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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE LA ROSA ET ALBA c. ITALIE (N?4)

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: P1-1
Numero: 63238/00/2005
Stato: Italia
Data: 2005-10-13 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Eccezione preliminare respinta (decadenza); Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata
PRIMA SEZIONE
CAUSA LA ROSA ED ALBA C. Italia (No 4)
( Richiesta no 63238/00)
SENTENZA
STRASBURGO
13 ottobre 2005
DEFINITIVO
13/01/2006
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa LaRosa ed Alba c. Italia, n.4,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, prima sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIGG. C.L. Rozakis, presidente,
P. Lorenzen, il Sig.re N. Vajic,
S. Botoucharova, il Sig. V. Zagrebelsky, la Sig.ra E. Steiner,
Sigg. K. Hajiyev, giudici,
e del Sig. S. Nielsen, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 22 settembre 2005,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 63238/00) diretta contro la Repubblica italiana e in cui quattro cittadini di questo Stato, il Sig. M L. R., il Sig. V. A., la Sig.ra M L. R. e M V. L. R. (“i richiedenti”), hanno investito la Corte il 30 marzo 2000 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”). Il quarto richiedente ? deceduto il 2 gennaio 2005. Con una lettera dell? 11 marzo 2005, il Sig. N. L. R. ha informato la Cancelleria del fatto che aveva ereditato dal quarto richiedente e che desiderava costituirsi nel procedimento dinnanzi alla Corte.
2. I richiedenti sono rappresentati da A. A. A., avvocato a Caltagirone (Catania). Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dai suoi agenti successivi, rispettivamente Sigg. U Leanza ed I. M. Braguglia, dai suoi coagente successivi, rispettivamente Sigg. V. Esposito e F. Crisafulli, e dal suo coagente aggiunto, il Sig. N. Lettieri.
3. I richiedenti adducevano in particolare un attentato ingiustificato al loro diritto al rispetto dei loro beni.
4. La richiesta ? stata assegnata alla prima sezione della Corte, articolo 52 ? 1 dell’ordinamento. In seno a questa, la camera incaricata di esaminare la causa, articolo 27 ? 1 della Convenzione, ? stata costituita conformemente all’articolo 26 ? 1 dell’ordinamento.
5. Con una decisione del 29 aprile 2004, la camera ha dichiarato la richiesta ammissibile.
6. Tanto i richiedenti che il Governo hanno deposto delle osservazioni scritte sul merito della causa, articolo 59 ? 1 dell’ordinamento.
7. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni, articolo 25 ? 1 dell’ordinamento. La presente richiesta ? stata assegnata alla prima sezione cos? ricomposta, articolo 52 ? 1.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
8. I richiedenti sono nati rispettivamente nel1925, 1927, 1922 e 1920. Risiedono rispettivamente a Caltagirone e Roma.
9. I richiedenti erano proprietari di un terreno edificabile di 16 710 metri quadrati ubicato a Caltagirone e registrato al catasto, foglio 139, appezzamenti 22, 24, 43, 123, 212, 276, 277, 278 e 281,,.
10. Il 28 luglio 1979, il consiglio comunale di Caltagirone approv? il progetto di acquisizione del terreno dei richiedenti in vista di effettuare dei lavori di urbanizzazione.
11. Il 27 settembre 1979, i richiedenti ed il sindaco di Caltagirone firmarono un accordo di cessione volontaria del terreno, sotto riserva del pagamento di un’indennit? di 69 300 000 ITL, e la municipalit? procedette all’occupazione materiale di suddetto terreno.
12. L? 8 agosto 1980, il consiglio comunale di Caltagirone vers? ai richiedenti la somma di 11 653 680 ITL a titolo di acconto sull’indennit? di espropriazione.
13. Con un atto di citazione notificato il 25 marzo 1987, i richiedenti introdussero un’azione in danno-interessi contro la citt? di Caltagirone dinnanzi al tribunale di Caltagirone.
14. Facevano valere che l’occupazione del terreno era illegale perch? la municipalit? non aveva seguito l’accordo del 27 settembre 1979. Di conseguenza, chiedevano in via principale la risoluzione del contratto, la restituzione del terreno ed il versamento di un’indennit? di occupazione; per via sussidiaria, chiedevano dei danno-interessi a concorrenza del valore venale del terreno, cos? come un’indennit? in favore del terzo che era inquilino del terreno al momento dell’occupazione.
15. Il collocamento in stato della causa cominci? il 19 novembre 1987.
16. L?8 maggio 1991, una prima perizia fu depositata alla cancelleria. Secondo il perito, l’occupazione materiale era stata effettuata solamente su una parte del terreno, ossia 9 704 metri quadrati, e la trasformazione irreversibile di questa parte del terreno aveva avuto luogo in due tappe. In particolare, la trasformazione di un primo lotto di 4 770,85 metri quadrati aveva avuto luogo il 7 luglio 1980, mentre la trasformazione di un secondo lotto di 4 933,15 metri quadrati aveva avuto luogo il 4 maggio 1985. Il perito valut? a 143 910 000 ITL, o circa 30 000 ITL il metro quadrato, il valore venale del primo lotto nel 1980 ed a 284 250 000 ITL, o circa 57 600 ITL il metro quadrato, il valore venale del secondo lotto nel 1985.
17. Durante il processo, due complementi di perizia furono depositati rispettivamente alla cancelleria il 1 aprile 1994 e 9 aprile 1999. Col secondo complemento di perizia, il perito valut? a 81 173 632,16 ITL e 159 080 225,31 ITL l’importo dell’indennit? di espropriazione dovuta ai richiedenti per ci? che riguardava rispettivamente il primo ed il secondo lotto ai termini della legge no 662 di 1996, nel frattempo entrata in vigore.
18. Con una decisione parziale del 18 aprile 2001, il tribunale dichiar? la risoluzione del contratto in ragione dell’inadempienza di questo da parte dell’amministrazione e constat? che il terreno che era stato occupato in modo illegale, era stato ad ogni modo irreversibilmente trasformato con la realizzazione del lavoro pubblico. Alla luce di queste considerazioni, il tribunale dichiar? che i richiedenti avevano diritto ad un risarcimento ed ordin? la continuazione del processo ed una nuova stima per calcolare l’importo di questo.
19. Il 23 settembre 2002, la nuova perizia fu depositata alla cancelleria. Secondo il perito, la parte del terreno che era stata occupata dalla municipalit? era di 12 524 metri quadrati. Il perito valut? a 56,46 EUR il metro quadrato il valore venale del terreno ed a circa 31 EUR il metro quadrato l’importo dell’indennit? calcolata ai termini della legge no 662 del 1996.
20. Il 24 marzo 2005, la parte richiedente ha fatto sapere che il procedimento ? sempre pendente dinnanzi al tribunale di Caltagirone.
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNI PERTINENTI
a) L’occupazione di emergenza di un terreno
21. In dritto italiano, il procedimento accelerato di espropriazione permette all’amministrazione di occupare un terreno e di costruire prima dell’espropriazione. Una volta dichiarato di utilit? pubblica il lavoro da realizzare ed adottato il progetto di costruzione, l’amministrazione pu? decretare l’occupazione di emergenza delle zone da espropriare per una durata determinata che non supera cinque anni, articolo 20 della legge no 865 del 1971. Questo decreto diventa nullo se l’occupazione materiale del terreno non ha luogo nei tre seguenti mesi la sua promulgazione. Prima della fine del periodo di occupazione autorizzata, un decreto di espropriazione formale deve essere preso.
22. L’occupazione autorizzata di un terreno d? diritto ad un’indennit? di occupazione. La Corte costituzionale ha riconosciuto, nella sua sentenza no 470 del 1990, un diritto di accesso immediato ad un tribunale ai fini di richiedere l’indennit? di occupazione appena il terreno ? occupato materialmente, senza bisogno di aspettare che l’amministrazione proceda ad un’offerta di indennizzo.
b) Il principio dell’espropriazione indiretta (“occupazione acquisitiva” o “accessione invertita”)
23. Negli anni 1970, parecchie amministrazioni locali procedettero ad occupazioni di emergenza di terreni che non furono seguite da decreti di espropriazione. Le giurisdizioni italiane si trovarono di fronte a casi in cui il proprietario di un terreno aveva perso di facto la disponibilit? di questo in ragione dell’occupazione e del compimento di lavori di costruzione di un lavoro pubblico. Restava da sapere se, semplicemente per effetto dei lavori effettuati, l’interessato aveva perso anche la propriet? terreno.
1. La giurisprudenza prima della sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
24. La giurisprudenza era molto divisa sul punto di sapere quale erano gli effetti della costruzione di un lavoro pubblico su un terreno occupato illegalmente. Per occupazione illegale, bisogna intendere un’occupazione illegale ab initio, o un’occupazione inizialmente autorizzata e diventata in seguito senza titolo, essendo stato annullato il titolo o proseguendo l’occupazione al di l? della scadenza autorizzata senza che un decreto di espropriazione fosse intervenuto.
25. Secondo una prima giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? terreno dopo il completamento del lavoro pubblico. Tuttavia, non poteva chiedere una rimessa in stato del terreno e poteva impegnare unicamente un’azione in danni ed interessi per occupazione abusiva, non sottoposta ad un termine di prescrizione poich? l’illegalit? derivante dall’occupazione era permanente. L’amministrazione poteva adottare in ogni momento una decisione formale di espropriazione; in questo caso, l’azione in danno-interessi si trasformava in controversia riguardante l’indennit? di espropriazione ed i danno-interessi erano dovuti solamente per il periodo anteriore al decreto di espropriazione per il non-godimento del terreno (vedere, tra altri, le sentenze della Corte di cassazione no 2341 del 1982, no 4741 di 1981, no 6452 e no 6308 del 1980).
26. Secondo una seconda giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? del terreno e poteva chiederne la rimessa in stato, quando l’amministrazione aveva agito senza che ci fosse stata utilit? pubblica (vedere, per esempio, Corte di cassazione, sentenza no 1578 del 1976, sentenza no 5679 del 1980).
27. Secondo una terza giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione perdeva automaticamente la propriet? terreno nel momento della trasformazione irreversibile del bene, ovvero nel momento del completamento del lavoro pubblico. L’interessato aveva il diritto di chiedere dei danno-interessi (vedere la sentenza no 3243 del 1979 della Corte di cassazione).
2. La sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
28. Con una sentenza del 16 febbraio 1983, la Corte di cassazione, deliberando in camere riunite, risolse il conflitto di giurisprudenza ed adott? la terza soluzione. Cos? fu consacrato il principio dell’espropriazione indiretta, accessione invertita od occupazione acquisitiva. In virt? di questo principio, il potere pubblico acquista ab origine la propriet? di un terreno senza procedere ad un’espropriazione formale quando, dopo l’occupazione del terreno, ed a prescindere dalla legalit? dell’occupazione, il lavoro pubblico ? stato realizzato. Quando l’occupazione ? ab initio senza titolo, il trasferimento di propriet? ha luogo nel momento del completamento del lavoro pubblico. Quando l’occupazione del terreno ? stata autorizzata inizialmente, il trasferimento di propriet? ha luogo alla scadenza del periodo di occupazione autorizzata. Nella stessa sentenza, la Corte di cassazione precis? che, in ogni caso di espropriazione indiretta, l’interessato ha diritto ad un risarcimento integrale, del terreno avendo avuto luogo senza titolo l’acquisizione. Questo risarcimento non ? versato tuttavia, automaticamente; incombe sull’interessato di richiedere dei danno-interessi. Inoltre, il diritto a risarcimento ? abbinato al termine di prescrizione contemplata in caso di responsabilit? da delitto, ovvero cinque anni, che cominciano a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
3. La giurisprudenza dopo la sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
a) La prescrizione
29. In un primo tempo, la giurisprudenza considerava che nessuno termine di prescrizione doveva applicarsi, poich? l’occupazione senza titolo del terreno costituiva un atto illegale continuo. La Corte di cassazione, nella sua sentenza no 1464 del 1983, afferm? che il diritto a risarcimento era sottoposto ad un termine di prescrizione di cinque anni. In seguito, la prima sezione della Corte di cassazione afferm? che un termine di prescrizione di dieci anni doveva applicarsi, sentenze no 7952 di 1991 e no 10979 del 1992. Con una sentenza del 22 novembre 1992, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha troncato definitivamente la questione, stimando che il termine di prescrizione ? di cinque anni e che comincia a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
b) La sentenza no 188 del 1995 della Corte costituzionale
30. In questa sentenza, la Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione il principio dell’espropriazione indiretta, nella misura in cui questo principio si ? radicato in una disposizione legislativa, ovvero l’articolo 2043 del codice civile che regola la responsabilit? da delitto. Secondo questa sentenza, il fatto che l’amministrazione diventi proprietaria di un terreno traendo utile dal suo comportamento illegale non d? nessun problemi sul piano costituzionale, poich? l’interesse pubblico, ovvero la conservazione del lavoro pubblico, prevale sull’interesse dell’individuo, e dunque sul diritto di propriet? di questo ultimo. La Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione l’applicazione all’azione in risarcimento del termine di prescrizione di cinque anni, come previsto dall’articolo 2043 del codice civile per responsabilit? da delitto.
c) Caso di mancata applicazione del principio dell’espropriazione indiretta
31. Gli sviluppi della giurisprudenza mostrano che il meccanismo con il quale la costruzione di un lavoro pubblico provoca il trasferimento di propriet? del terreno a favore dell’amministrazione conosce delle eccezioni.
32. Nella sua sentenza no 874 del 1996, il Consiglio di stato ha affermato che non c’? espropriazione indiretta quando le decisioni dell’amministrazione ed il decreto di occupazione di emergenza sono state annullate dalle giurisdizioni amministrative; se cos? non fosse, la decisione giudiziale sarebbe svuotata di sostanza.
33. Nella sua sentenza no 1907 del 1997, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha affermato che l’amministrazione non diventa proprietaria di un terreno quando le decisioni che ha adottato e la dichiarazione di utilit? pubblica devono essere considerat4 come nulli ab initio. In questo caso, l’interessato mantiene la propriet? dal terreno e pu? chiedere la restitutio in integrum. Pu?, come alternativa, chiedere dei danno-interessi. L’illegalit? in questi casi ha un carattere permanente e nessuno termine di prescrizione viene applicato.
34. Nella sentenza no 6515 del 1997, la Corte di cassazione deliberanodo in camere riunite ha affermato che non c’? trasferimento di propriet? quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata dalle giurisdizioni amministrative. In questo caso, il principio dell’espropriazione indiretta non si applica dunque. L’interessato mantenendo la propriet? dal terreno, ha la possibilit? di chiedere la restitutio in integrum. L’introduzione di una domanda in danno-interessi provoca una rinuncia alla restitutio in integrum. Il termine di prescrizione di cinque anni comincia a decorrere dal momento in cui la decisione del giudice amministrativo diventa definitiva.
35. Nella sentenza no 148 del 1998, la prima sezione della Corte di cassazione ha seguito la giurisprudenza delle camere riunite e ha affermato che il trasferimento di propriet? per effetto dell’espropriazione indiretta non ha luogo quando la dichiarazione di utilit? pubblica alla quale il progetto di costruzione era abbinato ? stata considerata come invalida ab initio.
36. Nella sentenza no 5902 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite ha riaffermato che non c’? trasferimento di propriet? in mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica valida.
37. Conviene confrontare questa giurisprudenza con la legge no 458 del 1988 e col Repertorio delle disposizioni sull’espropriazione, entrati in vigore il 30 giugno 2003(vedere paragrafi 47-48 sotto).
4. La legge no458 del 27 ottobre 1988
38. Ai termini dell’articolo 3 di questa legge, “Il proprietario di un terreno, utilizzato per la costruzione di edifici pubblici e di case popolari, ha diritto al risarcimento del danno subito, in seguito ad un’espropriazione dichiarata illegale tramite una decisione passata in forza di cosa giudicata, ma non pu? pretendere alla restituzione del suo bene. Ha anche dritto, ne pi? del risarcimento del danno, alle somme dovute in ragione del deprezzamento monetario ed a queste menzionate all’articolo 1224 ? 2 del codice civile e questo a contare dal giorno dell’occupazione illegale.”
39. Interpretando l’articolo 3 della legge di 1988, la Corte costituzionale, nella sua sentenza del 12 luglio 1990 (n? 384), ha considerato: “Con la disposizione attaccata, il legislatore, tra gli interessi dei proprietari dei terreni – ottenere in caso di espropriazione illegale la restituzione dei terreni – e l’interesse pubblico – concretizzato dalla destinazione di questi beni alle finalit? di costruzioni residenziali pubbliche alle condizioni favorevoli o convenzionate – ha dato la precedenza a questo ultimo interesse.”
5. L’importo del risarcimento in caso di espropriazione indiretta
40. Secondo la giurisprudenza di 1983 della Corte di cassazione in materia di espropriazione indiretta, un risarcimento integrale del danno subito, sotto forma di danno-interessi per la perdita del terreno, era dovuta all’interessato in compenso della perdita di propriet? che provoca l’occupazione illegale.
41. La legge di bilancio del 1992, articolo 5 bis della decreto-legge no 333 del 11 luglio 1992, modific? questa giurisprudenza, nel senso che l’importo dovuto in caso di espropriazione indiretta non poteva superare l’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale. Con la sentenza no 369 del 1996, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale questa disposizione.
42. In virt? della legge di bilancio no 662 del 1996 che segu? la disposizione dichiarata incostituzionale, l’indennizzo integrale non poteva essere accordato per un’occupazione di terreno che aveva avuto luogo prima del 30 settembre 1996. In questa ottica, l’indennizzo equivaleva all’importo dell’indennit? contemplata nel caso di un’espropriazione formale, nell’ipotesi pi? favorevole al proprietario, mediante un aumento del 10%.
43. Con la sentenza no 148 del 30 aprile 1999, la Corte costituzionale ha giudicato simile indennit? compatibile con la Costituzione. Tuttavia, nella stessa sentenza, la Corte ha precisato che un’indennit? integrale, a concorrenza del valore venale del terreno, pu? essere richiesta quando l’occupazione e la privazione del terreno non hanno avuto luogo a causa di utilit? pubblica.
6. La giurisprudenza dopo le sentenze della Corte del 30 maggio 2000 nelle cause Belvedere Alberghiera e Carbonara e Ventura
44. Con le sentenze no 5902 e 6853 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite si ? pronunciata di nuovo sul principio dell’espropriazione indiretta, facendo riferimento alle due sentenze precitate della Corte.
45. Alla vista della constatazione di violazione dell’articolo 1 del protocollo no 1 nelle cause sopra, la Corte di cassazione ha affermato che il principio dell’espropriazione indiretta sostiene un ruolo importante nella cornice del sistema giuridico italiano e che ? compatibile con la Convenzione.
46. Pi? specificamente, la Corte di cassazione-dopo avere analizzato la storia del principio dell’espropriazione indiretta – ha detto che in materia dell’uniformit? della giurisprudenza, il principio dell’espropriazione indiretta deve essere considerato come pienamente “prevedibile” a contare del 1983. Per questo fatto, l’espropriazione indiretta deve essere considerata come rispettosa del principio di legalit?. In quanto alle occupazioni di terreno che hanno luogo senza dichiarazione di utilit? pubblica, la Corte di cassazione ha affermato che queste non sono atte a trasferire la propriet? del bene allo stato. In quanto all’indennizzo, la Corte di cassazione ha affermato che, anche se ? inferiore al danno subito dall’interessato, ed in particolare al valore del terreno, l’indennizzo dovuto in caso di espropriazione indiretta ? sufficiente per garantire un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo.
47. Investito di un ricorso in esecuzione di una decisione giudiziale definitiva che annulla la dichiarazione di utilit? pubblica riguardante un procedimento di espropriazione, vista la domanda della parte richiesta che tende ad ottenere la restituzione del terreno occupato e trasformato nel frattempo, il Consiglio di stato, nella sua sentenza no 2/2005 del 29 aprile 2005 resa in seduta plenaria, si ? pronunciato sul punto di sapere se la trasformazione irreversibile di suddetto terreno in seguito alla costruzione del lavoro “pubblico” poteva costituire una ragione di diritto che impedisce la restituzione del terreno. Il Consiglio di stato ha risposto negativamente. Ci? facendo, ha:
a) riconosciuto che il principio giurisprudenziale dell’espropriazione indiretta ? inadempiente in quanto al bisogno di sicurezza giuridica, per ci? che riguarda tra altri il punto di sapere in quale data il lavoro pubblico deve essere considerato come “realizzato” e dunque in quale data ci sia stato trasferimento di propriet? a favore dello stato;
b) reso omaggio alla giurisprudenza della Corte, ed in particolare alla sentenza Belvedere Alberghiera Srl c. Italia, affermando che, a fronte di una domanda di restituzione di un bene illegalmente occupato e trasformato, il lavoro realizzato dalle autorit? pubbliche non pu?, in quanto tale, costituire un ostacolo assoluto alla restituzione,;
c) interpretato l’articolo 43 del Repertorio, paragrafo 46 sotto, nel senso in cui la non-restituzione di un terreno pu? essere ammessa solamente in casi eccezionali, ovvero quando l’amministrazione invoca un interesse pubblico particolarmente contrassegnato dalla conservazione del lavoro;
d) affermato, in questo contesto, che l’espropriazione indiretta non potrebbe costituire un’alternativa (“una mera alternativa”) ad un procedimento di espropriazione in buona e dovuta forma.
7. Il Repertorio delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione a causa di utilit? pubblica, qui di seguito “il Repertorio,
48. Il 30 giugno 2003 ? entrato in vigore il Decreto Presidenziale no 327 del 8 giugno 2001, modificato dal Decreto legislativo no 302 del 27 dicembre 2002, e che regola il procedimento di espropriazione. Il Repertorio codifica le disposizioni e la giurisprudenza esistenti in materia. In particolare, codifica il principio dell’espropriazione indiretta. Il Repertorio che non si applica ai casi di occupazione sopraggiunti anteriormente al 1996 e non si applica dunque nello specifico, si ? sostituito, a partire dalla sua entrata in vigore, all’insieme della legislazione di espropriazione della giurisprudenza precedente in materia.
49. Al suo articolo 43, il Repertorio contempla che in mancanza di un decreto di espropriazione, o in mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, un terreno trasformato in seguito alla realizzazione di un lavoro pubblico ? acquisito al patrimonio dell’autorit? che l’ha trasformato; dei danno-interessi sono accordati in compenso. L’autorit? pu? acquisire un bene anche quando o il piano di urbanistica o la dichiarazione di utilit? pubblica sono stati annullati. Il proprietario pu? chiedere al giudice la restituzione del terreno. L’autorit? in causa si pu? opporre. Quando il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno, il proprietario ha diritto ad un risarcimento.

IN DIRITTO
I. SULL’ECCEZIONE PRELIMINARE DEL GOVERNO
50. Nelle sue osservazioni sul merito, il Governo ha sollevato un’eccezione di non-esaurimento delle vie di ricorso interne, al motivo che il procedimento interno ? ancora pendente dinnanzi al tribunale di Caltagirone.
51. A questo riguardo, il Governo arguisce in particolare che, nel caso in cui la Corte anticipasse il giudizio delle giurisdizioni interne, il risultato sarebbe un conflitto potenziale di giudizi che riconoscono due somme ai richiedenti allo stesso titolo. Una simile situazione costituirebbe una violazione del principio di sussidiariet?.
52. I richiedenti si oppongono a questa eccezione, facendo valere che non sono stati indennizzati ancora per la perdita del loro terreno.
53. La Corte ricorda che ai termini dell’articolo 55 del suo ordinamento, “Se la Parte contraente convenuta intende sollevare un’eccezione di inammissibilit?, deve farlo, per quanto la natura dell’eccezione e le circostanze lo permettono, nelle osservazioni scritte od orali sull’ammissibilit? della richiesta .” Ora, risulta dalla pratica che questa condizione non si trova assolta nello specifico. C’? dunque decadenza. Segue che l’eccezione non potrebbe essere considerata.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
54. I richiedenti adducono essere stati privati del loro terreno per effetto dell’occupazione di questo e della costruzione del lavoro pubblico, in mancanza di un decreto di espropriazione e di indennizzo. Secondo essi, questa situazione ha recato offesa al loro diritto al rispetto dei loro beni garantiti all’articolo 1 del Protocollo no 1, cos? redatto,:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Tesi sul merito difeso dinnanzi alla Corte
1. I richiedenti
55. I richiedenti fanno osservare che hanno perso la disponibilit? del loro terreno nel 1979, o a partire dal momento in cui il terreno ? stato occupato materialmente, e questa situazione ? diventata definitiva col completamento dei lavori nel 1980 e 1985, malgrado l’inadempienza da parte dell’amministrazione degli obblighi derivanti dall’accordo di cessione volontaria del terreno. I richiedenti considerano che, in queste circostanze, sono stati privati del loro bene e hanno sottolineato l’illegalit? di questa situazione, in mancanza di un decreto di espropriazione.
56. In quanto al procedimento impegnato nel 1987 dinnanzi alle giurisdizioni civili, questo ? sempre pendente. Non hanno ottenuto cos?, ancora una decisione che delibera definitivamente sulla situazione denunciata e sul loro diritto al risarcimento. In mancanza di un giudizio definitivo, questa situazione si analizza in una situazione di illegalit? continua, sorgente di incertezza ed imprevedibilit?. A questo riguardo, i richiedenti fanno valere che il principio giurisprudenziale dell’espropriazione indiretta non pu? essere considerato in quanto tale “previsto dalla legge.” L’illegalit? commessa dall’amministrazione non costituisce quindi, solamente una trasgressione alle regole che presiedono al procedimento amministrativo, ma anche una violazione sostanziale del loro diritto di propriet?.
57. In quanto al risarcimento i richiedenti adducono che non potranno ricevere in ogni caso che un’indennit? largamente inferiore al danno subito, considerando la legge di bilancio no 662 del 1996.
2. Il Governo
58. Il Governo ammette che il procedimento di espropriazione non ? stato messo in opera nei termini previsti dalla legge, nella misura in cui nessun decreto di espropriazione ? stato adottato ed il criterio dell’utilit? pubblica non ? soddisfatto, tenuto conto della risoluzione dell’accordo di cessione volontaria concluso tra i richiedenti e l’amministrazione.
59. A difetto di un tale decreto di espropriazione e dell’utilit? pubblica, i richiedenti sarebbero stati ad ogni modo privati del loro bene per effetto della costruzione del lavoro pubblico e della trasformazione irreversibile del terreno che questo ultimo ha provocato. Questa privazione di bene, secondo il Governo, ? solamente la conseguenza del principio dell’espropriazione indiretta, che le giurisdizioni nazionali devono applicare.
60. Il Governo sostiene che questa situazione ? conforme all’articolo 1 del Protocollo no 1. A questo riguardo, fa valere che il giusto equilibrio sarebbe rispettato. In compenso delle irregolarit? commesse dall’amministrazione ed in particolare della mancanza di utilit? pubblica, i richiedenti avrebbero diritto ad un’indennit? corrispondente al valore venale del terreno difatti, conformemente alla giurisprudenza in materia della Corte di cassazione.
61. Il Governo ricorda che la Corte, nella sua sentenza Zubani c. Italia, sentenza del 7 agosto 1996, Raccolta 1996-IV, ?? 45-46, aveva esaminato una causa di espropriazione indiretta dal punto di vista del giusto equilibrio, stimando che, per ci? che riguardava la legge in quanto tale, “la scelta legislativa che mira a privilegiare l’interesse della collettivit? nel caso di espropriazioni o di occupazioni illegali di terreni ? ragionevole: l’indennizzo integrale dei danni subiti dai proprietari riguardati costituisce un risarcimento sufficiente… “, Zubani c. Italia, precitato, ? 49.
62. Alla luce di queste considerazioni, il Governo conclude che la situazione denunciata ? compatibile con l’articolo 1 del Protocollo no 1.
B. Sull’osservazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1
63. Le parti si accordano per dire che c’? stata “privazione di propriet?.”
64. Per i richiedenti vi ? stata perdita di disponibilit? totale del terreno senza decreto di espropriazione n? indennizzo cos? che si ritorna in sostanza ad un’espropriazione di fatto.
65. Per il Governo, i richiedenti devono considerarsi come essendo stati privati del loro bene a partire dal momento in cui questo ? stato trasformato irreversibilmente, o, in ogni caso, a partire dal momento che sar? considerato dal tribunale di Caltagirone come momento di trasferimento di propriet?.
66. La Corte ricorda che, per determinare se c’? stata privazione di beni al senso della seconda frase del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1, bisogna esaminare non solo se ci sono state spodestamento o espropriazione formale, ma ancora guardare al di l? delle apparenze ed analizzare la realt? della situazione controversa. Mirando la Convenzione a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa ricercare se suddetta situazione equivaleva ad un’espropriazione di fatto (Sporrong e L?nnroth c. Svezia, sentenza del 23 settembre 1982, serie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
67. Ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 esige, innanzitutto e soprattutto, che un’ingerenza dell’autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legale. La preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? inerente all’insieme degli articoli della Convenzione (Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II). Il principio di legalit? notifica l’esistenza di norme di diritto interno sufficientemente accessibili, precise e prevedibili (Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, serie A no 296-a, pp. 19 – 20, ? 42, e Lithgow ed altri c. Regno Unito, sentenza del 8 luglio 1986, serie A no 102, p. 47, ? 110).
68. La Corte resta convinta che l’esistenza, in quanto tale, di una base legale non basta a soddisfare il principio di legalit? e stima utile di propendersi sulla questione della qualit? della legge.
69. La Corte prende nota dell’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all’elaborazione del principio dell’espropriazione indiretta. Rileva anche che questo principio ? stato trasposto nei testi di legge, come la legge no 458 del 1988, e, ultimamente, nel Repertorio delle disposizioni in materia di espropriazione. Essendo cos?, la Corte non perde di vista le applicazioni contraddittorie rilevate nella cronostoria della giurisprudenza, e nota anche delle contraddizioni tra la giurisprudenza ed i suddetti testi di legge scritta. Questo punto di vista ? stato adottato dal Consiglio di stato del resto, paragrafo 47 sopra che, nella sua sentenza no 2 di 2005 resa in seduta plenaria, ha riconosciuto che il principio giurisprudenziale dell’espropriazione indiretta non ha mai dato adito a regolamentazione stabile, completa e prevedibile.
70. Inoltre, la Corte constata che, in ogni caso, l’espropriazione indiretta tende ad interinare una situazione che deriva di fatto dalle illegalit? commesse dall’amministrazione, tende a regolare le conseguenze per l’individuo e l’amministrazione, e permette a questa ultima di trarre vantaggio dal suo comportamento illegale. Che sia in virt? di un principio giurisprudenziale o di un testo di legge come l’articolo 43 del Repertorio, l’espropriazione indiretta non potrebbe dunque costituire un’alternativa ad un’espropriazione in buona e dovuta forma (vedere, su questo punto anche, la posizione del Consiglio di stato, al paragrafo 47 sopra.
71. Ad ogni modo, la Corte ? chiamata a verificare se il modo in cui il diritto interno ? interpretato ed applicato produce degli effetti conformi ai principi della Convenzione.
72. La Corte constata che nello specifico i richiedenti hanno perso la disponibilit? del terreno che ? stato occupato nel 1979 e che ? stato trasformato in modo irreversibile nel 1980 e 1985. Secondo il tribunale di Caltagirone, l’occupazione ? senza titolo in ragione della risoluzione dell’accordo di cessione volontaria ed i richiedenti sono stati privati del loro terreno in ragione della sua trasformazione irreversibile. Il procedimento ? sempre pendente dinnanzi al tribunale di Caltagirone.
73. A difetto di un atto formale di trasferimento di propriet?, ed in mancanza di un giudizio nazionale dichiarante che un simile trasferimento deve considerarsi come avendo avuto luogo, Carbonara e Ventura c. Italia, precitata, ? 80, e chiarendo una volta per tutte le circostanze esatte da questo, la Corte stima che la perdita di ogni disponibilit? del terreno in causa, combinata con l’impossibilit? fino ad ora di ovviare alla situazione incriminata ha generato delle conseguenze abbastanza gravi per le quali i richiedenti hanno subito un’espropriazione di fatto incompatibile col loro diritto al rispetto dei loro beni (sentenza Papamichalopoulos ed altri c. Grecia, sentenza del 24 giugno 1993, serie A no 260-B, ? 45) e non conforme al principio di preminenza del diritto.
74. In conclusione, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
III. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
75. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente permette di cancellare solo imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
76. I richiedenti sollecitano da prima il versamento di un’indennit? di 3 103 110,14 EUR a titolo di danno materiale per la perdita del terreno, somma che risulta dalla differenza tra il valore del terreno, rivalutato ed indicizzato di un tasso di interesse uguale a quello dei “titoli azionari di stato” (“Bot”), e la somma, rivalutata ed abbinata ad interessi, che potrebbero percepire eventualmente al meglio a titolo di indennizzo sul piano nazionale, nel caso in cui il tribunale accogliesse la loro domanda.
77. Inoltre, i richiedenti chiedevano il versamento di un’indennit? di 600 000 EUR a titolo di danno morale.
78. Infine, i richiedenti chiedono la somma di 121 474,81 EUR, a titolo di rimborso degli oneri incorsi dinnanzi alla Corte.
79. Al primo colpo, il Governo fa osservare che in mancanza di un giudizio nazionale, non ? lecito per la Corte di procedere alla valutazione del danno materiale e morale.
80. In quanto al danno materiale, il Governo contesta le modalit? di calcolo del danno materiale adoperato nelle sentenze Carbonara e Ventura c. Italia, Carbonara e Ventura c. Italia, precitata e Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italia, Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italia, precitata), al motivo che la rivalutazione del terreno non dovrebbe essere presa in conto per calcolare l’importo dell’indennizzo. Ad ogni modo, il Governo stima che la somma chiesta dai richiedenti sia eccessiva e non ? giustificata alla luce delle circostanze dello specifico.
81. In quanto al danno morale, il Governo fa valere che questo dipende dalla durata eccessiva del procedimento dinnanzi alle giurisdizioni nazionali. Di conseguenza, il Governo sostiene che il versamento di una qualsiasi somma a titolo di indennizzo del danno morale sia subordinato all’esaurimento del rimedio Pinto.
82. Infine, in quanto agli oneri del procedimento a Strasburgo, il Governo sostiene che i richiedenti hanno quantificato questi in modo vago ed impreciso.
83. La Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trova in stato. Perci?, la riserva e fisser? il procedimento ulteriore, tenuto conto della possibilit? che il Governo ed i richiedenti giungano ad un accordo.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Respinge l’eccezione preliminare del Governo;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
3. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trova in stato; perci?,
a,) la riserva per intero;
b) invita il Governo ed i richiedenti ad indirizzarle per iscritto, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva il procedimento ulteriore e delega al presidente della camera la cura di fissarlo all’occorrenza.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 13 ottobre 2005 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
S?ren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Exception pr?liminaire rejet?e (forclusion) ; Violation de P1-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
PREMI?RE SECTION
AFFAIRE LA ROSA ET ALBA c. ITALIE (No 4)
(Requ?te no 63238/00)
ARR?T
STRASBOURG
13 octobre 2005
D?FINITIF
13/01/2006
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l’article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l’affaire La Rosa et Alba c. Italie (n o 4),
La Cour europ?enne des Droits de l’Homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
MM. C.L. Rozakis, pr?sident,
P. Lorenzen,
Mmes N. Vajic,
S. Botoucharova,
M. V. Zagrebelsky,
Mme E. Steiner,
MM. K. Hajiyev, juges,
et de M. S. Nielsen, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 22 septembre 2005,
Rend l’arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l’origine de l’affaire se trouve une requ?te (no 63238/00) dirig?e contre la R?publique italienne et dont quatre ressortissants de cet Etat, M. M L. R., M. V. A., Mme M L. R. et M V. L. R. (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour le 30 mars 2000 en vertu de l’article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l’Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?). Le quatri?me requ?rant est d?c?d? le 2 janvier 2005. Par une lettre du 11 mars 2005, M. N. L. R. a inform? le Greffe de ce qu’il avait h?rit? du quatri?me requ?rant et qu’il souhaitait se constituer dans la proc?dure devant la Cour.
2. Les requ?rants sont repr?sent?s par Me A. A. A., avocat ? Caltagirone (Catane). Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par ses agents successifs, respectivement MM. U Leanza et I. M. Braguglia, par ses coagents successifs, respectivement MM. V. Esposito et F. Crisafulli, et par son coagent adjoint, M. N. Lettieri.
3. Les requ?rants all?guaient en particulier une atteinte injustifi?e ? leur droit au respect de leurs biens.
4. La requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section de la Cour (article 52 ? 1 du r?glement). Au sein de celle-ci, la chambre charg?e d’examiner l’affaire (article 27 ? 1 de la Convention) a ?t? constitu?e conform?ment ? l’article 26 ? 1 du r?glement.
5. Par une d?cision du 29 avril 2004, la chambre a d?clar? la requ?te recevable.
6. Tant les requ?rants que le Gouvernement ont d?pos? des observations ?crites sur le fond de l’affaire (article 59 ? 1 du r?glement).
7. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section ainsi remani?e (article 52 ? 1).
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L’ESP?CE
8. Les requ?rants sont n?s respectivement en 1925, 1927, 1922 et 1920. Ils r?sident respectivement ? Caltagirone et Rome.
9. Les requ?rants ?taient propri?taires d’un terrain constructible de 16 710 m?tres carr?s sis ? Caltagirone et enregistr? au cadastre, feuille 139, parcelles 22, 24, 43, 123, 212, 276, 277, 278 et 281.
10. Le 28 juillet 1979, le conseil municipal de Caltagirone approuva le projet d’acquisition du terrain des requ?rants en vue d’y effectuer des travaux d’urbanisation.
11. Le 27 septembre 1979, les requ?rants et le maire de Caltagirone sign?rent un accord de cession volontaire du terrain, sous r?serve du paiement d’une indemnit? de 69 300 000 ITL, et la municipalit? proc?da ? l’occupation mat?rielle dudit terrain.
12. Le 8 ao?t 1980, le conseil municipal de Caltagirone versa aux requ?rants la somme de 11 653 680 ITL au titre d’acompte sur l’indemnit? d’expropriation.
13. Par un acte d’assignation notifi? le 25 mars 1987, les requ?rants introduisirent une action en dommages-int?r?ts ? l’encontre de la ville de Caltagirone devant le tribunal de Caltagirone.
14. Ils faisaient valoir que l’occupation du terrain ?tait ill?gale car la municipalit? n’avait pas fait suite ? l’accord du 27 septembre 1979. Par cons?quent, ils demandaient en voie principale la r?solution du contrat, la restitution du terrain et le versement d’une indemnit? d’occupation ; par voie subsidiaire, ils demandaient des dommages-int?r?ts ? concurrence de la valeur v?nale du terrain, ainsi qu’une indemnit? en faveur du tiers qui ?tait locataire du terrain au moment de l’occupation.
15. La mise en ?tat de l’affaire commen?a le 19 novembre 1987.
16. Le 8 mai 1991, une premi?re expertise fut d?pos?e au greffe. Selon l’expert, l’occupation mat?rielle avait ?t? effectu?e sur une partie seulement du terrain, ? savoir 9 704 m?tres carr?s, et la transformation irr?versible de cette partie du terrain avait eu lieu en deux ?tapes. Notamment, la transformation d’un premier lot de 4 770,85 m?tres carr?s avait eu lieu le 7 juillet 1980, alors que la transformation d’un deuxi?me lot de 4 933,15 m?tres carr?s avait eu lieu le 4 mai 1985. L’expert ?valua ? 143 910 000 ITL, soit environ 30 000 ITL le m?tre carr?, la valeur v?nale du premier lot en 1980 et ? 284 250 000 ITL, soit environ 57 600 ITL le m?tre carr?, la valeur v?nale du deuxi?me lot en 1985.
17. Au cours du proc?s, deux compl?ments d’expertise furent d?pos?s au greffe respectivement les 1er avril 1994 et 9 avril 1999. Par le deuxi?me compl?ment d’expertise, l’expert ?valua ? 81 173 632,16 ITL et 159 080 225,31 ITL le montant de l’indemnit? d’expropriation due aux requ?rants en ce qui concerne respectivement le premier et le deuxi?me lot aux termes de la loi no 662 de 1996, entre-temps entr?e en vigueur.
18. Par une d?cision partielle du 18 avril 2001, le tribunal d?clara la r?solution du contrat en raison de l’inex?cution de celui-ci de la part de l’administration et constata que le terrain, qui avait ?t? occup? de mani?re ill?gale, avait ?t? en tout ?tat de cause irr?versiblement transform? par la r?alisation de l’ouvrage public. A la lumi?re de ces consid?rations, le tribunal d?clara que les requ?rants avaient droit ? un d?dommagement et ordonna la continuation du proc?s et une nouvelle expertise afin de calculer le montant de celui-ci.
19. Le 23 septembre 2002, la nouvelle expertise fut d?pos?e au greffe. Selon l’expert, la partie du terrain qui avait ?t? occup?e par la municipalit? ?tait de 12 524 m?tres carr?s. L’expert ?valua ? 56,46 EUR le m?tre carr? la valeur v?nale du terrain et ? environ 31 EUR le m?tre carr? le montant de l’indemnit? calcul?e aux termes de la loi no 662 de 1996.
20. Le 24 mars 2005, la partie requ?rante a fait savoir que la proc?dure est toujours pendante devant le tribunal de Caltagirone.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
a) L’occupation d’urgence d’un terrain
21. En droit italien, la proc?dure acc?l?r?e d’expropriation permet ? l’administration d’occuper un terrain et d’y construire avant l’expropriation. Une fois l’ouvrage ? r?aliser d?clar? d’utilit? publique et le projet de construction adopt?, l’administration peut d?cr?ter l’occupation d’urgence des zones ? exproprier pour une dur?e d?termin?e n’exc?dant pas cinq ans (article 20 de la loi no 865 de 1971). Ce d?cret devient caduc si l’occupation mat?rielle du terrain n’a pas lieu dans les trois mois suivant sa promulgation. Avant la fin de la p?riode d’occupation autoris?e, un d?cret d’expropriation formelle doit ?tre pris.
22. L’occupation autoris?e d’un terrain donne droit ? une indemnit? d’occupation. La Cour constitutionnelle a reconnu, dans son arr?t no 470 de 1990, un droit d’acc?s imm?diat ? un tribunal aux fins de r?clamer l’indemnit? d’occupation d?s que le terrain est mat?riellement occup?, sans besoin d’attendre que l’administration proc?de ? une offre d’indemnisation.
b) Le principe de l’expropriation indirecte (? occupazione acquisitiva ? ou ? accessione invertita ?)
23. Dans les ann?es 1970, plusieurs administrations locales proc?d?rent ? des occupations d’urgence de terrains qui ne furent pas suivies de d?crets d’expropriation. Les juridictions italiennes se trouv?rent confront?es ? des cas o? le propri?taire d’un terrain avait perdu de facto la disponibilit? de celui-ci en raison de l’occupation et de l’accomplissement de travaux de construction d’un ouvrage public. Restait ? savoir si, simplement par l’effet des travaux effectu?s, l’int?ress? avait perdu ?galement la propri?t? du terrain.
1. La jurisprudence avant l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
24. La jurisprudence ?tait tr?s partag?e sur le point de savoir quels ?taient les effets de la construction d’un ouvrage public sur un terrain occup? ill?galement. Par occupation ill?gale, il faut entendre une occupation ill?gale ab initio, ou bien une occupation initialement autoris?e et devenue sans titre par la suite, le titre ?tant annul? ou bien l’occupation se poursuivant au-del? de l’?ch?ance autoris?e sans qu’un d?cret d’expropriation ne soit intervenu.
25. Selon une premi?re jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain apr?s l’ach?vement de l’ouvrage public. Toutefois, il ne pouvait pas demander une remise en l’?tat du terrain et pouvait uniquement engager une action en dommages et int?r?ts pour occupation abusive, non soumise ? un d?lai de prescription puisque l’ill?galit? d?coulant de l’occupation ?tait permanente. L’administration pouvait ? tout moment adopter une d?cision formelle d’expropriation ; dans ce cas, l’action en dommages-int?r?ts se transformait en litige portant sur l’indemnit? d’expropriation et les dommages-int?r?ts n’?taient dus que pour la p?riode ant?rieure au d?cret d’expropriation pour la non-jouissance du terrain (voir, entre autres, les arr?ts de la Cour de cassation no 2341 de 1982, no 4741 de 1981, no 6452 et no 6308 de 1980).
26. Selon une deuxi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain et pouvait demander la remise en l’?tat, lorsque l’administration avait agi sans qu’il y ait utilit? publique (voir, par exemple, Cour de cassation, arr?t no 1578 de 1976, arr?t no 5679 de 1980).
27. Selon une troisi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration perdait automatiquement la propri?t? du terrain au moment de la transformation irr?versible du bien, ? savoir au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. L’int?ress? avait le droit de demander des dommages-int?r?ts (voir l’arr?t no 3243 de 1979 de la Cour de cassation).
2. L’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
28. Par un arr?t du 16 f?vrier 1983, la Cour de cassation, statuant en chambres r?unies, r?solut le conflit de jurisprudence et adopta la troisi?me solution. Ainsi fut consacr? le principe de l’expropriation indirecte (accessione invertita ou occupazione acquisitiva). En vertu de ce principe, la puissance publique acquiert ab origine la propri?t? d’un terrain sans proc?der ? une expropriation formelle lorsque, apr?s l’occupation du terrain, et ind?pendamment de la l?galit? de l’occupation, l’ouvrage public a ?t? r?alis?. Lorsque l’occupation est ab initio sans titre, le transfert de propri?t? a lieu au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. Lorsque l’occupation du terrain a initialement ?t? autoris?e, le transfert de propri?t? a lieu ? l’?ch?ance de la p?riode d’occupation autoris?e. Dans le m?me arr?t, la Cour de cassation pr?cisa que, dans tous les cas d’expropriation indirecte, l’int?ress? a droit ? une r?paration int?grale, l’acquisition du terrain ayant eu lieu sans titre. Toutefois, cette r?paration n’est pas vers?e automatiquement ; il incombe ? l’int?ress? de r?clamer des dommages-int?r?ts. En outre, le droit ? r?paration est assorti du d?lai de prescription pr?vu en cas de responsabilit? d?lictuelle, ? savoir cinq ans, commen?ant ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.
3. La jurisprudence apr?s l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
a) La prescription
29. Dans un premier temps, la jurisprudence consid?rait qu’aucun d?lai de prescription ne trouvait ? s’appliquer, puisque l’occupation sans titre du terrain constituait un acte ill?gal continu. La Cour de cassation, dans son arr?t no 1464 de 1983, affirma que le droit ? r?paration ?tait soumis ? un d?lai de prescription de cinq ans. Par la suite, la premi?re section de la Cour de cassation affirma qu’un d?lai de prescription de dix ans devait s’appliquer (arr?ts no 7952 de 1991 et no 10979 de 1992). Par un arr?t du 22 novembre 1992, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a d?finitivement tranch? la question, estimant que le d?lai de prescription est de cinq ans et qu’il commence ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.
b) L’arr?t no 188 de 1995 de la Cour constitutionnelle
30. Dans cet arr?t, la Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution le principe de l’expropriation indirecte, dans la mesure o? ce principe est ancr? dans une disposition l?gislative, ? savoir l’article 2043 du code civil r?gissant la responsabilit? d?lictuelle. Selon cet arr?t, le fait que l’administration devienne propri?taire d’un terrain en tirant b?n?fice de son comportement ill?gal ne pose aucun probl?me sur le plan constitutionnel, puisque l’int?r?t public, ? savoir la conservation de l’ouvrage public, l’emporte sur l’int?r?t du particulier, et donc sur le droit de propri?t? de ce dernier. La Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution l’application ? l’action en r?paration du d?lai de prescription de cinq ans, tel que pr?vu par l’article 2043 du code civil pour responsabilit? d?lictuelle.
c) Cas de non-application du principe de l’expropriation indirecte
31. Les d?veloppements de la jurisprudence montrent que le m?canisme par lequel la construction d’un ouvrage public entra?ne le transfert de propri?t? du terrain au b?n?fice de l’administration conna?t des exceptions.
32. Dans son arr?t no 874 de 1996, le Conseil d’Etat a affirm? qu’il n’y a pas d’expropriation indirecte lorsque les d?cisions de l’administration et le d?cret d’occupation d’urgence ont ?t? annul?s par les juridictions administratives ; si tel n’?tait pas le cas, la d?cision judiciaire serait vid?e de substance.
33. Dans son arr?t no 1907 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? que l’administration ne devient pas propri?taire d’un terrain lorsque les d?cisions qu’elle a adopt?es et la d?claration d’utilit? publique doivent ?tre consid?r?es comme nulles ab initio. Dans ce cas, l’int?ress? garde la propri?t? du terrain et peut demander la restitutio in integrum. Il peut, comme alternative, demander des dommages-int?r?ts. L’ill?galit? dans ces cas a un caract?re permanent et aucun d?lai de prescription ne trouve application.
34. Dans l’arr?t no 6515 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? lorsque la d?claration d’utilit? publique a ?t? annul?e par les juridictions administratives. Dans ce cas, le principe de l’expropriation indirecte ne trouve donc pas ? s’appliquer. L’int?ress?, qui garde la propri?t? du terrain, a la possibilit? de demander la restitutio in integrum. L’introduction d’une demande en dommages-int?r?ts entra?ne une renonciation ? la restitutio in integrum. Le d?lai de prescription de cinq ans commence ? courir au moment o? la d?cision du juge administratif devient d?finitive.
35. Dans l’arr?t no 148 de 1998, la premi?re section de la Cour de cassation a suivi la jurisprudence des chambres r?unies et affirm? que le transfert de propri?t? par effet de l’expropriation indirecte n’a pas lieu lorsque la d?claration d’utilit? publique ? laquelle le projet de construction ?tait assorti a ?t? consid?r?e comme invalide ab initio.
36. Dans l’arr?t no 5902 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies a r?affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? en l’absence de d?claration d’utilit? publique valide.
37. Il convient de comparer cette jurisprudence avec la loi no 458 de 1988 (voir paragraphes 38-39 ci-dessous) et avec le R?pertoire des dispositions sur l’expropriation, entr? en vigueur le 30 juin 2003 (voir paragraphes 47-48 ci-dessous).
4. La loi no458 du 27 octobre 1988
38. Aux termes de l’article 3 de cette loi, ? Le propri?taire d’un terrain, utilis? pour la construction de b?timents publics et de logements sociaux, a droit ? la r?paration du dommage subi, ? la suite d’une expropriation d?clar?e ill?gale par une d?cision pass?e en force de chose jug?e, mais ne peut pr?tendre ? la restitution de son bien. Il a ?galement droit, en plus de la r?paration du dommage, aux sommes dues en raison de la d?pr?ciation mon?taire et ? celles mentionn?es ? l’article 1224 ? 2 du code civil et ceci ? compter du jour de l’occupation ill?gale ?.
39. Interpr?tant l’article 3 de la loi de 1988, la Cour constitutionnelle, dans son arr?t du 12 juillet 1990 (n? 384), a consid?r? : ? Par la disposition attaqu?e, le l?gislateur, entre l’int?r?t des propri?taires des terrains – obtenir en cas d’expropriation ill?gale la restitution des terrains – et l’int?r?t public – concr?tis? par la destination de ces biens ? des finalit?s de constructions r?sidentielles publiques ? des conditions favorables ou conventionn?es – a donn? la priorit? ? ce dernier int?r?t ?.
5. Le montant de la r?paration en cas d’expropriation indirecte
40. Selon la jurisprudence de 1983 de la Cour de cassation en mati?re d’expropriation indirecte, une r?paration int?grale du pr?judice subi, sous forme de dommages-int?r?ts pour la perte du terrain, ?tait due ? l’int?ress? en contrepartie de la perte de propri?t? qu’entra?ne l’occupation ill?gale.
41. La loi budg?taire de 1992 (article 5 bis du d?cret-loi no 333 du 11 juillet 1992) modifia cette jurisprudence, dans le sens que le montant d? en cas d’expropriation indirecte ne pouvait d?passer le montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle. Par l’arr?t no 369 de 1996, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle cette disposition.
42. En vertu de la loi budg?taire no 662 de 1996, qui fit suite ? la disposition d?clar?e inconstitutionnelle, l’indemnisation int?grale ne peut ?tre accord?e pour une occupation de terrain ayant eu lieu avant le 30 septembre 1996. Dans cette optique, l’indemnisation ?quivaut au montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle, dans l’hypoth?se la plus favorable au propri?taire, moyennant une augmentation de 10 %.
43. Par l’arr?t no 148 du 30 avril 1999, la Cour constitutionnelle a jug? une telle indemnit? compatible avec la Constitution. Toutefois, dans le m?me arr?t, la Cour a pr?cis? qu’une indemnit? int?grale, ? concurrence de la valeur v?nale du terrain, peut ?tre r?clam?e lorsque l’occupation et la privation du terrain n’ont pas eu lieu pour cause d’utilit? publique.
6. La jurisprudence apr?s les arr?ts de la Cour du 30 mai 2000 dans les affaires Belvedere Alberghiera et Carbonara et Ventura
44. Par les arr?ts no 5902 et 6853 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies s’est ? nouveau prononc?e sur le principe de l’expropriation indirecte, en faisant r?f?rence aux deux arr?ts de la Cour pr?cit?s.
45. Au vu du constat de violation de l’article 1 du protocole no 1 dans les affaires ci-dessus, la Cour de cassation a affirm? que le principe de l’expropriation indirecte joue un r?le important dans le cadre du syst?me juridique italien et qu’il est compatible avec la Convention.
46. Plus sp?cifiquement, la Cour de cassation ? apr?s avoir analys? l’histoire du principe de l’expropriation indirecte – a dit qu’au vu de l’uniformit? de la jurisprudence en la mati?re, le principe de l’expropriation indirecte doit se consid?rer comme ?tant pleinement ? pr?visible ? ? compter de 1983. De ce fait, l’expropriation indirecte doit ?tre consid?r?e comme ?tant respectueuse du principe de l?galit?. S’agissant des occupations de terrain ayant lieu sans d?claration d’utilit? publique, la Cour de cassation a affirm? que celles-ci ne sont pas aptes ? transf?rer la propri?t? du bien ? l’Etat. Quant ? l’indemnisation, la Cour de cassation a affirm? que, m?me si elle est inf?rieure au pr?judice subi par l’int?ress?, et notamment ? la valeur du terrain, l’indemnisation due en cas d’expropriation indirecte est suffisante pour garantir un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l’int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l’individu.
47. Saisi d’un recours en ex?cution d’une d?cision judiciaire d?finitive annulant la d?claration d’utilit? publique concernant une proc?dure d’expropriation, vu la demande de la partie requ?rante tendant ? obtenir la restitution du terrain entre-temps occup? et transform?, le Conseil d’Etat, dans son arr?t no 2/2005 du 29 avril 2005 rendu en s?ance pl?ni?re, s’est prononc? sur le point de savoir si la transformation irr?versible dudit terrain ? la suite de la construction de l’ouvrage ? public ? pouvait constituer une raison de droit emp?chant la restitution du terrain. Le Conseil d’Etat a r?pondu par la n?gative. Ce faisant, il a :
a) reconnu que le principe jurisprudentiel de l’expropriation indirecte est d?faillant quant au besoin de s?curit? juridique, en ce qui concerne entre autres le point de savoir ? quelle date l’ouvrage public doit ?tre consid?r? comme ? r?alis? ? et donc ? quelle date il y a eu transfert de propri?t? au b?n?fice de l’Etat ;
b) rendu hommage ? la jurisprudence de la Cour, et notamment ? l’arr?t Belvedere Alberghiera Srl c. Italie, en affirmant que, face ? une demande en restitution d’un bien ill?galement occup? et transform?, l’ouvrage r?alis? par les autorit?s publiques ne peut pas, en tant que tel, constituer un obstacle absolu ? la restitution ;
c) interpr?t? l’article 43 du R?pertoire (paragraphe 49 ci-dessous) dans le sens o? la non-restitution d’un terrain ne peut ?tre admise que dans des cas exceptionnels, ? savoir lorsque l’administration invoque un int?r?t public particuli?rement marqu? ? la conservation de l’ouvrage ;
d) affirm?, dans ce contexte, que l’expropriation indirecte ne saurait constituer une alternative (? una mera alternativa ?) ? une proc?dure d’expropriation en bonne et due forme.
7. Le R?pertoire des dispositions l?gislatives et r?glementaires en mati?re d’expropriation pour cause d’utilit? publique (ci apr?s ? le R?pertoire)
48. Le 30 juin 2003 est entr? en vigueur le D?cret Pr?sidentiel no 327 du 8 juin 2001, modifi? par le D?cret l?gislatif no 302 du 27 d?cembre 2002, et qui r?git la proc?dure d’expropriation. Le R?pertoire codifie les dispositions et la jurisprudence existantes en la mati?re. En particulier, il codifie le principe de l’expropriation indirecte. Le R?pertoire, qui ne s’applique pas aux cas d’occupation survenus ant?rieurement ? 1996 et ne s’applique donc pas en l’esp?ce, s’est substitu?, ? partir de son entr?e en vigueur, ? l’ensemble de la l?gislation la jurisprudence pr?c?dente en mati?re d’expropriation.
49. A son article 43, le R?pertoire pr?voit qu’en l’absence d’un d?cret d’expropriation, ou en l’absence de d?claration d’utilit? publique, un terrain transform? ? la suite de la r?alisation d’un ouvrage public est acquis au patrimoine de l’autorit? qui l’a transform? ; des dommages-int?r?ts sont accord?s en contrepartie. L’autorit? peut acqu?rir un bien m?me lorsque le plan d’urbanisme ou la d?claration d’utilit? publique ont ?t? annul?s. Le propri?taire peut demander au juge la restitution du terrain. L’autorit? en cause peut s’y opposer. Lorsque le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain, le propri?taire a droit ? un d?dommagement.
EN DROIT
I. SUR L’EXCEPTION PR?LIMINAIRE DU GOUVERNEMENT
50. Dans ses observations sur le fond, le Gouvernement a soulev? une exception de non-?puisement des voies de recours internes, au motif que la proc?dure interne est encore pendante devant le tribunal de Caltagirone.
51. A cet ?gard, le Gouvernement argue notamment que, dans le cas o? la Cour anticiperait le jugement des juridictions internes, le r?sultat serait un conflit potentiel de jugements reconnaissant aux requ?rants deux sommes au m?me titre. Une telle situation constituerait une violation du principe de subsidiarit?.
52. Les requ?rants s’opposent ? cette exception, faisant valoir qu’ils n’ont pas encore ?t? indemnis?s pour la perte de leur terrain.
53. La Cour rappelle qu’aux termes de l’article 55 de son r?glement, ? Si la Partie contractante d?fenderesse entend soulever une exception d’irrecevabilit?, elle doit le faire, pour autant que la nature de l’exception et les circonstances le permettent, dans les observations ?crites ou orales sur la recevabilit? de la requ?te (…) ?. Or, il ressort du dossier que cette condition ne se trouve pas remplie en l’esp?ce. Il y a donc forclusion. Il s’ensuit que l’exception ne saurait ?tre retenue.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L’ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
54. Les requ?rants all?guent avoir ?t? priv?s de leur terrain par l’effet de l’occupation de celui-ci et de la construction de l’ouvrage public, ? d?faut d’un d?cret d’expropriation et d’indemnisation. Selon eux, cette situation a port? atteinte ? leur droit au respect de leurs biens garanti ? l’article 1 du Protocole no 1, ainsi r?dig? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d’utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu’ils jugent n?cessaires pour r?glementer l’usage des biens conform?ment ? l’int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d’autres contributions ou des amendes. ?
A. Th?ses sur le fond d?fendues devant la Cour
1. Les requ?rants
55. Les requ?rants font observer qu’ils ont perdu la disponibilit? de leur terrain en 1979, soit ? compter du moment o? le terrain a ?t? mat?riellement occup?, et cette situation est devenue d?finitive avec l’ach?vement des travaux en 1980 et 1985, malgr? l’inex?cution par l’administration des obligations d?coulant de l’accord de cession volontaire du terrain. Les requ?rants consid?rent que, dans ces circonstances, ils ont ?t? priv?s de leur bien et soulignent l’ill?galit? de cette situation, en l’absence d’un d?cret d’expropriation.
56. Quant ? la proc?dure engag?e en 1987 devant les juridictions civiles, celle-ci est toujours pendante. Ainsi, ils n’ont pas encore obtenu une d?cision statuant d?finitivement sur la situation d?nonc?e et sur leur droit ? r?paration. En l’absence d’un jugement d?finitif, cette situation s’analyse en une situation d’ill?galit? continue, source d’incertitude et impr?visibilit?. A cet ?gard, les requ?rants font valoir que le principe jurisprudentiel de l’expropriation indirecte ne peut pas ?tre consid?r? en tant que tel ? pr?vu par la loi ?. D?s lors, l’ill?galit? commise par l’administration ne constitue pas seulement un manquement aux r?gles qui pr?sident ? la proc?dure administrative, mais aussi une violation substantielle de leur droit de propri?t?.
57. Quant au d?dommagement les requ?rants all?guent qu’ils ne pourront en tout cas recevoir qu’une indemnit? largement inf?rieure au pr?judice subi, ?tant donn? la loi budgetaire no 662 de 1996.
2. Le Gouvernement
58. Le Gouvernement admet que la proc?dure d’expropriation n’a pas ?t? mise en ?uvre dans les termes pr?vus par la loi, dans la mesure o? aucun d?cret d’expropriation n’a ?t? adopt? et le crit?re de l’utilit? publique n’est pas satisfait, compte tenu de la r?solution de l’accord de cession volontaire conclu entre les requ?rants et l’administration.
59. A d?faut d’un tel d?cret d’expropriation et de l’utilit? publique, les requ?rants auraient en tout ?tat de cause ?t? priv?s de leur bien par l’effet de la construction de l’ouvrage public et de la transformation irr?versible du terrain que ce dernier a entra?n?. Cette privation de bien, selon le Gouvernement, n’est que la cons?quence du principe de l’expropriation indirecte, que les juridictions nationales doivent appliquer.
60. Le Gouvernement soutient que cette situation est conforme ? l’article 1 du Protocole no 1. A cet ?gard, il fait valoir que le juste ?quilibre serait respect?. En contrepartie des irr?gularit?s commises par l’administration et notamment de l’absence d’utilit? publique, les requ?rants auraient droit en effet ? une indemnit? correspondant ? la valeur v?nale du terrain, conform?ment ? la jurisprudence de la Cour de cassation en la mati?re.
61. Le Gouvernement rappelle que la Cour, dans son arr?t Zubani c. Italie (arr?t du 7 ao?t 1996, Recueil 1996-IV, ?? 45-46) avait examin? une affaire d’expropriation indirecte du point de vue du juste ?quilibre, estimant que, en ce qui concernait la loi en tant que telle, ? le choix l?gislatif visant ? privil?gier l’int?r?t de la collectivit? dans le cas d’expropriations ou d’occupations ill?gales de terrains est raisonnable : l’indemnisation int?grale des pr?judices subis par les propri?taires concern?s constitue une r?paration suffisante… ? (Zubani c. Italie, pr?cit?, ? 49).
62. A la lumi?re de ces consid?rations, le Gouvernement conclut que la situation d?nonc?e est compatible avec l’article 1 du Protocole no 1.
B. Sur l’observation de l’article 1 du Protocole no 1
63. Les parties s’accordent pour dire qu’il y a eu ? privation de propri?t? ?.
64. Pour les requ?rants il y a eu perte de disponibilit? totale du terrain sans d?cret d’expropriation ni indemnisation si bien qu’elle revient en substance ? une expropriation de fait.
65. Pour le Gouvernement, les requ?rants doivent se consid?rer comme ayant ?t? priv?s de leur bien ? compter du moment o? celui-ci a ?t? irr?versiblement transform?, ou, en tout cas, ? partir du moment qui sera retenu par le tribunal de Caltagirone comme moment de transfert de propri?t?.
66. La Cour rappelle que, pour d?terminer s’il y a eu privation de biens au sens de la deuxi?me phrase du premier alin?a de l’article 1 du Protocole no 1, il faut non seulement examiner s’il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser la r?alit? de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth c. Su?de, arr?t du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
67. Elle rappelle que l’article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu’une ing?rence de l’autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale. La pr??minence du droit, l’un des principes fondamentaux d’une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l’ensemble des articles de la Convention (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II). Le principe de l?galit? signifie l’existence de normes de droit interne suffisamment accessibles, pr?cises et pr?visibles (Hentrich c. France, arr?t du 22 septembre 1994, s?rie A no 296-A, pp. 19 – 20, ? 42, et Lithgow et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 8 juillet 1986, s?rie A no 102, p. 47, ? 110).
68. La Cour reste convaincue que l’existence, en tant que telle, d’une base l?gale ne suffit pas ? satisfaire au principe de l?galit? et estime utile de se pencher sur la question de la qualit? de la loi.
69. La Cour prend note de l’?volution jurisprudentielle qui a conduit ? l’?laboration du principe de l’expropriation indirecte. Elle rel?ve ?galement que ce principe a ?t? transpos? dans des textes de loi, tels que la loi no 458 de 1988, et, tout derni?rement, dans le R?pertoire des dispositions en mati?re d’expropriation. Ceci ?tant, la Cour ne perd pas de vue les applications contradictoires relev?es dans l’historique de la jurisprudence, et note ?galement des contradictions entre la jurisprudence et les textes de loi ?crits susmentionn?s. Ce point de vue a d’ailleurs ?t? adopt? par le Conseil d’Etat (paragraphe 47 ci-dessus) qui, dans son arr?t no 2 de 2005 rendu en s?ance pl?ni?re, a reconnu que le principe jurisprudentiel de l’expropriation indirecte n’a jamais donn? lieu ? une r?glementation stable, compl?te et pr?visible.
70. En outre, la Cour constate que, dans tous les cas, l’expropriation indirecte tend ? ent?riner une situation de fait d?coulant des ill?galit?s commises par l’administration, tend ? r?gler les cons?quences pour le particulier et l’administration, et permet ? cette derni?re de tirer b?n?fice de son comportement ill?gal. Que ce soit en vertu d’un principe jurisprudentiel ou d’un texte de loi comme l’article 43 du R?pertoire, l’expropriation indirecte ne saurait donc constituer une alternative ? une expropriation en bonne et due forme (voir, sur ce point ?galement, la position du Conseil d’Etat, au paragraphe 47 ci-dessus).
71. En tout ?tat de cause, la Cour est appel?e ? v?rifier si la mani?re dont le droit interne est interpr?t? et appliqu? produit des effets conformes aux principes de la Convention.
72. La Cour constate qu’en l’esp?ce les requ?rants ont perdu la disponibilit? du terrain qui a ?t? occup? en 1979 et qui a ?t? transform? de mani?re irr?versible en 1980 et 1985. Selon le tribunal de Caltagirone, l’occupation est sans titre en raison de la r?solution de l’accord de cession volontaire et les requ?rants ont ?t? priv?s de leur terrain en raison de sa transformation irr?versible. La proc?dure est toujours pendante devant le tribunal de Caltagirone.
73. A d?faut d’un acte formel de transfert de propri?t?, et ? d?faut d’un jugement national d?clarant qu’un tel transfert doit se consid?rer comme ayant eu lieu (Carbonara et Ventura c. Italie, pr?cit?, ? 80) et ?claircissant une fois pour toutes les circonstances exactes de celui-ci, la Cour estime que la perte de toute disponibilit? du terrain en cause, combin?e avec l’impossibilit? jusqu’? ici de rem?dier ? la situation incrimin?e a engendr? des cons?quences assez graves pour que les requ?rants aient subi une expropriation de fait incompatible avec leur droit au respect de leurs biens (arr?t Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce, arr?t du 24 juin 1993, s?rie A no 260-B, ? 45) et non conforme au principe de pr??minence du droit.
74. En conclusion, il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1.
III. SUR L’APPLICATION DE L’ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
75. Aux termes de l’article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu’il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d’effacer qu’imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s’il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
76. Les requ?rants sollicitent d’abord le versement d’une indemnit? de 3 103 110,14 EUR au titre de pr?judice mat?riel pour la perte du terrain, somme qui r?sulte de la diff?rence entre la valeur du terrain, r??valu?e et index?e d’un taux d’int?r?t ?gal ? celui des ? titres actionnaires d’Etat ? (? BOT ?), et la somme, r??valu?e et assortie d’int?r?ts, qu’ils pourraient ?ventuellement percevoir au mieux au titre d’indemnisation sur le plan national, au cas o? le tribunal accueillerait leur demande.
77. En outre, les requ?rants demandaient le versement d’une indemnit? de 600 000 EUR au titre de pr?judice moral.
78. Enfin, les requ?rants demandent la somme de 121 474,81 EUR, au titre de remboursement des frais encourus devant la Cour.
79. D’embl?e, le Gouvernement fait observer qu’en l’absence d’un jugement national, il n’est pas loisible ? la Cour de proc?der ? l’?valuation du pr?judice mat?riel et moral.
80. Quant au dommage mat?riel, le Gouvernement conteste les modalit?s de calcul du dommage mat?riel employ?es dans les arr?ts Carbonara et Ventura c. Italie (Carbonara et Ventura c. Italie, pr?cit?) et Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie (Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie, pr?cit?), au motif que la r??valuation du terrain ne devrait pas ?tre prise en compte afin de calculer le montant de l’indemnisation. En tout ?tat de cause, le Gouvernement estime que la somme demand?e par les requ?rants est excessive et n’est pas justifi?e ? la lumi?re des circonstances de l’esp?ce.
81. Quant au dommage moral, le Gouvernement fait valoir que celui-ci d?pend de la dur?e excessive de la proc?dure devant les juridictions nationales. Par cons?quent, le Gouvernement soutient que le versement d’une quelconque somme au titre d’indemnisation du dommage moral est subordonn? ? l’?puisement du rem?de Pinto.
82. Enfin, s’agissant des frais de la proc?dure ? Strasbourg, le Gouvernement soutient que les requ?rants ont quantifi? ceux-ci de mani?re vague et impr?cise.
83. La Cour estime que la question de l’application de l’article 41 ne se trouve pas en ?tat. En cons?quence, elle la r?serve et fixera la proc?dure ult?rieure, compte tenu de la possibilit? que le Gouvernement et les requ?rants parviennent ? un accord.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L’UNANIMIT?,
1. Rejette l’exception pr?liminaire du Gouvernement ;
2. Dit qu’il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1 ;
3. Dit que la question de l’application de l’article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat ; en cons?quence,
a) la r?serve en entier ;
b) invite le Gouvernement et les requ?rants ? lui adresser par ?crit, dans les trois mois ? compter du jour o? l’arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l’article 44 ? 2 de la Convention, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir ;
c) r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue le pr?sident de la chambre le soin de la fixer au besoin.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 13 octobre 2005 en application de l’article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
S?ren Nielsen Christos Rozakis
Greffier Pr?sident

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