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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE KOSMAS ET AUTRES c. GR?CE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41,35,P1-1
Numero: 20086/13/2017
Stato: Grecia
Data: 2017-06-29 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni
Parzialmente inammissibile, Articolo 35-1 – Esaurimento delle vie di ricorso interni,
Violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 – Protezione della propriet?, articolo 1 al. 1 del Protocollo n? 1 – Rispetto dei beni
Beni,
Danno patrimoniale e danno giuridico – risarcimento, Articolo 41 – Danno giuridico
Danno patrimoniale
Soddisfazione equa,

PRIMA SEZIONE

CAUSA KOSMAS ED ALTRI C. GRECIA

,(Richiesta no 20086/13)

SENTENZA

STRASBURGO

29 giugno 2017

DEFINITIVO

11/12/2017

Questa sentenza ? diventata definitiva in virt? dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nel causa Kosmas ed altri c. Grecia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, prima sezione, riunendosi in una camera composta di:
Kristina Pardalos, presidentessa,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Krzysztof Wojtyczek,
Ksenija Turkovi?,
Armen Harutyunyan,
Pauliine Koskelo,
Jovan Ilievski, giudici,
e di Abele Campos, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 30 maggio 2017,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 20086/13) diretta contro la Repubblica ellenica e di cui cinque cittadini di questo Stato, OMISSIS (“il primo richiedente”), OMISSIS (“il secondo richiedente”), OMISSIS (“il terzo richiedente”), OMISSIS (“il quarto richiedente”) ed OMISSIS (“il quinto richiedente”), hanno investito la Corte il 19 marzo 2013 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Dinnanzi alla Corte, i richiedenti sono stati rappresentati da OMISSIS, avocate ad Atene. Il governo greco (“il Governo”) ? stato rappresentato presso dai delegati del suo agente, il Sig. K. Georghiadis, assessore del Consulente legale dello stato, e la Sig.ra A. Magrippi, ascoltatrice presso del Consulente legale dello stato.
3. I richiedenti adducevano in particolare una violazione al loro riguardo dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione combinata con l’articolo 14 della Convenzione.
4. Il 2 novembre 2015, i motivi di appello concernente l’articolo 1 del Protocollo no 1 composto con l’articolo 14 della Convenzione ? stato comunicato al Governo e la richiesta ? stata dichiarata inammissibile per il surplus conformemente all’articolo 54 ? 3 dell’ordinamento della Corte.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DI LO SPECIFICO
5. I richiedenti, paragrafo 1 sopra, sono nati rispettivamente in 1944, nel 1955, nel 1980, nel 1975 e nel 1971, e risiedono sull’isola di Skopelos. Il secondo richiedente ? la sposa del primo richiedente, e gli altri richiedenti sono i bambini della coppia.
6. Il primo richiedente si dice proprietario di un terreno situato alla localit? Glysteri, a Skopelos. Indica che la propriet? del terreno gli era stata trasmessa con suo padre con donazione tra viva, documento no 18059/29-12-1982 trascritto all’ufficio del registro fondiario di Skopelos,; che suo padre era diventato proprietario del terreno negli anni 1930 con testamento pubblicato da un tribunale; che suo nonno aveva acquisito presso il terreno con atto notarile di suo zio in 1916 che l’aveva s? acquistato in 1909 a G.P che l’aveva acquistato in 1902 a M.P che l’aveva acquistato nel 1883 a M.M. Il contratto del 1883 indicava che la propriet? di questo terreno era stata portata a M.M. in dote con sua sposa.
7. All’estremit? del terreno, al limite della spiaggia, il primo richiedente aveva fatto costruire una taverna che funzionava legalmente dai decenni, vicino al luogo dove era costruita un casamento che appartiene alla famiglia, ed abitata col primo richiedente ed i suoi durante l’estate. La spiaggia e la taverna furono rese celebri col film Mama Mia. L’inverno, il primo richiedente e sua sposa erano i soli abitanti di questa costa dell’isola. La terra attigua apparteneva al santo monastero di Megisti Lavra, La Grande Laure, (“il monastero”) e non era abitata.
8. Secondo le informazione fornite dai richiedenti, il terreno e le costruzioni appartenevano al primo richiedente. La licenza della taverna era stata trasferita nel 2002 al secondo richiedente, in seguito alla partenza alla pensione del primo richiedente che lo sfruttava col quarto e quinto richiesto. I secondo e terzo richiesti possedevano due barche che servivano a trasportare i turisti della citt? di Skopelos alla spiaggia ed alla taverna. La taverna riparava anche un piccolo museo folcloristico con una collezione di oggetti pi? importanti che quella del museo pubblico dell’isola. Un sistema di dissalazione dell’acqua di mare installata sul terreno controverso serviva, entra altri, all’annaffiamento di 350 olivi di cui il secondo richiedente estraeva dell’olio per i bisogni del suo ristorante. I richiedenti adducono che, secondo una stima stabilita nella cornice di una perizia, il valore di sfruttamento della loro propriet? ammontava a 2 400 000 euros (EUR).
9. Nel 2004, il monastero decise di rivendicare in giustizia la propriet? del terreno del primo richiedente e sequestra a questo effetto il tribunale di prima istanza di Volos.
10. Nella sua azione, il monastero sosteneva che era il solo proprietario del terreno che rasenta la spiaggia di Glysteri e che l’aveva acquistato il 26 settembre 1824. A titolo accessorio, sosteneva che, come l’isola di Skopelos era diventata partire dello stato greco nel 1830, aveva acquisito questi terreni con usucapione, a contare del 1882, data di liberazione della regione di Thessalie, e che ne aveva fatto il proprietario fino in 1912, o per una durata superiore al periodo di trent’ anni esatti in vigore dal diritto romano e bizantino all’epoca.
11. Del suo lato, il primo richiedente present? degli atti di propriet? del terreno stabilito al nome dei membri della sua famiglia di cui il primo era datato del 1883 e che si succedersi di 1916 a 1933. Produsse, inoltre, un atto del 19 settembre 1916 secondo che suo nonno aveva acquisito la propriet? del terreno, un testamento di 1933 secondo che questo nonno aveva trasmesso la propriet? del terreno a suo padre, un atto di accettazione di successione (no 3357) del padre del primo richiedente invalso il 2 novembre 1960 dinnanzi a notaio, ed un atto di accettazione di successione no 18052/29-12-1982, invalso dinnanzi a notaio all’epoca della trasmissione della propriet? con suo padre e trascrive al servizio del registro fondiario di Skopelos.
12. Inoltre, il primo richiedente invit? il tribunale a respingere l’azione al motivo che rivestiva un carattere vago, arguendo che il monastero non precisava in modo bacino di ingrassamento per ostriche i limiti del terreno rivendicato. Addusse per di pi? che il terreno controverso come descrive non corrispondeva al piano topografico. Sollev? anche un’obiezione derivata della prescrizione, indicando che il monastero non aveva esercitato i suoi diritti sul terreno rivendicato durante pi? di vent’ anni e che non l’aveva posseduto mai o sfruttato. Sottoline?, inoltre che s? ed i suoi predecessori compivano da 1916, in modo incessante, di buona fede ed in virt? di un titolo legale, degli atti di possesso senza che siano apostrofati dal monastero o che che sia di altro. Anche anteriori 1916, ed almeno dal 1865, i suoi predecessori di possedevano allora il terreno di buona fede e senza incontrare di ostacolo. In 1916, Ioannis Kosmas aveva trasmesso da un atto di vendita il terreno al grande padre del primo richiedente. Infine, il primo richiedente sottolineava che a supporre anche che il monastero abbia potuto pretendere un diritto qualsiasi sul terreno, lo scorrimento di parecchi decenni da 1916 durante che egli ed i suoi predecessori compivano degli atti incessanti di possesso e tenuto conto di certi fatti, tali la costruzione degli edifici, l’autorizzazione di recintare il terreno, la concessione del permesso di funzionamento del ristorante, i titoli di trasferimenti di propriet?, combinata con la lunga inoperosit? del monastero, rendevano l’esercizio di questo diritto abusivo.
13. Nelle sue osservazioni in risposta, il monastero si avvaleva di certe disposizioni legislative di protezione dei monasteri del monte Athos. In quanto all’obiezione precitata, osservava che, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di cassazione, questa prescrizione sarebbe dovuta essere arrivata a termine il 11 settembre 1915, al motivo che, dopo questa data, non poteva pi? avere usucapione allo scapito dei terreni che appartengono allo stato ed ai monasteri.
14. Col giudizio no 148/2006, il tribunale di prima istanza di Volos diede guadagno di causa al monastero e lo riconobbe proprietario del terreno controverso. Indic? che, dal 12 settembre 1915, i beni immobiliari dei santi monasteri non erano assoggettati all’usucapione e che erano coperti dalle disposizioni della legge no 1539/1938 relativo alla protezione della tenuta pubblica.
15. Il tribunale sottoline? che il diritto applicabile durante il periodo ottomano non riconosceva l’acquisizione di propriet? con usucapione e che il periodo durante la quale il monastero possedeva il terreno prima di questa liberazione non entrava in fila di conto nelle fini dell’usucapione. Aggiunse che, dopo la liberazione del Thessalie nel 1882, il diritto romano e bizantino divent? applicabile, e che il possesso continu? cos? che, in 1912, il monastero possedeva di buona fede il terreno controverso da trent’ anni ed era diventato proprietario di questo con usucapione dunque. Precis? che, a contare del 12 settembre 1915, i terreni del monastero avevano beneficiato, in virt? della legge no 1539/1938 e dell’articolo 21 del decreto dei 22 avril/16 maggio 1926, della stessa protezione che quelli della tenuta pubblica, a prescindere di ogni possesso reale da parte dei terzo, e che un terzo avrebbe dovuto ottenere la soppressione eventuale dei diritti di propriet? del monastero con l’effetto dell’usucapione al pi? tardi il 12 settembre 1915.
16. Il tribunale respinse anche l’obiezione derivata del carattere vago dell’azione del monastero, al motivo che i limiti del terreno controverso, la riva e la superficie forestale e sassosa erano stabili e non contestati, e che la lunghezza del terreno era determinata in modo precisa. Stim? che l’atto notarile di 1960 con che il padre del primo richiedente aveva accettato la successione che gli trasmette la propriet? di certi terreni non poteva essere considerato come titolo di propriet? del terreno che “sarebbe stato trasmesso” al primo richiedente nel 1982 con suo padre, al motivo che il terreno descrive in questo atto si distingueva in modo sostanziale del terreno controverso. Rilev? che, negli atti di accettazione di successione fornita dal richiedente, il terreno menzionato non coincideva col terreno controverso.
17. In quanto al mezzo del richiedente relativo all’abuso di diritto del monastero (articolo 281 del codice civile), il tribunale ammise che il monastero, in ragione del numero troppo debole di monaci e dell’impossibilit? di sfruttare le sue dipendenze, non era stato in grado di impegnare pi? questa azione presto, ma che ci? non notificava per quanto avesse rinunciato ai suoi diritti. Aggiunse che l’inoperosit? del monastero durante un lungo periodo non rendeva la sua azione abusiva. Agli occhi del tribunale, gli oneri impegnati dal primo richiedente per sfruttare commercialmente il terreno non rendevano neanche l’azione del monastero abusivo. A questo riguardo, il tribunale stim? che il richiedente possedeva il terreno di malafede e che i suoi oneri erano stati compensati dai profitti della sua impresa. Inoltre, secondo il tribunale, il richiedente aveva beneficiato dei vantaggi del terreno controverso durante un lungo periodo senza versare in compenso di affitto al monastero del suo uso.
18. Infine, il tribunale ordin? al primo richiedente di rendere il terreno in questione al monastero.
19. Il 13 febbraio 2007, il primo richiedente interpose appello contro questo giudizio dinnanzi alla corte di appello di Larissa. Reiterava gli argomenti che aveva presentato in prima istanza.
20. Con la sentenza no 749/2010 del 29 ottobre 2010, la corte di appello respinse l’appello per gli stessi motivi che quelli del tribunale di prima istanza. Respinse anche una domanda del primo richiedente alle fini di perizia al motivo che la questione a decidere non esigeva che si disponesse di informazione scientifiche particolari.
21. Rilev?, pi? particolarmente, che il monastero aveva acquistato il terreno controverso della vera proprietaria con un atto di trasferimento di propriet? certificata dalla cancelleria di Skopelos e che lo possedeva cos? di buona fede dal 1824. Constat? che nel 1974, mentre i terreni situati sul lungomare cominciavano a prendere del valore, il padre del primo richiedente ed il primo richiedente si erano appropriati progressivamente una parte del terreno recintandolo non per rivendicare ne la propriet?, ma per fare pascolassi il loro gregge di pecore. Not? che, in seguito, il primo richiedente si era concesso al compimento di atti di possesso sul bene pi? conseguente, in particolare la costruzione di una capanna, e che, a contare del 1986, aveva cominciato a sfruttare sul terreno in causa, durante il periodo estivo, un ristorante dopo avere ottenuto presso una licenza a questo effetto del commissariato di polizia di Skopelos. Rilev? anche che, nel 1994, il primo richiedente, dopo essere visto rilasciare si un permesso di costruire col servizio dell’urbanistica dell’isola, aveva eretto sulla met? del terreno un edificio di 135 m? che riparava la sua attivit? e di cui utilizzava l’altra met? come ovile. Infine, constat? che il primo richiedente aveva sconfinato su un’altra parte del terreno del monastero per servirsi come via di accesso. Sottoline? che il monastero non disponeva di un effettivo che basta monaci e che non poteva occuparsi di tutte le sue propriet?, e che non aveva potuto introdurre quindi presto la sua azione pi?, senza che ci? notificasse che avesse rinunciato ai suoi diritti.
22. Infine, la corte di appello osserv? che non risultava degli atti di propriet? dei predecessori del primo richiedente che data del 1883, 1902 e 1909 di cui il primo richiedente si avvaleva e che presentava per la prima volta dinnanzi a lei, che i suoi predecessori avessero compiuto degli atti di possesso (?) sul terreno controverso.
23. Il 25 gennaio 2011, il primo richiedente si ricorse in cassazione ed introdusse una domanda di sospensione dell’esecuzione del giudizio di prima istanza e della sentenza allo stesso tempo della corte di appello per quanto ordinavano la restituzione del terreno al monastero, tendendo cos? a proteggere il suo possesso del terreno ed ad evitare la sua esclusione. Per supportare questa domanda, depositava parecchi documenti che dimostravano, secondo lui, il carattere irrimediabile del danno che avrebbe subito in caso di esecuzione di queste decisioni.
24. La Corte di cassazione accolse la domanda di sospensione.
25. Nel suo ricorso, il primo richiedente adduceva una violazione delle disposizioni della legislazione pertinente relativa all’usucapione e dell’articolo 281 del codice civile (abuso di diritto). Sosteneva, inoltre, che la sentenza della corte di appello conteneva relativamente dei motivi contraddittorii ad un punto che ha un’incidenza determinante sulla conclusione del processo, in particolare i limiti del terreno controverso, e che la corte di appello aveva malintesa il piano topografico invalso con un perito. Trattandosi del mezzo relativo all’articolo 281 precitato, il primo richiedente, avvalendosi della giurisprudenza della Corte di cassazione, indicava che, durante un lungo periodo anteriore all’introduzione dell’azione, si era concesso agli atti di possesso sul terreno controverso, comprendendo del lavoro personale e delle spese (investimenti, costruzioni, ecc.), e che il monastero che si era reso conto secondo l’interessato o si sarebbe dovuto rendere conto di questi atti, non aveva reagito e non aveva contestato questi, suscitando cos? presso dei terzo la convinzione che non eserciterebbe mai i suoi diritti. Questo atteggiamento del monastero aveva sminuito la forza del diritto di cui questo potrebbe avvalersi. La lunga inoperosit? del monastero doveva essere valutata in combinazione con gli atti di possesso del richiedente, ci? che dava all’abuso di diritto una natura particolarmente caratterizzata, perch? la modifica della situazione provocherebbe per il richiedente un danno differente e molteplice, superiore alla semplice perdita del bene.
26. Trattandosi del mezzo derivato dell’abuso di diritto, il giudice delatore si espresse cos? nel suo parere:
“L’esercizio col santo monastero richiedente dell’azione in rivendicazione del diritto di propriet? sul terreno controverso non supera manifestamente i limiti che impongono la buona fede, i buoni m?urs e lo scopo economici e sociale di questo diritto, conto tenuto in particolare dello scopo che consiste in proteggere la propriet? immobiliare dei monasteri che fu stabilita dall’articolo 21 del decreto dei 22 avril/16 maggio 1926, perch? questa propriet? ? sempre stata oggetto di sconfinamenti e ha costituito per un proprietario di malafede una sorgente di arricchimento senza causa. “
27. Con una sentenza no 932/2012 del 31 maggio 2012, la Corte di cassazione interin? la proposta del delatore e conferm? la sentenza della corte di appello.
28. Difatti, la Corte di cassazione consider? che la corte di appello aveva interpretato correttamente ed applicato le disposizioni del diritto romano e bizantino in vigore prima del codice civile. Rilev? che la corte di appello aveva constatato che il monastero aveva acquisito la propriet? del terreno controverso nel 1824, della sua vera proprietaria, la Sig.ra O., sposa di G.K, e che, ad ogni modo, si era concesso agli atti di possesso su questo in modo ininterrotta e di buona fede a contare del 1882 (anno della liberazione della regione di Thessalie) e durante pi? di trent’ anni, o fino al 12 settembre 1915, addirittura dopo questa data. In particolare, rilev? che i monaci facevano pascolassi le loro pecore sul terreno controverso, dissodavano questo e dissuadevano i terzo di adeguare si lo. Indic? che la corte di appello aveva constatato inoltre che, durante lo stesso periodo, gli avi del primo richiedente non si erano concessi a nessuno atto di possesso sul terreno.
29. La Corte di cassazione precis? inoltre che la corte di appello aveva descritto sufficientemente i limiti del terreno controverso e che l’azione del monastero non era quindi vaga. Not? che i limiti della propriet? erano restati immutati, e che questo era solamente recentemente che il monastero aveva ceduto una banda di terra di 1 599,38 m? al comune per permettere l’accesso alla spiaggia.
30. In quanto alla violazione addotta dell’articolo 281 del codice civile, la Corte di cassazione consider? che la corte di appello aveva motivato sufficientemente la sua decisione. Infine, in quanto all’affermazione del richiedente secondo la quale il terreno controverso non faceva parte del terreno che appartiene al monastero, la Corte di cassazione not? che la corte di appello non si era basata unicamente sul piano topografico, ma che aveva preso in considerazione le deposizioni dei testimoni citati dal monastero.
31. La sentenza della Corte di cassazione fu impiegata al netta il 9 agosto 2012 e fu certificata conforme il 1 ottobre 2012.
32. Nel luglio 2012, il monastero notific? al primo richiedente il giudizio di prima istanza in vista della sua esecuzione.
33. Il primo richiedente oppose all’esecuzione di questo giudizio dinnanzi al tribunale di prima istanza di Volos. Un’udienza fu fissata in 2014. Deposit? anche una domanda di sospensione di esecuzione, corredata di una domanda di ordine provvisorio di sospensione. L’udienza fissata al 1 novembre 2012 fu rinviata al 10 gennaio 2013 al 4 aprile 2013 poi. Il tribunale di prima istanza respinse la domanda di ordine provvisorio di sospensione.
34. L’esclusione dei richiedenti del terreno controverso ebbe luogo nell’ottobre 2013 in presenza di un’unit? del polizia anti?meute istradato sull’isola di Skopelos con per missione di scortare i monaci e di bloccare l’accesso a Glysteri.
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNI PERTINENTI
35. L’articolo 21 del decreto dei 22 avril/16 maggio 1926 relativo all’esclusione amministrativa dei terreni che appartengono alla difesa aerea ed all’interdizione di presa di misure provvisorie contro lo stato e la difesa aerea dispongono:
“I diritti dello stato, della difesa aerea e dei santi monasteri su dei beni immobiliari non ? sottoposta all’avvenire a nessuna prescrizione. Se questa prescrizione ha cominciato a decorrere, non avr? nessuno effetto giuridico se un termine di trent’ anni non ha trascorso alla data della pubblicazione del presente decreto. “
36. In dritto greco, l’usucapione costituisce un modo di acquisizione di propriet? di una molto grande parte dei beni della chiesa e dei monasteri. Questi beni, in particolare dei terreni di natura agricola o forestale, sono stati acquisiti dai monasteri durante parecchi secoli prima della creazione dello stato greco moderno. Alcuni monasteri creati durante l’epoca bizantina hanno acquisito questi beni sia col possesso sia con le donazioni imperiali o private. Siccome col passare dei secoli i titoli di propriet? di questi monasteri sono stati distrutti, persi o rubati, l’usucapione ? venuta a sostituire i titoli di propriet? non conservati. La giurisprudenza dei tribunali greci ha sempre ammesso che, fino all’introduzione del codice civile, o fino al 23 febbraio 1946, i beni dei monasteri e della chiesa erano non sucettibile di essere acquisito dai terzo con usucapione.
37. Con l’articolo 21 del decreto precitato, il legislatore ha esteso ai beni dei monasteri la protezione che accordava a quelli dello stato, per proteggerli di quelli che tenterebbe di adeguare invocando si essi l’usucapione.
38. Applicando questo articolo, in combinazione con certe disposizioni del diritto romano e bizantino, la giurisprudenza consolidata ammette che un terzo pu? avvalersi solamente di un diritto di propriet? su dei beni di monasteri se prova essersi concesso inizialmente si agli atti di possesso su questi beni durante un periodo di quarant’ anni, poi di 30 anni (legge ?/1910), fino al 12 settembre 1915. A contare del 16 maggio 1926, i monasteri sono considerati come esercitando un possesso ininterrotto sui loro terreni (possesso fittizio), qualunque sia la situazione ed anche se questo possesso ? stato in realt? esercitata da uno terzo.
39. L’articolo 4 della legge no 1539/1938 relativo alla protezione della tenuta pubblica enuncia:
“I diritti dello stato sui beni immobili della tenuta pubblica sono imprescrittibili. “
40. L’articolo 105 della Costituzione dispone:
“1. La penisola di Athos che, a partire ed al di l? di Megali Vigla, costituisci il territorio del Monte Athos, ?, secondo il suo antico statuto privilegiato, un parte autoadministr?e dello stato ellenico di cui la sovranit? rimane intatta. Del punto di vista spirituale, il Monte Athos rileva della giurisdizione diretta del Patriarcato ?cum?nique. Tutti quelli che conducono la vita monastica acquisiscono la nazionalit? ellenica appena sono ammessi come monaci o novizie, senza altra formalit?.
2. Il Monte Athos ? amministrato, secondo il suo statuto, coi suoi venti monasteri, tra quali ? ripartito tutta la penisola di Athos di cui il suolo ? inalienabile. (…)
3. La determinazione dettagliata dei regimi athonites e del modo del loro funzionamento si fa per mezzo della Carta statutaria del Monte Athos che redige e vota i venti monasteri con la partecipazione del rappresentante dello stato, e che ? ratificata tanto dal Patriarcato ?cum?nique che con la Camera dei deputati degli Ellenico. “
41. Gli articoli pertinenti della Carta statutaria del Monte Athos dispongono:
Articolo 1
“Il Monte Athos consacrato ? composto di venti monasteri nell’ordine gerarchico successivo: 1, il santo monastero di Megisti Lavra “
Articolo 181
“Tutti i beni immobili dei santi monasteri sono totalmente inalienabili in quanto beni di dritto divini. “
42. La Grande Laure occupa il primo posto nell’archiviazione gerarchica dei monasteri del Monte Athos. Creato in 963 dopo J. – C. con l’aiuto dell’imperatore bizantino Nikiforos Phokas, questo monastero ha servito di base per il collocamento in posto ulteriore del monachisme del Monte Athos. Sono una determinazione sovrana ed autoadministr?. Costituisce una persona giuridica di dritto pubblico che persegue degli scopi di interesse generale al servizio della chiesa e della vita monastica, ma anche degli scopi di carit? e di utilit? pubblica, parere no 757/1974 del Consulente legale dello stato, ? 3.
43. Gli articoli pertinenti nello specifico del codice civile si leggono cos?:
Articolo 281 (abuso di diritto)
“L’esercizio di un diritto ? proibito se supera manifestamente i limiti imposti dalla buona fede o coi buoni m?urs o con lo scopo sociale o economico del diritto. “
Articolo 974 (nozione del possesso e della detenzione)
“Quello che ha acquisito il potere di fatto su una cosa (detenzione) ne ? il possessore, se esercita questo potere con l’intenzione di agire in proprietario. “
Articolo 983
“Il possesso si trasmette agli eredi del possessore. “
Articolo 985
“Il possessore pu? respingere con la forza tutto torbida od ogni minaccia di spodestamento.
(…)
Il possessore di un bene immobile che ne ? stato spossessato illegalmente ? in diritto di riprenderlo subito con la forza dopo lo spodestamento. “
Articolo 1033 (acquisizione di un bene immobile con contratto)
“Il trasferimento di propriet? di un bene immobile necessita l’accordo tra il proprietario e gli acquirenti a proposito del trasferimento che deve essere fatto in un scopo legittimo. L’accordo ? preparato da atto notarile e deve essere trascritto. “
Articolo 1045 (usucapione straordinaria)
“Quello che ha posseduto un bene ammobilia o immobile durante vent’ anni ne diventa proprietario (usucapione straordinaria). “
44. L’articolo 80, intervento accessorio (?) del codice di procedimento civile dispongo:
“Cos?, all’epoca di un processo durante, un terzo ha interesse a ci? che una delle parti lo porta, pu? intervenire per appoggiare le pretese di questa fino al momento del pronunziato di una decisione definitiva. “
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 ALLA CONVENZIONE COMBINATA CON L’ARTICOLO 14 DELLA CONVENZIONE
45. I richiedenti si lamentano che i monasteri di cui La Grande Laure, in quanto proprietari di beni privati, siano assimilati allo stato, ci? che ha, secondo essi, per conseguenze un’impossibilit? per gli individui di beneficiare dell’usucapione al riguardo di questi beni ed una tendenza dei tribunali greci a respingere ogni affermazione di abuso del diritto commesso dai monasteri. Si lamentano anche di ostacoli procedurali, secondo essi invalicabili che sarebbero imposti dai tribunali e che li impedirebbero di provare che avevano acquisito da usucapione il terreno controverso. Denunciano infine un imprescriptibilit? senza limitazione temporale delle pretese dei santi monasteri su dei beni immobiliari. Adducono una violazione al loro riguardo dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione combinata con l’articolo 14 della Convenzione. Queste disposizioni si leggono cos?:
Articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiede gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessari per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
Articolo 14 della Convenzione
“Il godimento dei diritti e libert? riconobbero nel Convenzione deve essere garantita, senza distinzione nessuna, fondata in particolare sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, gli opinioni politici od ogni altra opinione, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, la fortuna, la nascita o tutta altra situazione. “
A. Sull’ammissibilit?
1. Sulla qualit? di vittima
46. In primo luogo, il Governo invita la Corte a dichiarare la richiesta inammissibile al riguardo del secondo, terzo, quarto e quinto richiesto per difetto di requisito di vittima: secondo il Governo, questi richiedenti non hanno partecipato al procedimento dinnanzi alle giurisdizioni nazionali, ed essi non invocano e non dimostrano l’esistenza di un diritto di propriet? sul terreno controverso. Pi? particolarmente, in ci? che riguarda il secondo richiedente, il Governo stima che l’esecuzione costretta delle decisioni interne contro suo sposo non notifica che lei stessa si trova lesa nei suoi diritti di natura patrimoniale. Aggiunge che, a supporre anche che l’ottenimento e l’uso della licenza del suo ristorante possano essere considerati come un “bene”-ci? che contesta-, non ? dimostrato che il monastero abbia negato di consentire alla continuazione dello sfruttamento del ristorante col richiedente.
47. Il secondo, terzo, quarto e quinto richiesto sostiene che sono essi anche vittime della privazione di propriet? del terreno del primo richiedente. Per dimostrare l’impossibilit? nella quale si sono trovati per agire, rinviano ai loro argomenti concernente l’obiezione del Governo relativo alla no-esaurimento delle vie di ricorso interni.
48. La Corte ricorda che, per potere introdurre una richiesta in virt? dell’articolo 34 della Convenzione, una persona fisica, un’organizzazione non governativa o un gruppo di individui deve potere definirsi vittima di una violazione dei diritti riconosciuti nella Convenzione. Per potere definirsi vittima di una tale violazione, un individuo deve, in principio, avere subito direttamente gli effetti della misura controversa, Tnase ?c. Moldova [GC], no 7/08, ? 104, CEDH 2010, ed Aksu c. Turchia [GC], i nostri 4149/04 e 41029/04, ? 50, CEDH 2012. L’esistenza di una vittima personalmente toccata dalla violazione addotta di un diritto garantito dalla Convenzione ? una condizione del collocamento in ?uvre del meccanismo di protezione della Convenzione, anche se questo criterio non deve applicarsi in modo rigido ed inflessibile, Bitenc c. Slovenia, d?c.), no 32963/02, 18 marzo 2008. La Corte interpreta il concetto di vittima in modo autonoma, a prescindere delle nozioni interne come queste di interesse ad agire o di requisito per agire (Aksu, precitato, ? 52.
49. Nello specifico, la Corte nota che il procedimento in rivendicazione della propriet? del terreno controverso ? stato introdotto dal monastero contro il primo richiedente che arguiva del suo proprio diritto di propriet? su questo terreno, e che si ? conclusa con la sentenza della Corte di cassazione che ha dato guadagno di causa al monastero in modo definitivo e col collocamento in ?uvre dell’esclusione dei richiedenti. Ora questa situazione ha leso non solo il primo richiedente, ma anche i membri della sua famiglia di cui le attivit? commerciali erano legate alla propriet? del terreno. La licenza di funzionamento della taverna era stata trasferita nel 2002, in seguito alla partenza alla pensione del primo richiedente, al secondo richiedente che lo sfruttava col quarto e quinto richiesto. I secondo e terzo richiesti possedevano inoltre due barche che servivano a trasportare i turisti della citt? di Skopelos alla spiaggia ed alla taverna. Un sistema di dissalazione dell’acqua di mare funzionava sul terreno controverso e permetteva, entra altri, l’annaffiamento di 350 olivi di cui il secondo richiedente estraeva dell’olio per i bisogni del suo ristorante, paragrafo 8 sopra. Ora, questa attivit? commerciale ? stata oggetto di un esame da parte delle giurisdizioni interne nella cornice del mezzo del primo richiedente relativo all’abuso di diritto del monastero: il tribunale di prima istanza ha rilevato che gli oneri impegnati per sfruttare commercialmente il terreno erano compensati dai profitti dell’impresa, paragrafo 17 sopra.
50. Avuto riguardo a ci? che precede cos? come alla necessit? di applicare in modo flessibile i criteri che determinano la qualit? di vittima, la Corte ammette che la sposa ed i bambini del primo richiedente, sebbene non essendo implicato direttamente nel procedimento dinnanzi alle giurisdizioni interne, possono, allo sguardo dell’articolo 34 della Convenzione, passare per essere vittime dei fatti che denunciano. Quindi, respinge l’eccezione preliminare del Governo concernente la qualit? di vittima di questi richiedenti.
2. Sull’esaurimento delle vie di ricorso interni
51. In secondo luogo, il Governo eccepisce della no-esaurimento delle vie di ricorso interni.
52. In ci? che riguarda il primo richiedente, indica che a nessuno stadio del procedimento questo non si ? riferito, anche in sostanza, al diritto protetto dall’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione. Pi? particolarmente, l’interessato non avrebbe addotto che l’interdizione di acquisire con usucapione dei beni dello stato e dei monasteri cos? come l’imprescribilit? dei diritti di propriet? dello stato e dei monasteri sui loro beni era contraria alla disposizione suddetta. Il Governo stima che la semplice affermazione del primo richiedente dinnanzi ai tribunali secondo la quale era diventato proprietario del terreno controverso con usucapione non era sufficiente alle fini dell’esaurimento delle vie di ricorso interni.
53. In quanto alla sposa ed ai bambini del primo richiedente, il Governo indica che mai durante il procedimento, ivi compreso quella dinnanzi alla Corte di cassazione, questi richiedenti non hanno fatto uso del diritto di intervenire nel procedimento, intervento accessorio-articolo 80 del codice di procedimento civile, in favore del primo richiedente e non hanno fatto valere un interesse legittimo a vedere annullare il giudizio di prima istanza. Secondo il Governo, questi quattro richiesti non hanno proceduto del resto a nessuno altro passo giudiziale o extragiudiziale per fare valere i loro diritti.
54. Il primo richiedente sostiene che non solo ha esaurito le vie di ricorso interni in ci? che lo riguardava, ma che ha attirato anche l’attenzione della Corte di cassazione sulle conseguenze nefaste dell’alienazione della sua propriet? per la sua famiglia.
55. Il secondo, terzo, quarto e quinto richiesto indica che non potevano formare opposizione contro il procedimento di esecuzione forzata del giudizio del tribunale di prima istanza che ordinava la loro esclusione della propriet? controversa, al motivo che non disponevano di un diritto di propriet? sul terreno controverso, ma solamente di un diritto di credito verso il primo richiedente. In quanto al procedimento di intervento accessorio, indicano che non dava loro la possibilit? di fare valere i loro propri diritti ed il loro proprio danno, secondo essi distinti di quelli del primo richiedente. Sostengono che il Governo non fornisce nessuno precedente giurisprudenziale suscettibile di dimostrare del resto che l’intervento di terzo, avendo degli interessi di una natura differente di quelli della persona che rivendica si proprietario di un terreno, in un procedimento di contestazione di diritti di propriet? avrebbe potuto influenzare la conclusione del procedimento in quanto a questi diritti. Infine, stimano che un’azione in danno-interessi fondati sull’articolo 105 della legge di accompagnamento del codice civile non avrebbe prosperato dal momento che, secondo essi, presupponeva l’esistenza di un’illegalit? commessa dallo stato.
56. La Corte ricorda che, conformemente all’articolo 35 ? 1 della Convenzione, non pu? esaminare una questione che quando tutti i ricorsi interni sono stati esauriti. La finalit? di questa disposizione ? di predisporre agli Stati contraenti l’occasione di prevenire o risanare le violazioni addotte contro essi prima che queste affermazioni non siano sottoposte alla Corte. Cos?, il motivo di appello di cui si investe la Corte deve di essere stato sollevato prima, almeno in sostanza, nelle forme e termini prescritti dal diritto interno, dinnanzi alle giurisdizioni nazionali adeguate. Tuttavia, secondo la regola dell’esaurimento delle vie di ricorso interni, un richiedente deve avvalersi normalmente dei ricorsi disponibili e sufficienti nell’ordine giuridico interno per permettergli di ottenere risarcimento delle violazioni che adduce. Questi ricorsi devono esistere ad un grado sufficiente di certezza, in pratica come in teoria, mancano loro altrimenti l’effettivit? e l’accessibilit? voluta. Niente impone di avvalersi di ricorso che non ? n? adeguati n? effettivi, Micallef c. Malta [GC], no 17056/06, ? 55, CEDH 2009.
57. In ci? che riguarda il primo richiedente, la Corte nota che il procedimento controverso portava sulla rivendicazione col monastero della propriet? del terreno del primo richiedente. ? vero che la posta principale del procedimento dinnanzi alle giurisdizioni interne era la questione di sapere se il terreno controverso che il primo richiedente pretendeva possedere in virt? di titoli di propriet? ed anche con l’effetto dell’usucapione doveva o non essere trasmesso al monastero autore dell’azione in rivendicazione. Non ne resta meno, per?, che la controversia cadeva anche sul possesso del terreno col verso del motivo di appello relativo all’abuso del diritto commesso dal monastero. Difatti, tutto come dinnanzi al tribunale di prima istanza e la corte di appello, nel suo ricorso in cassazione, il primo richiedente sollevava diversi mezzi di cui in particolare l’abuso di diritto che il monastero avrebbe commesso introducendo la sua azione: a questo riguardo, avvalendosi della giurisprudenza della Corte di cassazione, il primo richiedente sottolineava che, durante un lungo periodo anteriore all’introduzione dell’azione, aveva compiuto sul terreno controverso degli atti di possesso (?), comprendendo del lavoro personale e delle spese (investimenti, costruzioni, ecc.), e che il monastero che, secondo il richiedente, si era reso conto o si sarebbe dovuto rendere conto di questi atti, non aveva reagito e non aveva contestato questi, cos? che avrebbe suscitato presso dei terzo la convinzione che non eserciterebbe mai i suoi diritti. Questo atteggiamento del monastero aveva sminuito la forza del diritto di cui questo potrebbe avvalersi. La lunga inoperosit? del monastero doveva essere valutata in combinazione con gli atti di possesso del richiedente, ci? che dava all’abuso di diritto una natura particolarmente caratterizzata, perch? la modifica della situazione provocherebbe per il richiedente un danno differente e molteplice, superiore alla semplice perdita del bene. Ora, se la Corte di cassazione avesse accolto anche l’argomento relativo all’abuso di diritto, il richiedente, senza essere riconosciuto proprietario, non sarebbe stato escluso del terreno e sarebbe mantenuto nella sua qualit? di possessore.
58. Senza appellarsi in termini espressi sull’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione, il primo richiedente ha invocato al tempo stesso l’attentato al suo diritto di propriet? che quell’al suo possesso del terreno al senso delle disposizioni del diritto interno applicabile. Ci? che fa, ha, all’evidenza, presentata degli argomenti che ritornavano a denunciare, in sostanza, un attentato a tutti gli aspetti pertinenti dal diritto garantito da questo articolo. Ha dato cos? alla Corte di cassazione l’occasione di evitare o di risanare le violazioni addotte, conformemente alla finalit? dell’articolo 35 della Convenzione. Conviene respingere l’eccezione di no-esaurimento sollevata dal Governo dunque.
59. In quanto al secondo, terzo, quarto e quinto richiesto, la Corte nota che secondo il diritto greco, era loro lecito di chiedere alle giurisdizioni interne, sul fondamento dell’articolo 80 del codice di procedimento civile, di potere intervenire nel procedimento a qualsiasi stadio di questa. Certo, le giurisdizioni interne erano chiamate a determinare quale delle due parti, del primo richiedente o del monastero che invocava ciascuno dei diritti di propriet? sul terreno controverso, era il vero proprietario di questo. Tuttavia, del parere della Corte, gli altri richiedenti, sebbene non possano fare valere dei diritti di propriet? sul terreno controverso, erano gestore del ristorante ubicato sul terreno e delle barche di trasporti di turisti. Il loro intervento in virt? dell’articolo 80 del codice di procedimento civile avrebbe permesso quarto e quinto richiesto al secondo, terzo, di appoggiare le pretese del primo richiedente e dunque di influenzare la conclusione della controversia che era determinante per essi. Allo stesso tempo, un tale intervento avrebbe dato alle giurisdizioni interni l’occasione di prendere in considerazione la posta della controversia nella sua totalit? e di decidere perci?. Peraltro, l’intervento in questione avrebbe condotto i richiedenti a dimostrare il loro interesse per agire e le giurisdizioni competenti a pronunciarsi a questo riguardo. Segue che i quattro richiedenti in questione sono mancati al loro obbligo di esaurire le vie di ricorso interni. Pertanto, la Corte accoglie l’eccezione del Governo per quanto riguarda il secondo, terzo, quarto e quinto richiesto.
3. Conclusione
60. Constatando che la richiesta non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 ha, della Convenzione e che non cozza peraltro contro nessuno altro motivo di inammissibilit?, la Corte la dichiara ammissibile al riguardo del primo richiedente.
B. Sul fondo
61. La Corte esaminer? di prima l’esistenza e la giustificazione dell’ingerenza sotto l’angolo dell’articolo 1 del Protocollo no 1 preso isolatamente.
1. Sull’esistenza di un “bene” e sulla regola dell’articolo 1 del Protocollo no 1 applicabile nello specifico
62. Il primo richiedente sostiene che possedeva il terreno controverso in virt? di una serie di atti di cui pi? vecchio sarebbe datato del 1883. Precisa che ha acquisito il terreno nel 1982 con donazione di suo padre, E.K, del vivente di questo che E.K, proprietario del terreno dagli anni 1930, l’aveva acquisito con testamento, pubblicato da decisione giudiziale, del suo proprio padre che s? l’avrebbe acquistato in 1916, con contratto firmato dinnanzi a notaio, ad un altro membro della famiglia, N.K,. Questo l’avrebbe acquistato in 1909 a G.P che l’avrebbe acquistato in 1902 a M.P che l’avrebbe s? acquistato nel 1883 a M.M. Il contratto del 1883 avrebbe menzionato che la propriet? di questo terreno era stata portata a M.M. in dote con sua sposa.
63. Il primo richiedente indica che, mentre, secondo il Governo, non aveva nessuno diritto di propriet? sul terreno controverso, lo stato gli ha richiesto delle tasse fondiarie di un importo di 1 696 EUR, non solo dopo la sentenza della Corte di cassazione ma anche dopo la sua esclusione del terreno che avrebbe avuto luogo in presenza di un’unit? del polizia anti?meute specialmente istradato sull’isola in questo scopo, e questo mentre si sarebbe trattato di una semplice controversia tra persone private, paragrafo 34 sopra.
64. Il Governo espone che la sentenza no 932/2012 della Corte di cassazione ha riconosciuto il diritto di propriet? del monastero sul terreno controverso e che, di conseguenza, il primo richiedente non dispone di un “bene” al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Sostiene che lo scopo del richiedente ? che la Corte procede ad un’interpretazione del diritto interno nazionale ed ad un nuovo esame delle prove essendo stato presentato dinnanzi alle giurisdizioni nazionali. Il Governo aggiunge che queste ultime hanno motivato tuttavia sufficientemente le loro decisioni che concludono che i predecessori del richiedente non avevano posseduto il terreno controverso durante un periodo ininterrotto avendo cominciato trent’ anni anteriori 1915 e che il richiedente non poteva essere riconosciuto quindi in nessun caso proprietario, n? sul fondamento delle disposizioni relative all’usucapione applicabile ai monasteri n? sul fondamento di queste, pi? generali, dell’articolo 1045 del codice civile.
65. Il Governo distingue la presente causa del causa Zafranas c. Grecia (no 4056/08) 4 ottobre 2011 nella quale, secondo lui, i richiedenti avevano cercato di farsi riconoscere come avendo diritto ad un’indennit? di espropriazione basandosi su dei titoli legali di propriet?, stabilisci dinnanzi a notaio e registrati all’ufficio delle ipoteche. In compenso, secondo il Governo, nella presente causa il primo richiedente si appella solamente su degli atti di eredit? di un terreno di cui il tribunale di prima istanza avrebbe giudicato che non coincideva col terreno controverso. Inoltre, sempre secondo il Governo, non ? stato provato mai che gli altri documenti prodotti dal richiedente dinnanzi alle giurisdizioni interne riguardavano il terreno controverso.
66. Il Governo indica sebbene, nello specifico, l’interdizione di acquisire un bene monacale con usucapione dopo 1915 non costituire una “privazione di propriet?” al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Per il Governo, questa interdizione, prevista dalla legge, notifica che ? impossibile per un terzo acquisire una tale propriet? per mezzo della soppressione dei diritti di propriet? dei santi monasteri sui loro beni.
67. La Corte ricorda che la nozione di “beni” menzionati alla prima parte dell’articolo 1 del Protocollo no 1 ha una portata autonoma che non si limita alla propriet? di beni corporali e che ? indipendente delle qualifiche formali del diritto interno: certi altri diritti ed interessi costituendo degli attivi pu? passare anche per i “diritti patrimoniali” e dunque dei “beni” alle fini di questa disposizione. In ogni causa, importa di esaminare se le circostanze, considerate nel loro insieme, hanno reso il richiedente titolare di un interesse sostanziale protetto dall’articolo 1 del Protocollo no 1, Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 54, CEDH 1999 II, ?neryldz ?c. Turchia [GC], no 48939/99, ? 124, CEDH 2004, e Brosset-Triboulet c. Francia [GC] no 34078/02, ? 65, CEDH 2010.
68. In modo prova generale, l’imprescriptibilit? e l’inalienabilit? dei beni della tenuta pubblica non hanno impedito la Corte di concludere alla presenza di “beni” al senso di questa disposizione (?neryldz, ?precitato, N.A. ed altri c. Turchia, no 37451/97, CEDH-2005-X, Tuncay c. Turchia, no 1250/02, 12 dicembre 2006, K?ktepe c. Turchia, no 35785/03, 2 luglio 2008, Turgut ed altri c. Turchia, no 1411/03, 8 luglio 2008, ed ?atir c. Turchia, no 36129/92, 10 marzo 2009. In queste cause, per?, eccetto la prima, i titoli di propriet? degli interessati non suscitavano controversia allo sguardo del diritto interno, questi ultimi potendo credere legittimamente si in situazione di “sicurezza giuridica” in quanto alla loro validit?, prima del loro annullamento al profitto del Tesoro pubblico, Turgut ed altri, precitato, ? 89.
69. Il fatto per le leggi interne di un Stato di non riconoscere un interesse particolare come “diritto”, addirittura come “diritto di propriet?”, non opporre a ci? che l’interesse in questione possa tuttavia, in certe circostanze, passare per un “bene” al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Per esempio, il tempo smerciato pu? fare nascere l’esistenza di un interesse patrimoniale dei richiedenti a godere della loro casa che ? riconosciuta sufficientemente ed importando per costituire un “bene” al senso della norma espressa nella prima frase dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (Brosset-Triboulet, precitato, ? 71.
70. Nello specifico, la Corte nota al primo colpo che se il procedimento controverso aveva per oggetto la riconoscenza del diritto di propriet? sul terreno controverso, il fatto che il primo richiedente ed i suoi predecessori hanno esercitato un possesso effettivo ed ininterrotto sul terreno durante pi? di un secolo circa non ? stato contestato. Ora, il possesso ? una nozione riconosciuta e definita con l’articolo 974 del codice civile e protetto da altre disposizioni di questo codice, paragrafo 43 sopra. Rileva pi? particolarmente del primo richiedente ed i suoi predecessori possedevano molto tempo il terreno controverso da forte, cos? giurisdizione di una serie di atti di cui la pi? vecchia data del 1883. Mai durante questo periodo, n? le autorit? n?, a maggior ragione, il monastero non ha contestato i diritti di propriet? dei differenti detentori di questi documenti o gli atti di possesso che questi compivano sul terreno. C’? luogo di sottolineare che, nel 1986, il primo richiedente si ? visto rilasciare col commissariato di polizia di Skopelos una licenza per fare funzionare il suo ristorante e ha ottenuto, nel 1994, un permesso di costruire sulla base del quale ha costruito sulla met? del terreno un edificio di 135 m?, paragrafo 21 sopra.
71. Uguale tolleranza da parte delle autorit? e del monastero riguardate durante una se lungo periodo indica che questi hanno riconosciuto di facto che il richiedente ed i suoi predecessori avevano un interesse patrimoniale sul loro terreno che consiste nel possesso di questo come riconosciuta e protetta dal diritto interno, paragrafo 43 sopra, e che non hanno dato loro mai a pensare che la situazione di cui beneficiavano poteva precipitare. Breve, l’interesse patrimoniale del primo richiedente era sufficientemente importante e riconosciuto per costituire un interesse sostanziale e dunque un “bene” al senso della norma espressa nella prima frase dell’articolo 1 del Protocollo no 1 che ? applicabile in quanto a questo risvolto del motivo di appello esaminato (vedere anche ?neryldz, ?precitato, ? 129, Hamer c,) dunque.? Belgio, no 21861/03, ? 76, CEDH2007-XIII, e Brosset-Triboulet, precitato, ? 71.
2. Sull’esistenza di un’ingerenza
72. La Corte constata che l’esclusione del primo richiedente del terreno che gli era stato trasmesso con suo padre con donazione nel 1982, consecutiva alla sentenza della Corte di cassazione, costituisci indubbiamente un’ingerenza nel diritto dell’interessato al rispetto dei suoi beni.
3. Sulla giustificazione dell’ingerenza
a, Argomenti delle parti
i, Il richiedente,
73. Il richiedente sostiene che gli ? stato impossibile provare dinnanzi alle giurisdizioni interne che i trasferimenti successivi della propriet? del terreno controverso erano stati fatti legalmente dal XIXe secolo. Stima che gli atti di accettazione di successione sono dei titoli legali di propriet? avendo fatto l’oggetto di una pubblicazione. Confuta l’argomento del Governo secondo che i diversi prendono atto non possono essere presi in conto al motivo che il loro contenuto e la loro esattezza non sarebbero stati confermati dal testimone che aveva depositato nel suo favore. Replica su questo punto che questi atti erano stati preparati dinnanzi a notaio e trascritto al registro fondiario di Skopelos, e che non sono stati contestati mai come essendo dei falsi. Peraltro, indica che, nell’atto di 1902, la spiaggia di Glysteri ed il mare erano menzionate espressamente come essendo i limiti del terreno; ora, ai suoi occhi, una delimitazione in questi termini non poteva designare altro luogo nessuno nel mondo.
74. Il richiedente desidera sottolineare dinnanzi alla Corte che le giurisdizioni internano gli hanno chiesto di provare l’usucapione a titolo di un possesso durante un periodo di trent’ anni anteriori 1915, ci? che gli atti di trasferimento di propriet? avrebbero stabilito dal momento che pi? vecchio avrebbe datato del 1883, ma che il Governo arguiva nelle sue osservazioni che questo periodo doveva essere portato a quarant’ anni. Ora, esponi il richiedente, ci? ? impossibile dal motivo che, nel 1875, il Thessalie era ancora sotto occupazione ottomana. Stima che obbligare un individuo a presentare dei titoli di propriet? anteriore alla determinazione della sovranit? dello stato greco sull’isola di Skopelos ? non solo una domanda sproporzionata, ma anche impossibile ed in totale contraddizione con l’articolo 1 del Protocollo no 1.
75. Il richiedente indica inoltre che, non solo nella presente causa, ma ancora in tutte le cause che cadono sul diritto di propriet?, i tribunali interni trattano in modo discriminatorio gli individui quando sono opposti alle organizzazioni non governative dipendente della chiesa ortodossa greca. Aggiunge che, in dispetto delle sue affermazioni, il Governo non fornisce nessuno esempio di trattamento preferenziale in favore di una persona giuridica che rileva di una chiesa altro che la chiesa ortodossa.
ii, Il Governo,
76. Il Governo espone che le disposizioni che assimilano i santi monasteri allo stato in ci? che riguarda la protezione dei loro beni sono state stabilite per i motivi di interesse generale e, in particolare, per la protezione dei beni dei monasteri contro gli sconfinamenti arbitrari da parte di terzo. Precisa che lo sfruttamento di questi beni fornisce ai monasteri, in particolare quelli del Monte Athos, dei mezzi per realizzare la loro missione di ?uvres sociali attraverso il tempo, in tanto qu ‘ “arcate della tradizione culturale del paese”, ci? che implicherebbe un’autosufficienza finanziaria per la loro manutenzione e la loro conservazione.
77. Il Governo indica inoltre che le disposizioni legislative che sono state applicate nello specifico non escludono la possibilit? di acquisire con usucapione dei beni pubblici o monacali, ma introducono solamente certe condizioni specifiche che sono, ai suoi occhi, chiare e prevedibili. Persegue dichiarando che, a supporre anche che l’imprescriptibilit? della tenuta pubblica non esiste, gli interessati devono dimostrare che i loro predecessori hanno occupato i terreni riguardati, di buona fede ed in modo ininterrotta, durante quarant’ anni anteriori 1915 o provare con altri mezzi che hanno acquisito questi terreni prima di questo anno. Ora, aggiungi il Governo, il primo richiedente non ha portato questa prova dinnanzi alle giurisdizioni interne, ci? che risulterebbe chiaramente tanti i motivi del tribunale di prima istanza che quelli della corte di appello. Il Governo indica che, di pi?, il testimone che ha depositato in favore del primo richiedente non ha dichiarato niente scibile del terreno anteriore 1974, e che, peraltro, le donazioni parentali di 1982 e 1987 non costituivano un titolo legale di trasferimento del bene dal momento che, alla data del trasferimento, quello che l’avrebbe trasferito non ne aveva la propriet? (articolo 1033 del codice civile, diritto romano e bizantino e giurisprudenza della Corte di cassazione).
78. Infine, il Governo espone che l’interdizione dell’usucapione alle spese dei beni monacali si applica a tutti i monasteri sul territorio greco, anche a quelli di altre religioni che la religione ortodossa, e tanto alle persone fisiche che alle persone giuridiche.
b, Valutazione della Corte
79. La Corte nota che non ? contestato nello specifico che l’ingerenza controversa era “prevista dalla legge”, siccome esigilo l’articolo 1 del Protocollo no 1: con l’articolo 21 del decreto dei 22 aprile/16 maggio 1926 relativo all’esclusione amministrativa dei terreni che appartengono alla difesa aerea ed all’interdizione di presa di misure provvisorie contro lo stato e la difesa aerea, il legislatore ha esteso ai beni dei monasteri la protezione che accordava a quelli dello stato, per proteggerli di quelli che tenterebbe di adeguare invocando si essi l’usucapione. Peraltro, l’articolo 4 della legge no 1539/1938 contempla imprescrittibilit? dei diritti dello stato su dei beni della tenuta pubblica. Inoltre, i monasteri del Monte Athos di cui La Grande Laure fa parte, beneficiano di un statuto particolare in virt? dell’articolo 105 della Costituzione e di una protezione particolare in ci? che riguarda i loro beni, l’articolo 181 della Carta statutaria del Monte Athos previdente che i loro beni immobili sono totalmente inalienabili in quanto beni di dritto divini.
80. L’ingerenza inseguiva anche un scopo legittimo, a sapere proteggere dello sconfinamento coi terzo la propriet? immobiliare dei monasteri. La Corte ? cosciente della preoccupazione del legislatore di accordare una protezione particolare ai beni dei monasteri. Nota che i monasteri creati durante il periodo bizantino hanno acquisito dei beni con donazioni imperiali o private e che, col passare dei secoli, i loro titoli di propriet? essendo stati distrutti, persi o rubati, l’usucapione ? venuta a sostituire i titoli non conservati, paragrafo 36 sopra. Il ricorso a questa nozione di usucapione ? stato necessario per proteggere le loro terre dello sconfinamento coi terzo o con l’invocazione coi terzo dell’usucapione e delle rivendicazioni frequenti in giustizia con le persone private concernente i terreni posseduti di buona fede coi monasteri. La giurisprudenza dei tribunali greci ha ammesso del resto sempre che, fino all’introduzione del codice civile, o fino al 23 febbraio 1946, i beni dei monasteri e della chiesa erano non suscettibile di essere acquisito da usucapione coi terzo, paragrafo 36 sopra.
81. Incombe tuttavia sulla Corte di esaminare, alla luce della norma generale di questo articolo, se un giusto equilibrio ? stato mantenuto tra le esigenze dell’interesse generale ed i diritti degli individui riguardati. La Corte ricorda a questo riguardo che la preoccupazione di garantire un “giusto equilibri” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo si riflette nella struttura dell’articolo 1 del Protocollo no 1 tutto intero e che si manifesta nella necessit? di un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo previsto (vedere, entra altri, Visti? ?e Perepjolkins c. Lettonia [GC], no 71243/01, ?? 108-109, 25 ottobre 2012, e Ruspoli Morenes c. Spagna, no 28979/07, ? 36, 28 giugno 2011. La verifica dell’esistenza di un tale equilibrio esige un esame globale dei differenti interessi in causa.
82. Controllando il rispetto di questa esigenza, la Corte riconosce allo stato un largo margino tanto di valutazione per scegliere le modalit? di collocamento in ?uvre che per giudicare se le loro conseguenze si trovano legittimate, nell’interesse generale, con la preoccupazione di raggiungere l’obiettivo della legge in causa, Chassagnou ed altri c. Francia [GC], nostri 25088/94, 28331/95 e 28443/95, ? 75, CEDH 1999-III. Non saprebbe rinunciare per tanto al suo potere di controllo, in virt? del quale gli appartiene di verificare che l’equilibrio voluto ? stato preservato in modo compatibile col diritto del richiedente al rispetto dei suoi beni, Jahn ed altri c. Germania [GC], nostri 46720/99, 72203/01 e 72552/01, ? 93, CEDH 2005-VI.
83. Per determinare se la misura controversa rispetta “appena l’equilibrio” voluto e, in particolare, se non fa pesare sul richiedente un carico sproporzionato, c’? luogo di prendere in considerazione le modalit? di indennizzo previsto dalla legislazione interna. Senza il versamento di una somma ragionevolmente in rapporto col valore del bene, una privazione di propriet? costituisce normalmente un attentato eccessivo. Un difetto totale di indennizzo non saprebbe giustificarsi sul terreno dell’articolo 1 del Protocollo no 1 che nelle circostanze eccezionali, I santi monasteri c. Grecia, 9 dicembre 1994, ? 71, serie Ha no 301-ha, ed Ex-re della Grecia ed altri, precitato, ? 89. Per?, l’articolo 1 del Protocollo no 1 non garantisce in ogni caso il diritto ad un risarcimento integrale, James ed altri c. Regno Unito, 21 febbraio 1986, ? 54, serie Ha no 98, e Broniowski c. Polonia [GC], no 31443/96, ? 182, CEDH 2004-V.
84. Nello specifico, la Corte nota che, per dare guadagno di causa al monastero, le giurisdizioni nazionali, ed in particolare la corte di appello, si sono basate, da una parte, sugli atti di possesso compiuto dal monastero su questi terreni del 1882 a 1915, i monaci facevano pascolassi le loro pecore sul terreno controverso, dissodavano questo e dissuadevano i terzo di adeguare si lo-paragrafo 28 sopra, poi sull’inalienabilit? dei suoi diritti di propriet? a partire da 1915, e, altro parte, sull’impossibilit? per il richiedente di provare che s? ed i suoi predecessori si erano concessi agli atti di possesso di buona fede durante un periodo continuo di quarant’ anni anteriori 1915 poi fino all’immissione nel processo del tribunale di prima istanza col monastero nel 2004. Inoltre, nella sua sentenza no 749/2010, la corte di appello ha rilevato che il monastero possedeva di buona fede il terreno controverso dal 1824, perch? l’aveva acquistato alla vera proprietaria con un atto di trasferimento di propriet? certificata dalla cancelleria di Skopelos.
85. Del suo lato, il primo richiedente si avvaleva della sua qualit? di proprietario del terreno controverso basandosi su dei titoli di propriet? legalmente invalsa col passare di parecchie decine di anni. Presentava degli atti di propriet? del terreno stabilito al nome dei suoi predecessori e datando sopra di 1883, 1902 e 1909, paragrafo 22, cos? come au nome dei membri della sua famiglia che si succedersi di 1916 a 1933. Produsse, inoltre, un atto del 19 settembre 1916 secondo che suo nonno aveva acquisito la propriet? del terreno, un testamento di 1933 secondo che questo nonno aveva trasmesso la propriet? del terreno a suo padre, un atto di accettazione di successione, no 3357, di suo padre stabilito il 2 novembre 1960 dinnanzi a notaio, ed un atto di accettazione di successione no 18052/29-12-1982, invalso dinnanzi a notaio all’epoca della trasmissione della propriet? con suo padre e trascrive al servizio del registro fondiario di Skopelos, paragrafo 11 sopra.
86. Stimandosi cos? proprietario legale e di buona fede del terreno controverso, il primo richiedente e la sua famiglia avevano creato e sfruttati un’impresa di restaurazione su questo terreno ed evoluto intorno a questo sfruttamento di altre attivit? legate al turismo. La Corte lega anche dell’importanza al fatto che parecchie autorit? pubbliche dell’isola di Skopelos hanno consentito ad accordare al primo richiedente differente permesso come se era il proprietario del terreno: cos?, nel 1986, il commissariato di polizia gli ha rilasciato una licenza che gli permette di sfruttare un ristorante e, nel 1994, il servizio dell’urbanistica dell’isola gli ha accordato un permesso di costruire un edificio di una superficie di 135 m? per lo sfruttamento di un ristorante, paragrafo 21 qui sopra. A ci? si aggiunge il fatto che il richiedente doveva pagare delle tasse fondiarie allo stato, paragrafo 63 sopra. Certo, nel 1986 e nel 1994, queste autorit? non potevano sapere che nel 2004 un’azione in rivendicazione della propriet? sarebbe intentata dal monastero e che avrebbe una conclusione favorevole. Tuttavia, la Corte stima che gli atti amministrativi legali stabiliti dalle autorit? statali come le autorit? di polizia ed il servizio dell’urbanistica possono rinforzare solamente il sentimento dei destinatari di questi atti che il sistema di acquisizione e di trasmissione dei beni ? stabile ed affidabile e che possiedono di buono diritto il buono oggetto di questi atti. Ad ogni modo, il primo richiedente ha sollevato dinnanzi a tutte le giurisdizioni che hanno esaminato la causa il mezzo derivato dell’abuso di diritto del monastero per conservare il possesso del bene controverso.
87. Al fatto che le giurisdizioni greche non hanno preso in considerazione i titoli di propriet? sottopose dinnanzi ad esse col primo richiedente si aggiunge quello che non hanno preso in conto la perdita dell’attrezzo di lavoro del richiedente provocato dalla loro decisione, e di cui questo e la sua famiglia derivavano i loro mezzi di sussistenza dal 1986 (vedere, mutatis mutandis, Lallement c. Francia, no 46044/99, ?? 20-24, 11 aprile 2002, e Di Marco c. Italia, no 32521/05, ? 65, 26 aprile 2011, e questo senza nessuna indennit?. Difatti, il tribunale di prima istanza di Volos ha considerato che gli oneri impegnati dal primo richiedente per sfruttare commercialmente il terreno controverso erano stati compensati dai profitti della sua impresa e che questo aveva beneficiato di questi vantaggi durante un lungo periodo senza versare in compenso di affitto al monastero dell’uso del terreno, paragrafo 17 sopra. Le giurisdizioni interne hanno respinto cos? il mezzo derivato dell’abuso di diritto del monastero. Ora, se questo mezzo fosse stato accolto, il primo richiedente avrebbe conservato almeno il possesso del terreno.
88. Alla luce di ci? che precede, e tenuto conto della speci

Testo Tradotto

Conclusions
Partiellement irrecevable (Article 35-1 – ?puisement des voies de recours internes)
Violation de l’article 1 du Protocole n? 1 – Protection de la propri?t? (article 1 al. 1 du Protocole n? 1 – Respect des biens
Biens)
Dommage mat?riel et pr?judice moral – r?paration (Article 41 – Pr?judice moral
Dommage mat?riel
Satisfaction ?quitable)

PREMI?RE SECTION

AFFAIRE KOSMAS ET AUTRES c. GR?CE

(Requ?te no 20086/13)

ARR?T

STRASBOURG

29 juin 2017

D?FINITIF

11/12/2017

Cet arr?t est devenu d?finitif en vertu de l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Kosmas et autres c. Gr?ce,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
Kristina Pardalos, pr?sidente,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Krzysztof Wojtyczek,
Ksenija Turkovi?,
Armen Harutyunyan,
Pauliine Koskelo,
Jovan Ilievski, juges,
et de Abel Campos, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 30 mai 2017,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 20086/13) dirig?e contre la R?publique hell?nique et dont cinq ressortissants de cet ?tat, OMISSIS (? le premier requ?rant ?), OMISSIS (? la deuxi?me requ?rante ?), OMISSIS (? la troisi?me requ?rante ?), OMISSIS (? le quatri?me requ?rant ?) et OMISSIS (? le cinqui?me requ?rant ?), ont saisi la Cour le 19 mars 2013 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Devant la Cour, les requ?rants ont ?t? repr?sent?s par OMISSIS, avocate ? Ath?nes. Le gouvernement grec (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par les d?l?gu?s de son agent, M. K. Georghiadis, assesseur aupr?s du Conseil juridique de l??tat, et Mme A. Magrippi, auditrice aupr?s du Conseil juridique de l??tat.
3. Les requ?rants all?guaient en particulier une violation ? leur ?gard de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention combin? avec l?article 14 de la Convention.
4. Le 2 novembre 2015, les griefs concernant l?article 1 du Protocole no 1 combin? avec l?article 14 de la Convention ont ?t? communiqu?s au Gouvernement et la requ?te a ?t? d?clar?e irrecevable pour le surplus conform?ment ? l?article 54 ? 3 du r?glement de la Cour.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Les requ?rants (paragraphe 1 ci-dessus) sont n?s respectivement en 1944, en 1955, en 1980, en 1975 et en 1971, et r?sident sur l??le de Skopelos. La deuxi?me requ?rante est l??pouse du premier requ?rant, et les autres requ?rants sont les enfants du couple.
6. Le premier requ?rant se dit propri?taire d?un terrain situ? au lieu-dit Glysteri, ? Skopelos. Il indique que la propri?t? du terrain lui avait ?t? transmise par son p?re par donation entre vifs (document no 18059/29-12-1982 transcrit au bureau du registre foncier de Skopelos) ; que son p?re ?tait devenu propri?taire du terrain dans les ann?es 1930 par testament publi? par un tribunal ; que son grand-p?re avait acquis le terrain par acte notari? aupr?s de son oncle en 1916, qui l?avait lui-m?me achet? en 1909 ? G.P., qui l?avait achet? en 1902 ? M.P., qui l?avait achet? en 1883 ? M.M. Le contrat de 1883 indiquait que la propri?t? de ce terrain avait ?t? apport?e ? M.M. en dot par son ?pouse.
7. ? l?extr?mit? du terrain, ? la limite de la plage, le premier requ?rant avait fait construire une taverne qui fonctionnait l?galement depuis des d?cennies, pr?s de l?endroit o? ?tait construite une b?tisse appartenant ? la famille, et habit?e par le premier requ?rant et les siens pendant l??t?. La plage et la taverne furent rendues c?l?bres par le film Mama Mia. L?hiver, le premier requ?rant et son ?pouse ?taient les seuls habitants de cette c?te de l??le. La terre avoisinante appartenait au saint monast?re de Megisti Lavra (La Grande Laure) (? le monast?re ?) et n??tait pas habit?e.
8. Selon les informations fournies par les requ?rants, le terrain et les constructions appartenaient au premier requ?rant. La licence de la taverne avait ?t? transf?r?e en 2002 ? la deuxi?me requ?rante (? la suite du d?part ? la retraite du premier requ?rant), qui l?exploitait avec les quatri?me et cinqui?me requ?rants. Les deuxi?me et troisi?me requ?rantes poss?daient deux bateaux qui servaient ? transporter les touristes de la ville de Skopelos ? la plage et ? la taverne. La taverne abritait ?galement un petit mus?e folklorique avec une collection d?objets plus importante que celle du mus?e public de l??le. Un syst?me de dessalement de l?eau de mer install? sur le terrain litigieux servait, entre autres, ? l?arrosage de 350 oliviers dont la deuxi?me requ?rante extrayait de l?huile pour les besoins de son restaurant. Les requ?rants all?guent que, selon une estimation ?tablie dans le cadre d?une expertise, la valeur d?exploitation de leur propri?t? s??levait ? 2 400 000 euros (EUR).
9. En 2004, le monast?re d?cida de revendiquer en justice la propri?t? du terrain du premier requ?rant et saisit ? cet effet le tribunal de premi?re instance de Volos.
10. Dans son action, le monast?re soutenait qu?il ?tait le seul propri?taire du terrain avoisinant la plage de Glysteri et qu?il l?avait achet? le 26 septembre 1824. ? titre subsidiaire, il soutenait que, comme l??le de Skopelos ?tait devenue partie de l??tat grec en 1830, il avait acquis ces terrains par usucapion, ? compter de 1882 (date de lib?ration de la r?gion de Thessalie) et qu?il en avait ?t? propri?taire jusqu?en 1912, soit pour une dur?e sup?rieure ? la p?riode de trente ans exig?e par le droit romain et byzantin en vigueur ? l??poque.
11. De son c?t?, le premier requ?rant pr?senta des actes de propri?t? du terrain ?tablis au nom des membres de sa famille dont le premier ?tait dat? de 1883 et qui se succ?daient de 1916 ? 1933. Il produisit, en outre, un acte du 19 septembre 1916 selon lequel son grand-p?re avait acquis la propri?t? du terrain, un testament de 1933 selon lequel ce grand-p?re avait transmis la propri?t? du terrain ? son p?re, un acte d?acceptation de succession (no 3357) du p?re du premier requ?rant ?tabli le 2 novembre 1960 devant notaire, et un acte d?acceptation de succession no 18052/29-12-1982, ?tabli devant notaire lors de la transmission de la propri?t? par son p?re et transcrit au service du registre foncier de Skopelos.
12. En outre, le premier requ?rant invita le tribunal ? rejeter l?action au motif qu?elle rev?tait un caract?re vague, arguant que le monast?re ne pr?cisait pas de mani?re claire les limites du terrain revendiqu?. Il all?gua de surcro?t que le terrain litigieux tel que d?crit ne correspondait pas au plan topographique. Il souleva aussi une objection tir?e de la prescription, indiquant que le monast?re n?avait pas exerc? ses droits sur le terrain revendiqu? pendant plus de vingt ans et qu?il ne l?avait jamais poss?d? ou exploit?. Il souligna, en outre, que lui-m?me et ses pr?d?cesseurs accomplissaient depuis 1916, de mani?re incessante, de bonne foi et en vertu d?un titre l?gal, des actes de possession sans qu?ils soient interpell?s par le monast?re ou qui que ce soit d?autre. M?me avant 1916, et au moins depuis 1865, ses pr?d?cesseurs d?alors poss?daient le terrain de bonne foi et sans rencontrer d?obstacle. En 1916, Ioannis Kosmas avait transmis par un acte de vente le terrain au grand p?re du premier requ?rant. Enfin, le premier requ?rant soulignait qu?? supposer m?me que le monast?re ait pu pr?tendre un droit quelconque sur le terrain, l??coulement de plusieurs d?cennies depuis 1916, pendant lesquelles lui et ses pr?d?cesseurs accomplissaient des actes incessants de possession et compte tenu de certains faits, tels la construction des b?timents, l?autorisation de cl?turer le terrain, l?octroi du permis de fonctionnement du restaurant, les titres de transferts de propri?t?, combin?e avec la longue inaction du monast?re, rendait l?exercice de ce droit abusif.
13. Dans ses observations en r?ponse, le monast?re se pr?valait de certaines dispositions l?gislatives de protection des monast?res du mont Athos. Quant ? l?objection pr?cit?e, il observait que, selon la jurisprudence constante de la Cour de cassation, cette prescription aurait d? ?tre arriv?e ? terme le 11 septembre 1915, au motif que, post?rieurement ? cette date, il ne pouvait plus y avoir usucapion au d?triment des terrains appartenant ? l??tat et aux monast?res.
14. Par le jugement no 148/2006, le tribunal de premi?re instance de Volos donna gain de cause au monast?re et le reconnut propri?taire du terrain litigieux. Il indiqua que, depuis le 12 septembre 1915, les biens immobiliers des saints monast?res n??taient pas assujettis ? l?usucapion et qu?ils ?taient couverts par les dispositions de la loi no 1539/1938 relative ? la protection du domaine public.
15. Le tribunal souligna que le droit applicable durant la p?riode ottomane ne reconnaissait pas l?acquisition de propri?t? par usucapion et que la p?riode pendant laquelle le monast?re poss?dait le terrain avant cette lib?ration n?entrait pas en ligne de compte aux fins de l?usucapion. Il ajouta que, apr?s la lib?ration de la Thessalie en 1882, le droit romain et byzantin devint applicable, et que la possession continua de sorte que, en 1912, le monast?re poss?dait de bonne foi le terrain litigieux depuis trente ans et ?tait donc devenu propri?taire de celui-ci par usucapion. Il pr?cisa que, ? compter du 12 septembre 1915, les terrains du monast?re avaient b?n?fici?, en vertu de la loi no 1539/1938 et de l?article 21 du d?cret du 22 avril/16 mai 1926, de la m?me protection que ceux du domaine public, ind?pendamment de toute possession r?elle de la part des tiers, et qu?un tiers aurait d? obtenir la suppression ?ventuelle des droits de propri?t? du monast?re par l?effet de l?usucapion au plus tard le 12 septembre 1915.
16. Le tribunal rejeta aussi l?objection tir?e du caract?re vague de l?action du monast?re, au motif que les limites du terrain litigieux, le rivage et l??tendue foresti?re et rocailleuse ?taient stables et non contest?s, et que la longueur du terrain ?tait d?termin?e de mani?re pr?cise. Il estima que l?acte notari? de 1960 par lequel le p?re du premier requ?rant avait accept? la succession lui transmettant la propri?t? de certains terrains ne pouvait ?tre consid?r? comme titre de propri?t? du terrain qui aurait ?t? ? transmis ? au premier requ?rant en 1982 par son p?re, au motif que le terrain d?crit dans cet acte se distinguait de mani?re substantielle du terrain litigieux. Il releva que, dans les actes d?acceptation de succession fournis par le requ?rant, le terrain mentionn? ne co?ncidait pas avec le terrain litigieux.
17. Quant au moyen du requ?rant relatif ? l?abus de droit du monast?re (article 281 du code civil), le tribunal admit que le monast?re, en raison du nombre trop faible de moines et de l?impossibilit? d?exploiter ses d?pendances, n?avait pas ?t? en mesure d?engager plus t?t cette action, mais que cela ne signifiait pas pour autant qu?il e?t renonc? ? ses droits. Il ajouta que l?inaction du monast?re pendant une longue p?riode ne rendait pas son action abusive. Aux yeux du tribunal, les frais engag?s par le premier requ?rant pour exploiter commercialement le terrain ne rendaient pas non plus l?action du monast?re abusive. ? cet ?gard, le tribunal estima que le requ?rant poss?dait le terrain de mauvaise foi et que ses frais avaient ?t? compens?s par les profits de son entreprise. En outre, d?apr?s le tribunal, le requ?rant avait b?n?fici? des avantages du terrain litigieux pendant une longue p?riode sans verser de loyer au monast?re en contrepartie de son usage.
18. Enfin, le tribunal ordonna au premier requ?rant de rendre le terrain en question au monast?re.
19. Le 13 f?vrier 2007, le premier requ?rant interjeta appel contre ce jugement devant la cour d?appel de Larissa. Il r?it?rait les arguments qu?il avait pr?sent?s en premi?re instance.
20. Par l?arr?t no 749/2010 du 29 octobre 2010, la cour d?appel rejeta l?appel pour les m?mes motifs que ceux du tribunal de premi?re instance. Elle rejeta aussi une demande du premier requ?rant aux fins d?expertise au motif que la question ? trancher n?exigeait pas que l?on dispos?t d?informations scientifiques particuli?res.
21. Elle releva, plus particuli?rement, que le monast?re avait achet? le terrain litigieux de la vraie propri?taire par un acte de transfert de propri?t? certifi? par la chancellerie de Skopelos et qu?il le poss?dait ainsi de bonne foi depuis 1824. Elle constata qu?en 1974, alors que les terrains situ?s sur le front de mer commen?aient ? prendre de la valeur, le p?re du premier requ?rant et le premier requ?rant s??taient progressivement appropri? une partie du terrain en le cl?turant non pas pour en revendiquer la propri?t?, mais pour y faire pa?tre leur troupeau de moutons. Elle nota que, par la suite, le premier requ?rant s??tait livr? ? l?accomplissement d?actes de possession sur le bien plus cons?quents, notamment la construction d?une hutte, et que, ? compter de 1986, il avait commenc? ? exploiter sur le terrain en cause, pendant la p?riode estivale, un bar-restaurant apr?s avoir obtenu une licence ? cet effet aupr?s du commissariat de police de Skopelos. Elle releva ?galement que, en 1994, le premier requ?rant, apr?s s??tre vu d?livrer un permis de construire par le service de l?urbanisme de l??le, avait ?rig? sur la moiti? du terrain un b?timent de 135 m? qui abritait son activit? et dont il utilisait l?autre moiti? comme bergerie. Enfin, elle constata que le premier requ?rant avait empi?t? sur une autre partie du terrain du monast?re pour s?en servir comme voie d?acc?s. Elle souligna que le monast?re ne disposait pas d?un effectif suffisant de moines et qu?il ne pouvait pas s?occuper de toutes ses propri?t?s, et qu?il n?avait d?s lors pas pu introduire son action plus t?t, sans que cela signifi?t qu?il e?t renonc? ? ses droits.
22. Enfin, la cour d?appel observa qu?il ne ressortait pas des actes de propri?t? des pr?d?cesseurs du premier requ?rant datant de 1883, 1902 et 1909, dont le premier requ?rant se pr?valait et qu?il pr?sentait pour la premi?re fois devant elle, que ses pr?d?cesseurs eussent accompli des actes de possession (????) sur le terrain litigieux.
23. Le 25 janvier 2011, le premier requ?rant se pourvut en cassation et introduisit en m?me temps une demande de suspension de l?ex?cution du jugement de premi?re instance et de l?arr?t de la cour d?appel pour autant qu?ils ordonnaient la restitution du terrain au monast?re, tendant ainsi ? prot?ger sa possession du terrain et ? ?viter son ?viction. Afin d??tayer cette demande, il d?posait plusieurs documents qui d?montraient, selon lui, le caract?re irr?m?diable du dommage qu?il subirait en cas d?ex?cution de ces d?cisions.
24. La Cour de cassation accueillit la demande de suspension.
25. Dans son pourvoi, le premier requ?rant all?guait une violation des dispositions de la l?gislation pertinente relatives ? l?usucapion et de l?article 281 du code civil (abus de droit). Il soutenait, en outre, que l?arr?t de la cour d?appel contenait des motifs contradictoires relativement ? un point ayant une incidence d?terminante sur l?issue du proc?s (notamment les limites du terrain litigieux) et que la cour d?appel avait mal interpr?t? le plan topographique ?tabli par un expert. S?agissant du moyen relatif ? l?article 281 pr?cit?, le premier requ?rant, se pr?valant de la jurisprudence de la Cour de cassation, indiquait que, pendant une longue p?riode ant?rieure ? l?introduction de l?action, il s??tait livr? ? des actes de possession sur le terrain litigieux, comprenant du travail personnel et des d?penses (investissements, constructions, etc.), et que le monast?re, qui d?apr?s l?int?ress? s??tait rendu compte ou aurait d? se rendre compte de ces actes, n?avait pas r?agi et n?avait pas contest? ceux-ci, suscitant ainsi aupr?s des tiers la conviction qu?il n?exercerait jamais ses droits. Cette attitude du monast?re avait diminu? la force du droit dont celui-ci pourrait se pr?valoir. La longue inaction du monast?re devait ?tre appr?ci?e en combinaison avec les actes de possession du requ?rant, ce qui donnait ? l?abus de droit une nature particuli?rement caract?ris?e, car la modification de la situation entrainerait pour le requ?rant un dommage diff?rent et multiple, sup?rieur ? la simple perte du bien.
26. S?agissant du moyen tir? de l?abus de droit, le juge rapporteur s?exprima ainsi dans son avis :
? L?exercice par le saint monast?re demandeur de l?action en revendication du droit de propri?t? sur le terrain litigieux ne d?passe manifestement pas les limites qu?imposent la bonne foi, les bonnes m?urs et le but ?conomique et social de ce droit, compte tenu notamment du but consistant ? prot?ger la propri?t? immobili?re des monast?res qui fut ?tabli par l?article 21 du d?cret du 22 avril/16 mai 1926, car cette propri?t? a toujours fait l?objet d?empi?tements et a constitu? pour un propri?taire de mauvaise foi une source d?enrichissement sans cause. ?
27. Par un arr?t no 932/2012 du 31 mai 2012, la Cour de cassation ent?rina la proposition du rapporteur et confirma l?arr?t de la cour d?appel.
28. En effet, la Cour de cassation consid?ra que la cour d?appel avait correctement interpr?t? et appliqu? les dispositions du droit romain et byzantin en vigueur avant le code civil. Elle releva que la cour d?appel avait constat? que le monast?re avait acquis la propri?t? du terrain litigieux en 1824 (de sa vraie propri?taire, Mme O., ?pouse de G.K.) et que, en tout ?tat de cause, il s??tait livr? ? des actes de possession sur celui-ci de mani?re ininterrompue et de bonne foi ? compter de 1882 (ann?e de la lib?ration de la r?gion de Thessalie) et pendant plus de trente ans, soit jusqu?au 12 septembre 1915, voire apr?s cette date. En particulier, elle releva que les moines faisaient pa?tre leurs moutons sur le terrain litigieux, d?frichaient celui-ci et dissuadaient les tiers de se l?approprier. Elle indiqua que la cour d?appel avait en outre constat? que, au cours de la m?me p?riode, les a?eux du premier requ?rant ne s??taient livr?s ? aucun acte de possession sur le terrain.
29. La Cour de cassation pr?cisa en outre que la cour d?appel avait suffisamment d?crit les limites du terrain litigieux et que l?action du monast?re n??tait d?s lors pas vague. Elle nota que les limites de la propri?t? ?taient rest?es inchang?es, et que c??tait seulement r?cemment que le monast?re avait c?d? une bande de terre de 1 599,38 m? ? la commune afin de permettre l?acc?s ? la plage.
30. Quant ? la violation all?gu?e de l?article 281 du code civil, la Cour de cassation consid?ra que la cour d?appel avait suffisamment motiv? sa d?cision. Enfin, quant ? l?all?gation du requ?rant selon laquelle le terrain litigieux ne faisait pas partie du terrain appartenant au monast?re, la Cour de cassation nota que la cour d?appel ne s??tait pas fond?e uniquement sur le plan topographique, mais qu?elle avait pris en consid?ration les d?positions des t?moins cit?s par le monast?re.
31. L?arr?t de la Cour de cassation fut mis au net le 9 ao?t 2012 et certifi? conforme le 1er octobre 2012.
32. En juillet 2012, le monast?re notifia au premier requ?rant le jugement de premi?re instance en vue de son ex?cution.
33. Le premier requ?rant s?opposa ? l?ex?cution de ce jugement devant le tribunal de premi?re instance de Volos. Une audience fut fix?e en 2014. Il d?posa aussi une demande de suspension d?ex?cution (accompagn?e d?une demande d?ordre provisoire de suspension). L?audience fix?e au 1er novembre 2012 fut report?e au 10 janvier 2013 puis au 4 avril 2013. Le tribunal de premi?re instance rejeta la demande d?ordre provisoire de suspension.
34. L??viction des requ?rants du terrain litigieux eut lieu en octobre 2013 en pr?sence d?une unit? de la police anti?meute achemin?e sur l??le de Skopelos avec pour mission d?escorter les moines et de bloquer l?acc?s ? Glysteri.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
35. L?article 21 du d?cret du 22 avril/16 mai 1926 relatif ? l??viction administrative des terrains appartenant ? la d?fense a?rienne et ? l?interdiction de prise de mesures provisoires contre l??tat et la d?fense a?rienne dispose :
? Les droits de l??tat, de la d?fense a?rienne et des saints monast?res sur des biens immobiliers ne sont soumis ? l?avenir ? aucune prescription. Si cette prescription a commenc? ? courir, elle n?aura aucun effet juridique si un d?lai de trente ans ne s?est pas ?coul? ? la date de la publication du pr?sent d?cret. ?
36. En droit grec, l?usucapion constitue un mode d?acquisition de propri?t? d?une tr?s grande partie des biens de l??glise et des monast?res. Ces biens (en particulier des terrains de nature agricole ou foresti?re) ont ?t? acquis par les monast?res au cours de plusieurs si?cles avant la cr?ation de l??tat grec moderne. Des monast?res cr??s pendant l??poque byzantine ont acquis ces biens soit par la possession soit par des donations imp?riales ou priv?es. Comme au fil des si?cles les titres de propri?t? de ces monast?res ont ?t? d?truits, perdus ou vol?s, l?usucapion est venue remplacer les titres de propri?t? non conserv?s. La jurisprudence des tribunaux grecs a toujours admis que, jusqu?? l?introduction du code civil (soit jusqu?au 23 f?vrier 1946), les biens des monast?res et de l??glise ?taient insusceptibles d??tre acquis par des tiers par usucapion.
37. Par l?article 21 du d?cret pr?cit?, le l?gislateur a ?tendu aux biens des monast?res la protection qu?il accordait ? ceux de l??tat, afin de les prot?ger de ceux qui tenteraient de se les approprier en invoquant l?usucapion.
38. En appliquant cet article, en combinaison avec certaines dispositions du droit romain et byzantin, la jurisprudence constante admet qu?un tiers peut se pr?valoir d?un droit de propri?t? sur des biens de monast?res seulement s?il prouve s??tre livr? ? des actes de possession sur ces biens initialement pendant une p?riode de quarante ans, puis de 30 ans (loi ???/1910), jusqu?au 12 septembre 1915. ? compter du 16 mai 1926, les monast?res sont consid?r?s comme exer?ant une possession ininterrompue sur leurs terrains (possession fictive), quelle que soit la situation et m?me si cette possession a ?t? en r?alit? exerc?e par un tiers.
39. L?article 4 de la loi no 1539/1938 relative ? la protection du domaine public ?nonce :
? Les droits de l??tat sur les biens immeubles du domaine public sont imprescriptibles. ?
40. L?article 105 de la Constitution dispose :
? 1. La presqu??le de Athos qui, ? partir et au-del? de Megali Vigla, constitue le territoire du Mont Athos, est, selon son antique statut privil?gi?, une partie autoadministr?e de l??tat hell?nique dont la souverainet? y demeure intacte. Du point de vue spirituel, le Mont Athos rel?ve de la juridiction directe du Patriarcat ?cum?nique. Tous ceux qui y m?nent la vie monastique acqui?rent la nationalit? hell?nique d?s qu?ils sont admis comme moines ou novices, sans autre formalit?.
2. Le Mont Athos est administr?, d?apr?s son statut, par ses vingt monast?res, entre lesquels est r?partie toute la presqu??le de Athos, dont le sol est inali?nable. (…)
3. La d?termination d?taill?e des r?gimes athonites et du mode de leur fonctionnement se fait au moyen de la Charte statutaire du Mont Athos que r?digent et votent les vingt monast?res avec la participation du repr?sentant de l??tat, et qui est ratifi?e tant par le Patriarcat ?cum?nique que par la Chambre des d?put?s des Hell?nes. ?
41. Les articles pertinents de la Charte statutaire du Mont Athos disposent :
Article 1
? Le Mont Athos sacr? est compos? de vingt (…) monast?res dans l?ordre hi?rarchique suivant : 1) le saint monast?re de Megisti Lavra (…) ?
Article 181
? Tous les biens immeubles des saints monast?res sont totalement inali?nables en tant que biens de droit divin. ?
42. La Grande Laure occupe la premi?re place dans le classement hi?rarchique des monast?res du Mont Athos. Cr?? en 963 apr?s J.-C. avec l?aide de l?empereur byzantin Nikiforos Phokas, ce monast?re a servi de base pour la mise en place ult?rieure du monachisme du Mont Athos. C?est un ?tablissement souverain et autoadministr?. Il constitue une personne morale de droit public qui poursuit des buts d?int?r?t g?n?ral au service de l??glise et de la vie monastique, mais aussi des buts de charit? et d?utilit? publique (avis no 757/1974 du Conseil juridique de l??tat, ? 3).
43. Les articles pertinents en l?esp?ce du code civil se lisent ainsi :
Article 281 (abus de droit)
? L?exercice d?un droit est prohib? s?il d?passe manifestement les limites impos?es par la bonne foi ou par les bonnes m?urs ou par le but social ou ?conomique du droit. ?
Article 974 (notion de la possession et de la d?tention)
? Celui qui a acquis le pouvoir de fait sur une chose (d?tention) en est le possesseur, s?il exerce ce pouvoir avec l?intention d?agir en propri?taire. ?
Article 983
? La possession se transmet aux h?ritiers du possesseur. ?
Article 985
? Le possesseur peut repousser par la force tout trouble ou toute menace de d?possession.
(…)
Le possesseur d?un bien immeuble qui en a ?t? ill?galement d?poss?d? est en droit de le reprendre par la force aussit?t apr?s la d?possession. ?
Article 1033 (acquisition d?un bien immeuble par contrat)
? Le transfert de propri?t? d?un bien immeuble n?cessite l?accord entre le propri?taire et l?acqu?reur au sujet du transfert, qui doit ?tre fait dans un but l?gitime. L?accord est dress? par acte notari? et doit ?tre transcrit. ?
Article 1045 (usucapion extraordinaire)
? Celui qui a poss?d? un bien meuble ou immeuble pendant vingt ans en devient propri?taire (usucapion extraordinaire). ?
44. L?article 80 (intervention accessoire (???? ???????? ?????????) du code de proc?dure civile dispose :
? Si, lors d?un proc?s pendant, un tiers a int?r?t ? ce que l?une des parties l?emporte, il peut intervenir pour appuyer les pr?tentions de celle-ci jusqu?au moment du prononc? d?une d?cision d?finitive. ?
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 ? LA CONVENTION COMBIN? AVEC L?ARTICLE 14 DE LA CONVENTION
45. Les requ?rants se plaignent que les monast?res, dont La Grande Laure, en tant que propri?taires de biens priv?s, soient assimil?s ? l??tat, ce qui a, selon eux, pour cons?quences une impossibilit? pour des particuliers de b?n?ficier de l?usucapion ? l??gard de ces biens et une tendance des tribunaux grecs ? rejeter toute all?gation d?abus de droit commis par les monast?res. Ils se plaignent aussi d?obstacles proc?duraux, selon eux infranchissables, qui seraient impos?s par les tribunaux et qui les emp?cheraient de prouver qu?ils avaient acquis par usucapion le terrain litigieux. Ils d?noncent enfin une imprescriptibilit? sans limitation temporelle des pr?tentions des saints monast?res sur des biens immobiliers. Ils all?guent une violation ? leur ?gard de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention combin? avec l?article 14 de la Convention. Ces dispositions se lisent ainsi :
Article 1 du Protocole no 1 ? la Convention
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
Article 14 de la Convention
? La jouissance des droits et libert?s reconnus dans la (…) Convention doit ?tre assur?e, sans distinction aucune, fond?e notamment sur le sexe, la race, la couleur, la langue, la religion, les opinions politiques ou toutes autres opinions, l?origine nationale ou sociale, l?appartenance ? une minorit? nationale, la fortune, la naissance ou toute autre situation. ?
A. Sur la recevabilit?
1. Sur la qualit? de victime
46. En premier lieu, le Gouvernement invite la Cour ? d?clarer la requ?te irrecevable ? l??gard des deuxi?me, troisi?me, quatri?me et cinqui?me requ?rants pour d?faut de qualit? de victime : selon le Gouvernement, ces requ?rants n?ont pas particip? ? la proc?dure devant les juridictions nationales, et ils n?invoquent pas et ne d?montrent pas l?existence d?un droit de propri?t? sur le terrain litigieux. Plus particuli?rement, en ce qui concerne la deuxi?me requ?rante, le Gouvernement estime que l?ex?cution forc?e des d?cisions internes contre son ?poux ne signifie pas qu?elle-m?me se trouve l?s?e dans ses droits de nature patrimoniale. Il ajoute que, ? supposer m?me que l?obtention et l?usage de la licence de son restaurant puissent ?tre consid?r?s comme un ? bien ? ? ce qu?il conteste ?, il n?est pas d?montr? que le monast?re ait refus? de consentir ? la continuation de l?exploitation du restaurant par la requ?rante.
47. Les deuxi?me, troisi?me, quatri?me et cinqui?me requ?rants soutiennent qu?ils sont eux aussi victimes de la privation de propri?t? du terrain du premier requ?rant. Pour d?montrer l?impossibilit? dans laquelle ils se sont trouv?s pour agir, ils renvoient ? leurs arguments concernant l?objection du Gouvernement relative au non-?puisement des voies de recours internes.
48. La Cour rappelle que, pour pouvoir introduire une requ?te en vertu de l?article 34 de la Convention, une personne physique, une organisation non gouvernementale ou un groupe de particuliers doit pouvoir se pr?tendre victime d?une violation des droits reconnus dans la Convention. Pour pouvoir se pr?tendre victime d?une telle violation, un individu doit, en principe, avoir subi directement les effets de la mesure litigieuse (T?nase c. Moldova [GC], no 7/08, ? 104, CEDH 2010, et Aksu c. Turquie [GC], nos 4149/04 et 41029/04, ? 50, CEDH 2012). L?existence d?une victime personnellement touch?e par la violation all?gu?e d?un droit garanti par la Convention est une condition de la mise en ?uvre du m?canisme de protection de la Convention, m?me si ce crit?re ne doit pas s?appliquer de mani?re rigide et inflexible (Bitenc c. Slov?nie (d?c.), no 32963/02, 18 mars 2008). La Cour interpr?te le concept de victime de fa?on autonome, ind?pendamment des notions internes telles que celles d?int?r?t ? agir ou de qualit? pour agir (Aksu, pr?cit?, ? 52).
49. En l?esp?ce, la Cour note que la proc?dure en revendication de la propri?t? du terrain litigieux a ?t? introduite par le monast?re contre le premier requ?rant, qui arguait de son propre droit de propri?t? sur ce terrain, et qu?elle a pris fin par l?arr?t de la Cour de cassation qui a donn? gain de cause au monast?re de mani?re d?finitive et par la mise en ?uvre de l??viction des requ?rants. Or cette situation a affect? non seulement le premier requ?rant, mais aussi les membres de sa famille dont les activit?s commerciales ?taient li?es ? la propri?t? du terrain. La licence de fonctionnement de la taverne avait ?t? transf?r?e en 2002 (? la suite du d?part ? la retraite du premier requ?rant) ? la deuxi?me requ?rante, qui l?exploitait avec les quatri?me et cinqui?me requ?rants. Les deuxi?me et troisi?me requ?rantes poss?daient en outre deux bateaux qui servaient ? transporter les touristes de la ville de Skopelos ? la plage et ? la taverne. Un syst?me de dessalement de l?eau de mer fonctionnait sur le terrain litigieux et permettait, entre autres, l?arrosage de 350 oliviers dont la deuxi?me requ?rante extrayait de l?huile pour les besoins de son restaurant (paragraphe 8 ci-dessus). Or, cette activit? commerciale a fait l?objet d?un examen de la part des juridictions internes dans le cadre du moyen du premier requ?rant relatif ? l?abus de droit du monast?re : le tribunal de premi?re instance a relev? que les frais engag?s pour exploiter commercialement le terrain ?taient compens?s par les profits de l?entreprise (paragraphe 17 ci-dessus).
50. Eu ?gard ? ce qui pr?c?de ainsi qu?? la n?cessit? d?appliquer de mani?re flexible les crit?res d?terminant la qualit? de victime, la Cour admet que l??pouse et les enfants du premier requ?rant, bien que n??tant pas directement impliqu?s dans la proc?dure devant les juridictions internes, peuvent, au regard de l?article 34 de la Convention, passer pour ?tre victimes des faits qu?ils d?noncent. D?s lors, elle rejette l?exception pr?liminaire du Gouvernement concernant la qualit? de victime de ces requ?rants.
2. Sur l??puisement des voies de recours internes
51. En deuxi?me lieu, le Gouvernement excipe du non-?puisement des voies de recours internes.
52. En ce qui concerne le premier requ?rant, il indique qu?? aucun stade de la proc?dure celui-ci ne s?est r?f?r?, m?me en substance, au droit prot?g? par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Plus particuli?rement, l?int?ress? n?aurait pas all?gu? que l?interdiction d?acqu?rir par usucapion des biens de l??tat et des monast?res ainsi que l?imprescribilit? des droits de propri?t? de l??tat et des monast?res sur leurs biens ?taient contraires ? la disposition susmentionn?e. Le Gouvernement estime que la simple all?gation du premier requ?rant devant les tribunaux selon laquelle il ?tait devenu propri?taire du terrain litigieux par usucapion n??tait pas suffisante aux fins de l??puisement des voies de recours internes.
53. Quant ? l??pouse et aux enfants du premier requ?rant, le Gouvernement indique qu?? aucun moment au cours de la proc?dure, y compris celle devant la Cour de cassation, ces requ?rants n?ont fait usage du droit d?intervenir dans la proc?dure (intervention accessoire ? article 80 du code de proc?dure civile) en faveur du premier requ?rant et n?ont fait valoir un int?r?t l?gitime ? voir infirmer le jugement de premi?re instance. D?apr?s le Gouvernement, ces quatre requ?rants n?ont d?ailleurs proc?d? ? aucune autre d?marche judiciaire ou extrajudiciaire pour faire valoir leurs droits.
54. Le premier requ?rant soutient que non seulement il a ?puis? les voies de recours internes en ce qui le concernait, mais qu?il a aussi attir? l?attention de la Cour de cassation sur les cons?quences n?fastes de l?ali?nation de sa propri?t? pour sa famille.
55. Les deuxi?me, troisi?me, quatri?me et cinqui?me requ?rants indiquent qu?ils ne pouvaient pas former opposition contre la proc?dure d?ex?cution forc?e du jugement du tribunal de premi?re instance qui ordonnait leur ?viction de la propri?t? litigieuse, au motif qu?ils ne disposaient pas d?un droit de propri?t? sur le terrain litigieux, mais seulement d?un droit de cr?ance envers le premier requ?rant. Quant ? la proc?dure d?intervention accessoire, ils indiquent qu?elle ne leur donnait pas la possibilit? de faire valoir leurs propres droits et leur propre dommage, selon eux distincts de ceux du premier requ?rant. Ils soutiennent que le Gouvernement ne fournit d?ailleurs aucun pr?c?dent jurisprudentiel susceptible de d?montrer que l?intervention de tiers, ayant des int?r?ts d?une nature diff?rente de ceux de la personne se revendiquant propri?taire d?un terrain, dans une proc?dure de contestation de droits de propri?t? aurait pu influencer l?issue de la proc?dure quant ? ces droits. Enfin, ils estiment qu?une action en dommages-int?r?ts fond?e sur l?article 105 de la loi d?accompagnement du code civil n?aurait pas prosp?r? d?s lors que, selon eux, elle pr?supposait l?existence d?une ill?galit? commise par l??tat.
56. La Cour rappelle que, conform?ment ? l?article 35 ? 1 de la Convention, elle ne peut examiner une question que lorsque tous les recours internes ont ?t? ?puis?s. La finalit? de cette disposition est de m?nager aux ?tats contractants l?occasion de pr?venir ou redresser les violations all?gu?es contre eux avant que ces all?gations ne soient soumises ? la Cour. Ainsi, le grief dont on saisit la Cour doit d?abord avoir ?t? soulev?, au moins en substance, dans les formes et d?lais prescrits par le droit interne, devant les juridictions nationales appropri?es. Toutefois, selon la r?gle de l??puisement des voies de recours internes, un requ?rant doit se pr?valoir des recours normalement disponibles et suffisants dans l?ordre juridique interne pour lui permettre d?obtenir r?paration des violations qu?il all?gue. Ces recours doivent exister ? un degr? suffisant de certitude, en pratique comme en th?orie, sans quoi leur manquent l?effectivit? et l?accessibilit? voulues. Rien n?impose d?user de recours qui ne sont ni ad?quats ni effectifs (Micallef c. Malte [GC], no 17056/06, ? 55, CEDH 2009).
57. En ce qui concerne le premier requ?rant, la Cour note que la proc?dure litigieuse portait sur la revendication par le monast?re de la propri?t? du terrain du premier requ?rant. Il est vrai que l?enjeu principal de la proc?dure devant les juridictions internes ?tait la question de savoir si le terrain litigieux que le premier requ?rant pr?tendait poss?der en vertu de titres de propri?t? et m?me par l?effet de l?usucapion devait ou non ?tre transmis au monast?re auteur de l?action en revendication. Il n?en reste pas moins, cependant, que le litige portait aussi sur la possession du terrain par le biais du grief relatif ? l?abus de droit commis par le monast?re. En effet, tout comme devant le tribunal de premi?re instance et la cour d?appel, dans son pourvoi en cassation, le premier requ?rant soulevait divers moyens, dont notamment l?abus de droit que le monast?re aurait commis en introduisant son action : ? cet ?gard, en se pr?valant de la jurisprudence de la Cour de cassation, le premier requ?rant soulignait que, pendant une longue p?riode ant?rieure ? l?introduction de l?action, il avait accompli sur le terrain litigieux des actes de possession (?????), comprenant du travail personnel et des d?penses (investissements, constructions, etc.), et que le monast?re, qui, d?apr?s le requ?rant, s??tait rendu compte ou aurait d? se rendre compte de ces actes, n?avait pas r?agi et n?avait pas contest? ceux-ci, de sorte qu?il aurait suscit? aupr?s des tiers la conviction qu?il n?exercerait jamais ses droits. Cette attitude du monast?re avait diminu? la force du droit dont celui-ci pourrait se pr?valoir. La longue inaction du monast?re devait ?tre appr?ci?e en combinaison avec les actes de possession du requ?rant, ce qui donnait ? l?abus de droit une nature particuli?rement caract?ris?e, car la modification de la situation entrainerait pour le requ?rant un dommage diff?rent et multiple, sup?rieur ? la simple perte du bien. Or, si la Cour de cassation avait accueilli l?argument relatif ? l?abus de droit, le requ?rant, m?me sans ?tre reconnu propri?taire, n?aurait pas ?t? ?vinc? du terrain et y serait maintenu en sa qualit? de possesseur.
58. Sans s?appuyer en termes expr?s sur l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, le premier requ?rant a invoqu? ? la fois l?atteinte ? son droit de propri?t? que celle ? sa possession du terrain au sens des dispositions du droit interne applicable. Ce faisant, il a, ? l??vidence, pr?sent? des arguments qui revenaient ? d?noncer, en substance, une atteinte ? tous les aspects pertinents du droit garanti par cet article. Il a ainsi donn? ? la Cour de cassation l?occasion d??viter ou de redresser les violations all?gu?es, conform?ment ? la finalit? de l?article 35 de la Convention. Il convient donc de rejeter l?exception de non-?puisement soulev?e par le Gouvernement.
59. Quant aux deuxi?me, troisi?me, quatri?me et cinqui?me requ?rants, la Cour note que selon le droit grec, il leur ?tait loisible de demander aux juridictions internes, sur le fondement de l?article 80 du code de proc?dure civile, de pouvoir intervenir dans la proc?dure ? n?importe quel stade de celle-ci. Certes, les juridictions internes ?taient appel?es ? d?terminer laquelle des deux parties, du premier requ?rant ou du monast?re, qui invoquaient chacun des droits de propri?t? sur le terrain litigieux, ?tait le v?ritable propri?taire de celui-ci. Toutefois, de l?avis de la Cour, les autres requ?rants, bien qu?ils ne pouvaient pas faire valoir des droits de propri?t? sur le terrain litigieux, ils ?taient exploitants du restaurant sis sur le terrain et des bateaux de transports de touristes. Leur intervention en vertu de l?article 80 du code de proc?dure civile aurait permis aux deuxi?me, troisi?me, quatri?me et cinqui?me requ?rants d?appuyer les pr?tentions du premier requ?rant et donc d?influencer l?issue du litige qui ?tait d?terminant pour eux. En m?me temps, une telle intervention aurait donn? aux juridictions internes l?occasion de prendre en consid?ration l?enjeu du litige dans sa totalit? et de d?cider en cons?quence. Par ailleurs, l?intervention en question aurait conduit les requ?rants ? d?montrer leur int?r?t pour agir et les juridictions comp?tentes ? se prononcer ? cet ?gard. Il s?ensuit que les quatre requ?rants en question ont failli ? leur obligation d??puiser les voies de recours internes. Partant, la Cour accueille l?exception du Gouvernement pour autant qu?elle concerne les deuxi?me, troisi?me, quatri?me et cinqui?me requ?rants.
3. Conclusion
60. Constatant que la requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?elle ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour la d?clare recevable ? l??gard du premier requ?rant.
B. Sur le fond
61. La Cour examinera d?abord l?existence et la justification de l?ing?rence sous l?angle de l?article 1 du Protocole no 1 pris isol?ment.
1. Sur l?existence d?un ? bien ? et sur la r?gle de l?article 1 du Protocole no 1 applicable en l?esp?ce
62. Le premier requ?rant soutient qu?il poss?dait le terrain litigieux en vertu d?une s?rie d?actes dont le plus ancien serait dat? de 1883. Il pr?cise qu?il a acquis le terrain en 1982 par donation de son p?re, E.K., du vivant de celui-ci, que E.K., propri?taire du terrain depuis les ann?es 1930, l?avait acquis par testament, publi? par d?cision judiciaire, de son propre p?re qui lui-m?me l?aurait achet? en 1916, par contrat sign? devant notaire, ? un autre membre de la famille, N.K. Celui-ci l?aurait achet? en 1909 ? G.P., qui l?aurait achet? en 1902 ? M.P., qui l?aurait lui-m?me achet? en 1883 ? M.M. Le contrat de 1883 aurait mentionn? que la propri?t? de ce terrain avait ?t? apport?e ? M.M. en dot par son ?pouse.
63. Le premier requ?rant indique que, alors que, selon le Gouvernement, il n?avait aucun droit de propri?t? sur le terrain litigieux, l??tat lui a r?clam? des taxes fonci?res d?un montant de 1 696 EUR, non seulement apr?s l?arr?t de la Cour de cassation mais m?me apr?s son ?viction du terrain, qui aurait eu lieu en pr?sence d?une unit? de la police anti?meute sp?cialement achemin?e sur l??le dans ce but, et ce alors qu?il se serait agi d?un simple litige entre personnes priv?es (paragraphe 34 ci-dessus).
64. Le Gouvernement expose que l?arr?t no 932/2012 de la Cour de cassation a reconnu le droit de propri?t? du monast?re sur le terrain litigieux et que, par cons?quent, le premier requ?rant ne dispose pas d?un ? bien ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1. Il soutient que le but du requ?rant est que la Cour proc?de ? une interpr?tation du droit interne national et ? un nouvel examen des preuves ayant ?t? pr?sent?es devant les juridictions nationales. Le Gouvernement ajoute que ces derni?res ont pourtant suffisamment motiv? leurs d?cisions concluant que les pr?d?cesseurs du requ?rant n?avaient pas poss?d? le terrain litigieux pendant une p?riode ininterrompue ayant d?but? trente ans avant 1915 et que le requ?rant ne pouvait d?s lors en aucun cas ?tre reconnu propri?taire, ni sur le fondement des dispositions relatives ? l?usucapion applicables aux monast?res ni sur le fondement de celles, plus g?n?rales, de l?article 1045 du code civil.
65. Le Gouvernement distingue la pr?sente affaire de l?affaire Zafranas c. Gr?ce (no 4056/08, 4 octobre 2011), dans laquelle, selon lui, les requ?rants avaient cherch? ? se faire reconna?tre comme ayant droit ? une indemnit? d?expropriation en se fondant sur des titres l?gaux de propri?t?, ?tablis devant notaire et enregistr?s au bureau des hypoth?ques. En revanche, d?apr?s le Gouvernement, dans la pr?sente affaire le premier requ?rant ne s?appuie que sur des actes d?h?ritage d?un terrain dont le tribunal de premi?re instance aurait jug? qu?il ne co?ncidait pas avec le terrain litigieux. En outre, toujours selon le Gouvernement, il n?a jamais ?t? prouv? que les autres documents produits par le requ?rant devant les juridictions internes concernaient le terrain litigieux.
66. Le Gouvernement indique encore que, en l?esp?ce, l?interdiction d?acqu?rir un bien monacal par usucapion apr?s 1915 ne constitue pas une ? privation de propri?t? ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1. Pour le Gouvernement, cette interdiction, pr?vue par la loi, signifie qu?il est impossible pour un tiers d?acqu?rir une telle propri?t? au moyen de la suppression des droits de propri?t? des saints monast?res sur leurs biens.
67. La Cour rappelle que la notion de ? biens ? ?voqu?e ? la premi?re partie de l?article 1 du Protocole no 1 a une port?e autonome qui ne se limite pas ? la propri?t? de biens corporels et qui est ind?pendante des qualifications formelles du droit interne : certains autres droits et int?r?ts constituant des actifs peuvent aussi passer pour des ? droits patrimoniaux ? et donc des ? biens ? aux fins de cette disposition. Dans chaque affaire, il importe d?examiner si les circonstances, consid?r?es dans leur ensemble, ont rendu le requ?rant titulaire d?un int?r?t substantiel prot?g? par l?article 1 du Protocole no 1 (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 54, CEDH 1999 II, ?nery?ld?z c. Turquie [GC], no 48939/99, ? 124, CEDH 2004, et Brosset-Triboulet c. France [GC] no 34078/02, ? 65, CEDH 2010).
68. De mani?re g?n?rale, l?imprescriptibilit? et l?inali?nabilit? des biens du domaine public n?ont pas emp?ch? la Cour de conclure ? la pr?sence de ? biens ? au sens de cette disposition (?nery?ld?z, pr?cit?, N.A. et autres c. Turquie, no 37451/97, CEDH-2005-X, Tuncay c. Turquie, no 1250/02, 12 d?cembre 2006, K?ktepe c. Turquie, no 35785/03, 2 juillet 2008, Turgut et autres c. Turquie, no 1411/03, 8 juillet 2008, et ?atir c. Turquie, no 36129/92, 10 mars 2009). Dans ces affaires, cependant, ? l?exception de la premi?re, les titres de propri?t? des int?ress?s ne pr?taient pas ? controverse au regard du droit interne, ces derniers pouvant l?gitimement se croire en situation de ? s?curit? juridique ? quant ? leur validit?, avant leur annulation au profit du Tr?sor public (Turgut et autres, pr?cit?, ? 89).
69. Le fait pour les lois internes d?un ?tat de ne pas reconna?tre un int?r?t particulier comme ? droit ?, voire comme ? droit de propri?t? ?, ne s?oppose pas ? ce que l?int?r?t en question puisse n?anmoins, dans certaines circonstances, passer pour un ? bien ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1. Par exemple, le temps ?coul? peut faire na?tre l?existence d?un int?r?t patrimonial des requ?rants ? jouir de leur maison, lequel est suffisamment reconnu et important pour constituer un ? bien ? au sens de la norme exprim?e dans la premi?re phrase de l?article 1 du Protocole no 1 (Brosset-Triboulet, pr?cit?, ? 71).
70. En l?esp?ce, la Cour note d?embl?e que si la proc?dure litigieuse avait pour objet la reconnaissance du droit de propri?t? sur le terrain litigieux, le fait que le premier requ?rant et ses pr?d?cesseurs ont exerc? une possession effective et ininterrompue sur le terrain pendant plus d?un si?cle environ n?a pas ?t? contest?. Or, la possession est une notion reconnue et d?finie par l?article 974 du code civil et prot?g?e par d?autres dispositions de ce code (paragraphe 43 ci-dessus). Elle rel?ve plus particuli?rement que le premier requ?rant et ses pr?d?cesseurs poss?daient le terrain litigieux depuis fort longtemps, comme cela ressort d?une s?rie d?actes dont le plus ancien date de 1883. ? aucun moment pendant cette p?riode, ni les autorit?s ni, ? plus forte raison, le monast?re n?ont contest? les droits de propri?t? des diff?rents d?tenteurs de ces documents ou les actes de possession que ceux-ci accomplissaient sur le terrain. Il y a lieu de souligner que, en 1986, le premier requ?rant s?est vu d?livrer par le commissariat de police de Skopelos une licence pour faire fonctionner son bar-restaurant et il a obtenu, en 1994, un permis de construire sur la base duquel il a construit sur la moiti? du terrain un b?timent de 135 m? (paragraphe 21 ci-dessus).
71. Pareille tol?rance de la part des autorit?s et du monast?re concern? pendant une si longue p?riode indique que ceux-ci ont reconnu de facto que le requ?rant et ses pr?d?cesseurs avaient un int?r?t patrimonial sur leur terrain consistant en la possession de celui-ci telle que reconnue et prot?g?e par le droit interne (paragraphe 43 ci-dessus) et qu?ils ne leur ont jamais donn? ? penser que la situation dont ils b?n?ficiaient pouvait basculer. Bref, l?int?r?t patrimonial du premier requ?rant ?tait suffisamment important et reconnu pour constituer un int?r?t substantiel et donc un ? bien ? au sens de la norme exprim?e dans la premi?re phrase de l?article 1 du Protocole no 1, laquelle est donc applicable quant ? ce volet du grief examin? (voir aussi ?nery?ld?z, pr?cit?, ? 129, Hamer c. Belgique, no 21861/03, ? 76, CEDH2007-XIII, et Brosset-Triboulet, pr?cit?, ? 71).
2. Sur l?existence d?une ing?rence
72. La Cour constate que l??viction du premier requ?rant du terrain qui lui avait ?t? transmis par son p?re par donation en 1982, cons?cutive ? l?arr?t de la Cour de cassation, constitue sans nul doute une ing?rence dans le droit de l?int?ress? au respect de ses biens.
3. Sur la justification de l?ing?rence
a) Arguments des parties
i) Le requ?rant
73. Le requ?rant soutient qu?il lui a ?t? impossible de prouver devant les juridictions internes que les transferts successifs de la propri?t? du terrain litigieux avaient ?t? faits l?galement depuis le XIXe si?cle. Il estime que les actes d?acceptation de succession sont des titres l?gaux de propri?t? ayant fait l?objet d?une publication. Il r?fute l?argument du Gouvernement selon lequel les divers actes ne peuvent pas ?tre pris en compte au motif que leur contenu et leur exactitude n?auraient pas ?t? confirm?s par le t?moin qui avait d?pos? en sa faveur. Il r?plique sur ce point que ces actes avaient ?t? dress?s devant notaire et transcrits au registre foncier de Skopelos, et qu?ils n?ont jamais ?t? contest?s comme ?tant des faux. Par ailleurs, il indique que, dans l?acte de 1902, la plage de Glysteri et la mer ?taient express?ment mentionn?es comme ?tant les limites du terrain ; or, ? ses yeux, une d?limitation en ces termes ne pouvait d?signer aucun autre endroit dans le monde.
74. Le requ?rant souhaite souligner devant la Cour que les juridictions internes lui ont demand? de prouver l?usucapion au titre d?une possession pendant une p?riode de trente ans avant 1915, ce que les actes de transfert de propri?t? auraient ?tabli d?s lors que le plus ancien aurait dat? de 1883, mais que le Gouvernement arguait dans ses observations que cette p?riode devait ?tre port?e ? quarante ans. Or, expose le requ?rant, cela est impossible au motif que, en 1875, la Thessalie ?tait encore sous occupation ottomane. Il estime qu?obliger un individu ? pr?senter des titres de propri?t? ant?rieurs ? l??tablissement de la souverainet? de l??tat grec sur l??le de Skopelos est une demande non seulement disproportionn?e, mais aussi impossible et en totale contradiction avec l?article 1 du Protocole no 1.
75. Le requ?rant indique en outre que, non seulement dans la pr?sente affaire, mais encore dans toutes les affaires portant sur le droit de propri?t?, les tribunaux internes traitent de mani?re discriminatoire les individus lorsqu?ils sont oppos?s ? des organisations non gouvernementales d?pendant de l??glise orthodoxe grecque. Il ajoute que, en d?pit de ses affirmations, le Gouvernement ne fournit aucun exemple de traitement pr?f?rentiel en faveur d?une personne morale relevant d?une ?glise autre que l??glise orthodoxe.
ii) Le Gouvernement
76. Le Gouvernement expose que les dispositions qui assimilent les saints monast?res ? l??tat en ce qui concerne la protection de leurs biens ont ?t? ?tablies pour des motifs d?int?r?t g?n?ral et, notamment, pour la protection des biens des monast?res contre les empi?tements arbitraires de la part de tiers. Il pr?cise que l?exploitation de ces biens fournit aux monast?res, en particulier ceux du Mont Athos, des moyens pour r?aliser leur mission d??uvres sociales ? travers le temps, en tant qu?? arches de la tradition culturelle du pays ?, ce qui impliquerait une autosuffisance financi?re pour leur entretien et leur conservation.
77. Le Gouvernement indique en outre que les dispositions l?gislatives qui ont ?t? appliqu?es en l?esp?ce n?excluent pas la possibilit? d?acqu?rir par usucapion des biens publics ou monacaux, mais elles introduisent seulement certaines conditions sp?cifiques qui sont, ? ses yeux, claires et pr?visibles. Il poursuit en d?clarant que, ? supposer m?me que l?imprescriptibilit? du domaine public n?existe pas, les int?ress?s doivent d?montrer que leurs pr?d?cesseurs ont occup? les terrains concern?s, de bonne foi et de mani?re ininterrompue, pendant quarante ans avant 1915 ou prouver par d?autres moyens qu?ils ont acquis ces terrains avant cette ann?e-l?. Or, ajoute le Gouvernement, le premier requ?rant n?a pas apport? cette preuve devant les juridictions internes, ce qui ressortirait clairement tant des motifs du tribunal de premi?re instance que de ceux de la cour d?appel. Le Gouvernement indique que, de plus, le t?moin qui a d?pos? en faveur du premier requ?rant a d?clar? ne rien savoir du terrain avant 1974, et que, par ailleurs, les donations parentales de 1982 et 1987 ne constituaient pas un titre l?gal de transfert du bien d?s lors que, ? la date du transfert, celui qui l?aurait transf?r? n?en avait pas la propri?t? (article 1033 du code civil, droit romain et byzantin et jurisprudence de la Cour de cassation).
78. Enfin, le Gouvernement expose que l?interdiction de l?usucapion au d?pens des biens monacaux s?applique ? tous les monast?res sur le territoire grec, m?me ? ceux d?autres religions que la religion orthodoxe, et tant aux personnes physiques qu?aux personnes morales.
b) Appr?ciation de la Cour
79. La Cour note qu?il n?est pas contest? en l?esp?ce que l?ing?rence litigieuse ?tait ? pr?vue par la loi ?, comme l?exige l?article 1 du Protocole no 1 : par l?article 21 du d?cret du 22 avril/16 mai 1926 relatif ? l??viction administrative des terrains appartenant ? la d?fense a?rienne et ? l?interdiction de prise de mesures provisoires contre l??tat et la d?fense a?rienne, le l?gislateur a ?tendu aux biens des monast?res la protection qu?il accordait ? ceux de l??tat, afin de les prot?ger de ceux qui tenteraient de se les approprier en invoquant l?usucapion. Par ailleurs, l?article 4 de la loi no 1539/1938 pr?voit l?imprescriptibilit? des droits de l??tat sur des biens du domaine public. En outre, les monast?res du Mont Athos, dont La Grande Laure fait partie, b?n?ficient d?un statut particulier en vertu de l?article 105 de la Constitution et d?une protection particuli?re en ce qui concerne leurs biens, l?article 181 de la Charte statutaire du Mont Athos pr?voyant que leurs biens immeubles sont totalement inali?nables en tant que biens de droit divin.
80. L?ing?rence poursuivait aussi un but l?gitime, ? savoir prot?ger de l?empi?tement par des tiers la propri?t? immobili?re des monast?res. La Cour est consciente du souci du l?gislateur d?accorder une protection particuli?re aux biens des monast?res. Elle note que les monast?res cr??s pendant la p?riode byzantine ont acquis des biens par donations imp?riales ou priv?es et que, au fil des si?cles, leurs titres de propri?t? ayant ?t? d?truits, perdus ou vol?s, l?usucapion est venue remplacer les titres non conserv?s (paragraphe 36 ci-dessus). Le recours ? cette notion d?usucapion a ?t? n?cessaire afin de prot?ger leurs terres de l?empi?tement par des tiers ou par l?invocation par des tiers de l?usucapion et des revendications fr?quentes en justice par des personnes priv?es concernant des terrains poss?d?s de bonne foi par les monast?res. La jurisprudence des tribunaux grecs a d?ailleurs toujours admis que, jusqu?? l?introduction du code civil (soit jusqu?au 23 f?vrier 1946), les biens des monast?res et de l??glise ?taient insusceptibles d??tre acquis par usucapion par des tiers (paragraphe 36 ci-dessus).
81. Il incombe toutefois ? la Cour d?examiner, ? la lumi?re de la norme g?n?rale de cet article, si un juste ?quilibre a ?t? maintenu entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral et les droits des individus concern?s. La Cour rappelle ? cet ?gard que le souci d?assurer un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu se refl?te dans la structure de l?article 1 du Protocole no 1 tout entier et qu?il se traduit par la n?cessit? d?un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis? (voir, entre autres, Visti?? et Perepjolkins c. Lettonie [GC], no 71243/01, ?? 108-109, 25 octobre 2012, et Ruspoli Morenes c. Espagne, no 28979/07, ? 36, 28 juin 2011). La v?rification de l?existence d?un tel ?quilibre exige un examen global des diff?rents int?r?ts en cause.
82. En contr?lant le respect de cette exigence, la Cour reconna?t ? l?Etat une large marge d?appr?ciation tant pour choisir les modalit?s de mise en ?uvre que pour juger si leurs cons?quences se trouvent l?gitim?es, dans l?int?r?t g?n?ral, par le souci d?atteindre l?objectif de la loi en cause (Chassagnou et autres c. France [GC], nos 25088/94, 28331/95 et 28443/95, ? 75, CEDH 1999-III). Elle ne saurait renoncer pour autant ? son pouvoir de contr?le, en vertu duquel il lui appartient de v?rifier que l??quilibre voulu a ?t? pr?serv? de mani?re compatible avec le droit du requ?rant au respect de ses biens (Jahn et autres c. Allemagne [GC], nos 46720/99, 72203/01 et 72552/01, ? 93, CEDH 2005-VI).
83. Afin de d?terminer si la mesure litigieuse respecte le ? juste ?quilibre ? voulu et, notamment, si elle ne fait pas peser sur le requ?rant une charge disproportionn?e, il y a lieu de prendre en consid?ration les modalit?s d?indemnisation pr?vues par la l?gislation interne. Sans le versement d?une somme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien, une privation de propri?t? constitue normalement une atteinte excessive. Un d?faut total d?indemnisation ne saurait se justifier sur le terrain de l?article 1 du Protocole no 1 que dans des circonstances exceptionnelles (Les saints monast?res c. Gr?ce, 9 d?cembre 1994, ? 71, s?rie A no 301-A, et Ex-roi de Gr?ce et autres, pr?cit?, ? 89). Cependant, l?article 1 du Protocole no 1 ne garantit pas dans tous les cas le droit ? une r?paration int?grale (James et autres c. Royaume-Uni, 21 f?vrier 1986, ? 54, s?rie A no 98, et Broniowski c. Pologne [GC], no 31443/96, ? 182, CEDH 2004-V).
84. En l?esp?ce, la Cour note que, pour donner gain de cause au monast?re, les juridictions nationales, et notamment la cour d?appel, se sont fond?es, d?une part, sur les actes de possession accomplis par le monast?re sur ces terrains de 1882 ? 1915 (les moines faisaient pa?tre leurs moutons sur le terrain litigieux, d?frichaient celui-ci et dissuadaient les tiers de se l?approprier ? paragraphe 28 ci-dessus), puis sur l?inali?nabilit? de ses droits de propri?t? ? partir de 1915, et, d?autre part, sur l?impossibilit? pour le requ?rant de prouver que lui-m?me et ses pr?d?cesseurs s??taient livr?s ? des actes de possession de bonne foi pendant une p?riode continue de quarante ans avant 1915 puis jusqu?? la saisine du tribunal de premi?re instance par le monast?re en 2004. En outre, dans son arr?t no 749/2010, la cour d?appel a relev? que le monast?re poss?dait de bonne foi le terrain litigieux depuis 1824, car il l?avait achet? ? la vraie propri?taire par un acte de transfert de propri?t? certifi? par la chancellerie de Skopelos.
85. De son c?t?, le premier requ?rant se pr?valait de sa qualit? de propri?taire du terrain litigieux en se fondant sur des titres de propri?t? l?galement ?tablis au fil de plusieurs dizaines d?ann?es. Il pr?sentait des actes de propri?t? du terrain ?tablis au nom de ses pr?d?cesseurs et datant de 1883, 1902 et 1909 (paragraphe 22 ci-dessus), ainsi qu?au nom des membres de sa famille qui se succ?daient de 1916 ? 1933. Il produisit, en outre, un acte du 19 septembre 1916 selon lequel son grand-p?re avait acquis la propri?t? du terrain, un testament de 1933 selon lequel ce grand-p?re avait transmis la propri?t? du terrain ? son p?re, un acte d?acceptation de succession (no 3357) de son p?re ?tabli le 2 novembre 1960 devant notaire, et un acte d?acceptation de succession no 18052/29-12-1982, ?tabli devant notaire lors de la transmission de la propri?t? par son p?re et transcrit au service du registre foncier de Skopelos (paragraphe 11 ci-dessus).
86. S?estimant ainsi propri?taire l?gal et de bonne foi du terrain litigieux, le premier requ?rant et sa famille avaient cr?? et exploit? une entreprise de restauration sur ce terrain et d?velopp? autour de cette exploitation d?autres activit?s li?es au tourisme. La Cour attache aussi de l?importance au fait que plusieurs autorit?s publiques de l??le de Skopelos ont consenti ? accorder au premier requ?rant diff?rents permis comme s?il ?tait le propri?taire du terrain : ainsi, en 1986, le commissariat de police lui a d?livr? une licence lui permettant d?exploiter un bar-restaurant et, en 1994, le service de l?urbanisme de l??le lui a accord? un permis de construire un b?timent d?une superficie de 135 m? pour l?exploitation d?un restaurant (paragraphe 21 ci dessus). ? cela s?ajoute le fait que le requ?rant devait payer des taxes fonci?res ? l?Etat (paragraphe 63 ci-dessus). Certes, en 1986 et en 1994, ces autorit?s ne pouvaient pas savoir qu?en 2004 une action en revendication de la propri?t? serait intent?e par le monast?re et qu?elle aurait une issue favorable. Toutefois, la Cour estime que des actes administratifs l?gaux ?tablis par des autorit?s ?tatiques telles que les autorit?s de police et le service de l?urbanisme ne peuvent que conforter le sentiment des destinataires de ces actes que le syst?me d?acquisition et de transmission des biens est stable et fiable et qu?ils poss?dent de bon droit le bien objet de ces actes. En tout ?tat de cause, le premier requ?rant a soulev? devant toutes les juridictions qui ont examin? l?affaire le moyen tir? de l?abus de droit du monast?re afin de conserver la possession du bien litigieux.
87. Au fait que les juridictions grecques n?ont pas pris en consid?ration les titres de propri?t? soumis devant elles par le premier requ?rant se rajoute celui qu?elles n?ont pas pris en compte la perte de l?outil de travail du requ?rant entra?n?e par leur d?cision, et dont celui-ci et sa famille tiraient leurs moyens de subsistance depuis 1986 (voir, mutatis mutandis, Lallement c. France, no 46044/99, ?? 20-24, 11 avril 2002, et Di Marco c. Italie, no 32521/05, ? 65, 26 avril 2011), et ce sans aucune indemnit?. En effet, le tribunal de premi?re instance de Volos a consid?r? que les frais engag?s par le premier requ?rant pour exploiter commercialement le terrain litigieux avaient ?t? compens?s par les profits de son entreprise et que celui-ci avait b?n?fici? de ces avantages pendant une longue p?riode sans verser de loyer au monast?re en contrepartie de l?usage du terrain (paragraphe 17 ci-dessus). Les juridictions internes ont ainsi rejet? le moyen tir? de l?abus de droit du monast?re. Or, si ce moyen avait ?t? accueilli, le premier requ?rant aurait au moins conserv? la possession du terrain.
88. A la lumi?re de ce qui pr?c?de, et compte tenu de la sp?cificit? des circonstances de l?esp?ce, la Cour estime que le requ?rant a subi une ? charge sp?ciale et exorbitante ?, qui ne peut ?tre justifi?e par l?existence d?un int?r?t g?n?ral l?gitime poursuivi par les autorit?s. Il y a donc eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
89. Eu ?gard ? cette conclusion, la Cour estime qu?aucune question distincte ne se pose au regard de l?article 14 de la Convention. Il n?est donc pas n?cessaire d?examiner ce grief.
II. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
90. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la parti

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