretto di Blagoevgrad confermò la decisione della commissione agraria. I richiedenti ricorsero in cassazione dinnanzi al tribunale regionale di Blagoevgrad. La commissione agraria non mandò alcun rappresentante dinnanzi al tribunale regionale.
16. Con un giudizio definitivo del 22 marzo 2002, il tribunale regionale di Blagoevgrad annullò il giudizio attaccato e la decisione della commissione agraria, ed indicò che egli “restituiva il diritto di proprietà” dei richiedenti sui terreni controversi, nel numero di ventotto di cui ventisette situati nella località di Kardzhevo ed uno situato nella località di Blagoevgrad. Il tribunale si espresse così:
“Il tribunale non condivide il parere della prima istanza che la decisione [della commissione agraria] è conforme alla legge. La [commissione] ha avuto torto nel rifiutare la restituzione del diritto di proprietà ai cittadini bulgari di origine turca basandosi su l[trattato di emigrazione del 1926]. Niente indica difatti che [I.M] e sua moglie erano dei profughi ai sensi della legge sulla riconoscenza del diritto di proprietà immobiliare su nuove terre. Ne segue che né il suddetto trattato né quello del 1959, erano applicabili all’antenato dei richiedenti. Per questa ragione, i suoi eredi non possono essere privati del loro diritto di proprietà sulle terre [in questione].
Poi, nessuna prova è stata presentata, né dinnanzi alla commissione agraria né dinnanzi al tribunale, nel senso che I.M. ha concluso validamente dei contratti di vendita con cui avrebbe ceduto il suo diritto di proprietà su una parte delle terre agricole. Per questa ragione, il motivo della decisione attaccata che una parte delle terre ha cambiato titolare è inoperante.
Lei [commissione agraria] ha avuto torto nel respingere la domanda in ragione dell’esistenza di una contestazione relativa ad un diritto sostanziale tra loro [richiedenti] e dei terzi. Le prove presentate, a questo riguardo, mostrano che tale controversia esiste tra essi e la municipalità. Tuttavia, non è questa controversia che viene menzionata in questa [decisione della commissione agraria] come motivo di rifiuto. Le diciannove pratiche di altri richiedenti che sono stati presentati non permettono di concludere che i terreni ai quali [questi richiedenti] pretendono sono identici coi terreni richiesti dai richiedenti nel presente procedimento.
Pertanto, il [tribunale] considera che la decisione della commissione agraria è contraria alla legge e deve essere annullata nella sua interezza.
L’annullamento della decisione obbliga il tribunale a pronunciarsi sul merito della richiesta di restituzione. Il tribunale considera che questa richiesta è fondata per ciò che riguarda tutte le terre agricole pretese. L’articolo 12, capoverso 2 della [ legge del 1991] dispone che il diritto di proprietà può essere stabilito da atti notarili e da altre prove scritte. Gli atti giudiziali, come [la] decisione della corte di appello di Sofia dell’ 11 luglio 1937 e [il] certificato, rilasciato l’ 11 luglio 1923 sulla base della decisione del giudice conciliatore di Gorna Dzhumaya in [un] procedimento di legalizzazione, hanno anche una forza probante per il diritto di proprietà. Queste prove mostrano insindacabilmente che prima della formazione delle cooperative [I.M] era il proprietario dei campi che vi sono descritti in dettaglio. Per questa ragione, i suoi eredi che sono suoi aventi diritto, hanno il diritto di vedere restaurare nel loro patrimonio i diritti che possedeva prima della sua morte, più precisamente prima della formazione delle cooperative. Per questi motivi, [il tribunale] considera che conviene restituire ai [richiedenti] il diritto di proprietà sulle terre agricole appartenuto ad I.M. “
Il giudizio indicò la superficie e l’area di ogni bene immobiliare restituito rispetto ai terreni vicini, così come la sotto-località nella quale si trovava. La superficie totale dei terreni restituiti era di circa 104,8 ettari. Questo giudizio non era corredato da piani dei terreni. Il tribunale regionale non precisò esplicitamente se questi terreni avrebbero dovuto essere restituiti nei loro vecchi limiti o tramite un piano di ripartizione delle terre agricole.
17. Ad una data non precisata, la commissione agraria chiese al tribunale regionale di interpretare il suo giudizio del 22 marzo 2002. Con un giudizio del 6 gennaio 2003, il tribunale regionale precisò che la località costituita dal villaggio di Kardzhevo era identica a quella del villaggio di Balgarchevo, nella misura in cui questo villaggio aveva cambiato nome nel 1934. Negò di pronunciarsi sulle altre questioni sollevate nell’istanza di interpretazione, al motivo che riguardavano la legalità del giudizio. Queste questioni riguardavano il fatto che il giudizio non precisava l’area di uno dei terreni restituiti, che i richiedenti non avevano depositato un’istanza di restituzione concernente il terreno situato nei limiti edificabili della città di Blagoevgrad e che non avevano provato il loro diritto di proprietà sui trequarti della quota di questo terreno.
2. I tentativi dei richiedenti di ottenere l’esecuzione del giudizio del 22 marzo 2002
18. Il 21 gennaio 2003, i richiedenti chiesero al servizio municipale dell’agricoltura e delle foreste (общинска служба по земеделие и гори – “il servizio municipale dell’agricoltura”), l’organo amministrativo che aveva sostituito la commissione agraria, di procedere alla restituzione dei ventotto terreni conformemente ai giudizi del tribunale regionale di Blagoevgrad.
19. Con una decisione del 26 marzo 2003, riferendosi al giudizio del 22 marzo 2002 ed all’articolo 18æ del decreto di applicazione della legge del 1991, il servizio municipale dell’agricoltura “riconobbe il diritto di proprietà degli eredi di I.M. nei vecchi limiti esistenti (o che potevano essere ristabiliti) ” (“признава правото на собственост на наследниците на Ибрахим Саидов Мутишев в съществуващи (възстановими) стари реални граници”) su ventotto terreni di una superficie totale di 104.65 ettari.
Notò che in virtù dell’articolo 10, capoverso 8, della legge del 1991 (paragrafi 65 a 67 sotto) i richiedenti avevano il diritto alla restituzione di 20 ettari ed all’indennizzo tramite buoni compensatori per 84.65 ettari in virtù dell’articolo 35 della legge del 1991 (paragrafi 88 a 90 sotto).
Questa decisione non menzionava il terreno di 0,2 ettari situato nella località di Blagoevgrad, nei limiti edificabili di questa città.
20. Con una lettera del 28 marzo 2003, i richiedenti furono informati anche che l’articolo 11, capoverso 4, della legge del 1991 (paragrafo 83 sotto) era applicabile al loro caso. Furono invitati a presentarsi al servizio municipale dell’agricoltura, per scegliere i terreni liberi che avevano il diritto di acquistare al posto delle loro terre ancestrali. La lettera proveniva da S., direttore del servizio municipale dell’agricoltura.
21. L’ 8 aprile 2003, i richiedenti furono informati che in ragione della ristrutturazione dell’amministrazione locale, l’elaborazione dei piani dei terreni sarebbe stata sospesa.
22. Nell’aprile 2003, il richiedente K. L. fece appello contro la decisione del 26 marzo 2003, indicando che era illegale perché non era conforme al giudizio del tribunale regionale del 22 marzo 2002. Il ricorso fu esaminato dal tribunale del distretto e dal tribunale regionale di Blagoevgrad. Fu dichiarato inammissibile con un’ordinanza definitiva del tribunale regionale in data del 15 giugno 2005.
Il tribunale regionale ricordò che i richiedenti si erano visti restituire il diritto di proprietà su tutti i terreni controversi con un giudizio del 22 marzo 2002 che era passato in forza di cosa giudicata. Come il tribunale di distretto, stimò che il richiedente non aveva interesse ad agire per iniziare un procedimento che avrebbe avuto per oggetto una controversia già decisa da un giudizio definitivo.
Osservò poi che il servizio municipale dell’agricoltura aveva negato di conformarsi a questo giudizio riferendosi all’articolo 35, della legge del 1991. Tuttavia, stimò che la decisione attaccata era senza incidenza sull’esistenza del diritto di proprietà dei richiedenti. Indicò che, nella misura in cui il giudizio del 22 marzo 2002 non era accompagnato da piani, i richiedenti avevano la possibilità di procurarsi dei piani dei terreni restituiti che avrebbero concretizzato completamente il loro diritto di proprietà su questi beni immobiliari.
23. Con una lettera del 27 settembre 2005, in risposta a due istanze introdotte il 31 agosto e il 13 settembre 2005, il servizio municipale dell’agricoltura informò i richiedenti che dovevano precisare i terreni che volevano vedersi restituire, consultando il registro delle terre non restituite gestite dalla municipalità di cui avevano ricevuto già dei brani.
24. Il 18 gennaio 2006, i richiedenti depositarono tale richiesta nella quale precisarono, tra l’altro, che avevano constatato che certi terreni viticoli erano coltivati dagli abitanti del villaggio di Balgarchevo. Volendo evitare dei conflitti, chiesero al servizio municipale di restituire loro certi altri terreni viticoli di una superficie totale di 5 ettari.
25. Con due decisioni in data del 16 marzo 2006, il servizio municipale dell’agricoltura restituì il diritto di proprietà dei richiedenti su delle terre agricole di una superficie totale di circa 16,76 ettari nei nuovi limiti, cioè assegnando loro delle terre differenti da quelle che I.M. aveva posseduto (paragrafo 71 sotto). Con una decisione in data del 30 maggio 2006, restituì il diritto di proprietà dei richiedenti su due terreni di una superficie totale di 1.415 ettari nei loro vecchi limiti, cioè assegnando loro delle terre che I.M. aveva posseduto (paragrafo 69 sotto). Appare che queste decisioni furono comunicate ai richiedenti nel mese di dicembre 2006 e che gli interessati non introdussero dei ricorsi giudiziali.
26. Il Governo presentò una lettera da parte del direttore regionale della Direzione ” dell’Agricoltura e delle Foreste” del 15 giugno 2007 nella quale viene precisato che in suddetta data i richiedenti avevano ottenuto la restituzione di 18,1768 ettari di terre agricole e che dovevano introdurre un’istanza di identificazione per gli altri terreni che volevano vedersi restituire nel limite di 20 ettari.
27. Durante il secondo semestre del 2007, il servizio municipale dell’agricoltura rilasciò ai richiedenti dei piani per certi terreni di una superficie totale di 16 ettari circa.
28. Il Governo fornisce anche un brano del registro delle terre agricole della località di Balgarchevo del 19 febbraio 2009. Questo documento attesta il fatto che 35 beni immobiliari di una superficie totale di 20,0893 ettari sono iscritti a nome di I.M. come vecchio proprietario.
29. Le parti non hanno mandato nessuna informazione precisa sulla questione di sapere se un piano di ripartizione delle terre agricole concernente la località di Balgarchevo è entrato in vigore, in quale epoca, e se questo piano riguarda le terre agricole ereditate dai richiedenti.
3. I tentativi dei richiedenti di ottenere l’esecuzione del giudizio del 22 marzo 2002 in quanto al terreno di 0.2 ettari situato nei limiti edificabili della città di Blagoevgrad
30. Con una decisione del 20 giugno 2006, in seguito alle domande introdotte dagli interessati, il servizio municipale dell’agricoltura restituì anche il loro diritto di proprietà su un terreno di 0,2 ettari, situato nei limiti edificabili della città di Blagoevgrad che non era stato menzionato nella sua decisione del 26 marzo 2003 (paragrafo 19 sopra). Tuttavia, negò di rilasciare un piano ai richiedenti, indicando loro che dovevano depositare una domanda in questo senso dinnanzi alla municipalità di Blagoevgrad.
31. Con una lettera del 10 luglio 2007, il sindaco della municipalità di Blagoevgrad negò di rilasciare un piano del terreno, al motivo che il servizio municipale dell’agricoltura aveva omesso di adottare un piano ausiliare in cui sarebbe figurato il terreno degli interessati.
32. Il 9 ottobre 2007, due dei richiedenti ( i Sigg. E. M. ed I. I.) introdussero un ricorso dinnanzi al tribunale amministrativo di Blagoevgrad. Questo ricorso fu da prima dichiarato inammissibile da un’ordinanza del 1 novembre 2007 del tribunale amministrativo che stimò che la lettera del sindaco non era un atto amministrativo individuale. I richiedenti ricorsero in cassazione.
33. Con un’ordinanza del 21 gennaio 2008, la Corte amministrativa suprema annullò l’ordinanza attaccata ed ordinò l’esame al merito del ricorso introdotto dai richiedenti. L’alta giurisdizione osservò che non era contestato che con un giudizio definitivo del 22 marzo 2002, il tribunale regionale aveva restituito il diritto di proprietà dei richiedenti su delle terre agricole tra cui l’appezzamento di 0,2 ettari. Il servizio municipale dell’agricoltura aveva a suo turno pronunciato una decisione di restituzione di questo terreno nei suoi vecchi limiti il 20 giugno 2006. La Corte rilevò a questo riguardo che prima di pronunciare una decisione di restituzione del terreno in questione, il servizio municipale dell’agricoltura avrebbe dovuto sollecitare d’ ufficio un procedimento preliminare, chiedendo alla municipalità di produrre un piano del terreno ed un certificato riguardante il suo statuto. Stimando che i proprietari non potevano essere ritenuti responsabili dell’omissione del servizio municipale dell’agricoltura, l’alta giurisdizione concluse che la loro istanza presso il sindaco era ammissibile e che la sua fondatezza doveva essere oggetto di un esame al merito. Perciò, rinviò la causa al tribunale amministrativo di Blagoevgrad, competente in prima istanza. In data di una delle ultime comunicazioni dei richiedenti, ossia il 12 maggio 2008, la causa era messa in deliberazione in camera del consiglio ma il tribunale amministrativo non aveva pronunciato ancora il suo giudizio.
4. Il ricorso per nullità contro la decisione del 26 marzo 2003
34. Il 25 ottobre 2007, Sigg. E. M. ed I. I. introdussero un ricorso contro la decisione del servizio municipale dell’agricoltura del 26 marzo 2003 e chiesero al tribunale di distretto di constatare che questa era inficiato di nullità. Chiesero anche che venisse annullato il rifiuto tacito di questo servizio di adottare una nuova decisione conforme al giudizio del tribunale regionale di Blagoevgrad del 22 marzo 2002.
35. Con un giudizio del 12 maggio 2008, il tribunale di distretto di Blagoevgrad fece diritto al ricorso dei richiedenti e rinviò la pratica al servizio municipale dell’agricoltura, con istruzione di adottare una nuova decisione che fosse in conformità col giudizio del 22 marzo 2002.
36. Questo giudizio fu confermato in cassazione dal tribunale amministrativo di Blagoevgrad il 24 ottobre 2008, deliberando in ultima istanza. Questa giurisdizione osservò che i servizi municipali erano i soli organi che potevano restituire la proprietà su delle terre agricole. Essendo passato in forza di cosa giudicata il giudizio del 22 marzo 2002, il servizio municipale dell’agricoltura era tenuto a conformar visi e a pronunciare una decisione riguardante tutti i terreni restituiti, tenendo conto delle disposizioni della legge del 1991.
37. Il tribunale amministrativo rilevò che la decisione attaccata conteneva due disposizioni: una “che riconosceva il diritto di proprietà degli eredi di I.M. su tutti i terreni restituiti dal giudizio del tribunale regionale di Blagoevgrad”, e l’altra che prevedeva la restituzione di 20 ettari di terre agricole e l’indennizzo dei richiedenti per 84,65 altri ettari. Constatò che questa seconda disposizione non indicava i terreni restituiti e le loro aree e non indicava neanche che erano i terreni per cui i richiedenti avrebbero dovuto ricevere un indennizzo. Ne concluse che la decisione attaccata era inficiata di nullità in questa parte e che il servizio municipale dell’agricoltura era sotto l’obbligo di pronunciare una nuova decisione che avrebbe indicato i terreni che avrebbe restituito e quelli che avrebbe negato di restituire.
38. Le parti non hanno informato la Corte dell’adozione, da parte del servizio municipale dell’agricoltura, di una nuova decisione dopo la notifica del giudizio del tribunale amministrativo di Blagoevgrad.
5. I ricorsi introdotti dai richiedenti dinnanzi al ministero dell’agricoltura
39. In una data non comunicata, i richiedenti si lamentarono presso ministro dell’agricoltura del fatto che la commissione agraria aveva elaborato un piano di ripartizione delle terre agricole che riguardava anche i loro terreni ancestrali, e ciò senza aspettare la conclusione del procedimento di contestazione della decisione del 14 marzo 1994 che respingeva la loro istanza di restituzione. Indicarono di avere contestato questo piano con un ricorso introdotto l’11 novembre 1996. Sostennero che la commissione agraria non aveva mandato questo ricorso al tribunale competente. Tuttavia, non indicarono di avere investito le giurisdizioni competenti, possibilità prevista dal diritto interno pertinente all’epoca dei fatti stessi. I richiedenti si lamentarono anche che i loro terreni ancestrali erano stati restituiti ad altre persone tramite questo piano di ripartizione delle terre agricole, mentre il procedimento di contestazione del rifiuto della commissione agraria era sempre pendente. Stimando che il piano di ripartizione si fondava su un errore dei fatti evidente, chiesero al ministro di ordinare la sua rettifica.
40. Parallelamente allo svolgimento dei procedimenti amministrativi e giudiziali, i richiedenti mandarono numerose richieste al ministero dell’agricoltura. Chiesero la restituzione di tutti i terreni nei loro vecchi limiti, ivi compreso il terreno di 0,2 ettari situato nei limiti edificabili della città di Blagoevgrad.
6. Le querele dei richiedenti dinnanzi alla procura
41. In una data non comunicata dopo il 22 marzo 2002, i richiedenti investirono la procura e chiesero l’apertura di perseguimenti penali contro un impiegato della municipalità denominata S. per abuso di potere, inadempimento di decisione giudiziale, frode, incitamento alla falsa testimonianza, provocazione all’intolleranza nazionale, ecc.
42. Si lamentarono che S. aveva detto loro che non avrebbe dato alcuna terra ai turchi. Menzionarono anche un articolo apparso sulla stampa locale sotto il titolo “Dei turchi vogliono appropriarsi di cento ettari” che sarebbe stato pubblicato Infine dopo un’intervista con questa persona, i richiedenti fecero valere che erano stati impediti di stabilire i limiti delle loro terre da contadini ribelli, incoraggiati presumibilmente da S. La disputa tra i richiedenti ed i contadini era stata oggetto di un servizio diffuso dalla rete televisiva pubblica.
43. Peraltro, i richiedenti si lamentarono del rifiuto di S. di effettuare i passi amministrativi necessari all’esecuzione del giudizio del 22 marzo 2002.
44. Con un’ordinanza del 1 aprile 2005, la procura di appello rinviò la pratica alla procura regionale per un complemento dell’ istruzione, indicando che c’era luogo di verificare per quali ragioni i richiedenti non si erano visti rilasciare dei piani dei terreni e non erano entrati in possesso di questi per valutare, in particolare, se c’era stato o meno abuso di potere, reato penale contemplato e represso dall’articolo 282 del codice penale (paragrafo 98 sotto).
45. I richiedenti indicano che non ancora sono stati informati del risultato di questa istruzione complementare.
7. La mediazione dell’ombudsman nazionale e dell’ombudsman del comune di Blagoevgrad
46. Il 20 febbraio 2006, i richiedenti depositarono una querela presso l’ombudsman nazionale. Indicarono che il servizio municipale dell’agricoltura aveva negato di eseguire il giudizio definitivo del 22 marzo 2002. Fecero valere che I.M. era deceduto nel febbraio 1945 e sostennero che nessuna misura restrittiva in virtù della legge di 1946 sulla proprietà agricola di lavoro, (paragrafi 57 e seguenti sotto) era stata presa a suo riguardo ed a riguardo dei suoi eredi.
47. L’ombudsman emise un parere formulato come segue:
“(…)
Il rifiuto di restituire 84,65 ettari di terre agricole è mal fondato, perché la legge del 1946éstata adottata dopo la morte dell’antenato dei richiedentie che l’articolo 13 di questa legge contempla che gli eredi sono considerati come i proprietari a parte, ciò che fa sì che le parti ereditate dai richiedentinonsuperino le superfici massime previste dalla legge
4.2 conclusione:
Il servizio municipale dell’agricoltura e delle foreste rifiuta illegalmente la restituzione nei loro vecchi limiti di 114 ettari di terre agricole agli eredi di I.M., il diritto di proprietà essendo stato restituito[loro] da un giudizio definitivo del 22 marzo 2002 del tribunale regionale di Blagoevgrad.
5. Proposte e raccomandazioni:
Sulla base delle prove fornite dal richiedente, stimo che c’è un inadempimento illegale di un giudizio giudiziale.
Propongo al servizio municipale delle terre e delle foreste di Blagoevgrad di adottare una nuova decisione, conforme al giudizio del 22 marzo 2002 del tribunale regionale di Blagoevgrad, e di restituire la proprietà dei beni immobiliari descritti nel giudizio nei loro vecchi limiti. “
I richiedenti ne furono informati con una lettera del 18 luglio 2006.
48. Nel luglio 2007, i richiedenti chiesero all’ombudsman della città di Blagoevgrad di assisterli nei loro sforzi per entrare in possesso dei beni immobiliari enumerati nel giudizio del 22 marzo 2002. Nell’ottobre 2007, l’ombudsman di Blagoevgrad raccomandò alla municipalità di adottare una mappa catastale ausiliare del terreno di 0,2 ettari, situato nei limiti edificabili di questa città.
8. Il procedimento per danni ed interessi contro lo stato impegnato dal Sig. E. M.
49. Il Governo presenta una sentenza della Corte suprema di cassazione del 14 febbraio 2008 concernente un’azione per danni ed interessi contro il ministero dell’agricoltura introdotta dal Sig. E. M. e fondata sull’articolo 1, capoverso 1, della legge del 1988 sulla responsabilità da delitto dello stato e delle municipalità (paragrafi 93 e seguenti sotto). L’oggetto esatto dalla domanda in giustizia non è chiaro, ma risulta dal testo della sentenza che il richiedente aveva chiesto di essere indennizzato per il danno morale e per la mancanza al guadagno legata ai ritardi intervenuti presumibilmente nel procedimento di restituzione in ragione delle decisioni e delle inoperosità illegali della commissione agraria e del servizio municipale dell’agricoltura. Questa richiesta che era parziale e riguardava un quarto della mancanza al guadagno, fu esaminata da tre istanze.
50. Con una sentenza definitiva del 14 febbraio 2008, la Corte suprema di cassazione fece parzialmente diritto alle pretese del richiedente. L’alta giurisdizione osservò che pretendeva di avere subito un danno tanto patrimoniale che morale legato a tre fatti differenti: a.) il ritardo addotto con cui la commissione agraria si era pronunciata sulla sua istanza di restituzione introdotta il 19 febbraio 1992; b.) il rigetto da parte della commissione agraria della sua istanza di restituzione, annullata da un giudizio del 22 marzo 2002; c.) la passività del servizio municipale dell’agricoltura concernente il collocamento in opera del diritto del richiedente di entrare in possesso dei terreni restituiti. Rilevò anche che in virtù dell’articolo 10, capoverso 8, della legge del 1991, la superficie massima delle terre restituite non poteva superare i 20 ettari per tutti gli eredi di I.M. Il richiedente, essendo uno dei cinque figli di I.M., poteva pretendere la restituzione di 4 ettari.
51. Per ciò che riguarda il termine di trattamento dell’istanza di restituzione, l’alta giurisdizione stimò che la commissione agraria avrebbe dovuto effettuare la preparazione tecnica e giuridica della restituzione delle terre agricole entro un anno. Perciò, il richiedente doveva essere indennizzato per la mancanza al guadagno concernente il periodo tra il 19 marzo 1993 ed l’ 11 marzo 1994, data in cui la commissione agraria aveva respinto la sua istanza di restituzione.
52. In quanto al danno subito dal richiedente a causa della decisione negativa della commissione agraria, annullata dal giudizio del 22 marzo 2002, la Corte suprema di cassazione, facendo riferimento a certi fatti relativi allo svolgimento del procedimento giudiziale dinnanzi al tribunale di distretto (paragrafo 13 sopra) considerò che l’interessato e gli altri richiedenti avevano loro stessi contribuito alla durata dell’ esame del loro ricorso. Perciò, stimò che il termine imputabile alla commissione agraria per cui il richiedente doveva essere indennizzato, era di tre anni ed undici mesi.
53. Per ciò che riguarda il fatto che il richiedente non aveva potuto entrare in possesso dei terreni restituiti, l’alta giurisdizione stimò che il giudizio del 22 marzo 2002 non indicava se questi terreni sarebbero stati restituiti nei loro vecchi limiti o tramite un piano di ripartizione delle terre agricole. Rilevò che le terre erano state individualizzate dai loro vecchi limiti, come esistevano nel 1923. Finché l’individualizzazione di questi beni immobiliari “secondo la loro situazione reale” non fosse stata realizzata, il servizio municipale dell’agricoltura non aveva l’obbligo di organizzare l’entrata in possesso del richiedente. Perciò, la Corte suprema di cassazione respinse questa parte della domanda.
54. Per ciò che riguarda gli importi dovuti a titolo di indennizzo, l’alta giurisdizione stimò che la mancanza al guadagno subita dal richiedente era stabilita sufficientemente da un rapporto di perizia giudiziale, nella misura in cui, anche se l’area esatta dei terreni non era conosciuta, i periti avevano tenuto conto delle località in cui questi si trovavano.
55. L’alta giurisdizione accordò al richiedente 15 635 lev bulgari (BGN) (circa 7 977 euro) per danno patrimoniale e 500 BGN, circa 255 euro, per danno morale.
56. Il 24 aprile 2008, il richiedente si vide rilasciare un titolo esecutivo contro il ministero dell’agricoltura, presentata al ministero il 17 luglio 2008. In data della sua ultima comunicazione, ossia il 15 aprile 2009, il richiedente non aveva ricevuto alcun pagamento.
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNA PERTINENTI
1. Le riforme agrarie intervenute all’inizio dell’epoca comunista
57. La legge del 1946 sulla proprietà agricola di lavoro (Закон за трудовата поземлена собственост-“la legge di 1946”), abrogata nel 1997, regolamentava (inter alia) l’attribuzione delle terre agli agricoltori che non possedevano a sufficienza. Questo obiettivo doveva essere assolto tramite espropriazione di una parte delle terre appartenenti ai grandi proprietari terrieri ed alle persone che non sfruttavano loro stesse le terre che possedevano.
58. L’articolo 8, abrogato nel 1974, contemplava dei limiti differenti per la superficie delle terre che poteva possedere una famiglia. Il capoverso 1 di questa disposizione contemplava dei limiti generali di 20 o 30 ettari, secondo le regioni. I capoversi 2 e 3 contemplavano dei limiti inferiori ai limiti generali in funzione dell’uso che facevano i proprietari delle loro terre.
59. L’articolo 10 definiva la famiglia come una comunità di coniugi e di figli non sposati. Questa disposizione riservava 5 ettari per ogni figlio sposato del proprietario. Se, a parte i suoi figli sposati, il proprietario aveva più di due figli non sposati, la disposizione riservava 2 ettari per ogni bambino non sposato.
60. L’articolo 13 contemplava che se le terre appartenevano a parecchi membri di una famiglia, le loro superfici erano addizionate per stabilire la superficie massima che la famiglia poteva possedere. Se il proprietario era deceduto prima che la superficie massima fosse stata stabilita, i suoi eredi erano considerati a pieno titolo come i proprietari, anche se l’eredità non era stata ancora divisa (articolo 13, capoverso 3).
2. La superficie del diritto alla restituzione delle terre agricole
61. La legge del 1991 sulla proprietà e l’uso delle terre agricole (Закон за собствеността и ползването на земеделски земи-“la legge del 1991”) ed il decreto di applicazione di questa legge (Правилник за прилагане на Закона за собствеността и ползването на земеделски земи-“il decreto di applicazione della legge del 1991”) regolamentano la restituzione del diritto di proprietà su delle terre agricole collettivizzate o espropriate durante l’epoca comunista ai proprietari ed ai loro eredi.
62. L’articolo 10, capoverso 1, della legge di 1991, nella sua redazione iniziale, contemplava la restituzione delle terre agricole portate nelle cooperative. L’articolo 10, capoverso 4, della legge del 1991, contemplava che la restituzione delle terre portate nelle cooperative doveva essere effettuata nei limiti previsti dall’articolo 8, della legge di 1946. In virtù dell’articolo 10, capoverso 5, della legge di 1991, i proprietari le cui terre sarebbero state espropriate in virtù dell’articolo 8, capoversi 2 e 3, della legge di 1946, avevano il diritto di essere indennizzati tramite terre o in denaro, se non avessero ricevuto prima alcun indennizzo.
63. L’articolo 10, capoverso 1, della legge del 1991, fu modificato nel 1992, 1995, 1996 e 1997. Attualmente, questo testo contempla la restituzione delle terre agricole che l’avente diritto ha posseduto prima della creazione delle cooperative all’inizio dell’epoca comunista. A questo riguardo, la Corte costituzionale ha precisato, in una sentenza pronunciata il 19 giugno 1995 (vedere 7 от Решение № 19 юни 1995 по конституционно дело № 9 на КС) che le terre agricole che l’avente diritto aveva posseduto prima della creazione delle cooperative erano spesso differenti in termini di superficie e di requisito di quelle portate nelle cooperative. La Corte costituzionale ha rilevato che questa differenza trovava la sua spiegazione nelle riforme agrarie effettuate all’inizio dell’epoca comunista, in particolare le espropriazioni е l’attribuzione delle migliori terre alle cooperative di recente create.
64. L’articolo 10, capoverso 11, adottato nel maggio 1995, contempla la restituzione delle terre agricole acquisite in virtù della legge di 1946 dai beneficiari della riforma agricola effettuata all’inizio dell’epoca comunista.
65. L’articolo 10, capoverso 4 (paragrafo 62 sopra) è stato sostituito in sostanza con l’articolo 10, capoverso 8. Questa disposizione, in vigore nella sua redazione reale dopo il 28 ottobre 1997, contempla la restituzione delle terre agricole ai proprietari nei limiti previsti dall’articolo 8, capoverso 1 e dall’articolo 10, della legge di 1946, ivi compreso le terre espropriate in virtù dell’articolo 8, capoversi 2 e 3, della legge del 1946. Per le terre agricole al di là di queste superfici massime, l’avente diritto può chiedere un indennizzo in virtù dell’articolo 35 della legge del 1991( paragrafi 88 a 90 sotto). Per la regione dei richiedenti, il limite previsto dall’articolo 8, capoverso 1, della legge di 1946, è di venti ettari.
66. La Corte suprema ha espresso il parere, nei motivi di due sentenze interpretative, che le persone che potevano chiedere la restituzione in virtù dell’articolo 10, capoverso 8, della legge del 1991, avevano la precedenza su quelle che potevano chiedere la restituzione in virtù dell’articolo 10, capoverso 11, di suddetta legge (Тълкувателно решение № 1 от 19.09.1996 г., ОСГК на ВС и Тълкувателно решение № 2 от 25.06.1996 г., ОСГК на ВС). Ha espresso anche il parere che i limiti contemplati in questa disposizione si applicano unicamente se i procedimenti di espropriazione previsti dalla legge di 1946 erano stati messi realmente in opera (Тълкувателно решение № 1 от 19.09.1996 г., ОСГК на ВС и Решение № 224 от 21.07.1994 по гр.д. № 794/93 г. на ІV г.о. на ВС) in mancanza di cui tutte le terre possedute prima della restituzione dovevano essere restituite in virtù dell’articolo 10, capoverso 1. Tuttavia, questa giurisprudenza riguarda i vecchi testi dell’articolo 10, capoverso 8, della legge del 1991, come erano formulati prima delle ultime modifiche intervenute nel 1997.
67. La questione della costituzionalità dell’articolo 10, capoverso 8, della legge del 1991, è stato esaminato dalla Corte costituzionale nel giugno 1998 (vedere 15 от Решение № 09.06.1998 по конституционно дело № 12 от 1998 г. на КС на РБ) che ha stimato che questa norma non era contraria alla Costituzione. La Corte costituzionale ha rilevato che il riferimento all’articolo 8, capoverso 1 ed all’articolo 10, della legge di 1946, è un procedimento giuridico e tecnico con cui il legislatore ha definito i limiti in cui possono essere restituiti le terre agricole. Ha precisato che questi limiti hanno la loro ragione di essere nella ridistribuzione delle terre agricole effettuate all’inizio dell’epoca comunista in occasione della quale hanno acquisito dei terreni precedentemente espropriati in virtù della legge di 1946 degli agricoltori che non possedevano sufficientemente terre agricole. Ha osservato che queste persone hanno, anche loro, il diritto alla restituzione delle loro terre ulteriormente collettivizzate. Secondo la Corte costituzionale, l’articolo 10, capoverso 8, della legge del 1991, trova l’equilibrio necessario tra i diritti di queste due categorie di proprietari.
3. I procedimenti di restituzione delle terre agricole
68. Fino nel 2002, l’organo incaricato della restituzione delle terre agricole era la commissione agraria (поземлена комисия). Questa è stata sostituita dal servizio municipale dell’agricoltura e delle foreste, poi dal servizio municipale dell’agricoltura.
69. I principali procedimenti amministrativi di restituzione sono la restituzione dei terreni nei loro vecchi limiti, e quando questa si rivela impossibile possibile, la restituzione dei terreni nei nuovi limiti.
70. I terreni sono restituiti nei loro vecchi limiti se questi limiti esistono ancora o se possono essere ristabiliti grazie alle mappe catastali o di ricomposizione (articolo 10a, capoverso 1, della legge del 1991,). In questi casi, il servizio municipale dell’agricoltura adotta una decisione in virtù dell’articolo 18æ del decreto di applicazione della legge del 1991.
71. Se i vecchi limiti dei terreni non possono essere ristabiliti, una nuova delimitazione viene operata dal piano di ripartizione delle terre agricole, adottate dalla commissione agraria/il servizio municipale dell’agricoltura. In questo caso, l’avente diritto può vedersi assegnare delle terre equivalenti nella località in cui si trovavano le loro terre prima della collettivizzazione o in una località vicina (articolo 10a, capoverso 2, della legge del 1991,).
72. La Corte suprema di cassazione ha precisato che la decisione della commissione agraria decretata dopo l’adozione del piano di ripartizione delle terre agricole ha lo stesso valore giuridico della decisione della commissione agraria che ordina la restituzione di un terreno nei vecchi limiti. Questi atti sono costitutivi di un diritto di proprietà sui terreni che vi sono indicati (Тълкувателно решение № 1 от 1997 г. по гр. д. № 11 от 1997 г., ОСГК на ВКС).
73. Le suddette decisioni, corredate da un piano del terreno, valgono come titolo di proprietà. Questo titolo di proprietà ha lo stesso valore giuridico di un atto notarile, stabilito al termine di un procedimento non contraddittorio (articolo 14, capoverso 1 (1) ed articolo 17, capoverso 1, della legge del 1991).
74. L’avente diritto poteva depositare un’istanza di restituzione presso la commissione agraria entro diciassette mesi a contare dall’entrata in vigore della legge di 1991 (articolo 11, capoverso 1,).
75. Le persone che avevano mancato questo termine legale potevano ottenere la riconoscenza giudiziale del loro diritto alla restituzione introducendo un’azione per constatazione contro la commissione agraria o il servizio municipale dell’agricoltura (articolo 11, capoverso 2, in combinazione col paragrafo 22 delle disposizioni transitorie e finali della legge del 1991).
4. Il controllo giudiziale sulle decisioni della commissione agraria e del servizio municipale dell’agricoltura
76. La decisione della commissione agraria o del servizio municipale dell’agricoltura relativa ad un’istanza di restituzione è suscettibile di ricorso dinnanzi al tribunale di distretto. Fino al mese di agosto 1997, i ricorsi in cassazione erano esaminati dalle giurisdizioni supreme, la Corte suprema, poi la Corte amministrativa suprema. Da questa data, questa competenza è decentralizzata, essendo stato l’esame dei ricorsi in cassazione in un primo tempo assegnato ai tribunali regionali poi, a partire dal 1 marzo 2008, ai tribunali amministrativi.
77. Il ricorso può riguardare non solo il rifiuto di riconoscere il diritto alla restituzione, ma anche altri aspetti della decisione in questione, come il rifiuto di accordare la restituzione delle terre agricole nei vecchi limiti (Решение № 2818 от 13.01.1995 г. по адм. д. № 435/94 на ВС).
78. Secondo l’articolo 14, capoverso 3, della legge del 1991, il tribunale investito di tale ricorso si pronuncia sul merito della richiesta di restituzione.
79. Questa norma è stata interpretata dalla Corte suprema come esigente che il tribunale si pronunci nei limiti delle competenze della commissione agraria (Решение № 2245 от 04.10.1994 г. по адм. д. № 6148/94 г. на ВС, Решение № 2818 от 13.01.1995 г. по адм. д. № 435/94 на ВС).
80. È stato sostenuto nella dottrina che questa norma implichi l’obbligo per il tribunale di ricercare con l’aiuto dei periti giudiziali se le terre possono essere restituite nei loro vecchi limiti. È stato sostenuto anche che il giudizio che accorda la restituzione nei vecchi limiti debba essere corredato da un piano del terreno stabilito da un perito giudiziale; in questo caso, ha il valore di un atto notarile rilasciato alla conclusione di un procedimento non contraddittorio (“Вещно право”, Второ допълнено издание, Марио Бобатинов и Красимир Влахов, Сиби, София 2007 г. стр. 274 – 276).
81. Tuttavia, in una sentenza che riguarda una controversia di proprietà tra le persone che hanno ottenuto la restituzione delle terre agricole nei loro vecchi limiti coi giudizi corredati da piani e delle persone che pretendevano di essere proprietarie per altri motivi, la Corte suprema di cassazione ha considerato che solo l’organo amministrativo incaricato della restituzione era competente per determinare i limiti dei terreni restituiti (Решение № 289 от 06.03.2001 по гр.д. № 1530/2000 г., ІV гр. отд. на ВКС).
5. L’indennizzo dei proprietari le cui terre non hanno potuto essere restituite
82. La legge del 1991 ed il suo decreto di applicazione contiene parecchie disposizioni che contemplano l’indennizzo, tramite terre appartenenti alla municipalità o tramite buoni compensatori, dei proprietari muniti di giudizi definitivi che riconoscono il loro diritto alla restituzione (articolo 10, capoverso 8, articolo 11, capoverso 4, articolo 15, capoverso 4, articolo 35 della legge di 1991, articolo 21, capoverso 3 ed articolo 25, capoverso 3 del decreto di applicazione).
83. Secondo l’articolo 11, capoverso 4, della legge del 1991, se i giudizi favorevoli ai vecchi proprietari sono stati presentati debitamente alla commissione agraria o al servizio municipale dell’agricoltura dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’avviso che un progetto del piano di ripartizione delle terre agricole è stato elaborato, i proprietari hanno diritto ad un indennizzo tramite terreni liberi e/o tramite buoni compensatori. Questo testo è preceduto da una disposizione che contempla la possibilità per le persone che hanno omesso di investire la commissione agraria nel termine legale di ottenere una riconoscenza giudiziale del loro diritto alla restituzione (paragrafo 75 sopra).
84. L’articolo 15, capoverso 2, della legge del 1991 contempla che se la superficie delle terre agricole nella località viene sminuita, il servizio municipale dell’agricoltura riduce proporzionalmente le terre agricole restituite, ivi comprese quelle la cui restituzione tramite un piano di ripartizione delle terre agricole è stata accordata da un giudizio definitivo, eccetto i terreni restituiti nei loro vecchi limiti. L’articolo 15, capoverso 3, della legge del 1991 regolamenta il tipo di indennizzo al quale hanno diritto i proprietari – terre agricole appartenenti alla municipalità o buoni compensatori, in particolare.
L’articolo 15, capoverso 4, della legge del 1991 è formulato come segue:
“I proprietari sono indennizzati secondo il procedimento previsto anche dal capoverso 3 nei casi in cui il giudizio definitivo che riconosce il diritto alla restituzione delle terre agricole è stato presentato al servizio dell’agricoltura dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’avviso che il piano di ripartizione delle terre agricole è stato elaborato.”
85. L’articolo 20, del decreto di applicazione della legge del 1991, regolamenta il procedimento di restituzione tramite un piano di ripartizione delle terre agricole. L’articolo 21, capoverso 3, di suddetto decreto contempla che se il giudizio che riconosce il diritto di proprietà su delle terre agricole è stato presentato dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’avviso che un progetto di piano di ripartizione delle terre agricole è stato elaborato, il servizio municipale dell’agricoltura adotta una decisione di indennizzo del proprietario in virtù dell’articolo 10á, capoverso 1, della legge del 1991. Il giudizio può essere eseguito sulle terre previste dall’articolo 19 della legge del 1991.
86. L’articolo 25, capoversi 1 e 2, del decreto di applicazione della legge del 1991, regolamentano il procedimento che il servizio municipale dell’agricoltura deve seguire per annunciare l’elaborazione di un progetto di piano di ripartizione delle terre agricole, così come le obiezioni che possono formulare gli aventi diritti contro questo progetto. L’articolo 25, capoverso 3, di suddetto decreto, è formulato come segue:
“I proprietari che sono in possesso di giudizi definitivi che contemplano la restituzione delle terre agricole presentati al servizio dell’agricoltura dopo il termine fissato dall’articolo 11, capoverso 4, della legge del 1991, ha il diritto ad un indennizzo tramite terre agricole in virtù dell’articolo 19, della legge del 1991, o, in caso di deficit [di terre], ad un indennizzo in virtù dell’articolo 10á, capoverso 1, della legge del 1991, e tramite terre agricole previste nell’articolo 19, della legge di 1991, trovandosi sul territorio del comune”,
87. La giurisprudenza interna sembra contraddittoria per ciò che riguarda l’applicabilità delle disposizioni dell’articolo 15, capoverso 4, della legge del 1991, e degli articoli 21, capoverso 3, e 25, capoverso 3, del decreto di applicazione della legge di 1991, a riguardo delle persone che sono in possesso di giudizi che ordinano la restituzione nei vecchi limiti presentati al servizio municipale dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’annuncio che un progetto di piano di ripartizione delle terre agricole è stato elaborato (vedere 6943 от Решение № 15.07.2005 по адм). д. № 2500/2005, ІV о. на ВАС, in che la Corte amministrativa suprema ha ammesso l’applicabilità di queste disposizioni a riguardo di persone che richiedevano la restituzione di un terreno nei suoi vecchi limiti in virtù di un giudizio definitivo, e Решение № 12205 от 28.12.2002 г. по адм.д. № 7118/2002 г. на ІV о. на ВАС in cui la Corte amministrativa suprema ha stimato che queste disposizioni erano inapplicabili nei casi in cui l’avente diritto si era visto riconoscere il diritto alla restituzione nei vecchi limiti).
88. Peraltro, l’articolo 10, capoverso 8, della legge del 1991, contempla che per le terre agricole che non sono state restituite perché superavano le superfici massime fissate nell’articolo 8, capoverso 1, e l’articolo 10, della legge di 1946, gli interessati hanno diritto ad un indennizzo in virtù dell’articolo 35 della legge del 1991.
89. Secondo l’articolo 35, l’indennizzo si fa tramite buoni compensatori nominativi che potevano essere ereditati o ceduti. Questi titoli compensatori possono essere utilizzati per i pagamenti nel processo di privatizzazione delle imprese pubbliche, per l’acquisto di terre appartenenti ai Fondi dello stato (държавен поземлен фонд) e per l’acquisto di certe terre situate vicino agli immobili delle vecchie cooperative. Soli i proprietari di buoni compensatori nominativi possono acquisire delle terre dei fondi dello stato. Le transazioni di buoni compensatori nominativi sono regolate dalla legge sulle transazioni di titoli compensatori, adottata nel 2002 (Закон за сделките с компенсаторни инструменти).
90. Il valore nominale di un buono compensatorio nominativo è di un lev bulgaro (circa 50 centesimi di euro) (articolo 35, capoverso 7, della legge del 1991). Il suo valore reale dipende dalle offerte di privatizzazione e dalle eventuali aste pubbliche di terre appartenenti allo stato. Durante i tre ultimi anni, il valore massimo di questi titoli fu raggiunto nel settembre 2006, quando un buono compensatorio era scambiato sui mercati finanziari contro 0.68 BGN, circa 34 centesimi di euro. Questo valore reale è stato sminuito gradatamente in seguito. Durante il primo semestre del 2009, il prezzo medio di un buono compensatorio nominativo era di 0.33 BGN, circa 16 centesimi di euro.
6. La correzione del piano di ripartizione delle terre agricole e della carta dei terreni restituiti nei loro vecchi limiti
91. Secondo l’articolo 17, capoverso 8 della legge del 1991, dopo l’entrata in vigore del piano o della carta in questione, la loro correzione può essere ordinata dal ministro dell’agricoltura se un errore di fatto evidente è stato constatato. L’articolo 26, capoverso 2, del decreto di applicazione della legge del 1991, definisce l’errore di fatto evidente come un’incoerenza tra gli elementi topografici o la situazione reale ed il modo in cui figurano sul piano o sulla carta.
7. La modifica di una decisione definitiva da parte del servizio municipale dell’agricoltura
92. In caso di scoperta di irregolarità, di nuove circostanze o di nuove prove che possono avere un’incidenza sulla decisione adottata dal servizio municipale dell’agricoltura, questo può modificare la sua decisione entro un anno a contare dalla scoperta di questi fatti, ma non più tardi di due anni dopo la data di adozione della decisione. Questo procedimento è inapplicabile alle decisioni del servizio municipale dell’agricoltura che sono state oggetto di un controllo giudiziale (articolo 14, capoverso 7, della legge del 1991,).
8. La legge del 1988 sulla responsabilità da delitto dello stato e delle municipalità (Закон за отговорността на държавата и общините за вреди, titolo modificato nel 2006-“la legge del 1988”)
93. L’articolo 1, capoverso 1, della legge del 1998, nella sua redazione di prima del 12 luglio 2006, disponeva che lo stato fosse responsabile del danno causato dagli atti, azioni o inoperosità illegali dei suoi organi o agenti che esercitavano delle funzioni amministrative. Dopo questa data, la disposizione in questione è stata modificata; oramai, non solo lo stato ma anche le municipalità sono responsabili a titolo di questo testo.
94. Secondo la giurisprudenza interna, l’azione per danni ed interessi si prescrive entro cinque anni a contare dalla data in cui l’atto amministrativo illegale è stato annullato. Per ciò che riguarda gli atti amministrativi inficiati di nullità, l’azione per danni ed interessi si prescrive entro cinque anni a contare dalla data in cui l’atto è stato pronunciato. In quanto alle azioni per danni ed interessi derivanti da un’azione o da un’inoperosità illegale, si prescrivono entro cinque anni a contare dalla data di cessazione dell’azione o dell’inoperosità illegale (Тълкувателно решение № 3 от 22 април 2005 г. по т.гр.д. № 3/2004г. на ОСГК на ВКС).
95. Il Governo produce un giudizio del 27 settembre 2005 del tribunale della città di Sofia, pronunziato in appello con cui questa giurisdizione ha accordato un indennizzo per mancanza al guadagno ai proprietari a cui il sindaco aveva rifiutato illegalmente la restituzione di un bene immobiliare (Решение от 27.09.2005 по гр.д. №972/2004г., ІV г. отд. на СГС, ВК). La decisione del sindaco era stata annullata prima dai tribunali.
96. I richiedenti producono un giudizio definitivo del 23 novembre 2004 del tribunale regionale di Veliko Tarnovo che riguarda un’azione per danni ed interessi introdotta da una persona che pretendeva di avere conosciuto una mancanza al guadagno in ragione di un rifiuto della commissione agraria di restituirle certi terreni agricoli. Il rifiuto era stato dichiarato nullo dai tribunali, ma l’azione fu respinta al motivo che, finché il procedimento di restituzione non era arrivato al termine, l’avente diritto, non era diventato proprietario e non poteva pretendere di avere conosciuto una mancanza al guadagno dunque (Решение № 240 по гр.д. 773/2004 от 23.11.2004 г. на ВТОС).
9. La legge del 2003 sulla protezione contro la discriminazione (Закон за защита от дискриминация-“la legge del 2003”)
97. La legge del 2003, in vigore a contare dal 1 gennaio 2004, vieta ogni tipo di discriminazione diretta o indiretta ed offre a questo riguardo agli interessati dei ricorsi amministrativi e giudiziali.
La persona lesa può investire la Commissione di protezione contro la discriminazione che può infliggere delle sanzioni amministrative e delle misure coercitive alla persona responsabile della discriminazione (articoli 50 e seguenti di suddetta legge). Il procedimento dinnanzi alla commissione è gratuito, ma non può essere impegnato se il reato è stato commesso più di tre anni prima. I fatti anteriori all’entrata in vigore di questa legge non rientrano nel suo campo di applicazione. Le decisioni della commissione sono suscettibili di ricorso dinnanzi alla Corte amministrativa suprema. La persona lesa può investire anche le giurisdizioni civili di un’istanza in indennizzo (articolo 74).
Alternativamente, la persona lesa può iniziare un procedimento giudiziale per fare constatare da un tribunale che è stata vittima di discriminazione e di ottenere un indennizzo. Può chiedere anche che venga messa fine al reato. Infine, può chiedere di essere posta in una situazione equivalente a quella nella quale si sarebbe trovata e se non ci fosse stata la discriminazione (articolo 71 e seguenti).
10. Gli articoli 282 e 296 del codice penale
98. Secondo l’articolo 282, capoverso 1, la trasgressione da parte di un funzionario ai suoi doveri e l’abuso di potere è sanzionata da una pena di detenzione che può arrivare fino a cinque anni.
99. Secondo l’articolo 296, capoverso 1, il fatto di impedire o di rendere impossibile l’esecuzione di una decisione giudiziale è passibile di una pena di detenzione che può andare fino a tre anni o di una multa di 5 000 lev bulgari (BGN).
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 DELLA CONVENZIONE
100. I richiedenti adducono che le autorità interne non hanno eseguito il giudizio del 22 marzo 2002. Vedono una violazione del loro diritto al rispetto dei beni, come previsto dall’articolo 1 del Protocollo no1 della Convenzione, così formulato:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno può essere privato della sua proprietà se non a causa di utilità pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
101. Il Governo si oppone a questa tesi. Considera che i richiedenti non hanno esaurito le vie di ricorso interne, nella misura in cui non avrebbero introdotto un’azione per danni ed interessi fondata sulla legge del 1988.
102. I richiedenti stimano che questo ricorso non era efficace, perché avrebbe potuto al massimo permettere di ottenere un compenso pecuniario per i ritardi e non l’esecuzione del giudizio. Peraltro, sostengono che non esiste alcuna giurisprudenza interna che mostrerebbe che i tribunali bulgari siano disposti ad applicare la legge del 1988 a tali pretese ed ad accordare degli indennizzi equi. Infine, arguiscono che il diritto interno non contempla la possibilità di impegnare un procedimento di esecuzione forzata a riguardo del servizio municipale dell’agricoltura, il che rendeva l’esecuzione di un eventuale giudizio a loro favore poco sicura.
A. Sull’ammissibilità
103. La Corte ricorda che ha stimato già, nel contesto dei motivi di appello derivati dall’inadempimento di un giudizio che ordinava il pagamento di una somma di denaro, che i ricorsi indennizzanti possono costituire dei ricorsi efficaci (vedere Bourdov c. Russia (no 2), no 33509/04, § 99, 15 gennaio 2009).
104. All’infuori di questo contesto, la possibilità di ottenere un risarcimento non è sempre un ricorso sufficiente, perché non può costituire una soluzione di ricambio alle misure specifiche che le autorità interne devono prendere per conformarsi al giudizio pronunciato a loro carico (Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, § 47, CEDH 1999-II, e Hornsby c. Grecia, 19 marzo 1997, § 37, Raccolta delle sentenze e decisioni 1997-II). Difatti, il meccanismo di indennizzo può rappresentare un mezzo adeguato solo quando le autorità competenti hanno preso già delle misure ragionevoli per onorare gli obblighi imposti a loro dalla Convenzione (Iatridis c. Grecia, no 31107/96, decisione della Commissione del 2 luglio 1997).
105. Supponendo anche che il ricorso indennizzante potesse costituire, nello specifico, un ricorso adeguato ai sensi della giurisprudenza precitata, la Corte osserva che il Governo ha prodotto solamente due giudizi relativi alle azioni per danni ed interessi per danni subiti in ragione dei ritardi intervenuti nei procedimenti di restituzione tra cui una pronunzia sulla richiesta introdotta dal Sig. E. M.. I richiedenti hanno prodotto un altro giudizio definitivo, pronunziato da un tribunale regionale in cui un’azione simile era stata respinta. Quindi, la Corte constata che non è provato che in data dell’introduzione della richiesta e negli anni che sono seguiti alla sua introduzione esistesse una giurisprudenza interna sufficientemente evoluta relativa al ricorso proposto dal Governo (vedere, mutatis mutandis, Kirilova ed altri c. Bulgaria, numeri 42908/98, 44038/98, 44816/98 e 7319/02, § 116 in limine, 9 giugno 2005, Di Saedeleer c. Belgio, no 27535/04, §§ 57-60, 24 luglio 2007; vedere, a contrario, mutatis mutandis, Paulino Tomas c. Portogallo, (dec.), no 58698/00, CEDH 2003-VIII, e Giummarra ed altri c. Francia, (dec.), no 61166/00, 12 giugno 2001).
106. Peraltro, la Corte nota che il motivo di appello derivato dall’articolo 1 del Protocollo no 1 riguarda soprattutto l’inadempimento del giudizio del 22 marzo 2002. Ora, la richiesta del Sig. E. M. concernente questo periodo, fondata su una presunta inoperosità illegale del servizio municipale dell’agricoltura, è stata respinta al motivo che questo servizio non era nell’obbligo di fare in modo che i richiedenti entrassero in possesso dei loro beni. Perciò, la Corte non è convinta che un’azione per danni ed interessi fondata su delle eventuali azioni o inoperosità illegali del servizio municipale dell’agricoltura avesse presentato delle probabilità ragionevoli di successo.
107. La Corte osserva anche che un primo ricorso dei richiedenti contro la decisione del 26 marzo 2003 del servizio municipale dell’agricoltura è stato dichiarato inammissibile dal tribunale regionale di Blagoevgrad, al motivo che la decisione attaccata era senza incidenza sull’esistenza del diritto di proprietà dei richiedenti (paragrafo 22 sopra). In seguito, questa decisione è stata dichiarata nulla alla conclusione di un secondo procedimento di contestazione della sua legalità, più di cinque anni dopo la data in cui era stata adottata (paragrafo 35 sopra). Ora, in dritto bulgaro l’azione per danni ed interessi fondata sulla nullità di un atto amministrativo si prescrive entro cinque anni (paragrafo 94 sopra). Avuto riguardo al rigetto del loro primo ricorso ed al motivo ritenuto dal tribunale regionale di Blagoevgrad, non si può rimproverare ai richiedenti di non avere introdotto più presto un’azione per danni ed interessi fondata sulla nullità della decisione del 26 marzo 2003.
108. La Corte constata anche che in data dell’ultima comunicazione dei richiedenti, ossia il 15 aprile 2009, o più di un anno dopo la data del pronunziato della sentenza definitiva della Corte suprema di cassazione e nove mesi dopo la presentazione del titolo esecutivo al ministero dell’agricoltura, il Sig. E. M. non aveva ancora ricevuto la somma che gli era stata accordata a titolo di indennizzo (Kirilova ed altri, precitata, § 118). Ora, la Corte ricorda che l’efficacia di un ricorso indennizzante si rivaluta anche alla luce del termine di pagamento dell’indennizzo accordato (Öneryıldız c. Turchia, no 48939/99, § 156, 18 giugno 2002) che non deve superare in principio i sei mesi (Bourdov no 2, precitata, § 99).
109. Allo sguardo di queste considerazioni, la Corte stima che l’azione per danni ed interessi contro lo stato non era un ricorso efficace da permettere ai richiedenti di ottenere un risarcimento per il danno patrimoniale e morale subito in ragione dell’inadempimento e dell’esecuzione tardiva del giudizio del 22 marzo 2002. Perciò, considera che nello specifico c’è luogo di allontanare l’eccezio