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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE LA ROSA ET ALBA c. ITALIE (N? 8)

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: P1-1
Numero: 63285/00/2005
Stato: Italia
Data: 2005-07-15 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Eccezione preliminare respinta (no-esaurimento delle vie di ricorso interni); Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata
PRIMA SEZIONE
CAUSA LA ROSA ED ALBA C. Italia (No 8)
( Richiesta no 63285/00)
SENTENZA
STRASBURGO
15 luglio 2005
DEFINITIVO
15/10/2005
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Il Rosa c. Italia (VIII),
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, prima sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIG. C.L. Rozakis, presidente
Sig.ra F. Tulkens, il
Sig. P. Lorenzen, il Sig.re N. Vajić,
S. Botoucharova, Sigg.. V. Zagrebelsky, K. Hajiyev, giudici, e del Sig. S. Nielsen, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 23 giugno 2005,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 63285/00) diretta contro la Repubblica italiana e in cui quattro cittadini di questo Stato, il Sig. M.L. R., il Sig. V. A., la Sig.ra Sig. L. R.et il Sig. V. L.R. (“i richiedenti”), hanno investito la Corte il 30 marzo 2000 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”). Il quarto richiedente ? deceduto il 2 gennaio 2005. Con una lettera del 11 marzo 2005, il Sig. N. L. R. ha informato la Cancelleria del fatto che aveva ereditato dal quarto richiedente e che desiderava costituirsi nel procedimento dinnanzi alla Corte.
2. I richiedenti sono rappresentati da A. A. A., avvocato a Caltagirone (Catania). Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dai suoi agenti successivi, rispettivamente Sigg.. U Leanza ed I. il Sig. Braguglia ed i suoi coagente successivi, rispettivamente Sigg.. V. Esposito e F. Crisafulli.
3. I richiedenti adducevano in particolare un attentato ingiustificato al loro diritto al rispetto dei loro beni.
4. La richiesta ? stata assegnata alla prima sezione della Corte (articolo 52 ? 1 dell’ordinamento). In seno a questa, la camera incaricata di esaminare la causa (articolo 27 ? 1 della Convenzione) ? stata costituita conformemente all’articolo 26 ? 1 dell’ordinamento.
5. Con una decisione del 1 aprile 2004, la camera ha unito al merito l’eccezione di non-esaurimento delle vie di ricorso interne sollevata dal Governo e ha dichiarato la richiesta ammissibile.
6. Tanto i richiedenti che il Governo hanno depositato delle osservazioni scritte sul merito della causa (articolo 59 ? 1 dell’ordinamento).
7. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni (articolo 25 ? 1 dell’ordinamento). La presente richiesta ? stata assegnata alla prima sezione cos? ricomposta (articolo 52 ? 1).
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
8. I richiedenti sono nati rispettivamente nel 1925, 1927, 1922 e 1920. Risiedono rispettivamente a Caltagirone e Roma.
9. I richiedenti erano proprietari di un terreno edificabile di circa 3 117 metri quadrati ubicato a Caltagirone e registrato al catasto, foglio 139, appezzamenti 43 e 131.
10. Il 12 aprile 1983 il consiglio municipalit? di Caltagirone adott? un progetto di costruzione di una strada sul terreno dei richiedenti.
11. Con un’ordinanza del 19 giugno 1983, il sindaco di Caltagirone autorizz? l’occupazione di emergenza del terreno dei richiedenti, per un periodo massimale di tre anni a contare dell’occupazione materiale, in vista della sua espropriazione a causa di utilit? pubblica, per procedere alla costruzione di suddetta strada.
12. Il 30 agosto 1983, l’amministrazione procedette all’occupazione materiale del terreno ed inizi? i lavori di costruzione. Il 30 agosto 1986 fin? il periodo di occupazione autorizzata.
13. Con un atto di assegnazione notificato il 25 marzo 1987, i richiedenti introdussero un’azione in danno-interessi contro la citt? di Caltagirone dinnanzi al tribunale civile di Caltagirone.
14. Facevano valere che l’occupazione del terreno era illegale al motivo che questa si era prolungata al di l? del termine autorizzato e che i lavori di costruzione della strada si erano conclusi senza che si fosse proceduto all’espropriazione formale del terreno ed al pagamento di un’indennit?.
15. Riferendosi alla giurisprudenza della Corte di cassazione in materia di espropriazione indiretta (occupazione acquisitiva) i richiedenti invitavano il tribunale a dichiarare che la costruzione della strada aveva ad un tal punto trasformato il loro terreno che aveva provocato la perdita irreversibile del bene. I richiedenti richiedevano un risarcimento corrispondente al valore venale del terreno ed una somma per non-godimento del terreno.
16. L’amministrazione convenuta si costitu? nel procedimento, eccependo che un acconto sull’indennit? di 3 678 060 ITL era stato offerto ai richiedenti, e che questa offerta non era stata accettata.
17. Il collocamento in stato della causa cominci? il 4 giugno 1987.
18. Il 31 luglio 1989, una perizia fu depositata alla cancelleria. Secondo il perito, solamente una parte del terreno, ossia 3 038,16 metri quadrati, era stata occupata e trasformata in modo irreversibile il 4 maggio 1985, ossia durante il periodo di occupazione autorizzata. Inoltre, il perito valut? a 57 497 178 ITL, o 18 925 ITL il metro quadrato, il valore del terreno al 30 agosto 1986, ossia nel momento in cui il periodo di occupazione autorizzata si era concluso.
19. Il 28 febbraio 1992, il perito modific? le sue conclusioni precedenti con un complemento di perizia depositato alla cancelleria e valut? a 47 500 ITL il metro quadrato il valore venale del terreno al 30 agosto 1986.
20. Il 30 novembre 2001, una nuova perizia fu depositata alla cancelleria, per valutare l’importo dell’indennit? di espropriazione ai termini della legge no 662 di 1996, nel frattempo entrata in vigore. Secondo il perito, l’importo dell’indennit? di espropriazione calcolata ai termini di questa ultima legge era di 73 115 351 ITL, o circa 24 065 ITL il metro quadrato, al 30 agosto 1986.
21. Il 24 marzo 2005, la parte richiesta ha fatto sapere che il procedimento ? sempre pendente in prima istanza.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNI PERTINENTI
A. L’occupazione di emergenza di un terreno
22. In dritto italiano, il procedimento accelerato di espropriazione permette all’amministrazione di occupare un terreno e di costruire prima dell’espropriazione. Una volta dichiarato di utilit? pubblica il lavoro a realizzare ed adottato il progetto di costruzione, l’amministrazione pu? decretare l’occupazione di emergenza delle zone da espropriare per una durata determinata che non supera cinque anni (articolo 20 della legge no 865 del 1971). Questo decreto diventa nullo se l’occupazione materiale del terreno non ha luogo nei tre mesi seguenti la sua promulgazione. Prima della fine del periodo di occupazione autorizzata, un decreto di espropriazione formale deve essere preso.
23. L’occupazione autorizzata di un terreno d? diritto ad un’indennit? di occupazione. La Corte costituzionale ha riconosciuto, nella sua sentenza no 470 del 1990, un diritto di accesso immediato ad un tribunale ai fini di richiedere l’indennit? di occupazione appena il terreno ? occupato materialmente, senza bisogno di aspettare che l’amministrazione proceda ad un’offerta di indennizzo.
B. Il principio dell’espropriazione indiretta (“occupazione acquisitiva” o “accessione invertita”)
24. Negli anni 1970, parecchie amministrazioni locali procedettero a occupazioni di emergenza di terreni che non furono seguite da decreti di espropriazione. Le giurisdizioni italiane si trovarono confrontate a casi in cui il proprietario di un terreno aveva perso di facto la disponibilit? di questo in ragione dell’occupazione e del compimento di lavori di costruzione di un lavoro pubblico. Restava da sapere se, semplicemente per effetto dei lavori effettuati, l’interessato aveva perso anche la propriet? terreno.
1. La giurisprudenza prima della sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
25. La giurisprudenza era molto divisa sul punto di sapere quale erano gli effetti della costruzione di un lavoro pubblico su un terreno occupato illegalmente. Per occupazione illegale, bisogna intendere un’occupazione illegale ab initio, o un’occupazione inizialmente autorizzata e diventata in seguito senza titolo, essendo annullato il titolo o proseguendo l’occupazione al di l? della scadenza autorizzata senza che un decreto di espropriazione sia intervenuto.
26. Secondo una prima giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? terreno dopo il completamento del lavoro pubblico. Tuttavia, non poteva chiedere una rimessa in stato del terreno e poteva impegnare unicamente un’azione in danni ed interessi per occupazione abusiva, non sottoposta ad un termine di prescrizione poich? l’illegalit? derivante dall’occupazione era permanente. L’amministrazione poteva adottare in ogni momento una decisione formale di espropriazione; in questo caso, l’azione in danno-interessi si trasformava in controversia riguardante l’indennit? di espropriazione ed i danno-interessi erano dovuti solamente per il periodo anteriore al decreto di espropriazione per il non-godimento del terreno (vedere, tra altri, le sentenze della Corte di cassazione no 2341 del 1982, no 4741 di 1981, no 6452 e no 6308 del 1980).
27. Secondo una seconda giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? terreno e poteva chiedere la rimessa in stato, quando l’amministrazione aveva agito senza che ci fosse utilit? pubblica (vedere, per esempio, Corte di cassazione, sentenza no 1578 del 1976, sentenza no 5679 del 1980).
28. Secondo una terza giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione perdeva automaticamente la propriet? del terreno al momento della trasformazione irreversibile del bene, ossia al momento del completamento del lavoro pubblico. L’interessato aveva il diritto di chiedere dei danno-interessi (vedere no 3243 la sentenza del 1979 della Corte di cassazione).
2. La sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
29. Con una sentenza del 16 febbraio 1983, la Corte di cassazione, deliberando in camere riunite, risolse il conflitto di giurisprudenza ed adott? la terza soluzione. Cos? fu consacrato il principio dell’espropriazione indiretta (accessione invertita od occupazione acquisitiva). In virt? di questo principio, il potere pubblico acquista ab origine la propriet? di un terreno senza procedere ad un’espropriazione formale quando, dopo l’occupazione del terreno, ed a prescindere dalla legalit? dell’occupazione, il lavoro pubblico ? stato realizzato. Quando l’occupazione ? ab initio senza titolo, il trasferimento di propriet? ha luogo al momento del completamento del lavoro pubblico. Quando l’occupazione del terreno ? stata autorizzata inizialmente, il trasferimento di propriet? ha luogo alla scadenza del periodo di occupazione autorizzata. Nella stessa sentenza, la Corte di cassazione precis? che, in ogni caso di espropriazione indiretta, l’interessato ha diritto ad un risarcimento integrale, l’acquisizione del terreno avendo avuto luogo senza titolo. Questo risarcimento non ? versato tuttavia, automaticamente; incombe sull’interessato di richiedere dei danno-interessi. Inoltre, il diritto a risarcimento ? abbinato del termine di prescrizione contemplata in caso di responsabilit? da delitto, a sapere cinque anni, cominciando a decorrere al momento della trasformazione irreversibile del terreno.

3. La giurisprudenza dopo la sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione

a) La prescrizione
30. In un primo tempo, la giurisprudenza considerava che nessun termine di prescrizione si trovava ad applicare, poich? l’occupazione senza titolo del terreno costituiva un atto illegale continuo. La Corte di cassazione, nella sua sentenza no 1464 del 1983, afferm? che il diritto al risarcimento era sottoposto ad un termine di prescrizione di cinque anni. In seguito, la prima sezione della Corte di cassazione afferm? che un termine di prescrizione di dieci anni doveva applicarsi (sentenze no 7952 di 1991 e no 10979 del 1992). Con una sentenza del 22 novembre 1992, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha troncato definitivamente la questione, stimando che il termine di prescrizione ? di cinque anni e che comincia a decorrere al momento della trasformazione irreversibile del terreno.

b) La sentenza no 188 del 1995 della Corte costituzionale

31. In questa sentenza, la Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione il principio dell’espropriazione indiretta, nella misura in cui questo principio si ? radicato in una disposizione legislativa, ossia l’articolo 2043 del codice civile che regola la responsabilit? da delitto. Secondo questa sentenza, il fatto che l’amministrazione diventi proprietario di un terreno traendo beneficio dal suo comportamento illegale non d? nessun problemi sul piano costituzionale, poich? l’interesse pubblico, ossia la conservazione del lavoro pubblico, prevale sull’interesse dell’individuo, e dunque sul diritto di propriet? di questo ultimo. La Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione l’applicazione all’azione in risarcimento del termine di prescrizione di cinque anni, come previsto dall’articolo 2043 del codice civile per responsabilit? da delitto.

c) Caso di mancata applicazione del principio dell’espropriazione indiretta

32. Gli sviluppi della giurisprudenza mostrano che il meccanismo con il quale la costruzione di un lavoro pubblico provoca il trasferimento di propriet? del terreno a favore dell’amministrazione conosce delle eccezioni.
33. Nella sua sentenza no 874 del 1996, il Consiglio di stato ha affermato che non c’? espropriazione indiretta quando le decisioni dell’amministrazione ed il decreto di occupazione di emergenza sono state annullate dalle giurisdizioni amministrative; se non fosse cos? il caso, la decisione giudiziale sarebbe svuotata di sostanza.
34. Nella sua sentenza no 1907 del 1997, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha affermato che l’amministrazione non diventa proprietario di un terreno quando le decisioni che ha adottato e la dichiarazione di utilit? pubblica devono essere considerate come nulle ab initio. In questo caso, l’interessato mantiene la propriet? dal terreno e pu? chiedere il restitutio in integrum. Pu?, come alternativa, chiedere dei danno-interessi. L’illegalit? in questi casi ha un carattere permanente e non trova nessuno termine di prescrizione applicazione.
35. Nella sentenza no 6515 del 1997, la Corte di cassazione che delibera in camere riunite ha affermato che non c’? trasferimento di propriet? quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata dalle giurisdizioni amministrative. In questo caso dunque, il principio dell’espropriazione indiretta non si trova ad applicare. L’interessato che mantiene la propriet? dal terreno, ha la possibilit? di chiedere il restitutio in integrum. L’introduzione di una domanda in danno-interessi provoca una rinuncia al restitutio in integrum. Il termine di prescrizione di cinque anni comincia a decorrere nel momento in cui la decisione del giudice amministrativo diventa definitiva.
36. Nella sentenza no 148 del 1998, la prima sezione della Corte di cassazione ha seguito la giurisprudenza delle camere riunite e ha affermato che il trasferimento di propriet? per effetto dell’espropriazione indiretta non ha luogo quando la dichiarazione di utilit? pubblica alla quale il progetto di costruzione era abbinato ? stata considerata come invalido ab initio.
37. Nella sentenza no 5902 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite ha riaffermato che non c’? trasferimento di propriet? nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica valida.
38. Conviene confrontare questa giurisprudenza con la legge no 458 di 1988 (vedere sotto ?? 39-40) e col Repertorio delle disposizioni sull’espropriazione, entrato in vigore il 30 giugno 2003 (vedere sotto ?? 48-49).

4. La legge no458 del 27 ottobre 1988

39. Ai termini dell’articolo 3 di questa legge, “Il proprietario di un terreno, utilizzato per la costruzione di edifici pubblici e di case popolari, ha diritto al risarcimento del danno subito, in seguito ad un’espropriazione dichiarata illegale con una decisione passata in forza di cosa giudicata, ma non pu? pretendere alla restituzione del suo bene. Ha anche dritto, in pi? del risarcimento del danno, alle somme dovute in ragione del deprezzamento monetario ed a quelle menzionate all’articolo 1224 ? 2 del codice civile e questo a contare del giorno dell’occupazione illegale.”
40. Interpretando l’articolo 3 della legge di 1988, la Corte costituzionale, nella sua sentenza del 12 luglio 1990 (n? 384), ha considerato: “Con la disposizione attaccata, il legislatore, tra gli interessi dei proprietari dei terreni – ottenere in caso di espropriazione illegale la restituzione dei terreni – e l’interesse pubblico – concretizzato dalla destinazione di questi beni alle finalit? di costruzioni residenziali pubbliche a condizioni favorevoli o convenzionate – ha dato la precedenza a questo ultimo interesse.”
5. L’importo del risarcimento in caso di espropriazione indiretta
41. Secondo la giurisprudenza di 1983 della Corte di cassazione in materia di espropriazione indiretta, un risarcimento integrale del danno subito, sotto forma di danno-interessi per la perdita del terreno, era dovuta all’interessato in compenso della perdita di propriet? che provoca l’occupazione illegale.
42. La legge di bilancio del 1992, articolo 5 bis della decreto-legge no 333 del 11 luglio 1992, modific? questa giurisprudenza, nel senso che l’importo dovuto in caso di espropriazione indiretta non poteva superare l’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale. Con la sentenza no 369 del 1996, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale questa disposizione.
43. In virt? della legge di bilancio no 662 del 1996 che segu? la disposizione dichiarata incostituzionale, l’indennizzo integrale non pu? essere accordato per un’occupazione di terreno che aveva avuto luogo prima del 30 settembre 1996. In questa ottica, l’indennizzo equivale all’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale, nell’ipotesi pi? favorevole al proprietario, mediante un aumento del 10%.
44. Con la sentenza no 148 del 30 aprile 1999, la Corte costituzionale ha giudicato una tale indennit? compatibile con la Costituzione. Tuttavia, nella stessa sentenza, la Corte ha precisato che un’indennit? integrale, a concorrenza del valore venale del terreno, pu? essere richiesta quando l’occupazione e la privazione del terreno non hanno avuto luogo a causa di utilit? pubblica.

6. La giurisprudenza dopo le sentenze della Corte del 30 maggio 2000 nelle cause Belvedere Alberghiera e Carbonara e Ventura

45. Con le sentenze no 5902 e 6853 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite si ? pronunciata di nuovo sul principio dell’espropriazione indiretta, facendo riferimento alle due sentenze della Corte precitata.
46. Alla vista della constatazione di violazione dell’articolo 1 del protocollo no 1 nelle cause sopra, la Corte di cassazione ha affermato che il principio dell’espropriazione indiretta sostiene un ruolo importante nella cornice del sistema giuridico italiano e che ? compatibile con la Convenzione.
47. Pi? specificamente, la Corte di cassazione-dopo avere analizzato la storia del principio dell’espropriazione indiretta – ha detto che alla vista dell’uniformit? della giurisprudenza in materia, il principio dell’espropriazione indiretta deve considerarsi come essendo pienamente “prevedibile” a contare dal 1983. Per questo fatto, l’espropriazione indiretta deve essere considerata come essendo rispettosa del principio di legalit?. Trattandosi delle occupazioni di terreno che hanno luogo senza dichiarazione di utilit? pubblica, la Corte di cassazione ha affermato che queste non sono atte a trasferire la propriet? del bene allo stato. In quanto all’indennizzo, la Corte di cassazione ha affermato che, anche se ? inferiore al danno subito dall’interessato, ed in particolare al valore del terreno, l’indennizzo dovuto in caso di espropriazione indiretta ? sufficiente per garantire un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo.

7. Il Repertorio delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione a causa di utilit? pubblica (qui di seguito “il Repertorio)

48. Il 30 giugno 2003 ? entrato in vigore il Decreto Presidenziale no 327 dell? 8 giugno 2001, modificato dal Decreto legislativo no 302 del 27 dicembre 2002, e che regola il procedimento di espropriazione. Il Repertorio codifica le disposizioni e la giurisprudenza esistenti in materia. In particolare, codifica il principio dell’espropriazione indiretta. Il Repertorio che non si applica ai casi di occupazione sopraggiunta anteriormente al 1996 e non si applica dunque nello specifico, si ? sostituito, a partire dalla sua entrata in vigore, all’insieme della legislazione la giurisprudenza precedente in materia di espropriazione.
49. Al suo articolo 43, il Repertorio contempla che in mancanza di un decreto di espropriazione, o in mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, un terreno trasformato in seguito alla realizzazione di un lavoro pubblico ? acquisito al patrimonio dell’autorit? che l’ha trasformato; dei danno-interessi sono accordati in compenso. L’autorit? pu? acquisire un bene anche quando il piano di urbanistica o la dichiarazione di utilit? pubblica sono stati annullati. Il proprietario pu? chiedere al giudice la restituzione del terreno. L’autorit? in causa si pu? opporre. Quando il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno, il proprietario ha diritto ad un risarcimento.

IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
50. I richiedenti adducono essere stati privati del loro terreno per effetto dell’occupazione di questo e della costruzione di una strada, in mancanza di un decreto di espropriazione e di indennizzo. Inoltre, fanno valere che ai termini della legislazione entrata in vigore durante il procedimento dinnanzi alle giurisdizioni interne, non potranno essere risarciti all’altezza il valore venale del terreno. Secondo loro, questa situazione ha recato offesa al loro diritto al rispetto dei loro beni garantiti all’articolo 1 del Protocollo no 1, cos? redatto,:
“Ogni persona fisica o morale ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Tesi difese dinnanzi alla Corte
1. I richiedenti
51. I richiedenti ricordano che il loro terreno ? stato occupato nel 1983 e che il procedimento iniziato nel 1987 dinnanzi alle giurisdizioni interne ? sempre pendente. In una tale situazione, non hanno ottenuto ancora un risarcimento, malgrado la perdita del loro terreno in ragione della sua trasformazione irreversibile, in virt? del principio dell’espropriazione indiretta.
52. I richiedenti fanno valere che il principio giurisprudenziale dell’espropriazione indiretta non pu? essere considerato in quanto tale “previsto dalla legge.”
53. Segue che la privazione del terreno in applicazione di tale principio ? contraria ai principi costituzionali cos? come all’articolo 1 del Protocollo no 1 dal punto di vista dell’esistenza necessaria di una base legale.
54. Inoltre, i richiedenti osservano che nella mancanza di un giudizio delle giurisdizioni interne che fanno stato della perdita del terreno in virt? del principio dell’espropriazione indiretta, la loro situazione si analizza in un’espropriazione di facto, sorgente di incertezza ed imprevedibilit?.
55. L’illegalit? commessa dall’amministrazione non costituisce di conseguenza, solamente una trasgressione alle regole che presiedono al procedimento amministrativo, ma anche una violazione dei principi che regolano il trasferimento di propriet?.
56. In quanto all’importo del risarcimento che potranno ricevere in seguito al procedimento iniziato dinnanzi alle giurisdizioni interne, i richiedenti osservano che ai termini della legislazione in vigore non potranno essere risarciti all’altezza del valore venale del terreno nel caso in cui il tribunale stimer? che sono stati privati del loro bene.
57. A questo riguardo, fanno valere che l’importo del risarcimento riconosciuto in caso di espropriazione indiretta ? in sostanza equivalente all’importo dell’indennit? di espropriazione riconosciuta in caso di espropriazione formale.
2. Il Governo
58. Il Governo sostiene che in mancanza di una decisione nazionale definitiva avendo applicato effettivamente il principio dell’espropriazione indiretta ? prematuro giudicare sulla situazione denunciata e che il procedimento pendente dinnanzi alle giurisdizioni interne costituisce un mezzo di ricorso efficace, che i richiedenti devono esaurire prima che la Corte possa pronunciarsi sulla loro richiesta.
59. Sul merito, il Governo fa osservare che nel caso specifico, non si tratta di un’occupazione “sine titulo” dall’inizio, ma di un’occupazione che ? stata autorizzata inizialmente, nella cornice di un procedimento amministrativo legittimo fondato su una dichiarazione di utilit? pubblica.
60. Il Governo ammette che il procedimento di espropriazione non ? stato messo in opera nei termini previsti dalla legge, nella misura in cui non ? stato adottato nessuno decreto di espropriazione.
61. A difetto di un tale decreto di espropriazione, i richiedenti sarebbero stati ad ogni modo privati del loro bene per effetto della costruzione del lavoro pubblico e della trasformazione irreversibile del terreno che questa ultima ha provocato. Questa privazione di bene, secondo il Governo, ? solamente la conseguenza del principio dell’espropriazione indiretta, che il tribunale di Caltagirone, deliberando sulla causa, dovrebbe applicare.
62. In queste circostanze, la sentenza del tribunale di Caltagirone avr? solamente un valore dichiarativo, per il fatto che dichiarer? che i richiedenti dovranno considerarsi come essendo stati privati del loro terreno a favore dell’amministrazione a contare della data che il tribunale considerer? come la data in cui il terreno ? stato trasformato in modo irreversibile. Il valore della decisione del giudice nazionale ha per sola funzione di dare alle parti la sicurezza giuridica, ossia la certezza che la privazione di propriet? ha avuto luogo quando le condizioni sono assolte.
63. Il Governo sostiene che questa situazione ? conforme all’articolo 1 del Protocollo no 1.
64. In quanto alla necessit? dell’ingerenza nel diritto di propriet? dei richiedenti, il Governo fa osservare che la costruzione della strada costituiva un motivo adeguato per giustificare l’espropriazione del terreno che deve essere considerato come un mezzo proporzionato allo scopo legittimo mirato.
65. Trattandosi dell’esistenza di una base legale, ricorda da prima che la Corte, nel suo sentenza Zubani c. Italia (sentenza del 7 agosto 1996, Raccolta 1996-IV, ?? 45-46) aveva esaminato una causa di espropriazione indiretta che ricade sotto l’influenza della legge no 458 di 1988 (vedere diritto interno, paragrafo 39) dal punto di vista del giusto equilibrio, stimando che, per ci? che riguardava la legge in quanto tale, “la scelta legislativa che mira a privilegiare l’interesse della collettivit? nel caso di espropriazioni o di occupazioni illegali di terreni ? ragionevole: l’indennizzo integrale dei danni subiti dai proprietari riguardati costituisce un risarcimento sufficiente… ” (sentenza Zubani precitata, ? 49).
66. Il Governo prende atto del fato che la giurisprudenza della Corte ha conosciuto un’evoluzione in seguito, nella misura in cui, nei due seguenti casi riguardanti l’espropriazione indiretta, ha constatato un’incompatibilit? del meccanismo dell’espropriazione indiretta col principio di legalit? (Carbonara e Ventura c. Italia, no 24638/94, CEDH 2000-VI; Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italia, no 31524/96, CEDH 2000-VI).
67. Secondo il Governo, il principio deve considerarsi come essendo “contemplato dalla legge”, anche se ? stato elaborato dalla giurisprudenza in un paese del “civil law” e non di “common law.”
68. A questo riguardo, prende atto del fatto che nelle due sentenze precitate, la Corte aveva stimato inutile di giudicare in abstracto se il ruolo che un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, occupa in un sistema di diritto continentale ? assimilabile a quell’occupato dalle disposizioni legislative (sentenza Carbonara precitato, ? 64.) La Corte aveva osservato che la giurisprudenza italiana aveva conosciuto un’evoluzione e che un principio giurisprudenziale non lega le giurisdizioni in quanto alla sua applicazione (sentenza Carbonara precitata, ? 69).
69. Il Governo sostiene che decidere del ruolo della giurisprudenza in Italia riveste una grande importanza in questo tipo di cause. Secondo il Governo, la giurisprudenza nazionale che ha creato il principio dell’espropriazione indiretta, questo principio deve essere considerato come facente parte del diritto positivo a contare dalla sentenza della Corte di cassazione no 1464 del 1983. La giurisprudenza ulteriore avrebbe confermato questo principio ed avrebbe precisato certi aspetti della sua applicazione. Inoltre, questo principio sarebbe stato riconosciuto dalla legge no 458 del 27 ottobre 1988 (vedere sopra paragrafo 39).
70. In conclusione, secondo il Governo, a partire dal 1983, le regole dell’espropriazione indiretta erano perfettamente chiare ed accessibili a tutti i proprietari di terreni.
71. Nello specifico, il terreno dei richiedenti ? stato occupato nel 1983 e questi hanno introdotto l’azione in giustizia dinnanzi alle giurisdizioni nazionali nel 1987. Segue che gi? all’inizio del procedimento di espropriazione, la giurisprudenza in materia di espropriazione indiretta era consolidata e faceva parte del diritto positivo dunque.
72. Trattandosi della qualit? della legge, il Governo riconosce che il fatto che un decreto di espropriazione non sia stato pronunciato ? in s? una trasgressione alle regole che presiedono al procedimento amministrativo.
73. Tuttavia, tenuto conto del fatto che il terreno ? stato trasformato in modo irreversibile in ragione della costruzione di un?opera di utilit? pubblica, la restituzione di questo non ? pi? possibile.
74. Il trasferimento della propriet? del terreno in forza del principio dell’espropriazione indiretta ? difatti il risultato di un’interpretazione sistematica da parte del giudice di principi esistenti, tendente a garantire che l’interesse generale prevalga sull’interesse degli individui, quando il lavoro pubblico ? stato realizzato (trasformazione del terreno) e che questo risponda all’utilit? pubblica.
75. Alla luce di queste considerazioni, il Governo stima che il principio dell’espropriazione indiretta che permette ai vecchi proprietari di ottenere un risarcimento conseguente alla perdita del terreno, ? conforme dunque all’articolo 1 del Protocollo no 1 dal punto di vista della qualit? della legge.
76. In quanto all’esigenza di garantire un giusto equilibrio tra i sacrifici imposti agli individui ed il compenso concesso a questi, il Governo riconosce che l’amministrazione sarebbe tenuta di compensare l’individuo.
77. Per?, questo indennizzo pu? essere inferiore al danno subito dall’interessato, visto che l’espropriazione indiretta risponde ad un interesse collettivo e che l’illegalit? commessa dall’amministrazione riguarda solamente la forma, ossia una trasgressione alle regole che presiedono al procedimento amministrativo.
B. Sull’osservazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1
78. La Corte ricorda che ha unito al merito l’eccezione del Governo derivato dal non-esaurimento delle vie di ricorso interne tenuto conto del fatto che il procedimento dinnanzi alle giurisdizioni interne ? sempre pendente in prima istanza.
79. La Corte nota che le parti si accordano per dire che c’? stata “privazione di propriet?.”
80. Nota a questo riguardo che c’? stata perdita di disponibilit? totale per i richiedenti cos? che si ritorna in sostanza ad un’espropriazione di fatto (vedere sopra paragrafo 54).
81. Per il Governo (vedere sopra paragrafi 61-62), i richiedenti devono considerarsi come essendo stati privati del loro bene a contare dal momento in cui questo ? stato trasformato irreversibilmente, anche se da un punto di vista formale, restano proprietari, e questo fino alla decisione di un giudizio che dichiara il trasferimento di propriet? a favore dello stato.
82. La Corte ricorda che, per determinare se c’? stata privazione di beni al senso della seconda frase del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1, bisogna esaminare non solo se ci sono state spodestamento o espropriazione formale, ma ancora guardare al di l? delle apparenze ed analizzare la realt? della situazione controversa. Mirando la Convenzione a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa di ricercare se suddetta situazione equivaleva ad un’espropriazione di fatto (Sporrong e L?nnroth c. Svezia del 23 settembre 1982, serie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
83. Ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 esige, innanzitutto e soprattutto, che un’ingerenza dell’autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legale. La preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? inerente all’insieme degli articoli della Convenzione (Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II). Il principio di legalit? notifica l’esistenza di norme di diritto interno sufficientemente accessibili, precise e prevedibili (Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, serie A no 296-ha, pp. 19-20, ? 42, e Lithgow ed altri c. Regno Unito, sentenza del 8 luglio 1986, serie A no 102, p. 47, ? 110).
84. Ad ogni modo, la Corte ? chiamata a verificare se il modo in cui il diritto interno ? interpretato ed applicato produce degli effetti conformi ai principi della Convenzione.
85. La Corte constata che nello specifico i richiedenti hanno perso la disponibilit? del terreno che ? stato occupato nel 1983 e che ? stato trasformato in modo irreversibile il 4 maggio 1985 (vedere paragrafo 18 sopra). Ai termini delle perizie depositate alla cancelleria durante il procedimento dinnanzi al tribunale di Caltagirone, il periodo di occupazione autorizzata si ? concluso il 30 agosto 1986 (vedere paragrafi di 18 a 20 sopra).
86. A difetto di un atto formale di trasferimento di propriet? e di un giudizio nazionale dichiarante che un tale trasferimento deve considerarsi come se avesse avuto luogo (vedere sopra paragrafo 62; vedere anche la sentenza Carbonara e Ventura c. Italia , precitata, ? 80) la Corte stima che la perdita di ogni disponibilit? del terreno in causa, combinata con l’impossibilit? fino qui di ovviare alla situazione incriminata, ha generato delle conseguenze abbastanza gravi in quanto i richiedenti hanno subito un’espropriazione di fatto incompatibile col loro diritto al rispetto dei loro beni (sentenza Papamichalopoulos ed altri c. Grecia, sentenza del 24 giugno 1993, serie A no 260-B, ? 45) e non conforme al principio di preminenza del diritto.
87. In conclusione, l’eccezione derivata della non-esaurimento delle vie di ricorso interne unita al merito non potrebbe essere considerata e vi ? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
II. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
88. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
89. I richiedenti sollecitano da prima il versamento di un’indennit? di 362 563,80 EUR a titolo di danno materiale per la perdita del terreno, somma che risulta dalla differenza tra il valore del terreno controverso rivalutato ed abbinato ad interessi e la somma, rivalutata ed abbinata ad interessi, che potrebbero percepire eventualmente per il meglio a titolo di indennizzo sul piano nazionale, nel caso in cui il tribunale accogliesse la loro domanda.
90. In pi?, i richiedenti sollecitano il versamento della somma di 109 290,118 EUR a titolo di danno materiale per l’occupazione del terreno, somma che risulta dalla differenza tra l? indennit? di occupazione rivalutata ed abbinata ad interessi e l’indennit? di occupazione abbinata a interessi ma non rivalutata.
91. Inoltre, i richiedenti chiedevano il versamento di un’indennit? di 200 000 EUR a titolo di danno morale.
92. Infine, i richiedenti chiedono la somma di 57 765,58 EUR, a titolo di rimborso degli oneri incorsi dinnanzi alla Corte e della parcella di avvocato.
93. Il Governo fa osservare di prima che in mancanza di un giudizio nazionale, non ? lecito alla Corte di procedere alla valutazione del danno materiale e morale.
94. In quanto al danno materiale, il Governo stima che la somma richiesta dai richiedenti sarebbe in ogni caso eccessiva. A questo riguardo, il Governo contesta le modalit? di calcolo del danno materiale adoperato nelle sentenze Carbonara e Ventura c. Italia e Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italia, al motivo che la rivalutazione del terreno non dovrebbe essere presa in conto per calcolare l’importo dell’indennizzo.
95. In quanto al danno morale, il Governo fa valere che questo dipende dalla durata eccessiva del procedimento dinnanzi alle giurisdizioni nazionali. Di conseguenza, il Governo sostiene che il versamento di una qualsiasi somma a titolo di indennizzo del danno morale ? subordinato all’esaurimento del rimedio Pinto.
96. Infine, in quanto agli oneri del procedimento a Strasburgo, il Governo sostiene che i richiedenti hanno quantificato questi in modo vago ed impreciso.
97. La Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trova in stato. Perci?, la riserva e fisser? ulteriore procedimento, tenuto conto della possibilit? che il Governo ed i richiedenti giungono ad un accordo.
PERQUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Respinge l’eccezione di non-esaurimento delle vie di ricorso interne;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
3. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trova in stato; perci?,
a) la riserva per intero;
b) invita il Governo ed i richiedenti ad indirizzarle per iscritto, nei tre mesi a contare del giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva il procedimento ulteriore e delega al presidente della camera l’incarico di fissarlo all’occorrenza.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 15 luglio 2005 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
S?ren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Pr?sident

Testo Tradotto

Conclusion Exception pr?liminaire rejet?e (non-?puisement des voies de recours internes) ; Violation de P1-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
PREMI?RE SECTION
AFFAIRE ROSA ET ALBA c. ITALIE (No 8)
(Requ?te no 63285/00)
ARR?T
STRASBOURG
15 juillet 2005
D?FINITIF
15/10/2005
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l’article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l’affaire La Rosa c. Italie (VIII),
La Cour europ?enne des Droits de l’Homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
M. C.L. Rozakis, pr?sident,
Mme F. Tulkens,
M. P. Lorenzen,
Mmes N. Vajić,
S. Botoucharova,
MM. V. Zagrebelsky,
K. Hajiyev, juges,
et de M. S. Nielsen, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 23 juin 2005,
Rend l’arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l’origine de l’affaire se trouve une requ?te (no 63285/00) dirig?e contre la R?publique italienne et dont quatre ressortissants de cet Etat, M. M.L. R., M. V. A., Mme M. L. R.et M. V. L.R. (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour le 30 mars 2000 en vertu de l’article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l’Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?). Le quatri?me requ?rant est d?c?d? le 2 janvier 2005. Par une lettre du 11 mars 2005, M. N. L. R. a inform? le Greffe de ce qu’il avait h?rit? du quatri?me requ?rant et qu’il souhaitait se constituer dans la proc?dure devant la Cour.
2. Les requ?rants sont repr?sent?s par Me A. A. A., avocat ? Caltagirone (Catane). Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par ses agents successifs, respectivement MM. U Leanza et I. M. Braguglia et ses coagents successifs, respectivement MM. V. Esposito et F. Crisafulli.
3. Les requ?rants all?guaient en particulier une atteinte injustifi?e ? leur droit au respect de leurs biens.
4. La requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section de la Cour (article 52 ? 1 du r?glement). Au sein de celle-ci, la chambre charg?e d’examiner l’affaire (article 27 ? 1 de la Convention) a ?t? constitu?e conform?ment ? l’article 26 ? 1 du r?glement.
5. Par une d?cision du 1er avril 2004, la chambre a joint au fond l’exception de non-?puisement des voies de recours internes soulev?e par le Gouvernement et a d?clar? la requ?te recevable.
6. Tant les requ?rants que le Gouvernement ont d?pos? des observations ?crites sur le fond de l’affaire (article 59 ? 1 du r?glement).
7. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section ainsi remani?e (article 52 ? 1).
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L’ESP?CE
8. Les requ?rants sont n?s respectivement en 1925, 1927, 1922 et 1920. Ils r?sident respectivement ? Caltagirone et Rome.
9. Les requ?rants ?taient propri?taires d’un terrain constructible d’environ 3 117 m?tres carr?s sis ? Caltagirone et enregistr? au cadastre, feuille 139, parcelles 43 et 131.
10. Le 12 avril 1983 le conseil municipalit? de Caltagirone adopta un projet de construction d’une route sur le terrain des requ?rants.
11. Par un arr?t? du 19 juin 1983, le maire de Caltagirone autorisa l’occupation d’urgence du terrain des requ?rants, pour une p?riode maximale de trois ans ? compter de l’occupation mat?rielle, en vue de son expropriation pour cause d’utilit? publique, afin de proc?der ? la construction de ladite route.
12. Le 30 ao?t 1983, l’administration proc?da ? l’occupation mat?rielle du terrain et entama les travaux de construction. Le 30 ao?t 1986 prit fin la p?riode d’occupation autoris?e.
13. Par un acte d’assignation notifi? le 25 mars 1987, les requ?rants introduisirent une action en dommages-int?r?ts ? l’encontre de la ville de Caltagirone devant le tribunal civil de Caltagirone.
14. Ils faisaient valoir que l’occupation du terrain ?tait ill?gale au motif que celle-ci s’?tait prolong?e au-del? du d?lai autoris? et que les travaux de construction de la route s’?taient termin?s sans qu’il f?t proc?d? ? l’expropriation formelle du terrain et au paiement d’une indemnit?.
15. Se r?f?rant ? la jurisprudence de la Cour de cassation en mati?re d’expropriation indirecte (occupazione acquisitiva), les requ?rants invitaient le tribunal ? d?clarer que la construction de la route avait ? un tel point transform? leur terrain qu’elle avait entra?n? la perte irr?versible du bien. Les requ?rants r?clamaient un d?dommagement correspondant ? la valeur v?nale du terrain et une somme pour non-jouissance du terrain.
16. L’administration d?fenderesse se constitua dans la proc?dure, excipant qu’un acompte sur l’indemnit? de 3 678 060 ITL avait ?t? offert aux requ?rants, et que cette offre n’avait pas ?t? accept?e.
17. La mise en ?tat de l’affaire commen?a le 4 juin 1987.
18. Le 31 juillet 1989, une expertise fut d?pos?e au greffe. Selon l’expert, seulement une partie du terrain, ? savoir 3 038,16 m?tres carr?s, avait ?t? occup?e et transform?e de mani?re irr?versible le 4 mai 1985, ? savoir au cours de la p?riode d’occupation autoris?e. En outre, l’expert ?valua ? 57 497 178 ITL, soit 18 925 ITL le m?tre carr?, la valeur du terrain au 30 ao?t 1986, ? savoir au moment o? la p?riode d’occupation autoris?e avait pris fin.
19. Par un compl?ment d’expertise d?pos? au greffe le 28 f?vrier 1992, l’expert modifia ses conclusions pr?c?dentes et ?valua ? 47 500 ITL le m?tre carr? la valeur v?nale du terrain au 30 ao?t 1986.
20. Le 30 novembre 2001, une nouvelle expertise fut d?pos?e au greffe, afin d’?valuer le montant de l’indemnit? d’expropriation aux termes de la loi no 662 de 1996, entre-temps entr?e en vigueur. Selon l’expert, le montant de l’indemnit? d’expropriation calcul? aux termes de cette derni?re loi ?tait de 73 115 351 ITL, soit environ 24 065 ITL le m?tre carr?, au 30 ao?t 1986.
21. Le 24 mars 2005, la partie requ?rante a fait savoir que la proc?dure est toujours pendante en premi?re instance.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. L’occupation d’urgence d’un terrain
22. En droit italien, la proc?dure acc?l?r?e d’expropriation permet ? l’administration d’occuper un terrain et d’y construire avant l’expropriation. Une fois l’ouvrage ? r?aliser d?clar? d’utilit? publique et le projet de construction adopt?, l’administration peut d?cr?ter l’occupation d’urgence des zones ? exproprier pour une dur?e d?termin?e n’exc?dant pas cinq ans (article 20 de la loi no 865 de 1971). Ce d?cret devient caduc si l’occupation mat?rielle du terrain n’a pas lieu dans les trois mois suivant sa promulgation. Avant la fin de la p?riode d’occupation autoris?e, un d?cret d’expropriation formelle doit ?tre pris.
23. L’occupation autoris?e d’un terrain donne droit ? une indemnit? d’occupation. La Cour constitutionnelle a reconnu, dans son arr?t no 470 de 1990, un droit d’acc?s imm?diat ? un tribunal aux fins de r?clamer l’indemnit? d’occupation d?s que le terrain est mat?riellement occup?, sans besoin d’attendre que l’administration proc?de ? une offre d’indemnisation.
B. Le principe de l’expropriation indirecte (? occupazione acquisitiva ? ou ? accessione invertita ?)
24. Dans les ann?es 1970, plusieurs administrations locales proc?d?rent ? des occupations d’urgence de terrains qui ne furent pas suivies de d?crets d’expropriation. Les juridictions italiennes se trouv?rent confront?es ? des cas o? le propri?taire d’un terrain avait perdu de facto la disponibilit? de celui-ci en raison de l’occupation et de l’accomplissement de travaux de construction d’un ouvrage public. Restait ? savoir si, simplement par l’effet des travaux effectu?s, l’int?ress? avait perdu ?galement la propri?t? du terrain.
1. La jurisprudence avant l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
25. La jurisprudence ?tait tr?s partag?e sur le point de savoir quels ?taient les effets de la construction d’un ouvrage public sur un terrain occup? ill?galement. Par occupation ill?gale, il faut entendre une occupation ill?gale ab initio, ou bien une occupation initialement autoris?e et devenue sans titre par la suite, le titre ?tant annul? ou bien l’occupation se poursuivant au-del? de l’?ch?ance autoris?e sans qu’un d?cret d’expropriation ne soit intervenu.
26. Selon une premi?re jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain apr?s l’ach?vement de l’ouvrage public. Toutefois, il ne pouvait pas demander une remise en l’?tat du terrain et pouvait uniquement engager une action en dommages et int?r?ts pour occupation abusive, non soumise ? un d?lai de prescription puisque l’ill?galit? d?coulant de l’occupation ?tait permanente. L’administration pouvait ? tout moment adopter une d?cision formelle d’expropriation ; dans ce cas, l’action en dommages-int?r?ts se transformait en litige portant sur l’indemnit? d’expropriation et les dommages-int?r?ts n’?taient dus que pour la p?riode ant?rieure au d?cret d’expropriation pour la non-jouissance du terrain (voir, entre autres, les arr?ts de la Cour de cassation no 2341 de 1982, no 4741 de 1981, no 6452 et no 6308 de 1980).
27. Selon une deuxi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain et pouvait demander la remise en l’?tat, lorsque l’administration avait agi sans qu’il y ait utilit? publique (voir, par exemple, Cour de cassation, arr?t no 1578 de 1976, arr?t no 5679 de 1980).
28. Selon une troisi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration perdait automatiquement la propri?t? du terrain au moment de la transformation irr?versible du bien, ? savoir au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. L’int?ress? avait le droit de demander des dommages-int?r?ts (voir l’arr?t no 3243 de 1979 de la Cour de cassation).
2. L’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
29. Par un arr?t du 16 f?vrier 1983, la Cour de cassation, statuant en chambres r?unies, r?solut le conflit de jurisprudence et adopta la troisi?me solution. Ainsi fut consacr? le principe de l’expropriation indirecte (accessione invertita ou occupazione acquisitiva). En vertu de ce principe, la puissance publique acquiert ab origine la propri?t? d’un terrain sans proc?der ? une expropriation formelle lorsque, apr?s l’occupation du terrain, et ind?pendamment de la l?galit? de l’occupation, l’ouvrage public a ?t? r?alis?. Lorsque l’occupation est ab initio sans titre, le transfert de propri?t? a lieu au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. Lorsque l’occupation du terrain a initialement ?t? autoris?e, le transfert de propri?t? a lieu ? l’?ch?ance de la p?riode d’occupation autoris?e. Dans le m?me arr?t, la Cour de cassation pr?cisa que, dans tous les cas d’expropriation indirecte, l’int?ress? a droit ? une r?paration int?grale, l’acquisition du terrain ayant eu lieu sans titre. Toutefois, cette r?paration n’est pas vers?e automatiquement ; il incombe ? l’int?ress? de r?clamer des dommages-int?r?ts. En outre, le droit ? r?paration est assorti du d?lai de prescription pr?vu en cas de responsabilit? d?lictuelle, ? savoir cinq ans, commen?ant ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.
3. La jurisprudence apr?s l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
a) La prescription
30. Dans un premier temps, la jurisprudence consid?rait qu’aucun d?lai de prescription ne trouvait ? s’appliquer, puisque l’occupation sans titre du terrain constituait un acte ill?gal continu. La Cour de cassation, dans son arr?t no 1464 de 1983, affirma que le droit ? r?paration ?tait soumis ? un d?lai de prescription de cinq ans. Par la suite, la premi?re section de la Cour de cassation affirma qu’un d?lai de prescription de dix ans devait s’appliquer (arr?ts no 7952 de 1991 et no 10979 de 1992). Par un arr?t du 22 novembre 1992, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a d?finitivement tranch? la question, estimant que le d?lai de prescription est de cinq ans et qu’il commence ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.
b) L’arr?t no 188 de 1995 de la Cour constitutionnelle
31. Dans cet arr?t, la Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution le principe de l’expropriation indirecte, dans la mesure o? ce principe est ancr? dans une disposition l?gislative, ? savoir l’article 2043 du code civil r?gissant la responsabilit? d?lictuelle. Selon cet arr?t, le fait que l’administration devienne propri?taire d’un terrain en tirant b?n?fice de son comportement ill?gal ne pose aucun probl?me sur le plan constitutionnel, puisque l’int?r?t public, ? savoir la conservation de l’ouvrage public, l’emporte sur l’int?r?t du particulier, et donc sur le droit de propri?t? de ce dernier. La Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution l’application ? l’action en r?paration du d?lai de prescription de cinq ans, tel que pr?vu par l’article 2043 du code civil pour responsabilit? d?lictuelle.
c) Cas de non-application du principe de l’expropriation indirecte
32. Les d?veloppements de la jurisprudence montrent que le m?canisme par lequel la construction d’un ouvrage public entra?ne le transfert de propri?t? du terrain au b?n?fice de l’administration conna?t des exceptions.
33. Dans son arr?t no 874 de 1996, le Conseil d’Etat a affirm? qu’il n’y a pas d’expropriation indirecte lorsque les d?cisions de l’administration et le d?cret d’occupation d’urgence ont ?t? annul?s par les juridictions administratives ; si tel n’?tait pas le cas, la d?cision judiciaire serait vid?e de substance.
34. Dans son arr?t no 1907 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? que l’administration ne devient pas propri?taire d’un terrain lorsque les d?cisions qu’elle a adopt?es et la d?claration d’utilit? publique doivent ?tre consid?r?es comme nulles ab initio. Dans ce cas, l’int?ress? garde la propri?t? du terrain et peut demander la restitutio in integrum. Il peut, comme alternative, demander des dommages-int?r?ts. L’ill?galit? dans ces cas a un caract?re permanent et aucun d?lai de prescription ne trouve application.
35. Dans l’arr?t no 6515 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? lorsque la d?claration d’utilit? publique a ?t? annul?e par les juridictions administratives. Dans ce cas, le principe de l’expropriation indirecte ne trouve donc pas ? s’appliquer. L’int?ress?, qui garde la propri?t? du terrain, a la possibilit? de demander la restitutio in integrum. L’introduction d’une demande en dommages-int?r?ts entra?ne une renonciation ? la restitutio in integrum. Le d?lai de prescription de cinq ans commence ? courir au moment o? la d?cision du juge administratif devient d?finitive.
36. Dans l’arr?t no 148 de 1998, la premi?re section de la Cour de cassation a suivi la jurisprudence des chambres r?unies et affirm? que le transfert de propri?t? par effet de l’expropriation indirecte n’a pas lieu lorsque la d?claration d’utilit? publique ? laquelle le projet de construction ?tait assorti a ?t? consid?r?e comme invalide ab initio.
37. Dans l’arr?t no 5902 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies a r?affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? en l’absence de d?claration d’utilit? publique valide.
38. Il convient de comparer cette jurisprudence avec la loi no 458 de 1988 (voir ?? 39-40 ci-dessous) et avec le R?pertoire des dispositions sur l’expropriation, entr? en vigueur le 30 juin 2003 (voir ?? 48-49 ci-dessous).
4. La loi no458 du 27 octobre 1988
39. Aux termes de l’article 3 de cette loi, ? Le propri?taire d’un terrain, utilis? pour la construction de b?timents publics et de logements sociaux, a droit ? la r?paration du dommage subi, ? la suite d’une expropriation d?clar?e ill?gale par une d?cision pass?e en force de chose jug?e, mais ne peut pr?tendre ? la restitution de son bien. Il a ?galement droit, en plus de la r?paration du dommage, aux sommes dues en raison de la d?pr?ciation mon?taire et ? celles mentionn?es ? l’article 1224 ? 2 du code civil et ceci ? compter du jour de l’occupation ill?gale ?.
40. Interpr?tant l’article 3 de la loi de 1988, la Cour constitutionnelle, dans son arr?t du 12 juillet 1990 (n 384), a consid?r? : ? Par la disposition attaqu?e, le l?gislateur, entre l’int?r?t des propri?taires des terrains – obtenir en cas d’expropriation ill?gale la restitution des terrains – et l’int?r?t public – concr?tis? par la destination de ces biens ? des finalit?s de constructions r?sidentielles publiques ? des conditions favorables ou conventionn?es – a donn? la priorit? ? ce dernier int?r?t ?.
5. Le montant de la r?paration en cas d’expropriation indirecte
41. Selon la jurisprudence de 1983 de la Cour de cassation en mati?re d’expropriation indirecte, une r?paration int?grale du pr?judice subi, sous forme de dommages-int?r?ts pour la perte du terrain, ?tait due ? l’int?ress? en contrepartie de la perte de propri?t? qu’entra?ne l’occupation ill?gale.
42. La loi budg?taire de 1992 (article 5 bis du d?cret-loi no 333 du 11 juillet 1992) modifia cette jurisprudence, dans le sens que le montant d? en cas d’expropriation indirecte ne pouvait d?passer le montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle. Par l’arr?t no 369 de 1996, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle cette disposition.
43. En vertu de la loi budg?taire no 662 de 1996, qui fit suite ? la disposition d?clar?e inconstitutionnelle, l’indemnisation int?grale ne peut ?tre accord?e pour une occupation de terrain ayant eu lieu avant le 30 septembre 1996. Dans cette optique, l’indemnisation ?quivaut au montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle, dans l’hypoth?se la plus favorable au propri?taire, moyennant une augmentation de 10 %.
44. Par l’arr?t no 148 du 30 avril 1999, la Cour constitutionnelle a jug? une telle indemnit? compatible avec la Constitution. Toutefois, dans le m?me arr?t, la Cour a pr?cis? qu’une indemnit? int?grale, ? concurrence de la valeur v?nale du terrain, peut ?tre r?clam?e lorsque l’occupation et la privation du terrain n’ont pas eu lieu pour cause d’utilit? publique.
6. La jurisprudence apr?s les arr?ts de la Cour du 30 mai 2000 dans les affaires Belvedere Alberghiera et Carbonara et Ventura
45. Par les arr?ts no 5902 et 6853 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies s’est ? nouveau prononc?e sur le principe de l’expropriation indirecte, en faisant r?f?rence aux deux arr?ts de la Cour pr?cit?s.
46. Au vu du constat de violation de l’article 1 du protocole no 1 dans les affaires ci-dessus, la Cour de cassation a affirm? que le principe de l’expropriation indirecte joue un r?le important dans le cadre du syst?me juridique italien et qu’il est compatible avec la Convention.
47. Plus sp?cifiquement, la Cour de cassation ? apr?s avoir analys? l’histoire du principe de l’expropriation indirecte – a dit qu’au vu de l’uniformit? de la jurisprudence en la mati?re, le principe de l’expropriation indirecte doit se consid?rer comme ?tant pleinement ? pr?visible ? ? compter de 1983. De ce fait, l’expropriation indirecte doit ?tre consid?r?e comme ?tant respectueuse du principe de l?galit?. S’agissant des occupations de terrain ayant lieu sans d?claration d’utilit? publique, la Cour de cassation a affirm? que celles-ci ne sont pas aptes ? transf?rer la propri?t? du bien ? l’Etat. Quant ? l’indemnisation, la Cour de cassation a affirm? que, m?me si elle est inf?rieure au pr?judice subi par l’int?ress?, et notamment ? la valeur du terrain, l’indemnisation due en cas d’expropriation indirecte est suffisante pour garantir un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l’int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l’individu.
7. Le R?pertoire des dispositions l?gislatives et r?glementaires en mati?re d’expropriation pour cause d’utilit? publique (ci-apr?s ? le R?pertoire)
48. Le 30 juin 2003 est entr? en vigueur le D?cret Pr?sidentiel no 327 du 8 juin 2001, modifi? par le D?cret l?gislatif no 302 du 27 d?cembre 2002, et qui r?git la proc?dure d’expropriation. Le R?pertoire codifie les dispositions et la jurisprudence existantes en la mati?re. En particulier, il codifie le principe de l’expropriation indirecte. Le R?pertoire, qui ne s’applique pas aux cas d’occupation survenus ant?rieurement ? 1996 et ne s’applique donc pas en l’esp?ce, s’est substitu?, ? partir de son entr?e en vigueur, ? l’ensemble de la l?gislation la jurisprudence pr?c?dente en mati?re d’expropriation.
49. A son article 43, le R?pertoire pr?voit qu’en l’absence d’un d?cret d’expropriation, ou en l’absence de d?claration d’utilit? publique, un terrain transform? ? la suite de la r?alisation d’un ouvrage public est acquis au patrimoine de l’autorit? qui l’a transform? ; des dommages-int?r?ts sont accord?s en contrepartie. L’autorit? peut acqu?rir un bien m?me lorsque le plan d’urbanisme ou la d?claration d’utilit? publique ont ?t? annul?s. Le propri?taire peut demander au juge la restitution du terrain. L’autorit? en cause peut s’y opposer. Lorsque le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain, le propri?taire a droit ? un d?dommagement.
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L’ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
50. Les requ?rants all?guent avoir ?t? priv?s de leur terrain par l’effet de l’occupation de celui-ci et de la construction d’une route, ? d?faut d’un d?cret d’expropriation et d’indemnisation. En outre, ils font valoir qu’aux termes de la l?gislation entr?e en vigueur au cours de la proc?dure devant les juridictions internes, ils ne pourront pas ?tre d?dommag?s ? hauteur de la valeur v?nale du terrain. Selon eux, cette situation a port? atteinte ? leur droit au respect de leurs biens garanti ? l’article 1 du Protocole no 1, ainsi r?dig? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d’utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu’ils jugent n?cessaires pour r?glementer l’usage des biens conform?ment ? l’int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d’autres contributions ou des amendes. ?
A. Th?ses d?fendues devant la Cour
1. Les requ?rants
51. Les requ?rants rappellent que leur terrain a ?t? occup? en 1983 et que la proc?dure entam?e en 1987 devant les juridictions internes est toujours pendante. Dans une telle situation, ils n’ont pas encore obtenu un d?dommagement, malgr? la perte de leur terrain en raison de sa transformation irr?versible, en vertu du principe de l’expropriation indirecte.
52. Les requ?rants font valoir que le principe jurisprudentiel de l’expropriation indirecte ne peut pas ?tre consid?r? en tant que tel ? pr?vu par la loi ?.
53. Il s’ensuit que la privation du terrain en application d’un tel principe est contraire aux principes constitutionnels ainsi qu’? l’article 1 du Protocole no 1 du point de vue de l’existence n?cessaire d’une base l?gale.
54. En outre, les requ?rants observent qu’en l’absence d’un jugement des juridictions internes faisant ?tat de la perte du terrain en vertu du principe de l’expropriation indirecte, leur situation s’analyse en une expropriation de facto, source d’incertitude et impr?visibilit?.
55. Par cons?quent, l’ill?galit? commise par l’administration ne constitue pas seulement un manquement aux r?gles qui pr?sident ? la proc?dure administrative, mais aussi une violation des principes r?gissant le transfert de propri?t?.
56. Quant au montant du d?dommagement qu’ils pourront recevoir ? la suite de la proc?dure entam?e devant les juridictions internes, les requ?rants observent qu’aux termes de la l?gislation en vigueur ils ne pourront pas ?tre d?dommag?s ? hauteur de la valeur v?nale du terrain au cas o? le tribunal estimera qu’ils ont ?t? priv?s de leur bien.
57. A cet ?gard, ils font valoir que le montant du d?dommagement reconnu en cas d’expropriation indirecte est en substance ?quivalant au montant de l’indemnit? d’expropriation reconnue en cas d’expropriation formelle.
2. Le Gouvernement
58. Le Gouvernement soutient qu’? d?faut d’une d?cision nationale d?finitive ayant effectivement appliqu? le principe de l’expropriation indirecte il est pr?matur? de juger sur la situation d?nonc?e et que la proc?dure pendante devant les juridictions internes constitue un moyen de recours efficace, que les requ?rants doivent ?puiser avant que la Cour puisse se prononcer sur leur requ?te.
59. Sur le fond, le Gouvernement fait observer que dans le cas d’esp?ce, il ne s’agit pas d’une occupation ? sine titulo ? depuis le d?but, mais d’une occupation qui a ?t? initialement autoris?e, dans le cadre d’une proc?dure administrative l?gitime reposant sur une d?claration d’utilit? publique.
60. Le Gouvernement admet que la proc?dure d’expropriation n’a pas ?t? mise en ?uvre dans les termes pr?vus par la loi, dans la mesure o? aucun d?cret d’expropriation n’a ?t? adopt?.
61. A d?faut d’un tel d?cret d’expropriation, les requ?rants auraient en tout ?tat de cause ?t? priv?s de leur bien par l’effet de la construction de l’ouvrage public et de la transformation irr?versible du terrain que cette derni?re a entra?n?. Cette privation de bien, selon le Gouvernement, n’est que la cons?quence du principe de l’expropriation indirecte, que le tribunal de Caltagirone, en statuant sur l’affaire, devrait appliquer.
62. Dans ces circonstances, l’arr?t du tribunal de Caltagirone n’aura qu’une valeur d?clarative, en ce qu’il d?clarera que les requ?rants devront se consid?rer comme ayant ?t? priv?s de leur terrain au b?n?fice de l’administration ? compter de la date que le tribunal consid?rera comme la date o? le terrain a ?t? transform? de mani?re irr?versible. La valeur de la d?cision du juge national a pour seule fonction de donner aux parties la s?curit? juridique, ? savoir la certitude que la privation de propri?t? a eu lieu lorsque les conditions sont remplies.
63. Le Gouvernement soutient que cette situation est conforme ? l’article 1 du Protocole no 1.
64. Quant ? la n?cessit? de l’ing?rence dans le droit de propri?t? des requ?rants, le Gouvernement fait observer que la construction de la route constituait un motif ad?quat pour justifier l’expropriation du terrain, qui doit ?tre consid?r?e comme un moyen proportionn? au but l?gitime vis?.
65. S’agissant de l’existence d’une base l?gale, il rappelle d’abord que la Cour, dans son arr?t Zubani c. Italie (arr?t du 7 ao?t 1996, Recueil 1996-IV, ?? 45-46) avait examin? une affaire d’expropriation indirecte tombant sous le coup de la loi no 458 de 1988 (voir droit interne, paragraphe 39 ci-dessus) du point de vue du juste ?quilibre, estimant que, en ce qui concernait la loi en tant que telle, ? le choix l?gislatif visant ? privil?gier l’int?r?t de la collectivit? dans le cas d’expropriations ou d’occupations ill?gales de terrains est raisonnable : l’indemnisation int?grale des pr?judices subis par les propri?taires concern?s constitue une r?paration suffisante … ? (arr?t Zubani pr?cit?, ? 49).
66. Le Gouvernement prend acte de ce que la jurisprudence de la Cour a par la suite connu une ?volution, dans la mesure o?, dans les deux cas suivant portant sur l’expropriation indirecte, elle a constat? une incompatibilit? du m?canisme de l’expropriation indirecte avec le principe de l?galit? (Carbonara et Ventura c. Italie, no 24638/94, CEDH 2000-VI ; Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie, no 31524/96, CEDH 2000-VI).
67. Selon le Gouvernement, le principe doit se consid?rer comme ?tant ? pr?vu par la loi ?, m?me s’il a ?t? ?labor? par la jurisprudence dans un pays de ? civil law ? et non de ? common law ?.
68. A cet ?gard, il prend acte de ce que dans les deux arr?ts pr?cit?s, la Cour avait estim? inutile de juger in abstracto si le r?le qu’un principe jurisprudentiel, tel que celui de l’expropriation indirecte, occupe dans un syst?me de droit continental est assimilable ? celui occup? par des dispositions l?gislatives (arr?t Carbonara pr?cit?, ? 64). La Cour avait observ? que la jurisprudence italienne avait connu une ?volution et qu’un principe jurisprudentiel ne lie pas les juridictions quant ? son application (arr?t Carbonara pr?cit?, ? 69).
69. Le Gouvernement soutient que d?cider du r?le de la jurisprudence en Italie rev?t une grande importance dans ce type d’affaires. Selon le Gouvernement, la jurisprudence nationale ayant cr?e le principe de l’expropriation indirecte, ce principe doit ?tre consid?r? comme faisant partie du droit positif ? compter de l’arr?t de la Cour de cassation no 1464 de 1983. La jurisprudence ult?rieure aurait confirm?e ce principe et pr?cis? certains aspects de son application. En outre, ce principe aurait ?t? reconnu par la loi no 458 du 27 octobre 1988 (voir paragraphe 39 ci-dessus).
70. En conclusion, selon le Gouvernement, ? partir de 1983, les r?gles de l’expropriation indirecte ?taient parfaitement claires et accessibles ? tous les propri?taires de terrains.
71. En l’esp?ce, le terrain des requ?rants a ?t? occup? en 1983 et ceux-ci ont introduit l’action en justice devant les juridictions nationales en 1987. Il s’ensuit que d?j? au d?but de la proc?dure d’expropriation, la jurisprudence en mati?re d’expropriation indirecte ?tait consolid?e et faisait donc partie du droit positif.
72. S’agissant de la qualit? de la loi, le Gouvernement reconna?t que le fait qu’un d?cret d’expropriation n’ait pas ?t? prononc? est en soi un manquement aux r?gles qui pr?sident ? la proc?dure administrative.
73. Toutefois, compte tenu de ce que le terrain a ?t? transform? de mani?re irr?versible en raison de la construction d’une ?uvre d’utilit? publique, la restitution de celui-ci n’est plus possible.
74. Le transfert de la propri?t? du terrain en force du principe de l’expropriation indirecte est en effet le r?sultat d’une interpr?tation syst?matique par le juge de principes existants, tendant ? garantir que l’int?r?t g?n?ral pr?vale sur l’int?r?t des particuliers, lorsque l’ouvrage public a ?t? r?alis? (transformation du terrain) et que celui-ci r?pond ? l’utilit? publique.
75. A la lumi?re de ces consid?rations, le Gouvernement estime que le principe de l’expropriation indirecte, qui permet aux anciens propri?taires d’obtenir un d?dommagement cons?quent ? la perte du terrain, est donc conforme ? l’article 1 du Protocole no 1 du point de vue de la qualit? de la loi.
76. Quant ? l’exigence de garantir un juste ?quilibre entre le sacrifice impos? aux particuliers et la compensation octroy?e ? ceux-ci, le Gouvernement reconna?t que l’administration serait tenue de compenser le particulier.
77. Cependant, cette indemnisation peut ?tre inf?rieure au pr?judice subi par l’int?ress?, vu que l’expropriation indirecte r?pond ? un int?r?t collectif et que l’ill?galit? commise par l’administration ne concerne que la forme, ? savoir un manquement aux r?gles qui pr?sident ? la proc?dure administrative.
B. Sur l’observation de l’article 1 du Protocole no 1
78. La Cour rappelle qu’elle a joint au fond l’exception du Gouvernement tir?e du non-?puisement des voies de recours internes compte tenu de ce que la proc?dure devant les juridictions internes est toujours pendante en premi?re instance.
79. La Cour note que les parties s’accordent pour dire qu’il y a eu ? privation de propri?t? ?.
80. Elle note ? cet ?gard que pour les requ?rants il y a eu perte de disponibilit? totale si bien qu’elle revient en substance ? une expropriation de fait (voir paragraphe 54 ci-dessus).
81. Pour le Gouvernement (voir paragraphes 61-62 ci-dessus), les requ?rants doivent se consid?rer comme ayant ?t? priv?s de leur bien ? compter du moment o? celui-ci a ?t? irr?versiblement transform?, m?me si d’un point de vue formel, ils restent propri?taires, et ce jusqu’au prononc? d’un jugement d?clarant le transfert de propri?t? au b?n?fice de l’Etat.
82. La Cour rappelle que, pour d?terminer s’il y a eu privation de biens au sens de la deuxi?me phrase du premier alin?a de l’article 1 du Protocole no 1, il faut non seulement examiner s’il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser la r?alit? de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth c. Su?de du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
83. Elle rappelle que l’article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu’une ing?rence de l’autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale. La pr??minence du droit, l’un des principes fondamentaux d’une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l’ensemble des articles de la Convention (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II). Le principe de l?galit? signifie l’existence de normes de droit interne suffisamment accessibles, pr?cises et pr?visibles (Hentrich c. France, arr?t du 22 septembre 1994, s?rie A no 296-A, pp. 19-20, ? 42, et Lithgow et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 8 juillet 1986, s?rie A no 102, p. 47, ? 110).
84. En tout ?tat de cause, la Cour est appel?e ? v?rifier si la mani?re dont le droit interne est interpr?t? et appliqu? produit des effets conformes aux principes de la Convention.
85. La Cour constate qu’en l’esp?ce les requ?rants ont perdu la disponibilit? du terrain qui a ?t? occup? en 1983 et qui a ?t? transform? de mani?re irr?versible le 4 mai 1985 (voir paragraphe 18 ci-dessus). Aux termes des expertises d?pos?es au greffe au cours de la proc?dure devant le tribunal de Caltagirone, la p?riode d’occupation autoris?e a pris fin le 30 ao?t 1986 (voir paragraphes de 18 ? 20 ci-dessus).
86. A d?faut d’un acte formel de transfert de propri?t? et d’un jugement national d?clarant qu’un tel transfert doit se consid?rer comme ayant eu lieu (voir paragraphe 62 ci-dessus ; voir aussi l’arr?t Carbonara et Ventura c. Italie, pr?cit?, ? 80), la Cour estime que la perte de toute disponibilit? du terrain en cause, combin?e avec l’impossibilit? jusqu’ici de rem?dier ? la situation incrimin?e a engendr? des cons?quences assez graves pour que les requ?rants aient subi une expropriation de fait incompatible avec leur droit au respect de leurs biens (arr?t Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce, arr?t du 24 juin 1993, s?rie A no 260-B, ? 45) et non conforme au principe de pr??minence du droit.
87. En conclusion, l’exception tir?e du non-?puisement des voies de recours internes jointe au fond ne saurait ?tre retenue et il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1.
II. SUR L’APPLICATION DE L’ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
88. Aux termes de l’article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu’il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d’effacer qu’imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s’il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
89. Les requ?rants sollicitent d’abord le versement d’une indemnit? de 362 563,80 EUR au titre de pr?judice mat?riel pour la perte du terrain, somme qui r?sulte de la diff?rence entre la valeur du terrain litigieux r??valu?e et assortie d’int?r?ts et la somme, r??valu?e et assortie d’int?r?ts, qu’ils pourraient ?ventuellement percevoir au mieux au titre d’indemnisation sur le plan national, au cas o? le tribunal accueillerait leur demande.
90. De plus, les requ?rants sollicitent le versement de la somme de 109 290,118 EUR au titre de pr?judice mat?riel pour l’occupation du terrain, somme qui r?sulte de la diff?rence entre l’indemnit? d’occupation r??valu?e et assortie d’int?r?ts et l’indemnit? d’occupation assortie d’int?r?ts mais pas r??valu?e.
91. En outre, les requ?rants demandaient le versement d’une indemnit? de 200 000 EUR au titre de pr?judice moral.
92. Enfin, les requ?rants demandent la somme de 57 765,58 EUR, au titre de remboursement des frais encourus devant la Cour et des honoraires d’avocat.
93. Le Gouvernement fait observer d’abord qu’en l’absence d’un jugement national, il n’est pas loisible ? la Cour de proc?der ? l’?valuation du pr?judice mat?riel et moral.
94. Quant au dommage mat?riel, le Gouvernement estime que la somme r?clam?e par les requ?rants serait en tout cas excessive. A cet ?gard, le Gouvernement conteste les modalit?s de calcul du dommage mat?riel employ?es dans les arr?ts Carbonara et Ventura c. Italie et Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie, au motif que la r??valuation du terrain ne devrait pas ?tre prise en compte afin de calculer le montant de l’indemnisation.
95. Quant au dommage moral, le Gouvernement fait valoir que celui-ci d?pend de la dur?e excessive de la proc?dure devant les juridictions nationales. Par cons?quent, le Gouvernement soutient que le versement d’une quelconque somme au titre d’indemnisation du dommage moral est subordonn? ? l’?puisement du rem?de Pinto.
96. Enfin, quant aux frais de la proc?dure ? Strasbourg, le Gouvernement soutient que les requ?rants ont quantifi? ceux-ci de mani?re vague et impr?cise.
97. La Cour estime que la question de l’application de l’article 41 ne se trouve pas en ?tat. En cons?quence, elle la r?serve et fixera la proc?dure ult?rieure, compte tenu de la possibilit? que le Gouvernement et les requ?rants parviennent ? un accord.
PAR CES MOTIFS, LA COUR , ? L’UNANIMIT?,
1. Rejette l’exception de non-?puisement des voies de recours internes ;
2. Dit qu’il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1 ;
3. Dit que la question de l’application de l’article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat ; en cons?quence,
a) la r?serve en entier ;
b) invite le Gouvernement et les requ?rants ? lui adresser par ?crit, dans les trois mois ? compter du jour o? l’arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l’article 44 ? 2 de la Convention, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir ;
c) r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue le pr?sident de la chambre le soin de la fixer au besoin.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 15 juillet 2005 en application de l’article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
S?ren Nielsen Christos Rozakis
Greffier Pr?sident

ARR?T LA ROSA c. ITALIE (VIII)

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