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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE MORENO DIAZ PE?A ET AUTRES c. PORTUGAL

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41
Numero: 44262/10/2019
Stato: Portogallo
Data: 2019-06-04 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

SEZIONE QUARTA

AFFAIRE MORENO DIA-PE-A E AUTRES v. PORTUGAL

(Richiesta 44262/10)

Fermare
(Soddisfazione equa)

Strasburgo

gioved? 4 giugno 2019

Finale

04/09/2019

Tale sentenza ? diventata definitiva ai sensi dell’articolo 44-2 della Convenzione. Pu? subire alterazioni di forma.

Nel caso di Moreno Diaz Pea et al v. Portogallo,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (quarta sezione), ha
in una stanza composta da:
Ganna Yudkivska, Presidente,
Paulo Pinto de Albuquerque,
Iulia Antoanella Motoc,
Carlo Ranzoni,
Georges Ravarani,
Marko Boonjak,
P?ter Paczolay, giudici,e Andrea
Tamietti, Vice SezioneClerk,
Dopo aver deliberato in aula il 23 aprile 2019,
Formula la seguente sentenza, adottata in tale data:
Procedura
1. . All’origine del caso c’? una petizione (n. 44262/10) contro la Repubblica portoghese da parte di sei cittadini spagnoli, la sig.ra Pilar Moreno Diaz Pe?a, Joaquin Pe?a Moreno, Marta Pilar Pe?a Moreno, Paloma de la Ascencion Francisca Pe?a Moreno, Francisco Javier Pe?a Moreno e Maria de las Mercedes Pe?a y Moreno (“i richiedenti”) che ha deferito la questione alla Corte il 26 luglio 2010 ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione sulla protezione dei diritti umani libert? fondamentali (“la Convenzione”). In seguito alla morte della sig.ra Pilar Moreno Diaz Pe?a il 17 settembre 2013, gli altri ricorrenti hanno perseguito il procedimento a suo nome come eredi.
2. In una sentenza del 4 giugno 2015 (“la sentenza principale”), la Corte ha ritenuto che il tempo impiegato dai giudici portoghesi per decidere la contestazione dei ricorrenti sull’importo del premio per l’espropriazione e l’assenza di un ricorso per ricorso a causa della durata del procedimento dinanzi a tali giudici avesse provocato una violazione degli articoli 6 e 13 della Convenzione. La Corte ha inoltre constatato che le ricorrenti avevano subito una violazione del loro diritto al rispetto dei loro beni, garantito dall’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione (Moreno Diaz Pe?a et al v. Portugal, n. 44262/10, 60, 64 e 93, 4 giugno 2015).
3. Sulla base dell’articolo 41 della Convenzione, le ricorrenti hanno chiesto un’equa soddisfazione di 24.183.946 euro (EUR) per i danni materiali subiti a seguito dell’espropriazione dei loro beni e di 1.200.000 euro per danni morali. Essi hanno inoltre chiesto il rimborso di 615.391,86 euro per le spese e i costi che presumibilmente hanno sostenuto, compresi 549.727,92 euro per le spese legali relative al procedimento interno.
4. Poich? la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non era in buone condizioni, la Corte l’ha riservata e ha invitato il governo e le ricorrenti a presentare per iscritto le loro osservazioni in un giro di tre mesi, anche per farle conoscere qualsiasi accordo che potrebbero raggiungere(ibidem,98 e punto 6 del regime).
5. Sia i ricorrenti che il governo hanno presentato osservazioni.
6. Non ? stato raggiunto alcun accordo amichevole.
IN DIRITTO
7. Ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione

“Se la Corte dichiara che vi ? stata una violazione della Convenzione o dei suoi protocolli, e se il diritto interno della parte ad alto appalto consente solo di cancellare le conseguenze di tale violazione in modo imperfetto, la Corte concede alla parte lesa, se necessario , soddisfazione equa. ?
I. I COMMENTI DELLE PARTI
A. Danni materiali
8. Le ricorrenti ritengono cheil restitutio in integrum sia necessario in modo che siano collocati nella posizione in cui sarebbero stati se la violazione ritenuta dalla Corte non fosse avvenuta. Essi ribadiscono tutte le argomentazioni che avevano gi? fatto nel riesame sostanziale delle loro rimostranze, che sono riassunte nei paragrafi 68 e 69 del caso principale. Sulla base dell’analisi della Corte nei paragrafi da 88 a 91 della causa principale, essi sostengono l’importo aggiornato del valore di mercato del terreno come fissato all’unanimit? dagli esperti l’8 ottobre 1996, sulla base del contratto concluso con il municipio d?Oeiras nel 1976, a cui era allegata una mappa topografica che indicava che la superficie del terreno in questione era di 78.076m2. Secondo loro, nel 2014 questo valore era di EUR 28.318.069,89. Dopo aver ricevuto 2.845.487 euro internamente nel 2010, essi sostengono i restanti 25.472.582,89 per i danni materiali che ritengono di aver subito a seguito di un risarcimento per l’espropriazione, che a loro avviso ? dieci volte inferiore al valore di mercato del terreno in questione.
9. Alla luce dei paragrafi 77, 78 e 91 della sentenza principale, il governo ritiene che l’articolo 41 della Convenzione richieda che i danni causati dal periodo di tempo trascorso dal momento in cui i ricorrenti erano stati espropriati dal terreno in questione. In altre parole, a suo parere, si tratta di pagare ai richiedenti una somma corrispondente agli interessi moratori dal 2001, data dell’esperienza che ha fissato il valore di mercato del terreno in questione detenuto per ultimo dai tribunali nazionali e che corrisponde a 2.269.530,43 euro. Il governo osserva che nel 2010 sono stati finalmente versati ai richiedenti che nel 2010 sono stati finalmente versati 2.700.741 euro ai richiedenti e che tale importo ha tenuto conto del tasso di inflazione. Alla luce di questi fattori, il governo stima che l’importo degli interessi giuridici tra il 2001 e il 2010 sia di 945.990,02 euro, che ritiene essere pagato ai richiedenti per danni materiali a seguito della violazione dell’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione.
B. Danni morali
10. Le ricorrenti chiedono inoltre 1.200.000 euro per l’angoscia, la stanchezza e la frustrazione che dicono di aver sofferto a seguito dei 30 anni di procedimenti di espropriazione in cui sono stati finalmente insigniti di un risarcimento, secondo loro. valore reale dei loro attivi. Essi indicano che il padre ? morto durante il procedimento interno, la madre durante il procedimento dinanzi alla Corte e che essi stessi hanno attualmente un’et? compresa tra i 54 e i 64 anni.
11. Il governo chiede un importo per i danni morali in equit?, in conformit? con l’approccio adottato nei casi relativi a espropri o nazionalizzazioni in Portogallo.
C. Costi e costi
12. I ricorrenti chiedono il rimborso di 803.338,86 euro per i costi e i costi che essi dichiarano di aver sostenuto. A sostegno della loro domanda, si riferiscono alle fatture in programma 8 delle osservazioni prima del consiglio. Per quanto riguarda specificamente le spese legali relative alla procedura interna, riferendosi a una lettera datata11 dicembre 2012 che il consiglio ha riconosciuto il 29 gennaio 2013, essi indicano di aver ricevuto un nuovo conto, portando le suddette commissioni a EUR 782.675,65 (paragrafo3 sopra). Essi aggiungono che tale somma ? stata detratta dall’indennit? di espropriazione loro concessa nel 2010.
13. Il governo non ha fatto alcuna osservazione specifica su questo punto.
II. RILEVANTE OME DOMESTICO MINARE
A. Sugli interessi legali
14. L’interesse legale tra il 20 ottobre 1980 (data di espropriazione) e il 4 giugno 2015 (data della sentenza principale) era:

Base giuridica Interessi giuridici Periodo di applicazione
Decreton. 200-C/80 del 24 giugno 1980
decreto ministeriale(Portaria) n. 447/80 del 31 luglio 15 % 05/08/1980- 22/05/1983
Ordine ministerialen. 581/83 del 18 maggio 1983 23 % 23/05/1983- 28/004/1987
Ordine ministerialen. 339/87 del 24 aprile 1987 15 % 29/04/1987- 29/09/1995
Ordine ministerialen. 1171/95 del 25 settembre 1995 10 % 30/09/1995-16/04/1999
Ordine ministerialen. 263/99 del 12 aprile 1999 7% 17/04/1999- 30/04/2003
Ordine ministerialen. 291/03 dell’8 aprile 2003 4% Dal1 maggio 2003
B. Sul tasso di inflazione
15. Secondo i dati della Banca mondiale, i tassi di inflazione tra gli anni’80 e il 2015 per il Portogallo sono stati:

Anno Inflazione, prezzi al consumo (annuale%)
1980 16.69
1981 20.04
1982 22.73
1983 25.11
1984 28.78
1985 19.65
1986 11.76
1987 9.34
1988 9.70
1989 12.62
1990 13.37
1991 10.93
1992 8.94
1993 6.50
1994 5.21
1995 4.12
1996 3.12
1997 2.16
1998 2.72
1999 2.30
2000 2.85
2001 4.39
2002 3.55
2003 3.28
2004 2.36
2005 2.29
2006 2.74
2007 2.81
2008 2.59
2009 -0.84
2010 1.40
2011 3.65
2012 2.77
2013 0.27
2014 -0.28
2015 0.49
III. APPREZZAMENTO DELLA CORTE
A. Richiamo dei principi
16. La Corte ricorda che una sentenza che ha accertato una violazione comporta un obbligo giuridico per lo Stato convenuto di porre fine alla violazione e di cancellarne le conseguenze in modo da ripristinare il pi? possibile la situazione di pre-conformit? (Iatridis v. Grecia (equa soddisfazione) [GC], n. 31107/96, 32, ECHR 2000XI). In altre parole, la riparazione del danno materiale deve comportare la situazione il pi? vicino possibile a ci? che esisterebbe se la violazione non si fosse verificata (Visti?? et Perepjolkins c. Lettonie (satisfaction ?quitable) [GC], no 71243/01, ? 33, CEDH 2014).
17. Gli Stati contraenti che aimtengono un caso sono in linea di principio liberi di scegliere i mezzi che utilizzeranno per conformarsi a una sentenza che trova una violazione. Questa discrezionalit? sull’atto di una sentenza riflette la libert? di scelta legata all’obbligo prioritario della convenzione nei confronti degli Stati contraente: garantire il rispetto dei diritti e delle libert? garantiti (articolo 1). Se la natura della violazione restitutio in integrum, ? responsabilit? dello Stato convenuto farlo, poich? la Corte non ha n? la giurisdizione n? la possibilit? pratica di farlo. Se, d’altra parte, il diritto nazionale non consente o cancella in modo imperfetto le conseguenze della violazione, l’articolo 41 autorizza la Corte a concedere, se necessario, alla parte lesa la soddisfazione che ritiene appropriata (Brum?rescu c. Roumanie (satisfaction ?quitable) [GC], no 28342/95, ? 20, CEDH 2001I et Guiso-Gallisay c. Italie (satisfaction ?quitable) [GC], no 58858/00, ? 90, 22 d?cembre 2009). Nell’esercizio di questo potere, ha una certa latitudine; l’aggettivo “giusto” e la frase “se necessario” riflettono questo (Comingersoll S.A. c. Portugal [GC], no 35382/97, ? 29, CEDH 2000IV). A tal modo, pu? basarsi su considerazioni di equit?(Visti?? et Perepjolkins, pr?cit?, ? 36, Ex-roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce [GC] (satisfaction ?quitable), no 25701/94, 79, 28 novembre 2002, S.C. Granitul S.A. c. Roumanie (satisfaction ?quitable), no 22022/03, ? 15, 24 avril 2012, et Kryvenkyy c. Ukraine, no 43768/07, ? 52, 16 f?vrier 2017).
B. Applicazione a questo caso
18. La Corte ricorda di aver ritenuto che l’articolo 6-1 della Convenzione violasse a causa della durata della procedura di espropriazione e che l’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione.
1. Danni materiali
19. Per quanto riguarda la violazione dell’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione, la Corte ha espresso tali termini nel caso principale:
“90. La Corte ritiene che i giudici abbiano, in ultima istanza, formulato conclusioni su una perizia che non era conforme alle indicazioni fornite agli esperti dalla Corte d’appello di Lisbona nelle sue sentenze del 7 luglio 1993, del 2 maggio 1996 e 7 maggio 1998. Infatti, la presente relazione ? stata inserita nel 2001 per valutare il valore del terreno, mentre la sentenza della Corte d’appello di Lisbona del 7 maggio 1998 ha ordinato che tale valore fosse valutato alla data della dichiarazione di pubblica utilit? dell’espropriazione. Inoltre, la relazione non ha risposto alla domanda posta dalla Corte d’Appello sull’esistenza, al momento dell’espropriazione, di un piano di urbanizzazione relativo a tale terreno e non ha fatto alcun riferimento al contratto di urbanizzazione firmato tra il municipio di Oeiras. Habitat. Tuttavia, mentre il giudice di Oeiras nella sentenza del 15 dicembre 2008 riconosceva che al momento della dichiarazione di pubblica utilit? il terreno era incluso in un piano di urbanizzazione nell’ambito del contratto firmato tra il municipio di Oeiras e Habitat, tuttavia, si ritiene che il quantum costruibile mostrato sulla mappa topografica collegata all’audit del contratto non potesse essere mantenuto.
91. La Corte rileva che, per giustificare tale approccio, che in questo caso ha portato al mantenimento di una superficie costruibile di 17.250 m2, gli esperti hanno indicato che il lungo periodo di tempo trascorso dall’espropriazione ha reso difficile determinare la superficie costruibile al momento dell’exproprio (cfr. paragrafo 44 sopra). Secondo la Corte, ci? equivale a punire i richiedenti per tutta la durata di una procedura di cui non possono essere ritenuti responsabili (cfr. paragrafo precedente, paragrafo 58). Alla luce della conclusione di cui sopraaiparagrafi 59 e 60, la Corte ritiene che i giudicidovrebbero, al contrario,esserestati in gradodi compensare il ritardo nel procedimentoaggiornando l’importo dell’indennizzo in relazione all’inflazionee aggiungendo interessi, quest’ultimo deve corrispondere ai sempliciinteressi giuridici applicati al capitale progressivamente rivalutato ( Guiso-Gallisay,pre-ceit ?, 105; Vistie Perepjolkins v. Lettonia (soddisfazione equa) [GC],n. 71243/01, 42, CE DH 2014; Scordino, sopra, 258; Centro Europa 7 LLP e Di Stefano v. Italia [GC],N. 38433/09, 219-220, ECHR 2012). Certamente, nella sentenza dell’11 febbraio 2010, la Corte d’appello di Lisbona ha aggiornato l’importo dell’indennizzo tenendo conto dell’evoluzione dell’indice dei prezzi al consumo. Tuttavia, essa non corrispondeva a questo importo per il ritardo nel fissare e nel pagare un indennizzo dopo l’espropriazione.
92. Alla luce di tali considerazioni, la Corte ritiene che le ricorrenti abbiano dovuto sostenere un onere particolare ed esorbitante che ha rotto il giusto equilibrio tra, da un lato, le esigenze dell’interesse pubblico e, dall’altro, la salvaguardia del diritto rispetto per la loro propriet?. ?
20. Notando che le parti differiscono da questi paragrafi, la Corte ricorda che non considerava l’espropriazione contraria al principio di legalit? (paragrafo 81 della sentenza principale). Infatti, la constatazione dell’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione si basava, in questo caso, su una sproporzione ingiustificata tra le esigenze di interesse pubblico e il diritto dei richiedenti di rispettare i loro beni. In particolare,le autorit? interne sono state criticate, da un lato, aver fatto affidamento in ultima istanza su un’esperienza che non era conforme alle indicazioni fornite agli esperti della Corte d’Appello di Lisbona nelle sue sentenze del 7 luglio 1993, del 2 maggio 1996 e del 7 maggio 1998 (paragrafo 90 della sentenza principale) e, dall’altro, non ha compensato il ritardo nella fissazione e nel pagamento del corrispondente pagamento di espropriazioni di paragrafo 91 della sentenza nellafine principale).
21. In tali circostanze, la Corte ritiene che una restitutio in integrum non ? giustificato in questo caso (voir, a contrario, Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce (article 50), 31 octobre 1995, ?37-38, s?rie A no 330B, et Brum?rescu, pr?cit?, ?? 21-22). Essa ritiene che il ripristino della “situazione il pi? vicino possibile a quella che esisterebbe se la violazione non si fosse verificata” si limita al pagamento di un adeguato indennizzo che avrebbe dovuto essere pagato al momento dell’espropriazione. Al paragrafo 91 della sentenza nel caso principale, la compensazione per i danni materiali deve pertanto corrispondere all’intero valore del terreno in questione al momento dell’espropriazione, una somma dalla quale deve essere detratto l’importo versato ai richiedenti a livello interno. Questa compensazione, progressivamente rivalutata tenendo conto del tasso di inflazione, dovr? essere accompagnata da interessi che possano compensare, almeno in parte, il lungo periodo di tempo trascorso dall’abbandono del territorio.(Guiso-Gallisay, pr?cit?, ?? 103-105).
22. La Corte rileva che, nel formulare la loro domanda di danno materiali, le ricorrenti si basano sul parere unanime dell’8 ottobre 1996 che ha basato la sentenza della Corte di Oeiras dell’11 settembre 1997 (cfr. a questo proposito, i paragrafi da 36 a 41 della sentenza principale). Tuttavia, tale competenza non pu? essere accettata in questo caso in quanto ? stata invalidata dalla Corte d’appello di Lisbona nella sentenza del 7 maggio 1998.
23. La mancata incapacit? delle parti di fornire una competenza aggiornata che rifletta il valore di mercato del terreno al momento della Espropriazioni, la Corte decide di tener conto di quella detenuta nell’ultimo caso (paragrafi 44 e 46 della sentenza nel caso principale) e di segnalarla alla data dell’espropriazione, vale a dire il 20 ottobre 1980(paragrafo 18 della sentenza nel procedimento principale). Riducendo tale importo, ai fini del calcolo, in linea con l’inflazione, tra il 20 ottobre 1980 e il 31 gennaio 2001, tenendo conto dei tassi di interesse e dei tassi di inflazione statutari tra il 20 ottobre 1980e il 4 giugno 2015 (paragrafi14 e 15 in precedenza) e, tenendo conto dell’importo versato ai autorit? interne nel 2010 (paragrafo 47 della sentenza principale),Ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione, la Corte ritiene ragionevole concedere congiuntamente ai ricorrenti 4.000.000 di euro, pi? qualsiasi importo che possa essere dovuto come imposta su tale importo.
2. Danni morali
24. La Corte riconosce che le ricorrenti hanno subito alcuni danni a causa dell’eccessiva durata della procedura di espropriazione a livello interno e delle conseguenze di tale ritardo sulla determinazione del premio di espropriazione. Poich? ? giusto, come nel caso dell’articolo 41 della Convenzione, decide di stanziare 21.000 euro congiuntamente.
3. Costi e costi
25. La Corte ricorda che, per poter disporre della ripartizione dei costi e dei costi ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione, la parte lesa deve averli effettivamente e necessariamente esposti. In particolare, l’articolo 60-2 del regolamento stabilisce che qualsiasi domanda presentata ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione deve essere quantificata, ripartita per voce e accompagnata dalla documentazione necessaria, altrimenti la Corte pu? respingere la domanda, tutto o parte di esso. Inoltre, i costi e i costi sono recuperabili solo nella misura in cui si riferiscono alla violazione riscontrata (cfr., tra le altre,Visti?? et Perepjolkins, pr?cit?, ? 50).
26. In questo caso, la Corte ha rilevato, da un lato, che l’articolo 6-1 della Convenzione ? stato violato a causa della durata della procedura interna e, dall’altro, che l’articolo 1 del protocollo 1 nella Convenzione ? stato violato (paragrafo 2 sopra). Va notato che, anche se tali disposizioni non fossero state violate, le ricorrenti avrebbero sostenuto le spese per il procedimento di espropriazione avviato a livello interno. Pertanto, alla luce dei documenti versati dai ricorrenti a sostegno della loro domanda, la Corte ritiene che essi debbano essere rimborsati una parte dell’importo richiesto per la procedura nazionale, vale a dire 400.000 euro. Poich? le ricorrenti non chiedevano il rimborso delle spese sostenute prima di lei, l’oratrice ha ritenuto che non avrebbero dovuto ricevere una somma al riguardo.
4. Moratorie degli interessi
27. La Corte ritiene opportuno modellare la moratoria sui tassi di interesse sul tasso di interesse del prestito marginale della Banca centrale europea pi? tre punti percentuali.
DA CES MOTIFS, THE COURT,
1. Ha detto, con sei voti a uno,
a) che lo Stato convenuto debba pagare congiuntamente i ricorrenti, entro tre mesi dal giorno in cui la sentenza diventa definitiva ai sensi dell’articolo 44-2 della Convenzione, i seguenti importi:
i. 4.000.000 di euro (quattro milioni di euro), pi? qualsiasi importo che potrebbe essere imbecille come imposta, per danni materiali,
ii. 21.000 euro (21 mila euro), pi? qualsiasi importo che pu? essere cui come tassa, per danni morali,
iii. 400.000 euro (quattrocentomila euro), pi? qualsiasi importo che possa essere debitoto dai richiedenti come imposta, per costi e costi;
b) che dalla scadenza di tale periodo e fino al pagamento, tali importi saranno aumentati di un semplice tasso di interesse pari a quello dell’esso marginale della Banca centrale europea applicabile in tale periodo, aumentato di tre punti percentuali. Percentuale

2. Respinge all’unanimit?la richiesta di equa soddisfazione per l’eccedenza.
Realizzato in francese, poi comunicato per iscritto il 4 giugno 2019, negurato dagli articoli 77- 2 e 3-3 del regolamento della Corte.
Andrea Tamietti Ganna Yudkivska
Vice Presidente impiegato
Allegato agli articoli 45-2 della Convenzione e 74-2 del regolamento, ? allegato il parere separato del giudice Pinto de Albuquerque.
G.Y.A.N.T.
OPINIONE CONTRARIA DEL GIUDICE PINTO DE ALBUQUERQUE
1. Mi rammarico di non essere d’accordo con l’approccio della maggioranza a decidere la richiesta di giusta soddisfazione delle ricorrenti.
2. Per quanto riguarda i danni materiali, concordo sul fatto che l’approccio adottato nel casoGuiso-Gallisay c. Italie (soddisfazione equa, [GC]) doveva essere mantenuta in questo caso, in particolare alla luce del motivo della sentenza sul merito (“la sentenza principale”) e del lungo periodo di tempo trascorso dallo spossessato del terreno in questione al pagamento del premio. D’altra parte, non sono affatto d’accordo con il modo in cui la maggioranza ha applicato il metodo nel calcolo dell’importo da stanziare in questo caso.
3. Nella sua sentenza in occasione della decisione principale adottata il 4 giugno 2015, la Corte aveva concluso che l’articolo 6-1 della Convenzione era stato violato da un lato a causa della durata della procedura di espropriazione a livello interno e, dall’altro, dell’articolo 13 della Convenzione ricorso a causa dell’eccessiva lunghezza di una procedura. Essa aveva inoltre rilevato un’infrazione del diritto delle ricorrenti al rispetto dei beni, garantita dall’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione. Su questo punto, essa ha ritenuto che le ricorrenti dovessero sopportare un onere speciale ed esorbitante che aveva rotto il giusto equilibrio tra le esigenze dell’interesse pubblico e il loro diritto al rispetto della propriet?. Nella misura in cui il caso non era in ordine, la Corte aveva deciso di riservare la questione della sezione 41, invitando le parti a commentarla.
4. Dalle osservazioni presentate dalle parti risulta evidente che le parti hanno interpretato male la sentenza nel caso principale. Per quanto riguarda il risarcimento del danno materiale subito a seguito della violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione, i ricorrenti ritengono che sia necessario una restitutio in integrum quando, per il governo, la sentenza richiedeva semplicemente un risarcimento per gli interessi tardivi che non erano stati pagati internamente. Sulla base di queste rispettive interpretazioni, per quanto riguarda i danni materiali, le ricorrenti hanno chiesto 25.472.582,89 euro (EUR), mentre il governo ha stimato il danno materiale a 945.990,02 euro.
5. In questo caso, come sottolinea la maggioranza al paragrafo 20 (riferendosi al paragrafo 81 del caso principale), la Corte non ha affermato che l’espropriazione era contraria al principio di legalit?. Infatti, ? stata effettivamente aperta una procedura di espropriazione riguardante il terreno in questione, la propriet? del terreno in questione ? stata definitivamente trasferita allo Stato per ordine del 26 aprile 1990 (paragrafo 24 della sentenza principale). Inoltre, l’indennizzo ? stato fissato e versato ai ricorrenti, anche se era in ritardo. Concordo pertanto con la maggioranza che, in questo caso, le circostanze non richiedevano una restitutio in integrum (paragrafo 21).
6. Nel caso principale, la Corte si ? espressa come segue:
“90. La Corte ritiene che i giudici abbiano, in ultima istanza, formulato conclusioni su una perizia che non era conforme alle indicazioni fornite agli esperti dalla Corte d’appello di Lisbona nelle sue sentenze del 7 luglio 1993, del 2 maggio 1996 e 7 maggio 1998. Infatti, questa relazione ? stata inserita nell’anno 2001 per valutare il valore del terreno, mentre la sentenza della Corte d’appello di Lisbona del 7 maggio 1998 ha ordinato di valutare tale valore alla data della dichiarazione di pubblica utilit? dell’espropriazione (…)
91. (…) i giudici dovrebbero, al contrario, compensare il ritardo nel procedimento aggiornando l’importo dell’indennizzo in relazione all’inflazione e aggiungendo interessi, questi ultimi devono corrispondere al semplice interesse giuridico applicato al capitale progressivamente rivalutato(GuisoGallisay, supra, 105; Vistia e Perepjolkins v. Lettonia (soddisfazione equa) [GC],n. 71243/01, 42, ECHR 2014; Scordino, sopra, 258; Centro Europa 7 LLP e Di Stefano v. Italia [GC],N. 38433/09, 219-220, ECHR 2012) (…) ?
Alla luce di tali indicazioni, le ricorrenti aragione dovevano avvalorare le loro pretese presentando una nuova valutazione del valore di mercato dell’immobile al momento dell’espropriazione, vale a dire nel 1980. Non l’hanno fatto. N? il governo ha fornito alcuna nuova competenza.
7. Di fronte a tale situazione, la Corte avrebbe potuto respingere le domande delle ricorrenti. L’articolo 60-2 del regolamento stabilisce che “la decisione contraria della ricorrente deve presentare le sue rivendicazioni, che sono quantificate e ripartite per voce e accompagnate dalla relativa documentazione, entro il lasso di tempo per presentare i suoi commenti sulla sostanza. La sezione 60-3 prevede che “il richiedente non rispetti i requisiti descritti nei suddetti paragrafi, il consiglio di amministrazione pu? respingere tutte o parte delle sue rivendicazioni”. Su questo punto sono ancora pi? chiare le istruzioni pratiche sulle domande di equit? (emesse dal Presidente della Corte ai sensi dell’articolo 32 del regolamento). Il paragrafo 5 di tale affermazione afferma che ” (…) [t]la Corte richiede pertanto reclami specifici, a sostegno di prove, altrimenti non assegna alcuna compensazione. Inoltre, il paragrafo 11 afferma: ? [i]l spetta al richiedente dimostrare che la presunta violazione o violazione gli ha provocato un danno materiale. Deve produrre i documenti pertinenti al fine di dimostrare, per quanto possibile, non solo l’esistenza, ma anche l’importo o il valore del danno. Alla luce di quanto sopra, nei casi in cui i richiedenti non forniscano elementi pertinenti per consentire alla Corte di pronunciarsi, la Corte non pu? .
Tuttavia, nelle circostanze particolari di questo caso, potrei comunque concordare con la maggioranza nell’assegnazione di una somma equa, come la Corte ha fatto in una serie dicasi. D’altra parte, ritengo che la Corte dovrebbe aver rigorosamente limitato il suo esame agli elementi a sua disposizione e astenersi dal fare un’interpretazione sproporzionata dell’equit? a favore dei ricorrenti quando erano proprio loro che non erano in grado di dimostrare le loro affermazioni con prove a sostegno, a seguito della decisione della Corte nel merito.
8. L’assenza di una nuova perizia nella valutazione del valore di mercato dell’immobile alla data di espropriazione rende difficile applicare la “formula di calcolo” Guiso-Gallisay ? a questo caso. L’altra difficolt? ? che l’indennizzo fissato dalle autorit? non ? stato pagato al momento dell’espropriazione, ma nel 2010, trent’anni dopo. Queste conclusioni sono giustificate dal fatto che la Corte ha limitato la sua considerazione agli unici elementi a sua disposizione. Prima di tutto, ricordo gli elementi da prendere in considerazione in questo caso:

A. Periodo da considerare: inizia alla data di espropriazione, vale a dire il 20 ottobre 1980 (paragrafo 18 della sentenza al principale) e termina alla data della sentenza nel principale, 4 giugno 2015;

B. Tasso di inflazione: quelli nella banca dati della Banca mondiale;

C. Tassi d’interesse legali: tassi d’interesse stabiliti internamente da vari ordini ministeriali;

D. Valore di mercato delle terre in questione: ricordo che durante la procedura interna sono state effettuate quattro valutazioni da parte degli esperti commissionati:

1) L’esperienza del 3 ottobre 1991, su cui si basava la sentenza della Corte di Oeiras del 13 luglio 1992, ha stimato il valore del terreno a 7.009.946,03 euro (paragrafo 27 della sentenza principale);

2) L’esperienza del 10 gennaio 1995, su cui si basava la sentenza della Corte di Oeiras del 14 luglio 1995, ha stimato il valore del terreno a 1.635.654,07 euro (paragrafo 32 della sentenza nel caso principale);

3) L’esperienza dell’8 ottobre 1996, su cui si basava la sentenza della Corte di Oeiras dell’11 settembre 1997, ha stimato il valore del terreno a 2.726.090,12 euro (paragrafo 36 della sentenza principale);

4) L’esperienza del 31 gennaio 2001, su cui si ? basata la sentenza definitiva della Corte di Oeiras del 15 dicembre 2008 (confermata da una sentenza della Corte d’Appello di Lisbona dell’11 febbraio 2010), ha valutato il valore del terreno a 2.269.530,43 EURO nel 2001 (paragrafi 4 da 3 a 46 dalla fermata alla principale).

Tuttavia, la maggioranza voleva seguire il “metodo di calcolo Guiso-Gallisay”, ma alla fine si allontan? da esso, applicando criteri artificiali. In questo caso, la maggioranza fa parte dell’importo fissato per il 31 gennaio 2001 a livello interno, vale a dire EUR 2.269.530 (paragrafo 43 della sentenza principale). Tuttavia, essa l’ha ridotta al suo valore del 1980, tenendo conto del tasso di inflazione, che si traduce in EUR 277.675. Se ? vero che la somma di 2.269.530 euro nel 2001 era di 277.675 euro nel 1980, ci? non significa che il terreno in questione valesse 277.675 euro al momento dell’espropriazione. Ad oggi, non disponiamo ancora di tali informazioni. A seguito di tale simulazione, la maggior parte si ? allontanata dal primo criterio posto dal “metodo di calcolo Guiso-Gallisay”, vale a dire il valore di mercato dell’immobile alla data di espropriazione. A mio parere, questo da solo distorce l’applicazione di questo metodo a questo caso.
9. In secondo luogo, per quanto riguarda l’importo versato internamente (2.700.741 euro), pagato solo nel 2010 quando il valore dell’immobile era stato stabilito nel 2001, sono stati possibili due approcci: o l’indennit? interna ? stata dedotta “a met? strada” (approccio A di seguito), o tale importo ? stato trattato come un acconto alle ricorrenti e, in questo caso, dedotto alla fine del calcolo dopo averlo riesaminato nel 2015 (approccio B di seguito).
10. Il valore di partenza (“capitale iniziale”) ? di EUR 277.675. Secondo i dati della Banca mondiale, tale importo rivalutato nel 2010 ammontava a 2.768.930 euro. Gli interessi del periodo 1980-2010 sono stati pari a 3.761.055 euro.
Se seguiamo l’approccio A, resta da determinare quanto pagare per il periodo dal 2010 al 2015. Dal momento che il governo ha pagato l’indennizzo nel 2010, il “capitale iniziale” per questo periodo corrisponde alla differenza tra il capitale originario rivalutato nel 2010 (2.768.930 euro) e l’importo effettivamente versato (EUR 2.700.741), vale a dire EUR 68.189. Tale importo rivalutato nel 2015 ? stato pari a 72.992 euro. Per gli interessi tra il 2010 e il 2015, otteniamo 12.069 euro.

Se seguiamo questo approccio, la compensazione per i danni materiali sarebbe di 3.846.115 euro, per un totale di 3.761.055 euro – 72.992 – EUR 12.069. Ecco i calcoli:

11. L’altro approccio (approccio B) sarebbe stato quello di considerare l’importo pagato internamente come un acconto di interessi. I calcoli per il periodo 1980-2010 non cambiano rispetto a quelli dell’approccio A. Per il secondo periodo, il valore dell’immobile rivalutato nel 2010 (2.768.930 EUR) dovrebbe essere considerato come valore iniziale. Nel 2015 tale importo ? stato pari a 2.859.479 euro. In termini di interessi per lo stesso periodo, otteniamo 490.063 euro. Dopo aver dedotto l’importo versato internamente, rivalutato nel 2015 (2.890.944 euro), otteniamo EUR 4.219.652. Ecco i calcoli:

Questi calcoli non rispettano il metodo Guiso-Gallisay in quanto l’importo pagato a livello interno non viene dedotto all’inizio ma alla fine. Essi contraddicono inoltre gli elementi della documentazione, in quanto l’indennizzo pagato internamente non pu? essere considerato un acconto.
Tuttavia, nessuno dei due approcci ? stato seguito da nessuna delle due opzioni, in quanto alla fine fissava l’importo da assegnare per i danni materiali a quattro milioni di euro.
12. Per quanto riguarda il valore di mercato dell’immobile, tenuto conto della sentenza nel procedimento principale, ritengo che si sia dovuto tener conto del valore di mercato del terreno mantenuto a livello interno, pari a 2.269.530 euro. Infatti, anche se la determinazione del valore dei terreni basata su “densit? medie” era tutt’altro che equa (cfr. punto 6 del mio parere allegato al caso principale), attualmente pu? essere lasciata solo a quest’ultimo, dal momento che le ricorrenti non hanno presentato una nuova valutazione. D’altra parte, non sono d’accordo con la necessit? di ridurre tale importo al suo valore 1980 in quanto si tratta di un palese discostano dalla “formula di calcolo Guiso-Gallisay”. In questo caso, il valore di mercato del terreno su cui l’espropriazione ? stato in ultima analisi compensato corrisponde al valore del terreno al 31 gennaio 2001, vale a dire la data dell’esperienza selezionata nell’ultimo caso (paragrafo 43 della sentenza nel procedimento principale). Ci? ? estremamente importante perch? nel 2001 la terra valeva sicuramente pi? che nel 1980. Queste terre si trovano a Oeiras, una citt? a 20 km da Lisbona. Come la capitale si ? espansa nel corso degli ultimi vent’anni, Oeiras ? gradualmente diventata una citt? satellite. Pertanto, a mio parere, il calcolo dei danni materiali avrebbe dovuto lasciare il 2001 e non il 1980, come quello della maggioranza.
13. In secondo luogo, ritengo che il calcolo si sia fermato alla data di pagamento dell’indennit?, vale a dire nel 2010 (paragrafo 47 della sentenza in primo luogo). Infatti, da quel momento in poi, le autorit? non possono essere incolpate di alcun ritardo, dal momento che hanno effettivamente pagato l’indennizzo, per quanto critico possa essere.
14. 1999, la Se seguiamo questo ragionamento, il valore iniziale ? EUR 2.269.530. Rivalutate nel 2010, tale importo ? stato pari a 2.768.930 euro. Per il periodo 2001-2010 gli interessi ammontano a EUR 1.093.460. L’indennizzo che avrebbe dovuto essere versato nel 2010 corrisponde al totale di 2.768.930 euro – 1.093.460 euro, ovvero 3.862.390 euro. Dopo aver dedotto i 2.700.741 euro versati internamente, rimangono 1.161.649 euro, che dovrebbero essere ripartiti per i danni materiali subiti. Per riassumere e concludere, mentre l’adozione del metodo di calcolo dei danni materiali seguito in Guiso-Gallisay, in questo caso, il calcolo del danno materiale avrebbe dovuto essere presentato come segue:

Di conseguenza, l’importo da versare ai richiedenti in questo caso per danni materiali non avrebbe dovuto superare 1.161.649 euro. Questo metodo di calcolo ha il merito di essere chiaro e conforme agli elementi documentali, cos? come l’approccio adottato dalla Corte nel caso Vistia e Perepjolkins.
15. Come una sovrabbondanza, ritengo che, alla luce delle difficolt? del caso, invece di forzare l’applicazione di una formula di calcolo, la Corte avrebbe dovuto avere il coraggio di respingere la domanda, come ha gi? fatto in altri casi (paragrafo 7 sopra). Le ricorrenti non sarebbero state private di risarcimenti. In effetti, avrebbero sempre in grado di richiedere la riapertura del procedimento a livello interno sulla base dell’articolo 696 (f) del Codice di procedura civile e di chiedere un risarcimento conformemente alla sentenza emessa dalla Corte il 4 giugno 2015. Il principio di sussidiariet? sarebbe stato cos? rispettato.

Testo Tradotto

QUATRI?ME SECTION

AFFAIRE MORENO DIAZ PE?A ET AUTRES c. PORTUGAL

(Requ?te no 44262/10)

ARR?T
(Satisfaction ?quitable)

STRASBOURG

4 juin 2019

D?FINITIF

04/09/2019

Cet arr?t est devenu d?finitif en vertu de l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Moreno Diaz Pe?a et autres c. Portugal,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (quatri?me section), si?geant
en une chambre compos?e de :
Ganna Yudkivska, pr?sidente,
Paulo Pinto de Albuquerque,
Iulia Antoanella Motoc,
Carlo Ranzoni,
Georges Ravarani,
Marko Bo?njak,
P?ter Paczolay, juges,
et de Andrea Tamietti, greffier adjoint de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 23 avril 2019,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 44262/10) dirig?e contre la R?publique portugaise par six ressortissants espagnols, Mme Pilar Moreno Diaz Pe?a, M. Joaquin Pe?a Moreno, Mme Marta Pilar Pe?a Moreno, Mme Paloma de la Ascenci?n Francisca Pe?a Moreno, M. Francisco Javier Pe?a Moreno et Mme Maria de las Mercedes Pe?a y Moreno (? les requ?rants ?) qui ont saisi la Cour le 26 juillet 2010 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?). ? la suite du d?c?s de Mme Pilar Moreno Diaz Pe?a, survenu le 17 septembre 2013, les autres requ?rants ont poursuivi l?instance en son nom en leur qualit? d?h?ritiers.
2. Par un arr?t du 4 juin 2015 (? l?arr?t au principal ?), la Cour a jug? que le temps pris par les juridictions portugaises pour trancher la contestation des requ?rants concernant le montant de l?indemnit? d?expropriation ainsi que l?absence d?un recours pour obtenir r?paration en raison de la dur?e de la proc?dure devant lesdites juridictions avaient emport? violation des articles 6 et 13 de la Convention. La Cour a par ailleurs estim? que les requ?rants avaient subi une atteinte ? leur droit au respect de leurs biens garanti par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (Moreno Diaz Pe?a et autres c. Portugal, no 44262/10, ?? 60, 64 et 93, 4 juin 2015).
3. S?appuyant sur l?article 41 de la Convention, les requ?rants r?clamaient une satisfaction ?quitable d?un montant de 24 183 946 euros (EUR) pour le dommage mat?riel subi en raison de l?expropriation de leurs biens et de 1 200 000 EUR pour dommage moral. Ils demandaient aussi le remboursement de 615 391,86 EUR pour les frais et d?pens qu?ils auraient engag?s, dont 549 727,92 EUR pour les frais de justice relatifs ? la proc?dure interne.
4. ?tant donn? que la question de l?application de l?article 41 de la Convention ne se trouvait pas en ?tat, la Cour l?a r?serv?e et a invit? le Gouvernement et les requ?rants ? lui soumettre par ?crit, dans les trois mois, leurs observations sur ladite question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir (ibidem, ? 98 et point 6 du dispositif).
5. Tant les requ?rants que le Gouvernement ont d?pos? des observations.
6. Aucun accord permettant d?aboutir ? un r?glement amiable n?a ?t? trouv?.
EN DROIT
7. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
I. LES OBSERVATIONS DES PARTIES
A. Dommage mat?riel
8. Les requ?rants estiment que la restitutio in integrum s?impose afin qu?ils soient plac?s dans la position dans laquelle ils auraient ?t? si la violation constat?e par la Cour n??tait pas survenue. Ils r?it?rent l?ensemble des arguments qu?ils avaient d?j? expos?s dans le cadre de l?examen au fond de leurs griefs et qui sont r?sum?s aux paragraphes 68 et 69 de l?arr?t au principal. En s?appuyant sur l?analyse faite par la Cour aux paragraphes 88 ? 91 de l?arr?t au principal, ils r?clament le montant, mis ? jour, de la valeur marchande des terrains telle que fix?e de fa?on unanime par les experts le 8 octobre 1996, sur la base du contrat conclu avec la mairie d?Oeiras en 1976, auquel ?tait annex?e une carte topographique indiquant que la surface plancher des terrains en cause ?tait de 78 076 m2. Selon eux, en 2014, cette valeur ?tait de 28 318 069,89 EUR. Ayant re?u au niveau interne 2 845 487 EUR en 2010, ils r?clament le restant, soit 25 472 582, 89 EUR pour le pr?judice mat?riel qu?ils estiment avoir subi en raison de l?octroi d?une indemnisation d?expropriation selon eux dix fois inf?rieure ? la valeur marchande des terrains en cause.
9. Eu ?gard aux paragraphes 77, 78 et 91 de l?arr?t au principal, le Gouvernement estime que l?article 41 de la Convention impose de r?parer le pr?judice d? au laps de temps qui s??tait ?coul? depuis que les requ?rants avaient ?t? d?poss?d?s des terrains en cause. Autrement dit, il s?agit selon lui de verser aux requ?rants une somme correspondant aux int?r?ts moratoires depuis l?ann?e 2001, date de l?expertise ayant fix? la valeur marchande des terrains litigieux retenue en derni?re instance par les juridictions nationales et qui correspond ? 2 269 530,43 EUR. Le Gouvernement observe que 2 700 741 EUR ont finalement ?t? vers?s aux requ?rants en 2010 et que ce montant prenait en compte le taux d?inflation. Compte tenu de ces ?l?ments, le Gouvernement ?value ? 945 990,02 EUR la somme correspondant aux int?r?ts l?gaux entre 2001 et 2010, somme qu?il consid?re devoir ?tre vers?e aux requ?rants pour pr?judice mat?riel au titre de la violation constat?e par la Cour de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
B. Dommage moral
10. Les requ?rants r?clament ?galement 1 200 000 EUR pour l?angoisse, la fatigue et la frustration dont ils disent avoir souffert en raison des trente ans de proc?dure d?expropriation ? l?issue de laquelle ils se sont vus finalement octroyer une indemnisation selon eux inf?rieure ? la valeur r?elle de leurs biens. Ils indiquent que leur p?re est d?c?d? au cours de la proc?dure interne, leur m?re au cours de la proc?dure devant la Cour, et qu?ils ont eux-m?mes, ? l?heure actuelle, des ?ges compris entre 54 et 64 ans.
11. Le Gouvernement demande la fixation d?un montant au titre du dommage moral en ?quit?, selon l?approche adopt?e dans les affaires relatives ? des expropriations ou ? des nationalisations au Portugal.
C. Frais et d?pens
12. Les requ?rants demandent le remboursement de 803 338,86 EUR pour les frais et d?pens qu?ils disent avoir engag?s. ? l?appui de leur demande, ils renvoient aux factures figurant ? l?annexe 8 des observations pr?sent?es devant la chambre. Concernant plus sp?cifiquement les frais de justice relatifs ? la proc?dure interne, en se r?f?rant ? une lettre du 11 d?cembre 2012 dont la chambre a accus? r?ception le 29 janvier 2013, ils indiquent avoir re?u un nouveau d?compte, portant lesdits frais ? 782 675,65 EUR (paragraphe 3 ci-dessus). Ils ajoutent que cette somme a bien ?t? d?duite de l?indemnit? d?expropriation leur ayant ?t? octroy?e en 2010.
13. Le Gouvernement n?a pas formul? d?observations particuli?res sur ce point.
II. LE DROIT INTERNE PERTINENT
A. Sur les int?r?ts l?gaux
14. Les int?r?ts l?gaux entre le 20 octobre 1980 (date de l?expropriation) et le 4 juin 2015 (date de l?arr?t au principal) ?taient les suivants :

Base l?gale Int?r?t l?gal P?riode d?application
D?cret-loi no 200-C/80 du 24 juin 1980
et arr?t? minist?riel (Portaria) no 447/80 du 31 juillet 15 % 05/08/1980- 22/05/1983
Arr?t? minist?riel no 581/83 du 18 mai 1983 23 % 23/05/1983- 28/004/1987
Arr?t? minist?riel no 339/87 du 24 avril 1987 15 % 29/04/1987- 29/09/1995
Arr?t? minist?riel no 1171/95 du 25 septembre 1995 10 % 30/09/1995-16/04/1999
Arr?t? minist?riel no 263/99 du 12 avril 1999 7% 17/04/1999- 30/04/2003
Arr?t? minist?riel no 291/03 du 8 avril 2003 4% Depuis le 1er mai 2003
B. Sur le taux d?inflation
15. Selon les donn?es de la Banque mondiale , les taux d?inflation entre les ann?es 1980 et 2015 pour le Portugal ?taient les suivants :

Ann?e Inflation, prix ? la consommation (% annuel)
1980 16.69
1981 20.04
1982 22.73
1983 25.11
1984 28.78
1985 19.65
1986 11.76
1987 9.34
1988 9.70
1989 12.62
1990 13.37
1991 10.93
1992 8.94
1993 6.50
1994 5.21
1995 4.12
1996 3.12
1997 2.16
1998 2.72
1999 2.30
2000 2.85
2001 4.39
2002 3.55
2003 3.28
2004 2.36
2005 2.29
2006 2.74
2007 2.81
2008 2.59
2009 -0.84
2010 1.40
2011 3.65
2012 2.77
2013 0.27
2014 -0.28
2015 0.49
III. APPR?CIATION DE LA COUR
A. Rappel des principes
16. La Cour rappelle qu?un arr?t constatant une violation entra?ne pour l??tat d?fendeur l?obligation juridique de mettre un terme ? la violation et d?en effacer les cons?quences de mani?re ? r?tablir autant que possible la situation ant?rieure ? celle-ci (Iatridis c. Gr?ce (satisfaction ?quitable) [GC], no 31107/96, ? 32, CEDH 2000 XI). En d?autres termes, la r?paration du dommage mat?riel doit aboutir ? la situation la plus proche possible de celle qui existerait si la violation constat?e n?avait pas eu lieu (Visti?? et Perepjolkins c. Lettonie (satisfaction ?quitable) [GC], no 71243/01, ? 33, CEDH 2014).
17. Les ?tats contractants parties ? une affaire sont en principe libres de choisir les moyens dont ils useront pour se conformer ? un arr?t constatant une violation. Ce pouvoir d?appr?ciation quant aux modalit?s d?ex?cution d?un arr?t traduit la libert? de choix dont est assortie l?obligation primordiale impos?e par la Convention aux ?tats contractants : assurer le respect des droits et libert?s garantis (article 1). Si la nature de la violation permet une restitutio in integrum, il incombe ? l??tat d?fendeur de la r?aliser, la Cour n?ayant ni la comp?tence ni la possibilit? pratique de l?accomplir elle-m?me. Si, en revanche, le droit national ne permet pas ou ne permet qu?imparfaitement d?effacer les cons?quences de la violation, l?article 41 habilite la Cour ? accorder, s?il y a lieu, ? la partie l?s?e la satisfaction qui lui semble appropri?e (Brum?rescu c. Roumanie (satisfaction ?quitable) [GC], no 28342/95, ? 20, CEDH 2001 I et Guiso-Gallisay c. Italie (satisfaction ?quitable) [GC], no 58858/00, ? 90, 22 d?cembre 2009). Dans l?exercice de ce pouvoir, elle dispose d?une certaine latitude ; l?adjectif ? ?quitable ? et le membre de phrase ? s?il y a lieu ? en t?moignent (Comingersoll S.A. c. Portugal [GC], no 35382/97, ? 29, CEDH 2000 IV). Pour ce faire, elle peut se fonder sur des consid?rations d??quit? (Visti?? et Perepjolkins, pr?cit?, ? 36, Ex-roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce [GC] (satisfaction ?quitable), no 25701/94, 79, 28 novembre 2002, S.C. Granitul S.A. c. Roumanie (satisfaction ?quitable), no 22022/03, ? 15, 24 avril 2012, et Kryvenkyy c. Ukraine, no 43768/07, ? 52, 16 f?vrier 2017).
B. Application ? la pr?sente esp?ce
18. La Cour rappelle avoir conclu ? la violation de l?article 6 ? 1 de la Convention en raison de la dur?e de la proc?dure d?expropriation, et de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
1. Dommage mat?riel
19. S?agissant de la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, la Cour s?est exprim?e en ces termes dans l?arr?t au principal :
? 90. La Cour constate que les juridictions ont, en derni?re instance, fait leurs les conclusions d?un rapport d?expertise non conforme aux indications qui avaient ?t? donn?es aux experts par la cour d?appel de Lisbonne dans ses arr?ts du 7 juillet 1993, du 2 mai 1996 et du 7 mai 1998. En effet, ce rapport se pla?ait en l?an 2001 pour appr?cier la valeur du terrain alors que l?arr?t de la cour d?appel de Lisbonne du 7 mai 1998 prescrivait d?appr?cier cette valeur ? la date de la d?claration d?utilit? publique de l?expropriation. En outre, ce rapport ne r?pondait pas ? la question pos?e par la cour d?appel sur l?existence, au moment de l?expropriation, d?un plan d?urbanisation concernant ledit terrain, et ne faisait aucune r?f?rence au contrat d?urbanisation sign? entre la mairie d?Oeiras et la soci?t? Habitat. Or, si dans son jugement du 15 d?cembre 2008, le tribunal d?Oeiras a reconnu qu?au moment de la d?claration d?utilit? publique les terrains ?taient inclus dans un plan d?urbanisation en vertu du contrat sign? entre la mairie d?Oeiras et la soci?t? Habitat, il a en revanche consid?r? que le quantum constructible indiqu? sur la carte topographique annex?e audit contrat ne pouvait ?tre retenu.
91. La Cour note que, pour justifier cette approche, qui a abouti, en l?occurrence, ? retenir une surface de plancher constructible de 17 250 m?, les experts ont indiqu? que le long laps de temps ?coul? depuis l?expropriation rendait difficile la d?termination de la surface de plancher constructible ? l??poque de celle-ci (voir ci-dessus paragraphe 44). Aux yeux de la Cour, cela revient ? sanctionner les requ?rants pour la dur?e d?une proc?dure dont ils ne peuvent ?tre tenus responsables (voir ci-dessus, paragraphe 58). Eu ?gard ? la conclusion ? laquelle elle est parvenue ci?dessus aux paragraphes 59 et 60, la Cour estime que les juridictions auraient d?, au contraire, compenser le retard de la proc?dure en actualisant le montant de l?indemnit? au regard de l?inflation et en ajoutant des int?r?ts, ces derniers devant correspondre aux int?r?ts l?gaux simples appliqu?s au capital progressivement r??valu? (Guiso?Gallisay, pr?cit?, ? 105 ; Visti?? et Perepjolkins c. Lettonie (satisfaction ?quitable) [GC], no 71243/01, ? 42, CE DH 2014 ; Scordino, pr?cit?, ? 258; Centro Europa 7 S.r.l. et Di Stefano c. Italie [GC], no 38433/09, ?? 219-220, CEDH 2012). Certes, dans son arr?t du 11 f?vrier 2010, la cour d?appel de Lisbonne a actualis? le montant de l?indemnit? en tenant compte de l??volution de l?indice des prix ? la consommation. Elle a toutefois omis d?assortir ce montant d?int?r?ts pour le retard dans la fixation et le paiement de l?indemnit? depuis l?expropriation.
92. ? la lumi?re de ces consid?rations, la Cour estime que les requ?rants ont eu ? supporter une charge sp?ciale et exorbitante qui a rompu le juste ?quilibre devant r?gner entre, d?une part, les exigences de l?int?r?t g?n?ral et, d?autre part, la sauvegarde du droit de chacun au respect de ses biens. ?
20. Notant que les parties font une interpr?tation divergente de ces paragraphes, la Cour rappelle qu?elle n?a pas jug? l?expropriation comme ?tant contraire au principe de la l?galit? (paragraphe 81 de l?arr?t au principal). En effet, le constat de violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention s?est fond?, en l?esp?ce, sur une disproportion injustifi?e entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral et le droit des requ?rants au respect de leurs biens. Plus particuli?rement, il a ?t? reproch? aux autorit?s internes, d?une part, de s??tre fond?es en derni?re instance sur une expertise non conforme aux indications qui avaient ?t? donn?es aux experts par la cour d?appel de Lisbonne dans ses arr?ts du 7 juillet 1993, du 2 mai 1996 et du 7 mai 1998 (paragraphe 90 de l?arr?t au principal) et, d?autre part, de ne pas avoir compens? le retard pris pour fixer et payer l?indemnit? d?expropriation en versant une somme additionnelle correspondant aux int?r?ts de retard (paragraphe 91 de l?arr?t au principal in fine).
21. Dans ces conditions, la Cour est d?avis qu?une restitutio in integrum n?est pas justifi?e en l?esp?ce (voir, a contrario, Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce (article 50), 31 octobre 1995, ?37-38, s?rie A no 330 B, et Brum?rescu, pr?cit?, ?? 21-22). Elle estime que le r?tablissement de ? la situation la plus proche possible de celle qui existerait si la violation constat?e n?avait pas eu lieu ? se limite au paiement d?une indemnisation ad?quate qui aurait d? ?tre vers?e ? l??poque de l?expropriation. Aux termes du paragraphe 91 de l?arr?t au principal, l?indemnisation ? octroyer au titre du dommage mat?riel devra donc correspondre ? la valeur pleine et enti?re des terrains en cause au moment de l?expropriation, somme de laquelle devra ?tre d?duite celle ayant ?t? vers?e aux requ?rants au niveau interne. Cette indemnisation, progressivement r??valu?e en tenant compte du taux d?inflation, devra ?tre assortie d?int?r?ts susceptibles de compenser, au moins en partie, le long laps de temps qui s?est ?coul? depuis la d?possession des terrains (Guiso-Gallisay, pr?cit?, ?? 103-105).
22. La Cour note que, pour formuler leur demande au titre du dommage mat?riel, les requ?rants s?appuient sur l?expertise unanime du 8 octobre 1996 ayant fond? le jugement du tribunal d?Oeiras du 11 septembre 1997 (voir, ? cet ?gard, les paragraphes 36 ? 41 de l?arr?t au principal). Or cette expertise ne saurait ?tre retenue en l?esp?ce puisqu?elle a ?t? invalid?e par la cour d?appel de Lisbonne dans son arr?t du 7 mai 1998.
23. Faute pour les parties d?avoir fourni une expertise actualis?e rendant compte de la valeur marchande des terrains en cause au moment de l?expropriation, la Cour d?cide de tenir compte de celle qui a ?t? retenue en derni?re instance (paragraphes 44 et 46 de l?arr?t au principal) et de la rapporter ? la date de l?expropriation, soit au 20 octobre 1980 (paragraphe 18 de l?arr?t au principal). En diminuant cette somme, pour les besoins du calcul, en fonction de l?inflation courue entre le 20 octobre 1980 et le 31 janvier 2001, en ayant ?gard aux taux d?int?r?ts l?gaux et aux taux d?inflation entre le 20 octobre 1980 et le 4 juin 2015 (paragraphes 14 et 15 ci-dessus) et, compte tenu de la somme vers?e aux requ?rants par les autorit?s internes en 2010 (paragraphe 47 de l?arr?t au principal), statuant en ?quit? comme le veut l?article 41 de la Convention, la Cour estime raisonnable d?accorder conjointement aux requ?rants la somme de 4 000 000 EUR, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme.
2. Dommage moral
24. La Cour reconna?t que les requ?rants ont subi un dommage certain en raison de la dur?e excessive de la proc?dure d?expropriation au niveau interne et des cons?quences de ce retard sur la fixation de l?indemnit? d?expropriation. Statuant en ?quit?, comme le veut l?article 41 de la Convention, elle d?cide de leur allouer conjointement 21 000 EUR.
3. Frais et d?pens
25. La Cour rappelle que, pour avoir droit ? l?allocation des frais et d?pens en vertu de l?article 41 de la Convention, la partie l?s?e doit les avoir r?ellement et n?cessairement expos?s. En particulier, l?article 60 ? 2 du r?glement pr?voit que toute pr?tention pr?sent?e au titre de l?article 41 de la Convention doit ?tre chiffr?e, ventil?e par rubrique et accompagn?e des justificatifs n?cessaires, faute de quoi la Cour peut rejeter la demande, en tout ou en partie. En outre, les frais et d?pens ne sont recouvrables que dans la mesure o? ils se rapportent ? la violation constat?e (voir, parmi beaucoup d?autres, Visti?? et Perepjolkins, pr?cit?, ? 50).
26. En l?esp?ce, la Cour a conclu, d?une part, ? la violation de l?article 6 ? 1 de la Convention en raison de la dur?e de la proc?dure interne et, d?autre part, ? la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (paragraphe 2 ci-dessus). Force est de constater que, m?me s?il n?y avait pas eu violation de ces dispositions, les requ?rants auraient encourus des frais pour la proc?dure d?expropriation engag?e au niveau interne. D?s lors, eu ?gard aux documents vers?s par les requ?rants ? l?appui de leur demande, la Cour estime qu?il y a lieu de leur rembourser une partie de la somme r?clam?e pour la proc?dure nationale, soit 400 000 EUR. Les requ?rants n?ayant pas demand? le remboursement des frais engag?s devant elle, elle juge qu?il n?y a pas lieu de leur octroyer de somme ? ce titre.
4. Int?r?ts moratoires
27. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR,
1. Dit, par six voix contre une,
a) que l??tat d?fendeur doit verser aux requ?rants conjointement, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, les sommes suivantes :
i. 4 000 000 EUR (quatre millions d?euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage mat?riel,
ii. 21 000 EUR (vingt et un mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage moral,
iii. 400 000 EUR (quatre cent mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? par les requ?rants ? titre d?imp?t, pour frais et d?pens ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

2. Rejette, ? l?unanimit?, la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 4 juin 2019, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Andrea Tamietti Ganna Yudkivska
Greffier adjoint Pr?sidente
Au pr?sent arr?t se trouve joint, conform?ment aux articles 45 ? 2 de la Convention et 74 ? 2 du r?glement, l?expos? de l?opinion s?par?e du juge Pinto de Albuquerque.
G.Y.
A.N.T.
OPINION DISSIDENTE DU JUGE PINTO DE ALBUQUERQUE
1. Je regrette de ne pouvoir souscrire ? l?approche qu?a suivie la majorit? pour trancher la demande de r?paration faite par les requ?rants au titre de la satisfaction ?quitable.
2. En ce qui concerne le dommage mat?riel, je conviens que l?approche adopt?e dans l?affaire Guiso-Gallisay c. Italie (satisfaction ?quitable, [GC]) devait ?tre retenue en l?esp?ce, eu ?gard notamment ? la motivation de l?arr?t quant au fond (? l?arr?t au principal ?) et au long laps de temps qui s?est ?coul? depuis la d?possession des terrains en cause jusqu?au versement de l?indemnit?. En revanche, je ne suis pas du tout d?accord avec la fa?on dont la majorit? a appliqu? la m?thode pour calculer le montant ? allouer dans la pr?sente esp?ce.
3. Dans son arr?t au principal adopt? le 4 juin 2015, la Cour avait conclu ? la violation, d?une part, de l?article 6 ? 1 de la Convention ? raison de la dur?e de la proc?dure d?expropriation au niveau interne et, d?autre part, de l?article 13 de la Convention vu l?absence d?un recours en r?paration en raison de la dur?e excessive d?une proc?dure. Elle avait ?galement constat? une atteinte au droit des requ?rants au respect des biens, garanti par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Sur ce point, elle avait estim? que les requ?rants avaient eu ? supporter une charge sp?ciale et exorbitante qui avait rompu le juste ?quilibre entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral et leur droit au respect des biens. Dans la mesure o? l?affaire n??tait pas en ?tat, la Cour avait d?cid? de r?server la question de l?article 41, invitant les parties ? pr?senter leurs observations ? cet ?gard.
4. Il ressort des observations soumises par les parties que celles-ci ont fait une interpr?tation erron?e de l?arr?t au principal. En ce qui concerne la compensation ? octroyer en r?paration du pr?judice mat?riel subi du fait de la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, les requ?rants estiment qu?une restitutio in integrum s?impose alors que, pour le Gouvernement, l?arr?t exigeait simplement une compensation des int?r?ts de retard qui n?avaient pas ?t? vers?s au niveau interne. Partant de ces interpr?tations respectives, s?agissant du dommage mat?riel, les requ?rants r?clamaient 25 472 582,89 euros (EUR) tandis que le Gouvernement ?valuait le pr?judice mat?riel ? 945 990,02 EUR.
5. En l?esp?ce, ainsi que le rel?ve la majorit? au paragraphe 20 (en faisant r?f?rence au paragraphe 81 de l?arr?t au principal), la Cour n?a pas dit que l?expropriation ?tait contraire au principe de la l?galit?. En effet, une proc?dure d?expropriation a bien ?t? ouverte concernant les terrains en cause, la propri?t? de ces derniers ayant ?t? d?finitivement transf?r?e ? l??tat par l?ordonnance du 26 avril 1990 (paragraphe 24 de l?arr?t au principal). En outre, une indemnit? a bien ?t? fix?e et pay?e aux requ?rants, m?me si ce fut de fa?on tardive. Je partage donc l?avis de la majorit? selon lequel, en l?esp?ce, les circonstances n?imposaient pas une restitutio in integrum (paragraphe 21).
6. Dans l?arr?t au principal, la Cour s?est exprim?e comme suit :
? 90. La Cour constate que les juridictions ont, en derni?re instance, fait leurs les conclusions d?un rapport d?expertise non conforme aux indications qui avaient ?t? donn?es aux experts par la cour d?appel de Lisbonne dans ses arr?ts du 7 juillet 1993, du 2 mai 1996 et du 7 mai 1998. En effet, ce rapport se pla?ait en l?an 2001 pour appr?cier la valeur du terrain alors que l?arr?t de la cour d?appel de Lisbonne du 7 mai 1998 prescrivait d?appr?cier cette valeur ? la date de la d?claration d?utilit? publique de l?expropriation (…)
91. (…) les juridictions auraient d?, au contraire, compenser le retard de la proc?dure en actualisant le montant de l?indemnit? au regard de l?inflation et en ajoutant des int?r?ts, ces derniers devant correspondre aux int?r?ts l?gaux simples appliqu?s au capital progressivement r??valu? (Guiso Gallisay, pr?cit?, ? 105 ; Visti?? et Perepjolkins c. Lettonie (satisfaction ?quitable) [GC], no 71243/01, ? 42, CEDH 2014 ; Scordino, pr?cit?, ? 258 ; Centro Europa 7 S.r.l. et Di Stefano c. Italie [GC], no 38433/09, ?? 219-220, CEDH 2012) (…) ?
Vu ces indications, il incombait aux requ?rants d??tayer leurs pr?tentions en soumettant une nouvelle expertise rendant compte de la valeur marchande du bien ? la date de l?expropriation, c?est-?-dire en 1980. Or, ils n?en ont rien fait. Le Gouvernement n?a pas non plus fourni de nouvelle expertise.
7. Confront?e ? une telle situation, la Cour aurait pu rejeter les pr?tentions des requ?rants. En effet, l?article 60 ? 2 du r?glement dispose que ? [s]auf d?cision contraire du pr?sident de la chambre, le requ?rant doit soumettre ses pr?tentions, chiffr?es et ventil?es par rubrique et accompagn?es des justificatifs pertinents, dans le d?lai qui lui a ?t? imparti pour la pr?sentation de ses observations sur le fond ?. L?article 60 ? 3 pr?voit que ? [s]i le requ?rant ne respecte pas les exigences d?crites dans les paragraphes qui pr?c?dent, la chambre peut rejeter tout ou partie de ses pr?tentions. ? L?instruction pratique sur les demandes de satisfaction ?quitable (?dict?e par le pr?sident de la Cour au titre de l?article 32 du r?glement le 28 mars 2007) est encore plus claire ? ce sujet. Au paragraphe 5 de ladite instruction il est pr?cis? que ? (…) [l]a Cour exige donc des demandes pr?cises, pi?ces justificatives ? l?appui, sans quoi elle n?alloue aucune indemnit?. ? En outre, le paragraphe 11 dit : ? [i]l appartient au requ?rant de d?montrer que la violation ou les violations all?gu?es ont entra?n? pour lui un pr?judice mat?riel. Il doit produire les documents pertinents afin de prouver, dans la mesure du possible, non seulement l?existence mais aussi le montant ou la valeur du dommage. ? Compte tenu de ce qui pr?c?de, dans les cas o? les requ?rants ne pr?sentent pas les ?l?ments pertinents pour permettre ? la Cour de statuer, celle-ci peut ne rien allouer .
Cela ?tant, eu ?gard aux circonstances particuli?res de l?esp?ce, je pourrais n?anmoins ?tre d?accord avec la majorit? pour accorder une somme fix?e en ?quit?, comme la Cour l?a fait dans un certain nombre d?affaires . En revanche, je pense que la Cour aurait d? limiter strictement son examen aux ?l?ments qui ?taient ? sa disposition et se garder de faire une interpr?tation disproportionn?e de l??quit? pour favoriser les requ?rants alors que ce sont pr?cis?ment eux qui ont failli ? l?obligation qui leur avait ?t? faite d??tayer leurs pr?tentions par des pi?ces justificatives, cons?cutivement ? l?arr?t qui avait ?t? rendu par la Cour sur le fond.
8. L?absence d?une nouvelle expertise ?valuant la valeur marchande du bien ? la date de l?expropriation rend difficile l?application de la ? formule de calcul Guiso-Gallisay ? ? la pr?sente esp?ce. L?autre difficult? tient au fait que l?indemnit? fix?e par les autorit?s n?a pas ?t? acquitt?e au moment de l?expropriation mais en 2010, soit trente ann?es plus tard. Ces constatations justifiaient de mon point de vue que la Cour limit?t son examen aux seuls ?l?ments qui ?taient ? sa disposition. Je rappelle tout d?abord les ?l?ments ? prendre en compte dans la pr?sente esp?ce :

A. P?riode ? prendre en consid?ration : elle commence ? la date de l?expropriation, soit le 20 octobre 1980 (paragraphe 18 de l?arr?t au principal) et prend fin ? la date de l?arr?t au principal, soit le 4 juin 2015 ;

B. Taux d?inflation : ceux qui figurent dans la base de donn?es de la Banque mondiale ;

C. Taux d?int?r?t l?gaux : taux d?int?r?t fix?s au niveau interne par diff?rents arr?t?s minist?riels ;

D. Valeur marchande des terrains en cause : je rappelle qu?au cours de la proc?dure interne quatre ?valuations ont ?t? effectu?es par les experts qui ont ?t? mandat?s :

1) L?expertise du 3 octobre 1991, sur laquelle s?est fond? le jugement du tribunal d?Oeiras du 13 juillet 1992, a ?valu? la valeur des terrains ? 7 009 946,03 EUR (paragraphe 27 de l?arr?t au principal) ;

2) L?expertise du 10 janvier 1995, sur laquelle s?est fond? le jugement du tribunal d?Oeiras du 14 juillet 1995, a ?valu? la valeur des terrains ? 1 635 654,07 EUR (paragraphe 32 de l?arr?t au principal) ;

3) L?expertise du 8 octobre 1996, sur laquelle s?est fond? le jugement du tribunal d?Oeiras du 11 septembre 1997, a ?valu? la valeur des terrains ? 2 726 090,12 EUR (paragraphe 36 de l?arr?t au principal) ;

4) L?expertise du 31 janvier 2001, sur laquelle s?est fond? le jugement final du tribunal d?Oeiras du 15 d?cembre 2008 (confirm? par un arr?t de la cour d?appel de Lisbonne du 11 f?vrier 2010), a ?valu? la valeur des terrains ? 2 269 530,43 EUR ? l?ann?e 2001 (paragraphes 43 ? 46 de l?arr?t au principal).

Or, la majorit? a voulu suivre la ? m?thode de calcul Guiso-Gallisay ? mais elle a fini par s?en ?carter, en appliquant des crit?res artificiels. En l?occurrence, la majorit? est partie de la somme qui avait ?t? fix?e au 31 janvier 2001, au niveau interne, soit 2 269 530 EUR (paragraphe 43 de l?arr?t au principal). Elle l?a toutefois ramen?e ? sa valeur de 1980, en tenant compte du taux d?inflation, aboutissant ainsi ? 277 675 EUR. S?il est vrai que la somme de 2 269 530 EUR en 2001 correspondait ? 277 675 EUR en 1980, cela ne signifie en aucun cas que les terrains en cause valaient 277 675 EUR ? la date de l?expropriation. ? ce jour, nous ne disposons toujours pas de cette information. En suivant une telle simulation, la majorit? s?est ?cart?e du premier crit?re pos? par la ? m?thode de calcul Guiso-Gallisay ?, ? savoir la valeur marchande du bien ? la date de l?expropriation. ? mon avis, ? lui seul, cet ?l?ment fausse l?application de cette m?thode ? la pr?sente esp?ce.
9. Ensuite, en ce qui concerne la somme pay?e au niveau interne (2 700 741 EUR), laquelle n?a ?t? vers?e qu?en 2010 alors que la valeur du bien avait ?t? fix?e en 2001, deux approches ?taient envisageables : soit on d?duisait l?indemnit? interne ? ? mi-chemin ? (approche A ci-dessous), soit on traitait cette somme comme un acompte vers? aux requ?rants et, dans ce cas, on la d?duisait ? la fin du calcul apr?s l?avoir r??valu?e ? l?ann?e 2015 (approche B ci-dessous).
10. La valeur de d?part (? le capital initial ?) est de 277 675 EUR. D?apr?s les donn?es de la Banque mondiale, cette somme r??valu?e ? l?ann?e 2010 ressort ? 2 768 930 EUR. Les int?r?ts pour la p?riode allant de 1980 ? 2010 s??tablissent quant ? eux ? 3 761 055 EUR.
Si nous suivons l?approche A, il reste ? d?terminer les sommes ? verser au titre de la p?riode allant de 2010 ? 2015. Vu que l??tat a acquitt? l?indemnit? en 2010, le ? capital de d?part ? pour cette p?riode correspond ? la diff?rence entre le capital initial r??valu? ? l?ann?e 2010 (2 768 930 EUR) et le montant effectivement vers? (2 700 741 EUR), soit 68 189 EUR. Cette somme r??valu?e ? l?ann?e 2015 s??tablit ? 72 992 EUR. Pour les int?r?ts entre 2010 et 2015, nous obtenons 12 069 EUR.

Si nous suivons cette approche, l?indemnit? ? acquitter au titre du dommage mat?riel serait de 3 846 115 EUR, soit le total de 3 761 055 EUR + 72 992 EUR + 12 069 EUR. Voici les calculs :

11. L?autre approche (approche B) aurait consist? ? consid?rer la somme vers?e au niveau interne comme un acompte des int?r?ts. Les calculs pour la p?riode allant de 1980 ? 2010 ne changent pas par rapport ? ceux de l?approche A. Pour la seconde p?riode, il faudrait prendre comme valeur de d?part la valeur du bien r??valu?e ? l?ann?e 2010 (soit 2 768 930 EUR). ? l?ann?e 2015, cette somme s??tablissait ? 2 859 479 EUR. Pour ce qui est des int?r?ts pour la m?me p?riode, nous obtenons 490 063 EUR. Apr?s d?duction de la somme vers?e au niveau interne, r??valu?e ? l?ann?e 2015 (2 890 944 EUR), nous obtenons 4 219 652 EUR. Voici les calculs :

Ces calculs ne respectent pas la m?thode Guiso-Gallisay dans la mesure o? la somme vers?e au niveau interne n?est pas d?duite au d?but mais ? la fin. Ils contredisent aussi les ?l?ments du dossier, l?indemnit? acquitt?e au niveau interne ne pouvant ?tre consid?r?e comme un acompte.
La majorit? n?a n?anmoins suivi ni l?une ni l?autre de ces approches, puisqu?elle a fini par fixer la somme ? octroyer au titre du dommage mat?riel ? quatre millions d?euros.
12. En ce qui concerne la valeur marchande des biens, eu ?gard ? l?arr?t au principal, je pense qu?il fallait prendre en consid?ration la valeur marchande des terrains qui a ?t? retenue au niveau interne en derni?re instance, soit 2 269 530 EUR. En effet, m?me si la fixation de la valeur des terrains fond?e sur des ? densit?s moyennes ? ?tait tout sauf ?quitable (voir le point 6 de mon opinion jointe ? l?arr?t au principal), on ne peut s?en tenir actuellement qu?? cette derni?re, les requ?rants ayant omis de soumettre une nouvelle expertise. En revanche, je ne suis pas d?accord avec la n?cessit? de ramener cette somme ? sa valeur de 1980 ?tant donn? que cela revient ? s??carter de fa?on flagrante de la ? formule de calcul Guiso-Gallisay ?. En l?occurrence, la valeur marchande des terrains sur laquelle s?est fond?e l?indemnisation de l?expropriation en derni?re instance correspond ? la valeur des terrains au 31 janvier 2001, c?est-?-dire ? la date de l?expertise retenue en derni?re instance (paragraphe 43 de l?arr?t au principal). Cet ?l?ment est extr?mement important car en 2001, les terrains valaient incontestablement plus qu?en 1980. En effet, ces terrains se situent ? Oeiras, ville situ?e ? 20 km de Lisbonne. La capitale s??tant ?tendue au cours des vingt derni?res ann?es, Oeiras est progressivement devenue une ville satellite. Ainsi, d?apr?s moi, le calcul du dommage mat?riel aurait d? partir de l?ann?e 2001 et non pas de l?ann?e 1980, comme celui de la majorit?.
13. Ensuite, j?estime que le calcul aurait d? s?arr?ter ? la date du versement de l?indemnit?, ? savoir ? l?ann?e 2010 (paragraphe 47 de l?arr?t au principal). En effet, ? partir de ce moment, on ne saurait reprocher aux autorit?s un quelconque retard, puisqu?elles ont effectivement acquitt? l?indemnit?, toute critiquable soit-elle.
14. Si nous suivons ce raisonnement, la valeur de d?part est de 2 269 530 EUR. R??valu?e ? l?ann?e 2010, cette somme s??tablit ? 2 768 930 EUR. Pour la p?riode allant de 2001 ? 2010, les int?r?ts s??l?vent ? 1 093 460 EUR. L?indemnit? qui aurait donc d? ?tre acquitt?e en 2010 correspond au total de 2 768 930 EUR + 1 093 460 EUR, soit 3 862 390 EUR. Apr?s d?duction des 2 700 741 EUR vers?s au niveau interne, il reste 1 161 649 EUR, montant qui devrait ?tre allou? pour le dommage mat?riel subi. Pour r?sumer et conclure, tout en adoptant l?application de la m?thode de calcul du dommage mat?riel suivie dans l?arr?t Guiso-Gallisay, en l?esp?ce, il aurait fallu pr?senter le calcul du dommage mat?riel de la mani?re suivante :

Partant, la somme ? verser aux requ?rants en l?esp?ce au titre du dommage mat?riel n?aurait pas d? d?passer 1 161 649 EUR. Cette m?thode de calcul a le m?rite d??tre claire et en accord avec les ?l?ments figurant dans le dossier, ? l?instar de l?approche suivie par la Cour dans l?arr?t Visti?? et Perepjolkins .
15. ? titre surabondant, je pense que, compte tenu des difficult?s relev?es en l?esp?ce, au lieu de forcer l?application d?une formule de calcul, la Cour aurait d? avoir le courage de rejeter la demande, comme elle l?a d?j? fait dans d?autres affaires (paragraphe 7 ci-dessus). Les requ?rants n?auraient pas ?t? priv?s de r?paration pour autant. En effet, ils auraient toujours pu demander la r?ouverture de la proc?dure au niveau interne sur le fondement de l?article 696 f) du code de proc?dure civile et r?clamer une indemnisation conforme ? l?arr?t rendu par la Cour le 4 juin 2015. Le principe de la subsidiarit? aurait ainsi ?t? respect?.

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

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Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
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Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024