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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE LUNARI c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, 06, P1-1
Numero: 21463/93/2001
Stato: Italia
Data: 2001-01-11 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

Conclusione Violazione di P1-1; Eccezione preliminare respinta, inapplicabilit? dell’art. 6 e non-esaurimento,; Violazione dell’art. 6-1; danno materiale – risarcimento pecuniario; Danno morale – risarcimento pecuniario; Rimborso oneri e spese – procedimento della Convenzione
SECONDA SEZIONE
CAUSA LUNARI C. ITALIA
( Richiesta n? 21463/93)
SENTENZA
STRASBURGO
11 gennaio 2001
DEFINITIVO
11/04/2001
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma prima dell’uscita della sua versione definitiva.

Nella causa Lunari c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, seconda sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIGG.. C.L. Rozakis, presidente,
G. Bonello, la Sig.ra V. Str?znick?, il
Sig. P. Lorenzen, il Sig. Fischbach, la
Sig.ra Sig. Tsatsa-Nikolovska, il
Sig. E. Levits, giudici, e del Sig. E. Fribergh, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 14 dicembre 2000,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (n? 21463/92) diretta contro l’Italia e in cui un cittadino di questo Stato, il Sig. F. L. (“il richiedente”), aveva investito la Commissione europea dei Diritti dell’uomo (“la Commissione”) il 10 febbraio 1993 in virt? del vecchio articolo 25 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il governo italiano (“il Governo”) ? stato rappresentato di prima dal suo agente, il Sig. Luigi Ferrari Bravo, poi dal suo agente, il Sig. Umberto Leanza ed il suo co-agente, il Sig. Vitaliano Esposito.
3. Il richiedente adduceva in particolare che l’impossibilit? prolungata di eseguire l’ordinanza di sfratto dell? inquilino, in mancanza di concessione dell’assistenza della forza pubblica, costituisce una violazione degli articoli 1 del Protocollo n? 1 e 6 ? 1 della Convenzione.
4. Il 5 aprile 1993, la Commissione, Prima Camera, ha deciso di portare la richiesta alla cognizione del governo convenuto e di invitarlo a presentare le sue osservazioni sulla sua ammissibilit? e la sua fondatezza. Il Governo ha presentato le sue osservazioni il 29 giugno 1993. Il richiedente ha risposto il 27 luglio e 9 novembre 1993 ed il 17 febbraio 1994.
5. In seguito, la Commissione ha deciso di sospendere l’esame della richiesta in attesa che la Corte si pronunciasse nelle cause Scollo e Spadea e Scalabrino. Essendo state rese le sentenze il 28 settembre 1995, il 12 marzo 1996 le parti sono state invitate a presentare le loro osservazioni complementari, il che il Governo fece in data del 3 aprile 1996 ed il richiedente il 14 maggio 1996.
6. Il 16 ottobre 1996, la Commissione ha dichiarato la richiesta ammissibile.
7. Il 28 maggio 1997, la Commissione ha deciso di sospendere l’esame della causa aspettando di pronunciarsi sulla causa Immobiliare Saffi c. Italia. Il 27 maggio 1998, la Commissione ha ripreso l’esame della causa e ha invitato le parti a presentare delle osservazioni complementari. Il richiedente ed il Governo hanno presentato rispettivamente le loro osservazioni il 16 e 19 giugno 1998.
8. La Commissione, in mancanza di avere potuto finire l’esame della richiesta prima del 1 novembre 1999, l’ha deferita alla Corte a questa data, conformemente all’articolo 5 ? 3, seconda frase, del Protocollo n? 11 alla Convenzione.
9. La richiesta ? stata assegnata alla seconda sezione della Corte (articolo 52 ? 1 dell’ordinamento). In seno a questa, la camera incaricata di esaminare la causa (articolo 27 ? 1 della Convenzione) ? stata costituita conformemente all’articolo 26 ? 1 dell’ordinamento. In seguito all’astensione del Sig. Conforti, giudice eletto a titolo dell’Italia (articolo 28), il Governo ha rinunciato al suo diritto di designare un giudice ad hoc per riunirsi al suo posto (articoli 27 ? 2 della Convenzione e 29 ? 2 dell’ordinamento).
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
10. Il richiedente ? il proprietario di un appartamento ubicato a Pescara, che aveva affittato a W.A. a partire dal 6 luglio 1983. Il 30 maggio 1987, la sposa dell’inquilino, L.C, inform? il richiedente che, seguito alla loro separazione di corpo, era successa a suo marito nell’affitto. Aveva un bambino a suo carico e disponeva di un reddito mensile di 577 000 lire italiane (ITL).
11. Con una lettera raccomandata del 3 settembre 1987, il richiedente chiese a L.C. di lasciare l’appartamento, essendo scaduto l’affitto il 30 giugno 1987.
12. Il 24 settembre 1987, il richiedente la cit? a comparire dinnanzi al giudice di istanza di Pescara con un atto significato.
13. Con un’ordinanza del 9 ottobre 1987 che divent? esecutiva il 10 ottobre 1987, questo ultimo conferm? formalmente la disdetta dell’affitto e decise che i luoghi dovevano essere liberati al pi? tardi il 9 ottobre 1988.
14. Il 3 agosto 1989, il richiedente notific? all’inquilina l?ingiunzione di liberare l’appartamento.
15. Il 14 settembre 1989, le notific? il parere che lo sfratto sarebbe stato eseguito l?11 ottobre 1989 per via di ufficiale giudiziario di giustizia.
16. A questa data, poi l’ufficiale giudiziario di giustizia non pot? espellere l’inquilina in mancanza di concessione dell’assistenza della forza pubblica il 7 maggio 1991.
17. Il 14 dicembre 1991, il richiedente si rivolse al giudice di istanza di Pescara, ai termini dell’articolo 2 del decreto-legge n? 551/88 convertito nella legge 61/89, affinch? questo constatasse il mancato pagamento da parte dell’inquilina degli affitti cos? come della sua quota dei carichi della compropriet? e dichiarasse la sospensione dell’esecuzione costretta dello sfratto non applicabile al caso di specifico. Il 20 dicembre 1991, l’inquilina si costitu? nel procedimento e contest? le affermazioni del richiedente. Un’udienza ebbe luogo dinnanzi al giudice di istanza di Pescara il 2 marzo 1993. Con una decisione del 17 aprile 1993, il giudice fece diritto alla domanda del richiedente e dichiar? che la sospensione dell’esecuzione non era applicabile al suo caso.
18. Nel frattempo, tra l? 11 maggio 1991 ed il 21 aprile 1993, l’ufficiale giudiziario di giustizia aveva proceduto a diciannove tentativi di sfratto. Questi tentativi si chiusero tutti con un fallimento, non avendo il richiedente ottenuto il concorso della forza pubblica nell’esecuzione dello sfratto, malgrado le domande che aveva indirizzato al prefetto di polizia il 12 ottobre e 12 dicembre 1992.
19. Il 2 luglio 1993, quando l’ufficiale giudiziario di giustizia si rec? sui luoghi, assistito della forza pubblica, l’inquilina liber? l’appartamento.
20. Nel frattempo, il giudice di istanza di Pescara aveva fatto diritto alla richiesta del curatore della compropriet? di cui faceva parte l’appartamento del richiedente, di ingiungere al richiedente di saldare la sua quota dei carichi della compropriet?, il 6 novembre 1992, cos? come quella dovuta dall’inquilina, per un totale di 1 406 500 ITL .
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
21. Il decreto-legge n? 551 del 30 dicembre 1988, convertito nella legge n? 61 del 21 febbraio 1989 (“la legge n? 61/89”), sospese fino al 30 aprile 1989 l’esecuzione costretta degli sfratti. L’articolo 2 di suddetto decreto-legge contemplava che l’esecuzione non era sospesa in particolare nel caso in cui l’inquilino era in ritardo nel pagamento degli affitti o dei carichi della compropriet? corrispondenti almeno a due affitti mensili.
22. Il restante del diritto interno pertinente ? descritto nella sentenza Immobiliare Saffi c. Italia( [GC], n? 22774/93, ?? 18-35, CEDU 1999-V).
IN DIRITTO
I. SU LLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N? 1
23. Il richiedente si lamenta che l’impossibilit? prolungata di ricuperare il suo appartamento, in mancanza di concessione dell’assistenza della forza pubblica, costituisce un attentato al suo diritto di propriet?, come riconosciuto all’articolo 1 del Protocollo n? 1 alla Convenzione che dispone:
“Ogni persona fisica o morale ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. la regola applicabile
24. La Corte, appellandosi alla sua giurisprudenza, considera che l’interferenza messa in causa dal richiedente si analizza in una misura di regolamentazione dell’uso dei beni al senso dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 (vedere la sentenza Immobiliare Saffi precitata, ? 46,).
B. Il rispetto delle condizioni del secondo capoverso
1. Scopo dell’ingerenza
25. La Corte ha gi? detto che la legislazione controversa inseguiva un scopo legittimo conforme all’interesse generale, come vuole il secondo capoverso dell’articolo 1 (vedere la sentenza Immobiliare Saffi precitata, ? 48,).
2. Proporzionalit? dell’ingerenza
26. La Corte ricorda che una misura di ingerenza deve predisporre un “giusto equilibrio” tra gli imperativi dell’interesse generale e quelli della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo. La ricerca di simile equilibrio si riflette nella struttura dell’articolo 1 tutto intero, dunque anche nel secondo capoverso: deve esistere un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo mirato. Controllando il rispetto di questa esigenza, la Corte riconosce allo stato un grande margine di valutazione tanto per scegliere le modalit? di collocamento in opera quanto per giudicare se le loro conseguenze si trovano legittimate, nell’interesse generale, dalla preoccupazione di raggiungere l’obiettivo della legge in causa. Trattandosi di campi come quello dell’alloggio che occupa un posto centrale nelle politiche sociali ed economiche delle societ? moderne, la Corte rispetta a questo riguardo la valutazione portata dal legislatore nazionale, salvo se viene manifestamente privata di base ragionevole (vedere ? 49 la sentenza Immobiliare Saffi, precitata,).
27. Il richiedente contesta la legittimit? dello scopo delle leggi in causa. In sostanza, la mancanza di una politica efficace dello stato nel campo dell?alloggio l’avrebbe privato del suo diritto di disporre del suo appartamento privilegiando esclusivamente l’interesse dell’inquilino. In particolare, il sistema che prevede delle eccezioni alla sospensione dell’esecuzione costretta degli sfratti sarebbe totalmente inefficace. Se ? vero che esiste in teoria la possibilit? di chiedere al giudice dell’esecuzione che la sospensione dell’esecuzione forzata non si applichi ad una situazione in cui l’inquilino ? in ritardo nel pagamento degli affitti, ci? che renderebbe lo sfratto prioritario, la necessit? in pratica di iniziare un procedimento a questo effetto che, nel suo caso, ? durato circa due anni renderebbe il sistema inoperante. In pi?, il sistema legislativo non gli fornisce nessuno mezzo per reagire proteggendo i suoi interessi.
28. Il Governo fa valere che le misure legislative in causa inseguivano una finalit? di interesse generale nella protezione degli inquilini, tenuto conto della situazione di crisi di alloggi riguardo i centri urbani pi? importanti e della difficolt? di rialloggiare in modo adeguato gli inquilini dalle risorse modeste che ricadono sotto l’influenza di una misura di sfratto; nel caso specifico, l’inquilina percepiva un reddito molto modesto (577 000 ITL, per mese, ed aveva un bambino al suo carico).
29. Il Governo fa osservare poi che numerosi contratti di affitto venivano a scadenza negli anni 1982-1983; l’esecuzione forzata simultanea di tutti questi affitti avrebbe provocato delle forti tensioni sociali. Le misure in causa tendevano a proteggere l’ordine pubblico dunque. Il Governo osserva poi che lo scaglionamento della concessione dell’assistenza della forza pubblica si ? rivelato necessario visto l’impossibilit? di garantire allo stesso tempo ed a ciascuno una tale assistenza.
30. Il Governo fa osservare infine che le disposizioni di emergenza che mirano alla sospensione o allo scaglionamento delle esecuzioni costrette contemplavano delle eccezioni in virt? dalle quali, in particolare, i proprietari potevano ottenere l’esecuzione degli sfratti con l’assistenza della forza pubblica quando come nel caso specifico, il loro inquilino era in ritardo nel pagamento degli affitti o dei carichi di compropriet? per un importo globale che equivale a due affitti. Il Governo sottolinea che nel caso i specifico il Prefetto aveva accordato immediatamente l’assistenza della forza pubblica dopo essere stato informato del fatto che lo sfratto era prioritario.
31. La Corte considera che adottando delle misure di emergenza che mirano alla sospensione degli sfratti e contemplando certe eccezioni alla loro applicazione, il legislatore italiano poteva stimare ragionevolmente che i mezzi scelti convenivano per raggiungere lo scopo legittimo (vedere, mutatis mutandis, la sentenza Scollo c. Italia del 28 settembre 1995, Serie A n? 315-C, ? 40).
32. Egli decide per? di ricercare se, nello specifico, un giusto equilibrio ? stato predisposto in particolare tra gli interessi della comunit? ed il diritto dei proprietari e del richiedente.
33. La Corte osserva che il richiedente aveva ottenuto il 9 ottobre 1987 un’ordinanza di sfratto di cui l’esecuzione era stata fissata dal giudice di istanza al 9 ottobre 1988 (paragrafo 13 sopra). Malgrado il fatto che, dal 1991, l’inquilina era in ritardo nel pagamento degli affitti ? ci? di cui il richiedente aveva informato le autorit? (vedere sopra paragrafo 17) – e che quindi, nell’occorrenza, le condizioni legali che potevano permettere l’esecuzione dello sfratto durante il periodo di sospensione di questo procedimento si trovavano assolte, il richiedente non ottenne il concorso della forza pubblica che il 2 luglio 1993 (paragrafo 19 sopra). Il richiedente aveva dovuto iniziare non solo un processo che mirava a regolare il problema degli affitti parzialmente insoluti (vedere paragrafo 17 sopra), ma anche saldare lui stesso la quota dei carichi della compropriet? dovuta dall’inquilina, a seguito ad un’ingiunzione di pagamento ottenuto dal curatore della compropriet? (vedere sopra paragrafo 20).
34. In queste circostanze, la Corte stima che la restrizione subita dal richiedente all’uso del suo appartamento, in ragione in particolare della cattiva applicazione delle eccezioni alla sospensione della concessione dell’assistenza della forza pubblica da parte delle autorit? competenti, gli ha imposto un carico speciale ed eccessivo e ha rotto quindi l’equilibrio da predisporre tra le protezioni del diritto dell’individuo al rispetto dei suoi beni e le esigenze dell’interesse generale (cf., mutatis mutandis, la sentenza Scollo c. Italia del 28 settembre 1995, Serie A n? 315-C, ? 39).
Di conseguenza, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
35. Il richiedente adduce anche una trasgressione all’articolo 6 ? 1 della Convenzione di cui la parte pertinente dispone:
“Ogni persona ha diritto a ci? che la sua causa sia sentita in un termine ragionevole, da un tribunale, chi decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
A. Le eccezioni preliminari del Governo
36. Il Governo solleva le stesse eccezioni di inammissibilit? di questa lagnanza – la non-applicabilit? dell’articolo 6 al procedimento di sfratto dell? inquilino e il non-esaurimento delle vie di ricorso interne – che aveva gi? sollevato e che erano state respinte dalla Commissione nella sua decisione sull’ammissibilit? della presente richiesta.
La Corte stima che c’? luogo di respingerli per gli stessi motivi.
B. L’osservazione dell’articolo 6
37. Il richiedente critica che un organo amministrativo abbia potuto ritardare l’esecuzione di una decisione di giustizia definitiva.
38. Il Governo considera che il diritto di accesso ad un tribunale non ? stato ignorato nello specifico, perch? il richiedente si ? potuto rivolgere innanzitutto al giudice di istanza che ha fatto diritto alla sua domanda e ha ordinato la liberazione dei luoghi, e si sarebbe potuto rivolgere in seguito al tribunale amministrativo regionale per contestare il rifiuto di accordargli il concorso della forza pubblica.
39. La Corte ricorda che nelle cause italiane che riguardano anche i ritardi nello sfratto di inquilini, ha esaminato le lagnanze derivate dalla durata del procedimento di sfratto sotto l’angolo, pi? generale, del diritto ad un tribunale, e lei ? giunta alla conclusione che i richiedenti non avevano beneficiato del diritto di accesso ad un tribunale (vedere le sentenze Immobiliare Saffi precitata, ? 61; Edoardo Palumbo c. Italia, n? 15919/89, ? 42-45).
40. Si trattava di cause nelle quali l’esecuzione dell’ordinanza di sfratto era stata ritardata in modo eccessivo conformemente al rifiuto, opposto dal prefetto, di accordare l’assistenza della forza pubblica. La Corte aveva osservato in particolare che a partire dal momento in cui il prefetto era diventato l’autorit? di competenza per fissare la data dello sfratto forzato, ed alla vista della mancanza di un controllo giudiziale effettivo delle sue decisioni, i proprietari erano stati privati del loro diritto affinch? la contestazione che li opponeva ai loro inquilini fosse decisa da un tribunale, come vuole l’articolo 6 della Convenzione.
41. La Corte considera che la presente causa differisce dalle suddette cause. Nell’occorrenza, il richiedente ha investito, il 14 dicembre 1991, il giudice dell’esecuzione di una domanda che mirava ad ottenere che la sua inquilina, essendo in ritardo col pagamento degli affitti, non potesse beneficiare della sospensione della concessione della forza pubblica. Questo giudice ha esaminato la questione e ha fatto poi diritto a questa domanda il 17 aprile 1993 (vedere paragrafo 17 sopra). Poco dopo, il 2 luglio 1993, il richiedente ha ottenuto il concorso della forza pubblica (vedere sopra paragrafo 20).
42. In queste condizioni, la Corte stima che il richiedente ha beneficiato del suo diritto di accesso ad un tribunale. Bisogna esaminare ancora se il richiedente ha beneficiato del suo diritto ad un tribunale di cui il diritto all’esecuzione di un giudizio o sentenza, di qualsiasi giurisdizione questo sia, fa parte integrante (vedere, mutatis mutandis, lasentenza Hornsby c. Grecia del 19 marzo 1997, Raccolta delle sentenze e decisioni 1997-II, p. 510, ? 40.)
43. La Corte ricorda a questo riguardo che l’esecuzione di una decisione giudiziale non pu? essere impedita, invalidata n? ritardata in modo eccessivo (sentenza Immobiliare Saffi precitata, ? 74).
44. Nello specifico, il richiedente ha ottenuto in data del 9 ottobre 1987 un’ordinanza di sfratto (vedere paragrafo sopra) che fu eseguito solamente il 2 luglio 1993, o circa quattro anni dopo che il richiedente avesse notificato, il 3 agosto 1989, all’inquilina l?ingiunzione di liberare i luoghi, cominciando cos? il procedimento di esecuzione (vedere paragrafo 14 sopra). La Corte sottolinea a questo riguardo che il richiedente aveva il diritto di ottenere la concessione dell’assistenza della forza pubblica in precedenza, essendo l’inquilina in ritardo nel pagamento degli affitti; circa sedici mesi sarebbero dovuti passare per? prima che questa precedenza non fosse riconosciuta dal giudice di istanza (vedere paragrafo 17 sopra).
45. La Corte stima che il Governo non ha dimostrato che questo rinvio all’esecuzione sia durato solamente il tempo rigorosamente necessario a trovare una soluzione soddisfacente ai problemi di ordine pubblico ai quali le autorit? italiane erano confrontate; in particolare, la Corte nota che il Governo facendo valere che l’inquilina aveva un bambino a suo carico e percepiva un reddito modesto, non ha provato che durante questi quattro anni le autorit? abbiano cercato una soluzione dei problemi di alloggio di questa (vedere, mutatis mutandis, la sentenza A.O. c. Italia, n? 22534/93, ? 29).
46. In queste condizioni, la Corte stima che c’? stata violazione del diritto ad un tribunale garantito all’articolo 6 ? 1 della Convenzione. La lagnanza derivata dalla durata del procedimento deve essere considerata come assorbita col precedente.
III. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
47. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
A. Danno materiale
48. Il richiedente richiede il risarcimento del danno materiale subito a titolo di onere di ufficiale giudiziario in primo luogo, ma lascia alla Corte l’incarico di valutarlo sulla base dei documenti forniti durante il procedimento. Richiede poi 1 332 700 ITL che corrispondono ai carichi della compropriet? dovuta dall’inquilina, cos? come gli affitti non pagati dall’inquilina e la differenza tra gli affitti che percepiva e quelli che avrebbe potuto percepire ai prezzi del mercato. Richiede inoltre 399 999 ITL per gli oneri del procedimento concernente l’ingiunzione di pagamento dei carichi della compropriet?.
49. Il Governo considera che manca ogni legame di causalit? tra i danni richiesti e le violazioni addotte della Convenzione.
50. La Corte stima che ha luogo di rimborsare gli oneri del procedimento di sfratto (vedere la sentenza Immobiliare Saffi precitata, ? 79,): accorda, sulla base dei documenti in suo possesso, la somma di 330 000 ITL a questo titolo.
Trattandosi dei carichi della compropriet? e degli affitti non pagati che non sono stati valutati neanche dal richiedente, la Corte stima, dato che questo pu? ricuperarli dall’inquilina, che non c’? luogo di assegnare una somma al richiedente a questo titolo.
Trattandosi della mancanza a guadagnare in termini di affitti, la Corte ricorda che ai termini dell’articolo 60 del suo ordinamento, il richiedente deve valutare e deve ripartire le sue pretese alle quali deve unire i giustificativi necessari, ?in mancanza dei quali la camera pu? respingere la domanda in tutto o in parte?. Il richiedente avendo omesso di farlo, la Corte decide di non accordare niente sotto questo capo.
In quanto agli oneri del procedimento concernenti l’ingiunzione di pagamento, la Corte considera, come il Governo, che non hanno legame di causalit? diretta con le violazioni constatate.
B. Danno morale
51. Il richiedente chiede la somma di 30 000 000 ITL per danno morale.
52. Il Governo considera che la constatazione di violazione costituirebbe in s?, all’occorrenza, una soddisfazione equa sufficiente.
53. La Corte stima che il richiedente ha subito un torto morale certo; decide di conseguenza di accordargli la somma di 15 000 000 ITL a questo titolo.
C. Oneri e spese
54. Il richiedente chiede infine il rimborso degli oneri e parcella esposta dinnanzi alla Commissione e la Corte, che valuta a 5 800 000 ITL.
55. Il Governo si rimette alla saggezza della Corte.
56. La Corte stima, tenendo in particolare conto della durata e della complessit? del procedimento dinnanzi agli organi di Strasburgo, che c’? luogo di accordare l’importo richiesto per intero.
D. Interessi moratori
57. Secondo le informazione di cui dispone la Corte, il tasso di interesse legale applicabile in Italia alla data di adozione della presente sentenza era del 2,5% l’anno.

PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 alla Convenzione;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione;
3. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare al richiedente, nei tre mesi a contare del giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione:
– 330 000 (tre cento trentamila) lire italiane per danno materiale;
– 15 000 000, quindici milioni, lire italiane per danno morale,
– 5 800 000, cinque milioni otto centomila, lire italiane per oneri e spese;
b) che questi importi saranno da aumentare di un interesse semplice del 2,5% l’anno a contare della scadenza di suddetto termine e fino al versamento;
4. Respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 11 gennaio 2001 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento della Corte.
Erik Fribergh Christos Rozakis
Cancelliere Pr?sident

SENTENZA LUNARI C. ITALIA

SENTENZA LUNARI C. ITALIA

Testo Tradotto

Conclusion Violation de P1-1 ; Exception pr?liminaire rejet?e (inapplicabilit? de l’art. 6 et non-?puisement) ; Violation de l’art. 6-1 ; Dommage mat?riel – r?paration p?cuniaire ; Pr?judice moral – r?paration p?cuniaire ; Remboursement frais et d?pens – proc?dure de la Convention
DEUXI?ME SECTION
AFFAIRE LUNARI c. ITALIE
(Requ?te n? 21463/93)
ARR?T
STRASBOURG
11 janvier 2001
D?FINITIF
11/04/2001
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme avant la parution de sa version d?finitive.

En l?affaire Lunari c. Italie,
La Cour europ?enne des Droits de l?Homme (deuxi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
MM. C.L. Rozakis, pr?sident,
G. Bonello,
Mme V. Str?znick?,
M. P. Lorenzen,
M. Fischbach,
Mme M. Tsatsa-Nikolovska,
M. E. Levits, juges,
et de M. E. Fribergh, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 14 d?cembre 2000,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (n? 21463/92) dirig?e contre l?Italie et dont un ressortissant de cet Etat, M. F. L. (? le requ?rant ?), avait saisi la Commission europ?enne des Droits de l?Homme (? la Commission ?) le 10 f?vrier 1993 en vertu de l?ancien article 25 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? d?abord par son agent, M. Luigi Ferrari Bravo, puis par son agent, M. Umberto Leanza et son co-agent, M. Vitaliano Esposito.
3. Le requ?rant all?guait en particulier que l?impossibilit? prolong?e d?ex?cuter l?ordonnance d?expulsion de locataire, faute d?octroi de l?assistance de la force publique, constitue une violation des articles 1 du Protocole n? 1 et 6 ? 1 de la Convention.
4. Le 5 avril 1993, la Commission (Premi?re Chambre) a d?cid? de porter la requ?te ? la connaissance du gouvernement d?fendeur et de l’inviter ? pr?senter ses observations sur sa recevabilit? et son bien-fond?. Le Gouvernement a pr?sent? ses observations le 29 juin 1993. Le requ?rant y a r?pondu les 27 juillet et 9 novembre 1993 et le 17 f?vrier 1994.
5. Par la suite, la Commission a d?cid? de suspendre l’examen de la requ?te en attendant que la Cour se prononce dans les affaires Scollo et Spadea et Scalabrino. Les arr?ts ayant ?t? rendus le 28 septembre 1995, le 12 mars 1996 les parties ont ?t? invit?es ? pr?senter leurs observations compl?mentaires, ce que le Gouvernement fit en date du 3 avril 1996 et le requ?rant le 14 mai 1996.
6. Le 16 octobre 1996, la Commission a d?clar? le requ?te recevable.
7. Le 28 mai 1997, la Commission a d?cid? de suspendre l?examen de l?affaire en attendant de se prononcer sur l?affaire Immobiliare Saffi c. Italie. Le 27 mai 1998, la Commission a repris l?examen de l?affaire et a invit? les parties ? pr?senter des observations compl?mentaires. Le requ?rant et le Gouvernement ont pr?sent? leurs observations les 16 et 19 juin 1998 respectivement.
8. La Commission, faute d?avoir pu terminer l?examen de la requ?te avant le 1er novembre 1999, l?a d?f?r?e ? la Cour ? cette date, conform?ment ? l?article 5 ? 3, seconde phrase, du Protocole n? 11 ? la Convention.
9. La requ?te a ?t? attribu?e ? la deuxi?me section de la Cour (article 52 ? 1 du r?glement). Au sein de celle-ci, la chambre charg?e d?examiner l?affaire (article 27 ? 1 de la Convention) a ?t? constitu?e conform?ment ? l?article 26 ? 1 du r?glement. A la suite du d?port de M. Conforti, juge ?lu au titre de l’Italie (article 28), le Gouvernement a renonc? ? son droit de d?signer un juge ad hoc pour si?ger ? sa place (articles 27 ? 2 de la Convention et 29 ? 2 du r?glement).
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
10. Le requ?rant est propri?taire d’un appartement sis ? Pescara, qu’il avait lou? ? W.A. ? partir du 6 juillet 1983. Le 30 mai 1987, l’?pouse du locataire, L.C., informa le requ?rant que, suite ? leur s?paration de corps, elle avait succ?d? ? son mari dans le bail. Elle avait un enfant ? sa charge et disposait d?un revenu mensuel de 577 000 lires italiennes (ITL).
11. Par une lettre recommand?e du 3 septembre 1987, le requ?rant demanda ? L.C. de quitter l’appartement, le bail ayant ?chu le 30 juin 1987.
12. Par un acte signifi? le 24 septembre 1987, le requ?rant l?assigna ? compara?tre devant le juge d?instance de Pescara.
13. Par une ordonnance du 9 octobre 1987, qui devint ex?cutoire le 10 octobre 1987, ce dernier confirma formellement le cong? du bail et d?cida que les lieux devaient ?tre lib?r?s au plus tard le 9 octobre 1988.
14. Le 3 ao?t 1989, le requ?rant signifia ? la locataire le commandement de lib?rer l?appartement.
15. Le 14 septembre 1989, il lui signifia l?avis que l?expulsion serait ex?cut?e le 11 octobre 1989 par voie d?huissier de justice.
16. A cette date, puis le 7 mai 1991, l?huissier de justice ne put expulser la locataire faute d?octroi de l?assistance de la force publique.
17. Le 14 d?cembre 1991, le requ?rant s’adressa au juge d’instance de Pescara, aux termes de l’article 2 du d?cret-loi n? 551/88 converti en la loi 61/89, afin que celui-ci constate le non-paiement de la part de la locataire des loyers ainsi que de sa quote-part des charges de la copropri?t? et d?clare la suspension de l’ex?cution forc?e de l’expulsion non applicable au cas d’esp?ce. Le 20 d?cembre 1991, la locataire se constitua dans la proc?dure et contesta les all?gations du requ?rant. Une audience eut lieu devant le juge d’instance de Pescara le 2 mars 1993. Par une d?cision du 17 avril 1993, le juge fit droit ? la demande du requ?rant et d?clara que la suspension de l’ex?cution n’?tait pas applicable ? son cas.
18. Entre-temps, entre le 11 mai 1991 et le 21 avril 1993, l?huissier de justice avait proc?d? ? dix-neuf tentatives d?expulsion. Ces tentatives se sold?rent toutes par un ?chec, les requ?rants n?ayant pas obtenu le concours de la force publique dans l?ex?cution de l?expulsion, malgr? les demandes qu?il avait adress?es au pr?fet de police les 12 octobre et 12 d?cembre 1992.
19. Le 2 juillet 1993, lorsque l?huissier de justice se rendit sur les lieux, assist? de la force publique, la locataire lib?ra l?appartement.
20. Entre-temps, le 6 novembre 1992, le juge d’instance de Pescara avait fait droit ? la demande du syndic de la copropri?t? dont faisait partie l’appartement du requ?rant, d’enjoindre au requ?rant d’acquitter sa quote-part des charges de la copropri?t?, ainsi que celle due par la locataire (pour un total de 1 406 500 ITL soit environ 4 600 FF).
II. LE DROIT INTERNE PERTINENT
21. Le d?cret-loi n? 551 du 30 d?cembre 1988, converti en la loi n? 61 du 21 f?vrier 1989 (? la loi n? 61/89 ?), suspendit jusqu?au 30 avril 1989 l?ex?cution forc?e des expulsions. L?article 2 dudit d?cret-loi pr?voyait que l?ex?cution n??tait pas suspendue dans le cas notamment o? le locataire ?tait en retard dans le paiement des loyers ou des charges de la copropri?t? correspondant au moins ? deux loyers mensuels.
22. Le restant du droit interne pertinent est d?crit dans l?arr?t Immobiliare Saffi c. Italie [GC], n? 22774/93, ?? 18-35, CEDU 1999-V.
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 du PROTOCOLE N? 1
23. Le requ?rant se plaint que l?impossibilit? prolong?e de r?cup?rer son appartement, faute d?octroi de l?assistance de la force publique, constitue une atteinte ? son droit de propri?t?, tel que reconnu ? l?article 1 du Protocole n? 1 ? la Convention, qui dispose :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
A. La r?gle applicable
24. La Cour, s?appuyant sur sa jurisprudence, consid?re que l?interf?rence mise en cause par le requ?rant s?analyse en une mesure de r?glementation de l?usage des biens au sens de l?article 1 du Protocole n? 1 (voir l?arr?t Immobiliare Saffi pr?cit?, ? 46).
B. Le respect des conditions du second alin?a
1. But de l?ing?rence
25. La Cour a d?j? dit que la l?gislation litigieuse poursuivait un but l?gitime conforme ? l?int?r?t g?n?ral, comme le veut le second alin?a de l?article 1 (voir l?arr?t Immobiliare Saffi pr?cit?, ? 48).
2. Proportionnalit? de l?ing?rence
26. La Cour rappelle qu?une mesure d?ing?rence doit m?nager un ? juste ?quilibre ? entre les imp?ratifs de l?int?r?t g?n?ral et ceux de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu. La recherche de pareil ?quilibre se refl?te dans la structure de l?article 1 tout entier, donc aussi dans le second alin?a : il doit exister un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis?. En contr?lant le respect de cette exigence, la Cour reconna?t ? l?Etat une grande marge d?appr?ciation tant pour choisir les modalit?s de mise en ?uvre que pour juger si leurs cons?quences se trouvent l?gitim?es, dans l?int?r?t g?n?ral, par le souci d?atteindre l?objectif de la loi en cause. S?agissant de domaines tels que celui du logement, qui occupe une place centrale dans les politiques sociales et ?conomiques des soci?t?s modernes, la Cour respecte l?appr?ciation port?e ? cet ?gard par le l?gislateur national, sauf si elle est manifestement d?pourvue de base raisonnable (voir l?arr?t Immobiliare Saffi, pr?cit?, ? 49).
27. Le requ?rant conteste la l?gitimit? du but des lois en cause. En substance, l’absence d’une politique efficace de l’Etat en mani?re de logement l’aurait priv? de son droit de disposer de son appartement en privil?giant exclusivement l’int?r?t du locataire. En particulier, le syst?me pr?voyant des exceptions ? la suspension de l’ex?cution forc?e des expulsions serait totalement inefficace. S’il est vrai qu’il existe en th?orie la possibilit? de demander au juge de l’ex?cution que la suspension de l’ex?cution forc?e ne s’applique pas ? une situation o? le locataire est en retard dans le paiement des loyers, ce qui rendrait l’expulsion prioritaire, la n?cessit? en pratique d’entamer une proc?dure ? cet effet, qui, dans son cas, a dur? environ deux ans rendrait le syst?me inop?rant. De plus, le syst?me l?gislatif ne lui fournit aucun moyen de r?agir en prot?geant ses int?r?ts.
28. Le Gouvernement fait valoir que les mesures l?gislatives en cause poursuivaient une finalit? d’int?r?t g?n?ral dans la protection des locataires, compte tenu de la situation de crise de logements touchant les centres urbains les plus importants et de la difficult? de reloger de mani?re ad?quate les locataires aux ressources modestes tombant sous le coup d’une mesure d’expulsion ; dans le cas d’esp?ce, la locataire percevait un revenu tr?s modeste (577 000 ITL, soit moins de deux mille francs par mois) et avait un enfant ? sa charge.
29. Le Gouvernement fait ensuite observer que de nombreux contrats de bail venaient ? ?ch?ance dans les ann?es 1982-1983 ; l’ex?cution forc?e simultan?e de tous ces baux aurait provoqu? de fortes tensions sociales. Les mesures en cause tendaient donc ? prot?ger l’ordre public. Le Gouvernement observe ensuite que l’?chelonnement de l’octroi de l’assistance de la force publique s’est av?r? n?cessaire vu l’impossibilit? de garantir en m?me temps et ? chacun une telle assistance.
30. Le Gouvernement fait enfin observer que les dispositions d’urgence visant la suspension ou l’?chelonnement des ex?cutions forc?es pr?voyaient des exceptions en vertu desquelles, notamment, les propri?taires pouvaient obtenir l’ex?cution des expulsions avec l’assistance de la force publique lorsque, comme dans le cas d’esp?ce, leur locataire ?tait en retard dans le paiement des loyers ou des charges de copropri?t? pour un montant global ?quivalant ? deux loyers. Le Gouvernement souligne que dans le cas d’esp?ce le Pr?fet avait accord? l’assistance de la force publique imm?diatement apr?s avoir ?t? inform? de ce que l’expulsion ?tait prioritaire.
31. La Cour consid?re qu’en adoptant des mesures d’urgence visant la suspension des expulsions et en pr?voyant certaines exceptions ? leur application, le l?gislateur italien pouvait raisonnablement estimer que les moyens choisis convenaient pour atteindre le but l?gitime (voir, mutatis mutandis, l?arr?t Scollo c. Italie du 28 septembre 1995, S?rie A n? 315-C, ? 40).
32. Il ?chet cependant de rechercher si, en l’esp?ce, un juste ?quilibre a ?t? m?nag? entre les int?r?ts de la communaut? et le droit des propri?taires et du requ?rant en particulier.
33. La Cour observe que le requ?rant avait obtenu le 9 octobre 1987 une ordonnance d?expulsion, dont l?ex?cution avait ?t? fix?e par le juge d?instance au 9 octobre 1988 (paragraphe 13 ci-dessus). Malgr? le fait que, depuis 1991, la locataire ?tait en retard dans le paiement des loyers – ce dont le requ?rant avait inform? les autorit?s (voir paragraphe 17 ci-dessus) – et que d?s lors, en l’occurrence, les conditions l?gales pouvant permettre l’ex?cution de l’expulsion pendant la p?riode de suspension de cette proc?dure se trouvaient remplies, le requ?rant n?obtint le concours de la force publique que le 2 juillet 1993 (paragraphe 19 ci-dessus). Le requ?rant avait non seulement d? entamer un proc?s visant ? r?gler le probl?me des loyers partiellement impay?s (voir paragraphe 17 ci-dessus), mais ?galement acquitter lui-m?me la quote-part des charges de la copropri?t? due par la locataire, suite ? une injonction de paiement obtenue par le syndic de la copropri?t? (voir paragraphe 20 ci-dessus).
34. Dans ces circonstances, la Cour estime que la restriction subie par le requ?rant ? l’usage de son appartement, en raison notamment de la mauvaise application des exceptions ? la suspension de l?octroi de l?assistance de la force publique par les autorit?s comp?tentes, lui a impos? une charge sp?ciale et excessive et a d?s lors rompu l??quilibre ? m?nager entre la protection du droit de l?individu au respect de ses biens et les exigences de l?int?r?t g?n?ral (cf., mutatis mutandis, l?arr?t Scollo c. Italie du 28 septembre 1995, S?rie A n? 315-C, ? 39).
Par cons?quent, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole n? 1.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION
35. Le requ?rant all?gue aussi un manquement ? l?article 6 ? 1 de la Convention, dont la partie pertinente dispose :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) dans un d?lai raisonnable, par un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
A. Les exceptions pr?liminaires du Gouvernement
36. Le Gouvernement soul?ve les m?mes exceptions d?irrecevabilit? de ce grief – la non?applicabilit? de l?article 6 ? la proc?dure d?expulsion de locataire et le non??puisement des voies de recours internes – qu?il avait d?j? soulev?es et qui avaient ?t? rejet?es par la Commission dans sa d?cision sur la recevabilit? de la pr?sente requ?te.
La Cour estime qu?il y a lieu de les rejeter pour les m?me motifs.
B. L?observation de l?article 6
37. Le requ?rant critique qu?un organe administratif ait pu retarder l?ex?cution d?une d?cision de justice d?finitive.
38. Le Gouvernement consid?re que le droit d?acc?s ? un tribunal n?a pas ?t? m?connu en l?esp?ce, car le requ?rant a pu s?adresser tout d?abord au juge d?instance, qui a fait droit ? sa demande et a ordonn? la lib?ration des lieux, et aurait pu s?adresser par la suite au tribunal administratif r?gional afin de contester le refus de lui accorder le concours de la force publique.
39. La Cour rappelle que dans des affaires italiennes concernant ?galement les retards dans l?expulsion de locataires, elle a examin? les griefs tir?s de la dur?e de la proc?dure d?expulsion sous l?angle, plus g?n?ral, du droit ? un tribunal, et elle est parvenue ? la conclusion que les requ?rants n?avaient pas b?n?fici? du droit d?acc?s ? un tribunal (voir les arr?ts Immobiliare Saffi pr?cit?, ? 61 ; Edoardo Palumbo c. Italie, n? 15919/89, ? 42-45).
40. Il s?agissait d?affaires dans lesquelles l?ex?cution de l?ordonnance d?expulsion avait ?t? retard?e de mani?re excessive en cons?quence du refus, oppos? par le pr?fet, d?accorder l?assistance de la force publique. La Cour avait observ? en particulier qu?? partir du moment o? le pr?fet ?tait devenu l?autorit? ayant comp?tence pour fixer la date de l?expulsion forc?e, et au vu de l?absence d?un contr?le judiciaire effectif de ses d?cisions, les propri?taires avaient ?t? priv?s de leur droit ? ce que la contestation les opposant ? leurs locataires soit d?cid?e par un tribunal, comme le veut l?article 6 de la Convention.
41. La Cour consid?re que la pr?sente affaire diff?re des affaires susmentionn?es. En l?occurrence, le requ?rant a saisi, le 14 d?cembre 1991, le juge de l?ex?cution d?une demande visant ? obtenir que sa locataire, ?tant en retard avec le paiement des loyers, ne puisse pas b?n?ficier de la suspension de l?octroi de la force publique. Ce juge a examin? la question et a ensuite fait droit ? cette demande le 17 avril 1993 (voir paragraphe 17 ci-dessus). Peu apr?s, le 2 juillet 1993, le requ?rant a obtenu le concours de la force publique (voir paragraphe 20 ci-dessus).
42. Dans ces conditions, la Cour estime que le requ?rant a b?n?fici? de son droit d?acc?s ? un tribunal. Il faut encore examiner si le requ?rant a b?n?fici? de son droit ? un tribunal, dont le droit ? l?ex?cution d?un jugement ou arr?t, de quelque juridiction que ce soit, fait partie int?grante (voir, mutatis mutandis, l?arr?t Hornsby c. Gr?ce du 19 mars 1997, Recueil des arr?ts et d?cisions 1997-II, p. 510, ? 40).
43. La Cour rappelle ? cet ?gard que l?ex?cution d?une d?cision judiciaire ne peut ?tre emp?ch?e, invalid?e ni retard?e de mani?re excessive (arr?t Immobiliare Saffi pr?cit?, ? 74).
44. En l?esp?ce, le requ?rant a obtenu en date du 9 octobre 1987 une ordonnance d?expulsion (voir paragraphe ci-dessus), qui ne fut ex?cut?e que le 2 juillet 1993, soit environ quatre ans apr?s que le requ?rant e?t signifi?, le 3 ao?t 1989, ? la locataire le commandement de lib?rer les lieux, en commen?ant ainsi la proc?dure d?ex?cution (voir paragraphe 14 ci-dessus). La Cour souligne ? cet ?gard que le requ?rant avait le droit d?obtenir l?octroi de l?assistance de la force publique en priorit?, la locataire ?tant en retard dans le paiement des loyers ; environ seize mois durent cependant passer avant que cette priorit? ne soit reconnue par le juge d?instance (voir paragraphe 17 ci-dessus).
45. La Cour estime que le Gouvernement n?a pas d?montr? que ce sursis ? l?ex?cution n?ait dur? que le temps strictement n?cessaire ? trouver une solution satisfaisante aux probl?mes d?ordre public auxquels les autorit?s italiennes ?taient confront?es ; en particulier, la Cour note que le Gouvernement, qui fait valoir que la locataire avait un enfant ? sa charge et percevait un revenu modeste, n?a pas prouv? que pendant ces quatre ann?es les autorit?s aient cherch? une solution aux probl?mes de logement de celle-ci (voir, mutatis mutandis, l?arr?t A.O. c. Italie, n? 22534/93, ? 29).
46. Dans ces conditions, la Cour estime qu?il y a eu violation du droit ? un tribunal garanti ? l?article 6 ? 1 de la Convention. Le grief tir? de la dur?e de la proc?dure doit ?tre consid?r? comme absorb? par le pr?c?dent.
III. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
47. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage mat?riel
48. Le requ?rant r?clame en premier lieu la r?paration du pr?judice mat?riel subi au titre de frais d?huissier, mais laisse ? la Cour le soin de l’?valuer sur la base des documents fournis au cours de la proc?dure. Il r?clame ensuite 1 332 700 ITL correspondant aux charges de la copropri?t? dues par la locataire, ainsi que les loyers non pay?s par la locataire et la diff?rence entre le loyer qu?il percevait et celui qu?il aurait pu percevoir aux prix du march?. Il r?clame en outre 399 999 ITL pour les frais de la proc?dure concernant l?injonction de paiement des charges de la copropri?t?.
49. Le Gouvernement consid?re qu?il manque tout lien de causalit? entre le pr?judice r?clam? et les violations de la Convention all?gu?es.
50. La Cour estime qu?il a lieu de rembourser les frais de la proc?dure d?expulsion (voir l?arr?t Immobiliare Saffi pr?cit?, ? 79) : elle accorde, sur la base des documents en sa possession, la somme de 330 000 ITL ? ce titre.
S?agissant des charges de la copropri?t? et des loyers non pay?s, qui n?ont m?me pas ?t? chiffr?s par le requ?rant, la Cour estime, ?tant donn? que celui-ci peut les r?cup?rer aupr?s de la locataire, qu?il n?y a pas lieu d?allouer une somme au requ?rant ? ce titre.
S?agissant du manque ? gagner en termes de loyers, la Cour rappelle qu?aux termes de l?article 60 de son r?glement, le requ?rant doit chiffrer et ventiler ses pr?tentions auxquelles il doit joindre les justificatifs n?cessaires, ? faute de quoi la chambre peut rejeter la demande en tout ou en partie ?. Le requ?rant ayant omis de le faire, la Cour d?cide de ne rien accorder sous ce chef.
Quant aux frais de la proc?dure concernant l?injonction de paiement, la Cour consid?re, comme le Gouvernement, qu?ils n?ont pas de lien de causalit? direct avec les violations constat?es.
B. Dommage moral
51. Le requ?rant demande la somme de 30 000 000 ITL pour dommage moral.
52. Le Gouvernement consid?re que le constat de violation constituerait en soi, le cas ?ch?ant, une satisfaction ?quitable suffisante.
53. La Cour estime que le requ?rant a subi un tort moral certain ; elle d?cide par cons?quent de lui accorder la somme de 15 000 000 ITL ? ce titre.
C. Frais et d?pens
54. Le requ?rant demande enfin le remboursement des frais et honoraires expos?s devant la Commission et la Cour, qu?il chiffre ? 5 800 000 ITL.
55. Le Gouvernement se remet ? la sagesse de la Cour.
56. La Cour estime, en tenant compte notamment de la dur?e et de la complexit? de la proc?dure devant les organes de Strasbourg, qu?il y a lieu d?accorder le montant r?clam? en entier.
D. Int?r?ts moratoires
57. Selon les informations dont dispose la Cour, le taux d?int?r?t l?gal applicable en Italie ? la date d?adoption du pr?sent arr?t ?tait de 2,5 % l?an.

PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole n? 1 ? la Convention ;
2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention ;
3. Dit
a) que l?Etat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention :
– 330 000 (trois cent trente mille) lires italiennes pour pr?judice mat?riel ;
– 15 000 000 (quinze millions) lires italiennes pour dommage moral,
– 5 800 000 (cinq millions huit cent mille) lires italiennes pour frais et d?pens ;
b) que ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple de 2,5 % l?an ? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement ;
4. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 11 janvier 2001 en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Erik Fribergh Christos Rozakis
Greffier Pr?sident

ARR?T LUNARI c. ITALIE

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