Conclusioni:
Eccezione preliminare unita al merito e respinta, Articolo 34 – Vittima,
Violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 – Protezione della propriet?, Articolo 1 al. 1 del Protocollo n? 1 – Rispetto dei beni Beni,
Danno morale – constatazione di violazione che basta, Articolo 41 – Danno morale
Soddisfazione equa, Danno patrimoniale – risarcimento, Articolo 41 – Danno materiale Soddisfazione equa,
SECONDA SEZIONE
CAUSA CANTERELL? TARHAN C. TURCHIA
, Richiesta no 12055/17,
SENTENZA
STRASBURGO
23 ottobre 2018
Domanda di rinvio dinnanzi alla Grande Camera in corso
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.
Nella causa Canterell? Tarhan c. Turchia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, seconda sezione, riunendosi in una camera composta di:
Robert Spano, presidente,
Ledi Bianku,
Egli ?Karaka?,
Paul Lemmens,
Valeriu Grico?,
Jon Fridrik Kj?lbro,
Ivana Jeli, ?giudici,
e di Hasan Bakrc?, cancelliere aggiunge di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 11 settembre 2018,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 12055/17) diretta contro la Repubblica della Turchia e di cui un cittadino di questo Stato, OMISSIS (“il richiedente”), ha investito la Corte il 26 gennaio 2017 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? stato rappresentato da OMISSIS, avvocati che esercitano a Mersin. Il governo turco (“il Governo”) ? stato rappresentato dal suo agente.
3. Il richiedente adduce una violazione del suo diritto al rispetto dei suoi beni.
4. Il 15 giugno 2017, la richiesta ? stata comunicata al Governo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DI LO SPECIFICO
5. Il richiedente ? nato nel 1955 e ha risieduto a Konya.
6. I fatti della causa, come sono stati esposti dalle parti, possono riepilogare come segue.
7. Il richiedente faceva il proprietario di un bene immobiliare di una superficie di circa 107 m?, situato a Hadim e corrispondendo all’appezzamento 48 dell’isolato 161.
8. Il 19 dicembre 2008, la Direzione generale delle acque, Devlet ?u ?leri Genel M?d?rl??, ?decise di espropriare questo terreno.
9. Il 20 luglio 2008, i servizi dell’amministrazione, nello specifico la commissione di determinazione dell’indennit?, kymet ?takdir komisyonu, stim? il valore del bene a 843,58 libri turchi (TRY).
10. Il 12 agosto 2009, decidendo di ricorrere all’espropriazione di emergenza, l’amministrazione investe la corte d’appello di Hadim (“il TGI”) per essere autorizzata a prendere possesso del terreno prima del trasferimento di propriet?.
11. Il 28 settembre 2009, il TGI autorizz? la presa di possesso ed ordin? all’amministrazione di versare al richiedente una scorta di 866,09 TRY.
12. Il 9 febbraio 2012, conformemente al r?glementation in vigore, il richiedente fu invitato a negoziare con l’amministrazione in vista di giungere ad un accordo amichevole sull’importo dell’indennit?.
13. Il richiedente dichiara avere respinto la proposta dell’amministrazione.
14. Il Governo afferma che l’interessato avrebbe negato di partecipare a questo negoziato.
15. Comunque sia, mancanza di accordo tra le parti, il 24 dicembre 2013, l’amministrazione investe il TGI di un’azione in determinazione dell’indennit? ed in trasferimento di propriet?.
16. Il richiedente che era rappresentato da un avvocato, addusse che il valore reale del suo bene era superiore alla somma di 843,58 TRY fissata dall’amministrazione.
17. Il 22 settembre 2014, alla conclusione del procedimento, il TGI ordin? il trasferimento della propriet? del bene all’amministrazione e fiss? l’importo dell’indennit? a 2 515,38 TRY.
18. In ci? che riguarda gli oneri di rappresentanza con avvocato, avukatlk ?vekalet ?creti, condann? ciascuna delle parti al pagamento della somma forfetaria di 1 500 TRY all’altra parte.
19. Il 7 giugno 2016, la Corte di cassazione respinse i ricorsi formati contro questo giudizio.
20. Il 25 luglio 2016, il richiedente introdusse un ricorso dinnanzi alla Corte costituzionale che adduce che la sua condanna al pagamento di 1 500 TRY all’amministrazione a titolo degli oneri di rappresentanza di questa con avvocato ignorava i suoi diritti, ed in particolare quell’al rispetto dei suoi beni.
21. Fece valere che non poteva essere tenuto responsabile dell’apertura di un procedimento giudiziale. Difatti, era a buono diritto che aveva respinto la somma offerta dall’amministrazione dato che il TGI aveva fissato alla fine l’indennit? ad un importo vicino a tre volte superiore a questa.
22. All’appoggio dei suoi argomenti, present? due sentenze della 18 camera civile della Corte di cassazione in data del 20 novembre 2012 che censuravano dei giudizi avendo condannato l’espropriato al rimborso degli oneri di rappresentanza con avvocato dell’amministrazione espropriata.
23. Avanz? inoltre che in applicazione dell’articolo 29 della legge relativa all’espropriazione, gli oneri aff?rant ad un’espropriazione dovevano essere sopportati dall’amministrazione espropriata. Ora, la parcella di avvocato entrerebbe secondo lui nella nozione di onere afferente in un’espropriazione.
24. Peraltro, riferendosi al sentenza Perdig?o c. Portogallo [GC] (no 24768/06, 16 novembre 2010,) sottoline? che una parte non trascurabile della sua indennit? di espropriazione era stata assorbita dal rimborso forfetario degli oneri di rappresentanza con avvocato dell’amministrazione.
25. Infine, precis? che la circostanza che l’amministrazione sia stata condannata lei anche a versare la stessa somma non era di natura tale da ristabilire un qualsiasi equilibrio. A questo riguardo, indic? che in virt? della legge relativa alla professione di avvocato (articolo 164), le somme, al pagamento dai quali una parte era condannata a titolo degli oneri di rappresentanza con avvocato dell’altra parte, spettavano di piene dritto, non alla parte avversa, ma al suo avvocato.
26. Questo ricorso fu respinto da una commissione di due giudici, il 29 novembre 2016.
27. La Corte costituzionale che decise di esaminare il motivo di appello sul terreno del diritto ad un processo equo ed in particolare sotto l’angolo del diritto di accesso ad un tribunale, ricord? che il fatto di fare sopportare gli oneri di rappresentanza con avvocato alla parte avendo perso il procedimento prevedeva lo scopo legittimo di prevenire un ingombro inutile dei pr?toires e di permettere ai tribunali di deliberare sulle cause di cui sono investiti nei termini ragionevoli.
28. Nella cornice dell’espropriazione, il legislatore aveva inteso privilegiare il trasferimento di propriet? amichevole. Dal momento che un accordo amichevole tra le parti non era stato concluso, l’amministrato si esporsi al rischio di un’azione giudiziale. ? la ragione per la quale al termine di questo tipo di procedimento, ciascuna delle parti era condannato a sopportare gli oneri di avvocato della parte avversa. Questa pratica era oggetto di una giurisprudenza stabilita della Corte di cassazione cos? come l’attestava una sentenza della 5 camera civile del 4 maggio 2009, E.2009/4315 K.2009/6884, per esempio ed era dunque prevedibile.
29. Se l’importo forfetario degli oneri di rappresentanza era importante allo sguardo dell’importo dell’indennit? di espropriazione, conveniva non perdere di vista che l’amministrazione espropriata aveva stata condannata anche al pagamento della stessa somma. Quindi, non poteva essere questione di una qualsiasi diminuzione nell’importo dell’indennit? di espropriazione concessa al richiedente.
30. In queste circostanze, il ricorso era manifestamente male fondato e doveva essere dichiarato inammissibile.
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
A. L’espropriazione
31. L’articolo 8 della legge no 2942 relativo all’espropriazione contempla che quando un’amministrazione intende procedere all’espropriazione di un bene, deve privilegiare il procedimento di acquisto.
32. In questo procedimento, descritto allo stesso articolo 8, una commissione di periti nominata con l’amministrazione espropriata, detta “commissione di determinazione dell’indennit?”) procedo ad una stima del valore del bene. Il proprietario ? invitato poi a trattare l’importo dell’indennit? con l’amministrazione, senza che l’importo della stima gli ? notificato. In caso di accordo tra parti, l’indennit? non ? pagata al proprietario che se consente al trasferimento di propriet? sul registro fondiario.
33. In virt? del 5 capoverso della disposizione precitata, l’importo dell’accordo non potr? superare la stima fatta dalla “commissione di determinazione dell’indennit?.”
34. L’articolo 10 della legge dispone:
“Quando l’espropriazione non ? potuta essere effettuata dal procedimento di acquisto, l’amministrazione, investe la corte d’appello del luogo dove ? ubicato bene l’immobile [ad espropriare] e chiedigli di determinare l’indennit? di espropriazione del bene e di ordinare la sua iscrizione [nel registro fondiario] al nome dell’amministrazione in compenso del pagamento in contanti di questo importo. “
35. L’articolo 27 della legge contempla, nelle situazioni di emergenza, la possibilit? per l’amministrazione di utilizzare legalmente una propriet? privata prima di avere compiuto le formalit? contemplate per il procedimento di espropriazione normale. Nella cornice di questo procedimento detto “di espropriazione di emergenza”, l’amministrazione deve investire il tribunale per essere autorizzata a prendere possesso del bene. Questa autorizzazione che non provoca il trasferimento della propriet? del terreno all’amministrazione espropriata, questa deve trattare la cessione col proprietario ed in mancanza di accordo seguire il procedimento contemplato all’articolo 10.
36. L’articolo 29 della stessa legge indica che le indennit? giornaliere dovute in ragione dello spostamento dei giudici, gli oneri di perizie, gli oneri di registrazione al libro fondiario “e gli altri oneri resi necessari con la presente legge devono essere presi incaricati con l’amministrazione espropriata.”
B. Gli oneri e spese
37. L’articolo 326 del codice di procedimento civile contempla che gli oneri e spese sono messi al carico della parte perita. Quando nessuna delle parti non ottiene interamente guadagno di causa, gli oneri sono ripartiti secondo la sorte della causa.
38. L’articolo 330 dello stesso testo precisa che nelle cause dove ? stato ricorso al ministero di un avvocato, il giudice condanner? la parte perita al rimborso della rimunerazione dell’avvocato della parte avversa. L’importo sar? determinato in vigore in funzione della regolamentazione.
39. In virt? dell’articolo 164 in fini della legge no 1136 sull’esercizio della professione di avvocato, le somme al pagamento dalle quali una parte al processo ? stata condannata a titolo degli oneri di rappresentanza ritornano all’avvocato dalla parte avversa. Nessuna deduzione o compenso e nessuno sequestro non possono essere fatti su queste somme che ritornano all’avvocato in ragione dai debiti del cliente.
40. Del 25 febbraio 2004 dato in una sentenza dell’assemblea generale delle camere civili, la Corte di cassazione ha stimato che l’espropriato anche bene che aveva ottenuto un indennizzo, che l’amministrazione che aveva ottenuto il trasferimento di propriet?, dovevano beneficiare del rimborso del loro onere di rappresentanza con avvocato. Secondo l’alta giurisdizione, l’amministrazione non poteva essere qualificata n? di partire perita n? di partire vittoriosa.
IN DIRITTO
I. Su La Violazione Addotta Di L’articolo 1 Del Protocollo No 1 A La Convenzione
41. Il richiedente si lamenta di non avere ottenuto un’indennit? che riflette il valore del suo bene in ragione degli oneri di rappresentanza con avvocato di cui ? stato obbligato a sdebitarsi a favore dell’amministrazione. Invoca l’articolo 6 della Convenzione cos? come l’articolo 1 del Protocollo no 1.
42. Il Governo oppone a questa tesi.
A. Sulla qualifica del motivo di appello
43. Il Governo osserva che il motivo di appello del richiedente riguarda gli oneri di procedimento. Secondo lui, una tale questione rileva del diritto ad un processo equo e pi? particolarmente del diritto di accesso ad un tribunale.
44. Sottolinea del resto che ? precisamente su questo terreno che la Corte costituzionale ha esaminato questo motivo di appello ed invita la Corte a fare ne parimenti.
45. Indica che in passato la Corte ha lei stessa esaminato sotto l’angolo del diritto di accesso le questioni relative agli oneri di giustizia. Cita a questo riguardo il causa Stankiewicz c. Polonia (no 46917/99) CEDH 2006 VI.
46. Il richiedente ribatte che il suo motivo di appello non riguarda il diritto di accesso ad un tribunale ma il diritto al rispetto dei suoi beni. Secondo lui, la sua lamentela ? legata direttamente alla giurisprudenza della Corte secondo la quale un’indennit? di espropriazione deve essere in rapporto col valore reale del bene.
47. Il richiedente cita il causa Perdig?o c. Portogallo ([GC], no 24768/06, 16 novembre 2010 che sarebbe simile alla sua e di cui i conclusioni contraddirebbero esplicitamente gli argomenti del Governo relativo alla qualifica giuridica del motivo di appello.
48. La Corte osserva che, tanto dinnanzi alla Corte costituzionale che nella sua richiesta dinnanzi a lei, il richiedente ha presentato congiuntamente il suo motivo di appello sotto il diritto ad un processo equo e sotto il diritto al rispetto dei beni. Nota tuttavia che, nelle sue ultime osservazioni, l’interessato si mette unicamente sul terreno del diritto di propriet? e che indica esplicitamente che il suo motivo di appello non riguarda il diritto di accesso ad un tribunale.
49. Ricorda che ? di giurisprudenza consolidata che la Corte ? principale della qualifica giuridica dei fatti della causa, e che non si considera come legata da quella che assegnano loro le parti. Ha esaminato cos?, gi? di ufficio pi? di un motivo di appello sotto l’angolo di un articolo o paragrafo che non avevano invocato il richiedente o il Governo. Difatti, un motivo di appello si distingue coi fatti che denuncia e non coi semplici mezzi o argomenti di diritto invocato (vedere, tra molto altri, Radomilja ed altri c. Croazia [GC], i nostri 37685/10 e 22768/12, ?? 113-115, CEDH 2018.
50. Inoltre, risulta della giurisprudenza della Corte che uno solo e fatto pu? cozzare anche allo stesso tempo contro pi? di una disposizione (vedere, per esempio, Airey c. Irlanda, 9 ottobre 1979, ?? 30-33, serie Ha no 32, o, per l’articolo 1 del Protocollo no 1, Zehentner c. Austria, no 20082/02, 16 luglio 2009, e Societ? Anonimo Thaleia Karydi Axte c. Grecia, no 44769/07, 5 novembre 2009.
51. Cos? le questioni relative agli oneri giudiziari possono essere esaminate anche bene sotto l’articolo 6 della Convenzione che sotto l’articolo 1 del Protocollo no 1.
52. Nel causa Stankiewicz citato dal Governo, la Corte ha esaminato il motivo di appello sotto l’angolo dell’articolo 6 e stimato che non era necessario esaminarlo separatamente sul terreno del diritto al rispetto dei beni. Nei cause Klauz c. Croazia, no 28963/10, 18 luglio 2013, e Cindri ?e Be?li c. Croazia (no 72152/13, 6 settembre 2016,) questo motivo di appello ? stato esaminato sul terreno dell’articolo 1 del Protocollo no 1 successivamente e su quello del diritto ad un processo equo. Nella causa Perdig?o precitato, dove l’indennit? di espropriazione del richiedente era stata assorbita totalmente dagli oneri di giustizia, ha esaminato esclusivamente il motivo di appello sul terreno dell’articolo 1 del Protocollo no 1, unica disposizione invocata dal richiedente.
53. Nello specifico, la Corte osserva che il richiedente si lamenta essenzialmente di avere percepito un’indennit? che non corrisponde bene al valore reale dell’espropriata, nella misura in cui questa ? stato amputato da una parte considerevole in ragione del versamento che ha dovuto fare all’amministrazione a titolo degli oneri di rappresentanza con avvocato di questa, e che il suo patrimonio se ne ? trovato ridotto. Rileva inoltre che questo ha invocato il sentenza Perdig?o, anche bene durante il procedimento nazionale che dinnanzi alla Corte.
54. In queste circostanze, la Corte stima pi? appropriata di esaminare unicamente la lamentela del richiedente sul terreno dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
55. In quanto alla circostanza che la Corte costituzionale ha deciso di esaminare il motivo di appello del richiedente sul terreno del diritto di accesso ad un tribunale piuttosto che su quello del diritto al rispetto dei beni, questa non saprebbe legare la Corte.
56. L’articolo 1 del Protocollo no 1, disponi:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiede gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessari per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
B. Sull’ammissibilit?
57. Il Governo sostiene che il richiedente non ? vittima di un attentato al suo diritto al rispetto dei suoi beni. Il richiedente avrebbe ottenuto la somma di 2 515 TRY che gli era stata concessa coi tribunali come indennit? di espropriazione in definitiva.
58. L’interessato era stato condannato certo a versare 1 500 TRY all’amministrazione a titolo degli oneri di rappresentanza con avvocato di questa ultima, ma questa aveva, al suo turno, stata condannata a versargli la stessa somma.
59. Quindi, il suo motivo di appello rileverebbe dell’actio popularis, dato che il richiedente si lamenterebbe semplicemente di una pratica interna perch? gli sembra, senza che abbia subito direttamente gli effetti, che infrange la Convenzione.
60. Il richiedente non aderisce agli argomenti del Governo.
61. La Corte stima che l’eccezione preliminare sollevata dal Governo ? legata strettamente alla sostanza del motivo di appello e che c’? luogo di unirla in fondo alla richiesta.
62. Constatando peraltro che la richiesta non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 ha, della Convenzione e che non cozza contro nessuno altro motivo di inammissibilit?, la Corte la dichiara ammissibile.
C. Sul fondo
1. Sugli argomenti delle parti
63. Il richiedente sostiene che la sua condanna al pagamento di 1 500 TRY all’amministrazione a titolo degli oneri di rappresentanza di questa con avvocato ha violato il suo diritto al rispetto dei suoi beni in ci? che questa somma ha ridotto l’indennit? di 2 515 TRY che gli era stata concessa in compenso dell’espropriazione del suo bene. Invoca a sostegno del suo motivo di appello il sentenza Perdig?o, precitato.
64. Stima che non pu? essere tenuto responsabile dell’apertura di un procedimento giudiziale nella cornice dell’espropriazione. Questa responsabilit? incomberebbe secondo lui sull’amministrazione espropriata che avrebbe sotto-valutato il suo bene. Su questo punto, precisa che la valutazione dell’amministrazione ? vicino a tre volte meno elevate che quella che ? stato considerato dai tribunali.
65. Infine, stima che la circostanza che l’amministrazione sia stata condannata lei anche a versargli 1 500 TRY a titolo degli oneri di rappresentanza non ? di natura tale da ristabilire un qualsiasi equilibrio. A questo riguardo, indica che in virt? della legge relativa alla professione di avvocato, l’? pagata da una parte a titolo degli oneri di rappresentanza con avvocato spettano di pieno dritto all’avvocato della parte avversa.
66. Il Governo precisa che in materia di espropriazione il diritto turco privilegia l’accordo amichevole tra le parti piuttosto che la determinazione dell’importo dell’indennit? col giudice. Vede un interesse pubblico legittimo.
67. Secondo lui, il proprietario che non giunge ad un accordo amichevole con l’amministrazione si esporsi al rischio di un’azione giudiziale e non pu? ignorare che in virt? di una giurisprudenza prevedibile sar? condannato, tutto come l’amministrazione espropriata, al pagamento degli oneri di rappresentanza della parte avversa.
68. Negando di giungere ad un accordo amichevole, l’espropriato, costringerebbe l’amministrazione ad investire il giudice per determinare l’importo dell’indennit?, ci? che ritarderebbe il trasferimento di propriet? e di conseguenza il servizio pubblico.
69. Tutto sommato, ? il richiedente che, in non partecipando al negoziato in vista di un accordo amichevole, sarebbe stato all’origine del procedimento giudiziale.
70. Inoltre, il Governo fa notare che se il richiedente ? stato condannato al pagamento di 1 500 TRY all’amministrazione, questa ultima ha stata condannata anche a versare la stessa somma al richiedente. Quindi, la condanna del richiedente al pagamento di suddetta somma non avrebbe avuto incidenza sull’importo della sua indennit? di espropriazione.
2. Sulla valutazione della Corte
71. La Corte ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 contiene tre norme distinte: la prima che si esprime nella prima frase del primo capoverso e riveste un carattere generale, enuncia il principio del rispetto della propriet?; la seconda, figurando che nel secondo, fraseggia dello stesso capoverso, prevedi la privazione di propriet? e la sottopone a certe condizioni; in quanto alla terza, registrata nel secondo capoverso, riconosce agli Stati il potere, entra altri, di regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale. Non si tratta per tanto di regole prive di rapporto tra esse. La seconda e la terza hanno fatto riferimento agli esempi particolari di attentato al diritto di propriet?; quindi, devono interpretarsi alla luce del principio consacrato dalla prima (vedere, entra altri, James ed altri c. Regno Unito, 21 febbraio 1986, ? 37, serie Ha no 98, e Depalle c. Francia [GC], no 34044/02, ? 77, 29 marzo 2010.
72. Nelle circostanze dello specifico, la questione che si porsi ? di sapere se ed in quale misura la condanna del richiedente alla presa incaricata parziale degli oneri di rappresentanza con avvocato della parte avversa pu? analizzarsi in un’ingerenza nel diritto di questo ultimo al rispetto dei suoi beni. La somma di denaro che l’interessato ha dovuto versare a titolo degli oneri ha assorbito difatti, parzialmente la sua indennit? di espropriazione che si analizza in un “bene” al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
73. La Corte stima indicata di esaminare questa questione sul terreno della norma generale contenuta nella prima frase del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1, Beyeler c. Italia [GC], no 33202/96, ? 106, CEDH 2000-I.
74. La Corte ricorda che, per essere compatibile con l’articolo 1 del Protocollo no 1, un attentato al diritto di una persona al rispetto dei suoi beni ha il dovere di rispettare prima il principio della legalit? e non rivestire un carattere arbitrario, Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II. Deve predisporre anche un “giusto equilibro” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo, Sporrong e L?nnroth c. Svezia, 23 settembre 1982, ? 69, serie Ha no 52.
75. La ricerca di questo equilibrio si riflette nella struttura dell’articolo 1 del Protocollo no 1 tutto intero, a prescindere dei capoversi in gioco in ogni causa; deve sempre esistere un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo previsto. Controllando il rispetto di questa esigenza, la Corte riconosce allo stato un largo margino tanto di valutazione per scegliere le modalit? di collocamento in ?uvre delle misure in causa che per giudicare se le loro conseguenze si trovano legittimate, nell’interesse generale, con la preoccupazione di raggiungere l’obiettivo dell’ingerenza denunciata. Questo equilibrio ? rotto se la persona riguardata ha avuto a subire un carico speciale ed esorbitante (Depalle, precitato, ? 83.
76. La verifica dell’esistenza di un tale equilibrio esige un esame globale dei differenti interessi in causa. La Corte stima che conviene di procedere ad un tale esame avendo riguardo a due elementi importanti. Di prima, all’origine della situazione controversa si trova la privazione di propriet? del richiedente. Nelle tali situazioni, il “giusto equilibrio” esige ragionevolmente il versamento di una somma in rapporto col valore del bene, ci sarebbe altrimenti un attentato eccessivo ai diritti dell’individuo. Poi, la Corte ricorda che la Convenzione mira a proteggere dei diritti non teorici ed illusori ma “concreti ed effettivi.” La Corte deve esaminare peraltro, anche il comportamento delle parti alla controversia, ivi compreso i mezzi adoperati dallo stato ed il loro collocamento in ?uvre (Perdig?o, precitato, ? 68.
77. Nello specifico, il richiedente si ? visto assegnare un’indennit? di espropriazione, di un importo di 2 515 TRY. Tuttavia, al termine del procedimento, ? stato condannato a versare all’amministrazione espropriata una somma forfetaria di 1 500 TRY per gli oneri di rappresentanza con avvocato esposizioni con questa. L’importo che ha percepito non corrispondeva perci?, alla fine pi? che al 40% dell’indennit? che gli era stata concessa.
78. La Corte nota che esiste una differenza di natura giuridica tra gli obblighi per lo stato di versare un’indennit? di espropriazione e l’obbligo per il giudicabile di prosciogliere degli oneri di giustizia e che le finalit? giuridiche perseguite da ciascuna di questi obblighi non sono identiche. Constata mentre nello specifico, il richiedente era partire ad una controversia giudiziale che l’opponeva allo stato e che riguardava la determinazione dell’importo di un’indennit? di espropriazione, in seguito ad un atto compiuto dallo stato nell’esercizio dei suoi poteri di potere pubblico. Agli occhi della Corte, questo caso ? a distinguere, alle fini di un esame di proporzionalit?, di quell’in che degli oneri di giustizia sono imposti nella cornice di una controversia di diritto privato. Nelle circostanze particolari dello specifico, pu? sembrare paradossale difatti che lo stato riprenda con una mano sola-per mezzo degli oneri di giustizia-una parte di che ci? che ha accordato di lui altro. In una tale situazione la differenza di natura giuridica tra gli obblighi per lo stato di versare un’indennit? di espropriazione e l’obbligo per il giudicabile di prosciogliere degli oneri di giustizia non fa anche, lei non ostacolo ad un esame globale della proporzionalit? dell’ingerenza denunciata (Perdig?o, precitato, ? 72.
79. Il Governo giustifica la sua condanna al pagamento di onere arguendo che il richiedente ? all’origine dell’apertura della fase giudiziale del processo di espropriazione in ci? che non ? giunto ad un accordo amichevole con l’amministrazione sull’importo dell’indennit?.
80. La Corte non saprebbe aderire a questo argomento. Se lo fa di condannare la parte perita agli oneri e spese ed in particolare agli oneri di rappresentanza con avvocato della parte avversa persegue infatti un scopo legittimo e non ? in si contrario alla Convenzione, Cindri ?e Be?li, precitato, ? 96; Klauz, precitato, ? 84, sembra tuttavia difficile nello specifico di qualificare il richiedente di partire perita. A questo riguardo, la Corte osserva che l’importo stimato dai periti dell’amministrazione era di 843 TRY mentre il tribunale ha stimato alla fine l’indennit? a 2 515 TRY, un livello tre volte pi? elevate. ? a buono diritto che il richiedente ha costretto l’amministrazione ad investire il giudice per fissare l’importo dell’indennit? dunque. Inoltre, la Corte osserva che non c’? niente nella pratica o nel ragionamento delle giurisdizioni nazionali che indica che, nella cornice del procedimento nazionale, il richiedente abbia formulato delle domande eccessive o che ha col suo comportamento conduce la parte avversa ad esporre delle spese inutili.
81. Si potrebbe obiettare a ci?, come sembro suggerirlo il Governo che negoziando con l’amministrazione il richiedente sarebbe riuscito forse ad ottenere alla fine un importo equivalente a quello fissato col tribunale e che negando di farlo ha contribuito all’immissione nel processo del giudice. Tuttavia, una tale obiezione non sarebbe fondata. In virt? dell’articolo 8 capoverso 5 della legge sull’espropriazione, l’importo di un eventuale accordo non poteva superare la stima fatta dai periti dell’amministrazione (vedere sopra paragrafo 33). Un eventuale negoziato non poteva permettere al richiedente di ottenere una somma superiore a 843 TRY che era gi? molto al rovescio del valore del suo bene dunque.
82. In altri termini, non si saprebbe assegnare al richiedente una qualsiasi responsabilit? nell’apertura del procedimento giudiziale. Pertanto, l’argomento che consiste in giustificare l’ingerenza col comportamento dell’interessato ? male fondato.
83. In ci? che riguarda questa volta l’argomento secondo che il richiedente non avrebbe a deplorare di diminuzione della sua indennit? di espropriazione dato che l’amministrazione ha stata condannata anche a versargli la stessa somma, la Corte osserva che il richiedente risponde, tanto dinnanzi a lei che dinnanzi alla Corte costituzionale, arguendo che questa ultima circostanza non ha nessuna incidenza sulla somma che ha percepito alla fine.
84. Citando a questo effetto l’articolo 164 in fini della legge no 1136 sull’esercizio della professione di avvocato, il richiedente afferma, senza essere contraddetto dal Governo che i 1 500 TRY al pagamento dalle quali l’amministrazione ? stata condannata sono spettati al suo avvocato e non hanno compensato dunque i 1 500 TRY che ha dovuto versare all’amministrazione.
85. La Corte sottoscrive all’approccio del richiedente. Difatti, gli obblighi finanziari messi al carico di ciascuna delle due parti a titolo degli oneri e spese non si annullano poich? il richiedente non era il beneficiario del pagamento effettuato in questa cornice con l’amministrazione. A questo riguardo, forza ? di constatare che la disposizione citata dal richiedente vieta ogni deduzione o compenso sulle somme che ritornano all’avvocato in ragione dagli eventuali debiti del suo cliente (vedere sopra paragrafo 34).
86. ? vero che il richiedente avrebbe dovuto rimunerare in ogni modo il suo avvocato, e che condannando ciascuna delle due parti al rimborso forfetario di un importo identico, il TGI ha lasciato implicitamente al carico delle parti i loro propri oneri di rappresentanza. Ora, una tale situazione non si concilia col diritto al rispetto dei beni che necessita nello specifico il rimborso degli oneri di avvocato esposizioni con l’espropriato. Ci? si giustifica con due circostanze. La prima, gi? menzionata dalla Corte, ? che all’origine del contenzioso si trova un’espropriazione, questo essere-a-argomento prende atto rilevando delle prerogative di potere pubblico e che il richiedente non porta la responsabilit? dell’apertura del procedimento. Il secondo ? che gli oneri in questione ammontano al 40% dell’indennit? di espropriazione e che il loro no-rimborso spetterebbe a privare da una parte il richiedente considerevole della sua indennit?.
87. La Corte non esclude che possa andare diversamente in certe circostanze.
88. In conclusione, tenuto conto della diminuzione sostanziale dell’importo dell’indennit? di espropriazione alla quale ? arrivata ed avuto riguardo alla circostanza che niente nel comportamento del richiedente la giustificava, la Corte stima che la condanna del richiedente al rimborso degli oneri di rappresentanza con avvocato dell’amministrazione espropriata ha costituito per l’interessato un carico esorbitante che ha rotto appena l’equilibro dinnanzi a regnare tra gli interessi generali della comunit? ed i diritti fondamentali dell’individuo.
89. Pertanto, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
II. Su L’applicazione Di L’articolo 41 Di La Convenzione
90. Il richiedente richiede 2 508 TRY a titolo del danno patrimoniale. Questa somma ? il risultato dell’attualizzazione dell’importo di 1 500 TRY al pagamento del quale ? stato condannato.
91. Sollecita inoltre 5 000 TRY a titolo del danno giuridico che considera avere subito.
92. In ci? che riguarda gli oneri e spese, richiede 2 000 euros, EUR, per gli oneri di avvocato, cos? come 440,70 TRY per gli oneri di ricorso ed il ricorso individuale dinnanzi alla Corte costituzionale. All’appoggio di queste pretese, presenta le ricevute degli oneri di procedimento cos? come una ricevuta relativa all’onere di avvocato di un importo di 1 500 TRY datato del 9 gennaio 2015.
93. Il Governo contesta queste pretese
94. La Corte osserva che il danno patrimoniale subito dal richiedente era di 1 500 TRY al 22 settembre 2014. Nota che dopo attualizzazione, questo importo corrisponde a circa 400 EUR e l’accordo al richiedente a titolo del danno patrimoniale.
95. In ci? che riguarda il danno giuridico, stima che la constatazione di violazione ? sufficiente.
96. In quanto agli oneri e spese, ricorda che un richiedente non pu? ottenere il rimborso che nella misura in cui si trovano stabilisco la loro realt?, la loro necessit? ed il carattere ragionevoli del loro tasso. Nello specifico, tenuto conto dei documenti di cui dispone, la Corte stima ragionevole l’intimo di 500 EUR, ogni onere confuso, e l’accordo al richiedente.
97. La Corte giudica appropriata di ricalcare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea aumentata di tre punti di percentuale.
CON QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Unito al fondo l’eccezione del Governo derivato della qualit? di vittima e la respingo;
2. Dichiara la richiesta ammissibile;
3. Dice che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 della Convenzione;
4. Dice che la constatazione di una violazione fornisce in si una soddisfazione equa sufficiente per il danno giuridico subito dal richiedente;
5. Dice
ha, che lo stato convenuto deve versare al richiedente, nei tre mesi a contare del giorno dove la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, il seguente somme, a convertire nella moneta dello stato convenuto, al tasso applicabile alla data dell’ordinamento:
i. 400 EUR, quattro centesimi euros, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta, per danno patrimoniale,;
ii. 500 EUR, cinque centesimi euros, pi? ogni importo che pu? essere dovuto dal richiedente a titolo di imposta, per oneri e spese,;
b che a contare della scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questi importi saranno ad aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti di percentuale,;
6. Respingi la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, poi comunicato per iscritto il 23 ottobre 2018, in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento della Corte.
Hasan Bakrc?? Robert Spano
Cancelliere aggiunge Presidente
Alla presente sentenza si trova unito, conformemente agli articoli 45 ? 2 della Convenzione e 74 ? 2 dell’ordinamento, l’esposizione dell’opinione si separata dal giudice Lemmens.
R.S.
H.B.
OPINIONE CONCORDANTE DEL GIUDICE LEMMENS
Ho votato coi miei colleghi per constatare una violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Avrei preferito tuttavia un ragionamento leggermente differente in quanto al rigetto dell’argomento del Governo secondo che “il richiedente ? all’origine dell’apertura della fase giudiziale del processo di espropriazione in ci? che non sia giunto ad un accordo amichevole con l’amministrazione sull’importo dell’indennit?” (vedere il paragrafo 73 della sentenza).
La maggioranza sviluppa tutto un ragionamento per dimostrare che niente nel comportamento del richiedente giustificava di mettere al suo carico gli oneri di rappresentanza con avvocato della parte avversa (vedere i paragrafi 74-76 della sentenza).
A mio avviso, sarebbe bastato constatare che il richiedente non sia stato condannato a pagare questi oneri a guisa di sanzione per un qualsiasi comportamento abusivo o eccessivo. L’unica basa legale per condannare il richiedente a questi oneri era l’articolo 330 del codice di procedimento civile che contempla che la “parte perita” ? condannata al rimborso, a concorrenza di un importo forfetario, degli oneri di rappresentanza con avvocato della parte avversa (vedere il paragrafo 38 della sentenza). Si tratta di una regola meccanica che non ha niente da vedere col comportamento delle parti. Il trasferimento di propriet? essendo stato accordato all’amministrazione, il richiedente poteva nello specifico essere considerato partire, parzialmente, perita (confrontare col paragrafo 74 della sentenza) dove la maggioranza considera che ? “difficile nello specifico qualificare il richiedente di partire perita”).
Peraltro, n? il fatto che il richiedente ha ottenuto dalla via giudiziale un importo pi? elevato che quello fissato con l’amministrazione prima dell’apertura della fase di negoziato (vedere il paragrafo 74 della sentenza) n? il fatto che non avrebbe potuto ottenere all’amichevole un importo pi? elevato che questo ultimo importo (vedere il paragrafo 75 della sentenza) non ? a mio avviso degli elementi pertinenti nel presente genere.
La sola cosa che conta, questo ? che, col gioco delle regole relative agli oneri e spese, il richiedente ha in fatto estate privata del 60% dell’indennit? di espropriazione. Ci? mi basta per concludere che abbia subito un carico esorbitante che ha rotto l’equilibrio dinnanzi a regnare tra i diritti individuali e gli interessi generali (vedere il paragrafo 82 della sentenza).