A.N.P.T.ES. Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati. Oltre 5.000 espropri trattati in 15 anni di attività.
Qui trovi tutto cio che ti serve in tema di espropriazione per pubblica utilità.

Se desideri chiarimenti in tema di espropriazione compila il modulo cliccando qui e poi chiamaci ai seguenti numeri: 06.91.65.04.018 - 340.95.85.515

Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE MAZZONI c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 06
Numero: 20485/06/2015
Stato: Italia
Data: 2015-06-16 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni :Non- violazione dell’articolo 6 – Diritto ad un processo equo, Articolo 6 – Procedimento civile Articolo 6-1 – Accesso ad un tribunale,
Non -violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 – Protezione della propriet?, articolo 1 al. 1 del Protocollo n? 1 – Rispetto dei beni,

QUARTA SEZIONE

CAUSA MAZZONI C. ITALIA

( Richiesta no 20485/06)

SENTENZA

STRASBURGO

16 giugno 2015

Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Mazzoni c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, quarta sezione, riunendosi in una camera composta da:
P?ivi Hirvel?, presidentessa,
Guido Raimondi,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Paul Mahoney,
Yonko Grozev, giudici,
e da Francesca Elens-Passos, greffi?re di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 26 maggio 2015,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 20485/06) diretta contro la Repubblica italiana e di cui un cittadino di questo Stato,
OMISSIS (“il richiedente”), ha investito la Corte il 11 maggio 2006 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? stato rappresentato da OMISSIS, avvocato a Roma. Il governo italiano (“il Governo”) ? stato rappresentato dal suo agente, la Sig.ra E. Spatafora, e suo co-agente, la Sig.ra Paola Accardo.
3. Il 4 gennaio 2011, la richiesta ? stata comunicata al Governo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
4. Il richiedente, OMISSIS, ? un cittadino italiano, nato in 1940 e residente ad Udine.
A. I procedimenti relativi alla responsabilit? penale e civile del richiedente ed il procedimento “Pinto” ci relativa
1. Il procedimento penale
5. Nel 1973, il richiedente, all’epoca militare in servizio, e di altre persone furono accusate di peculato allo scapito del ministero della Difesa e rilevati provvisoriamente delle loro funzioni.
6. Con un giudizio del 14 marzo 1980, il tribunale di Pordenone riconobbe gli imputati colpevoli e li condann? al risarcimento del danno causato allo stato, in particolare al ministero della Difesa costituita parte civile, a quantificare in seguito. La decisione fu confermata in appello e divent? definitiva, seguito al rigetto del ricorso formato dal richiedente, con una sentenza della Corte di cassazione depositata alla cancelleria il 2 maggio 1983.
2. Il procedimento per la determinazione dei danni subiti dal Tesoro Pubblico
7. Seguito al giudizio del tribunale di Pordenone, il ministero della Difesa, in 1984 e 1985, nomin? due commissioni di inchiesta amministrativa nello scopo di valutare i danni subiti.
8. Il 11 agosto 1987, il procuratore generale presso la Corte dei conti cit? il richiedente dinnanzi alla Corte dei conti per vedere condannarlo al versamento di certo ? a titolo di risarcimento. Chiese anche il sequestro conservatorio dell’indennit? di fine di servizio che fu confermato da ordinanza della sezione giurisdizionale del 25 marzo 1988. Con una sentenza del 20 ottobre 1995, depositato il 1 aprile 1996, la Corte dei conti riconobbe il richiedente responsabile dei fatti al suo carico e lo condann? a versare 699 952 euros (EUR, al Tesoro Pubblico,).
9. Il 14 giugno 1996, il richiedente interpose appello dinnanzi alle camere riunite della Corte dei conti. Con sentenza depositata il 6 ottobre 1998, la formazione plenaria della Corte di conti respinse l’appello.
10. Ad una data non precisata, il sequestro del quinto dei redditi del richiedente fu ordinato in esecuzione della sentenza.
3. Il procedimento “Pinto”
11. Dopo avere introdotto una prima richiesta dinnanzi alla Corte il
21 febbraio 1998, Mazzoni c. Italia, no 62355/00, nel 2002, il richiedente investe la corte di appello di Roma al senso del legge “Pinto.” Il richiedente chiese alla corte di affermare che c’era stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione e di condannare il governo italiano al risarcimento dei danni subiti. Il richiedente chiese in particolare 30 000 EUR a titolo di danno giuridico e materiale.
12. Con una decisione del 29 maggio 2003, depositato alla cancelleria il 19 giugno 2003, la corte di appello consider? separatamente ogni fase ed istanza del procedimento. Giudic? che la durata di ogni grado del procedimento penale non era stata irragionevole, avuto anche riguardo alla complessit? della causa, e che ad ogni modo il richiedente non aveva provato avere subito dei danni patrimoniali. Non si pronunci? sul danno giuridico.
13. In quanto al periodo essendo smerciato si per il procedimento ministeriale di inchiesta, la corte giudic? che non entrava in fila di conto nelle fini del termine ragionevole, le commissioni incaricate dell’inchiesta che ha una natura amministrativa e non giudiziale.
14. In quanto ai due gradi del procedimento dinnanzi alla Corte dei conti, constat? anche che la durata era stata ragionevole ed esclude anche l’esistenza di un qualsiasi danno per il richiedente.
15. Con una lettera del 29 settembre 2003, il richiedente inform? la Corte per il fatto che la corte di appello aveva respinto il suo ricorso e che non aveva l’intenzione di ricorrersi in cassazione. La prima richiesta del richiedente fu dichiarata cos? inammissibile per no-esaurimento delle vie di ricorso interni, Mazzoni c. Italia, d?c.), no 62355/00, 25 marzo 2004.
16. Il 22 giugno 2004, il richiedente si provvisto in cassazione che adduce, in particolare, che la corte di appello aveva ignorato la giurisprudenza della Corte al motivo che aveva considerato ragionevole la durata dei procedimenti penali e contabile e non aveva preso in conto la durata della fase amministrativa dinnanzi alle due commissioni di inchiesta. Ne inferiva la violazione del suo diritto ad essere indennizzato.
17. Con una sentenza del 22 giugno 2005, depositato il 17 novembre 2005, la Corte di cassazione dichiar? il ricorso inammissibile alla cancelleria. Avendo confermato la decisione della corte di appello in quanto all’impossibilit? di riparare il danno che deriva della durata del procedimento dinnanzi alle autorit? amministrative, rilev? che i motivi di appello del richiedente non prevedevano le considerazioni della corte di appello secondo che il richiedente non aveva subito un danno patrimoniale a causa della durata del procedimento penale, n? un danno patrimoniale o giuridico a causa della durata del procedimento dinnanzi alle giurisdizioni contabili. Seguendo la sua giurisprudenza buona invalsa, la Corte di cassazione giudic? che, anche a supporre bene fondato il motivo di appello del richiedente, la decisione intrapresa poteva essere considerata come basandosi sull’altro rapporto decidendi della motivazione, a sapere l’esclusione del danno giuridico, nello specifico non contestata. Aggiunse che nessuno peso poteva essere assegnato al fatto che la corte di appello, in quanto alla durata del procedimento penale, aveva omesso di pronunciarsi sul danno giuridico, il richiedente non avendo sollevato questo motivo di appello.
B. La riconoscenza del credito del richiedente verso il ministero della Difesa ed il compenso di questa
18. Nel frattempo, con un giudizio del 23 marzo 2001, il tribunale amministrativo regionale (TAR) del Friuli aveva riconosciuto il diritto del richiedente a percepire dei subnormale di stipendio.
19. Il ministero della Difesa esamin? a priori la possibilit? di procedere al compenso tra i crediti del richiedente e la somma di cui questo era debitore seguito alla sentenza della Corte dei conti e che, con l’effetto della rivalutazione e degli interessi, aveva raggiunto 1 373 188 EUR. Apostrofato a questo motivo, il 30 maggio 2004, l’ufficio degli Avvocati dello stato diede il suo parere. Conclude che il credito del richiedente, sebbene relativa ai subnormale, aveva una natura salariale. Il compenso non poteva avere luogo che nei limiti previsti dall’articolo 1246 del codice civile, escludendo la possibilit? di compensare “i crediti inafferrabili”), in combinazione con gli articoli 1 e 2 del decreto del Presidente della Repubblica no 180 del 5 gennaio 1950, ai termini dai quali gli stipendi e le pensioni dei funzionari pubblici sono percepibili solamente “a concorrenza di un quinto, per debiti verso [l’amministrazione] derivando del rapporto di impiego”). Con un’ordinanza del 5 luglio 2004, il ministero della Difesa ordin? il compenso delle somme dovute al richiedente nei limiti legali.
20. Ad una data non precisata, il TAR del Frioul fiss? a 149 300,06 EUR l’importo del credito del richiedente.
21. Nel novembre 2004 e nel gennaio 2007, il ministero della Difesa si rivolse di nuovo all’ufficio degli Avvocati dello stato sullo stesso motivo. L’ufficio diede due opinioni favorevoli alla possibilit? di compenso integrale. A questo riguardo, si bas? da una parte su due ordini di considerazioni, rilevando, che la natura del credito permetteva di escludere l’applicazione dei limiti legali del quinto e, altro parte che nel caso di specifico la giurisprudenza della Corte di cassazione sulla compenso avere-tecnica, compensazione atecnica, poteva trovare applicazione. Secondo questa giurisprudenza buona invalsa, il compenso avere-tecnico ? possibile quando il debito ed il credito trovano la loro origine nello stesso rapporto giuridico, in particolare il rapporto di lavoro. In questo caso, non si tratta in senso proprio di un compenso ma di una semplice “verifica contabile degli attivi e passivi con neutralizzazione automatica dei crediti rispettivo”, definito compensazione atecnica, ci? che esclude l’applicabilit? dei limiti legali al compenso. L’ufficio degli Avvocati dello stato sugger? al ministero di procedere al compenso integrale e di difendere questa posizione in un eventuale contenzioso.
22. Con un’ordinanza del 26 giugno 2007, stimando che i limiti al compenso non erano applicabili nello specifico, il ministero ordin? la ritenuta del totale della somma dovuta al richiedente in compenso parziale della somma di cui questo era debitore.
23. Il 7 novembre 2007, il richiedente investe il TAR del Frioul di una richiesta in annullamento. Primariamente, sosteneva che il debito opposto in compenso era prescritto. Secondariamente, adduceva che il credito che porta su dei subnormale di stipendio, non poteva essere oggetto di compenso che a concorrenza di un quinto del suo importo totale. Terzo, sosteneva che il ministero era precluso ad eccepire il compenso del totale perch? l’aveva esclusa in un primo tempo.
24. Con un giudizio del 21 maggio 2008, depositato il 11 luglio 2008, il TAR del Frioul respinse il richiedente alla cancelleria. Avendo respinto i primo e terzo motivi di appello per difetto manifesto di fondamento, il TAR giudic? che i limiti al compenso dei crediti di natura salariale non trovavano applicazione nello specifico. Da una parte, il TAR rilev? che, sebbene di natura salariale, le somme controverse portavano su dei subnormale ed avevano perso cos? il carattere di credito vitale che giustifica l’insequestrabilit?. Altra parte, il TAR si bas? sulla giurisprudenza relativa alla compenso avere-tecnica.
25. Con una sentenza del 17 aprile 2009, il Consiglio di stato respinse il ricorso del richiedente per gli stessi motivi.
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNI PERTINENTI
A. Sul ricorso indennizzante per violazione del diritto ad un processo in un termine ragionevole
26. Il diritto e le pratica interne pertinenti relative alla legge no 89 del 24 marzo 2001, detto “legge Pinto”, figurano nel sentenza Cocchiarella c. Italia ([GC], no 64886/01, ?? 23-31, CEDH 2006 V.
B. in materia di compenso ed investita degli stipendi, pensioni ed altri sono assimilate
27. L’articolo 1246, capoverso 1, no3 del codice civile italiano esclude il compenso di un debito con un “credito dichiarato inafferrabile.”
1. Il sequestro degli stipendi e delle pensioni nella cornice del rapporto di lavoro di diritto privato
28. In materia di rapporto di lavoro di diritto privato, i limiti al sequestro degli stipendi sono contemplati all’articolo 545, quarto capoverso, del codice di procedimento civile, ai termini del quale l’? dovuta a titolo di stipendio o altra indennit? relativa al rapporto di lavoro possono essere investite per crediti, altro che i crediti vitali, verso il lavoratore nel limite di un quinto del loro importo.
29. In questa cornice normativa, la giurisprudenza stabilita della Corte di cassazione (vedere, entra altri, le sentenze nostri 9904/03, depositato alla cancelleria il 20 giugno 2003, e 7337/04, depositato alla cancelleria il 17 aprile 2004, ha giudicato che il debito del datore di lavoro a titolo di stipendio e quella del lavoratore a titolo di risarcimento per atto illeciti commessi nella cornice delle sue funzioni devono essere considerati come avendo la loro sorgente nello stesso rapporto giuridico. Ha di conseguenza, non ci, in questo caso, che una verifica contabile degli attivi e passivi con neutralizzazione automatica dei crediti rispettivi ed i limiti al compenso stabilito dal codice civile non si applicano. Il compenso pu? avere luogo in senso proprio, ed i suoi limiti possono trovare applicazione, solamente se i rapporti giuridici su che i debiti reciproci si basano sono autonomi.
30. Con la sentenza no 259 del 21 giugno-4 luglio 2007, la Corte Costituzionale ha giudicato che questa interpretazione dell’articolo 545 del codice di procedimento civile non era incompatibile con gli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 36, diritto ad una rimunerazione proporzionata ed adeguata, della Costituzione.
2. Il sequestro degli stipendi e delle pensioni dei funzionari pubblici
31. Il decreto del Presidente della Repubblica no 180/1950, stabilisce in generale l’insequestrabilit? degli stipendi, delle pensioni e di altri sono assimilati dei funzionari pubblici (articolo 1) salvi in certi casi ed in certi limiti. In particolare, questi crediti possono essere oggetto di sequestro fino a concorrenza di un quinto del loro importo per “debiti verso l’amministrazione, in qualit? di datore di lavoro, avendo la loro sorgente nel rapporto di lavoro”, articolo 2, capoverso 1, no 2 di suddetto decreto.
32. Nel caso particolare di credito dello stato verso il funzionario o il vecchio funzionario a titolo di risarcimento del danno che questo ha causato al Tesoro Pubblico, la formula degli articoli 4 della legge no 424 del 8 giugno 1966 e 21 del decreto del Presidente della Repubblica no 1032 del
29 dicembre 1973 contemplava la possibilit? di investire o considerare l’? dovuta a titolo di pensioni e di tutta altra indennit? o somma a liquidare conformemente alla cessazione del rapporto di lavoro. Unica la pensione non poteva essere investita in senso proprio e poteva essere considerata che a concorrenza del quinto del suo importo. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha esteso questa disposizione alle indennit? di partenza dei funzionari dello stato (sentenza)
no 225 del 19 giugno – 4 luglio 1997, e di altri funzionari pubblici, sentenza no 438 del 30 novembre – 9 dicembre 2005. In particolare, la Corte Costituzionale ha giudicato che:
non “si pu? affermare che la mancanza di limiti al sequestro [dell’indennit? di partenza] possa essere giustificata dall’esigenza di protezione rinforzata di cui gode il Tesoro Pubblico, nei casi di risarcimento per danno causato dai funzionari sleali o incapaci, poich? questo privilegio non pu? prevalere sul diritto del funzionario pubblico o del lavoratore privato, a percepire l’indennit? di partenza”.
33. La Corte dei conti, giurisdizione competente in materia di pensioni dei funzionari pubblici, pronunciandosi sulla possibilit? di compensare integralmente dei subnormale di pensione con un credito a titolo della responsabilit? civile del vecchio funzionario, ha giudicato in una causa che:
“[l]e fa che si tratta nello specifico di subnormale pagati in una sola fetta non autorizzo un compenso che supera il quinto delle somme dovute. In fatto, ? bacino di ingrassamento per ostriche che la circostanza che gli emolumenti a titolo di stipendio o di pensione siano pagati in ritardo con l’amministrazione non genera il trasferimento della loro natura-alla quale ? legata l’insequestrabilit? legale -e, di conseguenza, non giustificare nessuna derogazione alla regola [previdente la loro insequestrabilit? relativa].”
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE (DIRITTO AD UN TRIBUNALE)
34. Il richiedente si lamenta eccessivamente del rigetto del suo ricorso con un motivo formalista, nell’occorrenza lo fa di non avere attaccato in cassazione l’omissione con la corte di appello della questione del danno giuridico. Adduce una violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione, cos? formulata,:
“Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa venga sentita in un termine ragionevole, da un tribunale che decider?, delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
35. Il Governo oppone a questa tesi.
A. Sull’ammissibilit?
36. La Corte constata che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato al senso dell’articolo 35 ? 3 ha, della Convenzione e che non cozza peraltro contro nessuno altro motivo di inammissibilit?, la Corte lo dichiara ammissibile.
B. Sul fondo
37. Il richiedente stima avere sottoposto alla Corte di cassazione un ricorso in ogni punto completo contro la decisione della corte di appello di Roma che nega il superamento del termine ragionevole, cos? che apparteneva all’Alta giurisdizione di esaminare questo sul fondo. Respingendo il suo ricorso in ragione di un semplice vizio di forma, la Corte di cassazione avrebbe dato prova di un “rigore formalista eccessivo.” Il richiedente sottolinea che la corte di appello di Roma si era limitata ad escludere la violazione del termine ragionevole, senza pronunciarsi sul danno giuridico. Sostiene che la decisione attaccata si basava perci? su un solo argomento, quell’essendo stato oggetto del suo mezzo in cassazione. In questo mezzo il richiedente faceva inoltre, valere la violazione del suo diritto alla soddisfazione equa in ragione del danno giuridico sofferto.
38. Il Governo espone che nello specifico, la Corte di cassazione ha applicato la sua giurisprudenza consolidata secondo la quale il solo esame dei motivi relativi alla valutazione del termine ragionevole non avrebbe avuto nessuno risultato utile per il richiedente, l’esclusione dell’esistenza del danno giuridico costituente l’altro pilastro della motivazione. Agli occhi del Governo, questa argomentazione corrisponde ad una logica procedurale di dritta interno che non pu? essere rimessa in questione. Inoltre, il Governo si basi sull’articolo 2 del Protocollo no 7 per sottolineare che il diritto ad un doppio grado di giurisdizione esiste solamente in materia penale e che al contrario, in materia civile, gli Stati possono imporre dei limiti al riesame di una causa in ragione del margine di valutazione di cui beneficiano. Il Governo nota infine che il richiedente non ha portato nessuna prova dei danni patrimoniali subiti in ragione della durata del procedimento.
1. Principi generali
39. La Corte ricorda la sua giurisprudenza consolidata secondo la quale non ha per compito di sostituirsi alle giurisdizioni interne. Appartiene al primo capo alle autorit? nazionali, in particolare ai corsi e tribunali, che tocca di interpretare la legislazione interna (vedere, tra molto altri, Garc?a Manibardo c. Spagna, no 38695/97, ? 36, CEDH 2000 II. Peraltro, il “diritto ad un tribunale” di cui il diritto di accesso costituisce un aspetto particolare, non ? assoluto e prestati alle limitazioni implicitamente ammesse, in particolare in quanto alle condizioni di ammissibilit? di un ricorso, perch? chiama anche per la sua natura una regolamentazione con lo stato che gode a questo riguardo di un certo margine di valutazione. Tuttavia, queste limitazioni non saprebbero restringere l’accesso aperto ad un giudicabile in modo o ad un punto come il suo diritto ad un tribunale se ne trova raggiunge nella sua sostanza stessa; infine, non si conciliano con l’articolo 6 ? 1 che se tendono ad un scopo legittimo e se esiste un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo previsto (vedere, tra molto altri, Edificaciones March Gallego S.p.A. c. Spagna, 19 febbraio 1998, ? 34, Raccolta delle sentenze e decisioni 1998 I. Difatti, il diritto di accesso ad un tribunale si trova raggiunge quando la sua regolamentazione smette di servire gli scopi della sicurezza giuridica e della buona amministrazione della giustizia e costituisca un tipo di barriera che impedisce il giudicabile di vedere la sostanza del suo controversia scavo con la giurisdizione competente.
40. La Corte ricorda in secondo luogo che l’articolo 6 della Convenzione non costringe gli Stati contraenti a creare dei corsi di appello o di cassazione. Tuttavia, un Stato che si dota di giurisdizioni di questa natura ha l’obbligo di badare a ci? che i giudicabile godono presso di esse delle garanzie fondamentali dell’articolo 6 (vedere, in particolare, Delcourt
c. Belgio, 17 gennaio 1970, ?? 25-26, serie Ha no 11. Inoltre, la compatibilit? delle limitazioni previste dal diritto interno col diritto di accesso ad un tribunale, riconosciuto con l’articolo 6 ? 1 della Convenzione, dipende dalle particolarit? del procedimento in causa e dell’insieme del processo condotto nell’ordine giuridico interno (vedere, tra altri, Khalfaoui c. Francia,
no 34791/97, CEDH 1999-IX; Mohr c. Lussemburgo, d?c.), no 29236/95,
20 aprile 1999.
41. La Corte osserva infine che, secondo la sua giurisprudenza, un Stato che si dota di una Corte di cassazione ha l’obbligo di badare a ci? che i giudicabile godono presso di lei delle garanzie fondamentali dell’articolo 6 (vedere Ekbatani c). Svezia, 26 maggio 1988, ? 24, serie Ha p.12 no 134. Il modo di cui l’articolo 6 ? 1 si applica dipende delle particolarit? del procedimento in causa. Per giudicare ne, bisogna prendere in conto l’insieme del processo condotto nell’ordine giuridico interno ed il ruolo che ha giocato la giurisdizione di cassazione, le condizioni di ammissibilit? di un ricorso che pu? essere pi? rigorose che per un appello (vedere, tra altri, Brualla G?mez del Torre c. Spagna, sentenza del 19 dicembre 1997, Raccolta,
1997-VIII, p. 2956, ?37; Mohr c. Lussemburgo, d?c.), precitato).
2. Applicazione nello specifico dei principi suddetti
42. A titolo preliminare, la Corte nota che il Governo ha avanzato la tesi secondo la quale il diritto ad un doppio grado di giurisdizione esisterebbe solamente in materia penale mentre in materia civile, gli Stati possono imporre dei limiti al riesame di una causa in ragione del margine di valutazione di cui beneficiano. Ora, nella sentenza Delcourt precitato (paragrafi 25-26), la Corte ha ricordato gi? che, se ? vero che l’articolo 6 della Convenzione non costringe gli Stati contraenti a creare dei corsi di appello o di cassazione, tuttavia, un Stato che si dota di giurisdizioni di questa natura ha l’obbligo di badare a ci? che i giudicabile godono presso di esse delle garanzie fondamentali dell’articolo 6.
43. Nel caso di specifico, il compito della Corte consiste in verificare se il rigetto per inammissibilit? del ricorso in cassazione ha privato il richiedente del suo diritto di vedere esaminare il mezzo presentato nel suo ricorso.
44. C’? luogo di constatare che la Corte di cassazione ha dichiarato il ricorso del richiedente inammissibile, rilevando che questo ultimo si era limitato ad attaccare uno dei due motivi di rigetto della decisione della corte di appello “Pinto.” In particolare, il richiedente contestava il rifiuto di riconoscere il superamento del termine ragionevole, e non l’altro considerando, a sapere l’esclusione del danno.
45. La Corte constata che la Corte di cassazione ha applicato la sua giurisprudenza consolidata secondo la quale, quando la decisione attaccata si basi su parecchi considerati, ciascuno atto a giustificarla logicamente e giuridicamente, il fatto di contestare uno solo di questi provochi l’inammissibilit? del ricorso in cassazione per difetto di contestazione degli altri considerando.
46. La Corte rileva che nello specifico, la decisione della corte di appello “Pinto” si ? basata su due considerando autonomi, a sapere la constatazione di non superamento del termine ragionevole e l’esclusione del danno subito dal richiedente. Di conseguenza, questo ultimo era tenuto di attaccare i due considerando autonomi.
47. Cos?, la Corte considera che la precisione esatta dalla Corte di cassazione, nella formulazione del mezzo di cassazione contenzioso, non era irragionevole o arbitrario affinch? questa ultima possa esercitare il suo controllo (vedere Em Linija D.o.o). c. Croazia, d?c.), no 27140/03, 22 novembre 2007.
48. In queste condizioni, la Corte stima che il richiedente saprebbe sostenere solamente l’inammissibilit? del suo ricorso in cassazione costituisco un ostacolo sproporzionato al suo diritto di accesso alla giustizia (vedere Veselsky)
c. Repubblica ceco, d?c.), no 30020/11, 31 marzo 2015, e che, quindi, non c’? stato raggiunta alla sostanza del suo diritto ad un tribunale che garantisce 6 ? 1 l’articolo della Convenzione (vedere il sentenza Brualla G?mez del Torre)
c. Spagna, precitato, ?39. Pertanto, non c’? stata violazione di questa disposizione.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE (DIRITTO AD UN PROCESSO IN UN TERMINE RAGIONEVOLE)
49. Il richiedente si lamenta, sotto l’angolo dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione, della durata eccessiva dei procedimenti dinnanzi alle giurisdizioni penali e contabili, che considera come legate, e della mancanza di correzione nella cornice del procedimento “Pinto.” Le disposizioni pertinenti dell’articolo 6 ? 1 sono formulati cos?:
“Ogni persona ha diritto la sua causa sia sentita in un termine ragionevole, con un tribunale che decider?, delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
50. Il Governo contesta questa tesi.
Sull’ammissibilit?
51. Il Governo sostiene l’inammissibilit? della causa. Sostiene che il richiedente sarebbe mancato all’obbligo contemplato 35 ? 1 all’articolo della Convenzione di esaurire le vie di ricorso interni.
52. Il richiedente arguisce in quanto a lui che dichiarando il suo ricorso inammissibile, la Corte di cassazione ha dato prova di un formalismo eccessivo e ha violato il suo diritto ad un tribunale, impedendo che gli di vedere, esaminato al fondo le sue affermazioni sulla durata eccessiva del procedimento.
53. La Corte ricorda che la regola dell’esaurimento delle vie di ricorso interni enunciati 35 ? 1 all’articolo della Convenzione impone ai richiedenti di avvalersi di prima dei ricorsi normalmente disponibili e sufficienti nel sistema giuridico del loro paese per permetterloro di ottenere risarcimento delle violazioni che adducono (vedere Vukovi ?ed altri c). Serbia (eccezione preliminare) [GC], no 17153/11 e 29 altre richieste, ?? 69-77, 25 marzo 2014. Questi ricorsi devono esistere ad un grado sufficiente di certezza, in pratica come in teoria, mancano loro altrimenti l’effettivit? e l’accessibilit? voluta. L’articolo 35 ? 1 impongono anche di sollevare dinnanzi all’organo interno adeguato, almeno in sostanza e nelle forme e termini prescritti dal diritto interno, i motivi di appello che si intende formulare in seguito, ma non impone di avvalersi di ricorso che ? inadeguato o inefficace (vedere, per esempio, Akdivar ed altri c. Turchia, 16 settembre 1996, ?? 65-67, Raccolta 1996-IV; Aksoy c. Turchia, 18 dicembre 1996, ?? 51-52, Raccolta 1996-VI,;
54. La Corte rinvia ai suoi conclusioni relativi al ricorso in cassazione “Pinto”, dichiarato inammissibile per “informalit?”, il richiedente non avendo formulato correttamente i suoi mezzi (vedere i paragrafi 45-48). Di conseguenza, stima che c’? luogo di respingere questo motivo di appello per no-esaurimento delle vie di ricorso interni, in applicazione dell’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione (vedere, tra altri, Pugliese c. Italia, no 2, d?c.) no 45791/99, 25 marzo 2004; Ebbene Salah Adraqui ed altri c. Spagna, d?c.), no 45023/98, 27 aprile 2000.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
55. A titolo preliminare, il richiedente chiede alla Corte di non versare la documentazione comunicata dal Governo dopo l’a la pratica
2 maggio 2011, termine fissato per il deposito delle osservazioni.
56. C’? luogo di notare che, seguito alle osservazioni della parte richiesta, ricevuta il 8 agosto 2011, il Governo ? stato invitato a sottoporre prima del 7 ottobre 2011 le “sue osservazioni concernente le domande di soddisfazione equa della parte richiesta cos? come ogni osservazione supplementare che desidererebbe formulare.” Il Governo ha presentato le sue osservazioni e documenti nei termini assegnati (vedere Todorova c) dunque. Italia, no 33932/06, ? 50, 13 gennaio 2009.
57. Il richiedente si lamenta del compenso integrale del suo credito con una parte del suo debito verso l’amministrazione.
Invoca l’articolo 1 del Protocollo no 1 che si legge come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
58. Il Governo contesta ogni violazione di questa disposizione.
A. Sull’ammissibilit?
59. La Corte constata che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. La Corte rileva peraltro che non cozza contro nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararlo ammissibile dunque.
B. Sul fondo
60. Il richiedente denuncia il compenso integrale del suo credito come essendo particolarmente insopportabile in ragione delle sue difficolt? economiche, la sua et? ed il suo stato di salute delicata e precaria. Mantiene che le decisioni contestate sono in contraddizione con una decisione resa dal giudice amministrativo in una causa simile l’oppositore all’amministrazione. Denuncia di questo capo un conflitto di giurisprudenza.
61. Il Governo considera innanzitutto che in caso di subnormale di stipendio, il limite del sequestro ad un quinto dell’importo globale non ? applicabile. La ragione di questo limite si fonda sulla necessit? di lasciare allo investito il minimo vitale, ci? che non ? il caso nella presente causa. In secondo luogo, il Governo osserva che non si tratta di un caso di compenso, in senso proprio, ma di una semplice verifica contabile detta compenso “avere-tecnica”, come elaborata con una giurisprudenza buona invalsa. A questo riguardo, quando le posizioni rispettive di credito e di addebito trovano la loro origine nello stesso rapporto, ? ammesso di procedere ad una semplice operazione contabile fino a compenso.
62. La Corte osserva che l’articolo 1 del Protocollo no 1 garantisce in sostanza il diritto di propriet?. Ogni attentato a questo diritto deve essere conforme al principio di legalit? e deve inseguire ragionevolmente un scopo legittimo coi mezzi proporzionati a questo, per un richiamo dei principi pertinenti vedere, per esempio, Metalco Bt. c. Ungheria, no 34976/05, ? 16,
1 febbraio 2011, con altri riferimenti.
63. Una misura di ingerenza nel diritto al rispetto dei beni deve predisporre un “giusto equilibro” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo (vedere, tra altri, Sporrong e L?nnroth c. Svezia,
23 settembre 1982, ? 69, serie Ha no 52. La preoccupazione di garantire un tale equilibrio si rifletta nella struttura dell’articolo 1 del Protocollo no 1 tutto intero, dunque anche nel secondo fraseggio che deve leggere si alla luce del principio consacrato dalla prima. In particolare, deve esistere un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo previsto da ogni misura applicata dallo stato, ivi compreso le misure che privano una persona della sua propriet? (vedere, tra altri, Pressos Compania Naviera S.p.A. ed altri c. Belgio, 20 novembre 1995, ? 38, serie Ha no 332; Ex-re di Grecia ed altri c. Grecia [GC], no 25701/94, ? 89-90, CEDH 2000-XII; Sporrong e L?nnroth, precitato, ? 73.
64. Nello specifico, il richiedente si ? visto riconoscere, con un giudizio del TAR del Frioul del 23 marzo 2001, un credito per subnormale di stipendio. In seguito, il compenso integrale tra questo credito ed i suoi debiti verso l’amministrazione militare ? stato convalidato dai giudici amministrativi, in ultimo la sentenza del Consiglio di stato del 17 aprile 2009. C’? stata dunque un’ingerenza al diritto dell’interessato al rispetto dei suoi beni allo sguardo dell’articolo 1 del Protocollo no 1, Bourdov c. Russia, no 59498/00, ? 40, CEDH 2002 III.
65. I giudici interni hanno fondato la loro decisione di compenso integrale su una giurisprudenza buona invalsa della Corte di cassazione che ha sviluppato un’interpretazione consolidata dell’articolo 1241 del codice civile secondo la quale esiste una distinzione tra i compensi tecnici alla quale si applica il limite di sequestro del quinto degli stipendi e pensioni ai sensi dell’articolo 1246, capoverso 1, no3 del codice civile, e quella detto avere-tecnica.
66. Questa interpretazione ? stata convalidata dalla sentenza della Corte Costituzionale no 259/2006. In questa sentenza, la Corte Costituzionale ha deliberato che in caso di compenso “avere-tecnica” la limito di sequestro del quinto non ha ad applicarsi. I criteri per questo tipo di compenso avere-tecnico sono riuniti quando le posizioni di credito di ogni parte trovano il loro titolo nello stesso rapporto. In questo caso, ? legittimo procedere ad un semplice calcolo contabile dove le posizioni attive e passive di ogni parte sono definite e modeste fino a compenso reciproco.
67. In particolare, nella sua sentenza, la Corte Costituzionale ha affermato che, quando il credito del datore di lavoro trova la sua sorgente in un reato commesso dal salariato, nella cornice della sua attivit? professionale, contro il datore di lavoro s?, ? giustificato pienamente di non applicare il limite del quinto.
68. Nello specifico, la Corte rileva che l’ingerenza nel diritto garantito dall’articolo 1 del Protocollo no 1 costituito col compenso integrale era contemplata dalla legge e faceva l’oggetto di una giurisprudenza buona invalsa.
69. In quanto all’esigenza di un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo perseguito, la Corte ha riconosciuto che gli Stati contraenti godono tanto di un grande margine di valutazione per scegliere i mezzi di recupero dei crediti che per giudicare se le loro conseguenze si trovano legittimate, nell’interesse generale, con la preoccupazione di raggiungere l’obiettivo della legge in causa. In simile caso, la Corte si fider? del giudizio delle autorit? nazionali in quanto all’interesse generale, a meno che sia privato manifestamente di base ragionevole, Ingenuo Czech, spol. s r.o.
c. Repubblica ceco, no 31555/05, ?? 30 e 35, 21 ottobre 2010.
70. La Corte nota che il compenso controverso tocca solamente il credito per subnormale di stipendio riconosciuto da giudizio del TAR di Frioul. Gli altri ritornati dal richiedente, in particolare la sua pensione, sono investiti nel limite legale del quinto in applicazione delle disposizioni del codice civile.
71. La Corte osserva, inoltre, che l’ingerenza controversa non annulla i mezzi di cui il richiedente necessita per provvedere ai suoi bisogni ed alle sue esigenze vitali. Non risulta dei documenti sottomessi alla Corte che il richiedente non ? in grado di mantenere un livello di vita sufficientemente adeguata e degna, a prescindere del rimborso del suo debito verso l’amministrazione (vedere Laduna c). Slovacchia, no 31827/02, ? 85, CEDH 2011.
72. Avuto riguardo alle informazione nel suo possesso, e considerando il margine di valutazione accordata agli Stati contraenti nelle cause simili, la Corte stima che l’ingerenza controversa non ? sproporzionata rispetto allo scopo perseguito.
73. Non c’? stata dunque violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
IV. SULLE ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE
74 che invocano l’articolo 6 ? 1 della Convenzione, il richiedente si lamenta infine per il fatto che il processo contabile sarebbe stato iniziato ad una data alla quale il diritto al recupero dell’amministrazione era prescritto gi?. La Corte nota che le lamentele dell’interessato rilevano essenzialmente della quarta istanza e non saprebbero essere considerate dalla Corte. Le decisioni giudiziali della Corte di conti, puntati in causa col richiedente, hanno motivato peraltro, debitamente i punti controversi, ci? che permette di allontanare ogni rischio di arbitrariet?.
75. Segue che il motivo di appello deve essere respinto per difetto manifesto di fondamento, in applicazione dell’articolo 35 ?? 3 hanno, e 4 della Convenzione.
76. Invocando l’articolo 13 della Convenzione, il richiedente si lamenta del non effettivit? del rimedio “Pinto” in ragione della mancanza di indennizzo.
77. Avuto riguardo alla giurisprudenza Delle Cantina e Corrado c. Italia (no14626/03, ? 43-46, 5 giugno, e Simaldone c. Italia (no22644/03, ? 71-72, 31 marzo 2009, la Corte stima che nello specifico la mancanza dell’indennizzo “Pinto” non rimette in causa l’effettivit? di questa via di ricorso. Pertanto, c’? luogo di dichiarare questo motivo di appello inammissibile per difetto manifesto di fondamento al senso dell’articolo 35 ?? 3a, e 4 della Convenzione.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara, la richiesta ammissibile in quanto ai motivi di appello tratti dagli articoli 6 ? 1 della Convenzione (diritto ad un tribunale) e 1 del Protocollo no 1 ed inammissibile per il surplus;

2. Stabilisce, che non c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione (diritto ad un tribunale);

3. Stabilisce, che non c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
Fatto in francese, poi comunicato per iscritto il 16 giugno 2015, in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento della Corte.
Francesca Elens-Passos P?ivi Hirvel?
Greffi?re Presidentessa

Testo Tradotto

Conclusions:Non-violation de l’article 6 – Droit ? un proc?s ?quitable (Article 6 – Proc?dure civile Article 6-1 – Acc?s ? un tribunal)
Non-violation de l’article 1 du Protocole n? 1 – Protection de la propri?t? (article 1 al. 1 du Protocole n? 1 – Respect des biens)

QUATRI?ME SECTION

AFFAIRE MAZZONI c. ITALIE

(Requ?te no 20485/06)

ARR?T

STRASBOURG

16 juin 2015

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Mazzoni c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (quatri?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
P?ivi Hirvel?, pr?sidente,
Guido Raimondi,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Paul Mahoney,
Yonko Grozev, juges,
et de Fran?oise Elens-Passos, greffi?re de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 26 mai 2015,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 20485/06) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant de cet ?tat,
OMISSIS (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 11 mai 2006 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? par OMISSIS, avocat ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agente, Mme E. Spatafora, et sa co-agente, Mme Paola Accardo.
3. Le 4 janvier 2011, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
4. Le requ?rant, OMISSIS, est un ressortissant italien, n? en 1940 et r?sidant ? Udine.
A. Les proc?dures relatives ? la responsabilit? p?nale et civile du requ?rant et la proc?dure ? Pinto ? y relative
1. La proc?dure p?nale
5. En 1973, le requ?rant, ? l??poque militaire en service, et d?autres personnes furent accus?s de p?culat au d?triment du minist?re de la D?fense et relev?s provisoirement de leurs fonctions.
6. Par un jugement du 14 mars 1980, le tribunal de Pordenone reconnut les pr?venus coupables et les condamna au d?dommagement du pr?judice caus? ? l??tat, notamment au minist?re de la D?fense constitu? partie civile, ? quantifier par la suite. La d?cision fut confirm?e en appel et devint d?finitive, suite au rejet du pourvoi form? par le requ?rant, par un arr?t de la Cour de cassation d?pos? au greffe le 2 mai 1983.
2. La proc?dure pour la d?termination des dommages subis par le Tr?sor Public
7. Suite au jugement du tribunal de Pordenone, le minist?re de la D?fense, en 1984 et 1985, nomma deux commissions d?enqu?te administrative dans le but d??valuer les dommages subis.
8. Le 11 ao?t 1987, le procureur g?n?ral pr?s la Cour des comptes assigna le requ?rant devant la Cour des comptes afin de le voir condamner au versement de certains sommes ? titre de d?dommagement. Il demanda ?galement la saisie conservatoire de l?indemnit? de fin de service qui fut confirm?e par ordonnance de la section juridictionnelle du 25 mars 1988. Par un arr?t du 20 octobre 1995, d?pos? le 1er avril 1996, la Cour des comptes reconnut le requ?rant responsable des faits ? sa charge et le condamna ? verser 699 952 euros (EUR) au Tr?sor Public.
9. Le 14 juin 1996, le requ?rant interjeta appel devant les chambres r?unies de la Cour des comptes. Par arr?t d?pos? le 6 octobre 1998, la formation pl?ni?re de la Cour de comptes rejeta l?appel.
10. ? une date non pr?cis?e, la saisie du cinqui?me des revenus du requ?rant fut ordonn?e en ex?cution de l?arr?t.
3. La proc?dure ? Pinto ?
11. Apr?s avoir introduit une premi?re requ?te devant la Cour le
21 f?vrier 1998 (Mazzoni c. Italie, no 62355/00), en 2002, le requ?rant saisit la cour d?appel de Rome au sens de la loi ? Pinto ?. Le requ?rant demanda ? la cour d?affirmer qu?il y avait eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention et de condamner le gouvernement italien au d?dommagement des pr?judices subis. Le requ?rant demanda notamment 30 000 EUR ? titre de dommage moral et mat?riel.
12. Par une d?cision du 29 mai 2003, d?pos?e au greffe le 19 juin 2003, la cour d?appel consid?ra s?par?ment chaque phase et instance de la proc?dure. Elle jugea que la dur?e de chaque degr? de la proc?dure p?nale n?avait pas ?t? d?raisonnable, eu ?gard aussi ? la complexit? de l?affaire, et qu?en tout ?tat de cause le requ?rant n?avait pas prouv? avoir subi des dommages patrimoniaux. Elle ne se pronon?a pas sur le dommage moral.
13. Quant ? la p?riode s??tant ?coul?e pour la proc?dure minist?rielle d?enqu?te, la cour jugea qu?elle n?entrait pas en ligne de compte aux fins du d?lai raisonnable, les commissions charg?es de l?enqu?te ayant une nature administrative et non judiciaire.
14. Quant aux deux degr?s de la proc?dure devant la Cour des comptes, elle constata aussi que la dur?e avait ?t? raisonnable et exclut aussi l?existence d?un quelconque pr?judice pour le requ?rant.
15. Par une lettre du 29 septembre 2003, le requ?rant informa la Cour du fait que la cour d?appel avait rejet? son recours et qu?il n?avait pas l?intention de se pourvoir en cassation. La premi?re requ?te du requ?rant fut ainsi d?clar?e irrecevable pour non-?puisement des voies de recours internes (Mazzoni c. Italie (d?c.), no 62355/00, 25 mars 2004).
16. Le 22 juin 2004, le requ?rant se pourvu en cassation all?guant, notamment, que la cour d?appel avait m?connu la jurisprudence de la Cour au motif qu?elle avait consid?r? raisonnable la dur?e des proc?dures p?nale et comptable et n?avait pas pris en compte la dur?e de la phase administrative devant les deux commissions d?enqu?te. Il en inf?rait la violation de son droit ? ?tre indemnis?.
17. Par un arr?t du 22 juin 2005, d?pos? au greffe le 17 novembre 2005, le Cour de cassation d?clara le pourvoi irrecevable. Ayant confirm? la d?cision de la cour d?appel quant ? l?impossibilit? de r?parer le dommage d?coulant de la dur?e de la proc?dure devant les autorit?s administratives, elle releva que les griefs du requ?rant ne visaient pas les consid?rations de la cour d?appel selon lesquelles le requ?rant n?avait subi ni un dommage patrimonial ? cause de la dur?e de la proc?dure p?nale, ni un dommage mat?riel ou moral ? cause de la dur?e de la proc?dure devant les juridictions comptables. Suivant sa jurisprudence bien ?tablie, la Cour de cassation jugea que, m?me ? supposer bien fond? le grief du requ?rant, la d?cision entreprise pouvait ?tre consid?r?e comme se fondant sur l?autre ratio decidendi de la motivation, ? savoir l?exclusion du dommage moral, en l?esp?ce non contest?e. Elle ajouta qu?aucun poids ne pouvait ?tre attribu? au fait que la cour d?appel, quant ? la dur?e de la proc?dure p?nale, avait omis de se prononcer sur le dommage moral, le requ?rant n?ayant pas soulev? ce grief.
B. La reconnaissance de la cr?ance du requ?rant envers le minist?re de la D?fense et la compensation de celle-ci
18. Entretemps, par un jugement du 23 mars 2001, le tribunal administratif r?gional (TAR) du Frioul avait reconnu le droit du requ?rant ? percevoir des arri?r?s de salaire.
19. Le minist?re de la D?fense examina pr?alablement la possibilit? de proc?der ? la compensation entre la cr?ance du requ?rant et la somme dont celui-ci ?tait d?biteur suite ? l?arr?t de la Cour des comptes et qui, par l?effet de la r??valuation et des int?r?ts, avait atteint 1 373 188 EUR. Interpell? ? ce sujet, le 30 mai 2004, le bureau des Avocats de l??tat donna son avis. Il conclut que la cr?ance du requ?rant, bien que relative ? des arri?r?s, avait une nature salariale. La compensation ne pouvait avoir lieu que dans les limites pr?vues par l?article 1246 du code civil (excluant la possibilit? de compenser ? les cr?ances insaisissables ?), en combinaison avec les articles 1 et 2 du d?cret du Pr?sident de la R?publique no 180 du 5 janvier 1950 (aux termes desquels les salaires et les pensions des fonctionnaires publiques sont saisissables seulement ? ? concurrence d?un cinqui?me, pour dettes envers [l?Administration] d?coulant du rapport d?emploi ?). Par un arr?t? du 5 juillet 2004, le minist?re de la D?fense ordonna la compensation des sommes dues au requ?rant dans les limites l?gales.
20. ? une date non pr?cis?e, le TAR du Frioul fixa ? 149 300,06 EUR le montant de la cr?ance du requ?rant.
21. En novembre 2004 et en janvier 2007, le minist?re de la D?fense s?adressa ? nouveau au bureau des Avocats de l??tat sur le m?me sujet. Le bureau donna deux opinions favorables ? la possibilit? de compensation int?grale. ? cet ?gard, il se fonda sur deux ordres de consid?rations, en relevant, d?une part, que la nature de la cr?ance permettait d?exclure l?application des limites l?gales du cinqui?me et, d?autre part, que dans le cas d?esp?ce la jurisprudence de la Cour de cassation sur la compensation a-technique (compensazione atecnica) pouvait trouver application. Selon cette jurisprudence bien ?tablie, la compensation a-technique est possible lorsque la dette et la cr?ance trouvent leur origine dans le m?me rapport juridique (notamment le rapport de travail). Dans ce cas, il ne s?agit pas d?une compensation au sens propre mais d?une simple ? v?rification comptable des actifs et passifs avec neutralisation automatique des cr?ances respectives ? (d?finie compensazione atecnica), ce qui exclut l?applicabilit? des limites l?gales ? la compensation. Le bureau des Avocats de l??tat sugg?ra au minist?re de proc?der ? la compensation int?grale et de d?fendre cette position dans un ?ventuel contentieux.
22. Par un arr?t? du 26 juin 2007, estimant que les limites ? la compensation n??taient pas applicable en l?esp?ce, le minist?re ordonna la retenue du total de la somme due au requ?rant en compensation partielle de la somme dont celui-ci ?tait d?biteur.
23. Le 7 novembre 2007, le requ?rant saisit le TAR du Frioul d?une requ?te en annulation. Premi?rement, il soutenait que la dette oppos?e en compensation ?tait prescrite. Deuxi?mement, il all?guait que la cr?ance portant sur des arri?r?s de salaire, elle ne pouvait faire l?objet de compensation qu?? concurrence d?un cinqui?me de son montant total. Troisi?mement, il soutenait que le minist?re ?tait forclos ? exciper la compensation du total car il l?avait exclue dans un premier temps.
24. Par un jugement du 21 mai 2008, d?pos? au greffe le 11 juillet 2008, le TAR du Frioul d?bouta le requ?rant. Ayant rejet? les premier et troisi?me griefs pour d?faut manifeste de fondement, le TAR jugea que les limites ? la compensation des cr?ances de nature salariale ne trouvaient pas application en l?esp?ce. D?une part, le TAR releva que, bien que de nature salariale, les sommes litigieuses portaient sur des arri?r?s et avaient ainsi perdu le caract?re de cr?ance vitale justifiant l?insaisissabilit?. D?autre part, le TAR se fonda sur la jurisprudence relative ? la compensation a-technique.
25. Par un arr?t du 17 avril 2009, le Conseil d??tat rejeta le recours du requ?rant pour les m?mes motifs.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. Sur le recours indemnitaire pour violation du droit ? un proc?s dans un d?lai raisonnable
26. Le droit et la pratique internes pertinents relatifs ? la loi no 89 du 24 mars 2001, dite ? loi Pinto ?, figurent dans l?arr?t Cocchiarella c. Italie ([GC], no 64886/01, ?? 23-31, CEDH 2006 V).
B. En mati?re de compensation et saisie des salaires, pensions et autres sommes assimil?es
27. L?article 1246, alin?a 1, no3 du code civil italien exclut la compensation d?une dette avec une ? cr?ance d?clar?e insaisissable ?.
1. La saisie des salaires et des pensions dans le cadre du rapport de travail de droit priv?
28. En mati?re de rapport de travail de droit priv?, les limites ? la saisie des salaires sont pr?vues ? l?article 545, quatri?me alin?a, du code de proc?dure civile, aux termes duquel les sommes dues ? titre de salaire ou autre indemnit? relative au rapport de travail peuvent ?tre saisies pour cr?ances (autre que les cr?ances vitales) envers le travailleur dans la limite d?un cinqui?me de leur montant.
29. Dans ce cadre normatif, la jurisprudence ?tablie de la Cour de cassation (voir, entre autres, les arr?ts nos 9904/03, d?pos? au greffe le 20 juin 2003, et 7337/04, d?pos? au greffe le 17 avril 2004), a jug? que la dette de l?employeur ? titre de salaire et celle du travailleur ? titre de d?dommagement pour acte illicite commis dans le cadre de ses fonctions doivent ?tre consid?r?es comme ayant leur source dans le m?me rapport juridique. Par cons?quent, il n?y a, dans ce cas, qu?une v?rification comptable des actifs et passifs avec neutralisation automatique des cr?ances respectives et les limites ? la compensation ?tablies par le code civil ne s?appliquent pas. La compensation au sens propre peut avoir lieu, et ses limites peuvent trouver application, seulement si les rapports juridiques sur lesquelles les dettes r?ciproques se fondent sont autonomes.
30. Par l?arr?t no 259 du 21 juin-4 juillet 2007, la Cour Constitutionnelle a jug? que cette interpr?tation de l?article 545 du code de proc?dure civile n??tait pas incompatible avec les articles 3 (principe d??galit?) et 36 (droit ? une r?mun?ration proportionn?e et ad?quate) de la Constitution.
2. La saisie des salaires et des pensions des fonctionnaires publics
31. Le d?cret du Pr?sident de la R?publique no 180/1950, ?tablit en g?n?ral l?insaisissabilit? des salaires, des pensions et d?autres sommes assimil?es des fonctionnaires publiques (article 1) sauf dans certains cas et dans certaines limites. Notamment, ces cr?ances peuvent faire l?objet de saisie jusqu?? concurrence d?un cinqui?me de leur montant pour ? dettes envers l?administration, en qualit? d?employeur, ayant leur source dans le rapport de travail ? (article 2, alin?a 1, no 2 dudit d?cret).
32. Dans le cas particulier de cr?ance de l??tat envers le fonctionnaire ou l?ancien fonctionnaire au titre de d?dommagement du pr?judice que celui-ci a caus? au Tr?sor Public, le libell? des articles 4 de la loi no 424 du 8 juin 1966 et 21 du d?cret du Pr?sident de la R?publique no 1032 du
29 d?cembre 1973 pr?voyait la possibilit? de saisir ou retenir les sommes dues ? titre de pensions et de toute autre indemnit? ou somme ? liquider en cons?quence de la cessation du rapport de travail. Seule la pension au sens propre ne pouvait ?tre saisie et retenue qu?? concurrence du cinqui?me de son montant. N?anmoins, la Cour Constitutionnelle a ?tendu cette disposition aux indemnit?s de d?part des fonctionnaires de l??tat (arr?t
no 225 du 19 juin – 4 juillet 1997) et d?autres fonctionnaires publiques (arr?t no 438 du 30 novembre – 9 d?cembre 2005). En particulier, la Cour Constitutionnelle a jug? que :
? on ne peut pas affirmer que l?absence de limites ? la saisie [de l?indemnit? de d?part] puisse ?tre justifi?e par l?exigence de protection renforc?e dont jouit le Tr?sor Public, dans les cas de d?dommagement pour pr?judice caus? par des fonctionnaires d?loyaux ou incapables, puisque (…) ce privil?ge ne peut pas primer sur le droit du fonctionnaire publique ou du travailleur priv?, ? percevoir l?indemnit? de d?part ?.
33. La Cour des comptes, juridiction comp?tente en mati?re de pensions des fonctionnaires publiques, se pronon?ant sur la possibilit? de compenser int?gralement des arri?r?s de pension avec une cr?ance au titre de la responsabilit? civile de l?ancien fonctionnaire, a jug? dans une affaire que :
? [l]e fait qu?il s?agit en l?esp?ce d?arri?r?s pay?s en une seule tranche n?autorise pas une compensation exc?dant le cinqui?me des sommes dues. En fait, il est clair que la circonstance que les ?moluments ? titre de salaire ou de pension soient pay?s en retard par l?Administration n?engendre pas la mutation de leur nature ? ? laquelle est li?e l?insaisissabilit? l?gale ? et, par cons?quent, ne justifie aucune d?rogation ? la r?gle [pr?voyant leur insaisissabilit? relative] ?.
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION (DROIT ? UN TRIBUNAL)
34. Le requ?rant se plaint du rejet de son pourvoi par un motif excessivement formaliste, en l?occurrence le fait de ne pas avoir attaqu? en cassation l?omission par la cour d?appel de la question du dommage moral. Il all?gue une violation de l?article 6 ? 1 de la Convention, ainsi libell? :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement (…) par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
35. Le Gouvernement s?oppose ? cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
36. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?il ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour le d?clare recevable.
B. Sur le fond
37. Le requ?rant estime avoir soumis ? la Cour de cassation un pourvoi en tout point complet contre la d?cision de la cour d?appel de Rome niant le d?passement du d?lai raisonnable, de sorte qu?il appartenait ? la Haute juridiction d?examiner celui-ci sur le fond. En rejetant son pourvoi en raison d?un simple vice de forme, la Cour de cassation aurait fait preuve d?une ?rigueur formaliste excessive ?. Le requ?rant souligne que la cour d?appel de Rome s??tait limit?e ? exclure la violation du d?lai raisonnable, sans se prononcer sur le dommage moral. Il soutient que la d?cision attaqu?e se fondait en cons?quence sur un seul argument, celui ayant fait l?objet de son moyen en cassation. En outre, dans ce moyen le requ?rant faisait valoir la violation de son droit ? la satisfaction ?quitable en raison du dommage moral souffert.
38. Le Gouvernement expose qu?en l?esp?ce, la Cour de cassation a appliqu? sa jurisprudence constante selon laquelle le seul examen des motifs relatifs ? l??valuation du d?lai raisonnable n?aurait eu aucun r?sultat utile pour le requ?rant, l?exclusion de l?existence du dommage moral constituant l?autre pilier de la motivation. Aux yeux du Gouvernement, cette argumentation correspond ? une logique proc?durale de droit interne qui ne peut pas ?tre remise en question. En outre, le Gouvernement se fonde sur l?article 2 du Protocole no 7 pour souligner que le droit ? un double degr? de juridiction existe seulement en mati?re p?nale et qu?au contraire, en mati?re civile, les ?tats peuvent imposer des limites au r?examen d?une affaire en raison de la marge d?appr?ciation dont ils b?n?ficient. Le Gouvernement remarque enfin que le requ?rant n?a apport? aucune preuve des dommages patrimoniaux subis en raison de la dur?e de la proc?dure.
1. Principes g?n?raux
39. La Cour rappelle sa jurisprudence constante selon laquelle elle n?a pas pour t?che de se substituer aux juridictions internes. C?est au premier chef aux autorit?s nationales, notamment aux cours et tribunaux, qu?il incombe d?interpr?ter la l?gislation interne (voir, parmi beaucoup d?autres, Garc?a Manibardo c. Espagne, no 38695/97, ? 36, CEDH 2000 II). Par ailleurs, le ? droit ? un tribunal ?, dont le droit d?acc?s constitue un aspect particulier, n?est pas absolu et se pr?te ? des limitations implicitement admises, notamment quant aux conditions de recevabilit? d?un recours, car il appelle de par sa nature m?me une r?glementation par l??tat, lequel jouit ? cet ?gard d?une certaine marge d?appr?ciation. Toutefois, ces limitations ne sauraient restreindre l?acc?s ouvert ? un justiciable de mani?re ou ? un point tels que son droit ? un tribunal s?en trouve atteint dans sa substance m?me ; enfin, elles ne se concilient avec l?article 6 ? 1 que si elles tendent ? un but l?gitime et s?il existe un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis? (voir, parmi beaucoup d?autres, Edificaciones March Gallego S.A. c. Espagne, 19 f?vrier 1998, ? 34, Recueil des arr?ts et d?cisions 1998 I). En effet, le droit d?acc?s ? un tribunal se trouve atteint lorsque sa r?glementation cesse de servir les buts de la s?curit? juridique et de la bonne administration de la justice et constitue une sorte de barri?re qui emp?che le justiciable de voir la substance de son litige tranch?e par la juridiction comp?tente.
40. La Cour rappelle en deuxi?me lieu que l?article 6 de la Convention n?astreint pas les ?tats contractants ? cr?er des cours d?appel ou de cassation. N?anmoins, un ?tat qui se dote de juridictions de cette nature a l?obligation de veiller ? ce que les justiciables jouissent aupr?s d?elles des garanties fondamentales de l?article 6 (voir, notamment, Delcourt
c. Belgique, 17 janvier 1970, ?? 25-26, s?rie A no 11). En outre, la compatibilit? des limitations pr?vues par le droit interne avec le droit d?acc?s ? un tribunal, reconnu par l?article 6 ? 1 de la Convention, d?pend des particularit?s de la proc?dure en cause et de l?ensemble du proc?s men? dans l?ordre juridique interne (voir, parmi autres, Khalfaoui c. France,
no 34791/97, CEDH 1999?IX ; Mohr c. Luxembourg (d?c.), no 29236/95,
20 avril 1999).
41. La Cour observe enfin que, selon sa jurisprudence, un ?tat qui se dote d?une Cour de cassation a l?obligation de veiller ? ce que les justiciables jouissent aupr?s d?elle des garanties fondamentales de l?article 6 (voir Ekbatani c. Su?de, 26 mai 1988, ? 24, s?rie A p.12 no 134). La mani?re dont l?article 6 ? 1 s?y applique d?pend des particularit?s de la proc?dure en cause. Pour en juger, il faut prendre en compte l?ensemble du proc?s men? dans l?ordre juridique interne et le r?le qu?y a jou? la juridiction de cassation, les conditions de recevabilit? d?un pourvoi pouvant ?tre plus rigoureuses que pour un appel (voir, parmi d?autres, Brualla G?mez de la Torre c. Espagne, arr?t du 19 d?cembre 1997, Recueil
1997-VIII, p. 2956, ?37 ; Mohr c. Luxembourg (d?c.), pr?cit?).
2. Application en l?esp?ce des principes susmentionn?s
42. ? titre pr?liminaire, la Cour note que le Gouvernement a avanc? la th?se selon laquelle le droit ? un double degr? de juridiction existerait seulement en mati?re p?nale alors qu?en mati?re civile, les ?tats peuvent imposer des limites au r?examen d?une affaire en raison de la marge d?appr?ciation dont ils b?n?ficient. Or, dans l?arr?t Delcourt pr?cit? (paragraphes 25-26), la Cour a d?j? rappel? que, s?il est vrai que l?article 6 de la Convention n?astreint pas les ?tats contractants ? cr?er des cours d?appel ou de cassation, n?anmoins, un ?tat qui se dote de juridictions de cette nature a l?obligation de veiller ? ce que les justiciables jouissent aupr?s d?elles des garanties fondamentales de l?article 6.
43. Dans le cas d?esp?ce, la t?che de la Cour consiste ? v?rifier si le rejet pour irrecevabilit? du pourvoi en cassation a priv? le requ?rant de son droit de voir examiner le moyen pr?sent? dans son pourvoi.
44. Il y a lieu de constater que la Cour de cassation a d?clar? le pourvoi du requ?rant irrecevable, en relevant que ce dernier s??tait limit? ? attaquer un des deux motifs de rejet de la d?cision de la cour d?appel ? Pinto ?. En particulier, le requ?rant contestait le refus de reconna?tre le d?passement du d?lai raisonnable, et non pas l?autre consid?rant, ? savoir l?exclusion du pr?judice.
45. La Cour constate que la Cour de cassation a appliqu? sa jurisprudence constante, selon laquelle, lorsque la d?cision attaqu?e se fonde sur plusieurs consid?rants, chacun apte ? la justifier logiquement et juridiquement, le fait de contester un seul de ceux-ci entra?ne l?irrecevabilit? du pourvoi en cassation pour d?faut de contestation des autres consid?rants.
46. La Cour rel?ve qu?en l?esp?ce, la d?cision de la cour d?appel ? Pinto ? s?est fond?e sur deux consid?rants autonomes, ? savoir le constat de non d?passement du d?lai raisonnable et l?exclusion du pr?judice subi par le requ?rant. Par cons?quent, ce dernier ?tait tenu d?attaquer les deux consid?rants autonomes.
47. Ainsi, la Cour consid?re que la pr?cision exig?e par la Cour de cassation, dans la formulation du moyen de cassation litigieux, n??tait pas d?raisonnable ou arbitraire pour que cette derni?re puisse exercer son contr?le (voir Em Linija D.o.o. c. Croatie (d?c.), no 27140/03, 22 novembre 2007).
48. Dans ces conditions, la Cour estime que le requ?rant ne saurait soutenir que l?irrecevabilit? de son pourvoi en cassation constitue une entrave disproportionn?e ? son droit d?acc?s ? la justice (voir Veselsky
c. R?publique Tch?que (d?c.), no 30020/11, 31 mars 2015) et que, d?s lors, il n?y a pas eu atteinte ? la substance de son droit ? un tribunal que garantit l?article 6 ? 1 de la Convention (voir l?arr?t Brualla G?mez de la Torre
c. Espagne, pr?cit?, ?39). Partant, il n?y a pas eu violation de cette disposition.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION (DROIT ? UN PROC?S DANS UN D?LAI RAISONNABLE)
49. Le requ?rant se plaint, sous l?angle de l?article 6 ? 1 de la Convention, de la dur?e excessive des proc?dures devant les juridictions p?nales et comptables, qu?il consid?re comme li?es, et de l?absence de redressement dans le cadre de la proc?dure ? Pinto ?. Les dispositions pertinentes de l?article 6 ? 1 sont ainsi libell?es:
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) dans un d?lai raisonnable, par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
50. Le Gouvernement conteste cette th?se.
Sur la recevabilit?
51. Le Gouvernement plaide l?irrecevabilit? de l?affaire. Il soutient que le requ?rant aurait failli ? l?obligation pr?vue ? l?article 35 ? 1 de la Convention d??puiser les voies de recours internes.
52. Le requ?rant argue quant ? lui qu?en d?clarant son pourvoi irrecevable, la Cour de cassation a fait preuve d?un formalisme excessif et a viol? son droit ? un tribunal, lui emp?chant de voir examin? au fond ses all?gations sur la dur?e excessive de la proc?dure.
53. La Cour rappelle que la r?gle de l??puisement des voies de recours internes ?nonc?e ? l?article 35 ? 1 de la Convention impose aux requ?rants de se pr?valoir d?abord des recours normalement disponibles et suffisants dans le syst?me juridique de leur pays pour leur permettre d?obtenir r?paration des violations qu?ils all?guent (voir Vu?kovi? et autres c. Serbie (exception pr?liminaire) [GC], no 17153/11 et 29 autres requ?tes, ?? 69-77, 25 mars 2014). Ces recours doivent exister ? un degr? suffisant de certitude, en pratique comme en th?orie, sans quoi leur manquent l?effectivit? et l?accessibilit? voulues. L?article 35 ? 1 impose aussi de soulever devant l?organe interne ad?quat, au moins en substance et dans les formes et d?lais prescrits par le droit interne, les griefs que l?on entend formuler par la suite, mais il n?impose pas d?user de recours qui sont inad?quats ou ineffectifs (voir, par exemple, Akdivar et autres c. Turquie, 16 septembre 1996, ?? 65-67, Recueil 1996-IV ; Aksoy c. Turquie, 18 d?cembre 1996, ?? 51-52, Recueil 1996-VI ;
54. La Cour renvoie ? ses conclusions relatives au pourvoi en cassation ? Pinto ?, d?clar? irrecevable pour ? informalit? ?, le requ?rant n?ayant pas correctement formul? ses moyens (voir les paragraphes 45-48). Par cons?quent, elle estime qu?il y a lieu de rejeter ce grief pour non-?puisement des voies de recours internes, en application de l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention (voir, parmi d?autres, Pugliese c. Italie, no 2 (d?c.) no 45791/99, 25 mars 2004; Ben Salah Adraqui et autres c. Espagne (d?c.), no 45023/98, 27 avril 2000).
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
55. ? titre pr?liminaire, le requ?rant demande ? la Cour de ne pas verser au dossier la documentation communiqu?e par le Gouvernement apr?s le
2 mai 2011, d?lai fix? pour le d?p?t des observations.
56. Il y a lieu de noter que, suite aux observations de la partie requ?rante, re?ues le 8 ao?t 2011, le Gouvernement a ?t? invit? ? soumettre avant le 7 octobre 2011 ? ses observations concernant les demandes de satisfaction ?quitable de la partie requ?rante ainsi que toutes observations suppl?mentaires qu?il souhaiterait formuler ?. Le Gouvernement a donc pr?sent? ses observations et documents dans les d?lais impartis (voir Todorova c. Italie, no 33932/06, ? 50, 13 janvier 2009).
57. Le requ?rant se plaint de la compensation int?grale de sa cr?ance avec une partie de sa dette envers l?Administration.
Il invoque l?article 1 du Protocole no 1, lequel se lit comme suit :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
58. Le Gouvernement conteste toute violation de cette disposition.
A. Sur la recevabilit?
59. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. La Cour rel?ve par ailleurs qu?il ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
60. Le requ?rant d?nonce la compensation int?grale de sa cr?ance comme ?tant particuli?rement insupportable en raison de ses difficult?s ?conomiques, son ?ge et son ?tat de sant? d?licat et pr?caire. Il maintient que les d?cisions contest?es sont en contradiction avec une d?cision rendue par le juge administratif dans une affaire similaire l?opposant ? l?Administration. Il d?nonce de ce chef un conflit de jurisprudence.
61. Le Gouvernement consid?re tout d?abord qu?en cas d?arri?r?s de salaire, la limite de la saisie ? un cinqui?me du montant global n?est pas applicable. La raison de cette limite repose sur la n?cessit? de laisser au saisi le minimum vital, ce qui n?est pas le cas dans la pr?sente affaire. En deuxi?me lieu, le Gouvernement observe qu?il ne s?agit pas d?un cas de compensation, au sens propre, mais d?une simple v?rification comptable dite compensation ? a-technique ?, tel qu??labor?e par une jurisprudence bien ?tablie. ? cet ?gard, lorsque les positions respectives de cr?dit et de d?bit trouvent leur origine dans le m?me rapport, il est admis de proc?der ? une simple op?ration comptable jusqu?? compensation.
62. La Cour observe que l?article 1 du Protocole no 1 garantit en substance le droit de propri?t?. Toute atteinte ? ce droit doit ?tre conforme au principe de l?galit? et poursuivre un but l?gitime par des moyens raisonnablement proportionn?s ? celui-ci (pour un rappel des principes pertinents voir, par exemple, Metalco Bt. c. Hongrie, no 34976/05, ? 16,
1er f?vrier 2011, avec d?autres r?f?rences).
63. Une mesure d?ing?rence dans le droit au respect des biens doit m?nager un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu (voir, parmi d?autres, Sporrong et L?nnroth c. Su?de,
23 septembre 1982, ? 69, s?rie A no 52). Le souci d?assurer un tel ?quilibre se refl?te dans la structure de l?article 1 du Protocole no 1 tout entier, donc aussi dans la seconde phrase, qui doit se lire ? la lumi?re du principe consacr? par la premi?re. En particulier, il doit exister un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis? par toute mesure appliqu?e par l??tat, y compris les mesures privant une personne de sa propri?t? (voir, parmi d?autres, Pressos Compania Naviera S.A. et autres c. Belgique, 20 novembre 1995, ? 38, s?rie A no 332 ; Ex-roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce [GC], no 25701/94, ? 89-90, CEDH 2000-XII ; Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, ? 73).
64. En l?esp?ce, le requ?rant s?est vu reconna?tre, par un jugement du TAR du Frioul du 23 mars 2001, une cr?ance pour arri?r?s de salaire. Par la suite, la compensation int?grale entre cette cr?ance et sa dette envers l?Administration militaire a ?t? valid?e par les juges administratifs, en dernier l?arr?t du Conseil d??tat du 17 avril 2009. Il y a donc eu une ing?rence au droit de l?int?ress? au respect de ses biens au regard de l?article 1 du Protocole no 1 (Bourdov c. Russie, no 59498/00, ? 40, CEDH 2002 III).
65. Les juges internes ont fond? leur d?cision de compensation int?grale sur une jurisprudence bien ?tablie de la Cour de cassation qui a d?velopp? une interpr?tation consolid?e de l?article 1241 du code civil selon laquelle il existe une distinction entre la compensation technique (? laquelle s?applique la limite de saisie du cinqui?me des salaires et pensions aux sens de l?article 1246, alin?a 1, no3 du code civil) et celle dite a-technique.
66. Cette interpr?tation a ?t? valid?e par l?arr?t de la Cour Constitutionnelle no 259/2006. Dans cet arr?t, la Cour Constitutionnelle a statu? qu?en cas de compensation ? a-technique ? la limite de saisie du cinqui?me n?a pas ? s?appliquer. Les crit?res pour ce type de compensation a-technique sont r?unis lorsque les positions de cr?dit de chaque partie trouvent leur titre dans le m?me rapport. Dans ce cas, il est l?gitime de proc?der ? un simple calcul comptable o? les positions actives et passives de chaque partie sont d?finies et effac?es jusqu?? compensation r?ciproque.
67. En particulier, dans son arr?t, la Cour Constitutionnelle a affirm? que, lorsque le cr?dit de l?employeur trouve sa source dans un d?lit commis par le salari?, dans le cadre de son activit? professionnelle, contre l?employeur lui-m?me, il est pleinement justifi? de ne pas appliquer la limite du cinqui?me.
68. En l?esp?ce, la Cour rel?ve que l?ing?rence dans le droit garanti par l?article 1 du Protocole no 1 constitu?e par la compensation int?grale ?tait pr?vue par la loi et faisait l?objet d?une jurisprudence bien ?tablie.
69. Quant ? l?exigence d?un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but poursuivi, la Cour a reconnu que les ?tats contractants jouissent d?une grande marge d?appr?ciation tant pour choisir les moyens de recouvrement des cr?ances que pour juger si leurs cons?quences se trouvent l?gitim?es, dans l?int?r?t g?n?ral, par le souci d?atteindre l?objectif de la loi en cause. En pareil cas, la Cour se fiera au jugement des autorit?s nationales quant ? l?int?r?t g?n?ral, ? moins qu?il soit manifestement d?pourvu de base raisonnable (Benet Czech, spol. s r.o.
c. R?publique Tch?que, no 31555/05, ?? 30 et 35, 21 octobre 2010).
70. La Cour note que la compensation litigieuse ne touche que la cr?ance pour arri?r?s de salaire reconnue par jugement du TAR de Frioul. Les autres revenus du requ?rant, en particulier sa pension, sont saisis dans la limite l?gale du cinqui?me en application des dispositions du code civil.
71. La Cour observe, en outre, que l?ing?rence litigieuse ne supprime pas les moyens dont le requ?rant n?cessite pour subvenir ? ses besoins et ? ses exigences vitales. Il ne ressort pas des documents soumis ? la Cour que le requ?rant n?est pas en mesure de maintenir un niveau de vie suffisamment ad?quat et digne, ind?pendamment du remboursement de sa dette envers l?Administration (voir Laduna c. Slovaquie, no 31827/02, ? 85, CEDH 2011).
72. Eu ?gard aux informations en sa possession, et consid?rant la marge d?appr?ciation accord?e aux ?tats contractants dans des affaires similaires, la Cour estime que l?ing?rence litigieuse n?est pas disproportionn?e par rapport au but poursuivi.
73. Il n?y a donc pas eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
IV. SUR LES AUTRES VIOLATIONS ALL?GU?ES
74 Invoquant l?article 6 ? 1 de la Convention, le requ?rant se plaint enfin du fait que le proc?s comptable aurait ?t? entam? ? une date ? laquelle le droit au recouvrement de l?Administration ?tait d?j? prescrit. La Cour note que les dol?ances de l?int?ress? rel?vent essentiellement de la quatri?me instance et ne sauraient ?tre retenues par la Cour. Par ailleurs, les d?cisions judiciaires de la Cour de comptes, mises en cause par le requ?rant, ont d?ment motiv? les points controvers?s, ce qui permet d??carter tout risque d?arbitraire.
75. Il s?ensuit que le grief doit ?tre rejet? pour d?faut manifeste de fondement, en application de l?article 35 ?? 3 a) et 4 de la Convention.
76. Invoquant l?article 13 de la Convention, le requ?rant se plaint de l?ineffectivit? du rem?de ? Pinto ? en raison de l?absence d?indemnisation.
77. Eu ?gard ? la jurisprudence Delle Cave et Corrado c. Italie (no14626/03, ? 43-46, 5 juin) et Simaldone c. Italie (no22644/03, ? 71-72, 31 mars 2009), la Cour estime qu?en l?esp?ce l?absence de l?indemnisation ? Pinto ? ne remet pas en cause l?effectivit? de cette voie de recours. Partant, il y a lieu de d?clarer ce grief irrecevable pour d?faut manifeste de fondement au sens de l?article 35 ?? 3a) et 4 de la Convention.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare, la requ?te recevable quant aux griefs tir?s des articles 6 ? 1 de la Convention (droit ? un tribunal) et 1 du Protocole no 1 et irrecevable pour le surplus ;

2. Dit, qu?il n?y a pas eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention (droit ? un tribunal) ;

3. Dit, qu?il n?y a pas eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 16 juin 2015, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Fran?oise Elens-Passos P?ivi Hirvel?
Greffi?re Pr?sidente

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 15/10/2024