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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE MEDICI ET AUTRES c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 29, P1-1
Numero: 70508/01/2006
Stato: Italia
Data: 2006-10-05 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

Conclusione Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata
TERZA SEZIONE
CAUSA MEDICI ED ALTRI C. ITALIA
( Richiesta no 70508/01)
SENTENZA
STRASBURGO
5 ottobre 2006
DEFINITIVO
05/01/2007
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Medici ed altri c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, terza sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIGG. B.M. Zupancic, presidente,
J. Hedigan, C. B?rsan, V. Zagrebelsky, la Sig.ra A. Gyulumyan, il
Sig. Davide Th?r Bj?rgvinsson, la Sig.ra I. Ziemele, giudici,
e della Sig.ra F. Araci, cancelliera collaboratrice di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 14 settembre 2006,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 70508/01) diretta contro la Repubblica italiana e in cui otto cittadini di questo Stato, il Sig. P. M., la Sig.ra E. M., il Sig. V. M., il Sig. F. M., il Sig. F. M., il Sig. G. M., la Sig.ra F. M. e la Sig.ra C. M. S. (“i richiedenti”), hanno investito la Corte il 30 settembre 2000 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. I richiedenti sono rappresentati dal Sig. G. S., avvocato a Roma. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. I. M. Braguglia, dal suo coagente, il Sig. F. Crisafulli, e dal suo coagente aggiunto, il Sig. N. Lettieri.
3. Il 13 maggio 2004, la Corte, prima sezione, ha dichiarato la richiesta parzialmente inammissibile e ha deciso di comunicare la lagnanza derivata dall’articolo 1 del Protocollo no 1 al Governo.
4. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni, articolo 25 ? 1 dell’ordinamento. La presente richiesta ? stata assegnata alla terza sezione cos? ricomposta, articolo 52 ? 1. Avvalendosi dell’articolo 29 ? 3 della Convenzione, il 6 aprile 2006 ha deciso che sarebbero state esaminate l’ammissibilit? e la fondatezza della causa allo stesso tempo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
5. I richiedenti sono nati rispettivamente nel 1931, 1939, 1925, 1926, 1928, 1933, 1924 e 1939 e risiedono rispettivamente a Roma, Bianco, Reggio Calabria, e Reggio Calabria.
6. Hanno ereditato un terreno di 39 280 metri quadrati ubicato a Reggio Calabria e registrato al catasto, foglio 18, appezzamenti 149, 150, 151, 152, 153 e 154,.
7. Con un’ordinanza del 16 gennaio 1947, il prefetto di Reggio Calabria autorizz? l’occupazione di emergenza di questo terreno in vista della sua espropriazione, per procedere alla realizzazione di un polo industriale.
8. Con un’ordinanza del 22 luglio 1952, il prefetto di Reggio Calabria decret? l’espropriazione del terreno in vista della costruzione del polo industriale.
9. Il 26 maggio 1954 il de cujus dei richiedenti accett? la somma di 19 828 219 ITL a titolo di indennit? di espropriazione e di occupazione. Il 31 maggio 1959, decedette.
10. Il polo industriale fu pianificato in un’altra zona della citt? in seguito.
11. Con una nota del 2 marzo 1968, in seguito alla constatazione che il terreno non aveva ricevuto la destinazione prevista dalla dichiarazione di utilit? pubblica, il ministero della Funzione pubblica (“il ministero”) concedette al municipio di Reggio Calabria il permesso di pianificare un mercato degli agrumi.
12. Con un atto notificato il 16 febbraio 1978, i richiedenti citarono il ministero dinnanzi al tribunale di Catanzaro per fare constatare che il terreno non aveva ricevuto la destinazione prevista dalla dichiarazione di utilit? pubblica. Alla luce di questa considerazione, chiedevano in via principale la restituzione del terreno e sussidiariamente il versamento di un risarcimento per la perdita di questo, sminuito dell’indennit? di espropriazione gi? ricevuta.
13. Il ministero si costitu? nel procedimento ed eccep? la prescrizione del diritto alla restituzione.
14. Con un giudizio depositato alla cancelleria il 13 novembre 1985, il tribunale di Catanzaro accolse l’eccezione del ministero e respinse per prescrizione la richiesta dei richiedenti.
15. Con un atto del 15 gennaio 1986, i richiedenti interposero appello a questo giudizio dinnanzi alla corte di appello di Catanzaro.
16. Con una sentenza non definitiva depositata alla cancelleria il 18 gennaio 1987, la corte di appello di Catanzaro dichiar? che il terreno non era stato utilizzato conformemente al decreto di espropriazione e che per questo fatto i richiedenti avevano diritto alla restituzione. Tuttavia, la restituzione del terreno si rivelava impossibile, avendo l’amministrazione realizzato un altro lavoro su questo e dovendo essere applicato il principio dell’espropriazione indiretta nello specifico; solo un indennizzo era possibile. Alla luce di queste considerazioni, la corte di appello giudic? che i richiedenti avevano diritto ad una somma che corrispondesse alla differenza tra i valori venali del terreno e l’importo che avevano ricevuto gi? a titolo di indennit? di espropriazione e di occupazione. Con la stessa sentenza, la corte di appello ordin? la continuazione del processo per valutare l’importo di un tale indennizzo.
17. Con una sentenza definitiva depositata alla cancelleria la corte di appello valut? a 6 308 368 000 ITL il valore venale del terreno nel 1987 il 3 marzo 1988, ed a 259 869 072 ITL la rivalutazione al 1987 della somma gi? ricevuta dai richiedenti a titolo di indennit? di espropriazione e di occupazione. Alla luce di queste considerazioni, la corte di appello condann? il ministero a versare ai richiedenti la somma di 6 048 498 928 ITL, pi? interessi.
18. Con un ricorso notificato il 10 maggio 1988, il ministero ricorse in cassazione.
19. Con una sentenza depositata alla cancelleria il 26 giugno 1990, la Corte di cassazione dichiar? che il diritto alla restituzione di un bene espropriato nasce dalla decisione che lo stabilisce e che, tenuto conto delle circostanze dello specifico, la somma che i richiedenti avrebbero dovuto versare per ottenere la restituzione del terreno equivaleva al valore venale di questo ultimo. Per questo fatto niente era dovuto ai richiedenti a titolo di risarcimento per la privazione del terreno; un’indennit? doveva essere versata tuttavia per l’indisponibilit? di questo. Alla luce di queste considerazioni, la Corte di cassazione rinvi? la causa dinnanzi alla corte di appello di Catanzaro affinch? questa ultima determinasse l’indennit? da versare ai richiedenti.
20. Con un atto notificato il 18 dicembre 1990, i richiedenti citarono il ministero dinnanzi alla corte di appello di Catanzaro, per ottenere l’indennit? derivante dall’indisponibilit? del terreno.
21. Con una sentenza depositata alla cancelleria il 4 novembre 1996, la corte di appello respinse la domanda dei richiedenti, al motivo che questi non avevano provato di avere subito un danno in ragione dell’indisponibilit? del terreno.
22. Con un ricorso notificato il 3 marzo 1997, i richiedenti ricorsero in cassazione.
23. Con una sentenza del 5 dicembre 1997, la Corte di cassazione accolse il ricorso dei richiedenti, per il motivo che la corte di appello di Catanzaro non aveva supportato sufficientemente il ragionamento alla base del rifiuto della domanda di questi. Di conseguenza, la Corte di cassazione rinvi? la causa dinnanzi alla corte di appello di Catanzaro.
24. Con un ricorso notificato il 25 febbraio 1998, i richiedenti attaccarono questa ultima sentenza dinnanzi ad un’altra sezione della Corte di cassazione, facendo valere che la causa avrebbe dovuto essere rinviata dinnanzi alla corte di appello di Reggio Calabria.
25. Con una sentenza depositata alla cancelleria il 21 luglio 1998, la Corte di cassazione accolse il ricorso e rinvi? la causa dinnanzi alla corte di appello di Reggio Calabria.
26. Con una sentenza depositata alla cancelleria il 30 giugno 1999, la corte di appello di Reggio Calabria condann? il ministero a versare un’indennit? derivante dall’indisponibilit? del terreno, valutato a 5 976 241 288 ITL, pi? interessi a contare dal 26 giugno 1990 ai richiedenti, data del deposito alla cancelleria della prima sentenza della Corte di cassazione.
27. Con un ricorso notificato il 26 ottobre 1999, il ministero ricorse in cassazione.
28. Con una sentenza depositata alla cancelleria il 18 aprile 2000, la Corte di cassazione respinse il ministero del suo ricorso.
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNI PERTINENTI
29. Il diritto interno pertinente si trova descritto nella sentenza Serrao c. Italia (no 67198/01, 13 ottobre 2005,).
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELLL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
30. I richiedenti adducono essere stati privati del loro terreno in circostanze incompatibili con l’articolo 1 del Protocollo no 1, cos? formulato,:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Sull’ammissibilit?
31. Il Governo non solleva eccezioni concernenti l’ammissibilit? della presente richiesta.
32. La Corte constata che la richiesta non ? manifestamente mal fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che questa non urta nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
1. Tesi delle parti
a) Il Governo
33. Il Governo ammette che il procedimento di espropriazione non ? stato messo in opera nei termini previsti dalla legge e che l’occupazione del terreno deve essere considerata come illegale ab initio, nella misura in cui questo ultimo non ? stato utilizzato conformemente al decreto di espropriazione.
34. A difetto dell’utilit? pubblica, i richiedenti sarebbero stati ad ogni modo privati del loro bene per effetto della costruzione del lavoro pubblico e della trasformazione irreversibile del terreno che questa ultima ha provocato. Questa privazione del bene, secondo il Governo, ? solamente la conseguenza del principio dell’espropriazione indiretta, che le giurisdizioni nazionali hanno applicato.
35. Il Governo sostiene che questa situazione ? conforme all’articolo 1 del Protocollo no 1. A questo riguardo, fa valere che il giusto equilibrio sarebbe rispettato. In compenso delle irregolarit? commesse dall’amministrazione ed in particolare della mancanza di utilit? pubblica, i richiedenti hanno difatti avuto diritto ad un risarcimento adeguato del danno subito, conformemente alla giurisprudenza della Corte di cassazione in materia.
36. Riferendosi al causa Zubani c. Italia, sentenza del 7 agosto 1996, Raccolta 1996-IV, ?? 45-46, il Governo conclude che la situazione denunciata ? compatibile con l’articolo 1 del Protocollo no 1.
b) I richiedenti,
37. I richiedenti fanno osservare che l’espropriazione indiretta ? un meccanismo che permette all’autorit? pubblica di acquisire un bene in ogni illegalit?.
38. Denunciano una mancanza di chiarezza, prevedibilit? e precisione dei principi e delle disposizioni applicati al loro caso per il motivo che un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, non basta a soddisfare al principio di legalit?.
2. Valutazione della Corte
a) Sull’esistenza di un’ingerenza
39. La Corte ricorda che, per determinare se c’? stata “privazione di beni”, bisogna esaminare non solo se ci sono state spodestamento o espropriazione formale, ma ancora guardare al di l? delle apparenze ed analizzare la realt? della situazione controversa. Mirando la Convenzione che mira a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa ricercare se suddetta situazione fosse equivalsa ad un’espropriazione di fatto (Sporrong e L?nnroth c. Svezia, sentenza del 23 settembre 1982, serie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
40. La Corte rileva che, applicando il principio dell’espropriazione indiretta, le giurisdizioni interne hanno considerato i richiedenti come privati del loro bene in ragione della trasformazione irreversibile di questo. A difetto di un atto formale di espropriazione, la constatazione di illegalit? da parte del giudice ? l’elemento che consacra il trasferimento al patrimonio pubblico del bene occupato. In queste circostanze, la Corte conclude che la sentenza della Corte di cassazione ha avuto per effetto di privare i richiedenti del loro bene al senso della seconda frase dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (Carbonara e Ventura precitato, ? 61, e Brumarescu c. Romania [GC], no 28342/95, ? 77, CEDH 1999-VII).
41. Per essere compatibile con l’articolo 1 del Protocollo no 1, una simile ingerenza deve essere operata “a causa di utilit? pubblica” e “nelle condizioni previste dalla legge ed dei principi generali di diritto internazionale.” L’ingerenza deve predisporre un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo( Sporrong e L?nnroth, precitata, p. 26, ? 69.) Inoltre, la necessit? di esaminare la questione del giusto equilibrio pu? farsi non “sentire solamente quando si ? rivelato che l’ingerenza controversa ha rispettato il principio di legalit? e non era arbitraria” (Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II, e Beyeler c. Italia [GC], no 33202/96, ? 107, CEDH 2000-I).
42. Quindi, la Corte non stima opportuno fondare il suo ragionamento sulla semplice valutazione dell’importo del risarcimento accordato ai richiedenti (Carbonara e Ventura, precitato, ? 62).
b) Sul rispetto del principio di legalit?
43. La Corte rinvia alla sua giurisprudenza in materia di espropriazione indiretta (Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italia, no 31524/96, CEDH 2000-VI, e Carbonara e Ventura c. Italia, no 24638/94, CEDH 2000-VI; tra le sentenze pi? recenti, vedere Acciardi e Campagna c. Italia, no 41040/98, 19 maggio 2005, Pasculli c. Italia, no 36818/97, 17 maggio 2005, Scordino c. Italia (no 3), no 43662/98, 17 maggio 2005, Serrao c. Italia, no 67198/01, 13 ottobre 2005, Il Rosa ed Alba c. Italia (no 1), no 58119/00, 11 ottobre 2005, e Chir? c. Italia (no 4), no 67196/01, 11 ottobre 2005) secondo la quale l’espropriazione indiretta ignora il principio di legalit? per il motivo che non ? atta a garantire un grado sufficiente di sicurezza giuridica e che permette in generale all’amministrazione di passare oltre le regole fissate in materia di espropriazione. L’espropriazione indiretta mira difatti, in ogni caso, ad interinare una situazione che deriva di fatto dalle illegalit? commesse dall’amministrazione, a regolare le conseguenze per l’individuo e per l’amministrazione, a favore di questa.
44. Nella presente causa, la Corte rileva che applicando il principio dell’espropriazione indiretta, le giurisdizioni italiane hanno considerato i richiedenti come privati del loro bene in ragione della sua trasformazione irreversibile, essendo riunite le condizioni di illegalit? dell’occupazione e di interesse pubblico del lavoro costruito. Ora, in mancanza di un atto formale di espropriazione, la Corte stima che questa situazione non potrebbe essere considerata come “prevedibile”, poich? ? solamente con la decisione giudiziale definitiva che si pu? considerare il principio dell’espropriazione indiretta come applicato effettivamente e che l’acquisizione del terreno al patrimonio pubblico ? stata consacrata. Di conseguenza, i richiedenti non hanno avuto la “sicurezza giuridica” concernente la privazione del terreno che il 18 aprile 2000, data in cui la sentenza della Corte di cassazione ? stata depositata alla cancelleria.
45. La Corte osserva poi che la situazione in causa ha permesso all’amministrazione di derivare partito da un’occupazione illegale di terreno. In altri termini, l’amministrazione si ? potuta appropriare del terreno a disprezzo delle regole che regolano l’espropriazione in buona e dovuta forma, e, tra l?altro, senza che un’indennit? fosse messa in parallelo a disposizione degli interessati.
46. Alla luce di queste considerazioni, la Corte stima che l’ingerenza controversa non ? compatibile col principio di legalit? e che ha infranto il diritto al rispetto dei beni dei richiedenti dunque.
47. Quindi, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
II. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
48. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
49. A titolo di danno materiale, i richiedenti chiedono da prima un risarcimento di 20 415 867,69 EUR, uguale al valore venale reale del terreno, cos? come la somma di 6 819 728,35 a titolo di indennizzo per non-godimento del terreno.
50. Inoltre, sollecitano il versamento delle somme di 14 258 640 EUR a titolo di indennizzo per l’impossibilit? di costruire sul terreno, di 2 603 903,27 EUR per il plusvalore portato dal lavoro pubblico realizzato sul terreno, e di 2 004 385 EUR per la distruzione delle opere esistenti sul terreno durante i lavori.
51. A titolo di danno morale, i richiedenti sollecitano il versamento di 200 000 EUR per persona.
52. Infine, i richiedenti chiedono 28 460 EUR per persona per oneri di procedimento dinnanzi alle giurisdizioni interne e la Corte.
53. In quanto al danno materiale, il Governo fa valere che la somma ricevuta dai richiedenti alla conclusione del procedimento dinnanzi alle giurisdizioni interne costituisce un risarcimento adeguato per questo danno e stima che ad ogni modo le somme richieste dai richiedenti sarebbero eccessive.
54. Per ci? che riguarda il danno morale, il Governo fa valere che simile danno dipende dalla durata eccessiva del procedimento dinnanzi alle giurisdizioni nazionali. Di conseguenza, il Governo sostiene che il versamento di una qualsiasi somma a titolo di indennizzo del danno morale ? subordinato all’esaurimento del rimedio Pinto.
55. Infine, il Governo osserva che le somme richieste per oneri e spese sono eccessive.
56. La Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trova in stato. Perci?, la riserva e fisser? ulteriore procedimento , tenuto conto della possibilit? che il Governo ed i richiedenti giungano ad un accordo.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara la richiesta ammissibile;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
3. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trova in stato;
perci?,
a) la riserva per intero;
b) invita il Governo ed i richiedenti ad indirizzarle per iscritto, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva ulteriore procedimento e delega al presidente della camera la cura di fissarlo all’occorrenza.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 5 ottobre 2006 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Fatos Araci Bo?tjan il Sig. Zupancic Cancelliera collaboratrice Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Violation de P1-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
TROISI?ME SECTION
AFFAIRE MEDICI ET AUTRES c. ITALIE
(Requ?te no 70508/01)
ARR?T
STRASBOURG
5 octobre 2006
D?FINITIF
05/01/2007
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l’article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l’affaire Medici et autres c. Italie,
La Cour europ?enne des Droits de l’Homme (troisi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
MM. B.M. Zupancic, pr?sident,
J. Hedigan,
C. B?rsan,
V. Zagrebelsky,
Mme A. Gyulumyan,
M. David Th?r Bj?rgvinsson,
Mme I. Ziemele, juges,
et de Mme F. Araci, greffi?re adjointe de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 14 septembre 2006,
Rend l’arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l’origine de l’affaire se trouve une requ?te (no 70508/01) dirig?e contre la R?publique italienne et dont huit ressortissants de cet ?tat, M. P. M., Mme E. M., M. V. M., M. F. M., M. F. M., M. G. M., Mme F. M. et Mme C. M. S. (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour le 30 septembre 2000 en vertu de l’article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l’Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Les requ?rants sont repr?sent?s par Me G. S., avocat ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. I. M. Braguglia, par son coagent, M. F. Crisafulli, et par son coagent adjoint, M. N. Lettieri.
3. Le 13 mai 2004, la Cour (premi?re section) a d?clar? la requ?te partiellement irrecevable et a d?cid? de communiquer le grief tir? de l’article 1 du Protocole no 1 au Gouvernement.
4. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la troisi?me section ainsi remani?e (article 52 ? 1). Se pr?valant de l’article 29 ? 3 de la Convention, le 6 avril 2006 elle a d?cid? que seraient examin?s en m?me temps la recevabilit? et le bien-fond? de l’affaire.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L’ESP?CE
5. Les requ?rants sont n?s respectivement en 1931, 1939, 1925, 1926, 1928, 1933, 1924 et 1939 et r?sident respectivement ? Rome, Bianco (Reggio de Calabre) et Reggio de Calabre.
6. Ils ont h?rit? d’un terrain de 39 280 m?tres carr?s sis ? Reggio de Calabre et enregistr? au cadastre, feuille 18, parcelles 149, 150, 151, 152, 153 et 154.
7. Par un arr?t? du 16 janvier 1947, le pr?fet de Reggio de Calabre autorisa l’occupation d’urgence de ce terrain en vue de son expropriation, afin de proc?der ? la r?alisation d’un p?le industriel.
8. Par un arr?t? du 22 juillet 1952, le pr?fet de Reggio de Calabre d?cr?ta l’expropriation du terrain en vue de la construction du p?le industriel.
9. Le 26 mai 1954 le de cujus des requ?rants accepta la somme de 19 828 219 ITL ? titre d’indemnit? d’expropriation et d’occupation. Le 31 mai 1959, il d?c?da.
10. Le p?le industriel fut par la suite am?nag? dans une autre zone de la ville.
11. Par une note du 2 mars 1968, ? la suite du constat que le terrain n’avait pas re?u l’affectation pr?vue par la d?claration d’utilit? publique, le minist?re de la Fonction publique (? le minist?re ?) octroya ? la mairie de Reggio de Calabre le permis d’y am?nager un march? aux agrumes.
12. Par un acte notifi? le 16 f?vrier 1978, les requ?rants assign?rent le minist?re devant le tribunal de Catanzaro pour faire constater que le terrain n’avait pas re?u l’affectation pr?vue par la d?claration d’utilit? publique. A la lumi?re de cette consid?ration, ils demandaient en voie principale la r?trocession du terrain et subsidiairement le versement d’un d?dommagement pour la perte de celui-ci, diminu? de l’indemnit? d’expropriation d?j? re?ue.
13. Le minist?re se constitua dans la proc?dure et excipa la prescription du droit ? la r?trocession.
14. Par un jugement d?pos? au greffe le 13 novembre 1985, le tribunal de Catanzaro accueillit l’exception du minist?re et rejeta pour prescription la demande des requ?rants.
15. Par un acte du 15 janvier 1986, les requ?rants interjet?rent appel de ce jugement devant la cour d’appel de Catanzaro.
16. Par un arr?t non d?finitif d?pos? au greffe le 18 janvier 1987, la cour d’appel de Catanzaro d?clara que le terrain n’avait pas ?t? utilis? conform?ment au d?cret d’expropriation et que de ce fait les requ?rants avaient droit ? la r?trocession. Toutefois, la restitution du terrain s’av?rait impossible, l’administration ayant r?alis? un autre ouvrage sur celui-ci et le principe de l’expropriation indirecte devant ?tre appliqu? en l’esp?ce ; seule une indemnisation ?tait possible. A la lumi?re de ces consid?rations, la cour d’appel jugea que les requ?rants avaient droit ? une somme correspondant ? la diff?rence entre la valeur v?nale du terrain et le montant qu’ils avaient d?j? re?u ? titre d’indemnit? d’expropriation et d’occupation. Par le m?me arr?t, la cour d’appel ordonna la continuation du proc?s afin d’?valuer le montant d’une telle indemnisation.
17. Par un arr?t d?finitif d?pos? au greffe le 3 mars 1988, la cour d’appel ?valua ? 6 308 368 000 ITL la valeur v?nale du terrain en 1987, et ? 259 869 072 ITL la r??valuation au 1987 de la somme d?j? re?ue par les requ?rants ? titre d’indemnit? d’expropriation et d’occupation. A la lumi?re de ces consid?rations, la cour d’appel condamna le minist?re ? verser aux requ?rants la somme de 6 048 498 928 ITL, plus int?r?ts.
18. Par un recours notifi? le 10 mai 1988, le minist?re se pourvut en cassation.
19. Par un arr?t d?pos? au greffe le 26 juin 1990, la Cour de cassation d?clara que le droit ? la r?trocession d’un bien expropri? na?t par la d?cision qui l’?tablit et que, compte tenu des circonstances de l’esp?ce, la somme que les requ?rants auraient d? verser afin d’obtenir la restitution du terrain ?quivalait ? la valeur v?nale de ce dernier. De ce fait rien n’?tait d? aux requ?rants ? titre de d?dommagement pour la privation du terrain ; une indemnit? devait toutefois ?tre vers?e pour l’indisponibilit? de celui-ci. A la lumi?re de ces consid?rations, la Cour de cassation renvoya l’affaire devant la cour d’appel de Catanzaro pour que cette derni?re d?termine l’indemnit? ? verser aux requ?rants.
20. Par un acte notifi? le 18 d?cembre 1990, les requ?rants assign?rent le minist?re devant la cour d’appel de Catanzaro, afin d’obtenir l’indemnit? d?coulant de l’indisponibilit? du terrain.
21. Par un arr?t d?pos? au greffe le 4 novembre 1996, la cour d’appel rejeta la demande des requ?rants, au motif que ceux-ci n’avaient pas prouv? avoir subi un pr?judice en raison de l’indisponibilit? du terrain.
22. Par un recours notifi? le 3 mars 1997, les requ?rants se pourvurent en cassation.
23. Par un arr?t du 5 d?cembre 1997, la Cour de cassation accueillit le pourvoi des requ?rants, au motif que la cour d’appel de Catanzaro n’avait pas suffisamment ?tay? le raisonnement ? la base du rejet de la demande de ceux-ci. Par cons?quent, la Cour de cassation renvoya l’affaire devant la cour d’appel de Catanzaro.
24. Par un recours notifi? le 25 f?vrier 1998, les requ?rants attaqu?rent ce dernier arr?t devant une autre section de la Cour de cassation, faisant valoir que l’affaire aurait d? ?tre renvoy?e devant la cour d’appel de Reggio de Calabre.
25. Par un arr?t d?pos? au greffe le 21 juillet 1998, la Cour de cassation accueillit le recours et renvoya l’affaire devant la cour d’appel de Reggio de Calabre.
26. Par un arr?t d?pos? au greffe le 30 juin 1999, la cour d’appel de Reggio de Calabre condamna le minist?re ? verser aux requ?rants une indemnit? d?coulant de l’indisponibilit? du terrain, ?valu?e ? 5 976 241 288 ITL, plus int?r?ts ? compter du 26 juin 1990, date du d?p?t au greffe du premier arr?t de la Cour de cassation.
27. Par un recours notifi? le 26 octobre 1999, le minist?re se pourvut en cassation.
28. Par un arr?t d?pos? au greffe le 18 avril 2000, la Cour de cassation d?bouta le minist?re de son pourvoi.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
29. Le droit interne pertinent se trouve d?crit dans l’arr?t Serrao c. Italie (no 67198/01, 13 octobre 2005).
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L’ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
30. Les requ?rants all?guent avoir ?t? priv?s de leur terrain dans des circonstances incompatibles avec l’article 1 du Protocole no 1, ainsi libell? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d’utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu’ils jugent n?cessaires pour r?glementer l’usage des biens conform?ment ? l’int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d’autres contributions ou des amendes. ?
A. Sur la recevabilit?
31. Le Gouvernement ne soul?ve pas d’exceptions concernant la recevabilit? de la pr?sente requ?te.
32. La Cour constate que la requ?te n’est pas manifestement mal fond?e au sens de l’article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celle-ci ne se heurte ? aucun autre motif d’irrecevabilit?. Il convient donc de la d?clarer recevable.
B. Sur le fond
1. Th?ses des parties
a) Le Gouvernement
33. Le Gouvernement admet que la proc?dure d’expropriation n’a pas ?t? mise en ?uvre dans les termes pr?vus par la loi et que l’occupation du terrain doit ?tre consid?r?e comme ill?gale ab initio, dans la mesure o? ce dernier n’a pas ?t? utilis? conform?ment au d?cret d’expropriation.
34. A d?faut de l’utilit? publique, les requ?rants auraient en tout ?tat de cause ?t? priv?s de leur bien par l’effet de la construction de l’ouvrage public et de la transformation irr?versible du terrain que cette derni?re a entra?n?. Cette privation du bien, selon le Gouvernement, n’est que la cons?quence du principe de l’expropriation indirecte, que les juridictions nationales ont appliqu?.
35. Le Gouvernement soutient que cette situation est conforme ? l’article 1 du Protocole no 1. A cet ?gard, il fait valoir que le juste ?quilibre serait respect?. En contrepartie des irr?gularit?s commises par l’administration et notamment de l’absence d’utilit? publique, les requ?rants ont eu droit en effet ? une r?paration ad?quate du pr?judice subi, conform?ment ? la jurisprudence de la Cour de cassation en la mati?re.
36. Se referant ? l’affaire Zubani c. Italie (arr?t du 7 ao?t 1996, Recueil 1996-IV, ?? 45-46), le Gouvernement conclut que la situation d?nonc?e est compatible avec l’article 1 du Protocole no 1.
b) Les requ?rants
37. Les requ?rants font observer que l’expropriation indirecte est un m?canisme qui permet ? l’autorit? publique d’acqu?rir un bien en toute ill?galit?.
38. Ils d?noncent un manque de clart?, pr?visibilit? et pr?cision des principes et des dispositions appliqu?s ? leur cas au motif qu’un principe jurisprudentiel, tel que celui de l’expropriation indirecte, ne suffit pas ? satisfaire au principe de l?galit?.
2. Appr?ciation de la Cour
a) Sur l’existence d’une ing?rence
39. La Cour rappelle que, pour d?terminer s’il y a eu ? privation de biens ?, il faut non seulement examiner s’il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser la r?alit? de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth c. Su?de, arr?t du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
40. La Cour rel?ve que, en appliquant le principe de l’expropriation indirecte, les juridictions internes ont consid?r? les requ?rants comme ?tant priv?s de leur bien en raison de la transformation irr?versible de celui-ci. A d?faut d’un acte formel d’expropriation, le constat d’ill?galit? de la part du juge est l’?l?ment qui consacre le transfert au patrimoine public du bien occup?. Dans ces circonstances, la Cour conclut que l’arr?t de la Cour de cassation a eu pour effet de priver les requ?rants de leur bien au sens de la deuxi?me phrase de l’article 1 du Protocole no 1 (Carbonara et Ventura pr?cit?, ? 61, et Brumarescu c. Roumanie [GC], no 28342/95, ? 77, CEDH 1999-VII).
41. Pour ?tre compatible avec l’article 1 du Protocole no 1, une telle ing?rence doit ?tre op?r?e ? pour cause d’utilit? publique ? et ? dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux de droit international ?. L’ing?rence doit m?nager un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l’int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l’individu (Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, p. 26, ? 69). En outre, la n?cessit? d’examiner la question du juste ?quilibre ? ne peut se faire sentir que lorsqu’il s’est av?r? que l’ing?rence litigieuse a respect? le principe de l?galit? et n’?tait pas arbitraire ? (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II, et Beyeler c. Italie [GC], no 33202/96, ? 107, CEDH 2000-I).
42. D?s lors, la Cour n’estime pas opportun de fonder son raisonnement sur la simple ?valuation du montant de la r?paration accord?e aux requ?rants (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 62).
b) Sur le respect du principe de l?galit?
43. La Cour renvoie ? sa jurisprudence en mati?re d’expropriation indirecte (Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie, no 31524/96, CEDH 2000-VI, et Carbonara et Ventura c. Italie, no 24638/94, CEDH 2000-VI ; parmi les arr?ts plus r?cents, voir Acciardi et Campagna c. Italie, no 41040/98, 19 mai 2005, Pasculli c. Italie, no 36818/97, 17 mai 2005, Scordino c. Italie (no 3), no 43662/98, 17 mai 2005, Serrao c. Italie, no 67198/01, 13 octobre 2005, La Rosa et Alba c. Italie (no 1), no 58119/00, 11 octobre 2005, et Chir? c. Italie (no 4), no 67196/01, 11 octobre 2005), selon laquelle l’expropriation indirecte m?conna?t le principe de l?galit? au motif qu’elle n’est pas apte ? assurer un degr? suffisant de s?curit? juridique et qu’elle permet en g?n?ral ? l’administration de passer outre les r?gles fix?es en mati?re d’expropriation. En effet, dans tous les cas, l’expropriation indirecte vise ? ent?riner une situation de fait d?coulant des ill?galit?s commises par l’administration, ? r?gler les cons?quences pour le particulier et pour l’administration, au b?n?fice de celle-ci.
44. Dans la pr?sente affaire, la Cour rel?ve qu’en appliquant le principe de l’expropriation indirecte, les juridictions italiennes ont consid?r? les requ?rants comme priv?s de leur bien en raison de sa transformation irr?versible, les conditions d’ill?galit? de l’occupation et d’int?r?t public de l’ouvrage construit ?tant r?unies. Or, en l’absence d’un acte formel d’expropriation, la Cour estime que cette situation ne saurait ?tre consid?r?e comme ? pr?visible ?, puisque ce n’est que par la d?cision judiciaire d?finitive que l’on peut consid?rer le principe de l’expropriation indirecte comme ayant effectivement ?t? appliqu? et que l’acquisition du terrain au patrimoine public a ?t? consacr?e. Par cons?quent, les requ?rants n’ont eu la ? s?curit? juridique ? concernant la privation du terrain que le 18 avril 2000, date ? laquelle l’arr?t de la Cour de cassation a ?t? d?pos? au greffe.
45. La Cour observe ensuite que la situation en cause a permis ? l’administration de tirer parti d’une occupation de terrain ill?gale. En d’autres termes, l’administration a pu s’approprier du terrain au m?pris des r?gles r?gissant l’expropriation en bonne et due forme, et, entre autres, sans qu’une indemnit? soit mise en parall?le ? la disposition des int?ress?s.
46. A la lumi?re de ces consid?rations, la Cour estime que l’ing?rence litigieuse n’est pas compatible avec le principe de l?galit? et qu’elle a donc enfreint le droit au respect des biens des requ?rants.
47. D?s lors, il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1.
II. SUR L’APPLICATION DE L’ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
48. Aux termes de l’article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu’il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d’effacer qu’imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s’il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
49. A titre de pr?judice mat?riel, les requ?rants demandent d’abord un d?dommagement de 20 415 867,69 EUR, ?gal ? la valeur v?nale actuelle du terrain, ainsi que la somme de 6 819 728,35 ? titre d’indemnisation pour non-jouissance du terrain.
50. En outre, ils sollicitent le versement des sommes de 14 258 640 EUR ? titre d’indemnisation pour l’impossibilit? de b?tir sur le terrain, de 2 603 903,27 EUR pour la plus-value apport?e par l’ouvrage public r?alis? sur le terrain, et de 2 004 385 EUR pour la destruction des ?uvres existant sur le terrain au cours des travaux.
51. A titre de pr?judice moral, les requ?rants sollicitent le versement de 200 000 EUR par personne.
52. Enfin, les requ?rants demandent 28 460 EUR par personne pour frais de proc?dure devant les juridictions internes et la Cour.
53. Quant au pr?judice mat?riel, le Gouvernement fait valoir que la somme re?ue par les requ?rants ? l’issue de la proc?dure devant les juridictions internes constitue une r?paration ad?quate de ce pr?judice et estime qu’en tout ?tat de cause les sommes r?clam?es par les requ?rants seraient excessives.
54. S’agissant du dommage moral, le Gouvernement fait valoir qu’un tel dommage d?pend de la dur?e excessive de la proc?dure devant les juridictions nationales. Par cons?quent, le Gouvernement soutient que le versement d’une quelconque somme ? titre d’indemnisation du dommage moral est subordonn? ? l’?puisement du rem?de Pinto.
55. Enfin, le Gouvernement observe que les sommes r?clam?es pour frais et d?penses sont excessives.
56. La Cour estime que la question de l’application de l’article 41 ne se trouve pas en ?tat. En cons?quence, elle la r?serve et fixera la proc?dure ult?rieure, compte tenu de la possibilit? que le Gouvernement et les requ?rants parviennent ? un accord.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L’UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;
2. Dit qu’il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1 ;
3. Dit que la question de l’application de l’article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat ;
en cons?quence,
a) la r?serve en entier ;
b) invite le Gouvernement et les requ?rants ? lui adresser par ?crit, dans les trois mois ? compter du jour o? l’arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l’article 44 ? 2 de la Convention, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir ;
c) r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue le pr?sident de la chambre le soin de la fixer au besoin.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 5 octobre 2006 en application de l’article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Fatos Araci Bo?tjan M. Zupancic
Greffi?re adjointe Pr?sident

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