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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE MAMATAS ET AUTRES c. GR?CE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 1
Articoli: 14,35,P1-1
Numero: 63066/14/2016
Stato: Grecia
Data: 2016-07-21 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni: Parzialmente inammissibile Non -violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 – Protezione della propriet?, articolo 1 al. 1 del Protocollo n? 1 – Privazione di propriet? Rispetto dei beni, Non -violazione dell’articolo 14+P1-1-1 – Interdizione della discriminazione, Articolo 14 – Discriminazione, (articolo 1 al. 1 del Protocollo n? 1 – Rispetto dei beni articolo 1 del Protocollo n? 1 – Protezione della propriet?,

PRIMA SEZIONE

CAUSA MAMATAS ED ALTRI C. GRECIA

( Richieste numeri 63066/14, 64297/14 e 66106/14)

SENTENZA

STRASBURGO

21 luglio 2016

Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nel causa Mamatas ed altri c. Grecia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, prima sezione, riunendosi in una camera composta di:
Mirjana Lazarova Trajkovska, presidentessa,
Ledi Bianku,
Kristina Pardalos,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Robert Spano,
Armen Harutyunyan,
Pauliine Koskelo, giudici,
e di Abele Campos, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 21 giugno 2016,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trovano tre richieste, nostri 63066/14, 64297/14 e 66106/14, dirette contro la Repubblica ellenica e di cui 6 320 cittadini di questo Stato (“i richiedenti”), hanno investito rispettivamente la Corte il 17 settembre, il 19 settembre ed il 1 ottobre 2014 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Dinnanzi alla Corte, i richiedenti sono stati rappresentati da OMISSIS avvocati ad Atene ed a Tessalonica. Il governo greco (“il Governo”) ? stato rappresentato dai delegati del suo agente, il Sig. K. Georghiadis, consigliare al Servizio giuridico dello stato, la Sig.ra S. Papa?oannou e la Sig.ra E. Zisi, assesseures al Consulente legale dello stato, e la Sig.ra S. Lekkou, ascoltatrice al Consulente legale dello stato.
3. I richiedenti si lamentano in particolare di una violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione, preso isolatamente e combinato con l’articolo 14 della Convenzione.
4. Il 13 gennaio 2015, le richieste sono state comunicate al Governo. Governo e richiesti hanno depositato delle osservazioni.
5. Nelle sue osservazioni, il Governo ha invitato la Corte ad applicare l’articolo 44D del suo ordinamento ed a non prendere in considerazione le osservazioni dei richiedenti nella richiesta no 66106/14, nella loro totalit? o del meno in ci? che riguarda il capitolo Ha queste. Sottolinea che le affermazioni di questi richiedenti secondo che le osservazioni del Governo non riflettono la sua vera posizione sulla questione ma gli sono state imposte coi suoi creditori internazionali, la troica, o gli Stati membri della zona euro, lo Sciolgo monetario internazionale (FMI) e la Banca centrale europea (BCE) oltrepassa in modo ingiuriosa i limiti dell’esagerazione, della deontologia e della buona fede.
6. La Corte stima che l’argomento suddetto dei richiedenti non raggiunge un grado di frivolezza, di vessazione o di abuso come possa giustificare il rifiuto di ammettere le osservazioni degli interessati. Respinge la domanda di applicazione dell’articolo 44D dell’ordinamento presentato dal Governo dunque.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
7. La richiesta no 63066/14 ? stato introdotto da 6 311 richiesti, la richiesta no 64297/14 con 7 richiesti e la richiesta no 66106/14 con 2 richiesti.
A. La genesi della causa
8. I richiedenti sono delle persone fisiche avendo sottoscritto degli obblighi dello stato greco. Il loro averi in titoli obbligazionisti variava tra 10 000 euros, EUR, e 1 510 000 EUR. In quanto portatori di obblighi ed in applicazione dell’articolo 8 della legge no 2198/1994, avrebbero avuto diritto, alla scadenza di queste, di ricevere dello stato un importo equivalente al valore nominale degli obblighi controversi mentre, nell’intervallo, ricevevano dei buoni (?).
9. Di 2009 a 2011, la Grecia dovette fare a fronte ad una delle pi? grandi crisi economiche della sua storia. Dinnanzi all’impossibilit? di prendere sui mercati finanziari, fu obbligata ad avere ricorso al meccanismo di stabilit? finanziaria al quale partecipa gli Stati membri della zona euro ed il FMI. Ai vertici europei del 11 e 25 marzo 2011, cos? come a quelli del 21 luglio e 26 ottobre 2011, la zona euro invit? gli investitori privati a partecipare essi anche alla risoluzione del problema della viabilit? del debito greco ed ad accettare una diminuzione del valore dei loro crediti.
10. Pi? particolarmente, nel maggio 2010, gli Stati partiti dalla zona euro conclusero una convenzione di prestito con lo stato greco e la Banca della Grecia di un importo di 80 miliardi di EUR. Del suo lato, il FMI suscit? lo stato 30 miliardi di EUR. In dispetto di questa assistenza, la Grecia non riusc? a fare fronte ai suoi obblighi finanziari, cos? che, nel luglio 2011, il Vertice degli Stati della zona euro consent? ad accordare un aiuto finanziario supplementare. Questo progetto contemplava la partecipazione del settore pubblico, Official Sector Involvement, “OSI”) col verso di un nuovo prestito di un importo di 109 miliardi di EUR, acconsentito dagli Stati partiti dalla zona euro ed il FMI; a ci? dovevano aggiungersi 12 miliardi di EUR issus dell’acquisto degli obblighi dello stato greco. Infine, 37 miliardi di EUR dovevano provenire dalla partecipazione volontaria del settore privato, Private Sector Involvement, “PSI”). La durata degli obblighi di cui la scadenza era fissata a 2020, fu allungata di quindici a trent’ anni.
11. In seguito all’annuncio della decisione di sostenere finanziariamente la Grecia, le agenzie di notazione Fitch e Moody’s, considerando che il paese si trovava in un stato di “fallimento controllato”, degradarono la nota della Grecia. Alla fine del mese di agosto 2011, fu annunciato che le finanze pubbliche della Grecia erano fuori controllo al motivo che c’era un aumento delle spese pubbliche ed un ritardo del rientro delle entrate. Il 11 ottobre 2011, la Commissione europea, il BCE ed il FMI sottolinearono, in una dichiarazione comune, che la recessione era superiore a quell’inizialmente prevista nel giugno 2010 e che il successo del programma dipendeva dalla partecipazione di un capitale che basta da parte del settore privato. Tenuto conto di questa evoluzione, il Vertice degli Stati della zona euro del 26 ottobre 2011 decise di concedere la Grecia 130 miliardi di EUR supplementari ed invit? “la Grecia, gli investitori privati e tutte le parti interessate a mettere in opera un scambio volontario di obblighi che comprendono una riduzione nominale del 50% sul debito teorico greco detenuto dagli investitori privati”, PSI pi?. Il Vertice in questione si rallegr? dei negoziati condotti tra la Grecia e gli investitori privati e sottoline? il ruolo cruciale della partecipazione del settore privato (PSI, alla viabilit? del debito greco,). In questo contesto, fu deciso anche di recapitaliser le banche greche con un importo di 30 miliardi di EUR.
12. Durante tutto il periodo-di giugno 2011 fino alla realizzazione del PSI-gli investitori istituzionali, particolarmente internazionali, cio? le banche ed altri organismi di credito che detenevano la pi? grande parte del debito greco, negoziarono tanto in ci? che riguarda l’ampiezza della detrazione fiscale (“haircut”, cio? l’abbassamento del valore nominale dei loro titoli ed il modo di rimborso del restante, che in ci? che riguarda i compensi che otterrebbero in compenso del loro danno economico e della loro partecipazione volontaria alla riduzione del debito pubblico della Grecia. I negoziati furono condotti con le cornici dell’Institute of Internazionale Finanzio che rappresentavano gli investitori istituzionali (banche greche ed estere) organismi di credito, hedge funds. In compenso, le persone fisiche che formavano solamente una minoranza di portatori di obblighi dello stato greco, non furono chiamate mai a partecipare ai negoziati n? informate dell’evoluzione di queste. Durante tutta la durata dei negoziati, tanto le autorit? greche che le autorit? europee affermarono che il procedimento riguardava solamente gli investitori istituzionali e che le persone fisiche non sarebbero riguardate dall’accordo che sarebbe concluso. Gli obblighi posseduti dalle persone fisiche di cui i richiedenti, corrispondevano al 1% circa il debito pubblico globale della Grecia.
13. Nella cornice dei negoziati, e mentre gli indizi in quanto alla percentuale di partecipazione allo scambio volontario erano positivi, la percentuale dei partecipanti che ammontano a 70% -80% nel dicembre 2011, la pressione in favore di un aumento della partecipazione cresceva. Tutti i comunicati stampa sottolineavano l’importanza che aveva la partecipazione del settore privato per la viabilit? del debito greco. Nel dicembre 2011, il FMI invit? le autorit? greche a fare in modo che la partecipazione della totalit? degli individui creditori fosse garantita.
14. All’inizio di 2012, il governo greco pubblic? un progetto di legge concernente lo scambio dei titoli dello stato contro i nuovi titoli. Nel suo parere del 17 febbraio 2012 relativo a questo progetto di legge, il BCE precisava che “lo scopo del progetto [era] di facilitare la partecipazione del settore privato introducendo nel diritto greco un procedimento che mira a favorire, per mezzo di clausole di azione collettiva, il negoziato coi portatori di obblighi e la conclusione di un accordo per lo scambio dei titoli dello stato greco.” Secondo i richiedenti, il vero scopo del progetto di legge era di fare pressione affinch? il pi? grande numero di investitori istituzionali fosse partito all’accordo e di ridurre cos? l’importo del debito.
15. Il 23 febbraio 2012 fu votato la legge no 4050/2012 relativo alle regole che modificano i titoli di emissione o di garanzia dello stato con l’accordo dei portatori di questi.
16. Un atto del Consiglio dei Ministri (5/24.02.2012) del 24 febbraio 2012 determin? i titoli che sarebbero inclusi nel programma di scambio, lanci? il procedimento di modifica di questi titoli, a contare del 24 febbraio 2012 di cui quelli dei richiedenti, e fiss? le condizioni dello scambio, paragrafi 49-51 sotto. L’informazione degli interessati si fece in modo elettronica, col verso del sito internet creato in vista dello scambio (www.greekbonds.gr) e pubblicando tutti gli elementi necessari. Inoltre, le banche e le istituzioni finanziarie si avviarono ad informare su una base pi? personale i loro propri clienti.
17. Il procedimento di scambio contemplava che i titoli selezionati sarebbero stati scambiati contro altri titoli emisi dallo stato che sarebbe regolato dal diritto britannico. Pi? precisamente, la legge contemplava che, per ogni obbligo di un valore nominale di 1 000 EUR, sarebbero dati:
ha, venti notizie obblighi che arrivano a scadenza tra 2023 e 2042 di un valore nominale di 315 EUR e portando un buono che aumenta progressivamente (il 2% entrano 2012 e 2015, il 3% entrano 2016 e 2020, il 3,65% in 2021 e 4,30% a partire da 2021, regolate dal diritto britannico e sottoposte all’accordo di cofinancement, co-financing agreement, tra le Grecia, la Banca della Grecia e lo Sciolgo europeo di stabilit? finanziaria, European Financial Stability Facility,;
b, due obblighi emessi dai Fondi europei di stabilit? finanziaria, la prima di una durata di un anno, la seconda di due anni, e di un valore nominale totale di 150 EUR, e
c, un titolo di garanzia (security di cui il rendimento era legato al prodotto interno lordo (PIL)).
Di pi?, con un buono del Tesoro emesso dai Fondi europei di stabilit? finanziaria ed arrivando a scadenza il 12 settembre 2012, furono versati gli interessi toccati dei vecchi obblighi per il periodo dal 20 marzo 2011 al 24 febbraio 2012.
18. Inoltre, la legge contemplava l’introduzione e l’attivazione di “clausole di azione collettive”, Collettive Azione Clausole-clausole che permettono di obbligare a partecipare all’operazione tutti quelli che non aveva desiderato partecipare, pure precisando che, se due terzo dei portatori dei crediti non prosciolti aderivano all’accordo, il procedimento si applicherebbe a tutti i portatori di obblighi, ivi compreso i richiedenti, e questo malgrado la loro no-partecipazione ai negoziati precitati. Nel novembre 2010 gi?, i ministri delle Finanze della zona euro avevano deciso di rendere obbligatorio questo tipo di clausole nella legislazione degli Stati membri, come mezzo che permette di garantire la stabilit? finanziaria in questa zona. Questa decisione fu interinata dal Vertice europeo del 24 e 25 marzo 2011. Le clausole di azione collettiva erano correnti nella pratica dei mercati internazionali di capitali e furono incluse, in applicazione dell’articolo 12 ? 3 della convenzione che istituisce il Meccanismo europeo di stabilit?, in tutti i titoli di una durata superiore di un anno portando su dei debiti pubblici degli Stati membri della zona euro.
19. In seguito, l’organismo di gestione del debito pubblico (ODDIKH) pubblic? l’invito fatto dallo stato ai portatori di obblighi di prendere parte al procedimento e di scambiare i loro titoli. I richiedenti, rifiutando il “haircut” dei loro titoli, non diedero nessuno seguito a questo invito. Indicano che avevano aggiunto fede alle assicurazioni degli agenti governativi secondo che le persone fisiche sarebbero escluse di questa regolamentazione e che non perderebbero il loro denaro.
20. In un atto del 9 marzo 2012, il governatore della Banca di Grecia che era stata designata come l’amministratore del procedimento, affermava:
-che i portatori di obblighi avevano consentito alle modifiche proposte, dal momento che l’importo globale dei crediti non prosciolto sarebbe ammontato a 177 218 697 615,45 EUR, e
-che una percentuale del 91,05% dei crediti non prosciolta aveva partecipato al procedimento, o 161 350 946 065,54 EUR.
Il governatore aggiungeva che, di conseguenza, la maggioranza richiesta era stata raggiunta in seguito all’accettazione delle modifiche proposte dai portatori di obblighi di cui i crediti non prosciolti ammontavano a 152 042 932 772,40 EUR, o una percentuale del 94,23% dei crediti non prosciolta che avevano partecipato al procedimento.
21. Con un atto no 10/9.3.2012, paragrafo 52 sotto, il Consiglio dei Ministri interin? il risultato del procedimento che legava oramai la totalit? del capitale dei titoli selezionati, ivi compreso la minoranza, 25 miliardi di EUR circa su un totale di 177 miliardi. L’atto precisava anche le modalit? dello scambio, paragrafo 17 sopra.
22. Questa fase del procedimento fu completata dalla decisione no 2/20964/0023A/9.3.2012 del ministro dell’economia che interin? lo scambio dei vecchi obblighi contro nuovi di cui il valore nominale era inferiore del 53,5% a quella delle anziane.
23. Prima del collocamento in ?uvre dell’operazione di scambio, il ministro dell’economia aveva proposto l’esenzione dei piccoli portatori, almeno quelli che aveva acquistato gli obblighi alla data della loro emissione. Tuttavia, era spettato su questa proposta in seguito al rifiuto che il presidente dell’Eurogroupe dell’epoca aveva opposto a questa esenzione. In un’intervista del 7 marzo 2012, il ministro aveva dichiarato che ci sarebbe un “meccanismo di compenso” per i piccoli portatori.
24. Il 22 aprile 2012, il primo ministro greco dichiarava in un discorso pubblico pronunziato che “i portatori di obblighi che [avevano] perso a causa della detrazione fiscale le economie di tutta una vita [dovevano] essere indennizzati” e che ci? si farebbe con le “disposizioni fiscali” di cui le modalit? restavano per? non precisate.
25. Secondo le informazione fornite dal Governo, l’operazione di scambio ha contribuito a sminuire il debito greco di 107 miliardi di EUR circa. Alla fine di 2012, una percentuale del 85% del debito ? passata delle persone private agli Stati membri della zona euro. In 2013, il costo del servizio del debito ha abbassato considerevolmente: mentre gli interessi previsti inizialmente per 2012 dovevano ammontare a 17,5 miliardi di EUR, in seguito allo scambio, una somma di 12,2 miliardi ? dovuto essere versata mentre in 2013 gli interessi non hanno superato 6 miliardi.
B. Il procedimento concernente i richiedenti nella richiesta no 63066/14
26. Il 18 aprile 2012, certi dei richiesti autori di questa richiesta investirono il Consiglio di stato di un ricorso in annullamento degli atti 5/24.02.2012 e 10/9.03.2012 del Consiglio dei Ministri, e dell’atto suddetto del governatore della Banca della Grecia del 9 marzo 2012.
27. In ragione dell’importanza della causa, l’udienza ebbe luogo il 22 marzo 2013 dinnanzi al Consiglio di stato che si riunisce in formazione plenaria. Con la sua sentenza no 1507/2014 del 28 aprile 2014, il Consiglio di stato respinse il ricorso. Certi altri richiedenti che avevano investito il Consiglio di stato alle date differenti girano i loro ricorsi raggruppati dinnanzi alla quarta camera ed una data di udienza fissata nel giugno 2014. Parecchi richiesti che erano partite alla richiesta suddetta e che avevano investito anche il Consiglio di stato, preferirono rinunciare allora dei loro ricorsi, la sentenza no 1570/2014 adottato dalla formazione plenaria che fa giurisprudenza. Al riguardo di questi richiedenti, il Consiglio di stato recint? il procedimento e respinse i loro ricorsi.
28. In primo luogo, il Consiglio di stato respinse il motivo di appello dei richiedenti secondo che, alla data dell’emissione dei titoli che avevano acquisito, da una parte, delle clausole di modifica non sarebbero state contemplate n? con via legislativa n? con via convenzionale e, altro parte, la modifica di questi titoli non sarebbe stata permessa avuto riguardo all’articolo 5 ? 1 della Costituzione ed ai principi dello stato di diritto, della protezione della fiducia del cittadino verso lo stato, cos? come alla sicurezza giuridica.
29. A questo riguardo, il Consiglio di stato consider? che l’investimento negli obblighi ed in altri titoli di stato non era esente dal rischio di un danno patrimoniale subito conformemente alla legge, anche se il diritto che regola questi titoli non contemplava la possibilit?, prima della loro scadenza, di rinegoziare certe modalit?, tali il valore nominale, il buono decorso e la scadenza. Espose che la ragione ne era che, a contare dell’emissione del titolo e fino alla sua scadenza, trascorreva un grande lasso di tempo durante che rischiavano di limitare sostanzialmente degli imprevisti, addirittura di annientare, le capacit? finanziarie dello stato, emittente o garante di questi titoli. Secondo il Consiglio di stato, se dei tali imprevisti sopraggiungevano, lo stato era in diritto di tentare sic una rinegoziazione sul fondamento del clausola rebus stantibus.
30. Riferendosi in particolare ai lavori preparatori della legge no 4050/2012, il Consiglio di stato sottoline? poi che le previsioni erano di cattivo augurio per le entrate pubbliche che si ridursi secondo lui in modo continua in ragione della recessione prolungata, e che nuovi prestiti erano proibitivi in ragione della perdita delle capacit? di rimborso. Allo visto della modifica del clima economico che avrebbe preso di campo lo stato greco e l’avrebbe messo nell’impossibilit? di regolare in tempo e nella loro interezza i suoi obblighi finanziari, questo essere-a-argomento allo visto del rischio della cessazione di pagamento e del crollo dell’economia nazionale, il tentativo, per mezzo dell’articolo 1 della legge no 4050/2012, di rinegoziazione di una parte del debito pubblico, o del debito dovuto al settore privato, non era, secondo il Consiglio di stato, contrario n? alla Costituzione n? al diritto europeo n? alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
31. Nel ricorso in annullamento, i richiedenti si lamentavano anche di una violazione del principio di uguaglianza garantita dall’articolo 4 ? 1 della Costituzione al motivo che l’articolo 1 della legge no 4050/2012 li aveva costretti a partecipare al procedimento di scambio di titoli, mentre sarebbero stati delle persone fisiche sottoposte ad una durata di vita limitata e prive delle cognizioni specifiche necessarie alla valutazione dei rischi relativi al collocamento delle loro economie, e questo, secondo essi, senza che siano presi delle misure legislative comparabili a queste contemplato per garantire la sufficienza in capitali delle determinazioni bancarie.
32. Al riguardo di questo motivo di appello, il Consiglio di stato giudic? che il principio di uguaglianza non imponeva allo stato di riservare un trattamento privilegiato a certi dei suoi creditori sulla base dei dati personali e di elementi soggettivi, ed in particolare alle persone fisiche che hanno delle capacit? finanziarie limitate ed esercitando la loro attivit? economica in un scopo di risparmio e non di investimento. In compenso, stim? che il principio di uguaglianza, applicato nella cornice di relazioni di parecchi creditori e di un solo debitore, imponeva lo svolgimento di questa relazione su un piede di uguaglianza, si equal footing, cos? che, in caso di impossibilit? di soddisfare l’insieme dei creditori, ogni creditore doveva essere rimborsato in proporzione all’importo del suo credito. Per raggiungere questo scopo, secondo il Consiglio di stato, l’impegno dei creditori no acconsente, binding effect, si imporsi.
33. I richiedenti denunciavano inoltre una violazione dell’articolo 17 della Costituzione (diritto alla propriet?) e dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione. Sostenevano che i loro titoli che erano stati scambiati costituivano un bene che non poteva essere oggetto di un’ingerenza, eccettuato per un scopo legittimo e sotto riserva del rispetto dei principi di legalit? e di proporzionalit?. Mettevano in dubbio la legalit? della regolamentazione che aveva provocato la restrizione della loro propriet?, adducendo che era “probabile che il salvataggio delle finanze pubbliche del paese fallisca” in ragione dell’esclusione del procedimento di scambio di una grande parte del debito dovuto al settore pubblico (BCE, Stati membri della zona euro e banche centrali di questi Stati. Mettevano anche in dubbio la necessit? di questa regolamentazione, adducendo che le autorit? non avevano ricercato al tempo stesso di misure alternative pi? clementi e pi? efficaci. Infine, contestavano la proporzionalit? della restrizione fatta alla loro propriet?, adducendo che questa era sproporzionato al punto che arrivava, secondo essi, a recare offesa al nocciolo duro del loro diritto.
34. A questi argomenti, il Consiglio di stato rispose che la restrizione della propriet? dei richiedenti risultava dall’applicazione delle disposizioni della legge no 4050/2012, una legge che decreta secondo lui delle misure generali in materia di politica economica e sociale al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Indic? che l’affermazione dei richiedenti secondo la quale l’operazione di salvataggio delle finanze pubbliche greche rischiava di fallire sfuggiva al suo controllo che non poteva, secondo lui, esercitarsi sulla questione dell’opportunit? delle scelte del legislatore. Rilev? che lo stato aveva adottato parecchie misure legislative complesse per fare fronte alla crisi finanziaria, in particolare delle misure di restrizione delle spese pubbliche e delle misure che tendono a fare aumentare le entrate fiscali. Di conseguenza, ai suoi occhi, era a torto che i richiedenti contestavano la necessit? della regolamentazione introdotta dalla legge no 4050/2012.
35. Inoltre, secondo il Consiglio di stato, il rendimento dei nuovi titoli in caso di vendita di questi sarebbe dovuto essere esaminato sulla base della data di arrivo a maturit? di ciascuno dei titoli scambiati, al motivo che, prima di questa data, i richiedenti non potevano pretendere percepire il loro capitale. Ad ogni modo, il Consiglio di stato constat? la mancanza di elementi che permettono di stimare il valore commerciale futuro dei nuovi titoli. Constat? anche che risultava delle informazione fornite dallo stato greco e col gruppo finanziario Bloomberg che il valore commerciale medio dei nuovi titoli ammontava al 23,085% del valore nominale degli anziano al 12 marzo 2012 ed al 29,246% al 8 febbraio 2013.
36. Il Consiglio di stato conclude che il valore commerciale dei nuovi titoli dei richiedenti, anche se era inferiore al loro valore nominale, tendeva al rialzo, e che se i richiedenti, malgrado questa tendenza, decidessero di vendere i nuovi titoli al 8 febbraio 2013, raccoglierebbero il 29,246% del valore nominale dei titoli scambiati. Difatti, indic? il Consiglio di stato, lo scambio dei titoli dei richiedenti coi nuovi titoli aveva provocato una perdita in capitale dell’ordine del 53,5%, addirittura pi? in ragione della modifica della data di scadenza. Secondo il Consiglio di stato, questa perdita patrimoniale, se era particolarmente importante, non era irragionevole, non necessario o sproporzionata al punto di potere essere giudicata contrario all’articolo 17 della Costituzione ed all’articolo 1 del Protocollo no 1. Il Consiglio di stato aggiunse che, tenuto conto delle circostanze eccezionali come sarebbero state valutate dal parlamento, col Consiglio dei ministri e la grande maggioranza del settore privato, la limitazione dei diritti di questo ultimo sul debito pubblico non costituiva una misura sproporzionata rispetto allo scopo che consiste in salvare l’economia della Grecia del rischio di cessazione di pagamento e di crollo, situazione di natura tale da avere delle conseguenze economiche e sociali imprevedibili.
C. Il procedimento concernente i richiedenti nella richiesta no 64297/14
37. Il 23 aprile 2012, i richiedenti investirono il Consiglio di stato. Denunciavano in particolare una violazione dell’articolo 17 della Costituzione e dell’articolo 1 del Protocollo no 1, arguendo che le disposizioni della legge no 4050/2012 avevano permesso l’annullamento dei titoli e la privazione di tutti i diritti degli obblighi degli investitori che risultano dalla propriet? sui titoli, e questo senza indennit?, del meno senza un’indennit? ragionevole. Da una parte, esponevano che la concessione dei nuovi titoli non equivaleva ad un’indennit? di natura tale da permettere, ai termini della Costituzione, l’espropriazione della propriet?, al motivo che questi titoli erano non degli specifico, ma una contropartita dato in modo forzata. Altra parte, indicavano che, a supporre anche che la concessione dei nuovi titoli avesse costituito un’indennit? legale per una privazione di propriet? al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1, questa indennit? non poteva essere considerata come ragionevole: difatti, secondo i richiedenti, in quanto persone fisiche che godono di una speranza di vita limitata, avevano ricevuto dei titoli di cui la scadenza era fissata a 2042; quindi, se i portatori ne volessero beneficiare di loro vivente, una vendita eventuale dei titoli prima di questa data riporterebbe loro il 21,3% del valore nominale del titolo; ora, secondo i richiedenti, questa percentuale non rispettava il principio di proporzionalit?.
38. Con una sentenza no 1116/2014 del 21 marzo 2014, il Consiglio di stato, riunendosi in formazione plenaria, respinse i richiedenti con gli stessi motivi che quegli esposto sotto la richiesta no 63066/14. In particolare, precis? che il paragrafo 2 dell’articolo 17 della Costituzione riguardava solamente dei diritti reali e non degli obblighi. Riferendosi all’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione ed alla giurisprudenza della Corte, particolarmente Olczak c. Polonia, d?c.), no 30417/96, CEDH 2002-X, e Grainger ed altri c. Regno Unito, d?c.), no 33940/10, 10 luglio 2012, indic? che, per una causa di utilit? pubblica e nei casi eccezionali che impongono l’adozione delle misure di politica economica e sociale, era possibile portare delle restrizioni al diritto di propriet?.
39. Peraltro, il Consiglio di stato afferm? che il principio costituzionale dell’uguaglianza non imponeva allo stato di riservare un trattamento favorevole a certi dei suoi creditori, persone fisiche, in funzione della loro situazione personale, speranza di vita e situazione economica che percepivano il loro proprio comportamento come essendo quello di un risparmiatore e non quello di un investitore. In compenso, stim? che questo principio imponeva un’azione “su una base egualitaria”, si anno equal footing, cos? che, in caso di impossibilit? di soddisfare l’insieme dei creditori, ogni creditore possa essere soddisfatto in proporzione all’importo del suo credito. Aggiunse che sottoporre i richiedenti e le altre persone fisiche alle disposizioni dell’articolo 1 della legge no 4050/2012, non era contrario all’articolo 4 ? 1 della Costituzione, perch?, secondo lui, in caso di evoluzione sfavorevole della situazione, le persone fisiche non avevano dritte ad un trattamento privilegiato rispetto agli altri creditori dello stato, anche se il valore nominale dei loro titoli, in termini di volume e di percentuale del capitale totale, era debole. Aggiunse che la restrizione dei crediti contro lo stato, stabilito dalla legge no 4050/2012, aveva recato offesa ai diritti degli investitori, persone fisiche o giuridiche, nazionali greche ed estere, ma di cui il godimento non era esente dai rischi. Secondo il Consiglio di stato, questa restrizione ad una percentuale determinata ed alla proporzione, in funzione dell’importo del debito pubblico verso il settore privato, si iscriveva nella cornice dell’adozione di una legge, alle conseguenze certo pesanti per i richiedenti, ma mirando a fare fronte ad una congiuntura particolarmente sfavorevole, cos? che non sarebbe stato possibile considerarla come contrario all’articolo 4 ? 1 della Costituzione.
40. Infine, agli occhi del Consiglio di stato, l’esistenza di trattative tra lo stato e gli Institute of Internazionale Finanzia ed il Private Creditor Investor Committee prima dell’adozione delle disposizioni legislative controverse non aveva esercitato nessuna influenza sulla causa sotto esame, queste trattative non avendo creato, secondo lui, nessuno obbligo giuridico al riguardo degli investitori.
D. Il procedimento concernente i richiedenti nella richiesta no 66106/14
41. Il 18 aprile 2012, i richiedenti investirono il Consiglio di stato. Adducevano essi anche che c’era stata violazione dell’articolo 17 della Costituzione e dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione, cos? come una violazione del principio dell’uguaglianza di trattamento garantito dall’articolo 4 ? 1 della Costituzione. A questo riguardo, stimavano che, in quanto persone fisiche che non hanno nessuna attivit? professionale nella tenuta dell’investimento, dovevano a questo titolo essere distinti altre categorie di interessati come le persone giuridiche e gli investitori professionali operando sul mercato secondario dei titoli e traendo profitto dalla fluttuazione dei valori. Inoltre, sostenevano che loro stessi che aveva acquisito dei titoli obbligazionisti, avevano subito una discriminazione rispetto a quelli che aveva posto le loro economie nelle determinazioni bancarie sotto la garanzia dello stato.
42. Con una sentenza no 1506/2014 del 28 aprile 2014, il Consiglio di stato, riunendosi in formazione plenaria, respinse i motivi di appello dei richiedenti relativi all’attentato al loro diritto di propriet? coi motivi simili a quegli esposto nelle due sentenze suddette.
43. In quanto al motivo di appello relativo all’articolo 4 ? 1 della Costituzione, il Consiglio di stato indic? che il principio di uguaglianza non imponeva allo stato di riservare un trattamento favorevole a certi dei suoi creditori sulla banca dati personale e di criteri soggettivi. Per il Consiglio di stato, l’assoggettamento dei richiedenti alle disposizioni dell’articolo 1 della legge no 4050/2012 non disconosceva 4 ? 1 l’articolo della Costituzione al motivo che le persone fisiche non avevano dritte ad un trattamento preferenziale rispetto agli altri creditori dello stato, anche se il valore nominale dei loro titoli era debole e che questi titoli formavano solamente una piccola parte del capitale non prosciolto. Ai suoi occhi, le affermazioni dei richiedenti secondo che si erano fidati della solvibilit? della Repubblica ellenica all’epoca dell’emissione dei titoli ed avevano ricevuto delle promesse da parte dei politici non bastavano per supportare il loro argomento secondo che sarebbero stati oggetto di un trattamento discriminatorio al senso della Costituzione.
44. Secondo il Consiglio di stato, l’acquisto di titoli dello stato ed il deposito delle liquidit? nelle determinazioni bancarie creava due categorie di rapporti giuridici differenti, e rilevavano della scelta degli interessati e non di un avvenimento fortuito, questo che, sempre secondo il Consiglio di stato, non rendeva necessario l’adozione di una regolamentazione identica per queste due categorie. La qualit? dei differenti creditori dello stato non poteva costituire un criterio di differenziazione del punto di vista dell’incapacit? di questo ultimo a fare fronte ai suoi obblighi di debitore: le determinazioni bancarie, le societ? che offrono ai terzo dei servizi legati all’investimento, i negoziatori speciali ?uvrant sui mercati finanziari o i professionisti disponendo dell’esperienza e di cognizioni specializzate in materia di investimenti sarebbe regolato dalle regole di diritto che contempla delle condizioni all’esercizio della loro attivit? ma non definendo il posto dei loro crediti nei confronti il loro debitore.
45. Il Consiglio di stato afferm? sebbene degli esoneri fiscali al profitto delle persone giuridiche che hanno per scopo di limitare il loro danno risultati dello scambio non contravvenivano al principio di uguaglianza, perch? sarebbero state stabilite per preservare la viabilit? e la credibilit? delle determinazioni finanziarie di cui la fragilit? avrebbe costituito una minaccia grave per l’economia nazionale. Secondo il Consiglio di stato, era buono stabilito che, all’epoca critica, le condizioni di funzionamento del sistema finanziario esigevano la presa con lo stato di misure complesse per sostenere il sistema di cui il prestito di un importo importante presso dei Fondi europei di stabilit? monetaria per la ricapitalizzazione delle banche-paragrafo 11 in fini sopra.
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNA PERTINENTI
A. La Costituzione
46. Gli articoli pertinenti nello specifico della Costituzione dispongono:
Articolo 4
“1. I greci sono uguali dinnanzi alla legge.
(…)
5. I cittadini ellenici contribuiscono senza distinzione ai carichi pubblici in proporzione dei loro mezzi. “
Articolo 17
“1. La propriet? ? posta sotto la protezione dello stato. I diritti che ne derivano possono esercitarsi non tuttavia allo scapito dell’interesse generale.
2. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non ? a causa di utilit? pubblica, debitamente provata, nei casi e seguendo il procedimento previsto dalla legge, e sempre mediante un’indennit? preliminare e completa che deve corrispondere bene al valore dell’espropriata al momento dell’udienza sulla determinazione provvisoria dell’indennit? col tribunale investito della causa. Nel caso di una domanda che mira alla determinazione immediata dell’indennit? definitiva, ? presa in considerazione il valore del bene alla data dell’udienza del tribunale su questa domanda. Se l’udienza che mira alla determinazione dell’indennit? definitiva ha luogo pi? di un anno dopo l’udienza che mira alla determinazione dell’indennit? provvisoria, ? il valore alla data dell’udienza che mira alla determinazione dell’indennit? definitiva che ? presa in conto. Il giudizio garantisce la disponibilit? dei fondi che permettono l’ordinamento dell’indennit?. (…) “
Articolo 25
“1. I diritti dell’uomo, in quanto individuo ed in quanto membro del corpo sociale, ed il principio del welfare state costituzionale ? garantito dallo stato. Tutti gli organi dello stato sono tenuti di garantire ne l’esercizio libero ed effettivo. Questi principi si applicano anche alle relazioni private ed a tutto questo che si riporta. Le restrizioni di ogni ordine che, conformemente alla Costituzione, possono essere portate a questi diritti devono essere contemplate o direttamente con la Costituzione sia con la legge senza danno di questa e nel rispetto del principio di proporzionalit?.
2. La riconoscenza e la protezione con la Repubblica dei diritti fondamentali ed imprescrittibili dell’uomo mirano alla realizzazione del progresso sociale nella libert? e la giustizia.
3. L’esercizio abusivo di un diritto non ? permesso.
4. Lo stato ha il diritto di esigere da parte di tutti i cittadini il compimento del loro dovere di solidariet? sociale e nazionale. “
B. La legge no 2198/1994 che porta, entra altri, sui titoli immateriali dello stato,
47. L’articolo 8 (crediti degli investitori) della legge no 2198/1994 contempla:
“1. Le determinazioni che si occupano per il conto dei loro clienti di investire dei capitali nei titoli dello stato sono tenute di investire immediatamente questi capitali nei titoli della scelta dei loro clienti.
2. Il credito dell’investitore risultante del suo titolo ? presso esigibile della determinazione del quale l’investitore dispone di un conto. Se lo stato non rispetta i suoi obblighi in applicazione del paragrafo 6 del presente articolo, l’investitore pu? esigere solamente il suo credito contro lo stato.
(…)
6. Il versamento degli interessi scaduti e dei capitali con lo stato alla Banca della Grecia provoca l’estinzione degli obblighi dello stato.
La Banca della Grecia rende gli interessi ed il capitale ad ogni determinazione dei titoli dovuti al momento della scadenza del prestito. Questo versamento provoca l’estinzione degli obblighi della Banca della Grecia.
(…) “
C. La legge no 4050/2012 relativo alle regole che modificano i titoli di emissione o di garanzia dello stato con l’accordo dei portatori
48. Le disposizioni pertinenti dell’articolo 1 della legge no 4050/2012 sono formulati cos?:
“(…)
2. Il Consiglio dei Ministri, seguito alla proposta del ministero dell’economia, decidi di impegnare il procedimento di modifica dei titoli eleggibili coi portatori, determina i titoli eleggibili che saranno scambiati, e fisso il capitale o il valore nominale, il tasso di interesse o il rendimento, la durata, il diritto, inglesi o altro che regoler? i nuovi titoli che saranno emessi dallo stato e da’ potere all’ODDIKH di pubblicare un’o parecchi inviti da parte dello stato.
Con questo invito, i portatori dei titoli eleggibili che sono menzionati sono chiamati a dichiarare, in un termine determinato, se accettano la modifica dei titoli eleggibili, siccome proponilo lo stato e conformemente al procedimento previsto dal presente articolo.
(…)
11. Le disposizioni del presente articolo tendono alla protezione dell’interesse generale supremo, costituiscono delle regole obbligatore di applicazione immediata, prevalgono su ogni disposizione legislativa o regolamentare contraria, che sia di carattere generale o particolare, (…) e la loro applicazione non fa nascere e non attivare nessuno diritto, contrattuale o derivando della legge, a favore del portatore o dell’investitore, e nessuno obbligo allo scapito dell’emittente o del garante dei titoli “
D. lo prende atto del Consiglio dei Ministri del 24 febbraio 2012 fissando l’inizio del procedimento di modifica dei titoli selezionati e le condizioni dello scambio
49. L’atto del Consiglio dei Ministri del 24 febbraio 2012 ha fissato l’inizio del procedimento al 24 febbraio 2012. Indicava qui accluso i titoli selezionati dall’atto. Precisava che la modifica di questi titoli avrebbe avuto luogo per mezzo del loro scambio contro i nuovi titoli pubblicati dallo stato, ma anche col Fondo europeo di stabilit? finanziaria. I nuovi titoli pubblicati dallo stato sarebbero costituiti cumulativamente dai notizie obblighi dello stato e coi titoli di cui il rendimento sarebbe legato al PIL.
50. I nuovi obblighi dello stato avrebbero un tasso annuo del 2% per il pagamento dei buoni di 2013 a 2015; del 3% per quello dei buoni di 2016 a 2020; del 3,65% per quello dei buoni 2021; del 4,3% per quello dei buoni di 2022 a 2042. Sarebbero regolate dal diritto britannico.
51. I titoli di cui il rendimento sarebbe legato al PIL arriverebbero a maturit? in 2042, sarebbero regolati dal diritto britannico ed avrebbero un rendimento calcolato secondo il capitale nominale degli obblighi che sarebbe decrescente di 2024 a 2042.
E. lo prende atto del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2012 interinando la decisione dei portatori di obblighi concernente la modifica dei titoli selezionati, come attestata dalla Banca di Grecia che agisce come amministratore del procedimento
52. L’atto del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2012 ha interinato una decisione del governatore della Banca della Grecia, datata lei anche del 9 marzo 2012 che attestava che i portatori di obblighi avevano consentito alle modifiche suggerite dei titoli selezionati. Il governatore dichiarava avere tenuto conto, entra altri, della legge no 4050/2012, dell’atto del Comitato dei Ministri del 24 febbraio 2012, dell’invito fatto ai portatori di obblighi di approvare o di respingere la modifica dei titoli selezionati, dell’importo dei crediti non prosciolto di questi titoli che ammontavano a 177 218 697 615,45 EUR, del quorum ottenuto in quanto alla partecipazione dei portatori di obblighi e di cui l’importo non prosciolto ammontava a 161 350 946 065,54 EUR, o una percentuale del 91,05% dei crediti non prosciolta, e per il fatto che i crediti non prosciolti detenute con lo stato non erano stati presi in considerazione per il calcolo dell’importo dei crediti non prosciolte n? per quello del quorum.
F. La decisione no 2/20964/0023A del ministro aggiunge dell’economia del 9 marzo 2012 relativo al collocamento in opera della modifica dei titoli selezionati ed all’edizione dei notizie obblighi e dei nuovi titoli legati al PIL
53. Con la sua decisione no 2/20964/0023A, il ministro aggiunge dell’economia ha lanciato il collocamento in ?uvre delle modifiche decise per mezzo dello scambio dei titoli selezionati contro i nuovi titoli pubblicati dallo stato e lo Sciolgo europeo di stabilit? finanziaria, a proposito delle modalit? di questo scambio, vedere sopra il paragrafo 17.
III. LA GIURISPRUDENZA DEL TRIBUNALE DELL’UNIONE EUROPEA
54. Con una sentenza del 7 ottobre 2015, nel causa Alessandro Accorinti c. Banca centrale europea (T-79/13 che aveva per oggetto un ricorso che mira ad ottenere il risarcimento del danno subito al seguito) in particolare, dell’adozione col BCE, il 5 marzo 2012, della decisione 2012/153/UE relativa all’eleggibilit? dei titoli di credito negoziabile emesso o totalmente garantito con la Repubblica ellenica nella cornice dell’offerta di scambio di obblighi con questa, cos? come ad altre misure del BCE legate alla ristrutturazione del debito pubblico greco, il Tribunale dell’unione europea si ? pronunciato cos?:
“82 l’acquisto con un investitore di titoli di credito di stato costituisce, con definizione, una transazione che comprende un certo rischio finanziere, perch? sottoposi ai rischi dell’evoluzione dei mercati dei capitali, e che certi dei richiedenti hanno acquisito anche dei titoli di credito greco durante il periodo durante la quale la crisi finanziaria della Repubblica ellenica era al suo colmo. Ora, allo sguardo della situazione economico della Repubblica ellenica e delle incertezze che la riguarda all’epoca, gli investitori riguardati saprebbero pretendere non avere agito in quanto operatori economici prudenti ed avveduti, al senso della giurisprudenza mirata sopra al punto 76, potendo avvalersi dell’esistenza di attese legittime. Al contrario, avuto riguardo alle dichiarazioni pubbliche invocate dai richiedenti a sostegno dei loro motivi di appello (vedere affatto sopra 78), suddetti investitori erano supposti conoscere la situazione economico altamente instabile determinante la fluttuazione del valore dei titoli di credito greco acquisii da essi cos? come il rischio non trascurabile di un difetto non fu ci? che selettivo della Repubblica ellenica. Peraltro, cos? come l’anticipo a buon diritto il BCE, un operatore economico prudente ed avveduto avendo avuto cognizione di queste dichiarazioni pubbliche non avrebbe potuto escludere il rischio di una ristrutturazione del debito pubblico greco, tenuto conto delle divergenze di vista regnante a questo riguardo in seno agli Stati membri della zona euro e degli altri organi implicata, tali la Commissione, il FMI ed il BCE.
(…)
91 di conseguenza, forza ? di constatare che i richiedenti, in quanto investitori o risparmiati avendo agito per proprio conto loro e nel loro interesse esclusivamente privato ad ottenere un rendimento massimale dei loro investimenti, si trovavano in una situazione distinta di quella delle banche centrali dell’Eurosyst?me. Allora stesso che, in virt? del diritto private applicabili, suddette banche centrali hanno acquisito, all’epoca dell’acquisto di titoli di credito statale, come gli investitori privati, lo statuto di creditore dello stato emettitore e debitore, questo solo punto comune non saprebbe giustificare di considerarli come trovandosi in una situazione simile, addirittura identica, a quella desdits investitori. Difatti, un tale approccio adottato del punto di vista del solo diritto privato non terrebbe conto n? dell’inquadramento giuridico dell’operazione di acquisto desdits titoli con le banche centrali n? degli obiettivi di interesse pubblico che queste erano chiamate a perseguire in questo contesto in virt? delle regole di dritte primario applicabili di cui i principi e gli obiettivi devono essere presi in considerazione per valutare la comparabilit? delle situazioni in causa allo sguardo del principio generale di uguaglianza di trattamento (vedere la giurisprudenza citata sopra al punto 87).
92 conviene concludere dunque che i richiedenti, in quanto investitori privati avendo acquistato dei titoli di credito greco nel loro solo interesse patrimoniale privato, qualunque sia il motivo preciso delle loro decisioni di investimento, si trovavano in una situazione differente di quella delle banche centrali dell’Eurosyst?me da cui la decisione di investimento era guidata esclusivamente dagli obiettivi di interesse pubblico, come mirati all’articolo 127, paragrafi 1 e 2, TFUE, letto congiuntamente all’articolo 282, paragrafo 1, TFUE, cos? come l’articolo 18, paragrafo 1, primo trattino, degli statuti.
(…)
121 a prescindere del principio generale secondo che tutto creditore deve sopportare il rischio di insolvenza del suo debitore, ivi compreso statale, delle tali transazioni si effettuano su dei mercati particolarmente volatili, spesso sottomessi ai rischi ed ai rischi non controllabili trattandosi dell’abbassamento o dell’aumento del valore dei tali titoli, ci? che pu? invitare alla speculazione per ottenere dei rendimenti alzati in un lasso di tempo molto corto. Quindi, a supporre anche che tutti i richiedenti non siano impegnati nelle transazioni di natura speculativa, dovevano essere coscienti desdits rischi e rischi in quanto ad un’eventuale perdita considerevole del valore dei titoli acquisii. Questo ? di tanto pi? vero che, anche prima dell’inizio della sua crisi finanziaria nel 2009, lo stato greco emettitore faceva gi? fronte ad un indebitamento ed ad un deficit alzato. Pertanto, il danno subito in ragione del PSI non pu? essere qualificato d ‘ “anormale” al senso della giurisprudenza precitata. “
IN DIRITTO
I. UNIONE DELLE RICHIESTE
55. Le richieste che hanno dei fatti una cornice e giuridico comune, la Corte giudica appropriata di unirli, in applicazione dell’articolo 42 del suo ordinamento.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 ALLA CONVENZIONE
56. I richiedenti sostengono che lo scambio dei loro titoli, imposto con la legge no 4050/2012, costituisci un’espropriazione di fatto avendo provocato una privazione della loro propriet? o, a titolo accessorio, un’ingerenza nel diritto al rispetto dei loro beni.
57. Pi? particolarmente, adducono che la “causa di utilit? pubblica” faceva difetto nello specifico al motivo che la riduzione del debito pubblico del 53,5% durante un periodo compreso entra 2023 e 2042 ha avuto delle conseguenze economiche pregiudizievoli per le persone fisici portatori di obblighi di cui la partecipazione, secondo gli interessati, era stata inizialmente ed escludessi ufficialmente dalle dichiarazioni del ministro dell’economia e di altri responsabile politici. Adducono anche che lo scambio dei loro obblighi, senza il loro consenso, non pu? essere considerato “ragionevolmente come il versamento di un’indennit? in rapporto col valore del loro bene.” Denunciano quindi una violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione, ai termini del quale:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Sull’ammissibilit?
1. Sull’eccezione relativa alla no-esaurimento delle vie di ricorso interni
58. Il Governo indica che, con la pubblicazione alla Gazzetta ufficiale del 9 marzo 2012 della decisione no 2/20964/0023A/9.3.2012 del ministro aggiunge dell’economia, il termine di sei mesi per introdurre un ricorso in annullamento contro questa decisione dinnanzi al Consiglio di stato ha cominciato a decorrere per tutto interessato a questa data.
59. Il Governo stima che la pratica nella richiesta no 63066/14 non permette di sapere se i richiesti sotto i numeri 193 a 6 311 hanno investito il Consiglio di stato. Inoltre, indica che, nella stessa richiesta, in dispetto dell’affermazione dei richiesti sotto i numeri 62, 63, 64, 74, 75, 76, 77, 90, 124, 125, 147 e 151 secondo la quale hanno investito il Consiglio di stato, risulta della sentenza no 1507/2014 che non erano partite al procedimento. In quanto ai richiesti sotto i numeri 32, 48, 49, 53, 54, 55, 56, 58, 84, 87, 93, 132, 136, 153, 166, 176, 177, 178 e 182, in dispetto della loro affermazione, non sembra, agli occhi del Governo, che abbiano introdotto un ricorso in annullamento.
60. I richiedenti considerano che, se la sentenza no 1507/2014 del Consiglio di stato ? stato reso il 28 aprile 2014, la conclusione della deliberazione era conosciuta molto tempo in anticipo, perch?, secondo essi, era stata oggetto di una fuga nella stampa, si prodursi cos? spesso nelle cause che presentano un grande interesse per il pubblico. Espongono che parecchi richiesti, parti alla richiesta no 63066/14 di cui l’esame del loro ricorso sarebbe stato fissato alle date ulteriori, hanno preferito rinunciare allora in ragione della conclusione sfavorevole certa della loro azione e dei costi del procedimento. Infine, affermano che i richiesti sotto i numeri 1 a 192, eccetto quelli che porta i numeri 32, 48, 49, 53 54, 55, 84, 87, 93, 132, 147, 153, 166, 176, 177 et182, hanno portato la prova che avevano investito il Consiglio di stato.
61. Inoltre, i richiedenti adducono che avrebbero potuto avere come possibilit? alternativa di introdotta delle azioni in danno-interessi contro lo stato, in applicazione dell’articolo 105 della legge di accompagnamento del codice civile, ma che questa via di ricorso non era neanche efficace al motivo che, in seguito alle sentenze pertinenti del Consiglio di stato nelle cause concernente lo scambio degli obblighi, i tribunali amministrativi andavano a respingere certamente queste azioni.
62. La Corte ricorda che gli Stati non hanno a rispondere dei loro atti dinnanzi ad un organismo internazionale prima di avere avuto la possibilit? di risanare la situazione nel loro ordine giuridico interno. Le persone desiderose di avvalersi relativamente della competenza di controllo della Corte ai motivi di appello diretti contro un Stato hanno l’obbligo di utilizzare prima i ricorsi che offrono il sistema giuridico di questo dunque. L’obbligo di esaurire i ricorsi interni imponga ai richiedenti di fare un uso normale dei ricorsi disponibili e sufficienti per permettere loro di ottenere risarcimento delle violazioni che adducono. Questi ricorsi devono esistere ad un grado sufficiente di certezza, in pratica come in teoria, mancano loro altrimenti l’effettivit? e l’accessibilit? voluta. Il semplice fatto di nutrire dei dubbi in quanto alle prospettive di successo di un ricorso dato che non ? destinato al fallimento evidentemente non costituisco una ragione propria a giustificare la no-utilizzazione del ricorso in questione, Vukovi ?ed altri c. Serbia [GC], no 17153/11 e ventinove altre richieste, ?? 70-71 e 74, CEDH 2014. Inoltre, l’effettivit? di un ricorso non dipende dalla certezza di una conclusione favorevole per il richiedente, Rodi ed altri c. Bosnia-Erzegovina, no 22893/05, ? 54, 27 maggio 2008.
63. Nello specifico, la Corte stima che la circostanza che, del parere degli avvocati dei richiedenti, i ricorsi in annullamento di certi di questi nella richiesta no 63066/14 non avevano di arrivare saprebbe non bastare per derogare all’obbligo dell’esaurimento.
64. Tenuto conto della sua giurisprudenza suddetta, la Corte ? di parere che tutte le persone che desideravano avvalersi di una violazione del loro diritto al rispetto dei loro beni, derivando dello scambio dei loro titoli di propriet?, avrebbero dovuto investire prima di tutto il Consiglio di stato di un ricorso in annullamento prima del sequestro lei stessa. Nello specifico, nota che tutti i richiedenti che hanno introdotto questo ricorso dinnanzi al Consiglio di stato l’hanno fatto approssimativamente allo stesso periodo, questo essere-a-argomento nel termine di due mesi previsti dall’articolo 46 del decreto no 18/19899 a contare della pubblicazione alla Gazzetta ufficiale della decisione no 2/20964/0023A/9.3.2012 del ministro aggiunge dell’economia, e questo mentre il Consiglio di stato non si era pronunciato sulla questione con nessuna sentenza anteriore. A questa epoca, quelli dei richiedenti che non hanno investito il Consiglio di stato non potevano contemplare la conclusione del procedimento dinnanzi a lui, di tanto meno del Consiglio di stato ha deferito l’esame di questo ricorso alla sua formazione plenaria, ci? che dimostra l’importanza accordata a questo contenzioso con l’alta giurisdizione amministrativa.
65. La Corte constata anche che, nella loro richiesta, i richiedenti loro stessi hanno indicato che soli i richiesti sotto i numeri 1 a 192 avevano mantenuto il loro ricorso dinnanzi al Consiglio. Tuttavia, conviene togliere di questo elenco i richiesto sotto i numeri 32, 48, 49, 53 54, 55, 84, 87, 93, 132, 147, 153, 166, 176, 177 e 182 che non hanno confutato le affermazioni del Governo secondo che non avevano investito il Consiglio di stato,,,.
66. Di conseguenza, la Corte dichiara la richiesta inammissibile per no-esaurimento delle vie di ricorso interni al riguardo dei richiesti sotto i numeri 193 a 6 311 e dei richiesti sotto i numeri 32, 48, 49, 53 54, 55, 84, 87, 93, 132, 147, 153, 166, 176, 177 e 182, in applicazione dell’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione. In compenso, dichiara la richiesta ammissibile al riguardo degli altri richiedenti.
2. Sull’eccezione relativa al difetto della qualit? di “vittima”
67. Il Governo sostiene che non conosce e che non pu? conoscere l’identit? dei portatori degli obblighi che lo stato ha emesso e le transazioni (vendite, pegni, ecc.) che questi portatori hanno effettuato. Secondo lui, uniche le differenti istituzioni finanziarie e bancarie che mettono a disposizione questi obblighi possono conoscere i portatori finaux di queste. Apparterrebbe ai richiedenti di provare dunque che possedevano fino al 12 marzo 2012 un tale “bene” producendo degli attestati delle istituzioni depositari di questi titoli secondo che i richiedenti possedevano bene degli obblighi che sono stati sottoposti al procedimento di scambio e che sono state scambiate effettivamente.
68. Avvalendosi della giurisprudenza consolidata degli organi della Convenzione che risale alla vecchia Commissione, i richiedenti indicano che un richiedente ? considerato come “vittima” quando un legame sufficientemente diretto esiste tra egli ed i danni che stima avere subito a causa della violazione addotta. Nello specifico, considerano che questo legame ? dimostrato dagli obblighi che ogni richiedente aveva nel suo possesso alla data della decisione del Consiglio dei Ministri del 24 febbraio 2012 che ha lanciato il procedimento di scambio.
69. La Corte ricorda che, per potere introdurre una richiesta in virt? dell’articolo 34, una persona fisica, un’organizzazione non governativa o un gruppo di individui deve potere definirsi “vittima di una violazione alcuni diritti riconobbero nella Convenzione .” Per potere definirsi vittima di una violazione, un individuo dovuto subire direttamente gli effetti della misura controversa, Burden c. Regno Unito [GC], no 13378/05, ? 33, CEDH 2008.
70. Nello specifico, la Corte nota, in primo luogo che tutti i richiedenti, ivi compreso i 6 311 richiesti nella richiesta no 63066/14, hanno depositato, al momento dell’introduzione della loro richiesta, delle informazione relative al numero ufficiale (ISIN) degli obblighi che detenevano ed al valore nominale di ciascuna di esse. In secondo luogo, constata che, esaminando i ricorsi di quelli dei richiedenti che l’avevano investito, il Consiglio di stato non ha contestato il loro requisito per agire.
71. In queste circostanze e per i bisogni della presente causa, c’? luogo di considerare i richiedenti come “vittime” al senso dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione. La Corte respinge, perci?, l’eccezione del Governo derivato del difetto della qualit? di vittima.
3. Conclusione
72. Constatando che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato al senso dell’articolo 35 ? 3 ha, della Convenzione e che, sotto riserva del paragrafo 66 non cozza sopra, contro nessuno altro motivo di inammissibilit?, la Corte lo dichiara ammissibile.
B. Sul merito
1. Tesi delle parti
a) I richiedenti
73. I richiedenti affermano che hanno subito una privazione di propriet? che alcuni di loro qualificano di espropriazione di fatto, non solo in ragione dell’abbassamento del 53,5% del valore nominale dei loro obblighi, ma anche in ragione per il fatto che i 31,5% che dovevano essere rimborsatiloro nell’agosto 2014 lo saranno solamente con scaglionamento tra 2023 e 2042, dunque con un ritardo medio di vent’ anni, e questo sotto riserva che non ci siano di altra detrazione fiscale o fallimento del paese. La loro argomento chiave nelle tre richieste consiste in denunciare il carattere forzato e coercitivo dello scambio che ? stato operato senza il loro consenso-e non in modo volontario siccome pretende secondo essi il Governo-ci? che costituirebbe una violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 al loro riguardo. Questo scambio ? stato, secondo i richiedenti, la conclusione di un procedimento amministrativo contemplato nell’articolo primo della legge no 4050/2012 da cui l’adozione avrebbe attivato delle clausole di azione collettiva che riguardavano dei titoli designati come eleggibili con decisione del Consiglio dei Ministri senza nessuno criterio preciso. Sussidiariamente, certi dei richiedenti adducono che lo stato convenuto non ha preso delle misure positive che avrebbero permesso di salvaguardare la loro propriet?.
74. I richiedenti sostengono che l’applicazione del procedimento delle clausole di azione collettiva ai loro obblighi mancava totalmente di base legale e che poteva essere percepita o come un’estensione arbitraria al loro riguardo della legge no 3156/2003 che contemplava queste clausole per i titoli emessi dalle societ? del settore pubblico, o come un’applicazione retroattiva del regime in vigore a partire dal 1 gennaio 2013. Indicano che la legge no 4050/2012 non ? conforme ai principi generali che regolano il sistema della Convenzione n? ai principi generali di protezione della fiducia legittima e della sicurezza giuridica. Secondo essi, costituisce un “fatto del principe” che mira a scaricare lo stato in modo retroattivo dei suoi obblighi contrattuali nei confronti i suoi creditori affinch? questo non abbia a rimborsarli, mentre, ai loro argomenti, all’epoca dell’emissione dei vecchi obblighi, lo stato li aveva garantiti che non inseguivano nessuno rischio a porre il loro denaro in queste. Avvalendosi della decisione della Corte nel causa Shestakov c. Russia (no 48757/99, 18 giugno 2002,) i richiedenti adducono che il procedimento previsto dalla legge no 4050/2012 non era equo al motivo che la decisione di scambio dei titoli non era stata presa dai portatori di questi, ma con le determinazioni finanziarie nei registri dai quali sarebbero stati registrati i titoli designati come eleggibili con la decisione del Consiglio dei Ministri del 24 febbraio 2012. Peraltro, invocando il sentenza Vistins e Perepjolkins c. Lettonia ([GC] no 71243/01 22 ottobre 2012, sollevano un problema di conformit? della legislazione pertinente coi principi dello stato di diritto.
75. Di pi?, i richiedenti sostengono che la loro inclusione forzata nel processo di scambio non serviva per niente una causa di utilit? pubblica al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1: arguiscono che l’alleggerimento che ne ? risultato per il debito pubblico, dell’ordine di 0,7 al 0,8% del debito globale del paese, era minimo allo sguardo dei problemi sociali che avrebbero colpito i piccoli risparmiatori come essi. Aggiungono che, mentre lo scopo dichiarato della partecipazione del settore privato alla detrazione fiscale del debito pubblico sarebbe stato di ridurre ne l’importo, in modo che non rappresentasse pi? in 2020 che il 120,5% del PIL, gli elementi forniti da Eurostat e la Banca della Grecia mettono in evidenza che ci? non sar? fattibile. Agli argomenti dei richiedenti, il Governo non ha dimostrato dinnanzi al Consiglio di stato n? dinnanzi alla Corte che era necessario, per garantire la viabilit? del debito pubblico, di includere persone fisiche i portatori, e, ci? che fa, ha oltrepassato i termini dell’accordo che sarebbe stato concluso tra lo stato e gli Institute of Internazionale Finanzio in quanto al carattere volontario della partecipazione del settore privato. I richiedenti precisano sebbene il Governo non ha spiegato ne che cosa la loro inclusione nel processo di scambio serviva l’interesse pubblico, dal momento che, secondo essi, il numero dei loro obblighi avrebbe rappresentato solamente una piccolo percentuale del debito.
76. In ci? che riguarda la proporzionalit? dell’ingerenza, i richiedenti sostengono che lo stato convenuto ha scelto di “sacrificare” i piccoli risparmiatori, siccome essi, detentori di meno del 1% del debito globale del paese, per non mancare l’occasione di annullare una molto grande parte del debito pubblico che era detenuto dai grandi creditori privati, banche e sciogli di investimenti, e per non ritardare questa operazione. Il governo convenuto non avrebbe chiesto mai, presso dei suoi creditori, Commissione europea, BCE e FMI, o nella cornice delle sue discussioni con l’Institute of Internazionale Finanzia sulle modalit? del “haircut” un trattamento speciale per i piccoli risparmiatori. Peraltro, i richiedenti indicano che ha avuto non ci nessuno studio economico specifico sulla questione di sapere in quale misura l’inclusione costretta dei richiedenti nel processo di scambio ha beneficiato alla diminuzione del debito.
77. I richiedenti precisano inoltre che, se la legge no 4050/2012 non aveva imposto di clausole di azione collettiva, lo stato avrebbe versato alla data di scadenza dei titoli che detenevano il loro valore nominale cos? come un tasso di interesse annuo del 6,10%, ci? che costituiva secondo essi una clausola contrattuale associata a questi titoli. Stimano che i nuovi titoli dati in scambio degli anziano non possono essere considerati come il “versamento di un’indennit?”, e questo di tanto meno di una parte di essi arriverebbe a scadenza tra 2023 e 2042. Considerano che erano in diritto di percepire il valore nominale dei loro titoli alla scadenza di questi, a prescindere delle fluttuazioni del loro va

Testo Tradotto

Conclusions: Partiellement irrecevable Non-violation de l’article 1 du Protocole n? 1 – Protection de la propri?t? (article 1 al. 1 du Protocole n? 1 – Privation de propri?t? Respect des biens) Non-violation de l’article 14+P1-1-1 – Interdiction de la discrimination (Article 14 – Discrimination) (article 1 al. 1 du Protocole n? 1 – Respect des biens article 1 du Protocole n? 1 – Protection de la propri?t?)

PREMI?RE SECTION

AFFAIRE MAMATAS ET AUTRES c. GR?CE

(Requ?tes nos 63066/14, 64297/14 et 66106/14)

ARR?T

STRASBOURG

21 juillet 2016

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Mamatas et autres c. Gr?ce,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
Mirjana Lazarova Trajkovska, pr?sidente,
Ledi Bianku,
Kristina Pardalos,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Robert Spano,
Armen Harutyunyan,
Pauliine Koskelo, juges,
et de Abel Campos, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 21 juin 2016,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouvent trois requ?tes (nos 63066/14, 64297/14 et 66106/14) dirig?es contre la R?publique hell?nique et dont 6 320 ressortissants de cet ?tat (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour respectivement le 17 septembre, le 19 septembre et le 1er octobre 2014 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Devant la Cour, les requ?rants ont ?t? repr?sent?s par OMISSIS avocats ? Ath?nes et ? Thessalonique. Le gouvernement grec (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par les d?l?gu?s de son agent, M. K. Georghiadis, conseiller au Service juridique de l??tat, Mme S. Papa?oannou et Mme E. Zisi, assesseures au Conseil juridique de l??tat, et Mme S. Lekkou, auditrice au Conseil juridique de l??tat.
3. Les requ?rants se plaignent en particulier d?une violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, pris isol?ment et combin? avec l?article 14 de la Convention.
4. Le 13 janvier 2015, les requ?tes ont ?t? communiqu?es au Gouvernement. Gouvernement et requ?rants ont d?pos? des observations.
5. Dans ses observations, le Gouvernement a invit? la Cour ? appliquer l?article 44D de son r?glement et ? ne pas prendre en consid?ration les observations des requ?rants dans la requ?te no 66106/14, dans leur totalit? ou du moins en ce qui concerne le chapitre A de celles-ci. Il souligne que les all?gations de ces requ?rants selon lesquelles les observations du Gouvernement ne refl?tent pas sa v?ritable position sur la question mais lui ont ?t? impos?es par ses cr?anciers internationaux (la tro?ka, soit les ?tats membres de la zone euro, le Fonds mon?taire international (FMI) et la Banque centrale europ?enne (BCE) outrepassent de mani?re insultante les limites de l?exag?ration, de la d?ontologie et de la bonne foi.
6. La Cour estime que l?argument susmentionn? des requ?rants n?atteint pas un degr? de frivolit?, de vexation ou d?abus tel qu?il puisse justifier le refus d?admettre les observations des int?ress?s. Elle rejette donc la demande d?application de l?article 44D du r?glement pr?sent?e par le Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
7. La requ?te no 63066/14 a ?t? introduite par 6 311 requ?rants, la requ?te no 64297/14 par 7 requ?rants et la requ?te no 66106/14 par 2 requ?rants.
A. La gen?se de l?affaire
8. Les requ?rants sont des personnes physiques ayant souscrit des obligations de l??tat grec. Leurs avoirs en titres obligataires variaient entre 10 000 euros (EUR) et 1 510 000 EUR. En tant que porteurs d?obligations et en application de l?article 8 de la loi no 2198/1994, ils auraient eu droit, ? l??ch?ance de celles-ci, de recevoir de l??tat un montant ?quivalent ? la valeur nominale des obligations litigieuses tandis que, dans l?intervalle, ils recevaient des coupons (???????????).
9. De 2009 ? 2011, la Gr?ce dut faire face ? l?une des plus grandes crises ?conomiques de son histoire. Devant l?impossibilit? d?emprunter sur les march?s financiers, elle fut oblig?e d?avoir recours au m?canisme de stabilit? financi?re auquel participent les ?tats membres de la zone euro et le FMI. Aux sommets europ?ens des 11 et 25 mars 2011, ainsi qu?? ceux des 21 juillet et 26 octobre 2011, la zone euro invita les investisseurs priv?s ? participer eux aussi ? la r?solution du probl?me de la viabilit? de la dette grecque et ? accepter une diminution de la valeur de leurs cr?ances.
10. Plus particuli?rement, en mai 2010, les ?tats parties de la zone euro conclurent une convention de pr?t avec l??tat grec et la Banque de Gr?ce d?un montant de 80 milliards d?EUR. De son c?t?, le FMI pr?ta ? l??tat 30 milliards d?EUR. En d?pit de cette assistance, la Gr?ce ne parvint pas ? faire face ? ses obligations financi?res, de sorte que, en juillet 2011, le Sommet des ?tats de la zone euro consentit ? accorder une aide financi?re suppl?mentaire. Ce projet pr?voyait la participation du secteur public (Official Sector Involvement, ? OSI ?) par le biais d?un nouveau pr?t d?un montant de 109 milliards d?EUR, consenti par les ?tats parties de la zone euro et le FMI ; ? cela devaient s?ajouter 12 milliards d?EUR issus de l?achat des obligations de l??tat grec. Enfin, 37 milliards d?EUR devaient provenir de la participation volontaire du secteur priv? (Private Sector Involvement, ? PSI ?). La dur?e des obligations, dont l??ch?ance ?tait fix?e ? 2020, fut allong?e de quinze ? trente ans.
11. ? la suite de l?annonce de la d?cision de soutenir financi?rement la Gr?ce, les agences de notation Fitch et Moody?s, consid?rant que le pays se trouvait dans un ?tat de ? faillite contr?l?e ?, d?grad?rent la note de la Gr?ce. ? la fin du mois d?ao?t 2011, il fut annonc? que les finances publiques de la Gr?ce ?taient hors contr?le au motif qu?il y avait une augmentation des d?penses publiques et un retard de la rentr?e des recettes. Le 11 octobre 2011, la Commission europ?enne, la BCE et le FMI soulign?rent, dans une d?claration commune, que la r?cession ?tait sup?rieure ? celle initialement pr?vue en juin 2010 et que le succ?s du programme d?pendait de la participation d?un capital suffisant de la part du secteur priv?. Compte tenu de cette ?volution, le Sommet des ?tats de la zone euro du 26 octobre 2011 d?cida de pr?ter ? la Gr?ce 130 milliards d?EUR suppl?mentaires et invita ? la Gr?ce, les investisseurs priv?s et toutes les parties int?ress?es ? mettre en place un ?change volontaire d?obligations comportant une r?duction nominale de 50 % sur la dette th?orique grecque d?tenue par les investisseurs priv?s ? (PSI plus). Le Sommet en question se f?licita des n?gociations men?es entre la Gr?ce et les investisseurs priv?s et souligna le r?le crucial de la participation du secteur priv? (PSI) ? la viabilit? de la dette grecque. Dans ce contexte, il fut aussi d?cid? de recapitaliser les banques grecques avec un montant de 30 milliards d?EUR.
12. Pendant toute la p?riode ? de juin 2011 jusqu?? la r?alisation du PSI ? les investisseurs institutionnels, notamment internationaux, c?est-?-dire les banques et autres organismes de cr?dit qui d?tenaient la plus grande partie de la dette grecque, n?goci?rent tant en ce qui concerne l?ampleur de la d?cote (? haircut ?, c?est-?-dire la baisse de la valeur nominale de leurs titres et le mode de remboursement du restant) qu?en ce qui concerne les compensations qu?ils obtiendraient en contrepartie de leur pr?judice ?conomique et de leur participation volontaire ? la r?duction de la dette publique de la Gr?ce. Les n?gociations furent men?es avec des cadres du Institute of International Finance qui repr?sentaient les investisseurs institutionnels (banques grecques et ?trang?res, organismes de cr?dit, hedge funds). En revanche, les personnes physiques, qui ne formaient qu?une minorit? de porteurs d?obligations de l??tat grec, ne furent jamais appel?es ? participer aux n?gociations ni inform?es de l??volution de celles-ci. Pendant toute la dur?e des n?gociations, tant les autorit?s grecques que les autorit?s europ?ennes affirm?rent que la proc?dure concernait seulement les investisseurs institutionnels et que les personnes physiques ne seraient pas concern?es par l?accord qui serait conclu. Les obligations poss?d?es par des personnes physiques, dont les requ?rants, correspondaient ? 1 % environ de la dette publique globale de la Gr?ce.
13. Dans le cadre des n?gociations, et alors que les indices quant au pourcentage de participation ? l??change volontaire ?taient positifs (le pourcentage des participants s??levant ? 70 %-80 % en d?cembre 2011), la pression en faveur d?une augmentation de la participation grandissait. Tous les communiqu?s de presse soulignaient l?importance qu?avait la participation du secteur priv? pour la viabilit? de la dette grecque. En d?cembre 2011, le FMI invita les autorit?s grecques ? faire en sorte que la participation de la totalit? des particuliers cr?anciers f?t assur?e.
14. Au d?but de 2012, le gouvernement grec publia un projet de loi concernant l??change des titres de l??tat contre de nouveaux titres. Dans son avis du 17 f?vrier 2012 relatif ? ce projet de loi, la BCE pr?cisait que ? le but du projet [?tait] de faciliter la participation du secteur priv? (…) en introduisant dans le droit grec une proc?dure visant ? favoriser, au moyen de clauses d?action collective, la n?gociation avec les porteurs d?obligations et la conclusion d?un accord pour l??change des titres de l??tat grec ?. Selon les requ?rants, le v?ritable but du projet de loi ?tait de faire pression afin que le plus grand nombre d?investisseurs institutionnels fussent parties ? l?accord et de r?duire ainsi le montant de la dette.
15. Le 23 f?vrier 2012 fut vot?e la loi no 4050/2012 relative aux r?gles modifiant les titres d??mission ou de garantie de l??tat avec l?accord des porteurs de ceux-ci.
16. Un acte du Conseil des Ministres (5/24.02.2012) du 24 f?vrier 2012 d?termina les titres qui seraient inclus dans le programme d??change, lan?a la proc?dure de modification de ces titres (? compter du 24 f?vrier 2012), dont ceux des requ?rants, et fixa les conditions de l??change (paragraphes 49-51 ci-dessous). L?information des int?ress?s se fit de mani?re ?lectronique, par le biais du site internet cr?? en vue de l??change (www.greekbonds.gr) et publiant tous les ?l?ments n?cessaires. En outre, les banques et les institutions financi?res s?engag?rent ? informer sur une base plus personnelle leurs propres clients.
17. La proc?dure d??change pr?voyait que les titres s?lectionn?s seraient ?chang?s contre d?autres titres ?mis par l??tat qui seraient r?gis par le droit britannique. Plus pr?cis?ment, la loi pr?voyait que, pour chaque obligation d?une valeur nominale de 1 000 EUR, seraient donn?s :
a) vingt nouvelles obligations arrivant ? ?ch?ance entre 2023 et 2042 d?une valeur nominale de 315 EUR et portant un coupon augmentant progressivement (2 % entre 2012 et 2015, 3 % entre 2016 et 2020, 3,65 % en 2021 et 4,30 % ? partir de 2021), r?gies par le droit britannique et soumises ? l?accord de cofinancement (co-financing agreement) entre la Gr?ce, la Banque de Gr?ce et le Fonds europ?en de stabilit? financi?re (European Financial Stability Facility) ;
b) deux obligations ?mises par le Fonds europ?en de stabilit? financi?re, la premi?re d?une dur?e d?un an, la deuxi?me de deux ans, et d?une valeur nominale totale de 150 EUR, et
c) un titre de garantie (security), dont le rendement ?tait li? au produit int?rieur brut (PIB).
De plus, par un bon du Tr?sor ?mis par le Fonds europ?en de stabilit? financi?re et arrivant ? ?ch?ance le 12 septembre 2012, furent vers?s les int?r?ts ?chus des anciennes obligations pour la p?riode du 20 mars 2011 au 24 f?vrier 2012.
18. En outre, la loi pr?voyait l?introduction et l?activation de ? clauses d?action collective ? (Collective Action Clauses ? clauses permettant d?obliger ? participer ? l?op?ration tous ceux qui n?avaient pas souhait? y participer), tout en pr?cisant que, si deux tiers des porteurs des cr?ances non acquitt?es adh?raient ? l?accord, la proc?dure s?appliquerait ? tous les porteurs d?obligations, y compris les requ?rants, et ce malgr? leur non-participation aux n?gociations pr?cit?es. En novembre 2010 d?j?, les ministres des Finances de la zone euro avaient d?cid? de rendre obligatoire ce type de clauses dans la l?gislation des ?tats membres, comme moyen permettant d?assurer la stabilit? financi?re dans cette zone. Cette d?cision fut ent?rin?e par le Sommet europ?en des 24 et 25 mars 2011. Les clauses d?action collective ?taient courantes dans la pratique des march?s internationaux de capitaux et elles furent incluses, en application de l?article 12 ? 3 de la convention instituant le M?canisme europ?en de stabilit?, dans tous les titres d?une dur?e sup?rieure d?un an portant sur des dettes publiques des ?tats membres de la zone euro.
19. Par la suite, l?Organisme de gestion de la dette publique (ODDIKH) publia l?invitation faite par l??tat aux porteurs d?obligations de prendre part ? la proc?dure et d??changer leurs titres. Les requ?rants, refusant le ? haircut ? de leurs titres, ne donn?rent aucune suite ? cette invitation. Ils indiquent qu?ils avaient ajout? foi aux assurances des agents gouvernementaux selon lesquels les personnes physiques seraient exclues de cette r?glementation et qu?elles ne perdraient pas leur argent.
20. Dans un acte du 9 mars 2012, le gouverneur de la Banque de Gr?ce, qui avait ?t? d?sign?e comme l?administrateur de la proc?dure, affirmait :
? que les porteurs d?obligations avaient consenti aux modifications propos?es, d?s lors que le montant global des cr?ances non acquitt?es se serait ?lev? ? 177 218 697 615,45 EUR, et
? qu?un pourcentage de 91,05 % des cr?ances non acquitt?es avait particip? ? la proc?dure, soit 161 350 946 065,54 EUR.
Le gouverneur ajoutait que, par cons?quent, la majorit? requise avait ?t? atteinte ? la suite de l?acceptation des modifications propos?es par les porteurs d?obligations dont les cr?ances non acquitt?es s??levaient ? 152 042 932 772,40 EUR (soit un pourcentage de 94,23 % des cr?ances non acquitt?es qui avaient particip? ? la proc?dure).
21. Par un acte no 10/9.3.2012 (paragraphe 52 ci-dessous), le Conseil des Ministres ent?rina le r?sultat de la proc?dure, qui liait d?sormais la totalit? du capital des titres s?lectionn?s, y compris la minorit? (25 milliards d?EUR environ sur un total de 177 milliards). L?acte pr?cisait aussi les modalit?s de l??change (paragraphe 17 ci-dessus).
22. Cette phase de la proc?dure fut compl?t?e par la d?cision no 2/20964/0023A/9.3.2012 du ministre de l??conomie, laquelle ent?rina l??change des anciennes obligations contre de nouvelles dont la valeur nominale ?tait inf?rieure de 53,5 % ? celle des anciennes.
23. Avant la mise en ?uvre de l?op?ration d??change, le ministre de l??conomie avait propos? l?exemption des petits porteurs, au moins ceux qui avaient achet? les obligations ? la date de leur ?mission. Toutefois, il ?tait revenu sur cette proposition ? la suite du refus que le pr?sident de l?Eurogroupe de l??poque avait oppos? ? cette exemption. Dans une interview du 7 mars 2012, le ministre avait d?clar? qu?il y aurait un ? m?canisme de compensation ? pour les petits porteurs.
24. Dans un discours public prononc? le 22 avril 2012, le premier ministre grec d?clarait que ? les porteurs d?obligations qui [avaient] perdu ? cause de la d?cote les ?conomies de toute une vie [devaient] ?tre indemnis?s ? et que cela se ferait par des ? arrangements fiscaux ?, dont les modalit?s restaient cependant non pr?cis?es.
25. Selon les informations fournies par le Gouvernement, l?op?ration d??change a contribu? ? diminuer la dette grecque de 107 milliards d?EUR environ. ? la fin de 2012, un pourcentage de 85 % de la dette est pass? des personnes priv?es aux ?tats membres de la zone euro. En 2013, le co?t du service de la dette a baiss? consid?rablement : alors que les int?r?ts pr?vus initialement pour 2012 devaient s??lever ? 17,5 milliards d?EUR, ? la suite de l??change, une somme de 12,2 milliards a d? ?tre vers?e alors qu?en 2013 les int?r?ts n?ont pas d?pass? 6 milliards.
B. La proc?dure concernant les requ?rants dans la requ?te no 63066/14
26. Le 18 avril 2012, certains des requ?rants auteurs de cette requ?te saisirent le Conseil d??tat d?un recours en annulation des actes 5/24.02.2012 et 10/9.03.2012 du Conseil des Ministres, et de l?acte susmentionn? du gouverneur de la Banque de Gr?ce du 9 mars 2012.
27. En raison de l?importance de l?affaire, l?audience eut lieu le 22 mars 2013 devant le Conseil d??tat si?geant en formation pl?ni?re. Par son arr?t no 1507/2014 du 28 avril 2014, le Conseil d??tat rejeta le recours. Certains autres requ?rants qui avaient saisi le Conseil d??tat ? des dates diff?rentes virent leurs recours regroup?s devant la quatri?me chambre et une date d?audience fix?e en juin 2014. Plusieurs requ?rants, qui ?taient parties ? la requ?te susmentionn?e et qui avaient aussi saisi le Conseil d??tat, pr?f?r?rent alors se d?sister de leurs recours, l?arr?t no 1570/2014 adopt? par la formation pl?ni?re faisant jurisprudence. ? l??gard de ces requ?rants, le Conseil d??tat cl?tura la proc?dure et rejeta leurs recours.
28. En premier lieu, le Conseil d??tat rejeta le grief des requ?rants selon lequel, ? la date de l??mission des titres qu?ils avaient acquis, d?une part, des clauses de modification n?auraient ?t? pr?vues ni par voie l?gislative ni par voie conventionnelle et, d?autre part, la modification de ces titres n?aurait pas ?t? permise eu ?gard ? l?article 5 ? 1 de la Constitution et aux principes de l??tat de droit, de la protection de la confiance du citoyen envers l??tat, ainsi qu?? la s?curit? juridique.
29. ? cet ?gard, le Conseil d??tat consid?ra que l?investissement dans des obligations et d?autres titres d??tat n??tait pas exempt du risque d?un pr?judice patrimonial subi conform?ment ? la loi, m?me si le droit r?gissant ces titres ne pr?voyait pas la possibilit?, avant leur ?ch?ance, de ren?gocier certaines modalit?s, telles la valeur nominale, le coupon couru et l??ch?ance. Il exposa que la raison en ?tait que, ? compter de l??mission du titre et jusqu?? son ?ch?ance, il s??coulait un grand laps de temps pendant lequel des impr?vus risquaient de limiter substantiellement, voire d?an?antir, les capacit?s financi?res de l??tat, ?metteur ou garant de ces titres. Selon le Conseil d??tat, si de tels impr?vus survenaient, l??tat ?tait en droit de tenter une ren?gociation sur le fondement de la clause rebus sic stantibus.
30. Se r?f?rant aux travaux pr?paratoires notamment de la loi no 4050/2012, le Conseil d??tat souligna ensuite que les pr?visions ?taient de mauvais augure pour les recettes publiques, qui se r?duisaient d?apr?s lui de mani?re continue en raison de la r?cession prolong?e, et que de nouveaux emprunts ?taient prohibitifs en raison de la perte des capacit?s de remboursement. Au vu de la modification du climat ?conomique qui aurait pris de court l??tat grec et l?aurait mis dans l?impossibilit? de r?gler ? temps et dans leur int?gralit? ses obligations financi?res, c?est-?-dire au vu du risque de la cessation de paiement et de l?effondrement de l??conomie nationale, la tentative, au moyen de l?article 1 de la loi no 4050/2012, de ren?gociation d?une partie de la dette publique (soit de la dette due au secteur priv?) n??tait, selon le Conseil d??tat, contraire ni ? la Constitution ni au droit europ?en ni ? la Convention europ?enne des droits de l?homme.
31. Dans le recours en annulation, les requ?rants se plaignaient aussi d?une violation du principe d??galit? garanti par l?article 4 ? 1 de la Constitution au motif que l?article 1 de la loi no 4050/2012 les avait contraints ? participer ? la proc?dure d??change de titres (alors qu?ils auraient ?t? des personnes physiques soumises ? une dur?e de vie limit?e et d?pourvues des connaissances sp?cifiques n?cessaires ? l??valuation des risques relatifs au placement de leurs ?conomies), et ce, d?apr?s eux, sans que soient prises des mesures l?gislatives comparables ? celles pr?vues pour garantir la suffisance en capitaux des ?tablissements bancaires.
32. ? l??gard de ce grief, le Conseil d??tat jugea que le principe d??galit? n?imposait pas ? l??tat de r?server un traitement privil?gi? ? certains de ses cr?anciers sur la base des donn?es personnelles et d??l?ments subjectifs, et notamment ? des personnes physiques ayant des capacit?s financi?res limit?es et exer?ant leur activit? ?conomique dans un but d??pargne et non d?investissement. En revanche, il estima que le principe d??galit?, appliqu? dans le cadre de relations de plusieurs cr?anciers et d?un seul d?biteur, imposait le d?roulement de cette relation sur un pied d??galit? (on equal footing), de sorte que, en cas d?impossibilit? de satisfaire l?ensemble des cr?anciers, chaque cr?ancier devait ?tre rembours? au prorata du montant de sa cr?ance. Pour atteindre ce but, selon le Conseil d??tat, l?engagement des cr?anciers non consentants (binding effect) s?imposait.
33. Les requ?rants d?non?aient en outre une violation de l?article 17 de la Constitution (droit ? la propri?t?) et de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Ils soutenaient que leurs titres qui avaient ?t? ?chang?s constituaient un bien qui ne pouvait pas faire l?objet d?une ing?rence, except? pour un but l?gitime et sous r?serve du respect des principes de l?galit? et de proportionnalit?. Ils mettaient en doute la l?galit? de la r?glementation qui avait entra?n? la restriction de leur propri?t?, all?guant qu?il ?tait ? probable que le sauvetage des finances publiques du pays ?choue ? en raison de l?exclusion de la proc?dure d??change d?une grande partie de la dette due au secteur public (BCE, ?tats membres de la zone euro et banques centrales de ces ?tats). Ils mettaient aussi en doute la n?cessit? de cette r?glementation, all?guant que les autorit?s n?avaient pas recherch? de mesures alternatives ? la fois plus cl?mentes et plus efficaces. Enfin, ils contestaient la proportionnalit? de la restriction faite ? leur propri?t?, all?guant que celle-ci ?tait disproportionn?e au point qu?elle aboutissait, selon eux, ? porter atteinte au noyau dur de leur droit.
34. ? ces arguments, le Conseil d??tat r?pondit que la restriction de la propri?t? des requ?rants r?sultait de l?application des dispositions de la loi no 4050/2012, une loi ?dictant selon lui des mesures g?n?rales en mati?re de politique ?conomique et sociale au sens de l?article 1 du Protocole no 1. Il indiqua que l?all?gation des requ?rants selon laquelle l?op?ration de sauvetage des finances publiques grecques risquait d??chouer ?chappait ? son contr?le qui ne pouvait, selon lui, s?exercer sur la question de l?opportunit? des choix du l?gislateur. Il releva que l??tat avait adopt? plusieurs mesures l?gislatives complexes pour faire face ? la crise financi?re, notamment des mesures de restriction des d?penses publiques et des mesures tendant ? faire augmenter les recettes fiscales. Par cons?quent, ? ses yeux, c??tait ? tort que les requ?rants contestaient la n?cessit? de la r?glementation introduite par la loi no 4050/2012.
35. En outre, selon le Conseil d??tat, le rendement de nouveaux titres en cas de vente de ceux-ci aurait d? ?tre examin? sur la base de la date d?arriv?e ? maturit? de chacun des titres ?chang?s, au motif que, avant cette date, les requ?rants ne pouvaient pas pr?tendre percevoir leur capital. En tout ?tat de cause, le Conseil d??tat constata l?absence d??l?ments permettant d?estimer la valeur marchande future des nouveaux titres. Il constata aussi qu?il ressortait des informations fournies par l??tat grec et par le groupe financier Bloomberg que la valeur marchande moyenne des nouveaux titres s??levait ? 23,085 % de la valeur nominale des anciens au 12 mars 2012 et ? 29,246 % au 8 f?vrier 2013.
36. Le Conseil d??tat conclut que la valeur marchande des nouveaux titres des requ?rants, m?me si elle ?tait inf?rieure ? leur valeur nominale, tendait ? la hausse, et que si les requ?rants, malgr? cette tendance, d?cidaient de monnayer les nouveaux titres au 8 f?vrier 2013, ils recueilleraient 29,246 % de la valeur nominale des titres ?chang?s. En effet, indiqua le Conseil d??tat, l??change des titres des requ?rants par de nouveaux titres avait entra?n? une perte en capital de l?ordre de 53,5 %, voire plus en raison de la modification de la date d??ch?ance. Selon le Conseil d??tat, cette perte patrimoniale, si elle ?tait particuli?rement importante, n??tait pas d?raisonnable, non n?cessaire ou disproportionn?e au point de pouvoir ?tre jug?e contraire ? l?article 17 de la Constitution et ? l?article 1 du Protocole no 1. Le Conseil d??tat ajouta que, compte tenu des circonstances exceptionnelles telles qu?elles auraient ?t? ?valu?es par le parlement, par le Conseil des ministres et la grande majorit? du secteur priv?, la limitation des droits de ce dernier sur la dette publique ne constituait pas une mesure disproportionn?e par rapport au but consistant ? sauver l??conomie de la Gr?ce du risque de cessation de paiement et d?effondrement, situation de nature ? avoir des cons?quences ?conomiques et sociales impr?visibles.
C. La proc?dure concernant les requ?rants dans la requ?te no 64297/14
37. Le 23 avril 2012, les requ?rants saisirent le Conseil d??tat. Ils d?non?aient notamment une violation de l?article 17 de la Constitution et de l?article 1 du Protocole no 1, arguant que les dispositions de la loi no 4050/2012 avaient permis l?annulation des titres et la privation de tous les droits des obligations des investisseurs r?sultant de la propri?t? sur les titres, et ce sans indemnit?, du moins sans une indemnit? raisonnable. D?une part, ils exposaient que l?octroi de nouveaux titres n??quivalait pas ? une indemnit? de nature ? permettre, aux termes de la Constitution, l?expropriation de la propri?t?, au motif que ces titres ?taient non pas des esp?ces, mais une contrepartie donn?e de mani?re forc?e. D?autre part, ils indiquaient que, ? supposer m?me que l?octroi de nouveaux titres e?t constitu? une indemnit? l?gale pour une privation de propri?t? au sens de l?article 1 du Protocole no 1, cette indemnit? ne pouvait ?tre consid?r?e comme raisonnable : en effet, selon les requ?rants, en tant que personnes physiques jouissant d?une esp?rance de vie limit?e, ils avaient re?u des titres dont l??ch?ance ?tait fix?e ? 2042 ; d?s lors, si les porteurs voulaient en b?n?ficier de leur vivant, une vente ?ventuelle des titres avant cette date leur rapporterait 21,3 % de la valeur nominale du titre ; or, selon les requ?rants, ce pourcentage ne respectait pas le principe de proportionnalit?.
38. Par un arr?t no 1116/2014 du 21 mars 2014, le Conseil d??tat, si?geant en formation pl?ni?re, d?bouta les requ?rants par les m?mes motifs que ceux expos?s sous la requ?te no 63066/14. En particulier, il pr?cisa que le paragraphe 2 de l?article 17 de la Constitution ne concernait que des droits r?els et non des obligations. Se r?f?rant ? l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention et ? la jurisprudence de la Cour (notamment Olczak c. Pologne (d?c.), no 30417/96, CEDH 2002-X, et Grainger et autres c. Royaume-Uni (d?c.), no 33940/10, 10 juillet 2012), il indiqua que, pour une cause d?utilit? publique et dans des cas exceptionnels imposant l?adoption des mesures de politique ?conomique et sociale, il ?tait possible d?apporter des restrictions au droit de propri?t?.
39. Par ailleurs, le Conseil d??tat affirma que le principe constitutionnel de l??galit? n?imposait pas ? l??tat de r?server un traitement favorable ? certains de ses cr?anciers, personnes physiques, en fonction de leur situation personnelle (esp?rance de vie et situation ?conomique), qui percevaient leur propre comportement comme ?tant celui d?un ?pargnant et non celui d?un investisseur. En revanche, il estima que ce principe imposait une action ? sur une base ?galitaire ? (on an equal footing), de sorte que, en cas d?impossibilit? de satisfaire l?ensemble des cr?anciers, chaque cr?ancier puisse ?tre satisfait au prorata du montant de sa cr?ance. Il ajouta que soumettre les requ?rants et les autres personnes physiques aux dispositions de l?article 1 de la loi no 4050/2012, n??tait pas contraire ? l?article 4 ? 1 de la Constitution, car, selon lui, en cas d??volution d?favorable de la situation, les personnes physiques n?avaient pas droit ? un traitement privil?gi? par rapport aux autres cr?anciers de l??tat, m?me si la valeur nominale de leurs titres, en termes de volume et de pourcentage du capital total, ?tait faible. Il ajouta que la restriction des cr?ances ? l?encontre de l??tat, ?tablie par la loi no 4050/2012, avait port? atteinte aux droits des investisseurs, personnes physiques ou morales, nationaux grecs et ?trangers, mais dont la jouissance n??tait pas exempte des risques. D?apr?s le Conseil d??tat, cette restriction ? un pourcentage d?termin? et au prorata, en fonction du montant de la dette publique envers le secteur priv?, s?inscrivait dans le cadre de l?adoption d?une loi, aux cons?quences certes lourdes pour les requ?rants, mais visant ? faire face ? une conjoncture particuli?rement d?favorable, de sorte qu?il n?aurait pas ?t? possible de la consid?rer comme contraire ? l?article 4 ? 1 de la Constitution.
40. Enfin, aux yeux du Conseil d??tat, l?existence de pourparlers entre l??tat et l?Institute of International Finance et le Private Creditor Investor Committee avant l?adoption des dispositions l?gislatives litigieuses n?avait exerc? aucune influence sur l?affaire sous examen, ces pourparlers n?ayant cr??, selon lui, aucune obligation juridique ? l??gard des investisseurs.
D. La proc?dure concernant les requ?rants dans la requ?te no 66106/14
41. Le 18 avril 2012, les requ?rants saisirent le Conseil d??tat. Ils all?guaient eux aussi qu?il y avait eu violation de l?article 17 de la Constitution et de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, ainsi qu?une violation du principe de l??galit? de traitement garanti par l?article 4 ? 1 de la Constitution. ? cet ?gard, ils estimaient que, en tant que personnes physiques n?ayant aucune activit? professionnelle dans le domaine de l?investissement, ils devaient ? ce titre ?tre distingu?s d?autres cat?gories d?int?ress?s tels que les personnes morales et les investisseurs professionnels op?rant sur le march? secondaire des titres et tirant profit de la fluctuation des valeurs. En outre, ils soutenaient qu?eux-m?mes, qui avaient acquis des titres obligataires, avaient subi une discrimination par rapport ? ceux qui avaient plac? leurs ?conomies dans des ?tablissements bancaires sous la garantie de l??tat.
42. Par un arr?t no 1506/2014 du 28 avril 2014, le Conseil d??tat, si?geant en formation pl?ni?re, rejeta les griefs des requ?rants relatifs ? l?atteinte ? leur droit de propri?t? par des motifs similaires ? ceux expos?s dans les deux arr?ts susmentionn?s.
43. Quant au grief relatif ? l?article 4 ? 1 de la Constitution, le Conseil d??tat indiqua que le principe d??galit? n?imposait pas ? l??tat de r?server un traitement favorable ? certains de ses cr?anciers sur la base de donn?es personnelles et de crit?res subjectifs. Pour le Conseil d??tat, l?assujettissement des requ?rants aux dispositions de l?article 1 de la loi no 4050/2012 ne m?connaissait pas l?article 4 ? 1 de la Constitution au motif que les personnes physiques n?avaient pas droit ? un traitement pr?f?rentiel par rapport aux autres cr?anciers de l??tat, m?me si la valeur nominale de leurs titres ?tait faible et que ces titres formaient une petite partie seulement du capital non acquitt?. ? ses yeux, les all?gations des requ?rants selon lesquelles ils avaient fait confiance ? la solvabilit? de la R?publique hell?nique ? l??poque de l??mission des titres et avaient re?u des promesses de la part des hommes politiques ne suffisaient pas pour ?tayer leur argument selon lequel ils auraient fait l?objet d?un traitement discriminatoire au sens de la Constitution.
44. Selon le Conseil d??tat, l?achat de titres de l??tat et le d?p?t des liquidit?s dans des ?tablissements bancaires cr?aient deux cat?gories de rapports juridiques diff?rents, et relevaient du choix des int?ress?s et non d?un ?v?nement fortuit, ce qui, toujours d?apr?s le Conseil d??tat, ne rendait pas n?cessaire l?adoption d?une r?glementation identique pour ces deux cat?gories. La qualit? des diff?rents cr?anciers de l??tat ne pouvait pas constituer un crit?re de diff?renciation du point de vue de l?incapacit? de ce dernier ? faire face ? ses obligations de d?biteur : les ?tablissements bancaires, les soci?t?s offrant ? des tiers des services li?s ? l?investissement, les n?gociateurs sp?ciaux ?uvrant sur les march?s financiers ou les professionnels disposant de l?exp?rience et de connaissances sp?cialis?es en mati?re d?investissements seraient r?gis par des r?gles de droit pr?voyant des conditions ? l?exercice de leur activit? mais ne d?finissant pas le rang de leurs cr?ances vis-?-vis de leur d?biteur.
45. Le Conseil d??tat affirma encore que des exon?rations fiscales au profit des personnes morales ayant pour but de limiter leur pr?judice r?sult? de l??change ne contrevenaient pas au principe d??galit?, car elles auraient ?t? ?tablies pour pr?server la viabilit? et la cr?dibilit? des ?tablissements financiers dont la fragilit? aurait constitu? une menace grave pour l??conomie nationale. Selon le Conseil d??tat, il ?tait bien ?tabli que, ? l??poque critique, les conditions de fonctionnement du syst?me financier exigeaient la prise par l??tat de mesures complexes afin de soutenir le syst?me (dont l?emprunt d?un montant important aupr?s du Fonds europ?en de stabilit? mon?taire pour la recapitalisation des banques ? paragraphe 11 in fine ci-dessus).
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. La Constitution
46. Les articles pertinents en l?esp?ce de la Constitution disposent :
Article 4
? 1. Les Grecs sont ?gaux devant la loi.
(…)
5. Les citoyens hell?nes contribuent sans distinction aux charges publiques en proportion de leurs moyens. ?
Article 17
? 1. La propri?t? est plac?e sous la protection de l??tat. Les droits qui en d?rivent ne peuvent toutefois s?exercer au d?triment de l?int?r?t g?n?ral.
2. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? si ce n?est pour cause d?utilit? publique, d?ment prouv?e, dans les cas et suivant la proc?dure pr?vus par la loi, et toujours moyennant une indemnit? pr?alable et compl?te, qui doit correspondre ? la valeur du bien expropri? au moment de l?audience sur la fixation provisoire de l?indemnit? par le tribunal saisi de l?affaire. Dans le cas d?une demande visant ? la fixation imm?diate de l?indemnit? d?finitive, est prise en consid?ration la valeur du bien ? la date de l?audience du tribunal sur cette demande. Si l?audience visant ? la fixation de l?indemnit? d?finitive a lieu plus d?un an apr?s l?audience visant ? la fixation de l?indemnit? provisoire, c?est la valeur ? la date de l?audience visant ? la fixation de l?indemnit? d?finitive qui est prise en compte. Le jugement garantit la disponibilit? des fonds permettant le r?glement de l?indemnit?. (…) ?
Article 25
? 1. Les droits de l?homme, en tant qu?individu et en tant que membre du corps social, et le principe de l??tat-providence constitutionnel sont garantis par l??tat. Tous les organes de l??tat sont tenus d?en assurer l?exercice libre et effectif. Ces principes s?appliquent ?galement aux relations priv?es et ? tout ce qui s?y rapporte. Les restrictions de tous ordres qui, conform?ment ? la Constitution, peuvent ?tre apport?es ? ces droits doivent ?tre pr?vues soit directement par la Constitution soit par la loi sans pr?judice de celle-ci et dans le respect du principe de proportionnalit?.
2. La reconnaissance et la protection par la R?publique des droits fondamentaux et imprescriptibles de l?homme visent ? la r?alisation du progr?s social dans la libert? et la justice.
3. L?exercice abusif d?un droit n?est pas permis.
4. L??tat a le droit d?exiger de la part de tous les citoyens l?accomplissement de leur devoir de solidarit? sociale et nationale. ?
B. La loi no 2198/1994 portant, entre autres, sur les titres immat?riels de l??tat
47. L?article 8 (cr?ances des investisseurs) de la loi no 2198/1994 pr?voit :
? 1. Les ?tablissements qui se chargent pour le compte de leurs clients d?investir des capitaux dans des titres de l??tat sont tenus d?investir imm?diatement ces capitaux dans des titres du choix de leurs clients.
2. La cr?ance de l?investisseur r?sultant de son titre est exigible de l??tablissement aupr?s duquel l?investisseur dispose d?un compte. Si l??tat ne respecte pas ses obligations en application du paragraphe 6 du pr?sent article, l?investisseur peut exiger sa cr?ance seulement ? l?encontre de l??tat.
(…)
6. Le versement des int?r?ts ?chus et des capitaux par l??tat ? la Banque de Gr?ce entra?ne l?extinction des obligations de l??tat.
La Banque de Gr?ce rend ? chaque ?tablissement les int?r?ts et le capital des titres dus au moment de l??ch?ance du pr?t. Ce versement entra?ne l?extinction des obligations de la Banque de Gr?ce.
(…) ?
C. La loi no 4050/2012 relative aux r?gles modifiant les titres d??mission ou de garantie de l??tat avec l?accord des porteurs
48. Les dispositions pertinentes de l?article 1 de la loi no 4050/2012 sont ainsi libell?es :
? (…)
2. Le Conseil des Ministres, suite ? la proposition du minist?re de l??conomie, d?cide d?engager la proc?dure de modification des titres ?ligibles par les porteurs, d?termine les titres ?ligibles qui seront ?chang?s, et fixe le capital ou la valeur nominale, le taux d?int?r?t ou le rendement, la dur?e, le droit (anglais ou autre) qui r?gira les nouveaux titres qui seront ?mis par l??tat et donne pouvoir ? l?ODDIKH de publier une ou plusieurs invitations de la part de l??tat.
Par cette invitation, les porteurs des titres ?ligibles qui y sont mentionn?s sont appel?s ? d?clarer, dans un d?lai d?termin?, s?ils acceptent la modification des titres ?ligibles, comme le propose l??tat et conform?ment ? la proc?dure pr?vue par le pr?sent article.
(…)
11. Les dispositions du pr?sent article tendent ? la protection de l?int?r?t g?n?ral supr?me, constituent des r?gles obligatoires d?application imm?diate, l?emportent sur toute disposition l?gislative ou r?glementaire contraire, qu?elle soit de caract?re g?n?ral ou particulier, (…) et leur application ne fait na?tre et n?active aucun droit, contractuel ou d?coulant de la loi, au b?n?fice du porteur ou de l?investisseur, et aucune obligation au d?triment de l??metteur ou du garant des titres (…) ?
D. L?acte du Conseil des Ministres du 24 f?vrier 2012 fixant le d?but de la proc?dure de modification des titres s?lectionn?s et les conditions de l??change
49. L?acte du Conseil des Ministres du 24 f?vrier 2012 a fix? le d?but de la proc?dure au 24 f?vrier 2012. Il indiquait en annexe les titres s?lectionn?s par l?acte. Il pr?cisait que la modification de ces titres aurait lieu au moyen de leur ?change contre de nouveaux titres ?dit?s par l??tat, mais aussi par le Fond europ?en de stabilit? financi?re. Les nouveaux titres ?dit?s par l??tat seraient constitu?s cumulativement par de nouvelles obligations de l??tat et par des titres dont le rendement serait li? au PIB.
50. Les nouvelles obligations de l??tat auraient un taux annuel de 2 % pour le paiement des coupons de 2013 ? 2015 ; de 3% pour celui des coupons de 2016 ? 2020 ; de 3,65 % pour celui des coupons 2021 ; de 4,3 % pour celui des coupons de 2022 ? 2042. Elles seraient r?gies par le droit britannique.
51. Les titres dont le rendement serait li? au PIB arriveraient ? maturit? en 2042, seraient r?gis par le droit britannique et auraient un rendement calcul? selon le capital nominal des obligations qui serait d?gressif de 2024 ? 2042.
E. L?acte du Conseil des Ministres du 9 mars 2012 ent?rinant la d?cision des porteurs d?obligations concernant la modification des titres s?lectionn?s, telle qu?attest?e par la Banque de Gr?ce agissant comme administrateur de la proc?dure
52. L?acte du Conseil des Ministres du 9 mars 2012 a ent?rin? une d?cision du gouverneur de la Banque de Gr?ce, dat?e elle aussi du 9 mars 2012, qui attestait que les porteurs d?obligations avaient consenti aux modifications sugg?r?es des titres s?lectionn?s. Le gouverneur d?clarait avoir tenu compte, entre autres, de la loi no 4050/2012, de l?acte du Comit? des Ministres du 24 f?vrier 2012, de l?invitation faite aux porteurs d?obligations d?approuver ou de rejeter la modification des titres s?lectionn?s, du montant des cr?ances non acquitt?es de ces titres qui s??levait ? 177 218 697 615,45 EUR, du quorum obtenu quant ? la participation des porteurs d?obligations et dont le montant non acquitt? s??levait ? 161 350 946 065,54 EUR (soit un pourcentage de 91,05 % des cr?ances non acquitt?es) et du fait que les cr?ances non acquitt?es d?tenues par l??tat n?avaient pas ?t? prises en consid?ration pour le calcul du montant des cr?ances non acquitt?es ni pour celui du quorum.
F. La d?cision no 2/20964/0023A du ministre adjoint de l??conomie du 9 mars 2012 relative ? la mise en ?uvre de la modification des titres s?lectionn?s et ? l??dition de nouvelles obligations et de nouveaux titres li?s au PIB
53. Par sa d?cision no 2/20964/0023A, le ministre adjoint de l??conomie a lanc? la mise en ?uvre des modifications d?cid?es au moyen de l??change des titres s?lectionn?s contre de nouveaux titres ?dit?s par l??tat et le Fonds europ?en de stabilit? financi?re (au sujet des modalit?s de cet ?change, voir le paragraphe 17 ci-dessus).
III. LA JURISPRUDENCE DU TRIBUNAL DE L?UNION EUROP?ENNE
54. Par un arr?t du 7 octobre 2015, dans l?affaire Alessandro Accorinti c. Banque centrale europ?enne (T-79/13) qui avait pour objet un recours visant ? obtenir la r?paration du pr?judice subi ? la suite, notamment, de l?adoption par la BCE, le 5 mars 2012, de la d?cision 2012/153/UE relative ? l??ligibilit? des titres de cr?ance n?gociables ?mis ou totalement garantis par la R?publique hell?nique dans le cadre de l?offre d??change d?obligations par celle-ci, ainsi qu?? d?autres mesures de la BCE li?es ? la restructuration de la dette publique grecque, le Tribunal de l?Union europ?enne s?est prononc? ainsi :
? 82 (…) l?achat par un investisseur de titres de cr?ance d??tat constitue, par d?finition, une transaction comportant un certain risque financier, parce que soumis aux al?as de l??volution des march?s des capitaux, et que certains des requ?rants ont m?me acquis des titres de cr?ance grecs durant la p?riode au cours de laquelle la crise financi?re de la R?publique hell?nique ?tait ? son comble. Or, au regard de la situation ?conomique de la R?publique hell?nique et des incertitudes la concernant ? l??poque, les investisseurs concern?s ne sauraient pr?tendre avoir agi en tant qu?op?rateurs ?conomiques prudents et avis?s, au sens de la jurisprudence vis?e au point 76 ci-dessus, pouvant se pr?valoir de l?existence d?attentes l?gitimes. Au contraire, eu ?gard aux d?clarations publiques invoqu?es par les requ?rants ? l?appui de leurs griefs (voir point 78 ci-dessus), lesdits investisseurs ?taient cens?s conna?tre la situation ?conomique hautement instable d?terminant la fluctuation de la valeur des titres de cr?ance grecs acquis par eux ainsi que le risque non n?gligeable d?un d?faut ne f?t-ce que s?lectif de la R?publique hell?nique. Par ailleurs, ainsi que l?avance ? juste titre la BCE, un op?rateur ?conomique prudent et avis? ayant eu connaissance de ces d?clarations publiques n?aurait pas pu exclure le risque d?une restructuration de la dette publique grecque, compte tenu des divergences de vue r?gnant ? cet ?gard au sein des ?tats membres de la zone euro et des autres organes impliqu?s, tels la Commission, le FMI et la BCE.
(…)
91 Par cons?quent, force est de constater que les requ?rants, en tant qu?investisseurs ou ?pargnants ayant agi pour leur propre compte et dans leur int?r?t exclusivement priv? ? obtenir un rendement maximal de leurs investissements, se trouvaient dans une situation distincte de celle des banques centrales de l?Eurosyst?me. Alors m?me que, en vertu du droit priv? applicable, lesdites banques centrales ont acquis, lors de l?achat de titres de cr?ance ?tatiques, ? l?instar des investisseurs priv?s, le statut de cr?ancier de l??tat ?metteur et d?biteur, ce seul point commun ne saurait justifier de les consid?rer comme se trouvant dans une situation semblable, voire identique, ? celle desdits investisseurs. En effet, une telle approche adopt?e du point de vue du seul droit priv? ne tiendrait compte ni de l?encadrement juridique de l?op?ration d?achat desdits titres par les banques centrales ni des objectifs d?int?r?t public que celles-ci ?taient appel?es ? poursuivre dans ce contexte en vertu des r?gles de droit primaire applicables, dont les principes et les objectifs doivent ?tre pris en consid?ration pour appr?cier la comparabilit? des situations en cause au regard du principe g?n?ral d??galit? de traitement (voir la jurisprudence cit?e au point 87 ci-dessus).
92 Il convient donc de conclure que les requ?rants, en tant qu?investisseurs priv?s ayant achet? des titres de cr?ance grecs dans leur seul int?r?t patrimonial priv?, quel que soit le motif pr?cis de leurs d?cisions d?investissement, se trouvaient dans une situation diff?rente de celle des banques centrales de l?Eurosyst?me dont la d?cision d?investissement ?tait exclusivement guid?e par des objectifs d?int?r?t public, tels que vis?s ? l?article 127, paragraphes 1 et 2, TFUE, lu conjointement avec l?article 282, paragraphe 1, TFUE, ainsi que l?article 18, paragraphe 1, premier tiret, des statuts.
(…)
121 (…) ind?pendamment du principe g?n?ral selon lequel tout cr?ancier doit supporter le risque d?insolvabilit? de son d?biteur, y compris ?tatique, de telles transactions s?effectuent sur des march?s particuli?rement volatils, souvent soumis ? des al?as et ? des risques non contr?lables s?agissant de la baisse ou de l?augmentation de la valeur de tels titres, ce qui peut inviter ? la sp?culation pour obtenir des rendements ?lev?s dans un laps de temps tr?s court. D?s lors, ? supposer m?me que tous les requ?rants ne soient pas engag?s dans des transactions de nature sp?culative, ils devaient ?tre conscients desdits al?as et risques quant ? une ?ventuelle perte consid?rable de la valeur des titres acquis. C?est d?autant plus vrai que, m?me avant le d?but de sa crise financi?re en 2009, l??tat grec ?metteur faisait d?j? face ? un endettement et ? un d?ficit ?lev?s. Partant, le pr?judice subi en raison du PSI ne peut ?tre qualifi? d?? anormal ? au sens de la jurisprudence pr?cit?e. ?
EN DROIT
I. JONCTION DES REQU?TES
55. Les requ?tes ayant un cadre factuel et juridique commun, la Cour juge appropri? de les joindre, en application de l?article 42 de son r?glement.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 ? LA CONVENTION
56. Les requ?rants soutiennent que l??change de leurs titres, impos? par la loi no 4050/2012, constitue une expropriation de fait ayant entra?n? une privation de leur propri?t? ou, ? titre subsidiaire, une ing?rence dans le droit au respect de leurs biens.
57. Plus particuli?rement, ils all?guent que la ? cause d?utilit? publique ? faisait d?faut en l?esp?ce au motif que la r?duction de la dette publique de 53,5 % au cours d?une p?riode comprise entre 2023 et 2042 a eu des cons?quences ?conomiques pr?judiciables pour les personnes physiques porteurs d?obligations dont la participation, selon les int?ress?s, avait ?t? initialement et officiellement exclue par des d?clarations du ministre de l??conomie et d?autres responsables politiques. Ils all?guent aussi que l??change de leurs obligations, sans leur consentement, ne peut ?tre consid?r? comme le versement d?une indemnit? ? raisonnablement en rapport avec la valeur de leur bien ?. Ils d?noncent d?s lors une violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, aux termes duquel :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
A. Sur la recevabilit?
1. Sur l?exception relative au non-?puisement des voies de recours internes
58. Le Gouvernement indique que, avec la publication au Journal officiel du 9 mars 2012 de la d?cision no 2/20964/0023A/9.3.2012 du ministre adjoint de l??conomie, le d?lai de six mois pour introduire un recours en annulation contre cette d?cision devant le Conseil d??tat a commenc? ? courir pour tout int?ress? ? cette date.
59. Le Gouvernement estime que le dossier dans la requ?te no 63066/14 ne permet pas de savoir si les requ?rants sous les num?ros 193 ? 6 311 ont saisi le Conseil d??tat. En outre, il indique que, dans la m?me requ?te, en d?pit de l?affirmation des requ?rants sous les num?ros 62, 63, 64, 74, 75, 76, 77, 90, 124, 125, 147 et 151 selon laquelle ils ont saisi le Conseil d??tat, il ressort de l?arr?t no 1507/2014 qu?ils n??taient pas parties ? la proc?dure. Quant aux requ?rants sous les num?ros 32, 48, 49, 53, 54, 55, 56, 58, 84, 87, 93, 132, 136, 153, 166, 176, 177, 178 et 182, en d?pit de leur affirmation, il ne semble pas, aux yeux du Gouvernement, qu?ils aient introduit un recours en annulation.
60. Les requ?rants consid?rent que, si l?arr?t no 1507/2014 du Conseil d??tat a ?t? rendu le 28 avril 2014, l?issue de la d?lib?ration ?tait connue longtemps ? l?avance, car, selon eux, elle avait fait l?objet d?une fuite dans la presse, comme cela se produirait souvent dans les affaires pr?sentant un grand int?r?t pour le public. Ils exposent que plusieurs requ?rants, parties ? la requ?te no 63066/14, dont l?examen de leur recours aurait ?t? fix? ? des dates ult?rieures, ont alors pr?f?r? se d?sister en raison de l?issue d?favorable certaine de leur action et des co?ts de la proc?dure. Enfin, ils affirment que les requ?rants sous les num?ros 1 ? 192, ? l?exception de ceux portant les num?ros 32, 48, 49, 53 54, 55, 84, 87, 93, 132, 147, 153, 166, 176, 177 et182, ont apport? la preuve qu?ils avaient saisi le Conseil d??tat.
61. En outre, les requ?rants all?guent qu?ils auraient pu avoir comme possibilit? alternative d?introduite des actions en dommages-int?r?ts contre l??tat, en application de l?article 105 de la loi d?accompagnement du code civil, mais que cette voie de recours n??tait pas non plus efficace au motif que, ? la suite des arr?ts pertinents du Conseil d??tat dans les affaires concernant l??change des obligations, les tribunaux administratifs allaient certainement rejeter ces actions.
62. La Cour rappelle que les ?tats n?ont pas ? r?pondre de leurs actes devant un organisme international avant d?avoir eu la possibilit? de redresser la situation dans leur ordre juridique interne. Les personnes d?sireuses de se pr?valoir de la comp?tence de contr?le de la Cour relativement ? des griefs dirig?s contre un ?tat ont donc l?obligation d?utiliser auparavant les recours qu?offre le syst?me juridique de celui-ci. L?obligation d??puiser les recours internes impose aux requ?rants de faire un usage normal des recours disponibles et suffisants pour leur permettre d?obtenir r?paration des violations qu?ils all?guent. Ces recours doivent exister ? un degr? suffisant de certitude, en pratique comme en th?orie, sans quoi leur manquent l?effectivit? et l?accessibilit? voulues. Le simple fait de nourrir des doutes quant aux perspectives de succ?s d?un recours donn? qui n?est pas de toute ?vidence vou? ? l??chec ne constitue pas une raison propre ? justifier la non-utilisation du recours en question (Vu?kovi? et autres c. Serbie [GC], no 17153/11 et vingt-neuf autres requ?tes, ?? 70-71 et 74, CEDH 2014). En outre, l?effectivit? d?un recours ne d?pend pas de la certitude d?une issue favorable pour le requ?rant (Rodi? et autres c. Bosnie-Herz?govine, no 22893/05, ? 54, 27 mai 2008).
63. En l?esp?ce, la Cour estime que la circonstance que, de l?avis des avocats des requ?rants, les recours en annulation de certains de ceux-ci dans la requ?te no 63066/14 n?avaient pas de chance d?aboutir ne saurait suffire pour d?roger ? l?obligation de l??puisement.
64. Compte tenu de sa jurisprudence susmentionn?e, la Cour est d?avis que toutes les personnes qui souhaitaient se pr?valoir d?une violation de leur droit au respect de leurs biens, d?coulant de l??change de leurs titres de propri?t?, auraient d? saisir au pr?alable le Conseil d??tat d?un recours en annulation avant de la saisir elle-m?me. En l?esp?ce, elle note que tous les requ?rants qui ont introduit ce recours devant le Conseil d??tat l?ont fait approximativement ? la m?me p?riode, c?est-?-dire dans le d?lai de deux mois pr?vu par l?article 46 du d?cret no 18/19899 ? compter de la publication au Journal officiel de la d?cision no 2/20964/0023A/9.3.2012 du ministre adjoint de l??conomie, et ce alors que le Conseil d??tat ne s??tait prononc? sur la question par aucun arr?t ant?rieur. ? cette ?poque, ceux des requ?rants qui n?ont pas saisi le Conseil d??tat ne pouvaient pas pr?voir l?issue de la proc?dure devant lui, d?autant moins que le Conseil d??tat a d?f?r? l?examen de ce recours ? sa formation pl?ni?re, ce qui d?montre l?importance accord?e ? ce contentieux par la haute juridiction administrative.
65. La Cour constate aussi que, dans leur requ?te, les requ?rants eux-m?mes ont indiqu? que seuls les requ?rants sous les num?ros 1 ? 192 avaient maintenu leur recours devant le Conseil. Toutefois, il convient d?enlever de cette liste les requ?rants sous les num?ros 32, 48, 49, 53 54, 55, 84, 87, 93, 132, 147, 153, 166, 176, 177 et 182, qui n?ont pas r?fut? les all?gations du Gouvernement selon lesquelles ils n?avaient pas saisi le Conseil d??tat.
66. Par cons?quent, la Cour d?clare la requ?te irrecevable pour non-?puisement des voies de recours internes ? l??gard des requ?rants sous les num?ros 193 ? 6 311 et des requ?rants sous les num?ros 32, 48, 49, 53 54, 55, 84, 87, 93, 132, 147, 153, 166, 176, 177 et 182, en application de l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention. En revanche, elle d?clare la requ?te recevable ? l??gard des autres requ?rants.
2. Sur l?exception relative au d?faut de la qualit? de ? victime ?
67. Le Gouvernement soutient qu?il ne conna?t pas et qu?il ne peut pas conna?tre l?identit? des porteurs des obligations que l??tat a ?mises et les transactions (ventes, gages, etc.) que ces porteurs ont effectu?es. Selon lui, seules les diff?rentes institutions financi?res et bancaires qui mettent ? disposition ces obligations peuvent conna?tre les porteurs finaux de celles-ci. Il appartiendrait donc aux requ?rants de prouver qu?ils poss?daient jusqu?au 12 mars 2012 un tel ? bien ? en produisant des attestations des institutions d?positaires de ces titres, selon lesquelles les requ?rants poss?daient bien des obligations qui ont ?t? soumises ? la proc?dure d??change et qui ont effectivement ?t? ?chang?es.
68. Se pr?valant de la jurisprudence constante des organes de la Convention remontant ? l?ancienne Commission, les requ?rants indiquent qu?un requ?rant est consid?r? comme ? victime ? lorsqu?un lien suffisamment direct existe entre lui et le pr?judice qu?il estime avoir subi du fait de la violation all?gu?e. En l?esp?ce, ils consid?rent que ce lien est d?montr? par les obligations que chaque requ?rant avait en sa possession ? la date de la d?cision du Conseil des Ministres du 24 f?vrier 2012 qui a lanc? la proc?dure d??change.
69. La Cour rappelle que, pour pouvoir introduire une requ?te en vertu de l?article 34, une personne physique, une organisation non gouvernementale ou un groupe de particuliers doit pouvoir se pr?tendre ? victime d?une violation (…) des droits reconnus dans la Convention (…) ?. Pour pouvoir se pr?tendre victime d?une violation, un individu doit avoir subi directement les effets de la mesure litigieuse (Burden c. Royaume-Uni [GC], no 13378/05, ? 33, CEDH 2008).
70. En l?esp?ce, la Cour note, en premier lieu, que tous les requ?rants (y compris les 6 311 requ?rants dans la requ?te no 63066/14) ont d?pos?, au moment de l?introduction de leur requ?te, des informations relatives au num?ro officiel (ISIN) des obligations qu?ils d?tenaient et ? la valeur nominale de chacune d?entre elles. En deuxi?me lieu, elle constate que, en examinant les recours de ceux des requ?rants qui l?avaient saisi, le Conseil d??tat n?a pas contest? leur qualit? pour agir.
71. Dans ces circonstances et pour les besoins de la pr?sente affaire, il y a lieu de consid?rer les requ?rants comme ? victimes ? au sens de l?article 35 ? 1 de la Convention. La Cour rejette, en cons?quence, l?exception du Gouvernement tir?e du d?faut de la qualit? de victime.
3. Conclusion
72. Constatant que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et que, sous r?serve du paragraphe 66 ci-dessus, il ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour le d?clare recevable.
B. Sur le fond
1. Th?ses des parties
a) Les requ?rants
73. Les requ?rants affirment qu?ils ont subi une privation de propri?t?, que certains d?entre eux qualifient d?expropriation de fait, non seulement en raison de la baisse de 53,5 % de la valeur nominale de leurs obligations, mais aussi en raison du fait que les 31,5 % qui devaient leur ?tre rembours?s en ao?t 2014 ne le seront que par ?chelonnement entre 2023 et 2042, donc avec un retard moyen de vingt ans, et ce sous r?serve qu?il n?y ait pas d?autre d?cote ou faillite du pays. Leur argument cl? dans les trois requ?tes consiste ? d?noncer le caract?re forc? et coercitif de l??change qui a ?t? op?r? sans leur consentement ? et non de mani?re volontaire comme le pr?tend selon eux le Gouvernement ? ce qui constituerait une violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? leur ?gard. Cet ?change a ?t?, selon les requ?rants, l?aboutissement d?une proc?dure administrative pr?vue dans l?article premier de la loi no 4050/2012 dont l?adoption aurait activ? des clauses d?action collective qui concernaient des titres d?sign?s comme ?ligibles par d?cision du Conseil des Ministres sans aucun crit?re pr?cis. Subsidiairement, certains des requ?rants all?guent que l??tat d?fendeur n?a pas pris des mesures positives qui auraient permis de sauvegarder leur propri?t?.
74. Les requ?rants soutiennent que l?application de la proc?dure des clauses d?action collective ? leurs obligations manquait totalement de base l?gale et qu?elle pouvait ?tre per?ue soit comme une extension arbitraire ? leur ?gard de la loi no 3156/2003 (qui pr?voyait ces clauses pour les titres ?mis par les soci?t?s du secteur public) soit comme une application r?troactive du r?gime en vigueur ? partir du 1er janvier 2013. Ils indiquent que la loi no 4050/2012 n?est pas conforme aux principes g?n?raux r?gissant le syst?me de la Convention ni aux principes g?n?raux de protection de la confiance l?gitime et de la s?curit? juridique. Selon eux, elle constitue un ? fait du prince ? visant ? d?charger l??tat de mani?re r?troactive de ses obligations contractuelles vis-?-vis de ses cr?anciers afin que celui-ci n?ait pas ? les rembourser, alors que, ? leurs dires, ? l??poque de l??mission des anciennes obligations, l??tat les avait assur?s qu?ils ne couraient aucun risque ? placer leur argent dans celles-ci. Se pr?valant de la d?cision de la Cour dans l?affaire Shestakov c. Russie (no 48757/99, 18 juin 2002), les requ?rants all?guent que la proc?dure pr?vue par la loi no 4050/2012 n??tait pas ?quitable au motif que la d?cision d??change des titres n?avait pas ?t? prise par les porteurs de ceux-ci, mais par les ?tablissements financiers dans les registres desquels auraient ?t? consign?s les titres d?sign?s comme ?ligibles par la d?cision du Conseil des Ministres du 24 f?vrier 2012. Par ailleurs, invoquant l?arr?t Vistins et Perepjolkins c. Lettonie ([GC] no 71243/01 22 octobre 2012), ils soul?vent un probl?me de conformit? de la l?gislation pertinente avec les principes de l??tat de droit.
75. De plus, les requ?rants soutiennent que leur inclusion forc?e dans le processus d??change ne servait nullement une cause d?utilit? publique au sens de l?article 1 du Protocole no 1 : ils arguent que l?all?gement qui en est r?sult? pour la dette publique, de l?ordre de 0,7 ? 0,8 % de la dette globale du pays, ?tait minime au regard des probl?mes sociaux qui auraient frapp? les petits ?pargnants comme eux. Ils ajoutent que, alors que le but d?clar? de la participation du secteur priv? ? la d?cote de la dette publique aurait ?t? d?en r?duire le montant, de mani?re ? ce qu?elle ne repr?sent?t plus en 2020 que 120,5 % du PIB, les ?l?ments fournis par Eurostat et la Banque de Gr?ce mettent en ?vidence que cela ne sera pas faisable. Aux dires des requ?rants, le Gouvernement n?a d?montr? ni devant le Conseil d??tat ni devant la Cour qu?il ?tait n?cessaire, pour assurer la viabilit? de la dette publique, d?y inclure les porteurs personnes physiques, et, ce faisant, il a outrepass? les termes de l?accord qui aurait ?t? conclu entre l??tat et l?Institute of International Finance quant au caract?re volontaire de la participation du secteur priv?. Les requ?rants pr?cisent encore que le Gouvernement n?a pas expliqu? en quoi leur inclusion dans le processus d??change servait l?int?r?t public, d?s lors que, selon eux, le nombre de leurs obligations n?aurait repr?sent? qu?un petit pourcentage de la dette.
76. En ce qui concerne la proportionnalit? de l?ing?rence, les requ?rants soutiennent que l??tat d?fendeur a choisi de ? sacrifier ? les petits ?pargnants, comme eux, d?tenteurs de moins de 1 % de la dette globale du pays, pour ne pas rater l?occasion de supprimer une tr?s grande partie de la dette publique, qui ?tait d?tenue par les grands cr?anciers priv?s (banques et fonds d?investissements), et pour ne pas retarder cette op?ration. ? aucun moment, le gouvernement d?fendeur n?aurait demand? aupr?s de ses cr?anciers (Commission europ?enne, BCE et FMI) ou dans le cadre de ses discussions avec l?Institute of International Finance sur les modalit?s du ? haircut ? un traitement sp?cial pour les petits ?pargnants. Par ailleurs, les requ?rants indiquent qu?il n?y a eu aucune ?tude ?conomique sp?cifique sur la question de savoir dans quelle mesure l?inclusion forc?e des requ?rants dans le processus d??change a b?n?fici? ? la diminution de la dette.
77. Les requ?rants pr?cisent en outre que, si la loi no 4050/2012 n?avait pas impos? de clauses d?action collective, l??tat aurait vers? ? la date d??ch?ance des titres qu?ils d?tenaient leur valeur nominale ainsi qu?un taux d?int?r?t annuel de 6,10 %, ce qui constituait d?apr?s eux une clause contractuelle associ?e ? ces titres. Ils estiment que les nouveaux titres donn?s en ?change des anciens ne peuvent ?tre consid?r?s comme le ? versement d?une indemnit? ?, et ce d?autant moins qu?une partie d?entre eux arriverait ? ?ch?ance entre 2023 et 2042. Ils consid?rent qu?ils ?taient en droit de percevoir la valeur nominale de leurs titres ? l??ch?ance de ceux-ci, ind?pendamment des fluctuations de leur valeur r?elle ? un moment donn?. Compte tenu du caract?re forc? de la d?possession de leurs titres, peu importait, selon les requ?rants, la valeur de ceux-ci au moment de l?adoption de la loi no 4050/2012 : en effet, d?apr?s eux, l??tat aurait pu les acqu?rir, comme tout un chacun, sur le march? secondaire, en les achetant ? la valeur qu?ils avaient ? ce moment-l? et qui ?tait inf?rieure ? leur valeur nominale.
b) Le Gouvernement
78. En premier lieu, le Gouvernement soutient qu?il n?y a pas eu d?ing?rence unilat?rale, ni l?gislative ni administrative, de la part des autorit?s dans le droit de propri?t? des requ?rants et que l??tat n?a pas effac?, par voie l?gislative et r?troactive, les cr?ances de ceux-ci. Il indique que la loi no 4050/2012 a ?tabli une proc?dure qui aurait donn? le choix aux porteurs d?obligations de rejeter ou d?accueillir la proposition de l??tat pour une modification consensuelle des conditions de leurs titres. Cette loi aurait simplement donn? la possibilit? aux porteurs de d?cider, ? la majorit? (ce qui lierait aussi la mi

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