A.N.P.T.ES. Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati. Oltre 5.000 espropri trattati in 15 anni di attività.
Qui trovi tutto cio che ti serve in tema di espropriazione per pubblica utilità.

Se desideri chiarimenti in tema di espropriazione compila il modulo cliccando qui e poi chiamaci ai seguenti numeri: 06.91.65.04.018 - 340.95.85.515

Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE MIDEO c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 1
Articoli: 34,06,P1-1
Numero: 19169/02/2019
Stato: Italia
Data: 2019-06-06 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL?UOMO
PRIMA SEZIONE
CAUSA MIDEO c. ITALIA
(Ricorso n. 19169/02)
SENTENZA
STRASBURGO
6 giugno 2019
Questa sentenza ? definitiva. Pu? subire modifiche di forma.

Nella causa Mideo c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell?uomo, (prima sezione), riunita in un comitato composto da:
Ale? Pejchal, presidente,
Tim Eicke,
Gilberto Felici, giudici,
e da Renata Degener, cancelliere aggiunto di sezione,
Dopo avere deliberato in camera di consiglio il 14 maggio 2019,
Pronuncia la seguente sentenza, adottata in tale data:
PROCEDURA
1. All?origine della causa vi ? un ricorso (n. 19169/02) proposto contro la Repubblica italiana con cui un cittadino di questo Stato, il sig. Carmine Mideo (?il ricorrente?), ha adito la Corte l?11 maggio 2000 ai sensi dell?articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell?uomo e delle libert? fondamentali (?la Convenzione?).
2. Il ricorrente ? stato rappresentato dall?avvocato L. Crisci, del foro di Benevento. Il governo italiano (?il Governo?) ? stato rappresentato dai suoi ex-agenti, I.M. Braguglia e E. Spatafora, e dai suoi ex-coagenti, N. Lettieri e P. Accardo.
3. Il 24 maggio 2004 il ricorso ? stato comunicato al Governo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DEL CASO DI SPECIE
4. Il ricorrente ? nato nel 1946 e risiede a Castelpagano (Benevento).
5. Era proprietario di un terreno situato a Castelpagano e registrato al catasto (foglio 22, particella 65) (?il terreno?).
6. Il 6 settembre 1989, la comunit? montana dell?Alto Tammaro (Benevento) approv? il progetto di costruzione di una strada.
7. Il 28 ottobre 1989 l?impresa Zecchina Costruzioni S.p.A. occup? il terreno con il consenso del ricorrente.
8. Il 10 maggio 1990 la comunit? montana adott? un decreto di occupazione di urgenza.
9. Il 6 giugno 1990 la comunit? montana occup? ufficialmente 4.050 m2 del terreno di propriet? del ricorrente.
A. Il procedimento principale
10. Con atto notificato il 27 marzo 1992, il ricorrente cit? la comunit? montana dinanzi al tribunale civile di Benevento. Egli sosteneva che l?occupazione del terreno era iniziata prima del 10 maggio 1990, data in cui fu emesso il decreto di occupazione in via d?urgenza, e pertanto era abusiva. Aggiunse che i lavori di costruzione erano stati completati senza che si fosse proceduto all?espropriazione formale del terreno e al pagamento di un indennizzo.
11. Il tribunale civile di Benevento ordin? una perizia, la cui relazione fu depositata in cancelleria il 2 luglio 1993. Secondo il perito, il ricorrente era proprietario di un terreno destinato ad uso agricolo, di cui erano stati espropriati 8.240 m2, e il cui valore alla data di realizzazione della perizia era di 10.000 lire italiane (ITL) al metro quadrato.
12. Il 27 giugno 1995 fu notificato al ricorrente un decreto di espropriazione, unitamente ad un?offerta di indennizzo per un importo di 11.444.000 ITL. Con atto notificato il 2 agosto 1995, il ricorrente impugn? questo decreto e cit? la comunit? montana dinanzi alla corte d?appello di Napoli. Con ordinanza del 5 luglio 1996, la corte d?appello sospese il procedimento in attesa della sentenza del tribunale di Benevento.
13. Con sentenza del 12 settembre 2002, depositata il 15 ottobre 2002, il tribunale di Benevento dichiar? che l?occupazione del terreno, inizialmente autorizzata, era divenuta illegittima e constat? che il terreno era stato irreversibilmente trasformato dalle opere pubbliche. Fondandosi sul principio dell?espropriazione indiretta (occupazione acquisitiva), dichiar? che il ricorrente era stato privato del suo bene per effetto della trasformazione irreversibile di quest?ultimo. Sulla base della perizia depositata il 2 luglio 1993 (paragrafo 11 supra), il tribunale condann? la comunit? montana a pagare al ricorrente la somma di 42.744,56 euro (EUR), corrispondente al valore venale del terreno espropriato, maggiorata degli interessi a partire dal 10 maggio 1990, data in cui era stato emesso il decreto di occupazione d?urgenza. Inoltre, il tribunale condann? la comunit? montana dell?Alto Tammaro a versare al ricorrente la somma di 129,76 EUR, maggiorata degli interessi, a titolo di indennit? d?occupazione.
14. Il 26 febbraio 2003 la comunit? montana impugn? questa sentenza dinanzi alla corte d?appello di Napoli.
15. In data 8 novembre 2006 la corte d?appello di Napoli respinse l?appello della comunit? montana dichiarandolo inammissibile.
B. La procedura ?Pinto?
16. Il 17 aprile 2002, in base alla legge n. 89 del 24 marzo 2001, denominata ?legge Pinto?, il ricorrente present? alla corte d?appello di Roma una richiesta di risarcimento del danno che asseriva di avere subito a causa della durata del procedimento dinanzi al tribunale di Benevento.
17. Il ricorrente chiese la somma di 18.550 EUR per danni morali e patrimoniali.
18. Con decreto del 24 gennaio 2003, la corte d?appello di Roma accord? al ricorrente la somma di 600 EUR per danno morale.
19. Dagli atti del fascicolo risulta che questo decreto fu notificato all?amministrazione il 24 aprile 2003 e divenne definitivo il 24 giugno 2003.
II. IL DIRITTO E LA PRASSI INTERNI PERTINENTI
20. Per quanto riguarda il diritto e la prassi interni pertinenti relativi all?espropriazione indiretta, la Corte rinvia alla sentenza Messana c. Italia (n. 26128/04, ?? 17-20, 9 febbraio 2017).
21. Il diritto e la prassi interni pertinenti relativi alla legge n. 89 del 24 marzo 2001, detta ?legge Pinto?, sono descritti nella sentenza Cocchiarella c. Italia ([GC], n. 64886/01, ?? 23-31, CEDU 2006 V).
IN DIRITTO
I. SULLA DEDOTTA VIOLAZIONE DELL?ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
22. Il ricorrente sostiene di essere stato privato del suo terreno in modo incompatibile con l?articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione, che recita
?Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non per causa di pubblica utilit? e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non portano pregiudizio al diritto degli Stati di porre in vigore le leggi da essi ritenute necessarie per disciplinare l?uso dei beni in modo conforme all?interesse generale o per assicurare il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle ammende.?
23. Il Governo contesta questa tesi.
A. Sulla ricevibilit?
24. Il Governo ritiene che il ricorrente non possa pi? ritenersi ?vittima? della violazione dedotta. A sostegno della sua tesi, afferma che il risarcimento ottenuto dal ricorrente a livello interno ? stato calcolato sulla base del valore venale del terreno, che non ? stata applicata alcuna riduzione e che la somma accordata era maggiorata degli interessi.
25. Il ricorrente chiede che questa eccezione venga respinta.
26. La Corte rammenta anzitutto che spetta in primo luogo alle autorit? nazionali porre rimedio quando viene lamentata una violazione della Convenzione. A questo proposito, la questione di stabilire se un ricorrente possa ritenersi vittima della violazione dedotta si pone in tutte le fasi della procedura riguardante la Convenzione (Bourdov c. Russia, n. 59498/00, ? 30, CEDU 2002-III).
27. La Corte richiama poi la sua giurisprudenza secondo la quale ? suo compito accertare, da un lato, se da parte delle autorit? vi sia stato un riconoscimento, almeno nella sostanza, della violazione di un diritto tutelato dalla Convenzione e, dall?altro, se il rimedio possa essere considerato adeguato e sufficiente (Cocchiarella, sopra citata, ? 84).
28. La Corte non ritiene necessario pronunciarsi sulla prima condizione, vale a dire la constatazione di violazione da parte delle autorit? nazionali. In effetti, considera che, in ogni caso, il ricorrente possa ancora affermare di essere ?vittima? per i motivi esposti qui di seguito.
29. Per quanto riguarda la seconda condizione, vale a dire un rimedio adeguato e sufficiente, la Corte non ? convinta che questa sia stata soddisfatta nel caso di specie. La Corte rammenta che nella causa Guiso-Gallisay c. Italia ((equa soddisfazione) [GC], n. 58858/00, ? 105, 22 dicembre 2009) ha definito i criteri per l?indennizzo nei casi di espropriazione indiretta e ha precisato che l?importo da riconoscere doveva corrispondere al valore venale del terreno al momento della perdita della propriet?, come stabilito dalla perizia ordinata dal tribunale competente nel corso del procedimento nazionale. Successivamente, una volta detratta la somma eventualmente accordata a livello nazionale, tale importo deve essere indicizzato per compensare gli effetti dell?inflazione e maggiorato di interessi per compensare, almeno in parte, il lungo periodo di tempo trascorso dalla perdita del terreno. Nel caso di specie, la Corte osserva che il tribunale di Benevento ha condannato l?amministrazione a versare al ricorrente un indennizzo corrispondente al valore venale del terreno, maggiorato degli interessi a partire dalla data della trasformazione irreversibile del terreno espropriato, ma non ha indicizzato la somma per compensare gli effetti dell?inflazione (paragrafo 13 supra). Di conseguenza, la Corte ritiene che il risarcimento accordato da tale autorit? giudiziaria non costituisca un rimedio adeguato e sufficiente.
30. In tali circostanze, la Corte ritiene che il ricorrente possa ancora ritenersi vittima della violazione dedotta. Di conseguenza, respinge l?eccezione sollevata dal Governo.
31. Constatando che il motivo di ricorso del ricorrente non ? manifestamente infondato ai sensi dell?articolo 35 ? 3 della Convenzione e non incorre in altri motivi di irricevibilit?, la Corte lo dichiara ricevibile.
B. Sul merito
1. Argomenti delle parti
a) Il ricorrente
32. Il ricorrente afferma di essere stato privato del suo bene in applicazione del principio dell?espropriazione indiretta, un meccanismo che consentirebbe all?autorit? pubblica di acquisire un bene illegittimamente. Il ricorrente ritiene che questa pratica sia inammissibile in uno Stato di diritto.
33. Egli sostiene di aver avuto la certezza di aver perduro la propriet? del suo bene in applicazione del principio dell?espropriazione indiretta solo con la sentenza della Corte di cassazione.
b) Il Governo
34. Il Governo prende atto del fatto che la giurisprudenza della Corte, ormai consolidata, conclude che il meccanismo dell?espropriazione indiretta ? incompatibile con il principio di legalit?. Tuttavia, alla luce delle sentenze delle autorit? giudiziarie interne che, a suo avviso, dichiarano che un trasferimento di propriet? era avvenuto e che era assimilabile ad un atto formale di espropriazione, il Governo sostiene che l?espropriazione in questione non pu? pi? essere considerata incompatibile con il diritto al rispetto dei beni e con il principio della preminenza del diritto.
2. Valutazione della Corte
a) Sulla esistenza di una ingerenza
35. La Corte rinvia alla sua giurisprudenza consolidata relativa alla struttura dell?articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione e alle tre norme distinte che questa disposizione contiene (si vedano, tra molte altre, Sporrong e L?nnroth c. Svezia, 23 settembre 1982, ? 61, serie A n, 52, Iatridis c. Grecia [GC], n. 31107/96, ? 55, CEDU 1999 II, Immobiliare Saffi c. Italia [GC], n. 22774/93, ? 44, CEDU 1999 V, Broniowski c. Polonia [GC], n. 31443/96, ? 134, CEDU 2004 V, e Visti?? e Perepjolkins c. Lettonia [GC], n. 71243/01, ? 93, 25 ottobre 2012).
36. Constata che le parti convengono che vi ? stata una ?privazione? di propriet? ai sensi della seconda frase del primo comma dell?articolo 1 del Protocollo n. 1.
37. Pertanto, deve valutare se la privazione denunciata sia giustificata alla luce di questa disposizione.
b) Sul rispetto del principio di legalit?
38. La Corte rammenta che l?articolo 1 del Protocollo n. 1 richiede, prima di tutto e soprattutto, che un?ingerenza dell?autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legittima: la seconda frase del primo comma di questo articolo autorizza la privazione della propriet? solo ?nelle condizioni previste dalla legge?; il secondo comma riconosce agli Stati il diritto di disciplinare l?uso dei beni ponendo in vigore delle ?leggi?. Inoltre, la preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? insita in tutti gli articoli della Convenzione (Amuur c. Francia, 25 giugno 1996, ? 50, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996-III, e Iatridis, sopra citata, ? 58).
39. La Corte rimanda poi alla sua giurisprudenza in materia di espropriazione indiretta (si veda, tra altre, Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italia, n. 31524/96, CEDU 2000-VI) per una sintesi dei principi pertinenti, in particolare sulla questione del rispetto del principio di legalit? in questo tipo di cause.
40. In questa causa, la Corte rileva che, applicando il principio dell?espropriazione indiretta, i giudici nazionali hanno considerato che il ricorrente era stato privato del suo bene per effetto della trasformazione irreversibile di quest?ultimo. Tuttavia essa ritiene che, mancando un atto formale di espropriazione, questa situazione non possa essere considerata ?prevedibile?. In effetti, solo con la decisione giudiziaria definitiva ? stato effettivamente applicato il principio dell?espropriazione indiretta ed ? stato ratificato il trasferimento della propriet? del terreno alle autorit? pubbliche.
41. Inoltre, la Corte osserva che la situazione in causa ha consentito all?amministrazione di trarre vantaggio da un?occupazione di terreno illegittima. In altre parole, l?amministrazione ha potuto appropriarsi del terreno in spregio delle norme sull?espropriazione e, tra l?altro, senza concedere indennizzi all?interessato.
42. Alla luce di tali considerazioni, la Corte ritiene che la violazione contestata non sia compatibile con il principio di legalit? e che abbia quindi comportato una violazione del diritto del ricorrente al rispetto dei suoi beni.
43. Pertanto, la Corte conclude che vi ? stata violazione dell?articolo 1 del Protocollo n. 1.
II. SULLA DEDOTTA VIOLAZIONE DELL?ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
44. Il ricorrente sostiene che il procedimento civile ? stato eccessivamente lungo e che il risarcimento da lui ottenuto nell?ambito del ricorso ?Pinto? ? insufficiente.
45. L?articolo 6 ? 1, nelle sue parti pertinenti al caso di specie, recita:
?Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata (…) entro un termine ragionevole, da un tribunale (…) il quale sia chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile (…)?
46. Il Governo contesta questa tesi.
A. Sulla ricevibilit?
1. Sul mancato esaurimento delle vie di ricorso interne
47. Il Governo solleva un?eccezione di mancato esaurimento delle vie di ricorso interne e fa notare che il ricorrente non ha presentato ricorso per cassazione avverso il decreto della corte d?appello di Roma.
48. La Corte rileva che il decreto della corte d?appello di Roma ? divenuto definitivo il 24 giugno 2003. Alla luce della sua giurisprudenza (Di Sante c. Italia (dec.), n. 56079/00, 24 giugno 2004), essa ritiene che il ricorrente fosse dispensato dall?utilizzare il ricorso per cassazione, avendo acquisito un grado di certezza giuridica sufficiente solo a partire dal 26 luglio 2004.
49. Ne consegue che l?eccezione di mancato esaurimento sollevata dal Governo non pu? essere accolta.
2. Sulla qualit? di vittima
50. Il Governo sostiene che il ricorrente non pu? pi? considerarsi ?vittima? di una violazione dell?articolo 6 ? 1, in quanto la corte d?appello di Roma ha constatato una violazione e ha fornito all?interessato un risarcimento adeguato e sufficiente in considerazione della posta in gioco nella controversia.
51. Il ricorrente sostiene che l?eccezione sollevata dal Governo deve essere respinta, ritenendo che l?importo accordato dalla corte d?appello non permetta di considerare il risarcimento offerto in questo caso sufficiente a porre rimedio alla violazione dedotta.
52. La Corte rammenta la sua giurisprudenza secondo la quale ? suo compito accertare, da un lato, se da parte delle autorit? vi sia stato un riconoscimento, almeno nella sostanza, della violazione di un diritto tutelato dalla Convenzione e, dall?altro, se il rimedio possa essere considerato adeguato e sufficiente (Cocchiarella, sopra citata, ? 84).
53. Nel caso di specie, la prima condizione, ossia l?accertamento di una violazione da parte delle autorit? nazionali, non solleva problemi in quanto la corte d?appello di Roma ha espressamente constatato una violazione.
54. Per quanto riguarda la seconda condizione, la Corte rinvia alla sentenza Cocchiarella (sopra citata, ?? 86-107) per quanto riguarda le caratteristiche che un ricorso interno deve avere per fornire un rimedio adeguato e sufficiente. Inoltre rammenta che, per valutare l?importo dell?indennizzo concesso dal giudice nazionale, la Corte esamina, sulla base degli elementi di cui dispone, la somma che avrebbe accordato nella stessa situazione per il periodo preso in considerazione dal giudice nazionale.
55. Nel caso di specie, la Corte ritiene che, concedendo al ricorrente solo 600 EUR per danno morale, la corte d?appello di Roma non abbia rimediato alla violazione in causa in modo adeguato e sufficiente. Facendo riferimento ai principi che derivano dalla sua giurisprudenza (si veda, tra altre, Cocchiarella, sopra citata, ?? 69-98), la Corte rileva in effetti che la somma in questione non rappresenta pi? del 15% dell?importo che essa generalmente accorda in cause analoghe promosse contro l?Italia.
56. Alla luce di quanto precede e tenuto conto dell?insufficienza del rimedio fornito, la Corte ritiene che il ricorrente possa ancora ritenersi ?vittima? ai sensi dell?articolo 34 della Convenzione.
57. La Corte constata che questo motivo di ricorso non ? manifestamente infondato ai sensi dell?articolo 35 ? 3 della Convenzione e che non incorre in altri motivi di irricevibilit?. Pertanto lo dichiara ricevibile.
B. Sul merito
58. La Corte constata che il procedimento principale, iniziato il 27 marzo 1992 e terminato il 15 ottobre 2002, ? durato pi? di dieci anni per un grado di giudizio.
59. La Corte si ? pi? volte occupata di ricorsi che sollevano questioni simili a quella del caso di specie e, alla luce dei criteri che derivano dalla sua giurisprudenza ben consolidata in materia (si veda, in primo luogo, Cocchiarella, sopra citata), ha constatato una inosservanza dell?esigenza del ?termine ragionevole?. Poich? la Corte non vede nulla che possa indurla a concludere diversamente nel caso di specie, ritiene doversi dichiarare che vi ? stata violazione dell?articolo 6 ? 1.
III. SULLA DEDOTTA VIOLAZIONE DELL?ARTICOLO 13 DELLA CONVENZIONE IN RAGIONE DELLA MANCANZA DI EFFETTIVIT? DEL RICORSO PREVISTO DALLA ?LEGGE PINTO?
60. Il ricorrente invoca l?articolo 13 e sostiene che l?importo dell?indennizzo che gli ? stato riconosciuto era insufficiente e che il ricorso proposto ai sensi della legge ?Pinto? non era pertanto effettivo.
61. Alla luce della giurisprudenza Delle Cave e Corrado c. Italia (n. 14626/03, ? 43-46, 5 giugno 2007), e Simaldone c. Italia (n. 22644/03, ? 71-72, 31 marzo 2009), la Corte ritiene che in questo caso l?insufficienza dell?indennizzo non rimetta in discussione l?effettivit? del ricorso ?Pinto?.
62. Di conseguenza, questo motivo di ricorso deve essere dichiarato irricevibile per manifesta infondatezza ai sensi dell?articolo 35 ?? 3a) e 4 della Convenzione.
IV. SULL?APPLICAZIONE DELL?ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
63. Ai sensi dell?articolo 41 della Convenzione,
?Se la Corte dichiara che vi ? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli e se il diritto interno dell?Alta Parte contraente non permette se non in modo imperfetto di rimuovere le conseguenze di tale violazione, la Corte accorda, se del caso, un?equa soddisfazione alla parte lesa.?
A. Danno materiale
64. Il ricorrente chiede un risarcimento corrispondente al valore venale del terreno nel 2004, e non alla data della perdita della propriet?. Quantifica questa richiesta in 109.592 EUR. Chiede inoltre la somma di 350.000 EUR, che stima sulla base del plusvalore che l?opera di pubblica utilit? avrebbe apportato al terreno. Infine, chiede 212.756,80 EUR per la perdita della sua attivit? agricola e 74.160 per la perdita di godimento del terreno.
65. Il Governo contesta queste richieste e fa notare che il ricorrente ha ottenuto un risarcimento che corrisponderebbe al valore venale del terreno e sarebbe conforme ai criteri derivanti dalla giurisprudenza della Corte.
66. La Corte rammenta che una sentenza che constata una violazione comporta per lo Stato convenuto l?obbligo di porre fine alla violazione e di cancellarne le conseguenze al fine di ripristinare, per quanto possibile, la situazione precedente (Iatridis c. Grecia (equa soddisfazione) [GC], n. 31107/96, ? 32, CEDU 2000-XI).
67. Rammenta inoltre che, nella causa Guiso-Gallisay (sopra citata, ? 105), la Corte ha modificato la sua giurisprudenza relativa ai criteri di indennizzo nelle cause di espropriazione indiretta. In particolare, ha deciso di respingere le domande dei ricorrenti nella misura in cui erano basate sul valore dei terreni alla data della sua sentenza e di non tener pi? conto, nella valutazione del danno materiale, del costo di costruzione degli immobili edificati dallo Stato sui terreni in causa.
68. L?indennizzo deve pertanto corrispondere al valore pieno ed intero del terreno al momento della perdita della propriet?, come stabilito dalla perizia ordinata dal tribunale competente nel corso del procedimento nazionale. Successivamente, una volta detratta la somma eventualmente concessa a livello nazionale, tale importo deve essere indicizzato per compensare gli effetti dell?inflazione e maggiorato di interessi per compensare, almeno in parte, il lungo periodo di tempo trascorso dalla perdita dei terreni (si veda anche paragrafo 29 supra).
69. Nel caso di specie, la Corte osserva che il ricorrente ha ricevuto a livello nazionale una somma corrispondente al valore venale del terreno, maggiorata di interessi a partire dal 10 maggio 1990, data di emissione del decreto di occupazione d?urgenza (paragrafo 13 supra). Tuttavia, la Corte constata che i giudici nazionali non hanno indicizzato la somma per compensare gli effetti dell?inflazione. Di conseguenza, la Corte ritiene ragionevole accordare al ricorrente una somma corrispondente alla rivalutazione monetaria a partire dalla data della perdita della propriet? fissata dai giudici nazionali (il 10 maggio 1990) fino alla data della pronuncia della sentenza del tribunale di Benevento (il 12 settembre 2002). La Corte ritiene pertanto che si debba accordare al ricorrente la somma di 22.550 EUR a questo titolo.
B. Danno morale
70. Il ricorrente chiede 179.000 EUR per danno morale.
71. Il Governo contesta tale richiesta.
72. La Corte ritiene che il senso di impotenza e di frustrazione del ricorrente di fronte allo spossessamento illegittimo del suo bene nonch? alla eccessiva durata del procedimento gli abbiano causato un danno morale che deve essere riparato adeguatamente.
73. Facendo riferimento alla sua giurisprudenza (Messana, sopra citata, e Cocchiarella, sopra citata) e deliberando in via equitativa, la Corte accorda al ricorrente 6.500 EUR per danno morale.
C. Spese
74. Il ricorrente chiede anche 141.355,54 EUR per le spese che avrebbe sostenuto dinanzi alle autorit? giudiziarie nazionali e dinanzi alla Corte.
75. Il Governo contesta tale richiesta e ritiene che l?importo reclamato sia eccessivo.
76. La Corte rammenta che, secondo la sua giurisprudenza, un ricorrente pu? ottenere il rimborso delle spese sostenute solo nella misura in cui ne siano accertate la realt? e la necessit?, e il loro importo sia ragionevole (Can e altri c. Turchia, n. 29189/02, ? 22, 24 gennaio 2008).
77. Nella fattispecie, la Corte rileva che il ricorrente ha gi? ottenuto dalla corte d?appello di Napoli il rimborso delle spese processuali sostenute dinanzi alle autorit? giudiziarie interne (paragrafo 17 supra). La Corte non mette in dubbio la necessit? di sostenere delle spese, ma reputa eccessivo il totale degli onorari richiesti a questo titolo e ritiene, pertanto, che debbano essere rimborsati solo in parte.
78. Tenuto conto delle circostanze della causa, la Corte ritiene ragionevole accordare un importo di 7.000 EUR per tutte le spese sostenute.
D. Interessi moratori
79. La Corte ritiene appropriato basare il tasso degli interessi moratori sul tasso d?interesse delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea maggiorato di tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL?UNANIMIT?,
1. Dichiara il ricorso ricevibile per quanto riguarda le doglianze relative all?articolo 1 del Protocollo n. 1 e all?articolo 6 ? 1 della Convenzione, e irricevibile per il resto;
2. Dichiara che vi ? stata violazione dell?articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione;
3. Dichiara che vi ? stata violazione dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione;
4. Dichiara
a. che lo Stato convenuto deve versare al ricorrente, entro tre mesi, le seguenti somme:
i. 22.550 EUR (ventiduemilacinquecentocinquanta euro), pi? l?importo eventualmente dovuto a titolo di imposta su questa somma, per danno materiale;
ii. 6.500 EUR (seimilacinquecento euro), pi? l?importo eventualmente dovuto a titolo di imposta su questa somma, per danno morale;
iii. 7.000 EUR (settemila euro), pi? l?importo eventualmente dovuto dal ricorrente a titolo di imposta su questa somma, per le spese;
b. che, a decorrere dalla scadenza di detto termine e fino al versamento, tali importi dovranno essere maggiorati di un interesse semplice ad un tasso equivalente a quello delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea applicabile durante quel periodo, aumentato di tre punti percentuali;
5. Respinge la domanda di equa soddisfazione per il resto.
Fatta in francese, poi comunicata per iscritto il 6 giugno 2019, in applicazione dell?articolo 77 ?? 2 e 3 del regolamento della Corte.
Ale? Pejchal
Presidente
Renata Degener
Cancelliere aggiunto

Testo Tradotto

PREMI?RE SECTION

AFFAIRE MIDEO c. ITALIE

(Requ?te no 19169/02)

ARR?T

STRASBOURG

6 juin 2019

Cet arr?t est d?finitif. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Mideo c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en un comit? compos? de :
Ale? Pejchal, pr?sident,
Tim Eicke,
Gilberto Felici, juges,
et de Renata Degener, greffi?re adjointe de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 14 mai 2019,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 19169/02) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant de cet ?tat, M. Carmine Mideo (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 11 mai 2000 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? par Me L. Crisci, avocat ? B?n?vent. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par ses anciens agents, M. I.M. Braguglia et Mme E. Spatafora, et ses anciens coagents, M. N. Lettieri et Mme P. Accardo.
3. Le 24 mai 2004, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
4. Le requ?rant est n? en 1946 et r?side ? Castelpagano (B?n?vent).
5. Il ?tait propri?taire d?un terrain sis ? Castelpagano et enregistr? au cadastre, feuille 22, parcelle 65 (? le terrain ?).
6. Le 6 septembre 1989, la communaut? de montagne (comunit? montana) d?Alto Tammaro (B?n?vent) approuva le projet de construction d?une route.
7. Le 28 octobre 1989, l?entreprise de construction Zecchina Costruzioni S.p.A. occupa le terrain avec le consentement du requ?rant.
8. Le 10 mai 1990, la communaut? de montagne prit un arr?t? d?occupation d?urgence.
9. Le 6 juin 1990, la communaut? de montagne occupa officiellement 4 050 m2 du terrain appartenant au requ?rant.
A. La proc?dure principale
10. Par un acte notifi? le 27 mars 1992, le requ?rant assigna la communaut? de montagne devant le tribunal civil de B?n?vent. Il all?gua que l?occupation du terrain avait commenc? avant que l?arr?t? d?occupation d?urgence f?t pris le 10 mai 1990 et qu?elle ?tait donc abusive. Il ajouta que les travaux de construction s??taient termin?s sans qu?il f?t proc?d? ? l?expropriation formelle du terrain et au paiement d?une indemnit?.
11. Le tribunal civil de B?n?vent ordonna la r?alisation d?une expertise, dont le rapport fut d?pos? au greffe le 2 juillet 1993. Selon l?expert, le requ?rant ?tait propri?taire d?un terrain affect? ? un usage agricole, dont 8 240 m2 avaient ?t? expropri?s, et la valeur du terrain ? la date de la r?alisation de l?expertise ?tait de 10 000 lires italiennes (ITL) le m?tre carr?.
12. Le 27 juin 1995, un arr?t? d?expropriation, assorti d?une offre d?indemnisation d?un montant de 11 444 000 ITL, fut signifi? au requ?rant. Par un acte notifi? le 2 ao?t 1995, le requ?rant attaqua cet arr?t? et assigna la communaut? de montagne devant la cour d?appel de Naples. Par une ordonnance du 5 juillet 1996, la cour d?appel suspendit la proc?dure dans l?attente du jugement du tribunal de B?n?vent.
13. Par un jugement du 12 septembre 2002, d?pos? au greffe le 15 octobre 2002, le tribunal de B?n?vent d?clara que l?occupation du terrain, initialement autoris?e, ?tait devenue ill?gale et constata que le terrain avait ?t? irr?versiblement transform? par les ouvrages publics. Il jugea, sur le fondement du principe de l?expropriation indirecte (occupazione acquisitiva), que le requ?rant avait ?t? priv? de son bien par l?effet de la transformation irr?versible de celui-ci. S?appuyant sur le rapport d?expertise d?pos? le 2 juillet 1993 (paragraphe 11 ci-dessus), le tribunal condamna la communaut? de montagne ? payer au requ?rant la somme de 42 744,56 euros (EUR), correspondant ? la valeur v?nale du terrain expropri?, augment?e des int?r?ts ? partir du 10 mai 1990, date ? laquelle l?arr?t? d?occupation d?urgence avait ?t? pris. En outre, le tribunal condamna la communaut? de montagne d?Alto Tammaro ? verser au requ?rant la somme de 129,76 EUR, augment?e des int?r?ts, ? titre d?indemnit? d?occupation.
14. Le 26 f?vrier 2003, la communaut? de montagne interjeta appel de ce jugement devant la cour d?appel de Naples.
15. Le 8 novembre 2006, la cour d?appel de Naples d?clara irrecevable l?appel form? par la communaut? de montagne et le rejeta.
B. La proc?dure ? Pinto ?
16. Le 17 avril 2002, se fondant sur la loi no 89 du 24 mars 2001, dite ? loi Pinto ?, le requ?rant saisit la cour d?appel de Rome d?une demande en r?paration du pr?judice qu?il disait avoir subi ? cause de la dur?e de la proc?dure devant le tribunal de B?n?vent.
17. Il sollicita la somme de 18 550 EUR pour dommage moral et patrimonial.
18. Par une d?cision du 24 janvier 2003, la cour d?appel de Rome accorda au requ?rant la somme de 600 EUR pour dommage moral.
19. Il ressort du dossier que cette d?cision fut notifi?e ? l?administration le 24 avril 2003 et acquit force de chose jug?e le 24 juin 2003.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
20. Pour ce qui est du droit et de la pratique internes pertinents relatifs ? l?expropriation indirecte, la Cour renvoie ? l?arr?t Messana c. Italie (no 26128/04, ?? 17-20, 9 f?vrier 2017).
21. Le droit et la pratique internes pertinents relatifs ? la loi no 89 du 24 mars 2001, dite ? loi Pinto ?, sont d?crits dans l?arr?t Cocchiarella c. Italie ([GC], no 64886/01, ?? 23-31, CEDH 2006 V).
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 ? LA CONVENTION
22. Le requ?rant soutient qu?il a ?t? priv? de son terrain d?une mani?re incompatible avec l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, ainsi libell? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
23. Le Gouvernement conteste cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
24. Le Gouvernement estime que le requ?rant ne peut plus se pr?tendre ? victime ? de la violation all?gu?e. ? l?appui de sa th?se, il soutient que le d?dommagement obtenu par le requ?rant au niveau interne a ?t? calcul? sur la base de la valeur v?nale du terrain, qu?aucune r?duction n?a ?t? appliqu?e, et que la somme octroy?e ?tait assortie d?int?r?ts.
25. Le requ?rant demande le rejet de cette exception.
26. La Cour rappelle d?embl?e qu?il appartient en premier lieu aux autorit?s nationales de redresser une violation all?gu?e de la Convention. ? cet ?gard, la question de savoir si un requ?rant peut se pr?tendre victime du manquement all?gu? se pose ? tous les stades de la proc?dure au regard de la Convention (Bourdov c. Russie, no 59498/00, ? 30, CEDH 2002-III).
27. La Cour rappelle ensuite sa jurisprudence selon laquelle il lui appartient de v?rifier, d?une part, s?il y a eu reconnaissance par les autorit?s, au moins en substance, d?une violation d?un droit prot?g? par la Convention et, d?autre part, si le redressement peut ?tre consid?r? comme appropri? et suffisant (Cocchiarella, pr?cit?, ? 84).
28. La Cour estime qu?il n?est pas n?cessaire qu?elle se prononce sur la premi?re condition, ? savoir le constat de violation par les autorit?s nationales. En effet, elle consid?re que, dans tous les cas, le requ?rant peut encore se pr?tendre ? victime ?, pour les motifs expos?s ci-dessous.
29. Quant ? la seconde condition, ? savoir un redressement appropri? et suffisant, la Cour n?est pas persuad?e qu?elle a ?t? remplie dans le cas d?esp?ce. La Cour rappelle que dans l?affaire Guiso-Gallisay c. Italie ((satisfaction ?quitable) [GC], no 58858/00, ? 105, 22 d?cembre 2009) elle a d?fini les crit?res d?indemnisation dans les affaires d?expropriation indirecte et a pr?cis? que le montant de l?indemnit? ? octroyer devait correspondre ? la valeur v?nale du terrain au moment de la perte de la propri?t?, telle qu??tablie par l?expertise ordonn?e par la juridiction comp?tente au cours de la proc?dure interne. Ensuite, une fois d?duite la somme ?ventuellement octroy?e au niveau national, ce montant doit ?tre actualis? pour compenser les effets de l?inflation et assorti d?int?r?ts susceptibles de compenser, au moins en partie, le long laps de temps qui s?est ?coul? depuis la d?possession du terrain. En l?esp?ce, la Cour observe que le tribunal de B?n?vent a condamn? l?administration ? verser au requ?rant une indemnit? correspondant ? la valeur v?nale du terrain, augment?e des int?r?ts ? partir de la date de transformation irr?versible du terrain expropri?, mais est rest? en d?faut d?actualiser la somme pour compenser les effets de l?inflation (paragraphe 13 ci-dessus). Par cons?quent, la Cour consid?re que le redressement accord? par cette juridiction ne constitue pas un redressement appropri? et suffisant.
30. Dans ces conditions, la Cour estime que le requ?rant peut encore se pr?tendre victime de la violation all?gu?e. Par cons?quent, elle rejette l?exception soulev?e par le Gouvernement.
31. Constatant que le grief du requ?rant n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention et qu?il ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour le d?clare recevable.
B. Sur le fond
1. Arguments des parties
a) Le requ?rant
32. Le requ?rant indique qu?il a ?t? priv? de son bien en application du principe de l?expropriation indirecte, un m?canisme qui permettrait ? l?autorit? publique d?acqu?rir un bien en toute ill?galit?. Il estime que cette pratique est inadmissible dans un ?tat de droit.
33. Il soutient qu?il n?a eu la certitude d?avoir perdu la propri?t? de son bien en application du principe de l?expropriation indirecte qu?avec l?arr?t de la Cour de cassation.
b) Le Gouvernement
34. Le Gouvernement prend acte de ce que la jurisprudence de la Cour, d?sormais consolid?e, conclut ? une incompatibilit? du m?canisme de l?expropriation indirecte avec le principe de l?galit?. Toutefois, eu ?gard aux arr?ts des juridictions internes qui, indique-t-il, d?clarent qu?un transfert de propri?t? avait eu lieu et que celui-ci ?tait assimilable ? un acte formel d?expropriation, il plaide que l?expropriation en question ne peut plus ?tre consid?r?e comme incompatible avec le droit au respect des biens et le principe de pr??minence du droit.
2. Appr?ciation de la Cour
a) Sur l?existence d?une ing?rence
35. La Cour renvoie ? sa jurisprudence constante relative ? la structure de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention et aux trois normes distinctes que cette disposition contient (voir, parmi beaucoup d?autres, Sporrong et L?nnroth c. Su?de, 23 septembre 1982, ? 61, s?rie A no 52, Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999 II, Immobiliare Saffi c. Italie [GC], no 22774/93, ? 44, CEDH 1999 V, Broniowski c. Pologne [GC], no 31443/96, ? 134, CEDH 2004 V, et Visti?? et Perepjolkins c. Lettonie [GC], no 71243/01, ? 93, 25 octobre 2012).
36. Elle constate que les parties s?accordent pour dire qu?il y a eu une ? privation ? de propri?t? au sens de la deuxi?me phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1.
37. Elle doit donc rechercher si la privation d?nonc?e se justifie sous l?angle de cette disposition.
b) Sur le respect du principe de l?galit?
38. La Cour rappelle que l?article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu?une ing?rence de l?autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale : la seconde phrase du premier alin?a de cet article n?autorise une privation de propri?t? que ? dans les conditions pr?vues par la loi ? ; le second alin?a reconna?t aux ?tats le droit de r?glementer l?usage des biens en mettant en vigueur des ? lois ?. De plus, la pr??minence du droit, l?un des principes fondamentaux d?une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l?ensemble des articles de la Convention (Amuur c. France, 25 juin 1996, ? 50, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996 III, et Iatridis, pr?cit?, ? 58).
39. La Cour renvoie ensuite ? sa jurisprudence en mati?re d?expropriation indirecte (voir, parmi d?autres, Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie, no 31524/96, CEDH 2000-VI) pour une r?capitulation des principes pertinents, notamment sur la question du respect du principe de l?galit? dans ce type d?affaires.
40. Dans la pr?sente affaire, la Cour rel?ve que, en appliquant le principe de l?expropriation indirecte, les juridictions internes ont consid?r? que le requ?rant avait ?t? priv? de son bien par l?effet de la transformation irr?versible de celui-ci. Or elle estime qu?en l?absence d?un acte formel d?expropriation cette situation ne saurait passer pour ? pr?visible ?. En effet, ce n?est que par la d?cision judiciaire d?finitive que le principe de l?expropriation indirecte a ?t? effectivement appliqu? et que le transfert de propri?t? du terrain au b?n?fice des pouvoirs publics a ?t? ent?rin?.
41. La Cour observe ensuite que la situation en cause a permis ? l?administration de tirer parti d?une occupation de terrain ill?gale. En d?autres termes, l?administration a pu s?approprier le terrain au m?pris des r?gles d?expropriation et, entre autres, sans accorder d?indemnit? ? l?int?ress?.
42. ? la lumi?re de ces consid?rations, la Cour estime que l?atteinte litigieuse n?est pas compatible avec le principe de l?galit? et qu?elle a donc emport? violation du droit du requ?rant au respect de ses biens.
43. D?s lors, elle conclut qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION
44. Le requ?rant all?gue que la proc?dure civile a connu une dur?e excessive et que le redressement qu?il a obtenu dans le cadre du recours ? Pinto ? est insuffisant.
45. L?article 6 ? 1, en ses passages pertinents en l?esp?ce, est ainsi libell? :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) dans un d?lai raisonnable, par un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
46. Le Gouvernement conteste cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
1. Sur le non-?puisement des voies de recours internes
47. Le Gouvernement soul?ve une exception de non-?puisement des voies de recours internes. Il indique que le requ?rant ne s?est pas pourvu en cassation contre la d?cision de la cour d?appel de Rome.
48. La Cour rel?ve que la d?cision de la cour d?appel de Rome est devenue d?finitive le 24 juin 2003. ? la lumi?re de sa jurisprudence (Di Sante c. Italie (d?c.), no 56079/00, 24 juin 2004), elle consid?re que le requ?rant ?tait dispens? d?utiliser la voie de la cassation, qui n?a acquis un degr? de certitude juridique suffisant qu?? compter du 26 juillet 2004.
49. Il s?ensuit que l?exception de non-?puisement soulev?e par le Gouvernement ne saurait ?tre retenue.
2. Sur la qualit? de victime
50. Le Gouvernement argue que le requ?rant ne peut plus se pr?tendre ? victime ? d?une violation de l?article 6 ? 1, la cour d?appel de Rome ayant constat? une violation et fourni ? l?int?ress? un redressement appropri? et suffisant au regard de l?enjeu du litige.
51. Le requ?rant soutient que l?exception soulev?e par le Gouvernement doit ?tre rejet?e, estimant que le montant accord? par la cour d?appel ne permet pas de consid?rer le redressement offert en l?occurrence comme suffisant pour la r?paration de la violation all?gu?e.
52. La Cour rappelle sa jurisprudence selon laquelle il lui appartient de v?rifier, d?une part, s?il y a eu reconnaissance par les autorit?s, au moins en substance, d?une violation d?un droit prot?g? par la Convention et, d?autre part, si le redressement peut ?tre consid?r? comme appropri? et suffisant (Cocchiarella, pr?cit?, ? 84).
53. En l?esp?ce, la premi?re condition, ? savoir le constat par les autorit?s nationales d?une violation, ne pr?te pas ? controverse puisque la cour d?appel de Rome a express?ment constat? une violation.
54. Quant ? la seconde condition, la Cour renvoie ? l?arr?t Cocchiarella (pr?cit?, ?? 86-107) en ce qui concerne les caract?ristiques que doit pr?senter un recours interne pour fournir un redressement appropri? et suffisant. Elle rappelle que, pour ?valuer le montant de l?indemnit? allou?e par la juridiction nationale, elle examine, sur la base des ?l?ments dont elle dispose, la somme qu?elle aurait accord?e dans la m?me situation pour la p?riode prise en consid?ration par la juridiction interne.
55. En l?esp?ce, la Cour estime qu?en n?octroyant au requ?rant qu?une somme de 600 EUR pour dommage moral, la cour d?appel de Rome n?a pas r?par? la violation en cause de mani?re appropri?e et suffisante. Se r?f?rant aux principes qui se d?gagent de sa jurisprudence (voir, entre autres, Cocchiarella, pr?cit?, ?? 69-98), la Cour rel?ve en effet que la somme en question ne repr?sente gu?re plus de 15 % du montant qu?elle octroie g?n?ralement dans des affaires similaires dirig?es contre l?Italie.
56. Au vu de ce qui pr?c?de et eu ?gard ? l?insuffisance du redressement fourni, la Cour consid?re que le requ?rant peut toujours se pr?tendre ? victime ? au sens de l?article 34 de la Convention.
57. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention et qu?il ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
58. La Cour constate que la proc?dure principale, qui a d?but? le 27 mars 1992 pour se terminer le 15 octobre 2002, a dur? plus de dix ans pour un degr? de juridiction.
59. La Cour a trait? ? maintes reprises de requ?tes soulevant des questions semblables ? celle du cas d?esp?ce et, eu ?gard aux crit?res qui se d?gagent de sa jurisprudence bien ?tablie en la mati?re (voir, en premier lieu, Cocchiarella, pr?cit?), a constat? une m?connaissance de l?exigence du ? d?lai raisonnable ?. N?apercevant rien qui puisse l?amener ? une conclusion diff?rente dans la pr?sente affaire, la Cour estime qu?il y a lieu de conclure ? la violation de l?article 6 ? 1.
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 13 DE LA CONVENTION ? RAISON D?UN MANQUE D?EFFECTIVIT? DU RECOURS PR?VU PAR LA ? LOI PINTO ?
60. Invoquant l?article 13, le requ?rant soutient que le montant de l?indemnit? qui lui a ?t? allou?e ?tait insuffisant et que le recours introduit par la loi ? Pinto ? ?tait donc ineffectif.
61. Eu ?gard ? la jurisprudence Delle Cave et Corrado c. Italie (no 14626/03, ? 43-46, 5 juin 2007), et Simaldone c. Italie (no 22644/03, ? 71-72, 31 mars 2009), la Cour estime qu?en l?esp?ce l?insuffisance de l?indemnisation ne remet pas en cause l?effectivit? du recours ? Pinto ?.
62. Partant, il y a lieu de d?clarer ce grief irrecevable pour d?faut manifeste de fondement au sens de l?article 35 ?? 3a) et 4 de la Convention.
IV. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
63. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage mat?riel
64. Le requ?rant demande un d?dommagement correspondant ? la valeur v?nale du terrain en 2004, et non ? la date de la perte de propri?t?. Il chiffre cette pr?tention ? 109 592 EUR. Il sollicite en outre la somme de 350 000 EUR, qu?il estime sur la base de la plus-value qu?aurait apport?e l?ouvrage d?utilit? publique au terrain. Enfin, il demande 212 756,80 EUR pour perte de son activit? agricole et 74 160 EUR pour perte de jouissance du terrain.
65. Le Gouvernement conteste ces demandes et indique que le requ?rant a obtenu un d?dommagement qui correspondrait ? la valeur v?nale du terrain et qui serait en conformit? avec les crit?res se d?gageant de la jurisprudence de la Cour.
66. La Cour rappelle qu?un arr?t constatant une violation entra?ne pour l??tat d?fendeur l?obligation de mettre un terme ? la violation et d?en effacer les cons?quences de mani?re ? r?tablir autant que faire se peut la situation ant?rieure ? celle-ci (Iatridis c. Gr?ce (satisfaction ?quitable) [GC], n? 31107/96, ? 32, CEDH 2000-XI).
67. Elle rappelle ?galement que, dans l?affaire Guiso-Gallisay (pr?cit?e, ? 105), elle a modifi? sa jurisprudence concernant les crit?res d?indemnisation dans les affaires d?expropriation indirecte. En particulier, elle a d?cid? d??carter les pr?tentions des requ?rants dans la mesure o? elles ?taient fond?es sur la valeur des terrains ? la date de son arr?t et de ne plus tenir compte, pour ?valuer le dommage mat?riel, du co?t de construction des immeubles b?tis par l??tat sur les terrains en cause.
68. L?indemnisation doit donc correspondre ? la valeur pleine et enti?re du terrain au moment de la perte de la propri?t?, telle qu??tablie par l?expertise ordonn?e par la juridiction comp?tente au cours de la proc?dure interne. Ensuite, une fois d?duite la somme ?ventuellement octroy?e au niveau national, ce montant doit ?tre actualis? pour compenser les effets de l?inflation et assorti d?int?r?ts susceptibles de compenser, au moins en partie, le long laps de temps qui peut s??tre ?coul? depuis la d?possession des terrains (voir aussi paragraphe 29 ci-dessus).
69. En l?esp?ce, la Cour observe que le requ?rant a re?u au niveau national une somme correspondant ? la valeur v?nale du terrain, assortie d?int?r?ts ? compter du 10 mai 1990, date de la prise du l?arr?t? d?occupation d?urgence (paragraphe 13 ci-dessus). Toutefois, la Cour constate que les juridictions nationales sont rest?es en d?faut d?actualiser la somme pour compenser les effets de l?inflation. En cons?quence, la Cour estime raisonnable d?accorder au requ?rant une somme correspondant ? la r??valuation mon?taire ? partir de la date de la perte de la propri?t? fix?e par les juridictions internes (le 10 mai 1990) jusqu?? la date du prononc? du jugement du tribunal de B?n?vent (le 12 septembre 2002). Elle consid?re donc qu?il y a lieu d?octroyer au requ?rant 22 550 EUR ? ce titre.
B. Dommage moral
70. Le requ?rant demande 179 000 EUR pour pr?judice moral.
71. Le Gouvernement conteste cette demande.
72. La Cour estime que le sentiment d?impuissance et de frustration que le requ?rant a d? ?prouver face ? la d?possession ill?gale de son bien ainsi que la dur?e excessive de la proc?dure lui ont caus? un pr?judice moral qu?il y a lieu de r?parer de mani?re ad?quate.
73. Se r?f?rant ? sa jurisprudence (Messana, pr?cit?, et Cocchiarella, pr?cit?) et statuant en ?quit?, la Cour alloue au requ?rant 6 500 EUR pour pr?judice moral.
C. Frais et d?pens
74. Le requ?rant demande ?galement 141 355,54 EUR pour les frais et d?pens qu?il aurait engag?s devant les juridictions nationales et devant la Cour.
75. Le Gouvernement conteste cette demande et estime que le montant r?clam? est excessif.
76. La Cour rappelle que, selon sa jurisprudence, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux (Can et autres c. Turquie, no 29189/02, ? 22, 24 janvier 2008).
77. En l?esp?ce, la Cour note que le requ?rant a d?j? obtenu de la cour d?appel de Naples le remboursement des frais de proc?dure engag?s devant les juridictions internes (paragraphe 17 ci-dessus). La Cour ne doute pas de la n?cessit? d?engager des frais, mais elle trouve excessif le total des honoraires revendiqu? ? ce titre. Elle consid?re d?s lors qu?il n?y a lieu de les rembourser qu?en partie.
78. Compte tenu des circonstances de la cause, la Cour juge raisonnable d?allouer un montant de 7 000 EUR pour l?ensemble des frais expos?s.
D. Int?r?ts moratoires
79. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable quant aux griefs tir?s de l?article 1 du Protocole no 1 et de l?article 6 ? 1 de la Convention, et irrecevable pour le surplus ;

2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ;

3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention ;

4. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les trois mois, les sommes suivantes :
i. 22 550 EUR (vingt-deux mille cinq cent cinquante euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme, pour dommage mat?riel ;
ii. 6 500 EUR (six mille cinq cents euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme, pour dommage moral ;
iii. 7 000 EUR (sept mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? par le requ?rant ? titre d?imp?t sur cette somme, pour frais et d?pens ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

5. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 6 juin 2019, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Renata Degener Ale? Pejchal
Greffi?re adjointe Pr?sident

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024