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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE LOREFICE c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 06
Numero: 63446/13/2017
Stato: Italia
Data: 2017-06-29 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni
Violazione dell? Articolo 6 – Diritto ad un processo equanime (Articolo 6 – procedimenti Penali
Articolo 6-1 – udienza corretta)

CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL?UOMO
PRIMA SEZIONE
CAUSA LOREFICE c. ITALIA
(Ricorso n. 63446/13)
SENTENZA
STRASBURGO
29 giugno 2017
Questa sentenza diverr? definitiva alle condizioni definite nell?articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire modifiche di forma.
Nella causa Lorefice c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell?uomo (prima sezione), riunita in una camera composta da:
? Linos-Alexandre Sicilianos, presidente,
? Kristina Pardalos,
? Guido Raimondi,
? Ale? Pejchal,
? Ksenija Turkovi?,
? Armen Harutyunyan,
? Pauliine Koskelo, giudici,
e da Renata Degener, cancelliere aggiunto di sezione,
Dopo aver deliberato in camera di consiglio il 6 giugno 2017,
Emette la seguente sentenza, adottata in tale data:
PROCEDURA
1. All?origine della causa vi ? un ricorso (n. 63446/13) presentato contro la Repubblica italiana con cui un cittadino di questo Stato, OMISSIS (?il ricorrente?), ha adito la Corte il 26 settembre 2013 in virt? dell?articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell?uomo e delle libert? fondamentali (?la Convenzione?).
2. Il ricorrente ? stato rappresentato dall?avvocato OMISSIS, del foro di Roma. Il governo italiano (?il Governo?) ? stato rappresentato dal suo agente, E. Spatafora.
3. Il ricorrente sosteneva, in particolare, che il procedimento penale a suo carico non era stato equo.
4. Il 5 novembre 2015 il motivo di ricorso con cui il ricorrente lamentava che non fosse stata disposta una nuova audizione dei testimoni a carico in appello ? stato comunicato al Governo e il ricorso ? stato dichiarato irricevibile per il resto conformemente all?articolo 54 ? 3 del regolamento della Corte.
IN FATTO
LE CIRCOSTANZE DEL CASO DI SPECIE
5. Il ricorrente ? nato nel 1955. Attualmente ? detenuto nella casa circondariale di Spoleto (Perugia).
A. Le azioni penali a carico del ricorrente e il processo di primo grado
6. Il ricorrente fu accusato di estorsione, detenzione di esplosivi, danneggiamento di beni altrui, favoreggiamento personale e tentato furto. Queste accuse si basavano sulle dichiarazioni di due testimoni, X, presunta vittima di alcuni dei fatti addebitati al ricorrente, e Y.
Il contenute di queste testimonianze era il seguente: il ricorrente era un amico di X; nel 2001, a seguito di un?esplosione che aveva danneggiato la casa di X, aveva dichiarato che gli autori dei fatti erano i membri di un?organizzazione criminale radicata in Sicilia, sebbene fosse stato proprio lui a provocare l?esplosione; egli si era proposto come intermediario e aveva convinto X a dargli la somma di 200.000.000 di lire (ITL ? circa 103.291 EUR), necessaria secondo lui per soddisfare le richieste della banda criminale; in realt?, si era intascato questa somma.
7. Il 10 dicembre 2004, X e Y furono interrogati nell?ambito di un incidente probatorio che si svolse dinanzi al giudice delle indagini preliminari (?il GIP?) di Sciacca in presenza dei rappresentanti delle parti.
8. Il ricorrente fu rinviato a giudizio dinanzi al tribunale di Sciacca.
9. Nel corso del dibattimento, il tribunale sent? pi? testimoni, tra cui X. Ordin? inoltre la trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche.
10. Il 26 settembre 2007, X, che si era costituito parte civile, produsse le registrazioni di alcune conversazioni che affermava di aver avuto con il ricorrente. Il tribunale ordin? la trascrizione di queste conversazioni e nomin? un perito, incaricandolo di stabilire se le registrazioni in questione fossero state manipolate.
11. Il tribunale ordin? una nuova audizione di X e l?audizione di cinque nuovi testimoni. Dopo questi interrogatori, le parti presentarono le loro difese orali.
12. Con sentenza del 21 gennaio 2009, il cui testo fu depositato in cancelleria il 17 aprile 2009, il tribunale di Sciacca assolse il ricorrente da tutte le accuse mosse nei suoi confronti. In particolare ritenne che il fatto non sussistesse relativamente all?accusa di tentato furto e che, per quanto riguardava la condotta qualificata connivenza dalla procura, il fatto non costituisse reato. Quanto agli altri reati, il ricorrente fu assolto per non aver commesso il fatto.
13. Il tribunale ordin? inoltre la trasmissione del fascicolo alla procura per valutare se fosse necessario avviare un?azione legale per falsa testimonianza contro X, Y e altri cinque testimoni.
14. Nella motivazione della sua sentenza il tribunale esamin? le dichiarazioni di X, di Y e degli altri testimoni in questione alla luce degli elementi probatori prodotti nel corso del dibattimento. Si giunse alla conclusione che queste dichiarazioni non erano attendibili n? corroborate da altri elementi. Il tribunale not? che X e Y erano stati ritenuti affidabili nell?ambito di un altro processo, che, per dei fatti simili, aveva portato alla condanna definitiva di una terza persona, Z. Tuttavia, esso rilev? che le affermazioni fatte da X e Y nell?ambito della causa riguardante il ricorrente sembravano imprecise, illogiche e incoerenti: secondo il tribunale, non solo erano poco credibili, ma erano anche false. Il tribunale not? peraltro che il perito d?ufficio giunse alla conclusione che le registrazioni prodotte da X in udienza erano state manipolate.
15. Alla luce di queste considerazioni, il tribunale ritenne che, anche se si fosse dimostrato che X era stata vittima di un?estorsione commessa da Z, non era stato provato al di l? di ogni ragionevole dubbio che il ricorrente era stato complice di questa estorsione. A giudizio del tribunale, il ruolo del ricorrente poteva in effetti essere stato limitato a quello di mero intermediario tra X e Z.
B. Il processo d?appello
16. Il procuratore e la parte civile interposero appello.
17. L?udienza dinanzi alla corte d?appello di Palermo si tenne il 15 febbraio 2012. In tale occasione, il ricorrente rese delle dichiarazioni spontanee e le parti presentarono le loro difese orali.
18. Con sentenza del 15 febbraio 2012, il cui testo fu depositato in cancelleria il 24 aprile 2012, la corte d?appello di Palermo riconobbe il ricorrente colpevole di estorsione e di detenzione di esplosivi e gli inflisse una pena di otto anni e sei mesi di reclusione e una multa di 1.600 EUR. La stessa corte lo condann? inoltre a risarcire i danni sub?ti dalla parte civile, specificando che l?importo di questi ultimi dovrebbe essere fissato nell?ambito di un procedimento civile separato. Per quanto riguarda gli altri reati di cui era imputato, fu dichiarata la loro estinzione per prescrizione.
19. Dopo aver riesaminato le prove inserite nel fascicolo, la corte d?appello giunse alla conclusione che Y era un testimone attendibile, ritenendo che, nel complesso, le sue affermazioni fossero precise e corroborate da numerosi elementi, considerando peraltro che egli avesse dato giustificazioni pertinenti per alcune inesattezze e che le informazioni da lui fornite fossero state a torto ignorate dal giudice di primo grado. A suo avviso, lo stesso poteva sostanzialmente dirsi per quanto riguardava X. La corte d?appello not? quindi che il tribunale di Sciacca aveva contestato a questo testimone di aver inizialmente negato di essere stato vittima di un?estorsione e di aver mostrato una certa riluttanza a produrre gli elementi di prova in suo possesso. Tuttavia, a parere della corte d?appello, questo comportamento si spiegava con i timori di ritorsioni: una volta rassicurato sul fatto che la minaccia non proveniva da organizzazioni criminali ma dal ricorrente, X si era deciso a collaborare con le autorit?. Peraltro, la corte d?appello non segu? la conclusione del tribunale secondo la quale le registrazioni prodotte da X erano state manipolate, e osserv? che le dichiarazioni di quest?ultimo erano corroborate da quelle della moglie e del figlio.
20. Secondo la corte d?appello, il ricorrente aveva modificato la sua versione dei fatti, adattando progressivamente le sue dichiarazioni via via che erano stati prodotti elementi a suo carico nel corso del processo. Sempre secondo la corte d?appello, il ricorrente conosceva molto bene Z, egli aveva cercato di ostacolare le indagini accusando una terza persona e, in una conversazione telefonica con sua sorella, aveva affermato di aver ricevuto una somma di denaro da parte di X.
21. In ordine al quantum della pena, la corte d?appello ritenne che la gravit? dei fatti e la personalit? ?negativa? del ricorrente impedissero di poter riconoscere a costui le circostanze attenuanti. Ritenne, invece, una aggravante la circostanza che l?interessato avesse fatto uso della forza di intimidazione propria delle organizzazioni criminali di tipo mafioso (articolo 7 del decreto legislativo n. 152 del 1991).
C. Il ricorso per cassazione del ricorrente
22. Il ricorrente propose ricorso per cassazione. A sostegno del suo ricorso, afferm?, in particolare, che la corte d?appello aveva rivalutato in maniera sfavorevole alla difesa l?attendibilit? dei testimoni a carico senza ordinare una nuova audizione di questi ultimi, fatto che a suo parere violava, tra altri, l?articolo 6 della Convenzione. Sosteneva anche che la motivazione della sentenza della corte d?appello era illogica e arbitraria, e non teneva debitamente conto di numerosi elementi che potevano nuocere alla attendibilit? dei testimoni dell?accusa.
23. Con sentenza del 27 marzo 2013, il cui testo fu depositato in cancelleria il 29 agosto 2013, la Corte di cassazione respinse il ricorso del ricorrente ritenendo che la corte d?appello avesse motivato in modo logico e corretto tutti i punti controversi.
24. La Corte di cassazione osserv? che, nella sua sentenza Dan c. Moldavia (n. 8999/07, 5 luglio 2011), la Corte aveva precisato che, prima di annullare un?assoluzione, il giudice d?appello era tenuto a ordinare una nuova audizione dei testimoni alla duplice condizione che le testimonianze in questione fossero decisive e che fosse necessario rivalutare l?attendibilit? dei testimoni. L?alta giurisdizione rilev?, inoltre, che non esisteva una regola generale che imponesse al giudice d?appello di riaprire l?istruttoria per procedere a una reformatio in peius della sentenza di primo grado, in quanto questo giudice aveva unicamente l?obbligo di motivare la sua decisione in maniera rigorosa per quanto riguarda le ragioni che lo inducevano a discostarsi dal primo verdetto.
25. Secondo la Corte di cassazione la causa che riguarda il ricorrente si distingueva dalla causa Dan, sopra citata, in quanto gli elementi a carico dell?accusato erano numerosi e diversificati. Pertanto, a suo avviso, ?l?essenza della sentenza d?appello non p[oteva] (…) essere confusa con l?affermazione che un testimone, ritenuto non attendibile dal giudice di primo grado, [era] stato invece considerato credibile dal [giudice] d?appello?. La Corte di cassazione not? che, nel caso di specie, la corte d?appello si era preoccupata di dare una lettura corretta e logica degli elementi probatori manifestamente travisati dal giudice di primo grado. Essa rilev? che, nell?ambito di questa rivalutazione globale, tale giudice aveva anche esaminato l?attendibilit? dei testimoni, al fine di motivare la colpevolezza dell?imputato al di l? di ogni ragionevole dubbio.
II. IL DIRITTO E LA PRASSI INTERNI PERTINENTI
A. Il codice di procedura penale
26. L?articolo 603, comma 3, del codice di procedura penale prevede che il giudice di appello dispone d?ufficio la rinnovazione dell?istruzione dibattimentale se la ritiene assolutamente necessaria.
B. La giurisprudenza della Corte di cassazione italiana
27. Facendo riferimento alla giurisprudenza della Corte stabilita tra l?altro dalla sentenza Dan (sopra citata), la Corte di cassazione italiana ha pi? volte affermato che il giudice d?appello che intende confutare una sentenza di assoluzione, deve procedere ad una nuova audizione dei testimoni nella misura in cui le loro dichiarazioni sono determinanti per concludere con la condanna dell?imputato e se la loro attendibilit? deve essere rivalutata (tra altre, sentenza della Quinta Sezione, n. 38085 del 5 luglio 2012).
28. Con sentenza n. 27620 depositata in cancelleria il 6 luglio 2016, la Corte di cassazione, a Sezioni Unite, ha inoltre precisato che:
?Ne discende che, nel caso di appello proposto contro una sentenza di assoluzione fondata su prove dichiarative (…) la rinnovazione dell?istruzione dibattimentale si profila come ?assolutamente necessaria? ex art. 603, comma 3, cod. proc. pen.
(…)
Nel caso di appello del pubblico ministero avverso una sentenza assolutoria, fondata sulla valutazione di prove dichiarative ritenute decisive, il giudice di appello non pu? riformare la sentenza impugnata nel senso dell?affermazione della responsabilit? penale dell?imputato, senza aver proceduto, anche d?ufficio, a norma dell?art. 603, comma 3, cod. proc. pen., a rinnovare l?istruzione dibattimentale attraverso l?esame dei soggetti che abbiano reso dichiarazioni sui fatti del processo ritenute decisive ai fini del giudizio assolutorio di primo grado.?
Pi? in particolare, per quanto riguarda la decisivit? delle testimonianze, la Corte di cassazione ha affermato che:
?Ne discende che, ai fini della valutazione del giudice di appello investito di una impugnazione del pubblico ministero avverso una sentenza di assoluzione, devono ritenersi prove dichiarative ?decisive? quelle che (…) hanno determinato o anche soltanto contribuito a determinare un esito liberatorio, e che, pur in presenza di altre fonti probatorie di diversa natura, se espunte dal complesso del materiale probatorio, si rivelano potenzialmente idonee a incidere sull?esito del giudizio di appello, nell?alternativa ?proscioglimento-condanna?.
Appaiono parimenti ?decisive? quelle prove dichiarative che, ritenute di scarso o nullo valore probatorio dal primo giudice, siano, nella prospettiva dell?appellante, rilevanti, da sole o insieme ad altri elementi di prova, ai fini dell?esito di condanna.?
IN DIRITTO
I. SULLA PRESUNTA VIOLAZIONE DELL?ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE
29. Il ricorrente contesta la sua condanna da parte della corte d?appello di Palermo, che sostiene essere contraria all?articolo 6 della Convenzione.
Nelle sue parti pertinenti nel caso di specie, tale disposizione recita:
?1. Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente (…) da un tribunale (…), il quale sia chiamato a pronunciarsi (…) sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti. (…)
2. (…)
3. In particolare, ogni accusato ha diritto di:
(…);
b) disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie a preparare la sua difesa;
(…);
d) esaminare o far esaminare i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l?esame dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico;
(…).?
30. Il Governo contesta questa tesi.
A. Sulla ricevibilit?
31. Constatando che questo motivo di ricorso non ? manifestamente infondato ai sensi dell?articolo 35 ? 3 a) della Convention e non incorre in altri motivi di irricevibilit?, la Corte lo dichiara ricevibile.
B. Sul merito
1. Gli argomenti delle parti
a) Il ricorrente
32. Il ricorrente fa riferimento ai principi esposti nelle cause Dan, (sopra citata), Manolachi c. Romania (5 marzo 2013, n. 36605/04) e Hanu c. Romania (n. 10890/04, 4 giugno 2013), e indica che il tribunale di Sciacca dopo avere esaminato i testimoni a carico, li aveva considerati inattendibili, e aveva ordinato la trasmissione del fascicolo alla procura per valutare se dovesse essere avviata un?azione penale per falsa testimonianza. Aggiunge che la corte d?appello ha annullato il verdetto di assoluzione pronunciato in primo grado senza ordinare una nuova audizione di tali testimoni, il che sarebbe incompatibile con i principi del processo equo.
b) Il Governo
33. Il Governo afferma che, secondo la giurisprudenza della Corte, quando un giudice di appello decide, sulla base di un riesame delle testimonianze a carico, di annullare il verdetto di assoluzione pronunciato nel giudizio di primo grado, in linea di principio dovrebbe rinnovare l?istruzione per procedere ad una valutazione diretta di tali testimonianze.
34. Il Governo aggiunge che, per conformarsi alla giurisprudenza della Corte, la Corte di cassazione ha precisato che una reformatio in peius in appello non poteva avvenire senza una nuova audizione dei testimoni le cui dichiarazioni erano determinanti per concludere che l?imputato era colpevole e la cui attendibilit? doveva essere rivalutata (sentenze della quinta sezione n. 25475 del 24 febbraio 2015, rv. 263903, e n. 52208 del 30 settembre 2014, rv. 262115). Esso indica che, invece, secondo la Corte di cassazione, il giudice di appello non ? tenuto alla rinnovazione dell?istruttoria dibattimentale qualora approdi, in base al proprio libero convincimento, ad una valutazione di colpevolezza attraverso una rilettura degli esiti della prova dichiarativa (di cui non ponga in discussione il contenuto o l?attendibilit?), valorizzando gli elementi eventualmente trascurati dal primo giudice, ovvero evidenziando gli eventuali travisamenti in cui quest?ultimo sia incorso nel valutare le dichiarazioni (sentenza della seconda sezione n. 41736 del 22 settembre 2015, rv. 264682). La Corte di cassazione ha inoltre precisato quanto segue: il principio dell?”oltre ogni ragionevole dubbio” presuppone comunque che, in mancanza di elementi sopravvenuti, l?eventuale rivisitazione in senso peggiorativo compiuta in appello sullo stesso materiale probatorio gi? acquisito in primo grado sia sorretta da argomenti dirimenti e tali da evidenziare oggettive carenze o insufficienze della decisione assolutoria, che deve, quindi, rivelarsi, a fronte di quella riformatrice, non pi? sostenibile, neppure nel senso di lasciare in piedi residui ragionevoli dubbi sull?affermazione di colpevolezza; occorreva dunque, come detto, una forza persuasiva superiore, tale da far cadere ?ogni ragionevole dubbio?, in qualche modo intrinseco alla stessa situazione di contrasto. ?La condanna, invero, presuppone la certezza della colpevolezza, mentre l?assoluzione non presuppone la certezza dell?innocenza ma la mera non certezza della colpevolezza? (sentenza della sesta sezione n. 40159 del 3 novembre 2011, rv. 251066).
35. Passando ad esaminare i fatti della presente causa, il Governo indica che la Corte di cassazione ha ritenuto che il caso di specie si distinguesse dalla causa Dan, sopra citata (paragrafo 25 supra). In particolare, a suo parere, la corte d?appello non si ? limitata a riesaminare l?attendibilit? dei testimoni procedendo a una semplice lettura del contenuto delle loro dichiarazioni, ma ha effettuato un esame critico e approfondito della struttura della motivazione della sentenza resa dal tribunale di Sciacca. In tal modo, la corte d?appello ha indicato la corretta interpretazione delle deposizioni in questione alla luce di tutti gli elementi disponibili (intercettazioni telefoniche, prove ottenute nell?ambito di altri procedimenti penali, perizia delle registrazioni prodotte da X, informazioni fornite dai carabinieri, e comportamento ?incomprensibile? del ricorrente la notte in cui ? avvenuta l?esplosione).
2. La valutazione della Corte
36. La Corte rammenta che le modalit? di applicazione dell?articolo 6 della Convenzione ai procedimenti di appello dipendono dalle particolarit? del procedimento in questione; si deve prendere in considerazione tutto il processo complessivamente condotto nell?ordinamento giuridico interno e il ruolo che vi ha svolto il giudice di appello (Botten c. Norvegia, 19 febbraio 1996, ? 39, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996-I, e Hermi c. Italia [GC], n. 18114/02, ? 60, CEDU 2006 XII). Quando un giudice di appello ? chiamato a esaminare una causa in fatto e in diritto e a studiare nel complesso la questione della colpevolezza o dell?innocenza, non pu?, per motivi di equit? del processo, decidere di tali questioni senza una diretta valutazione dei mezzi di prova (Constantinescu c. Romania, n. 28871/95, ? 55, CEDU 2000-VIII, Popovici c. Moldavia, nn. 289/04 e 41194/04, ? 68, 27 novembre 2007, Marcos Barrios c. Spagna, n. 17122/07, ? 32, 21 settembre 2010, Dan, sopra citata, ? 30, Lazu c. Repubblica di Moldavia, n. 46182/08, ? 40, 5 luglio 2016, Manoli c. Repubblica di Moldavia, n. 56875/11, ? 32, 28 febbraio 2017, e, a contrario, Kashlev c. Estonia, n. 22574/08, ?? 48-50, 26 aprile 2016).
37. Passando a esaminare i fatti della presente causa, la Corte osserva anzitutto che la corte d?appello di Palermo ha condannato il ricorrente sulla base delle dichiarazioni di X, la vittima presunta di alcuni dei fatti ascritti all?interessato, e di Y, un altro testimone, che avevano fatto deposizioni dinanzi ai giudici di primo grado (si veda il paragrafo 19 supra).
38. La Corte osserva che il tribunale di Sciacca, il giudice di primo grade che ha sentito X al dibattimento (paragrafo 9 supra), ha assolto il ricorrente in quanto ha ritenuto che la deposizione di questo testimone non fosse attendibile. Secondo il tribunale, le dichiarazioni di quest?ultimo e quelle di Y, interrogato nel corso di un?udienza ad hoc dinanzi al GIP (paragrafo 7 supra), erano imprecise, illogiche e incoerenti. Il tribunale ha perci? considerato che, non soltanto tali dichiarazioni non erano corroborate da altri elementi, ma che erano anche false, il che l?ha portato a disporre la trasmissione del fascicolo alla procura allo scopo di valutare se fosse necessario avviare un?azione penale per falsa testimonianza contro X, Y e altri cinque testimoni (paragrafi 13-14 supra).
39. La Corte osserva inoltre che, da parte sua, la corte d?appello aveva la possibilit?, essendo un giudice di ricorso, di emettere una nuova decisione sul merito, cosa che ha fatto il 15 febbraio 2012. Tale giurisdizione poteva decidere di confermare l?assoluzione del ricorrente o di dichiararlo colpevole, dopo avere proceduto a una valutazione della questione della colpevolezza o dell?innocenza dell?interessato. Per farlo, la corte d?appello aveva la possibilit? di ordinare d?ufficio la rinnovazione dell?istruzione dibattimentale, conformemente all?articolo 603 comma 3 del codice di procedura penale, e di procedere a una nuova audizione dei testimoni (paragrafo 26 supra).
40. La Corte osserva che la corte d?appello di Palermo ha annullato la sentenza impugnata, discostandosi in tal modo dal parere del tribunale per quanto riguarda l?interpretazione delle stesse disposizioni esaminate dal giudice a quo. La corte d?appello ha considerato che le testimonianze di X e Y erano credibili, precise e corroborate da vari elementi. Essa inoltre ha ritenuto che Y avesse fornito delle giustificazioni pertinenti per alcune inesattezze e, per quanto riguarda X, che la sua reticenza iniziale si spiegasse con il timore di ritorsioni e che non vi fosse stata alcuna manipolazione delle registrazioni da lui prodotte. La corte d?appello ha anche attribuito una certa importanza alla condotta del ricorrente, osservando che questi aveva cercato di ostacolare le indagini, in quanto aveva ammesso di avere ricevuto una somma di denaro da parte di X e aveva progressivamente adattato le sue dichiarazioni mano a mano che erano stati prodotti elementi a suo carico nel corso del processo (paragrafi 19-20 supra).
41. Si deve constatare che, nel caso di specie, la corte d?appello di Palermo non si ? limitata a una nuova valutazione di elementi di natura meramente giuridica, ma si ? pronunciata su una questione di fatto, ossia la credibilit? delle deposizioni di X e Y, modificando in tal modo i fatti considerati dal giudice di primo grado. Secondo la Corte, un tale esame implica, per le sue caratteristiche, una presa di posizione su fatti decisivi per la determinazione della colpevolezza del ricorrente (si veda, mutatis mutandis, Igual Coll c. Spagna, n. 37496/04, ? 35, 10 marzo 2009, Marcos Barrios, sopra citata, ? 40, e si veda, a contrario, Le? c. Romania (dec.), n. 28841/09, 13 settembre 2016).
42. A tale proposito, la Corte osserva che, per giungere a queste conclusioni, la corte d?appello non ha proceduto a una nuova audizione di X e Y, ma si ? limitata a esaminare le dichiarazioni di questi ultimi come registrate nei verbali inseriti nel fascicolo (si veda, mutatis mutandis, Dan, sopra citata, ? 32).
43. Tenuto conto della posta in gioco per il ricorrente, la Corte non ? convinta che le questioni che la corte d?appello di Palermo doveva dirimere prima di decidere di condannare l?interessato invalidando il verdetto di assoluzione del tribunale di Sciacca potessero, per motivi di equit? del processo, essere esaminate in maniera adeguata senza una diretta valutazione delle testimonianze a carico. La Corte rammenta che coloro che hanno la responsabilit? di decidere sulla colpevolezza o l?innocenza dell?imputato devono, in linea di principio, sentire di persona i testimoni e valutarne l?attendibilit? (si veda Manoli, sopra citata, ? 32 e, a contrario, Kashlev, sopra citata, ?? 48 50). La valutazione dell?attendibilit? di un testimone ? un?attivit? complessa che, normalmente, non pu? essere svolta mediante una semplice lettura del contenuto delle dichiarazioni di quest?ultimo, come riportate nei verbali delle audizioni (Dan, sopra citata, ? 33).
44. Certo, vi sono dei casi in cui risulta impossibile sentire un testimone di persona al dibattimento di appello, ad esempio a causa del suo decesso (si vedano, tra altre, Ferrantelli e Santangelo c. Italia, 7 agosto 1996, ? 52, Recueil 1996-III, e Al-Khawaja e Tahery c. Regno Unito-Uni [GC], n. 26766/05 e 22228/06, ? 153, CEDU 2011) o al fine di rispettare il suo diritto di mantenere il silenzio su circostanze che potrebbero condurre alla sua incriminazione (si veda, ad esempio, Craxi c. Italia (n. 1), n. 34896/97, ? 86, 5 dicembre 2002). Tuttavia, non ? stato affermato che nel caso di specie sussistessero tali impedimenti (si veda, mutatis mutandis, Dan, sopra citata, ? 33).
45. La Corte ha esaminato l?argomento del Governo secondo il quale, nel caso di specie, non era necessaria una nuova audizione di X e Y in quanto la corte d?appello, lungi dal limitarsi a riesaminarne l?attendibilit?, aveva proceduto a un controllo approfondito della motivazione della sentenza del tribunale di Sciacca evidenziandone le lacune alla luce di tutti gli elementi di prova inseriti nel fascicolo (paragrafo 35 supra). Tuttavia, la Corte non vede in che modo tale circostanza potesse dispensare il giudice di appello dal suo obbligo di sentire personalmente i testimoni le cui dichiarazioni, che si apprestava a interpretare in maniera sfavorevole per l?imputato e completamente diversa rispetto a quella del giudice di primo grado, costituivano il principale elemento a carico.
46. Alla luce di quanto sopra esposto la Corte ritiene che il fatto che la corte d?appello di Palermo non abbia proceduto ad una nuova audizione di X, Y e/o di altri testimoni prima di annullare il verdetto di assoluzione di cui il ricorrente aveva beneficiato in primo grado abbia pregiudicato l?esito del processo.
47. Di conseguenza, vi ? stata violazione dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione.
II. SULL?APPLICAZIONE DELL?ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
48. Ai sensi dell?articolo 41 della Convenzione,
?Se la Corte dichiara che vi ? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli e se il diritto interno dell?Alta Parte contraente non permette se non in modo imperfetto di rimuovere le conseguenze di tale violazione, la Corte accorda, se del caso, un?equa soddisfazione alla parte lesa.?
A. Danno
49. Il ricorrente chiede la somma di 10.000 euro (EUR) per il danno morale che sostiene di avere subito.
50. Il Governo contesta tale richiesta.
51. La Corte ritiene doversi accordare al ricorrente la somma di 6.500 EUR per il danno morale.
52. La Corte rammenta inoltre che, quando, come nel caso di specie, un privato ? stato condannato all?esito di un procedimento che non ha soddisfatto le esigenze dell?articolo 6 della Convenzione, un nuovo processo o una riapertura del procedimento, su richiesta dell?interessato, costituiscono, in linea di principio, un mezzo adeguato per riparare la violazione constatata (si vedano, mutatis mutandis, ?calan c. Turchia [GC], n. 46221/99, ? 210, CEDU 2005-IV, Popovici, sopra citata, ? 87, e Gerovska Pop?evska c. ?Ex-Repubblica jugoslava di Macedonia, n. 48783/07, ? 68, 7 gennaio 2016).
B. Spese
53. Senza produrre documenti giustificativi a sostegno della sua richiesta, il ricorrente chiede la somma di 4.000 EUR per le spese.
54. Il Governo si oppone a questa richiesta.
55. Secondo la giurisprudenza della Corte, un ricorrente pu? ottenere il rimborso delle spese sostenute solo nella misura in cui ne siano accertate la realt? e la necessit?, e il loro importo sia ragionevole. Inoltre, quando constata una violazione della Convenzione, la Corte riconosce al ricorrente il rimborso delle spese da lui sostenute per il procedimento dinanzi ai giudici nazionali soltanto nella misura in cui tali spese siano state destinate a far prevenire la violazione o a porvi rimedio da parte di tali giudici. Nella fattispecie, la Corte osserva che la domanda di rimborso delle spese non ? sufficientemente dettagliata n? accompagnata da documenti giustificativi pertinenti. Pertanto, respinge la domanda formulata dal ricorrente a questo titolo.

C. Interessi moratori
56. La Corte ritiene opportuno basare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea maggiorato di tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL?UNANIMIT?,
1. Dichiara il ricorso ricevibile;
2. Dichiara che vi ? stata violazione dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione;
3. Dichiara
a. che lo Stato convenuto deve versare al ricorrente, entro tre mesi dal giorno in cui la sentenza sar? divenuta definitiva conformemente all?articolo 44 ? 2 della Convenzione, la somma di 6.500 EUR (seimilacinquecento euro) pi? l?importo eventualmente dovuto a titolo di imposta, per il danno morale;
b. che, a decorrere dalla scadenza di detto termine e fino al versamento, tale importo dovr? essere maggiorato di un interesse semplice ad un tasso equivalente a quello delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea applicabile durante quel periodo, aumentato di tre punti percentuali;
4. Rigetta la domanda di equa soddisfazione per il resto.
Fatta in francese, poi comunicata per iscritto il 29 giugno 2017 in applicazione dell?articolo 77 ?? 2 e 3 del regolamento della Corte.
Renata Degener – Cancelliere aggiunto
Linos-Alexandre Sicilianos – Presidente

Testo Tradotto

PREMI?RE SECTION

AFFAIRE LOREFICE c. ITALIE

(Requ?te no 63446/13)

ARR?T

STRASBOURG

29 juin 2017

D?FINITIF

29/09/2017

Cet arr?t est devenu d?finitif en vertu de l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Lorefice c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
Linos-Alexandre Sicilianos, pr?sident,
Kristina Pardalos,
Guido Raimondi,
Ale? Pejchal,
Ksenija Turkovi?,
Armen Harutyunyan,
Pauliine Koskelo, juges,
et de Renata Degener, greffi?re adjointe de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 6 juin 2017,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 63446/13) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant de cet ?tat, M. Giorgio Lorefice (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 26 septembre 2013 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? par Me N. Paoletti, avocat ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agent, Mme E. Spatafora.
3. Le requ?rant all?guait en particulier que la proc?dure p?nale men?e ? son encontre n?avait pas ?t? ?quitable.
4. Le 5 novembre 2015, le grief tir? de l?omission d?ordonner une nouvelle audition des t?moins ? charge en appel a ?t? communiqu? au Gouvernement et la requ?te a ?t? d?clar?e irrecevable pour le surplus conform?ment ? l?article 54 ? 3 du r?glement de la Cour.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Le requ?rant est n? en 1955. Il est actuellement d?tenu au p?nitencier de Spoleto (P?rouse).
A. Les poursuites contre le requ?rant et le proc?s en premi?re instance
6. Le requ?rant fut accus? d?extorsion, de d?tention de produits explosifs, de d?gradation des biens d?autrui, de connivence (favoreggiamento personale) et de tentative de vol. Ces accusations se fondaient sur les d?clarations de deux t?moins, X, victime pr?sum?e de certains des faits reproch?s au requ?rant, et Y.
La teneur de ces t?moignages ?tait la suivante : le requ?rant ?tait un ami de X ; en 2001, ? la suite d?une explosion ayant endommag? la maison de X, il avait dit que les auteurs des faits ?taient les membres d?une organisation criminelle enracin?e en Sicile, alors qu?il aurait lui-m?me provoqu? cette explosion ; il s??tait propos? en tant qu?interm?diaire et avait convaincu X de lui donner la somme de 200 000 000 lires (ITL ? environ 103 291 euros (EUR)), n?cessaire selon lui pour satisfaire les pr?tentions de la bande criminelle ; en r?alit?, il avait empoch? cette somme.
7. Le 10 d?cembre 2004, X et Y furent interrog?s dans le cadre d?une audience ad hoc (incidente probatorio) qui eut lieu devant le juge des investigations pr?liminaires (? le GIP ?) de Sciacca en la pr?sence des repr?sentants des parties.
8. Le requ?rant fut renvoy? en jugement devant le tribunal de Sciacca.
9. Au cours des d?bats, le tribunal entendit plusieurs t?moins, parmi lesquels X. Il ordonna en outre la transcription de certaines ?coutes t?l?phoniques.
10. Le 26 septembre 2007, X, qui s??tait constitu? partie civile, produisit les enregistrements de certaines conversations qu?il affirmait avoir eues avec le requ?rant. Le tribunal ordonna la transcription de ces conversations et nomma un expert, le chargeant d??tablir si les enregistrements en question avaient fait l?objet d?une manipulation.
11. Le tribunal ordonna une nouvelle audition de X et l?audition de cinq nouveaux t?moins. Apr?s ces interrogatoires, les parties pr?sent?rent leurs plaidoiries.
12. Par un jugement du 21 janvier 2009, dont le texte fut d?pos? au greffe le 17 avril 2009, le tribunal de Sciacca relaxa le requ?rant de toutes les accusations port?es contre lui. Il estima notamment que, s?agissant de l?inculpation de tentative de vol, les faits reproch?s ne s??taient pas produits (perch? il fatto non sussiste) et que, en ce qui concernait la conduite qualifi?e de connivence par le parquet, elle n??tait pas ?rig?e en infraction par la loi (perch? il fatto non costituisce reato). Quant aux autres infractions, il consid?ra que le requ?rant ne les avait pas commises (per non aver commesso il fatto).
13. Le tribunal ordonna en outre la transmission du dossier au parquet afin d??valuer s?il ?tait n?cessaire d?ouvrir des poursuites pour faux t?moignage contre X, Y et cinq autres t?moins.
14. Dans les motifs de son jugement, le tribunal examina les d?clarations de X, de Y et des autres t?moins concern?s ? la lumi?re des ?l?ments probatoires produits pendant les d?bats. Il parvint ? la conclusion que ces d?clarations n??taient ni cr?dibles ni corrobor?es par d?autres ?l?ments. Le tribunal nota que X et Y avaient ?t? estim?s fiables dans le cadre d?un autre proc?s, qui, pour des faits similaires, avait conduit ? la condamnation d?finitive d?une tierce personne, Z. Il releva cependant que les affirmations faites par X et Y dans le cadre de l?affaire concernant le requ?rant paraissaient impr?cises, illogiques et incoh?rentes : de l?avis du tribunal, elles ?taient non seulement peu cr?dibles, mais ?galement fausses. Le tribunal nota par ailleurs que l?expert commis d?office ?tait parvenu ? la conclusion que les enregistrements produits par X ? l?audience avaient ?t? manipul?s.
15. Eu ?gard ? ces consid?rations, le tribunal estima que, m?me s?il ?tait ?tabli que X avait ?t? victime d?une extorsion perp?tr?e par Z, il n?avait pas ?t? prouv? au-del? de tout doute raisonnable que le requ?rant avait ?t? complice de cette extorsion. Aux yeux du tribunal, le r?le du requ?rant pouvait en effet avoir ?t? limit? ? celui de simple interm?diaire entre X et Z.
B. Le proc?s en appel
16. Le parquet et la partie civile interjet?rent appel.
17. L?audience devant la cour d?appel de Palerme eut lieu le 15 f?vrier 2012. ? cette occasion, le requ?rant fit des d?clarations spontan?es et les parties pr?sent?rent leurs plaidoiries.
18. Par un arr?t du 15 f?vrier 2012, dont le texte fut d?pos? au greffe le 24 avril 2012, la cour d?appel de Palerme reconnut le requ?rant coupable d?extorsion et de d?tention de produits explosifs, et elle lui infligea une peine de huit ans et six mois d?emprisonnement et une amende de 1 600 EUR. Elle le condamna en outre ? r?parer les dommages subis par la partie civile, pr?cisant que le montant de ceux-ci devrait ?tre fix? au cours d?une proc?dure civile s?par?e. S?agissant des autres infractions dont il ?tait accus?, elle le relaxa pour cause de prescription.
19. Apr?s avoir r?examin? les preuves vers?es au dossier, la cour d?appel parvint ? la conclusion que Y ?tait un t?moin cr?dible. Elle estima que, dans leur ensemble, ses affirmations ?taient pr?cises et corrobor?es par plusieurs ?l?ments. Elle consid?ra en outre qu?il avait donn? des justifications pertinentes pour certaines inexactitudes et que les informations qu?il avait fournies avaient ?t? ? tort ignor?es par la juridiction de premi?re instance. Selon elle, il en allait en substance de m?me pour X. La cour d?appel nota ainsi que le tribunal de Sciacca avait reproch? ? ce t?moin d?avoir initialement ni? avoir ?t? victime d?une extorsion et d?avoir montr? une certaine r?ticence ? produire les ?l?ments de preuve en sa possession. Cependant, de l?avis de la cour d?appel, cette conduite s?expliquait par des craintes de repr?sailles : une fois rassur? sur le fait que la menace ne provenait pas d?organisations criminelles mais du requ?rant, X s??tait d?cid? ? collaborer avec les autorit?s. Par ailleurs, la cour d?appel ne suivit pas la conclusion du tribunal selon laquelle les enregistrements produits par X avaient ?t? manipul?s, et elle observa que les d?clarations de ce dernier ?taient corrobor?es par celles de son ?pouse et de son fils.
20. Selon la cour d?appel, le requ?rant avait chang? sa version des faits, adaptant progressivement ses d?clarations au fur et ? mesure que des ?l?ments ? sa charge avaient ?t? produits au cours du proc?s. Toujours selon elle, le requ?rant connaissait tr?s bien Z, il avait essay? d?entraver l?enqu?te en accusant une tierce personne, et, lors d?une conversation t?l?phonique avec sa s?ur, il avait affirm? avoir re?u une somme d?argent de la part de X.
21. Quant au quantum de la peine, la cour d?appel estima que la gravit? des faits et la personnalit? ? n?gative ? du requ?rant emp?chaient de faire b?n?ficier celui-ci de circonstances att?nuantes. Elle jugea au contraire aggravante la circonstance que l?int?ress? avait fait usage de la force d?intimidation caract?ristique des organisations criminelles de type mafieux (article 7 du d?cret l?gislatif no 152 de 1991).
C. Le pourvoi en cassation du requ?rant
22. Le requ?rant se pourvut en cassation. ? l?appui de son recours, il all?guait notamment que la cour d?appel avait r??valu? d?une mani?re d?favorable ? la d?fense la cr?dibilit? des t?moins ? charge sans ordonner une nouvelle audition de ces derniers, ce qui d?apr?s lui violait, entre autres, l?article 6 de la Convention. Il soutenait ?galement que la motivation de l?arr?t de la cour d?appel ?tait illogique et arbitraire, et qu?elle ne tenait pas d?ment compte de nombreux ?l?ments susceptibles de nuire ? la cr?dibilit? des t?moins de l?accusation.
23. Par un arr?t du 27 mars 2013, dont le texte fut d?pos? au greffe le 29 ao?t 2013, la Cour de cassation, estimant que la cour d?appel avait motiv? de fa?on logique et correcte tous les points controvers?s, d?bouta le requ?rant de son pourvoi.
24. La Cour de cassation observa que, dans son arr?t Dan c. Moldova (no 8999/07, 5 juillet 2011), la Cour avait pr?cis? que, avant d?annuler un acquittement, le juge d?appel ?tait tenu d?ordonner une nouvelle audition des t?moins ? la double condition que les t?moignages en question fussent d?cisifs et qu?il f?t n?cessaire de r??valuer la cr?dibilit? des t?moins. La haute juridiction releva de plus qu?il n?existait pas une r?gle g?n?rale imposant au juge d?appel de rouvrir l?instruction pour proc?der ? une reformatio in pejus du jugement de premi?re instance, la seule obligation de ce juge ?tant celle de motiver sa d?cision de mani?re rigoureuse quant aux raisons qui le conduisaient ? s??carter du premier verdict.
25. Aux yeux de la Cour de cassation, l?affaire concernant le requ?rant se diff?renciait de l?affaire Dan, pr?cit?e, en ce que les ?l?ments ? charge de l?accus? ?taient nombreux et vari?s. D?s lors, selon elle, ? l?essence de la d?cision d?appel ne p[ouvait] pas (…) ?tre confondue avec l?affirmation qu?un t?moin, estim? non cr?dible par le juge de premi?re instance, a[vait] ?t?, en revanche, consid?r? comme cr?dible par [le juge] d?appel ?. La Cour de cassation nota que, en l?esp?ce, la cour d?appel s??tait souci?e de donner une lecture correcte et logique des ?l?ments de preuve manifestement ignor?s (travisati) par le juge de premi?re instance. Elle releva que, dans le cadre de cette r??valuation globale, cette juridiction s??tait ?galement pench?e sur la cr?dibilit? des t?moins, et ce afin de motiver la culpabilit? de l?accus? au-del? de tout doute raisonnable.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. Le code de proc?dure p?nale
26. L?article 603, alin?a 3, du code de proc?dure p?nale pr?voit que le juge d?appel ordonne d?office la r?ouverture de l?instruction s?il l?estime absolument n?cessaire.
B. La jurisprudence de la Cour de cassation italienne
27. Faisant r?f?rence ? la jurisprudence de la Cour d?gag?e entre autres par l?arr?t Dan (pr?cit?), la Cour de cassation italienne a affirm? ? plusieurs reprises que le juge d?appel qui entend infirmer un jugement d?acquittement, doit proc?der ? nouvelle audition des t?moins dans la mesure o? leurs d?clarations sont d?terminantes pour conclure ? la condamnation de l?accus? et si leur cr?dibilit? doit ?tre r??valu?e (entre autres, arr?t de la cinqui?me section no 38085 du 5 juillet 2012).
28. Par son arr?t no 27620 d?pos? au greffe le 6 juillet 2016, l?Assembl?e pl?ni?re (Sezioni Unite) de la Cour de cassation a par ailleurs pr?cis? que :
? En cas d?appel interjet? contre un jugement d?acquittement fond? sur des t?moignages, (…), la r?ouverture des plaidoiries (istruzione dibattimentale) doit ?tre consid?r?e comme ? absolument n?cessaire ? aux sens de l?article 603, alin?a 3, du code de proc?dure p?nale.
(…)
Lorsque le parquet fait appel d?un jugement d?acquittement fond? sur l?appr?ciation de t?moignages consid?r?s d?cisifs, le juge d?appel ne peut pas infirmer le jugement attaqu? et conclure ? la culpabilit? de l?accus? sans avoir au pr?alable ordonn?, m?me d?office, la r?ouverture de l?instruction aux termes de l?article 603, alin?a 3 du code de proc?dure p?nale, en auditionnant les t?moins dont les d?clarations ont ?t? d?cisives aux fins du jugement d?acquittement de premi?re instance. ?
Plus particuli?rement, s?agissant du caract?re d?cisif (decisivit?) des t?moignages, la Cour de cassation a affirm? que :
? Aux fins de l?appr?ciation par le juge charg? de l?appel form? par le parquet contre un acquittement, sont consid?r?s comme d?cisifs les t?moignages qui ont d?termin? ou seulement contribu? ? d?terminer une issue favorable pour l?accus? et qui, en pr?sence d?autres preuves de nature diff?rente, m?me s?ils ont ?t? ?limin?s de l?ensemble des ?l?ments de preuve, se r?v?lent potentiellement susceptibles d?avoir une influence sur l?issue de l?appel dans le sens de l?acquittement ou de la condamnation.
Sont ?galement consid?r?es comme d?cisives, les d?clarations [qui, aux yeux du juge de premi?re instance, ont] une valeur probante r?duite ou nulle mais qui, du point de vue du parquet, sont susceptibles de d?terminer, seules ou avec d?autres ?l?ments de preuve, la condamnation. ?
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 DE LA CONVENTION
29. Le requ?rant d?nonce sa condamnation par la cour d?appel de Palerme, qu?il estime contraire ? l?article 6 de la Convention.
Dans ses parties pertinentes en l?esp?ce, cette disposition se lit comme suit :
? 1. Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement (…) par un tribunal (…) qui d?cidera (…) du bien-fond? de toute accusation en mati?re p?nale dirig?e contre elle. (…)
2. (…)
3. Tout accus? a droit notamment ? :
(…) ;
b) disposer du temps et des facilit?s n?cessaires ? la pr?paration de sa d?fense ;
(…) ;
d) interroger ou faire interroger les t?moins ? charge et obtenir la convocation et l?interrogation des t?moins ? d?charge dans les m?mes conditions que les t?moins ? charge ;
(…). ?
30. Le Gouvernement conteste cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
31. Constatant que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?il ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour le d?clare recevable.
B. Sur le fond
1. Les arguments des parties
a) Le requ?rant
32. Le requ?rant se r?f?re aux principes expos?s dans les affaires Dan, (pr?cit?e), Manolachi c. Roumanie (5 mars 2013, no 36605/04) et Hanu c. Roumanie (no 10890/04, 4 juin 2013). Il indique que le tribunal de Sciacca a estim? les t?moins ? charge, entendus par lui, non cr?dibles et qu?il a ordonn? la transmission du dossier au parquet pour ?valuer si des poursuites pour faux t?moignage devaient ?tre ouvertes ? leur encontre. Il ajoute que la cour d?appel a infirm? le verdict d?acquittement prononc? en premi?re instance sans ordonner une nouvelle audition de ces t?moins, ce qui serait incompatible avec les principes du proc?s ?quitable.
b) Le Gouvernement
33. Le Gouvernement expose que, selon la jurisprudence de la Cour, lorsqu?une juridiction d?appel d?cide, sur la base d?une r??valuation des t?moignages ? charge, d?infirmer le verdict d?acquittement de premi?re instance, elle devrait, en principe, rouvrir l?instruction pour proc?der ? une appr?ciation directe de ces t?moignages.
34. Le Gouvernement ajoute que, afin de se conformer ? la jurisprudence de la Cour, la Cour de cassation a pr?cis? qu?une reformatio in pejus en appel ne pouvait se faire sans une nouvelle audition des t?moins dont les d?clarations ?taient d?terminantes pour conclure ? la culpabilit? de l?accus? et dont la cr?dibilit? devait ?tre r??valu?e (arr?ts de la cinqui?me section no 25475 du 24 f?vrier 2015, rv. 263903, et no 52208 du 30 septembre 2014, rv. 262115). Il indique que, en revanche, selon la Cour de cassation, la r?ouverture de l?instruction en appel n??tait pas n?cessaire lorsque le contenu ou la cr?dibilit? des t?moignages faits en premi?re instance n??taient pas remis en question et lorsque la culpabilit? de l?accus? ?tait ?tablie sur la base d?une appr?ciation d??l?ments ?ventuellement n?glig?s par le premier juge ou apr?s mise en ?vidence des erreurs (travisamenti) ?ventuellement commises par ce dernier dans l??valuation des d?clarations (arr?t de la deuxi?me section no 41736 du 22 septembre 2015, rv. 264682). La Cour de cassation a ?galement pr?cis? ce qui suit : le principe de la preuve ? au-del? de tout doute raisonnable ? impliquait qu?une reformatio in pejus en appel bas?e sur les m?mes ?l?ments que ceux obtenus en premi?re instance devait se fonder sur des arguments d?cisifs susceptibles de montrer les lacunes de la d?cision d?acquittement et d??tablir la certitude de la culpabilit? de l?accus? ; la juridiction d?appel devait donc montrer qu?aucun doute raisonnable ne pouvait subsister, car ? la condamnation pr?suppos[ait] la certitude de la culpabilit? [de l?accus?], alors que l?acquittement ne pr?suppos[ait] pas la certitude de son innocence, mais la simple non-certitude de sa culpabilit? ? (arr?t de la sixi?me section no 40159 du 3 novembre 2011, rv. 251066).
35. Se tournant vers les faits de l?esp?ce, le Gouvernement indique que la Cour de cassation a estim? que l?esp?ce se distinguait de l?affaire Dan, pr?cit?e (paragraphe 25 ci-dessus). En particulier, ? ses dires, la cour d?appel ne s?est pas born?e ? r??valuer la cr?dibilit? des t?moins en proc?dant ? une simple lecture du contenu de leurs d?clarations, mais elle a effectu? un examen critique et approfondi de la structure de la motivation du jugement du tribunal de Sciacca. Ce faisant, la cour d?appel a indiqu? l?interpr?tation correcte des d?positions en cause ? la lumi?re de l?ensemble des ?l?ments disponibles (?coutes t?l?phoniques, preuves obtenues dans d?autres proc?dures p?nales, expertise des enregistrements produits par X, informations fournies par les carabiniers, et comportement ? incompr?hensible ? du requ?rant la nuit o? l?explosion s??tait produite).
2. L?appr?ciation de la Cour
36. La Cour rappelle que les modalit?s d?application de l?article 6 de la Convention aux proc?dures d?appel d?pendent des caract?ristiques de la proc?dure dont il s?agit ; il faut prendre en compte l?ensemble du proc?s men? dans l?ordre juridique interne et le r?le qu?y a jou? la juridiction d?appel (Botten c. Norv?ge, 19 f?vrier 1996, ? 39, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996-I, et Hermi c. Italie [GC], no 18114/02, ? 60, CEDH 2006 XII). Lorsqu?une instance d?appel est amen?e ? conna?tre d?une affaire en fait et en droit et ? ?tudier dans son ensemble la question de la culpabilit? ou de l?innocence, elle ne peut, pour des motifs d??quit? du proc?s, d?cider de ces questions sans appr?ciation directe des moyens de preuve (Constantinescu c. Roumanie, no 28871/95, ? 55, CEDH 2000-VIII, Popovici c. Moldova, nos 289/04 et 41194/04, ? 68, 27 novembre 2007, Marcos Barrios c. Espagne, no 17122/07, ? 32, 21 septembre 2010, Dan, pr?cit?, ? 30, Lazu c. R?publique de Moldova, no 46182/08, ? 40, 5 juillet 2016, Manoli c. R?publique de Moldova, no 56875/11, ? 32, 28 f?vrier 2017, et, a contrario, Kashlev c. Estonia, no 22574/08, ?? 48-50, 26 avril 2016).
37. Se tournant vers les faits de l?esp?ce, la Cour observe tout d?abord que la cour d?appel de Palerme a condamn? le requ?rant sur la base des d?clarations de X, la victime pr?sum?e de certains des faits reproch?s ? l?int?ress?, et de Y, un autre t?moin, qui avaient d?pos? devant les juridictions de premi?re instance (voir paragraphe 19 ci-dessus).
38. La Cour note que le tribunal de Sciacca, la juridiction de premi?re instance qui a entendu X lors des d?bats (paragraphe 9 ci-dessus), a relax? le requ?rant car il a estim? que la d?position de ce t?moin n??tait pas cr?dible. De l?avis du tribunal, les d?clarations de ce dernier et celles de Y, interrog? lors d?une audience ad hoc devant le GIP (paragraphe 7 ci-dessus), ?taient impr?cises, illogiques et incoh?rentes. Le tribunal a ainsi consid?r? que, non seulement ces d?clarations n??taient pas corrobor?es par d?autres ?l?ments, mais ?galement qu?elles ?taient fausses, ce qui l?a conduit ? ordonner la transmission du dossier au parquet afin d??valuer s?il ?tait n?cessaire d?ouvrir des poursuites pour faux t?moignage contre X, Y et cinq autres t?moins (paragraphes 13-14 ci-dessus).
39. La Cour rel?ve ensuite que, de son c?t?, la cour d?appel de Palerme avait la possibilit?, en tant qu?instance de recours, de rendre un nouveau jugement sur le fond, ce qu?elle a fait le 15 f?vrier 2012. Cette juridiction pouvait d?cider soit de confirmer l?acquittement du requ?rant soit de d?clarer celui-ci coupable, apr?s s??tre livr?e ? une appr?ciation de la question de la culpabilit? ou de l?innocence de l?int?ress?. Pour ce faire, la cour d?appel avait la possibilit? d?ordonner d?office la r?ouverture de l?instruction, conform?ment ? l?article 603 alin?a 3 du code de proc?dure p?nale, et proc?der ? une nouvelle audition des t?moins (paragraphe 26 ci dessus).
40. La Cour observe que la cour d?appel de Palerme a infirm? le jugement entrepris, s??cartant ainsi de l?avis du tribunal quant ? l?interpr?tation des m?mes d?positions examin?es par le juge a quo. La cour d?appel a consid?r? que les t?moignages de X et Y ?taient cr?dibles, pr?cis et corrobor?s par plusieurs ?l?ments. Elle a en outre estim? que Y avait donn? des justifications pertinentes pour certaines inexactitudes et, quant ? X, que sa r?ticence initiale s?expliquait par des craintes de repr?sailles et qu?il n?y avait eu aucune manipulation des enregistrements produits par lui. La cour d?appel a ?galement accord? un certain poids ? la conduite du requ?rant, notant que celui-ci avait essay? d?entraver l?enqu?te, qu?il avait admis avoir re?u une somme d?argent de la part de X et qu?il avait progressivement adapt? ses d?clarations au fur et ? mesure que des ?l?ments ? sa charge avaient ?t? produits au cours du proc?s (paragraphes 19-20 ci dessus).
41. Force est de constater qu?en l?esp?ce la cour d?appel de Palerme ne s?est pas limit?e ? une nouvelle appr?ciation d??l?ments de nature purement juridique, mais qu?elle s?est prononc?e sur une question factuelle, ? savoir la cr?dibilit? des d?positions de X et Y, modifiant ainsi les faits retenus par le juge de premi?re instance. Aux yeux de la Cour, un tel examen implique, de par ses caract?ristiques, une prise de position sur des faits d?cisifs pour la d?termination de la culpabilit? du requ?rant (voir, mutatis mutandis, Igual Coll c. Espagne, no 37496/04, ? 35, 10 mars 2009, Marcos Barrios, pr?cit?, ? 40, et voir, a contrario, Le? c. Roumanie (d?c.), no 28841/09, 13 septembre 2016).
42. ? ce sujet, la Cour note que, pour parvenir ? ces conclusions, la cour d?appel n?a pas proc?d? ? une nouvelle audition de X et Y : cette juridiction s?est born?e ? examiner les d?clarations de ceux-ci telles qu?elles avaient ?t? enregistr?es dans les proc?s-verbaux vers?s au dossier (voir, mutatis mutandis, Dan, pr?cit?, ? 32).
43. Compte tenu de ce qui ?tait en jeu pour le requ?rant, la Cour n?est pas convaincue que les questions que la cour d?appel de Palerme avait ? trancher avant de d?cider de condamner l?int?ress? en infirmant le verdict d?acquittement du tribunal de Sciacca pouvaient, pour des motifs d??quit? du proc?s, ?tre examin?es de mani?re appropri?e sans appr?ciation directe des t?moignages ? charge. La Cour rappelle que ceux qui ont la responsabilit? de d?cider de la culpabilit? ou de l?innocence de l?accus? doivent, en principe, entendre les t?moins en personne et ?valuer leur cr?dibilit? (voir Manoli, precit?, ? 32 et, a contrario, Kashlev, pr?cit?, ?? 48 50). L??valuation de la cr?dibilit? d?un t?moin est une t?che complexe, qui, normalement, ne peut pas ?tre accomplie par le biais d?une simple lecture du contenu des d?clarations de celui-ci, telles que consacr?es dans les proc?s-verbaux des auditions (Dan, pr?cit?, ? 33).
44. Certes, il y a des cas o? il s?av?re impossible d?entendre un t?moin en personne aux d?bats en appel, par exemple en raison de son d?c?s (voir, entre autres, Ferrantelli et Santangelo c. Italie, 7 ao?t 1996, ? 52, Recueil 1996-III, et Al-Khawaja et Tahery c. Royaume-Uni [GC], nos 26766/05 et 22228/06, ? 153, CEDH 2011) ou afin de respecter son droit de garder le silence sur des circonstances qui pourraient conduire ? son incrimination (voir, par exemple, Craxi c. Italie (no 1), no 34896/97, ? 86, 5 d?cembre 2002). Cependant, il n?a pas ?t? all?gu? que de tels emp?chements existaient en l?esp?ce (voir, mutatis mutandis, Dan, pr?cit?, ? 33).
45. La Cour a examin? l?argument du Gouvernement selon lequel, en l?esp?ce, une nouvelle audition de X et Y n??tait pas n?cessaire au motif que la cour d?appel, loin de se borner ? r??valuer leur cr?dibilit?, avait effectu? un contr?le approfondi de la motivation du jugement du tribunal de Sciacca en mettant en exergue ses carences ? la lumi?re de l?ensemble des ?l?ments de preuve vers?s au dossier (paragraphe 35 ci-dessus). Cependant, la Cour ne voit pas en quoi cette circonstance pouvait exon?rer la juridiction d?appel de l?obligation qui ?tait la sienne d?entendre en personne les t?moins dont les d?clarations, qu?elle s?appr?tait ? interpr?ter d?une mani?re d?favorable ? l?accus? et radicalement diff?rente de celle dont le juge de premi?re instance avait appr?hend? l?affaire, constituaient le principal ?l?ment ? charge.
46. ? la lumi?re de ce qui pr?c?de, la Cour estime que l?omission de la cour d?appel de Palerme d?entendre ? nouveau X, Y et/ou d?autres t?moins avant d?infirmer le verdict d?acquittement dont le requ?rant avait b?n?fici? en premi?re instance a port? atteinte ? l??quit? du proc?s.
47. Il s?ensuit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention.
II. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
48. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
49. Le requ?rant r?clame 10 000 euros (EUR) au titre du pr?judice moral qu?il dit avoir subi.
50. Le Gouvernement conteste cette demande.
51. La Cour consid?re qu?il y a lieu d?octroyer au requ?rant 6 500 EUR au titre du pr?judice moral.
52. La Cour rappelle en outre que, lorsque, comme en l?esp?ce, un particulier a ?t? condamn? ? l?issue d?un proc?s qui n?a pas satisfait aux exigences de l?article 6 de la Convention, un nouveau proc?s ou une r?ouverture de la proc?dure, ? la demande de l?int?ress?, repr?sente en principe un moyen appropri? de redresser la violation constat?e (voir, mutatis mutandis, ?calan c. Turquie [GC], no 46221/99, ? 210, CEDH 2005-IV, Popovici, pr?cit?, ? 87, et Gerovska Pop?evska c. ? Ex-R?publique yougoslave de Mac?doine, no 48783/07, ? 68, 7 janvier 2016).
B. Frais et d?pens
53. Sans pr?senter de justificatif ? l?appui de sa demande, le requ?rant r?clame la somme de 4 000 EUR pour les frais et d?pens.
54. Le Gouvernement conteste cette pr?tention.
55. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En outre, lorsque la Cour constate une violation de la Convention, elle n?accorde au requ?rant le paiement des frais et d?pens expos?s par lui devant les juridictions nationales que dans la mesure o? ils ont ?t? engag?s pour pr?venir ou faire corriger par celles-ci ladite violation. En l?esp?ce, la Cour note que la demande de remboursement des frais et d?pens n?est pas suffisamment d?taill?e ni accompagn?e de justificatifs pertinents. Elle rejette donc la demande formul?e par le requ?rant ? ce titre.
C. Int?r?ts moratoires
56. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;

2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention ;

3. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, 6 500 EUR (six mille cinq cents euros) plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage moral ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ce montant sera ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

4. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 29 juin 2017, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Renata Degener Linos-Alexandre Sicilianos
Greffi?re adjointe Pr?sident

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