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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE LA ROSA ET ALBA c. ITALIE (N? 6)

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: P1-1
Numero: 63240/00/2005
Stato: Italia
Data: 2005-07-15 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Eccezione preliminare respinta (decadenza); Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata
PRIMA SEZIONE
CAUSA LA ROSA ED ALBA C. Italia (no 6)
( Richiesta no 63240/00)
SENTENZA
STRASBURGO
15 luglio 2005
DEFINITIVO
30/11/2005
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa La Rosa ed Alba c. Italia (no 6),
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, prima sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIG. C.L. Rozakis, presidente,
Sig.ra F. Tulkens, il
Sig. P. Lorenzen, il Sig.re N. Vajić,
S. Botoucharova, Sigg.. V. Zagrebelsky, K. Hajiyev, giudici, e del Sig. S. Nielsen, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 23 giugno 2005,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 63240/00) diretta contro la Repubblica italiana e in cui quattro cittadini di questo Stato, Sigg. L. R. e G. L. R., V. A. e M.me M L. R. (“i richiedenti”), hanno investito la Corte il 30 marzo 2000 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”). Il secondo richiedente ? deceduto il 2 gennaio 2005. Con una lettera del 11 marzo 2005, il Sig. N. L R. ha informato la Cancelleria del fatto che aveva ereditato dal secondo richiedente e che desiderava costituirsi nel procedimento dinnanzi alla Corte.
2. I richiedenti sono rappresentati da Me A. A. A., avvocato a Caltagirone. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. I.M. Braguglia, e dal suo coagente, il Sig. F. Crisafulli e dalsuo coagente aggiunto, N. Lettieri.
3. I richiedenti adducevano in particolare un attentato ingiustificato al loro diritto al rispetto dei loro beni.
4. La richiesta ? stata assegnata alla prima sezione della Corte (articolo 52 ? 1 dell’ordinamento). In seno a questa, la camera incaricata di esaminare la causa (articolo 27 ? 1 della Convenzione) ? stata costituita conformemente all’articolo 26 ? 1 dell’ordinamento.
5. Con una decisione del 15 ottobre 2002, la camera ha dichiarato la richiesta parzialmente inammissibile. Con una decisione del 6 maggio 2004, la camera ha dichiarato il restante della richiesta ammissibile (articolo 54 ? 3 dell’ordinamento).
6. Tanto i richiedenti che il Governo hanno depositato delle osservazioni scritte sul merito della causa (articolo 59 ? 1 dell’ordinamento).
7. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni (articolo 25 ? 1 dell’ordinamento). La presente richiesta ? stata assegnata alla prima sezione cos? ricomposta (articolo 52 ? 1).
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
8. I richiedenti sono nati rispettivamente nel 1925, 1927, 1922 e 1945 e risiedono a Caltagirone.
9. I richiedenti erano proprietari di un terreno ubicato a Caltagirone (Catania) e registrato al catasto, foglio 139, appezzamento 43.
10. Con un’ordinanza del 15 aprile 1980, che vale come dichiarazione di utilit? pubblica, il sindaco di Caltagirone autorizz? la societ? cooperativa La Sicula ad occupare di emergenza il terreno dei richiedenti, per un periodo massimale di tre anni, in vista della sua espropriazione per la costruzione di alloggi.
11. Il 19 maggio 1980, la societ? cooperativa procedette all’occupazione materiale del terreno ed inizi? i lavori di costruzione.
12. Il 22 ottobre 1981, la municipalit? di Caltagirone procedette ad un’offerta di acconto sull’indennizzo di 810 000 lire italiane (ITL) (360 ITL/m?). Questa offerta non fu accettata dai richiedenti.
13. Il 28 maggio 1982, la municipalit? procedette ad una seconda offerta di acconto di 990 000 ITL (440 ITL/m?). Questa offerta non fu accettata.
14. Con un atto notificato il 27 marzo 1987, i richiedenti introdussero un’azione in danno-interessi contro la societ? cooperativa La Sicula dinnanzi al tribunale civile di Caltagirone. I richiedenti adducevano che bench? i lavori di costruzione effettuata sul loro terreno abbiano trasformato questo, non erano intervenuto nessuno decreto di espropriazione e nessuno indennizzo. Riferendosi al principio dell’espropriazione indiretta fissata dalla Corte di cassazione nella sentenza no 1464 del 26 febbraio 1983, i richiedenti invitavano il tribunale a dichiarare che la costruzione degli alloggi aveva ad un tale punto trasformato il suo terreno che aveva provocato la perdita irreversibile del bene. I richiedenti richiedevano dei danno-interessi per la perdita del terreno a concorrenza del valore di questo, inoltre richiedevano un risarcimento per il non godimento del terreno durante il periodo di occupazione autorizzata.
15. Il collocamento in stato della causa cominci? il 4 giugno 1987.
16. Il 27 settembre 1987, la societ? cooperativa La Sicula chiam? in garanzia la municipalit? di Caltagirone dinnanzi al tribunale civile di Caltagirone.
17. Nel dicembre 1993, una prima perizia fu depositata alla cancelleria. Secondo il perito, la data alla quale c’era stata trasformazione irreversibile del terreno era il 18 maggio 1983. Da questo momento, i richiedenti dovevano essere considerati come essendo stati privati del loro bene. Il valore venale del terreno controverso di cui la superficie era di 2320 metri quadrati, era a questa data di 64 500 ITL il metro quadrato.
18. In seguito all’entrata in vigore della legge no 662 del 1996, il tribunale di Caltagirone ordin? una seconda perizia. Secondo il rapporto di perizia, il valore venale del terreno al 18 maggio 1983, calcolato in funzione della nuova legge, era di 35 492 ITL il metro quadrato.
19. Con un giudizio depositato alla cancelleria il 29 ottobre 2002, il tribunale dichiar? che in seguito all’occupazione del terreno, ed alla vista della costruzione di alloggi, – lavori che rispondono all’interesse pubblico -, il diritto di propriet? dei richiesti era stato neutralizzato conformemente al principio dell’espropriazione indiretta. C’era luogo dunque di considerare che la propriet? del terreno era passata ab origine all’amministrazione nel 1983 ossia irreversibilmente una volta trasformato il terreno. Dato che il trasferimento di propriet? aveva avuto luogo nella cornice di un’occupazione di terreno diventato senza titolo, i richiedenti avevano diritto ai danno-interessi calcolati sulla base della legge no 662 del 1996, entrata in vigore durante procedimento. Di conseguenza il tribunale accord? ai richiedenti una somma di 42 526,66 EUR per la perdita della propriet? del terreno da indicizzare a partire dal 1983, in pi? di un’indennit? di occupazione di 11 592,39 EUR.
20. La data alla quale questo giudizio divent? definitivo ?, secondo le indicazioni fornite dai richiedenti, l? 11 aprile 2004.
21. L’indennizzo accordato dal tribunale ? sottoposto ad un’imposta alla sorgente del 20%, come previsto dalla legge no 413 del 1991. Nel luglio 2004, i richiedenti non avevano ottenuto ancora il versamento del loro dovuto.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNI PERTINENTI
A. L’occupazione di emergenza di un terreno
22. In dritto italiano, il procedimento accelerato di espropriazione permette all’amministrazione di occupare un terreno e di costruire prima dell’espropriazione. Una volta dichiarato di utilit? pubblica il lavoro a realizzare ed il adottato progetto di costruzione, l’amministrazione pu? decretare l’occupazione di emergenza delle zone da espropriare per una durata determinata che non supera cinque anni (articolo 20 della legge no 865 del 1971). Questo decreto diventa nullo se l’occupazione materiale del terreno non ha luogo nei tre mesi seguenti la sua promulgazione. Prima della fine del periodo di occupazione autorizzata, un decreto di espropriazione formale deve essere preso.
23. L’occupazione autorizzata di un terreno d? diritto ad un’indennit? di occupazione. La Corte costituzionale ha riconosciuto, nella sua sentenza no 470 del 1990, un diritto di accesso immediato ad un tribunale ai fini di richiedere l’indennit? di occupazione appena il terreno ? occupato materialmente, senza bisogno di aspettare che l’amministrazione proceda ad un’offerta di indennizzo.
B. Il principio dell’espropriazione indiretta (“occupazione acquisitiva” o “accessione invertita”)
24. Negli anni 1970, parecchie amministrazioni locali procedettero a occupazioni di emergenza di terreni che non furono seguiti da decreti di espropriazione. Le giurisdizioni italiane si trovarono di fronte a casi in cui il proprietario di un terreno aveva perso di facto la disponibilit? di questo in ragione dell’occupazione e del compimento di lavori di costruzione di un lavoro pubblico. Restava da sapere se, semplicemente per effetto dei lavori effettuati, l’interessato aveva perso anche la propriet? terreno.
1. La giurisprudenza prima della sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
25. La giurisprudenza era molto divisa sul punto di sapere quale erano gli effetti della costruzione di un lavoro pubblico su un terreno occupato illegalmente. Per occupazione illegale, bisogna intendere un’occupazione illegale ab initio, o un’occupazione inizialmente autorizzata e diventata in seguito senza titolo, essendo annullato il titolo o proseguendo l’occupazione al di l? della scadenza autorizzata senza che sia intervenuto un decreto di espropriazione.
26. Secondo una prima giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? del terreno dopo il completamento del lavoro pubblico. Tuttavia, non poteva chiedere una rimessa in stato del terreno e poteva impegnare unicamente un’azione in danni ed interessi per occupazione abusiva, non sottoposta ad un termine di prescrizione poich? l’illegalit? derivante dell’occupazione era permanente. L’amministrazione poteva adottare in ogni momento una decisione formale di espropriazione; in questo caso, l’azione in danno-interessi si trasformava in controversia riguardante l’indennit? di espropriazione ed i danno-interessi erano dovuti solamente per il periodo anteriore al decreto di espropriazione per il non-godimento del terreno (vedere, tra altri, le sentenze della Corte di cassazione no 2341 del 1982, no 4741 di 1981, no 6452 e no 6308 del 1980).
27. Secondo una seconda giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? terreno e poteva chiedere la rimessa in stato, quando l’amministrazione aveva agito senza che ci fosse utilit? pubblica (vedere, per esempio, Corte di cassazione, sentenza no 1578 del 1976, sentenza no 5679 del 1980).
28. Secondo una terza giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione perdeva automaticamente la propriet? terreno al momento della trasformazione irreversibile del bene, ossia al momento del completamento del lavoro pubblico. L’interessato aveva il diritto di chiedere dei danno-interessi (vedere no 3243 la sentenza del 1979 della Corte di cassazione).
2. La sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
29. Con una sentenza del 16 febbraio 1983, la Corte di cassazione, deliberando in camere riunite, risolse il conflitto di giurisprudenza ed adott? la terza soluzione. Cos? fu consacrato il principio dell’espropriazione indiretta ( accessione invertita od occupazione acquisitiva). In virt? di questo principio, il potere pubblico acquista ab origine la propriet? di un terreno senza procedere ad un’espropriazione formale quando, dopo l’occupazione del terreno, ed a prescindere dalla legalit? dell’occupazione, il lavoro pubblico ? stato realizzato. Quando l’occupazione ? ab initio senza titolo, il trasferimento di propriet? ha luogo al momento del completamento del lavoro pubblico. Quando l’occupazione del terreno ? stata autorizzata inizialmente, il trasferimento di propriet? ha luogo alla scadenza del periodo di occupazione autorizzata. Nella stessa sentenza, la Corte di cassazione precis? che, in ogni caso di espropriazione indiretta, l’interessato ha diritto ad un risarcimento integrale, avendo avuto luogo l’acquisizione del terreno senza titolo. Questo risarcimento non ? versato tuttavia, automaticamente; incombe sull’interessato di richiedere dei danno-interessi. Inoltre, il diritto a risarcimento ? abbinato altermine di prescrizione contemplata in caso di responsabilit? da delitto, ossia cinque anni, che cominciano a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
3. La giurisprudenza dopo la sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
a) La prescrizione
30. In un primo tempo, la giurisprudenza considerava che nessun termine di prescrizione si trovava ad applicare, poich? l’occupazione senza titolo del terreno costituiva un atto illegale continuo. La Corte di cassazione, nella sua sentenza no 1464 del 1983, afferm? che il diritto al risarcimento era sottoposto ad un termine di prescrizione di cinque anni. In seguito, la prima sezione della Corte di cassazione afferm? che un termine di prescrizione di dieci anni doveva applicarsi (sentenze no 7952 di 1991 e no 10979 del 1992). Con una sentenza del 22 novembre 1992, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha troncato definitivamente la questione, stimando che il termine di prescrizione ? di cinque anni e che comincia a decorrere al momento della trasformazione irreversibile del terreno.
b) La sentenza no 188 del 1995 della Corte costituzionale
31. In questa sentenza, la Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione il principio dell’espropriazione indiretta, nella misura in cui questo principio si ? radicato in una disposizione legislativa, ossia l’articolo 2043 del codice civile che regola la responsabilit? da delitto. Secondo questa sentenza, il fatto che l’amministrazione diventi proprietario di un terreno traendo beneficio dal suo comportamento illegale non d? nessun problemi sul piano costituzionale, poich? l’interesse pubblico, ossia la conservazione del lavoro pubblico, prevale sull’interesse dell’individuo, e dunque sul diritto di propriet? di questo ultimo. La Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione l’applicazione all’azione in risarcimento del termine di prescrizione di cinque anni, come previsto dall’articolo 2043 del codice civile per responsabilit? da delitto.
c) Caso di mancata applicazione del principio dell’espropriazione indiretta
32. Gli sviluppi della giurisprudenza mostrano che il meccanismo con il quale la costruzione di un lavoro pubblico provoca il trasferimento di propriet? del terreno a favore dell’amministrazione conosce delle eccezioni.
33. Nella sua sentenza no 874 del 1996, il Consiglio di stato ha affermato che non c’? espropriazione indiretta quando le decisioni dell’amministrazione ed il decreto di occupazione di emergenza sono state annullate dalle giurisdizioni amministrative; se non fosse cos? il caso, la decisione giudiziale sarebbe svuotata di sostanza.
34. Nella sua sentenza no 1907 del 1997, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha affermato che l’amministrazione non diventa proprietario di un terreno quando le decisioni che ha adottato e la dichiarazione di utilit? pubblica devono essere considerate come nulle ab initio. In questo caso, l’interessato mantiene la propriet? dal terreno e pu? chiedere il restitutio in integrum. Pu?, come alternativa, chiedere dei danno-interessi. L’illegalit? in questi casi ha un carattere permanente e non trova nessuno termine di prescrizione applicazione.
35. Nella sentenza no 6515 del 1997, la Corte di cassazione che delibera in camere riunite ha affermato che non c’? trasferimento di propriet? quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata dalle giurisdizioni amministrative. In questo caso dunque, il principio dell’espropriazione indiretta non si trova ad applicare. L’interessato che mantiene la propriet? dal terreno, ha la possibilit? di chiedere il restitutio in integrum. L’introduzione di una domanda in danno-interessi provoca una rinuncia al restitutio in integrum. Il termine di prescrizione di cinque anni comincia a decorrere nel momento in cui la decisione del giudice amministrativo diventa definitiva.
36. Nella sentenza no 148 del 1998, la prima sezione della Corte di cassazione ha seguito la giurisprudenza delle camere riunite e ha affermato che il trasferimento di propriet? per effetto dell’espropriazione indiretta non ha luogo quando la dichiarazione di utilit? pubblica alla quale il progetto di costruzione era abbinato ? stata considerata come invalido ab initio.
37. Nella sentenza no 5902 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite ha riaffermato che non c’? trasferimento di propriet? nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica valida.
38. Conviene confrontare questa giurisprudenza con la legge no 458 di 1988 (vedere sotto ?? 39-40) e col Repertorio delle disposizioni sull’espropriazione, entrato in vigore il 30 giugno 2003 (vedere sotto ?? 48-49).
4. La legge no458 del 27 ottobre 1988
39. Ai termini dell’articolo 3 di questa legge, “Il proprietario di un terreno, utilizzato per la costruzione di edifici pubblici e di case popolari, ha diritto al risarcimento del danno subito, in seguito ad un’espropriazione dichiarata illegale con una decisione passata in forza di cosa giudicata, ma non pu? pretendere alla restituzione del suo bene. Ha anche dritto, in pi? del risarcimento del danno, alle somme dovute in ragione del deprezzamento monetario ed a quelle menzionate all’articolo 1224 ? 2 del codice civile e questo a contare del giorno dell’occupazione illegale.”
40. Interpretando l’articolo 3 della legge di 1988, la Corte costituzionale, nella sua sentenza del 12 luglio 1990 (n? 384), ha considerato: “Con la disposizione attaccata, il legislatore, tra gli interessi dei proprietari dei terreni – ottenere in caso di espropriazione illegale la restituzione dei terreni – e l’interesse pubblico – concretizzato dalla destinazione di questi beni alle finalit? di costruzioni residenziali pubbliche a condizioni favorevoli o convenzionate – ha dato la precedenza a questo ultimo interesse.”
5. L’importo del risarcimento in caso di espropriazione indiretta
41. Secondo la giurisprudenza di 1983 della Corte di cassazione in materia di espropriazione indiretta, un risarcimento integrale del danno subito, sotto forma di danno-interessi per la perdita del terreno, era dovuta all’interessato in compenso della perdita di propriet? che provoca l’occupazione illegale.
42. La legge di bilancio del 1992, articolo 5 bis della decreto-legge no 333 del 11 luglio 1992, modific? questa giurisprudenza, nel senso che l’importo dovuto in caso di espropriazione indiretta non poteva superare l’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale. Con la sentenza no 369 del 1996, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale questa disposizione.
43. In virt? della legge di bilancio no 662 del 1996 che segu? la disposizione dichiarata incostituzionale, l’indennizzo integrale non pu? essere accordato per un’occupazione di terreno che aveva avuto luogo prima del 30 settembre 1996. In questa ottica, l’indennizzo equivale all’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale, nell’ipotesi pi? favorevole al proprietario, mediante un aumento del 10%.
44. Con la sentenza no 148 del 30 aprile 1999, la Corte costituzionale ha giudicato una tale indennit? compatibile con la Costituzione. Tuttavia, nella stessa sentenza, la Corte ha precisato che un’indennit? integrale, a concorrenza del valore venale del terreno, pu? essere richiesta quando l’occupazione e la privazione del terreno non hanno avuto luogo a causa di utilit? pubblica.
6. La giurisprudenza dopo le sentenze della Corte del 30 maggio 2000 nelle cause Belvedere Alberghiera e Carbonara e Ventura
45. Con le sentenze no 5902 e 6853 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite si ? pronunciata di nuovo sul principio dell’espropriazione indiretta, facendo riferimento alle due sentenze della Corte precitata.
46. Alla vista della constatazione di violazione dell’articolo 1 del protocollo no 1 nelle cause sopra, la Corte di cassazione ha affermato che il principio dell’espropriazione indiretta sostiene un ruolo importante nella cornice del sistema giuridico italiano e che ? compatibile con la Convenzione.
47. Pi? specificamente, la Corte di cassazione-dopo avere analizzato la storia del principio dell’espropriazione indiretta – ha detto che alla vista dell’uniformit? della giurisprudenza in materia, il principio dell’espropriazione indiretta deve considerarsi come essendo pienamente “prevedibile” a contare dal 1983. Per questo fatto, l’espropriazione indiretta deve essere considerata come essendo rispettosa del principio di legalit?. Trattandosi delle occupazioni di terreno che hanno luogo senza dichiarazione di utilit? pubblica, la Corte di cassazione ha affermato che queste non sono atte a trasferire la propriet? del bene allo stato. In quanto all’indennizzo, la Corte di cassazione ha affermato che, anche se ? inferiore al danno subito dall’interessato, ed in particolare al valore del terreno, l’indennizzo dovuto in caso di espropriazione indiretta ? sufficiente per garantire un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo.
7. Il Repertorio delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione a causa di utilit? pubblica (qui di seguito “il Repertorio)
48. Il 30 giugno 2003 ? entrato in vigore il Decreto Presidenziale no 327 dell? 8 giugno 2001, modificato dal Decreto legislativo no 302 del 27 dicembre 2002, e che regola il procedimento di espropriazione. Il Repertorio codifica le disposizioni e la giurisprudenza esistenti in materia. In particolare, codifica il principio dell’espropriazione indiretta. Il Repertorio che non si applica ai casi di occupazione sopraggiunta anteriormente al 1996 e non si applica dunque nello specifico, si ? sostituito, a partire dalla sua entrata in vigore, all’insieme della legislazione la giurisprudenza precedente in materia di espropriazione.
49. Al suo articolo 43, il Repertorio contempla che nella mancanza di un decreto di espropriazione, o nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, un terreno trasformato in seguito alla realizzazione di un lavoro pubblico ? acquisito al patrimonio dell’autorit? che l’ha trasformato; dei danno-interessi sono accordati in compenso. L’autorit? pu? acquisire un bene anche quando il piano di urbanistica o la dichiarazione di utilit? pubblica sono stati annullati. Il proprietario pu? chiedere al giudice la restituzione del terreno. L’autorit? in causa si pu? opporre. Quando il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno, il proprietario ha diritto ad un risarcimento.
IN DIRITTO
I. SULL’ECCEZIONE PRELIMINARE DEL GOVERNO
50. In queste osservazioni sul merito il Governo solleva innanzitutto un’eccezione di inammissibilit? derivata dal non esaurimento delle vie di ricorso interne, dato che la richiesta dinnanzi alla Corte europea ? stata introdotta prima della fine del procedimento interno, ossia quando il ricorso era ancora pendente dinnanzi al tribunale di Caltagirone.
51. I richiedenti si oppongono a questa eccezione del Governo.
52. La Corte ricorda che ai termini dell’articolo 55 del suo ordinamento, “Se la Parte contraente convenuta intende sollevare un’eccezione di inammissibilit?, deve farlo, per quanto la natura dell’eccezione e le circostanze lo permettono, nelle osservazioni scritte od orali sull’ammissibilit? della richiesta .” Ora, risulta dalla pratica che questa condizione non si trova assolta nello specifico. C’? dunque decadenza.
53. Alla luce di queste considerazioni, la Corte stima che c’? luogo di respingere l’eccezione del Governo.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 DELLA CONVENZIONE
54. I richiedenti adducono essere stati privati del loro terreno per effetto dell’occupazione di questo e della costruzione di alloggi, in mancanza di un decreto di espropriazione e di indennizzo. Inoltre, fanno valere che ai termini della legislazione entrata in vigore durante il procedimento dinnanzi alle giurisdizioni interne, non sono stati risarciti alla quota del valore venale del terreno. Secondo essi, questa situazione ha recato offesa al loro diritto al rispetto dei loro beni garantiti all’articolo 1 del Protocollo no 1, cos? redatto,:
“Ogni persona fisica o morale ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Tesi difese dinnanzi alla Corte
1. I richiedenti
55. I richiedenti affermano che la privazione del terreno in applicazione del principio giurisprudenziale dell’espropriazione indiretta ? contraria ai principi costituzionali cos? come all’articolo 1 del Protocollo no 1 dal punto di vista dell’esistenza necessaria di una base legale.
56. Sostengono che l’espropriazione indiretta ? un’espropriazione di facto e si traduce in un’illegalit? commessa dall’amministrazione.
57. A questo riguardo, i richiedenti fanno osservare che il terreno controverso ? stato occupato e trasformato senza che un decreto di espropriazione sia stato adottato. ? solamente alla conclusione del procedimento in danno-interessi dinnanzi alle giurisdizioni nazionali che hanno potuto ottenere una decisione giudiziale dichiarante l’illegalit? dell’occupazione che ha come conseguenza di dichiararli allo stesso tempo in modo retroattivo privati del loro bene.
58. In quanto all’importo del risarcimento che hanno ricevuto in seguito al procedimento iniziato dinnanzi alle giurisdizioni interne, i richiedenti osservano che ai termini della legislazione in vigore non sono stati risarciti alla quota del valore venale del terreno. Nello specifico hanno ottenuto una somma uguale al 50% del valore venale del terreno e fanno valere che questa somma sar? sottoposta ad un’imposizione alla sorgente del 20%.
59. A questo riguardo, osservano che l’indennit? accordata ? largamente inferiore al danno subito e leggermente superiore all’importo al quale avrebbero avuto diritto in caso di espropriazione in buona e dovuta forma.
60. Inoltre, i richiedenti stimano che l’applicazione retroattiva in corso di procedimento della legislazione che riduce l’importo del risarcimento ? in quanto tale contraria all’articolo 1 del Protocollo no 1.
2. Il Governo
61. Il Governo fa osservare che nel caso specifico, si tratta di un’occupazione di terreno nella cornice di un procedimento amministrativo che si fonda su una dichiarazione di utilit? pubblica. Il Governo ammette che il procedimento di espropriazione non ? stato messo in opera nei termini previsti dalla legge, nella misura in cui non ? stato adottato nessuno decreto di espropriazione.
62. A difetto di un tale decreto, il Governo sostiene che era impossibile sapere se i richiedenti erano o no ancora proprietari del bene. Era essenziale avere dunque una decisione nazionale definitiva che dissipi una volta per tutte l’incertezza che caratterizza questo tipo di situazione, ed in particolare il caso specifico che manca di chiarezza. Allo stesso tempo, il Governo sostiene che il giudizio del tribunale di Caltagirone ha solamente un valore dichiarativo,essendo l’espropriazione indiretta un meccanismo automatico di perdita di propriet?. Col suo giudizio, il giudice nazionale farebbe prendere solamente atto di una situazione compiuta e si limiterebbe a dichiarare che i richiedenti devono considerarsi come essendo privati del loro bene a favore dell’amministrazione a contare della data che il tribunale considera come la data in cui il terreno ? stato trasformato in modo irreversibile.
63. Il Governo sostiene che questa situazione ? conforme all’articolo 1 del Protocollo no 1.
64. In quanto alla necessit? dell’ingerenza nel diritto di propriet? dei richiedenti, il Governo fa osservare che la costruzione del lavoro pubblico costituiva un motivo adeguato per giustificare l’espropriazione del terreno che deve essere considerato come un mezzo proporzionato allo scopo legittimo mirato.
65. Trattandosi dell’esistenza di una base legale, il Governo ricorda di prima che la Corte, nella sua sentenza Zubani c. Italia ( sentenza del 7 agosto 1996, Raccolta 1996-IV, ?? 45-46) aveva esaminato una causa di espropriazione indiretta che ricade sotto l’influenza della legge no 458 di 1988 (vedere diritto interno, paragrafo 39,) dal punto di vista del giusto equilibrio, stimando che, per ci? che riguardava la legge in quanto tale, “la scelta legislativa che mira a privilegiare l’interesse della collettivit? nel caso di espropriazioni o di occupazioni illegali di terreni ? ragionevole: l’indennizzo integrale dei danni subiti dai proprietari riguardati costituisce un risarcimento sufficiente… ” (sentenza Zubani precitato, ? 49).
66. Il Governo prende atto del fatto che la giurisprudenza della Corte ha conosciuto un’evoluzione in seguito, nella misura in cui, nei due seguente casi riguardanti l?espropriazione indiretta, ha constatato un’incompatibilit? del meccanismo dell’espropriazione indiretta col principio di legalit? (Carbonara e Ventura c. Italia, no 24638/94, CEDH 2000-VI; Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italia, no 31524/96, CEDH 2000-VI).
67. Secondo il Governo, il principio deve considerarsi come essendo “contemplato dalla legge”, anche se ? stato elaborato dalla giurisprudenza in un paese del “civil law” e non di “common law.”
68. A questo riguardo, il Governo prende atto del fatto che nelle due sentenze precitate, la Corte aveva stimato inutile giudicare in abstracto se il ruolo che un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, occupa in un sistema di diritto continentale ? assimilabile a quell’occupato con le disposizioni legislative (sentenza Carbonara precitato, ? 64.) La Corte aveva osservato che la giurisprudenza italiana aveva conosciuto un’evoluzione e che un principio giurisprudenziale non lega le giurisdizioni in quanto alla sua applicazione (sentenza Carbonara precitato, ? 69).
69. Il Governo sostiene che decidere del ruolo della giurisprudenza in Italia riveste una grande importanza in questo tipo di cause. Secondo il Governo, la giurisprudenza nazionale avendo creato il principio dell’espropriazione indiretta, questo deve essere considerato come facente parte del diritto positivo a contare dalla sentenza della Corte di cassazione no 1464 del 1983. La giurisprudenza ulteriore avrebbe confermato questo principio ed avrebbe precisato certi aspetti della sua applicazione. Inoltre, questo principio sarebbe stato riconosciuto dalla legge no 458 del 27 ottobre 1988 (vedere sopra paragrafo 39).
70. In conclusione, secondo il Governo, a partire dal 1983, le regole dell’espropriazione indiretta erano perfettamente chiare ed accessibili a tutti i proprietari di terreni.
71. Nello specifico, il terreno dei richiedenti ? stato occupato nel 1980 e questi hanno introdotto l’azione in giustizia dinnanzi alle giurisdizioni nazionali nel 1987. Segue che gi? all’inizio del procedimento di espropriazione, la giurisprudenza in materia di espropriazione indiretta era consolidata e faceva dunque parte del diritto positivo.
72. In pi?, il Governo fa notare che i richiedenti hanno rifiutato due volte un’offerta di indennit? da parte dell’amministrazione. Ci? dimostrerebbe, secondo il Governo, che i richiedenti erano interessati ad aspettare la trasformazione del terreno per potere agire contro l’amministrazione e chiedere i danno-interessi.
73. Trattandosi della qualit? della legge, il Governo riconosce che il fatto che un decreto di espropriazione non sia stato pronunciato ? in s? una trasgressione alle regole che presiedono al procedimento amministrativo.
74. Tuttavia, tenuto conto del fatto che il terreno ? stato trasformato in modo irreversibile in ragione della costruzione di un?opera di utilit? pubblica, la restituzione di questo non ? pi? possibile.
75. Il trasferimento della propriet? del terreno in applicazione del principio dell’espropriazione indiretta ? il risultato di un’interpretazione sistematica da parte del giudice di principi esistenti difatti, tendente a garantire che l’interesse generale prevalga sull’interesse degli individui, quando il lavoro pubblico ? stato realizzato (trasformazione del terreno) e che questo risponde all’utilit? pubblica.
76. Alla luce di queste considerazioni, il Governo stima che il principio dell’espropriazione indiretta che permette ai vecchi proprietari di ottenere un risarcimento conseguente alla perdita del terreno, ? conforme dunque all’articolo 1 del Protocollo no 1 dal punto di vista della qualit? della legge.
77. In quanto all’esigenza di garantire un giusto equilibrio tra i sacrifici imposto agli individui ed il compenso concesso a questi, il Governo riconosce che l’amministrazione ? tenuta a compensare l’individuo.
78. Per?, questo indennizzo pu? essere inferiore al danno subito dall’interessato, visto che l’espropriazione indiretta risponde ad un interesse collettivo e che l’illegalit? commessa dall’amministrazione riguarda solamente la forma, ossia una trasgressione alle regole che presiedono al procedimento amministrativo.
79. Il Governo ammette che il richiedente non ? stato indennizzato interamente, e che per effetto della legge no 662 del 1996, l’indennit? accordata ? inferiore al valore del terreno.
80. Tuttavia, visto che l’espropriazione indiretta risponde ad un interesse collettivo, il Governo sostiene che l’importo dell’indennit? in causa rientra nel margine di valutazione lasciata agli Stati per fissare un indennizzo che sia ragionevolmente in rapporto col valore del bene. Inoltre, la determinazione di un massimo d’indennit? tramite la legge no 662 del 1996 si spiegherebbe con la preoccupazione di “scoraggiare delle speculazioni” da parte dei cittadini sulle “difficolt? burocratiche, politiche o finanziarie che impediscono l’amministrazione di espropriare regolarmente.” A questo riguardo, il Governo sostiene che l’indennit? come plafonata dalla legge in causa essendo in ogni caso superiore a quella che sarebbe stata accordata se l’espropriazione fosse stata regolare, l’espropriazione indiretta risulta un “buon affare” per gli interessati.
81. Alla luce di queste considerazioni, il Governo conclude che il giusto equilibrio ? stato rispettato.
B. Sull’osservazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1
1. Sull’esistenza di un’ingerenza
82. La Corte ricorda che, per determinare se c’? stata “privazione di beni”, bisogna esaminare non solo se ci sono state spodestamento o espropriazione formale, ma ancora guardare al di l? delle apparenze ed analizzare la realt? della situazione controversa. Mirando la Convenzione a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa di ricercare se suddetta situazione equivaleva ad un’espropriazione di fatto (Sporrong e L?nnroth c. Svezia, sentenza del 23 settembre 1982, serie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
83. La Corte rileva che, applicando il principio dell’espropriazione indiretta, il tribunale di Caltagirone ha considerato i richiedenti come essendo privati del loro bene a contare dal momento in cui il terreno ? stato trasformato irreversibilmente dai lavori pubblici. A difetto di un atto formale di espropriazione, la constatazione di illegalit? da parte del giudice ? l’elemento che consacra il trasferimento al patrimonio pubblico del bene occupato. In queste circostanze, la Corte conclude che il giudizio del tribunale di Caltagirone ha avuto per effetto di privare i richiedenti del loro bene al senso della seconda frase dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (Carbonara e Ventura, precitato, ? 61; Brumărescu c. Romania [GC], no 28342/95, ? 77, CEDH 1999-VII).
84. Per essere compatibile con l’articolo 1 del Protocollo no 1 una tale ingerenza deve essere operata “a causa di utilit? pubblica” e “nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali di diritto internazionale.” L’ingerenza deve predisporre un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo (Sporrong e L?nnroth, precitato, p. 26, ? 69). Inoltre, la necessit? di esaminare la questione del giusto equilibrio pu? farsi “sentire solamente quando si ? rivelato che l’ingerenza controversa ha rispettato il principio di legalit? e non era arbitraria” (Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II; Beyeler c. Italia [GC], no 33202/96, ? 107, CEDH 2000-I).
85. Quindi, la Corte non stima opportuno fondare il suo ragionamento sulla semplice constatazione che un risarcimento integrale in favore dei richiedenti non ha avuto luogo (Carbonara, precitato, ? 62).
2. Sul rispetto del principio di legalit?
86. L’articolo 1 del Protocollo no 1 esige, innanzitutto e soprattutto, che un’ingerenza dell’autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legale. La preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? inerente all’insieme degli articoli della Convenzione (Iatridis precitato, ? 58,). Il principio di legalit? notifica l’esistenza di norme di diritto interno sufficientemente accessibili, precise e prevedibili (Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, serie A no 296-ha, pp. 19-20, ? 42, e Lithgow ed altri c. Regno Unito, sentenza del 8 luglio 1986, serie A no 102, p. 47, ? 110).
87. Nel sentenza Belvedere Alberghiera srl e nel sentenza Carbonara e Ventura precitati, la Corte non aveva stimato utile di giudicare in abstracto se il ruolo che un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, occupa in un sistema di diritto continentale ? assimilabile a quell’occupato dalle disposizioni legislative, ci? che conta essendo -ad ogni modo-che la base legale risponda ai criteri di prevedibilit?, accessibilit? e precisione enunciati pi? in alto. La Corte ? sempre convinta che l’esistenza in quanto tale di una base legale non basta a soddisfare al principio di legalit? e stima utile propendersi sulla questione della qualit? della legge.
88. La Corte prende nota dell’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all’elaborazione del principio dell’espropriazione indiretta. Rileva anche che questo principio ? stato trasposto nei testi di legge, come la legge no 458 del 1988, la legge no 662 del 1996 e, ultimamente, nel Repertorio delle disposizioni in materia di espropriazione. Essendo cos?, la Corte non perde di vista le applicazioni contraddittorie che hanno luogo nella cronostoria della giurisprudenza, e rileva anche delle contraddizioni tra la giurisprudenza ed i suddetti testi di legge scritta.
89. A titolo di esempio, la Corte nota che se ? vero che la giurisprudenza ha escluso, a contare dal 1996-1997, che l’espropriazione indiretta possa applicarsi quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata, ? anche vero che il Repertorio ha ultimamente contemplato che nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, ogni terreno pu? essere acquistato al patrimonio pubblico, se il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno occupato e trasformato con l’amministrazione.
90. Alla vista di questi elementi, la Corte non esclude che rimanga il rischio di un risultato imprevedibile o arbitrario per gli interessati.
91. La Corte nota poi che il meccanismo dell’espropriazione indiretta permette in generale all’amministrazione di passare oltre le regole fissate in materia di espropriazione, col rischio di un risultato imprevedibile o arbitrario per gli interessati, che si trattasse di un’illegalit? dall’inizio o di un’illegalit? sopraggiunto in seguito.
92. A questo riguardo, la Corte nota che l’espropriazione indiretta permette all’amministrazione di occupare un terreno e di trasformarlo irreversibilmente, in modo tale che sia considerato come acquisizione al patrimonio pubblico, senza che in parallelo un atto formale dichiarante il trasferimento di propriet? non sia adottato. Nella mancanza di un atto che formalizza l’espropriazione ed intervenendo al pi? tardi nel momento in cui il proprietario ha perso ogni disponibilit? del bene, l’elemento che permetter? di trasferire al patrimonio pubblico il bene occupato e di raggiungere una sicurezza giuridica ? la constatazione di illegalit? da parte del giudice, che vale come dichiarazione di trasferimento di propriet?. Incombe sull’interessato – che continua ad essere formalmente proprietario – di sollecitare al giudice competente una decisione che constata, all’occorrenza, l’illegalit? abbinata alla realizzazione di un lavoro di interesse pubblico, condizioni necessarie affinch? sia dichiarato in modo retroattivo privato del suo bene.
93. Alla vista di questi elementi, la Corte stima che il meccanismo dell’espropriazione indiretta non ? atto a garantire un grado sufficiente di sicurezza giuridica.
94. La Corte nota poi che l’espropriazione indiretta permette inoltre all’amministrazione di occupare un terreno e di trasformarlo senza per questo versare i indennit? allo stesso tempo. L’indennit? deve essere richiesta dall’interessato e ci? entro prescrizione di cinque anni, cominciando a contare della data alla quale il giudice stima che la trasformazione irreversibile del terreno ha avuto luogo. Questo pu? provocare delle conseguenze nefaste per l’interessato, e rendere vano ogni speranza di risarcimento (Carbonara e Ventura, precitato, ? 71).
95. La Corte rileva infine che il meccanismo dell’espropriazione indiretta permette all’amministrazione di derivare partito del suo comportamento illegale, e che il prezzo a pagare ? solamente del 10% pi? elevato che nel caso di un’espropriazione in buona e dovuto forma. Secondo la Corte, questa situazione non ? di natura tale da favorire la buona amministrazione dei procedimenti di espropriazione ed a prevenire degli episodi di illegalit?.
96. Ad ogni modo, la Corte ? chiamata a verificare se il modo in cui il diritto interno ? interpretato ed applicato produce degli effetti conformi ai principi della Convenzione.
97. Nella presente causa, la Corte rileva che applicando il principio dell’espropriazione indiretta, le giurisdizioni italiane hanno considerato i richiedenti privati del loro bene a contare dal momento in cui i lavori di costruzione di immobili hanno trasformato irreversibilmente i luoghi, essendo riunite le condizioni di illegalit? dell’occupazione e di interesse pubblico del lavoro costruito. Ora, nella mancanza di un atto formale di espropriazione, la Corte stima che questa situazione non potrebbe essere considerata come “prevedibile”, poich? ? solamente con la decisione definitiva -il giudizio del tribunale di Caltagirone che ha acquisito forza di cosa giudicata-che si pu? considerare il principio dell’espropriazione indiretta come essendo stato applicato effettivamente e che l’acquisizione del terreno al patrimonio pubblico ? stata sancita. Di conseguenza, i richiedenti non hanno avuto la “sicurezza giuridica” concernente la privazione del terreno che l? 11 aprile 2004, data alla quale il giudizio del tribunale di Caltagirone ? diventato definitivo.
98. La Corte osserva poi che la situazione in causa ha permesso all’amministrazione di derivare partito da un’occupazione di terreno illegale. In altri termini, l’amministrazione si ? potuta appropriare del terreno a disprezzo delle regole che regolano l’espropriazione in buona e dovuta forma, e, tra altri, senza che un’indennit? sia messa in parallelo a disposizione degli interessati.
99. Trattandosi dell’indennit?, la Corte constata che l’applicazione retroattiva della legge di bilancio no 662 del 1996 al caso di specifico ha avuto per effetto di privare i richiedenti di un risarcimento integrale del danno subito.
100. Alla luce di queste considerazioni, la Corte stima che l’ingerenza controversa non ? compatibile col principio di legalit? e che dunque ha infranto il diritto al rispetto dei beni dei richiedenti.
101. Quindi, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
III. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
102. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
103. Riferendosi al sentenza Carbonara e Ventura c. Italia (soddisfazione equa) (no 24638/94, 11 dicembre 2003) ed alla sentenza Papamichalopoulos ed altri c. Grecia (articolo 50) (sentenza del 31 ottobre 1995, serie A no 330-B) i richiedenti sollecitano il versamento di una somma che corrisponde al valore reale del terreno, includendo il plusvalore portato dalla costruzione degli immobili. Similmente a queste cause, i richiedenti invitano la Corte a nominare un perito che possa valutare il terreno.
104. Sussidiariamente, per il caso in cui la Corte non nominasse un perito, i richiedenti richiedono 845 422,41 EUR a titolo del danno materiale per la perdita del terreno, somma che risulta dalla differenza tra il valore del terreno controverso rivalutato ed abbinato ad interessi e la somma, rivalutata ed abbinata ad interessi, che devono ancora percepire in esecuzione del giudizio del tribunale di Caltagirone.
105. Inoltre, i richiedenti chiedono il versamento di un’indennit? di 50 000 EUR ciascuno a titolo di danno morale.
106. In quanto al danno materiale, il Governo osserva al primo colpo che i richiedenti hanno ottenuto al livello nazionale una decisione che accorda loro una somma importante. In questa situazione, la Corte non dovrebbe accordare una soddisfazione equa che provoca un arricchimento indebito dei richiedenti. Il Governo sostiene che in ogni caso i richiedenti non possono aspirare ad un risarcimento integrale del danno e contesta l’applicazione al caso di specifico del metodo utilizzato dalla Corte nelle due cause citate dai richiedenti. Nel caso in cui la Corte decidesse di accordare una soddisfazione equa, il Governo sostiene che questa dovrebbe essere calcolata a partire dal rapporto di perizia depositata nel procedimento nazionale, ed applicando un interesse semplice.
107. In quanto al danno morale, il Governo fa valere che questo dipende dalla durata eccessiva del procedimento dinnanzi alle giurisdizioni nazionali. Di conseguenza, il Governo sostiene che il versamento di una qualsiasi somma a titolo di indennizzo del danno morale ? subordinato all’esaurimento del rimedio Pinto.
108. In pi?, il Governo osserva che la quantificazione dei danni morali fatti dai richiedenti ? superiore al valore venale del terreno.
109. I richiedenti chiedono inoltre alla Corte la somma di 75 112,11 EUR, a titolo di rimborso degli oneri incorsi dinnanzi alla Corte e della parcella di avvocato.
110. In quanto agli oneri del procedimento a Strasburgo, il Governo sostiene che i richiedenti hanno quantificato questi in modo vago ed impreciso.
111. La Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trova in stato. Perci?, la riserva e fisser? ulteriore procedimento, tenuto conto della possibilit? che il Governo ed i richiedenti giungono ad un accordo.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Respinge l’eccezione preliminare del Governo;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
3. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trova in stato;
perci?,
a) la riserva per intero;
b) invita il Governo ed i richiedenti ad indirizzarle per iscritto, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva il procedimento ulteriore e delega al presidente della camera l’incarico di fissarlo all’occorrenza.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 15 luglio 2005 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
S?ren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Pr?sident

SENTENZA IL ROSA ED ALBA C. ITALIA (N? 6)

SENTENZA IL ROSA ED ALBA C. ITALIA (N? 6)

Testo Tradotto

Conclusion
Exception pr?liminaire rejet?e (forclusion) ; Violation de P1-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
PREMI?RE SECTION
AFFAIRE LA ROSA ET ALBA c. ITALIE (no 6)
(Requ?te no 63240/00)
ARR?T
STRASBOURG
15 juillet 2005
D?FINITIF
30/11/2005
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l’article?44 ??2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.?

En l’affaire La Rosa et Alba c. Italie (no 6),
La Cour europ?enne des Droits de l’Homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de?:
M.?C.L. Rozakis, pr?sident,?
?Mme?F. Tulkens,?
?M.?P. Lorenzen,?
?Mmes?N. Vajić,?
??S. Botoucharova,?
?MM.?V. Zagrebelsky,?
??K. Hajiyev, juges,?
et de M. S. Nielsen, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 23 juin 2005,
Rend l’arr?t que voici, adopt? ? cette derni?re date?:
PROC?DURE
1.??A l’origine de l’affaire se trouve une requ?te (no 63240/00) dirig?e contre la R?publique italienne et dont quatre ressortissants de cet Etat, MM.?M. L. R. et G. L. R., V. A. et M.me M. L. R. (??les requ?rants??), ont saisi la Cour le 30 mars 2000 en vertu de l’article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l’Homme et des Libert?s fondamentales (??la Convention??). Le deuxi?me requ?rant est d?c?d? le 2?janvier?2005. Par une lettre du 11 mars 2005, M. N.L.R. a inform? le Greffe de ce qu’il avait h?rit? du deuxi?me requ?rant et qu’il souhaitait se constituer dans la proc?dure devant la Cour.
2.??Les requ?rants sont repr?sent?s par Me?A. A. A., avocat ? Caltagirone. Le gouvernement italien (??le Gouvernement??) est repr?sent? par son agent, M. I.M. Braguglia, et par son coagent, M. F. Crisafulli et par son coagent adjoint, N. Lettieri.
3.??Les requ?rants all?guaient en particulier une atteinte injustifi?e ? leur droit au respect de leurs biens.
4.??La requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section de la Cour (article?52???1 du r?glement). Au sein de celle-ci, la chambre charg?e d’examiner l’affaire (article 27 ? 1 de la Convention) a ?t? constitu?e conform?ment ? l’article 26 ? 1 du r?glement.
5.?Par une d?cision du 15 octobre 2002, la chambre a d?clar? la requ?te partiellement irrecevable. Par une d?cision du 6 mai 2004, la chambre a d?clar? le restant de la requ?te recevable (article 54 ? 3 du r?glement).
6.??Tant les requ?rants que le Gouvernement ont d?pos? des observations ?crites sur le fond de l’affaire (article?59???1 du r?glement).
7.??Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section ainsi remani?e (article 52 ? 1).
EN FAIT
I.??LES CIRCONSTANCES DE L’ESP?CE
8.??Les requ?rants sont n?s respectivement en 1925, 1927, 1922 et 1945 et r?sident ? Caltagirone.
9.??Les requ?rants ?taient propri?taires d’un terrain sis ? Caltagirone (Catane) et enregistr? au cadastre, feuille 139, parcelle 43.
10.??Par un arr?t? du 15 avril 1980, valant d?claration d’utilit? publique, le maire de Caltagirone autorisa la soci?t? coop?rative La Sicula ? occuper d’urgence le terrain des requ?rants, pour une p?riode maximale de trois ans, en vue de son expropriation pour la construction de logements.
11.??Le 19?mai?1980, la soci?t? coop?rative proc?da ? l’occupation mat?rielle du terrain et entama les travaux de construction.
12.??Le 22 octobre 1981, la municipalit? de Caltagirone proc?da ? une offre d’acompte sur l’indemnisation de 810?000 lires italiennes (ITL) (360?ITL/m?). Cette offre ne fut pas accept?e par les requ?rants.
13.??Le 28 mai 1982, la municipalit? proc?da ? une deuxi?me offre d’acompte de 990?000 ITL (440 ITL/m?). Cette offre ne fut pas accept?e.
14.??Par un acte notifi? le 27 mars 1987, les requ?rants introduisirent une action en dommages-int?r?ts ? l’encontre de la soci?t? coop?rative La Sicula devant le tribunal civil de Caltagirone. Les requ?rants all?guaient que bien que les travaux de construction effectu?s sur leur terrain aient transform? celui-ci, aucun d?cret d’expropriation et aucune indemnisation n’?taient intervenus. Se r?f?rant au principe de l’expropriation indirecte fix? par la Cour de cassation dans l’arr?t no 1464 du 26?f?vrier?1983, les requ?rants invitaient le tribunal ? d?clarer que la construction des logements avait ? un tel point transform? son terrain qu’elle avait entra?n?e la perte irr?versible du bien. Les requ?rants r?clamaient des dommages-int?r?ts pour la perte du terrain ? concurrence de la valeur de celui-ci, en outre ils r?clamaient une r?paration pour la non jouissance du terrain pendant la p?riode d’occupation autoris?e.
15.??La mise en ?tat de l’affaire commen?a le 4 juin 1987.
16.??Le 27 septembre 1987, la soci?t? coop?rative La Sicula appela en garantie la municipalit? de Caltagirone devant le tribunal civil de Caltagirone.
17.??En d?cembre 1993, une premi?re expertise fut d?pos?e au greffe. Selon l’expert, la date ? laquelle il y avait eu transformation irr?versible du terrain se situait au 18 mai 1983. A ce moment, les requ?rants devaient ?tre consid?r?s comme ayant ?t? priv?s de leur bien. La valeur v?nale du terrain litigieux, dont la superficie ?tait de 2320 m?tres carr?s, ?tait ? cette date de 64 500 ITL le m?tre carr?.
18.??A la suite de l’entr?e en vigueur de la loi no 662 de 1996, le tribunal de Caltagirone ordonna une deuxi?me expertise. D’apr?s le rapport d’expertise, la valeur v?nale du terrain au 18 mai 1983, calcul?e en fonction de la nouvelle loi, ?tait de 35?492 ITL le m?tre carr?.
19.??Par un jugement d?pos? au greffe le 29?octobre 2002, le tribunal d?clara qu’? la suite de l’occupation du terrain, et au vu de la construction de logements, -ouvrages r?pondant ? l’int?r?t public-, le droit de propriet? des requ?rants aviet ?t? neutalis? conformement au principe de l’expropriation indirecte. Il y avait donc lieu de considerer que la propriet? du terrain ?tait pass?e ab origine ? l’administration en 1983 ? savoir une fois le terrain irreversiblement tranform?. Etant donn? que le transfert de propri?t? avait eu lieu dans le cadre d’une occupation de terrain devenu sans titre, les requ?rants avaient droit ? des dommages-int?r?ts calcul?s sur la base de la loi no 662 de 1996, entr?e en vigueur en cours de proc?dure. Par?cons?quent le tribunal accorda aux requ?rants une somme de 42?526,66??EUR pour la perte de la propri?t? du terrain ? indexer ? partir de 1983, en plus d’une indemnit? d’occupation de 11?592,39 EUR.
20.??La date ? laquelle ce jugement devint d?finitif est, selon les indications fournies par les requ?rants, le 11?avril?2004.
21.??L’indemnisation accord?e par le tribunal est soumise ? un imp?t ? la source de 20%, tel que pr?vu par la loi no 413 de 1991. En juillet 2004, les requ?rants n’avaient pas encore obtenu le versement de leur d?.
II.??LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A.?? L’occupation d’urgence d’un terrain
22.??En droit italien, la proc?dure acc?l?r?e d’expropriation permet ? l’administration d’occuper un terrain et d’y construire avant l’expropriation. Une fois l’ouvrage ? r?aliser d?clar? d’utilit? publique et le projet de construction adopt?, l’administration peut d?cr?ter l’occupation d’urgence des zones ? exproprier pour une dur?e d?termin?e n’exc?dant pas cinq ans (article 20 de la loi no 865 de 1971). Ce d?cret devient caduc si l’occupation mat?rielle du terrain n’a pas lieu dans les trois mois suivant sa promulgation. Avant la fin de la p?riode d’occupation autoris?e, un d?cret d’expropriation formelle doit ?tre pris.
23.??L’occupation autoris?e d’un terrain donne droit ? une indemnit? d’occupation. La Cour constitutionnelle a reconnu, dans son arr?t no 470 de 1990, un droit d’acc?s imm?diat ? un tribunal aux fins de r?clamer l’indemnit? d’occupation d?s que le terrain est mat?riellement occup?, sans besoin d’attendre que l’administration proc?de ? une offre d’indemnisation.
B.??Le principe de l’expropriation indirecte (??occupazione acquisitiva?? ou ??accessione invertita??)
24.??Dans les ann?es 1970, plusieurs administrations locales proc?d?rent ? des occupations d’urgence de terrains qui ne furent pas suivies de d?crets d’expropriation. Les juridictions italiennes se trouv?rent confront?es ? des cas o? le propri?taire d’un terrain avait perdu de facto la disponibilit? de celui-ci en raison de l’occupation et de l’accomplissement de travaux de construction d’un ouvrage public. Restait ? savoir si, simplement par l’effet des travaux effectu?s, l’int?ress? avait perdu ?galement la propri?t? du terrain.
1.??La jurisprudence avant l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
25.??La jurisprudence ?tait tr?s partag?e sur le point de savoir quels ?taient les effets de la construction d’un ouvrage public sur un terrain occup? ill?galement. Par occupation ill?gale, il faut entendre une occupation ill?gale ab initio, ou bien une occupation initialement autoris?e et devenue sans titre par la suite, le titre ?tant annul? ou bien l’occupation se poursuivant au-del? de l’?ch?ance autoris?e sans qu’un d?cret d’expropriation ne soit intervenu.
26.??Selon une premi?re jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain apr?s l’ach?vement de l’ouvrage public. Toutefois, il ne pouvait pas demander une remise en l’?tat du terrain et pouvait uniquement engager une action en dommages et int?r?ts pour occupation abusive, non soumise ? un d?lai de prescription puisque l’ill?galit? d?coulant de l’occupation ?tait permanente. L’administration pouvait ? tout moment adopter une d?cision formelle d’expropriation?; dans ce cas, l’action en dommages-int?r?ts se transformait en litige portant sur l’indemnit? d’expropriation et les dommages-int?r?ts n’?taient dus que pour la p?riode ant?rieure au d?cret d’expropriation pour la non-jouissance du terrain (voir, entre autres, les arr?ts de la Cour de cassation no 2341 de 1982, no 4741 de 1981, no 6452 et no 6308 de 1980).
27.??Selon une deuxi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain et pouvait demander la remise en l’?tat, lorsque l’administration avait agi sans qu’il y ait utilit? publique (voir, par exemple, Cour de cassation, arr?t no 1578 de 1976, arr?t no 5679 de 1980).
28.??Selon une troisi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration perdait automatiquement la propri?t? du terrain au moment de la transformation irr?versible du bien, ? savoir au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. L’int?ress? avait le droit de demander des dommages-int?r?ts (voir l’arr?t no?3243 de 1979 de la Cour de cassation).
2.??L’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
29.??Par un arr?t du 16 f?vrier 1983, la Cour de cassation, statuant en chambres r?unies, r?solut le conflit de jurisprudence et adopta la troisi?me solution. Ainsi fut consacr? le principe de l’expropriation indirecte (accessione invertita ou occupazione acquisitiva). En vertu de ce principe, la puissance publique acquiert ab origine la propri?t? d’un terrain sans proc?der ? une expropriation formelle lorsque, apr?s l’occupation du terrain, et ind?pendamment de la l?galit? de l’occupation, l’ouvrage public a ?t? r?alis?. Lorsque l’occupation est ab initio sans titre, le transfert de propri?t? a lieu au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. Lorsque l’occupation du terrain a initialement ?t? autoris?e, le transfert de propri?t? a lieu ? l’?ch?ance de la p?riode d’occupation autoris?e. Dans le m?me arr?t, la Cour de cassation pr?cisa que, dans tous les cas d’expropriation indirecte, l’int?ress? a droit ? une r?paration int?grale, l’acquisition du terrain ayant eu lieu sans titre. Toutefois, cette r?paration n’est pas vers?e automatiquement?; il incombe ? l’int?ress? de r?clamer des dommages-int?r?ts. En outre, le droit ? r?paration est assorti du d?lai de prescription pr?vu en cas de responsabilit? d?lictuelle, ? savoir cinq ans, commen?ant ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.
3.??La jurisprudence apr?s l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
a)??La prescription
30.??Dans un premier temps, la jurisprudence consid?rait qu’aucun d?lai de prescription ne trouvait ? s’appliquer, puisque l’occupation sans titre du terrain constituait un acte ill?gal continu. La Cour de cassation, dans son arr?t no 1464 de 1983, affirma que le droit ? r?paration ?tait soumis ? un d?lai de prescription de cinq ans. Par la suite, la premi?re section de la Cour de cassation affirma qu’un d?lai de prescription de dix ans devait s’appliquer (arr?ts no 7952 de 1991 et no 10979 de 1992). Par un arr?t du 22?novembre 1992, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a d?finitivement tranch? la question, estimant que le d?lai de prescription est de cinq ans et qu’il commence ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.
b)??L’arr?t no 188 de 1995 de la Cour constitutionnelle
31.??Dans cet arr?t, la Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution le principe de l’expropriation indirecte, dans la mesure o? ce principe est ancr? dans une disposition l?gislative, ? savoir l’article 2043 du code civil r?gissant la responsabilit? d?lictuelle. Selon cet arr?t, le fait que l’administration devienne propri?taire d’un terrain en tirant b?n?fice de son comportement ill?gal ne pose aucun probl?me sur le plan constitutionnel, puisque l’int?r?t public, ? savoir la conservation de l’ouvrage public, l’emporte sur l’int?r?t du particulier, et donc sur le droit de propri?t? de ce dernier. La Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution l’application ? l’action en r?paration du d?lai de prescription de cinq ans, tel que pr?vu par l’article 2043 du code civil pour responsabilit? d?lictuelle.
c)??Cas de non-application du principe de l’expropriation indirecte
32.??Les d?veloppements de la jurisprudence montrent que le m?canisme par lequel la construction d’un ouvrage public entra?ne le transfert de propri?t? du terrain au b?n?fice de l’administration conna?t des exceptions.
33.??Dans son arr?t no 874 de 1996, le Conseil d’Etat a affirm? qu’il n’y a pas d’expropriation indirecte lorsque les d?cisions de l’administration et le d?cret d’occupation d’urgence ont ?t? annul?s par les juridictions administratives?; si tel n’?tait pas le cas, la d?cision judiciaire serait vid?e de substance.
34.??Dans son arr?t no 1907 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? que l’administration ne devient pas propri?taire d’un terrain lorsque les d?cisions qu’elle a adopt?es et la d?claration d’utilit? publique doivent ?tre consid?r?es comme nulles ab initio. Dans ce cas, l’int?ress? garde la propri?t? du terrain et peut demander la restitutio in integrum. Il peut, comme alternative, demander des dommages-int?r?ts. L’ill?galit? dans ces cas a un caract?re permanent et aucun d?lai de prescription ne trouve application.
35.??Dans l’arr?t no 6515 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? lorsque la d?claration d’utilit? publique a ?t? annul?e par les juridictions administratives. Dans ce cas, le principe de l’expropriation indirecte ne trouve donc pas ? s’appliquer. L’int?ress?, qui garde la propri?t? du terrain, a la possibilit? de demander la restitutio in integrum. L’introduction d’une demande en dommages-int?r?ts entra?ne une renonciation ? la restitutio in integrum. Le d?lai de prescription de cinq ans commence ? courir au moment o? la d?cision du juge administratif devient d?finitive.
36.??Dans l’arr?t no 148 de 1998, la premi?re section de la Cour de cassation a suivi la jurisprudence des chambres r?unies et affirm? que le transfert de propri?t? par effet de l’expropriation indirecte n’a pas lieu lorsque la d?claration d’utilit? publique ? laquelle le projet de construction ?tait assorti a ?t? consid?r?e comme invalide ab initio.
37.??Dans l’arr?t no 5902 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies a r?affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? en l’absence de d?claration d’utilit? publique valide.
38.??Il convient de comparer cette jurisprudence avec la loi no 458 de 1988 (voir ?? 39-40 ci-dessous) et avec le R?pertoire des dispositions sur l’expropriation, entr? en vigueur le 30 juin 2003 (voir ?? 48-49 ci-dessous).
4.??La loi no458 du 27 octobre 1988
39.??Aux termes de l’article 3 de cette loi, ??Le propri?taire d’un terrain, utilis? pour la construction de b?timents publics et de logements sociaux, a droit ? la r?paration du dommage subi, ? la suite d’une expropriation d?clar?e ill?gale par une d?cision pass?e en force de chose jug?e, mais ne peut pr?tendre ? la restitution de son bien. Il a ?galement droit, en plus de la r?paration du dommage, aux sommes dues en raison de la d?pr?ciation mon?taire et ? celles mentionn?es ? l’article 1224 ? 2 du code civil et ceci ? compter du jour de l’occupation ill?gale??.
40.??Interpr?tant l’article 3 de la loi de 1988, la Cour constitutionnelle, dans son arr?t du 12 juillet 1990 (n? 384), a consid?r??: ??Par la disposition attaqu?e, le l?gislateur, entre l’int?r?t des propri?taires des terrains – obtenir en cas d’expropriation ill?gale la restitution des terrains – et l’int?r?t public – concr?tis? par la destination de ces biens ? des finalit?s de constructions r?sidentielles publiques ? des conditions favorables ou conventionn?es – a donn? la priorit? ? ce dernier int?r?t??.
5.??Le montant de la r?paration en cas d’expropriation indirecte
41.??Selon la jurisprudence de 1983 de la Cour de cassation en mati?re d’expropriation indirecte, une r?paration int?grale du pr?judice subi, sous forme de dommages-int?r?ts pour la perte du terrain, ?tait due ? l’int?ress? en contrepartie de la perte de propri?t? qu’entra?ne l’occupation ill?gale.
42.??La loi budg?taire de 1992 (article 5 bis du d?cret-loi no 333 du 11?juillet 1992) modifia cette jurisprudence, dans le sens que le montant d? en cas d’expropriation indirecte ne pouvait d?passer le montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle. Par l’arr?t no?369 de 1996, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle cette disposition.
43.??En vertu de la loi budg?taire no 662 de 1996, qui fit suite ? la disposition d?clar?e inconstitutionnelle, l’indemnisation int?grale ne peut ?tre accord?e pour une occupation de terrain ayant eu lieu avant le 30?septembre 1996. Dans cette optique, l’indemnisation ?quivaut au montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle, dans l’hypoth?se la plus favorable au propri?taire, moyennant une augmentation de 10 %.
44.??Par l’arr?t no 148 du 30 avril 1999, la Cour constitutionnelle a jug? une telle indemnit? compatible avec la Constitution. Toutefois, dans le m?me arr?t, la Cour a pr?cis? qu’une indemnit? int?grale, ? concurrence de la valeur v?nale du terrain, peut ?tre r?clam?e lorsque l’occupation et la privation du terrain n’ont pas eu lieu pour cause d’utilit? publique.
6.??La jurisprudence apr?s les arr?ts de la Cour du 30 mai 2000 dans les affaires Belvedere Alberghiera et Carbonara et Ventura
45.??Par les arr?ts no 5902 et 6853 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies s’est ? nouveau prononc?e sur le principe de l’expropriation indirecte, en faisant r?f?rence aux deux arr?ts de la Cour pr?cit?s.
46.??Au vu du constat de violation de l’article 1 du protocole no 1 dans les affaires ci-dessus, la Cour de cassation a affirm? que le principe de l’expropriation indirecte joue un r?le important dans le cadre du syst?me juridique italien et qu’il est compatible avec la Convention.
47.??Plus sp?cifiquement, la Cour de cassation ? apr?s avoir analys? l’histoire du principe de l’expropriation indirecte – a dit qu’au vu de l’uniformit? de la jurisprudence en la mati?re, le principe de l’expropriation indirecte doit se consid?rer comme ?tant pleinement ??pr?visible?? ? compter de 1983. De ce fait, l’expropriation indirecte doit ?tre consid?r?e comme ?tant respectueuse du principe de l?galit?. S’agissant des occupations de terrain ayant lieu sans d?claration d’utilit? publique, la Cour de cassation a affirm? que celles-ci ne sont pas aptes ? transf?rer la propri?t? du bien ? l’Etat. Quant ? l’indemnisation, la Cour de cassation a affirm? que, m?me si elle est inf?rieure au pr?judice subi par l’int?ress?, et notamment ? la valeur du terrain, l’indemnisation due en cas d’expropriation indirecte est suffisante pour garantir un ??juste ?quilibre?? entre les exigences de l’int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l’individu.
7.??Le R?pertoire des dispositions l?gislatives et r?glementaires en mati?re d’expropriation pour cause d’utilit? publique (ci apr?s ??le R?pertoire)
48.??Le 30 juin 2003 est entr? en vigueur le D?cret Pr?sidentiel no 327 du 8?juin?2001, modifi? par le D?cret l?gislatif no 302 du 27?d?cembre?2002, et qui r?git la proc?dure d’expropriation. Le R?pertoire codifie les dispositions et la jurisprudence existantes en la mati?re. En particulier, il codifie le principe de l’expropriation indirecte. Le R?pertoire, qui ne s’applique pas aux cas d’occupation survenus ant?rieurement ? 1996 et ne s’applique donc pas en l’esp?ce, s’est substitu?, ? partir de son entr?e en vigueur, ? l’ensemble de la l?gislation la jurisprudence pr?c?dente en mati?re d’expropriation.
49.??A son article 43, le R?pertoire pr?voit?qu’en l’absence d’un d?cret d’expropriation, ou en l’absence de d?claration d’utilit? publique, un terrain transform? ? la suite de la r?alisation d’un ouvrage public est acquis au patrimoine de l’autorit? qui l’a transform??; des dommages-int?r?ts sont accord?s en contrepartie. L’autorit? peut acqu?rir un bien m?me lorsque le plan d’urbanisme ou la d?claration d’utilit? publique ont ?t? annul?s. Le propri?taire peut demander au juge la restitution du terrain. L’autorit? en cause peut s’y opposer. Lorsque le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain, le propri?taire a droit ? un d?dommagement.
EN DROIT
I.??SUR L’EXCEPTION PR?LIMINAIRE DU GOUVERNEMENT
50.???Dans ces observations sur le fond le Gouvernement soul?ve tout d’abord une exception d’irrecevabilit? tir?e du non ?puisement des voies de recours internes, ?tant donn? que la requ?te devant la Cour europ?enne a ?t? introduite avant la fin de la proc?dure interne, ? savoir lorsque le recours ?tait encore pendant devant le tribunal de Caltagirone.
51.??Les requ?rants s’opposent ? cette exception du Gouvernement.
52.??La Cour?rappelle qu’aux termes de l’article 55 de son r?glement, ??Si la Partie contractante d?fenderesse entend soulever une exception d’irrecevabilit?, elle doit le faire, pour autant que la nature de l’exception et les circonstances le permettent, dans les observations ?crites ou orales sur la recevabilit? de la requ?te (…)??. Or, il ressort du dossier que cette condition ne se trouve pas remplie en l’esp?ce. Il y a donc forclusion.
53.??A la lumi?re de ces consid?rations, la Cour estime qu’il y a lieu de rejeter l’exception du Gouvernement.
II.??SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L’ARTICLE DE L’ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 DE LA CONVENTION
54.??Les requ?rants all?guent avoir ?t? priv?s de leur terrain par l’effet de l’occupation de celui-ci et de la construction de logements, ? d?faut d’un d?cret d’expropriation et d’indemnisation. En outre, ils font valoir qu’aux termes de la l?gislation entr?e en vigueur au cours de la proc?dure devant les juridictions internes, ils n’ont pas ?t? d?dommag?s ? hauteur de la valeur v?nale du terrain. Selon eux, cette situation a port? atteinte ? leur droit au respect de leurs biens garanti ? l’article 1 du Protocole no 1, ainsi r?dig??:
??Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d’utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu’ils jugent n?cessaires pour r?glementer l’usage des biens conform?ment ? l’int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d’autres contributions ou des amendes.??
A.??Th?ses d?fendues devant la Cour
1.??Les requ?rants
55.??Les requ?rants affirment que la privation du terrain en application du principe jurisprudentiel de l’expropriation indirecte est contraire aux principes constitutionnels ainsi qu’? l’article 1 du Protocole no?1 du point de vue de l’existence n?cessaire d’une base l?gale.
56.??Ils soutiennent que l’expropriation indirecte est une expropriation de facto et se traduit dans une ill?galit? commise par l’administration.
57.??A cet ?gard, les requ?rants font observer que le terrain litigieux a ?t? occup? et transform? sans qu’un d?cret d’expropriation n’ait ?t? adopt?. Ce?n’est qu’? l’issue de la proc?dure en dommages-int?r?ts devant les juridictions nationales qu’ils ont pu obtenir une d?cision judiciaire d?clarant l’ill?galit? de l’occupation qui a comme cons?quence de les d?clarer en m?me temps priv?s de leur bien r?troactivement.
58.??Quant au montant du d?dommagement qu’ils ont re?u ? la suite de la proc?dure entam?e devant les juridictions internes, les requ?rants observent qu’aux termes de la l?gislation en vigueur ils n’ont pas ?t? d?dommag?s ? hauteur de la valeur v?nale du terrain. En l’esp?ce ils ont obtenu une somme ?gale au 50% de la valeur v?nale du terrain et ils font valoir que cette somme sera soumise ? une imposition ? la source de 20%.
59.??A cet ?gard, ils observent que l’indemnit? accord?e est largement inf?rieure au pr?judice subi et l?g?rement sup?rieure au montant auquel ils auraient eu droit en cas d’expropriation en bonne et due forme.
60.??En outre, les requ?rants estiment que l’application r?troactive en cours de proc?dure de la l?gislation r?duisant le montant du d?dommagement est en tant que telle contraire ? l’article 1 du Protocole no 1.
2.??Le Gouvernement
61.??Le Gouvernement fait observer que dans le cas d’esp?ce, il s’agit d’une occupation de terrain dans le cadre d’une proc?dure administrative reposant sur une d?claration d’utilit? publique. Le Gouvernement admet que la proc?dure d’expropriation n’a pas ?t? mise en ?uvre dans les termes pr?vus par la loi, dans la mesure o? aucun d?cret d’expropriation n’a ?t? adopt?.
62.??A d?faut d’un tel d?cret, le Gouvernement soutient qu’il ?tait impossible de savoir si les requ?rants ?taient ou non encore propri?taires du bien. Il ?tait donc essentiel d’avoir une d?cision nationale d?finitive qui dissipe une foi pour toute l’incertitude qui caract?rise ce type de situation, et notamment le cas d’esp?ce, qui manque de clart?. En m?me temps, le Gouvernement soutient que le jugement du tribunal de Caltagirone n’a qu’une valeur d?clarative, l’expropriation indirecte ?tant un m?canisme automatique de perte de propri?t?. Par son jugement, le juge national ne ferait que prendre acte d’une situation accomplie et se limiterait ? d?clarer que les requ?rants doivent se consid?rer comme ?tant priv?s de leur bien au b?n?fice de l’administration ? compter de la date que le tribunal consid?re comme la date o? le terrain a ?t? transform? de mani?re irr?versible.
63.??Le Gouvernement soutient que cette situation est conforme ? l’article 1 du Protocole no 1.
64.??Quant ? la n?cessit? de l’ing?rence dans le droit de propri?t? des requ?rants, le Gouvernement fait observer que la construction de l’ouvrage public constituait un motif ad?quat pour justifier l’expropriation du terrain, qui doit ?tre consid?r?e comme un moyen proportionn? au but l?gitime vis?.
65.??S’agissant de l’existence d’une base l?gale, le Gouvernement rappelle d’abord que la Cour, dans son arr?t Zubani c. Italie (arr?t du 7 ao?t 1996, Recueil 1996-IV, ?? 45-46) avait examin? une affaire d’expropriation indirecte tombant sous le coup de la loi no 458 de 1988 (voir droit interne, paragraphe?39 ci-dessus) du point de vue du juste ?quilibre, estimant que, en ce qui concernait la loi en tant que telle, ??le choix l?gislatif visant ? privil?gier l’int?r?t de la collectivit? dans le cas d’expropriations ou d’occupations ill?gales de terrains est raisonnable?: l’indemnisation int?grale des pr?judices subis par les propri?taires concern?s constitue une r?paration suffisante …?? (arr?t Zubani pr?cit?, ? 49).
66.??Le Gouvernement prend acte de ce que la jurisprudence de la Cour a par la suite connu une ?volution, dans la mesure o?, dans les deux cas suivant portant sur l’expropriation indirecte, elle a constat? une incompatibilit? du m?canisme de l’expropriation indirecte avec le principe de l?galit? (Carbonara et Ventura c. Italie, no 24638/94, CEDH 2000-VI?; Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie, no 31524/96, CEDH 2000-VI).
67.??Selon le Gouvernement, le principe doit se consid?rer comme ?tant ??pr?vu par la loi??, m?me s’il a ?t? ?labor? par la jurisprudence dans un pays de ??civil law?? et non de ??common law??.
68.??A cet ?gard, le Gouvernement prend acte de ce que dans les deux arr?ts pr?cit?s, la Cour avait estim? inutile de juger in abstracto si le r?le qu’un principe jurisprudentiel, tel que celui de l’expropriation indirecte, occupe dans un syst?me de droit continental est assimilable ? celui occup? par des dispositions l?gislatives (arr?t Carbonara pr?cit?, ? 64). La Cour avait observ? que la jurisprudence italienne avait connu une ?volution et qu’un principe jurisprudentiel ne lie pas les juridictions quant ? son application (arr?t Carbonara pr?cit?, ? 69).
69.??Le Gouvernement soutient que d?cider du r?le de la jurisprudence en Italie rev?t une grande importance dans ce type d’affaires. Selon le Gouvernement, la jurisprudence nationale ayant cr?e le principe de l’expropriation indirecte, celui-ci doit ?tre consid?r? comme faisant partie du droit positif ? compter de l’arr?t de la Cour de cassation no 1464 de 1983. La jurisprudence ult?rieure aurait confirm?e ce principe et pr?cis? certains aspects de son application. En outre, ce principe aurait ?t? reconnu par la loi no 458 du 27 octobre 1988 (voir paragraphe?39 ci-dessus).
70.??En conclusion, selon le Gouvernement, ? partir de 1983, les r?gles de l’expropriation indirecte ?taient parfaitement claires et accessibles ? tous les propri?taires de terrains.
71.??En l’esp?ce, le terrain des requ?rants a ?t? occup? en 1980 et ceux-ci ont introduit l’action en justice devant les juridictions nationales en 1987. Il s’ensuit que d?j? au d?but de la proc?dure d’expropriation, la jurisprudence en mati?re d’expropriation indirecte ?tait consolid?e et faisait donc partie du droit positif.
72.??De plus, le Gouvernement fait noter que les requ?rants ont refus? deux fois une offre d’indemnit? de la part de l’administration. Cela?d?montrerait, selon le Gouvernement, que les requ?rants ?taient int?ress?s ? attendre la transformation du terrain pour pouvoir agir contre l’administration et demander les dommages-int?r?ts.
73.??S’agissant de la qualit? de la loi, le Gouvernement reconna?t que le fait qu’un d?cret d’expropriation n’ait pas ?t? prononc? est en soi un manquement aux r?gles qui pr?sident ? la proc?dure administrative.
74.??Toutefois, compte tenu de ce que le terrain a ?t? transform? de mani?re irr?versible en raison de la construction d’une ?uvre d’utilit? publique, la restitution de celui-ci n’est plus possible.
75.??Le transfert de la propri?t? du terrain en application du principe de l’expropriation indirecte est en effet le r?sultat d’une interpr?tation syst?matique par le juge de principes existants, tendant ? garantir que l’int?r?t g?n?ral pr?vale sur l’int?r?t des particuliers, lorsque l’ouvrage public a ?t? r?alis? (transformation du terrain) et que celui-ci r?pond ? l’utilit? publique.
76.??A la lumi?re de ces consid?rations, le Gouvernement estime que le principe de l’expropriation indirecte, qui permet aux anciens propri?taires d’obtenir un d?dommagement cons?quent ? la perte du terrain, est donc conforme ? l’article 1 du Protocole no 1 du point de vue de la qualit? de la loi.
77.??Quant ? l’exigence de garantir un juste ?quilibre entre le sacrifice impos? aux particuliers et la compensation octroy?e ? ceux-ci, le Gouvernement reconna?t que l’administration est tenue de compenser le particulier.
78.??Cependant, cette indemnisation peut ?tre inf?rieure au pr?judice subi par l’int?ress?, vu que l’expropriation indirecte r?pond ? un int?r?t collectif et que l’ill?galit? commise par l’administration ne concerne que la forme, ? savoir un manquement aux r?gles qui pr?sident ? la proc?dure administrative.
79.??Le Gouvernement admet que le requ?rant n’a pas ?t? enti?rement indemnis?, et que par l’effet de la loi no?662 de 1996, l’indemnit? accord?e est inf?rieure ? la valeur du terrain.
80.??Toutefois, vu que l’expropriation indirecte r?pond ? un int?r?t collectif, le Gouvernement soutient que le montant de l’indemnit? en cause rentre dans la marge d’appr?ciation laiss?e aux Etats pour fixer une indemnisation qui soit raisonnablement en rapport avec la valeur du bien. En outre, le plafonnement de l’indemnit? par la loi no 662 de 1996 s’expliquerait par le souci de ??d?courager des sp?culations?? de la part des citoyens sur les ??difficult?s bureaucratiques, politiques ou financi?res qui emp?chent l’administration d’exproprier r?guli?rement??. A cet ?gard, le Gouvernement soutient que l’indemnit? telle que plafonn?e par la loi en cause ?tant en tout cas sup?rieure ? celle qui aurait ?t? accord?e si l’expropriation avait ?t? r?guli?re, l’expropriation indirecte revient ? une ??bonne affaire?? pour les int?ress?s.
81.??A la lumi?re de ces consid?rations, le Gouvernement conclut que le juste ?quilibre a ?t? respect?.
B.??Sur l’observation de l’article 1 du Protocole no 1
1.??Sur l’existence d’une ing?rence
82.??La Cour rappelle que, pour d?terminer s’il y a eu ??privation de biens??, il faut non seulement examiner s’il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser la r?alit? de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ??concrets et effectifs??, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth c. Su?de, arr?t du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
83.??La Cour rel?ve que, en appliquant le principe de l’expropriation indirecte, le tribunal de Caltagirone a consid?r? les requ?rants comme ?tant priv?s de leur bien ? compter du moment o? le terrain a ?t? irr?versiblement transform? par les travaux publics. A d?faut d’un acte formel d’expropriation, le constat d’ill?galit? de la part du juge est l’?l?ment qui consacre le transfert au patrimoine public du bien occup?. Dans ces circonstances, la Cour conclut que le jugement du tribunal de Caltagirone a eu pour effet de priver les requ?rants de leur bien au sens de la deuxi?me phrase de l’article 1 du Protocole no 1 (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 61?; Brumărescu c. Roumanie [GC], no 28342/95, ? 77, CEDH 1999-VII).
84.??Pour ?tre compatible avec l’article 1 du Protocole no 1 une telle ing?rence doit ?tre op?r?e ??pour cause d’utilit? publique?? et ??dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux de droit international??. L’ing?rence doit m?nager un ??juste ?quilibre?? entre les exigences de l’int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l’individu (Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, p. 26, ? 69). En outre, la n?cessit? d’examiner la question du juste ?quilibre ??ne peut se faire sentir que lorsqu’il s’est av?r? que l’ing?rence litigieuse a respect? le principe de l?galit? et n’?tait pas arbitraire?? (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II?; Beyeler c. Italie [GC], no?33202/96, ? 107, CEDH 2000-I).
85.??D?s lors, la Cour n’estime pas opportun de fonder son raisonnement sur le simple constat qu’une r?paration int?grale en faveur des requ?rants n’a pas eu lieu (Carbonara, pr?cit?, ? 62).
2.??Sur le respect du principe de l?galit?
86.??L’article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu’une ing?rence de l’autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale. La pr??minence du droit, l’un des principes fondamentaux d’une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l’ensemble des articles de la Convention (Iatridis pr?cit?, ? 58). Le principe de l?galit? signifie l’existence de normes de droit interne suffisamment accessibles, pr?cises et pr?visibles (Hentrich c. France, arr?t du 22 septembre 1994, s?rie A no 296-A, pp. 19-20, ? 42, et Lithgow et autres c.?Royaume-Uni, arr?t du 8 juillet 1986, s?rie A no 102, p. 47, ? 110).
87.??Dans l’arr?t Belvedere Alberghiera srl et dans l’arr?t Carbonara et Ventura pr?cit?s, la Cour n’avait pas estim? utile de juger in abstracto si le r?le qu’un principe jurisprudentiel, tel que celui de l’expropriation indirecte, occupe dans un syst?me de droit continental est assimilable ? celui occup? par des dispositions l?gislatives, ce qui compte ?tant ? en tout ?tat de cause ? que la base l?gale r?ponde aux crit?res de pr?visibilit?, accessibilit? et pr?cision ?nonc?s plus haut. La Cour est toujours convaincue que l’existence en tant que telle d’une base l?gale ne suffit pas ? satisfaire au principe de l?galit? et estime utile de se pencher sur la question de la qualit? de la loi.
88.??La Cour prend note de l’?volution jurisprudentielle qui a conduit ? l’?laboration du principe de l’expropriation indirecte. Elle rel?ve ?galement que ce principe a ?t? transpos? dans des textes de loi, tels que la loi no 458 de 1988, la loi no 662 de 1996 et, tout derni?rement, dans le R?pertoire des dispositions en mati?re d’expropriation. Ceci ?tant, la Cour ne perd pas de vue les applications contradictoires qui ont lieu dans l’historique de la jurisprudence, et rel?ve ?galement des contradictions entre la jurisprudence et les textes de loi ?crits susmentionn?s.
89.??A titre d’exemple, la Cour note que s’il est vrai que la jurisprudence a exclu, ? compter de 1996-1997, que l’expropriation indirecte puisse s’appliquer lorsque la d?claration d’utilit? publique a ?t? annul?e, il est ?galement vrai que le R?pertoire a tout derni?rement pr?vu qu’en l’absence de d?claration d’utilit? publique, tout terrain peut ?tre acquis au patrimoine public, si le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain occup? et transform? par l’administration.
90.??A vu de ces ?l?ments, la Cour n’exclut pas que le risque d’un r?sultat impr?visible ou arbitraire pour les int?ress?s subsiste.
91.??La Cour note ensuite que le m?canisme de l’expropriation indirecte permet en g?n?ral ? l’administration de passer outre les r?gles fix?es en mati?re d’expropriation, avec le risque d’un r?sultat impr?visible ou arbitraire pour les int?ress?s, qu’il s’agisse d’une ill?galit? depuis le d?but ou d’une ill?galit? survenue par la suite.
92.??A cet ?gard, la Cour note que l’expropriation indirecte permet ? l’administration d’occuper un terrain et de le transformer irr?versiblement, de telle sorte qu’il soit consid?r? comme acquis au patrimoine public, sans qu’en parall?le un acte formel d?clarant le transfert de propri?t? ne soit adopt?. En l’absence d’un acte formalisant l’expropriation et intervenant au plus tard au moment o? le propri?taire a perdu toute disponibilit? du bien, l’?l?ment qui permettra de transf?rer au patrimoine public le bien occup? et d’atteindre une s?curit? juridique est le constat d’ill?galit? de la part du juge, valant d?claration de transfert de propri?t?. Il incombe ? l’int?ress? -qui continue d’?tre formellement propri?taire – de solliciter du juge comp?tent une d?cision constatant, le cas ?ch?ant, l’ill?galit? assortie de la r?alisation d’un ouvrage d’int?r?t public, conditions n?cessaires pour qu’il soit d?clar? r?troactivement priv? de son bien.
93.??Au vu de ces ?l?ments, la Cour estime que le m?canisme de l’expropriation indirecte n’est pas apte ? assurer un degr? suffisant de s?curit? juridique.
94.??La Cour note ensuite que l’expropriation indirecte permet en outre ? l’administration d’occuper un terrain et de le transformer sans pour autant verser d’indemnit? en m?me temps. L’indemnit? doit ?tre r?clam?e par l’int?ress? et cela dans un d?lai de prescription de cinq ans, commen?ant ? compter de la date ? laquelle le juge estime que la transformation irr?versible du terrain a eu lieu. Ceci peut entra?ner des cons?quences n?fastes pour l’int?ress?, et rendre vain tout espoir de r?paration (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 71).
95.??La Cour rel?ve enfin que le m?canisme de l’expropriation indirecte permet ? l’administration de tirer parti de son comportement ill?gal, et que le prix ? payer n’est que de 10% plus ?lev? que dans le cas d’une expropriation en bonne et due forme. Selon la Cour, cette situation n’est pas de nature ? favoriser la bonne administration des proc?dures d’expropriation et ? pr?venir des ?pisodes d’ill?galit?.
96.??En tout ?tat de cause, la Cour est appel?e ? v?rifier si la mani?re dont le droit interne est interpr?t? et appliqu? produit des effets conformes aux principes de la Convention.
97.??Dans la pr?sente affaire, la Cour rel?ve qu’en appliquant le principe de l’expropriation indirecte, les juridictions italiennes ont consid?r? les requ?rants priv?s de leur bien ? compter du moment o? les travaux de construction d’immeubles ont irr?versiblement transform? les lieux, les conditions d’ill?galit? de l’occupation et d’int?r?t public de l’ouvrage construit ?tant r?unies. Or, en l’absence d’un acte formel d’expropriation, la Cour estime que cette situation ne saurait ?tre consid?r?e comme ??pr?visible??, puisque ce n’est que par la d?cision d?finitive ? le jugement du tribunal de Caltagirone ayant acquis force de chose jug?e ? que l’on peut consid?rer le principe de l’expropriation indirecte comme ayant effectivement ?t? appliqu??et que l’acquisition du terrain au patrimoine public a ?t? sanctionn?e. Par cons?quent, les requ?rants n’ont eu la ??s?curit? juridique?? concernant la privation du terrain que le 11?avril?2004, date ? laquelle le jugement du tribunal de Caltagirone est devenu d?finitif.
98.??La Cour observe ensuite que la situation en cause a permis ? l’administration de tirer parti d’une occupation de terrain ill?gale. En?d’autres termes, l’administration a pu s’approprier le terrain au m?pris des r?gles r?gissant l’expropriation en bonne et due forme, et, entre autres, sans qu’une indemnit? soit mise en parall?le ? la disposition des int?ress?s.
99.??S’agissant de l’indemnit?, la Cour constate que l’application r?troactive de la loi budg?taire no 662 de 1996 au cas d’esp?ce a eu pour effet de priver les requ?rants d’une r?paration int?grale du pr?judice subi.
100.??A la lumi?re de ces consid?rations, la Cour estime que l’ing?rence litigieuse n’est pas compatible avec le principe de l?galit? et qu’elle a donc enfreint le droit au respect des biens des requ?rants.
101.??D?s lors, il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1.
III.??SUR L’APPLICATION DE L’ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
102.??Aux termes de l’article 41 de la Convention,
??Si la Cour d?clare qu’il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d’effacer qu’imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s’il y a lieu, une satisfaction ?quitable.??
103.??Se r?f?rant ? l’arr?t Carbonara et Ventura c. Italie (satisfaction ?quitable), no 24638/94, 11 d?cembre 2003) et ? l’arr?t Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce (article 50) (arr?t du 31 octobre 1995, s?rie A no 330-B), les requ?rants sollicitent le versement d’une somme correspondant ? la valeur actuelle du terrain, incluant la plus value apport?e par la construction des immeubles. A l’instar de ces affaires, les requ?rants invitent la Cour ? nommer un expert qui puisse ?valuer le terrain.
104.??Subsidiairement, pour le cas o? la Cour ne nommerait pas un expert, les requ?rants r?clament 845?422,41 EUR au titre du pr?judice mat?riel pour la perte du terrain, somme qui r?sulte de la diff?rence entre la valeur du terrain litigieux r??valu?e et assortie d’int?r?ts et la somme, r??valu?e et assortie d’int?r?ts, qu’ils doivent encore percevoir en ex?cution du jugement du tribunal de Caltagirone.
105.??En outre, les requ?rants demandent le versement d’une indemnit? de 50 000 EUR chacun au titre de pr?judice moral.
106.??Quant au dommage mat?riel, le Gouvernement observe d’embl?e que les requ?rants ont obtenu au niveau national une d?cision leur accordant une somme importante. Dans cette situation, la Cour ne devrait pas accorder une satisfaction ?quitable entra?nant un enrichissement indu des requ?rants. Le Gouvernement soutient qu’en tout cas les requ?rants ne peuvent pas aspirer ? un d?dommagement int?gral du pr?judice et conteste l’application au cas d’esp?ce de la m?thode utilis?e par la Cour dans les deux affaires cit?es par les requ?rants. Au cas o? la Cour d?ciderait d’accorder une satisfaction ?quitable, le Gouvernement soutient que celle-ci devrait ?tre calcul?e ? partir du rapport d’expertise d?pos? dans la proc?dure nationale, et en appliquant un int?r?t simple.
107.??Quant au dommage moral, le Gouvernement fait valoir que celui-ci d?pend de la dur?e excessive de la proc?dure devant les juridictions nationales. Par cons?quent, le Gouvernement soutient que le versement d’une quelconque somme au titre d’indemnisation du dommage moral est subordonn? ? l’?puisement du rem?de Pinto.
108.?? De plus, le Gouvernement observe que la quantification des dommages moraux faite par les requ?rants est sup?rieure ? la valeur v?nale du terrain.
109.??Les requ?rants demandent en outre ? la Cour la somme de 75?112,11 EUR, au titre de remboursement des frais encourus devant la Cour et des honoraires d’avocat.
110.??Quant aux frais de la proc?dure ? Strasbourg, le Gouvernement soutient que les requ?rants ont quantifi? ceux-ci de mani?re vague et impr?cise.
111.??La Cour estime que la question de l’application de l’article 41 ne se trouve pas en ?tat. En cons?quence, elle la r?serve et fixera la proc?dure ult?rieure, compte tenu de la possibilit? que le Gouvernement et les requ?rants parviennent ? un accord.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? l’UNANIMIT?,
1.??Rejette l’exception pr?liminaire du Gouvernement ;
2.??Dit qu’il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1 ;
3.??Dit que la question de l’application de l’article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat?;
en cons?quence,
a)??la r?serve en entier?;
b)??invite le Gouvernement et les requ?rants ? lui adresser par ?crit, dans les trois mois ? compter du jour o??l’arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l’article 44 ? 2 de la Convention, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir?;
c)??r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue le pr?sident de la chambre le soin de la fixer au besoin.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 15 juillet 2005 en application de l’article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
S?ren Nielsen?Christos Rozakis?
?Greffier?Pr?sident

ARR?T LA ROSA ET ALBA c. ITALIE (N? 6)

ARR?T LA ROSA ET ALBA c. ITALIE (N? 6)?

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