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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE KHLAIFIA ET AUTRES c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 1
Articoli: 41,03,13,05,P4-4
Numero: 16483/12/2016
Stato: Italia
Data: 2016-12-15 00:00:00
Organo: Grande Camera
Testo Originale

Conclusioni: Violazione dell’articolo 5 – Diritto alla libert? ed alla sicurezza, Articolo 5-1 – Arresto o detenzione regolare Articolo 5-1-f – Sfratto,
Violazione dell’articolo 5 – Diritto alla libert? ed alla sicurezza, Articolo 5-2 Informazione sulle ragioni dell’arresto Informazione nel pi? corto termine, Violazione dell’articolo 5 – Diritto alla libert? ed alla sicurezza, Articolo 5-4 – Controllo della legalit? della detenzione, No-violazione dell’articolo 3 – Interdizione della tortura, Articolo 3 – Trattamento che degrada Trattamento disumano, (Risvolto patrimoniale, No-violazione dell’articolo 3 – Interdizione della tortura, Articolo 3 – Trattamento che degrada Trattamento disumano, (Risvolto patrimoniale, No-violazione dell’articolo 4 del Protocollo n? 4 – Interdizione degli sfratti collettivi di estero-generale, articolo 4 del Protocollo n? 4 – Interdizione degli sfratti collettivi di estero,
Violazione dell’articolo 13+3 – Diritto ad un ricorso effettivo, Articolo 13 – Ricorso effettivo, (Articolo 3 – Interdizione della tortura Trattamento degradante
Trattamento disumano, No-violazione dell’articolo 13+P4-4 – Diritto ad un ricorso effettivo, Articolo 13 – Ricorso effettivo, (articolo 4 del Protocollo n? 4 – Interdizione degli sfratti collettivi di estero-generale
Interdizione degli sfratti collettivi di estero, Danno giuridico – risarcimento, Articolo 41 – Danno morale Soddisfazione equa,

GRANDE CAMERA

CAUSA KHLAIFIA ED ALTRI C. ITALIA

( Richiesta no 16483/12)

SENTENZA

STRASBURGO

15 dicembre 2016

Questa sentenza ? definitiva. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nel causa Khlaifia ed altri c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, riunendosi in una Grande Camera composta di:
Luccica L?pez Guerra, presidente,
Guido Raimondi,
Mirjana Lazarova Trajkovska,
Angelika Nu?berger,
Khanlar Hajiyev,
Kristina Pardalos,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Erik M?se,
Krzysztof Wojtyczek,
Dmitry Dedov,
Mrti? ?Mits,
St?phanie Mourou-Vikstr?m,
Giorgio Ravarani,
Gabriele Kucsko-Stadlmayer,
Padre Pastor Vilanova,
Alena Pol?kov??,
Georgios A. Serghides, giudici,
e di Johan Callewaert, cancelliere aggiunge della Grande Camera,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 22 giugno 2016 ed il 2 novembre 2016,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, dato:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 16483/12) diretta contro la Repubblica italiana e di cui tre cittadini tunisini, OMISSIS (“i richiedenti”), hanno investito la Corte il 9 marzo 2012 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. I richiedenti sono stati rappresentati da OMISSIS, avvocati a Milano. Il governo italiano (“il Governo”) ? stato rappresentato dal suo agente, la Sig.ra E. Spatafora.
3. I richiedenti adducevano in particolare che la loro ritenzione in un centro di accoglimento per migrati in situazione irregolare aveva portato violazione degli articoli 3 e 5 della Convenzione. Sostenevano essere stato inoltre oggetto di un sfratto collettivo e non avere disposto del nessuno ricorso effettivo in dritto italiano per denunciare la violazione dei loro diritti fondamentali.
4. La richiesta ? stata assegnata alla seconda sezione della Corte, articolo 52 ? 1 dell’ordinamento della Corte-“l’ordinamento”). Il 27 novembre 2012, ? stata comunicata al Governo. Il 1 settembre 2015, una camera di questa sezione, composta di Lui ?Karaka, presidentessa, Guido Raimondi, Andr?s Saj?, Neboj?a Vuini?, Helen Keller, Paul Lemmens e Robert Spano, giudici, e di Stanley Naismith, cancelliere di sezione, ha reso la richiesta parte ammissibile e concludente, all’unanimit?, una sentenza dichiarando, alla maggioranza, alla violazione dell’articolo 5 ?? 1, 2 e 4 della Convenzione ed alla no-violazione dell’articolo 3 della Convenzione in quanto alle condizioni di accoglimento dei richiedenti a bordo del navi Vincent ed Audacia. Con cinque voci contro due, la camera ha concluso anche alla violazione dell’articolo 3 della Convenzione a causa delle condizioni di accoglimento dei richiedenti nel centro di accoglimento iniziale e di alloggio di Contrada Imbriacola, cos? come alla violazione dell’articolo 4 del Protocollo no 4 alla Convenzione e dell’articolo 13 della Convenzione, composto con l’articolo 3 di questa e con l’articolo 4 del Protocollo no 4. Alla sentenza si trovava unito l’esposizione dell’opinione concordante del giudice Keller, dell’opinione parte dissidente comune ai giudici Saj? e Vuini ?e dell’opinione parte dissidente del giudice Lemmens.
5. Il 1 dicembre 2015, il Governo ha sollecitato il rinvio della causa dinnanzi alla Grande Camera a titolo degli articoli 43 della Convenzione e 73 dell’ordinamento. Il collegio della Grande Camera ha fatto diritto a questa domanda il 1 febbraio 2016.
6. La composizione della Grande Camera ? stata arrestata conformemente alle disposizioni degli articoli 26 ?? 4 e 5 della Convenzione e 24 dell’ordinamento.
7. Tanto i richiedenti che il Governo ha sottoposto delle osservazioni scritte sull’ammissibilit? ed il fondo della causa.
8. Par ailleurs, des observations ont ?t? re?ues de quatre associations faisant partie de la Coordination fran?aise pour le droit d?asile (paragraphe 157 ci-apr?s), du Centre sur le droit de la personne et le pluralisme juridique de McGill, du Centre AIRE et du Conseil europ?en sur les r?fugi?s et les exil?s (European Council on Refugees and Exiles ? ci apr?s l?? ECRE ?), que le pr?sident avait autoris?s ? intervenir dans la proc?dure ?crite (articles 36 ? 2 de la Convention et 44 ? 3 du r?glement).
9. Un’udienza si ? svolta in pubblico al Palazzo dei diritti dell’uomo, a Strasburgo, il 22 giugno 2016, articolo 59 ? 3 dell’ordinamento.
Sono comparsi:
OMISSIS
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
10. I richiedenti sono nati rispettivamente nel 1983, 1987 e 1988. Il Sig. Khlaifia, il “primo richiedente”) risiedo ad Om Laarass (Tunisia); Sigg. Tabal e Sfar, il “secondo e terzo richiesto”) residente ad El Mahdia (Tunisia).
A. Lo sbarco dei richiedenti sulle coste italiane ed il loro sfratto verso la Tunisia
11. Il 16 settembre 2011 per il primo di essi e gli indomani, 17 settembre 2011, per i due altri, i richiedenti lasciarono la Tunisia con altre persone a bordo di imbarcazioni di fortuna nello scopo di raggiungere le coste italiane. Dopo le parecchie di navigazione, le imbarcazioni furono intercettate dai guardacoste italiani che li scortarono fino al porto dell’isola di Lampedusa. I richiedenti arrivarono rispettivamente sull’isola il 17 e 18 settembre 2011.
12. I richiedenti furono trasferiti al centro di accoglimento iniziale e di alloggio, Centro di Soccorso e Prima Accoglienza-qui di seguito, il “CSPA”) ubic? sull’isola di Lampedusa alla localit? Contrada Imbriacola dove, dopo avere prodigato loro i primi soccorsi, le autorit? procederono alla loro identificazione. Il Governo sostiene che a questa occasione, delle “schede di informazione” individuale furono redatte per ciascuno dei migrati riguardati, paragrafo 224 qui di seguito, ci? che i richiedenti contestano, paragrafo 222 qui di seguito.
13. I richiedenti furono installati in un settore del centro riservato ai tunisino adulti. Affermano essere stato accolto negli spazi sovrappopolati e sporchi ed essere stato obbligato di dormire a livello del suolo in ragione della penuria di letti disponibili e della cattiva qualit? dei materassi. Consumavano i pasti all’esterno, seduti per terra. Il centro era sorvegliato continuamente dalle forze dell’ordine, cos? che ogni contatto con l’esterno era impossibile.
14. I richiedenti restarono nel CSPA fino al 20 settembre, dove una violenta rivolta esplose tra i migrati. I luoghi furono devastati da un incendio, ed i richiedenti furono portati al parco degli sport di Lampedusa per passare la notte. All’alba del 21 settembre, riuscirono con altri migrati a sbagliare la sorveglianza le forze dell’ordine ed a raggiungere il villaggio di Lampedusa. Di l?, iniziarono, con 1 800 altri migrati circa, delle manifestazioni di protesta nelle vie dell’isola. Apostrofati dalla polizia, i richiedenti furono proseguiti di prima nel centro di accoglimento poi all’aeroporto di Lampedusa.
15. La mattina del 22 settembre 2011, i richiedenti furono imbarcati negli aerei per Palermo. Una volta sbarcata, furono trasferiti a bordo di navi ormeggiate nel porto della citt?. Il primo richiedente ammont? sul Vincent, con 190 persone circa, mentre il secondo ed i terzo richiedenti furono condotti a bordo della nave Audacia, con 150 persone circa.
16. Secondo i richiedenti, su ogni nave l’insieme dei migrati fu raggruppato nei salone-ristoranti, l’accesso alle cabine essendo vietato. I richiedenti affermano avere dormito per terra ed aspettati parecchie ore per potere utilizzare i servizi. Gli interessati dichiarano che potevano uscire solamente sui balconi delle navi due volte con giorno durante alcuni minuti. Dicono essere stato insultato e maltrattati dai poliziotti che li sorvegliavano continuamente e non avere ricevuto nessuna informazione da parte delle autorit?.
17. I richiedenti restarono alcuni giorni a bordo delle navi. Il 27 settembre 2011, il secondo e terzo richiesto fu portato all’aeroporto di Palermo nello scopo di essere rinviati in Tunisia. Il primo richiedente fu in quanto a lui represso il 29 settembre 2011.
18. Prima di ammontare negli aerei, i migrati furono ricevuti dal console della Tunisia. Secondo i richiedenti, questo si sarebbe limitato a registrare i loro dati di stato civile, conformemente all’accordo italo-tunisino concluso nell’aprile 2011, paragrafi 36-40 qui di seguito.
19. Nel loro formulario di richiesta, i richiedenti hanno affermato che mai tutto lungo il loro soggiorno in Italia non era stato rilasciato loro un qualsiasi documento.
Qui accluso alle sue osservazioni, il Governo ha prodotto per? tre decreti di repressione datata del 27 e 29 settembre 2011 preso contro i richiedenti. Questi decreti, in sostanza identica e redatti in italiano con una traduzione in arabo, si leggevano come segue:
“Il capo della polizia (Questore, della provincia di Agrigento,)
Visto i documenti della pratica di cui risulta che
1, in data del 17 [18] settembre 2011, il personale che appartiene alle forze di polizia ha trovato nella provincia di Agrigento vicino alla linea di fronti?re/pr?s della frontiera dell’isola di Lampedusa Sig. [nome e nome] nato egli [data] (…) cittadino tunisino non interamente identificato perch? privo di documenti (sedicente);
2, l’estero ? entrato sul territorio dello stato sottrarsisi ai controlli di frontiera;
3, l’identificazione (rintraccio) dell’estero ha avuto luogo di seguito all’entr?e/tout dopo la sua entrata nel territorio nazionale, e precisamente: isola di Lampedusa
Dato che si non ? in presenza di nessuno dei casi [indicati] all’articolo 10 ? 4 della decreto-legge no 286 del 1998;
Considerando che c’? luogo di procedere secondo l’articolo 10 ? 2 della decreto-legge no 286 del 1998;
ORDINA
L?ESPIULSIONE CON ACCOMPAGNAMENTO ALLA FRONTIERA
Della persona suddetta
INFORMA
– che un ricorso pu? essere introdotto contro il presente decreto, entro sessanta giorni a contare della sua notificazione, dinnanzi al giudice conciliatore di Agrigento,;
– che l’introduzione del ricorso non sospende in nessun caso l’esecuzione (efficacia, del presente decreto,);
– [che] il direttore dell’ufficio dell’immigrazione proc?dera, in esecuzione del presente decreto, alla sua notificazione, corredata di una copia sinteticamente tradotta verso una lingua conosciuta dall’estero, o verso la lingua inglese, francese o spagnola; alla sua comunicazione alla rappresentanza diplomatica o consolare dello stato di origine secondo ci? che ? previsto dall’articolo 2 ? 7 della decreto-legge no 286 del 1998; ed alla sua registrazione al senso dell’articolo 10 ? 6 della stessa decreto-legge;
Accompagnamento alla frontiera di Roma Fiumicino
[Fatto a] Agrigento [egli] 27[29]/09/2011 Per il capo della polizia
[Firma]”
20. Ciascuni di questi decreti erano corredati da un verbale di notificazione che porta le stesse date, egli redatto anche in italiano e foderato di una traduzione in arabo. Nello spazio riservato alla firma dei richiedenti, questi processi verbali portano la menzione manoscritto “[l’interessato] rifiuto di firmare e di ricevere una copia”, cos? rifiuta di firmare e ricevere copi?.
21. Arrivati all’aeroporto di Tunisi, i richiedenti furono liberati.
B. L’ordinanza del giudice delle investigazioni preliminari di Palermo
22. Delle associazioni di lotta contro il razzismo portarono lamento per i trattamenti ai quali i migrati erano stati sottoposti, dopo il 20 settembre 2011, a bordo della navi Audacia, Vincent e Fantasy.
23. Un procedimento penale per abuso di funzioni ed arresto illegale, articoli 323 e 606 del codice penale-il “CP”) fu aperta contro X. Il 3 aprile 2012, la procura chiese che i perseguimenti fossero archiviati senza seguito.
24. Con un’ordinanza del 1 giugno 2012, il giudice delle investigazioni preliminari, giudice per l’indagini preliminari-qui di seguito il “GIP”) di Palermo fece diritto alla domanda della procura.
25. Nei suoi motivi, il GIP sottoline? che il collocamento dei migrati nel CSPA aveva per scopo di accoglierli, di assisterli e di fare fronte ai loro bisogni igienici per il tempo rigorosamente necessario, prima di istradarli verso un Co., centro di identificazione e di sfratto, o di prendere delle misure nel loro favore. Al CSPA, i migrati potevano, secondo il GIP, beneficiare di un’assistenza giuridica ed ottenere delle informazione in quanto ai procedimenti a seguire per introdurre una domanda di asilo.
Il GIP divise l’osservazione della procura secondo la quale l’interpretazione delle condizioni relative ai motivi ed alla durata del soggiorno dei migrati nei CSPA era sfumata talvolta; sottoscrisse inoltre alla tesi della procura secondo la quale una moltitudine di considerazioni escludeva che i fatti dello specifico fossero costitutivi di una violazione penale.
Not? che la direzione della polizia (Questura) di Agrigento si era limitata a registrare la presenza dei migrata al CSPA senza adottare di decisioni che ordinano la loro ritenzione.
26. Secondo il GIP, l’equilibrio precario raggiunto sull’isola di Lampedusa era stato rotto il 20 settembre 2011, quando un gruppo di tunisino aveva provocato un incendio criminale, danneggiando seriamente il CSPA di Contrada Imbriacola e rendendolo inabile a soddisfare alle esigenze legate all’accoglimento ed al soccorso dei migrato. Le autorit? avrebbero organizzato allora un ponte aereo e navale per evacuare i migrati di Lampedusa. L’indomani, degli affrontamenti avrebbero avuto luogo al porto dell’isola tra la popolazione locale ed un gruppi di estero che avevano minacciato di fare esplodere delle bottiglie di gas. Il GIP spieg? che cos? si era creata una situazione che rischiava di degenerare e che era coperta dal nozione d ‘ “stato di necessit?”, stato di necessit?, mira con l’articolo 54 del CP, paragrafo 34 qui di seguito. Si imporsi dunque, conclude il GIP, di procedere al trasferimento immediato di una parte dei migrata utilizzando, entra altri, delle navi.
In quanto al fatto che, in questa situazione di emergenza, nessuna decisione formale di ritenzione a bordo di navi non era stata adottata, il GIP stim? che questo non poteva analizzarsi in un arresto illegale e che le condizioni di un trasferimento dei migrati nel Co. non erano assolte. Osserv? che il Co. era sovrappopolato difatti, da una parte, gi? e che, altro parte, gli accordi passati con le autorit? tunisine portavano a pensare che il rinvio aveva vocazione ad essere immediato. Il fatto che si sia applicato agli interessati una misura di repressione (respingimento) senza controllo giurisdizionale adottato parecchi giorni dopo lo sbarco non era illegittimo agli occhi del GIP. Per lui, il calcolo del “termine ragionevole” per l’adozione di questi atti e per il soggiorno degli estero nel CSPA doveva tenere conto delle difficolt? logistiche (stato del mare) distanza tra le isole di Lampedusa e la Sicilia, e del numero di migrati riguardato. In queste circostanze, il GIP conclude che non c’era stata violazione della legge.
Peraltro, consider? che nessuno dolo poteva essere imputato alle autorit? di cui la condotta era stata ispirata, in primo luogo, col perseguimento dell’interesse pubblico. I migrati non avrebbero subito nessuno danno ingiusto, danno ingiusto.
27. Nella misura in cui i querelanti adducevano che il modo di cui i migrati erano stati trattati aveva messo in pericolo la loro salute, il GIP rilev? che risultava delle investigazioni che nessuna di domanda non aveva formulato delle persone a bordo delle navi di asilo. Constat? che quelli che, al CSPA di Lampedusa, avevano espresso l’intenzione di agire in questo senso cos? come i motivi vulnerabili erano stati trasferiti ai centri di Trapani, Caltanissetta e Foggia. Secondo lui, i minore non accompagnati erano stati posti nelle strutture ad hoc e nessuna moglie incinta non era presente a bordo delle navi. Su questi ultimi, i migrati avrebbero potuto beneficiare di un’assistenza sanitaria, di acqua calda, di elettricit?, di pasti e di bevande calde. Peraltro, il GIP indic? che risultava di una nota di un’agenzia di stampa del 25 settembre 2011 che T.R, un membro del Parlamento, era ammontato a bordo delle navi ormeggiate nel porto di Palermo, ed aveva constatato che i migrati erano in buona salute, che erano assistiti e dormivano nelle cabine dotate di biancheria o su delle poltrone inclinabili, poltrone reclinabili. Certi tunisino sarebbero stati trasferiti all’ospedale, altri sarebbero stati trattati a bordo col personale sanitario. Accompagnato dal capo aggiunge della polizia, vizio questore, e coi funzionari di polizia, il deputato in questione si sarebbe intrattenuto con certi migrati, ed avrebbe constatato cos? che avevano accesso ai luoghi di preghiera, che il cibo era adeguato (paste, pollo, accompagnamento, frutti ed acqua, e che la Protezione civile (Protezione civile) aveva messo a loro disposizione dei vestiti. Certi migrati si sarebbero lamentati della mancanza di rasoi, ma il deputato avrebbe osservato che si trattava di una misura che mira ad evitare degli atti di automutilazione.
28. Il GIP not? che, sebbene i migrati non fossero in stato di detenzione o di arresto, una fotografia apparsa su un giornale mostrava uno di essi con le mani incatenate dai bandelette neri ed accompagnato da un agente di polizia. Spieg? che l’interessato faceva parte di un gruppo restringe di persone che, temendo un rinvio imminente, si erano concesse agli atti di automutilazione ed avevano danneggiato degli autobus. Il GIP giudic? che l’apposizione delle bandelette si era rivelata necessaria per garantire l’integrit? fisica delle persone riguardate e per evitare degli atti aggressivi contro gli agenti di polizia che non erano n? armati n? dotati altri mezzi di coercizione. Ad ogni modo, stim? che la condotta degli agenti di polizia era giustificata da un “stato di necessit?” al senso dell’articolo 54 del CP, paragrafo 34 sopra.
29. Alla luce di ci? che precede, il GIP conclude che la pratica non conteneva la prova dell’esistenza dell’elementi materiale e morale dei reati puniti dagli articoli 323 e 606 del CP.
C. Le decisioni del giudice conciliatore di Agrigento
30. Due dei migrati essendo stati oggetto di decreti di repressione attaccarono questi atti dinnanzi al giudice conciliatore di Agrigento.
31. Con due ordinanze (decreti) del 4 luglio e 30 ottobre 2011 rispettivamente, il giudice conciliatore annull? i decreti di repressione.
Nei suoi motivi, il giudice conciliatore osserv? che i querelanti erano stati trovati rispettivamente sul territorio italiano il 6 maggio e 18 settembre 2011 e che i decreti controversi non erano stati adottati che il 16 maggio e 24 settembre 2011. Pure riconoscente che l’articolo 10 della decreto-legge no 286 del 1998, paragrafo 33 qui di seguito, non indicava nessuno termine per l’adozione dei decreti di repressione, il giudice consider? che un atto che, per la sua natura stessa, limitava la libert? del suo destinatario doveva essere preso ragionevolmente in un termine corto a contare dell’identificazione (fermo, dell’estero irregolare,). Concludere ne diversamente, stim?, equivaleva a permettere una ritenzione di facto di migrando egli nella mancanza di una decisione motivata dell’autorit?, ci? che era contrario alla Costituzione.
II. IL DIRITTO ED I DOCUMENTI INTERNI PERTINENTI
A. La Costituzione
32. L’articolo 13 della Costituzione italiana si legge come segue:
“La libert? personale ? inviolabile.
Non ? ammessa nessuna forma di detenzione, di ispezione o di perquisizione personale, n? nessuna altra restrizione della libert? personale, salvo con atto motivato dell’autorit? giudiziale ed unicamente nei casi e secondo le modalit? previste dalla legge.
Nei casi eccezionali di necessit? e di emergenza, indicati in modo precisa con la legge, l’autorit? di sicurezza pubblica pu? adottare delle misure provvisorie che devono essere comunicate entro le 48 all’autorit? giudiziale e [che], se questa ultima non li convalida nei 48 seguente ore, sono considerate come revocate e prive di ogni efficacia.
Ogni violenza fisica e morale sulle persone sottoposte alle restrizioni di libert? sono punite.
La legge stabilisce la durata massimale della detenzione provvisoria, carcerazione preventiva. “
B. Le disposizioni in materia di allontanamento degli estero in situazione irregolare
33. La decreto-legge, decreto legislativo, no 286 del 1998 (“Testo unificato delle disposizioni concernente la regolamentazione dell’immigrazione e le norme sullo statuto degli estero”), come modificato dalle leggi no 271 di 2004 e no 155 del 2005 e con la decreto-legge no 150 di 2011, contiene tra altri il seguente disposizioni:
Articolo 10 (repressione)
“1. La polizia delle frontiere respinge, respinge, gli estero che si presentano alle frontiere senza soddisfare ai criteri fissati dal presente testo unificato sull’entrata nel territorio dello stato.
2. La repressione con accompagnamento alla frontiera ? ordinata peraltro dal capo della polizia (questore, al riguardo degli estero,):
ha che entrano nel territorio dello stato sottrarsisi ai controlli di frontiera, quando sono arrestati al momento dell’entrata nel territorio o subito dopo;
b che sono stati ammessi sul territorio per le necessit? di soccorso pubblico temporaneamente.
(…)
4. Le disposizioni dei capoversi 1 [e] 2 non si applicano ai casi previsti in vigore dalle disposizioni regolando l’asilo politica, la concessione dello statuto di profugo o l’adozione di misure di protezione temporanea per i motivi umanitari.
(…). “
Articolo 13 (sfratto amministrativo)
“1. Per le ragioni di ordine pubblico o di sicurezza dello stato, il ministro degli Interni pu? ordinare lo sfratto dell’estero, anche se questo [non ha la sua residenza] nel territorio dello stato, informando a priori il presidente del Consiglio dei ministri ed il ministro delle Cause estere.
2. Il prefetto ordina lo sfratto quando l’estero:
ha, ? entrato nel territorio dello stato sottrarsisi ai controlli di frontiera e non ? stato respinto in applicazione dell’articolo 10;
(…)
8. Un ricorso contro il decreto di sfratto pu? essere presentato dinnanzi all’autorit? giudiziale. “
Articolo 14 (esecuzione dello sfratto)
“1. Quando in ragione della necessit? di soccorrere l’estero, di effettuare dei controlli supplementari in quanto alla sua identit? o alla sua nazionalit? o di ottenere i documenti di viaggio, o in ragione dell’indisponibilit? del trasportatore, non ? possibile eseguire velocemente lo sfratto con accompagnamento alla frontiera o la repressione, il capo della polizia (questore) ordini che l’estero sia considerato presso durante il tempo rigorosamente necessario del centro di identificazione e di sfratto pi? prossimo, tra quegli identificati o creato con decreto del ministro degli Interni in concertazione, di concerto, coi ministri della Solidariet? sociale e del Tesoro, del Bilancio e della Pianificazione economica.
(…). “
C. lo codifica penale
34. Nelle sue parti pertinenti, l’articolo 54 ? 1 del CP si leggono come segue:
Non ? punibile il fa commisi sotto la costrizione della necessit? di salvare [il suo autore o altrui] di un pericolo reale di danno grave alla persona, purch? questo pericolo non sia stato provocato volontariamente [con l’interessato] e non potesse essere evitato diversamente, e purch? suddetto fatto fosse proporzionato al pericolo. (…). “
D. Il Senato italiano
35. Il 6 marzo 2012, la commissione straordinaria per i diritti dell’uomo del Senato italiano (qui di seguito, la “commissione straordinaria del Senato”) ha approvato un rapporto “sullo stato [del rispetto] dei diritti dell’uomo nelle istituzioni penitenziarie e nei centri di accoglimento e di ritenzione dei migrati in Italia.” Visitato dalla commissione il 11 febbraio 2009, il CSPA di Lampedusa ? descritto in particolare nei seguenti passaggi:
“L’accoglimento nel centro di Lampedusa doveva essere limitato al tempo rigorosamente necessario per stabilire l’identit? di migrando egli e la legalit? del suo soggiorno sul territorio o per decidere ne l’allontanamento. In realt?, ? stato denunciato cos? dal HCR e con parecchie organizzazioni che operano sul terreno, le durate di soggiorno si sono prolungate durante pi? di venti giorni talvolta senza che siano state adottate di decisioni formali relative allo statuto giuridico delle persone trattenute. La ritenzione prolungata, l’impossibilit? di comunicare con l’esterno, la mancanza di libert? di movimento senza nessuna misura giuridica o amministrativa previdente delle tali restrizioni ha provocato un clima di tensione molto viva che si esprime spesso con gli atti di automutilazione. Di numerosi appelli da parte delle organizzazioni che lavorano sull’isola si sono succedersi a proposito della legalit? di questa situazione.
(…)
Si aderisce ai documenti di circa cinque metri su sei: sono destinate ad accogliere 12 persone. Nei documenti si trovano, uno accanto all’altro, dei letti sovrapposti a quattro livelli su che prendono posto fino a 25 uomini con documento. In numerosi blocchi, dei materassi in gomma spumo sono installati lungo i corridoi. In numeroso caso, la schiuma dei materassi ? stata lacerata per essere utilizzata come cuscino. In certi casi, i materassi di due persone, protetti con le tele improvvisate, sono stati posti sul pianerottolo delle scale, all’esterno. Al massimale, in numeroso caso, la protezione in plastica delle luci ? stata tolta e le lampadine sono assenti. Alla fine del corridoio, da un lato, si trova i sanitari e le docce. Non c’? porta e l’intimit? ? garantita dalle tende in tessuto o in plastica collocata in modo improvvisata qui o l?. II non ha rubinetto ed i condotti non distribuiscono l’acqua che quando ? attivata al livello centrale. Lo scorrimento ? bloccato talvolta; al suolo, dell’acqua o di altri liquidi scorrono fino al corridoio e nei documenti dove sono stati posti i materassi in gomma spumo. L’odore delle latrine invade tutti gli spazi. Comincia a piovere. Quelli che si trova sulle scale in acciaio e devono aderire al piano superiore si bagnano e portano negli alloggi umidit? e sporcizia. “
III. GLI ACCORDI BILATERALI CON LA TUNISIA
36. Il 5 aprile 2011, il governo italiano ha concluso un accordo con la Tunisia che prevede il controllo del vago di immigrazione irregolare che proviene da questo paese.
37. Il testo dell’accordo non era stato reso pubblico. Per?, qui accluso alla sua domanda di rinvio dinnanzi alla Grande Camera, il Governo ha prodotto dei brani del verbale di una riunione tenuta a Tunisi il 4 e 5 aprile 2011 tra i ministri degli Interni tunisini ed italiani. Secondo un comunicato stampa pubblicato sul sito internet del ministero dell’interno italiano il 6 aprile 2011, la Tunisia accettava di rinforzare il controllo delle sue frontiere nello scopo di evitare delle nuove partenze di clandestini, con l’aiuto di mezzi logistici messi a sua disposizione con le autorit? italiane.
38. Inoltre, la Tunisia si avviava ad accettare il ritorno immediato dei tunisino arrivati irregolarmente in Italia dopo la data di conclusione dell’accordo. I cittadini tunisini potevano essere respinti dal verso di procedimenti semplificati, previdente la semplice identificazione della persona riguardata dalle autorit? consolari tunisine.
39. Secondo le indicazioni fornite dal Governo nel suo esposto dinnanzi alla Grande Camera del 25 aprile 2016, un primo accordo con la Tunisia era stato concluso nel 1998; era stato annunciato sul sito del ministero dell’interno e negli archivi dei trattati del ministero delle Cause Estere e della Cooperazione Internazionale e pubblicato nella Gazzetta delle leggi no 11 del 15 gennaio 2000.
40. Qui accluso alla sua domanda di rinvio dinnanzi alla Grande Camera, il Governo ha prodotto una nota verbale relativa all’accordo bilaterale concluso con la Tunisia nel 1998. Provenendo del governo italiano e datato qui di seguito del 6 agosto 1998, il documento in questione che non sembra essere quello che ? stato applicato ai richiedenti, paragrafo 103, contiene delle disposizioni in materia di cooperazione bilaterale per la prevenzione e la lotta contro l’immigrazione clandestina, di riammissione dei cittadini dei due paesi, di rinvio al paese di provenienza diretta dei cittadini dei paesi terzo altri che quelli dei paesi membri dell’unione del Magreb arabo e di restituzione delle persone riammesse.
Risulta del contenuto della nota verbale che il governo italiano si impegnava a sostenere la Tunisia nella lotta contro l’immigrazione clandestina con un appoggio in attrezzature tecniche ed operative e con un contributo finanziario, e che ogni parte si avviava a riprendere sul suo territorio, alla domanda dell’altra parte e senza formalit?, ogni persona che non assolve le condizioni di entrata o di soggiorno applicabile sul territorio della parte richiesta dal momento che era stabilito che possedeva la nazionalit? della parte richiesta. La nota indicava quale erano i documenti utili all’identificazione delle persone riguardate contemplava, al punto 5 del capitolo II che se l’autorit? consolare della parte richiesta stimava dovere intendere queste persone, un rappresentante di questa poteva andare all’ufficio giudiziale, o al centro di accoglimento o nel luogo di cure dove le persone riguardate erano ospitate legalmente, e questo alle fini del loro ascolto.
La nota verbale descritta anche i procedimenti per il rilascio di lasciapassare e di ricondotta alle frontiere e contiene l’impegno del governo italiano di non fare uso di rinvii massicci o speciali.”
IV. IL “DIRETTIVA RITORNO”
41. Nella cornice dell’unione europea, il rinvio degli estero in situazione irregolare ? regolamentato dalla direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008, detta “direttiva ritorno”), “relativa alle norme e procedimenti comuni applicabili negli Stati membri al ritorno dei cittadini di paese terzo in soggiorno irregolare.” Questo testo comprende in particolare il seguente disposizioni:
Articolo primo
Oggetto
“La presente direttiva fissa le norme e procedimenti comuni ad applicare negli Stati membri al ritorno dei cittadini di paese terzo in soggiorno irregolare, conformemente ai diritti fondamentali in quanto principi generali del diritto comunitario cos? come au dritto internazionale, ivi compreso agli obblighi in materia di protezione dei profughi e di diritti dell’uomo. “
Articolo 2
Campo di applicazione
“1. La presente direttiva si applica ai cittadini di paese terzo in soggiorno irregolare sul territorio di un Stato membro.
2. Gli Stati membri possono decidere di non applicare la presente direttiva ai cittadini di paese terzo:
ha, essendo oggetto di una decisione di rifiuto di entrata conformemente all’articolo 13 del codice frontiere Schengen, arrestati o intercettati o dalle autorit? competenti in occasione del superamento irregolare con via terrestre, marittima o aerea della frontiera esterna di un Stato membro e che non hanno ottenuto l’autorizzazione o il diritto di soggiornare in suddetto Stato membro in seguito;
b, essendo oggetto di una sanzione penale che contempla o avendo per conseguenza il loro ritorno, conformemente al diritto nazionale, o essendo oggetto di procedimenti di estradizione.
(…) “
Articolo 8
Allontanamento
“1. Gli Stati membri prendono tutte le misure necessarie per eseguire la decisione di ritorno cos? nessuno termine non ? stato accordato per una partenza volontaria conformemente all’articolo 7, paragrafo 4, o se l’obbligo di ritorno non ? stato rispettato nel termine accordato per la partenza volontaria conformemente all’articolo 7.
2. Se un Stato membro ha accordato un termine di partenza volontario conformemente all’articolo 7, la decisione di ritorno non pu? essere eseguita che dopo scadenza di questo termine, a meno che, durante questo, un rischio mirato all’articolo 7, paragrafo 4, appaia.
3. Gli Stati membri possono adottare una decisione o un atto distinto di natura amministrativa o giudiziale che ordina l’allontanamento.
4. Quando gli Stati membri utilizzano?in ultima istanza?delle misure coercitive per procedere all’allontanamento di un cittadino di un paese terzo che oppongono al suo allontanamento, queste misure sono proporzionate e non comprendono di uso della forza che va al di l? del ragionevole. Queste misure sono messe in opera siccome lui ? contemplato dalla legislazione nazionale, conformemente ai diritti fondamentali e nel rispetto della dignit? e dell’integrit? fisica del cittadino riguardato di un paese terzo.
5. Quando gli Stati membri procedono agli allontanamenti con via aerea, tengono conto degli orientamenti comuni sulle misure di sicurezza a prendere per le operazioni comuni di allontanamento con via aerea, annessa alla decisione 2004/573/CE.
6. Gli Stati membri contemplano un sistema efficace di controllo del ritorno forzato. “
Articolo 12
Forma
“1. Le decisioni di ritorno e, le decisioni di interdizione di entrata cos? come le decisioni di allontanamento sono rese all’occorrenza, per iscritto, indicano i loro motivi di fatto e di diritto e comprendono delle informazione relative alle vie di ricorsi disponibili.
Le informazione relative ai motivi di fatto possono essere limitate quando il diritto nazionale permette di restringere il diritto all’informazione, in particolare per salvaguardare la sicurezza nazionale, la difesa e la sicurezza pubblica, o alle fini di prevenzione e di localizzazione dei reati penali e di inchieste e di perseguimenti in materia.
2. Su domanda, gli Stati membri forniscono o una traduzione scritta orale dei principali elementi delle decisioni legate al ritorno mirato al paragrafo 1, ivi compreso delle informazione concernente le vie di ricorsi disponibili, in una lingua che il cittadino di un paese terzo comprendono o di cui ? ragionevole supporre che la comprende.
3. Gli Stati membri possono decidere di non applicare il paragrafo 2 ai cittadini di un paese terzo che hanno penetrato illegalmente sul territorio di un Stato membro e che non hanno ottenuto l’autorizzazione o il diritto di soggiornare in seguito.
In questo caso, le decisioni legate al ritorno mirato al paragrafo 1 sono rese per mezzo di un formulario tipo previsto dalla legislazione nazionale.
Gli Stati membri mettono a disposizione dei documenti di informazione generale che spiega i principali elementi del formulario tipo in almeno cinque delle lingue frequentemente utilizzate o comprese coi migrati illegali entrante nello stato membro riguardato. “
Articolo 13
Veda di ricorso
“1. Il cittadino riguardato di un paese terzo dispone di una via di ricorso effettivo per attaccare le decisioni legate al ritorno mirato dinnanzi ad un’autorit? giudiziale o amministrativa competente o un’istanza competente composta all’articolo 12, paragrafo 1, di membri imparziali e gaudenti di garanzie di indipendenza.
2. L’autorit? o l’istanza mirata al paragrafo 1 sono competenti per riesaminare le decisioni legate al ritorno mirato all’articolo 12, paragrafo 1, e possono sospendere in particolare temporaneamente l’esecuzione, a meno che una sospensione temporanea non sia gi? applicabile in virt? della legislazione nazionale.
3. Il cittadino riguardato di un paese terzo ha la possibilit? di ottenere un consulente legale, una rappresentanza giuridica e, in caso di bisogno, un’assistenza linguistica.
4. Gli Stati membri badano a questo che l’assistenza giuridico et/ou i rappresentanza necessario siano accordati gratuitamente su domanda conformemente alla legislazione o alla regolamentazione nazionale applicabile in materia di assistenza giuridica e possono contemplare che questa assistenza giuridico et/ou questa rappresentanza gratuita ? sottoposta alle condizioni enunciate all’articolo 15, paragrafi 3 a 6, della direttiva 2005/85/CE. “
Articolo 15
Ritenzione
“1. A meno che di altre misure sufficienti, ma meno coercitive, possano essere applicate efficacemente in un caso particolare, gli Stati membri possono porre unicamente in ritenzione il cittadino di un paese terzo che sono oggetto di procedimenti di ritorno per preparare il ritorno et/ou di procedere all’allontanamento, in particolare quando:
ha, esiste un rischio di fuga, o
b, il cittadino riguardato di un paese terzo evita o impedisca la preparazione del ritorno o del procedimento di allontanamento.
Ogni ritenzione ? anche breve che possibile e ? mantenuta solamente anche molto tempo che il dispositivo di allontanamento ? in corso ed eseguito con tutto lo zelo richiesto.
2. La ritenzione ? ordinata dalle autorit? amministrative o giudiziali.
La ritenzione ? ordinata per iscritto, indicando i motivi di fatto e di diritto.
Se la ritenzione ? stata ordinata dalle autorit? amministrative, gli Stati membri,:
ha, o contemplano che un controllo giurisdizionale accelerato della legalit? della ritenzione deve avere luogo velocemente possibile a contare dell’inizio della ritenzione,
b, o accordano al cittadino riguardato di un paese terzo il diritto di impegnare un procedimento con la quale la legalit? della ritenzione ? oggetto di un controllo giurisdizionale accelerato che deve avere luogo velocemente possibile a contare del lancio del procedimento in questione. In questo caso, gli Stati membri informano immediatamente il cittadino riguardato di un paese terzo della possibilit? di impegnare questo procedimento.
Il cittadino riguardato di un paese terzo ? rimesso immediatamente in libert? se la ritenzione non ? legale.
3. In ogni caso, la ritenzione ? oggetto di un riesame ad intervalli ragionevoli o alla domanda del cittadino riguardato di un paese terzo, o di ufficio. In caso di periodi di ritenzione prolungata, i riesami sono oggetto di un controllo con un’autorit? giudiziale.
4. Quando appare che non esiste pi? di prospettiva ragionevole di allontanamento per le considerazioni di ordine giuridico o altri o che le condizioni enunciate al paragrafo 1 non sono pi? riunite, la ritenzione non si giustifica pi? e la persona riguardata ? rimessa immediatamente in libert?.
5. La ritenzione ? mantenuta anche molto tempo che le condizioni enunciate al paragrafo 1 sono riunite e che ? necessario garantire che l’allontanamento possa essere condotto a bene. Ogni Stato membro fissa una durata determinata di ritenzione che non pu? superare sei mesi.
6. Gli Stati membri non possono prolungare il periodo mirato al paragrafo 5, salvo per un periodo determinato che non supera dodici mesi supplementari, conformemente al diritto nazionale, quando, malgrado tutti i loro sforzi ragionevoli, ? probabile che l’operazione di allontanamento dura pi? molto tempo in ragione:
ha, della mancanza di cooperazione del cittadino riguardato di un paese terzo, o
b, dei ritardi subiti per ottenere di paese terzo i documenti necessari. “
Articolo 16
Condizioni di ritenzione
“1. La ritenzione si effettua in linea di massima nei centri di ritenzione specializzata. Quando un Stato membro non pu? porrli in un centro di ritenzione specializzata e deve porrli in una determinazione penitenziaria, i cittadini di paese terzo collocati in ritenzione si sono separati dai prigionieri di diritto comune.
2. I cittadini di paese terzo collocati in ritenzione sono autorizzati?alla loro domanda?ad entrare in contatto in tempo utile coi loro rappresentanti legali, i membri della loro famiglia e le autorit? consolari competenti.
3. Un’attenzione particolare ? accordata alla situazione delle persone vulnerabili. Le cure mediche di emergenza ed il trattamento indispensabili delle malattie sono garantite.
4. Le organizzazioni ed istanze nazionali, internazionali e non governative competenti hanno la possibilit? di visitare i centri di ritenzione mirata al paragrafo 1, nella misura in cui sono utilizzati per la ritenzione di cittadini di paese terzo conformemente al presente rimprovera. Queste visite possono essere sottoposte ad un’autorizzazione.
5. I cittadini di paese terzo collocati in ritenzione si vedono comunicare sistematicamente delle informazione che spiegano l’ordinamento dei luoghi ed enunciando i loro diritti ed i loro doveri. Queste informazione cadono in particolare sul loro diritto, conformemente al diritto nazionale, di contattare le organizzazioni ed istanze mirate al paragrafo 4. “
Articolo 18
Situazioni di emergenza
“1. Quando un numero eccezionalmente elevato di cittadini di paese terzo sottomesso ad un obbligo di ritorno fa pesare un carico pesante ed imprevisto sulla capacit? dei centri di ritenzione di un Stato membro o sul suo personale amministrativo e giudiziale, lo stato membro in questione pu?, anche molto tempo che questa situazione eccezionale persiste, decidere di accordare per il controllo giurisdizionale dei termini pi? lunghi che quelli contemplato all’articolo 15, paragrafo 2, terzo capoverso, e di prendere delle misure di emergenza concernente le condizioni di ritenzione che deroga a queste enunciato all’articolo 16, paragrafo 1, ed all’articolo 17, paragrafo 2.
2. Quando ricorre a questo tipo di misure eccezionali, lo stato membro riguardato ne informa la Commissione. Informa anche la Commissione appena i motivi che giustificano l’applicazione di queste misure hanno smesso di esistere.
3. Nessuna disposizione del presente articolo non saprebbe essere interpretata come autorizzando gli Stati membri a derogare all’obbligo generale che tocca loro di prendere tutte le misure appropriate, che siano generali o particolari, per badare al rispetto dei loro obblighi che derivano della presente direttiva. “
42. Chiamata ad interpretare il “direttiva ritorno”, la Corte di Giustizia dell’unione europea (qui di seguito, il “CJUE”) ha detto che tutto estero ha il diritto di esprimere, prima dell’adozione di una decisione che riguarda il suo rinvio, il suo punto di vista sulla legalit? del suo soggiorno (vedere, in particolare, Khaled Boudjlida c. Prefetto dei Pirenei-atlantici, causa C-249/13, sentenza del 11 dicembre 2014, punti 28-35.
43. Risulta della giurisprudenza del CJUE che, malgrado la mancanza di disposizione espressa che contempla il rispetto del diritto di essere sentito nel “direttiva ritorno”, questo diritto si applica in quanto principio fondamentale del diritto dell’unione (vedere, in particolare, gli articoli 41, 47 e 48 della Carta dei diritti fondamentali dell’unione europea; sentenze M.G. e N.R c. Staatssecretaris Van Veiligheid in Justitie, C-383/13 PPU, 10 settembre 2013, punto 32, e Sophie Mukarubega c. Prefetto di polizia e Prefetto del Senna-Santo-Dionigi, C-166/13, sentenza 5 novembre 2014, punti 42-45.
Il CJUE ha precisato che il diritto di essere sentito: ha, garantisce ad ogni persona la possibilit? di fare conoscere, in modo utile ed effettiva, il suo punto di vista durante il procedimento amministrativo e prima dell’adozione di ogni decisione suscettibile di ledere in modo sfavorevole i suoi interessi, sentenze Khaled Boudjlida, precitato, punto 36, e Sophie Mukarubega, precitato, punto 46,; e b, ha per scopo che l’autorit? competente sia messa in grado di tenere utilmente conto dell’insieme degli elementi pertinenti, prestando tutta l’attenzione richiesta alle osservazioni sottoposte dall’interessato e motivante la sua decisione in modo circostanziata, sentenza Khaled Boudjlida, precitato, punti 37 e 38.
Nel sentenza Khaled Boudjlida (precitato, punti 55, 64-65 e 67, il CJUE ha aggiunto: ha, che l’interessato non deve potere esprimersi necessariamente su tutti gli elementi su che l’autorit? nazionale intende fondare la sua decisione di ritorno, ma deve avere semplicemente l’opportunit? di presentare gli eventuali motivi che impedirebbero il suo allontanamento; b, che il diritto di essere sentito durante il procedimento di ritorno non accompagnarsi del diritto con un’assistenza giuridica gratuita; e c, che la durata dell’ascolto non ? determinante per sapere se l’interessato ? stato effettivamente sentito, nello specifico, era durata circa 30 minuti.
44. Secondo il CJUE, una decisione presa seguito ad un procedimento amministrativo che ha violato il diritto di essere sentito non pu? essere annullata che se, nella mancanza di questa irregolarit?, il procedimento sarebbe arrivato ad un risultato differente (M.G). e N.R, precitato, punti 38 e 44, concernente le decisioni di prolungamento di misure di ritenzione alle fini di allontanamento; ai punti 41-43 di questa sentenza, il CJUE ha precisato che una conclusione contraria rischierebbe di recare offesa all’effetto utile della direttiva e rimetterebbe in causa l’obiettivo di allontanamento.
45. Infine, il CJUE ha affermato che il diritto di essere sentito pu? essere sottomesso alle restrizioni, purch? queste rispondono agli obiettivi di interesse generale e che non costituiscono, allo sguardo dello scopo perseguito, un intervento smisurato ed inammissibile che recherebbe offesa alla sostanza del diritto (M.G). e N.R, precitato, punto 33, e Sophie Mukarubega, precitato, punti 53 e 82, dove ? indicato che le autorit? nazionali non hanno l’obbligo di intendere la persona riguardata a due riprese nella cornice della sua domanda di soggiorno del suo allontanamento poi, ma solamente in una di questi procedimenti.
V. ALTRI TESTI INTERNAZIONALI PERTINENTI
A. La Commissione del diritto internazionale
46. All’epoca della sua sessantaseiesima sessione, in 2014, la Commissione del diritto internazionale ha adottato un “Progetto di articoli sullo sfratto degli estero.” Questo testo di cui l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha preso nota, risoluzione A/RES/69/119 del 10 dicembre 2014, comprende in particolare il seguente disposizioni:
Articolo 2
Definizioni
“Alle fini del presente progetto di articoli:
ha, “Sfratto” si intende di un atto giuridico o di un comportamento attribuibile ad un Stato con che un estero ? costretto di lasciare il territorio di questo Stato; non include l’estradizione verso un altro Stato, n? il trasferimento ad una giurisdizione penale internazionale, n? la no-ammissione di un estero in un Stato;
b, “Estero” si intende di un individuo che non ha la nazionalit? dello stato sul territorio del quale si trova. “
Articolo 3
Diritto di sfratto
“Un Stato ha il diritto di espellere un estero del suo territorio. Lo sfratto deve farsi nel rispetto del presente progetto di articoli, senza danno delle altre regole applicabili del diritto internazionale, in particolare queste relative ai diritti dell’uomo. “
Articolo 4
Obbligo di conformit? alla legge
“Un estero pu? essere espulso solamente in esecuzione di una decisione preso conformemente alla legge. “
Articolo 5
Motivi di sfratto
“1. Ogni decisione di sfratto deve essere motivata.
2. Un Stato non pu? espellere un estero che per un contemplato in quanto dalla legge.
3. Il motivo di sfratto deve essere valutato di buona fede ed in modo ragionevole, alla luce di tutte le circostanze, tenendo in particolare conto, quando ci? ? pertinente, della gravit? dei fatti, del comportamento dell’estero riguardato o dell’attualit? della minaccia che i fatti generano.
4. Un Stato non pu? espellere un estero per un motivo contrario ai suoi obblighi in virt? del diritto internazionale. “
Articolo 9
Interdizione dello sfratto collettivo
“1. Alle fini del presente progetto di articolo, lo sfratto collettivo si intende dello sfratto di estero in quanto gruppo.
2. Lo sfratto collettivo degli estero ? vietato.
3. Un Stato pu? espellere concomitamment i membri di un gruppo di estero, purch? la misura di sfratto sia presa alla conclusione e sulla base di una valutazione della situazione particolare di ciascuno dei membri che formano il gruppo conformemente al presente progetto di articoli.
4. Il presente progetto di articolo ? senza danno delle regole di diritto internazionale applicabile allo sfratto degli estero in caso di conflitto armato che implica lo stato che espelle. “
Articolo 13
Obbligo di rispettare la dignit? umana ed i diritti dell’uomo
dell’estero oggetto dello sfratto
“1. Ogni estero oggetto di un sfratto ? trattato con umanit? e col rispetto della dignit? inerente alla persona umano tutto lungo il procedimento di sfratto.
2. Ha diritto al rispetto dei suoi diritti dell’uomo, in particolare quegli enunciato nel presente progetto di articoli. “
Articolo 15
Persone vulnerabili
“1. I bambini, le persone vecchie, le persone handicappate, le mogli incinthe e di altre persone vulnerabili che sono oggetto di un sfratto devono essere considerate come tali e devono essere trattati e protetti tenendo debitamente conto della loro vulnerabilit?.
2. In particolare, in tutte le decisioni che riguardano dei bambini che sono oggetto di un sfratto, l’interesse superiore del bambino deve essere una considerazione fondamentale. “
Articolo 17
Divieto della tortura e delle pene o trattamenti crudeli,
disumani o degradanti
“Lo stato che espelle non pu? sottoporre l’estero oggetto dello sfratto alla tortura n? alle pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti. “
Articolo 19
Detenzione dell’estero alle fini di sfratto
“1. ha, La detenzione di un estero alle fini di sfratto non deve essere arbitraria n? deve avere un carattere punitivo.
b, Un estero detenuto alle fini di sfratto deve, salvo nelle circostanze eccezionali, essere separatosi dalle persone condannate alle pene di privazione di libert?.
2. ha, La durata della detenzione deve essere limitata ad un lasso di tempo che ? ragionevolmente necessario all’esecuzione dello sfratto. Ogni detenzione di una durata eccessiva ? vietata.
b, Il prolungamento della durata della detenzione pu? essere deciso solamente da una giurisdizione o con un’altra autorit? competente sottoposta a controllo giudiziale.
3. ha, La detenzione di un estero oggetto di un sfratto deve essere oggetto di un esame a scadenze regolari fondate su dei criteri precisi definiti con la legge;
b, Sotto riserva del paragrafo 2, ? messo fine alla detenzione alle fini dello sfratto quando lo sfratto non pu? essere messo ad esecuzione, salvo quando le ragioni ne sono imputabili all’esteri riguardato. “
47. Nel suo commento all’articolo 9 del progetto, la Commissione del diritto internazionale ha notato, entra altri, ci? che segue,:
“1) il progetto di articolo 9 include, nel suo paragrafo 1, una definizione dello sfratto collettivo alle fini del progetto di articoli. Secondo questa definizione, lo sfratto collettivo si intende dello sfratto dell’estero ?in quanto gruppo ‘. Questa formulazione si ? ispirata alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Il Delatore speciale della Commissione dei diritti dell’uomo sui diritti dei no-cittadini, il Sig. Davide Weissbrodt, l’ha fatto anche suo nel suo rapporto finale del 2003. Solo l’elemento ?collettivo ‘ ? abbordato in questa definizione che deve essere compresa alla luce della definizione generale dello sfratto che figura al progetto di articolo 2 ha.
(…).
4, l’interdizione dello sfratto collettivo degli estero che ? enunciato al paragrafo 2 del progetto di articolo 9, deve leggere si alla luce del paragrafo 3 che lo chiarisce precisando le condizioni alle quali i membri di un gruppo di estero possono essere espulsi concomitamment senza per questo che una tale misura sia a considerare come un sfratto collettivo al senso del progetto di articoli. Il paragrafo 3 indica che un tale sfratto ? ammissibile purch? sia presa alla conclusione e sulla base di una valutazione della situazione individuale di ciascuno dei membri che formano il gruppo conformemente al presente progetto di articoli. Questa ultima indicazione prevede in particolare il paragrafo 3 del progetto di articolo 5 che dispone che il motivo di sfratto deve essere valutato di buona fede ed in modo ragionevole, alla luce di tutte le circostanze, tenendo in particolare conto, quando ci? ? pertinente, della gravit? dei fatti, del comportamento dell’estero riguardato o dell’attualit? della minaccia che i fatti generano.
(…). “
B. L’assemblea parlamentare del Consiglio dell’Europa
48. I fatti dello specifico si inseriscono nel contesto di arrivi massicci di migrati irregolari sulle coste italiane in 2011, al seguito in particolare dei sollevamenti in Tunisia, poi del conflitto in Libia.
49. In questo contesto, l’assemblea parlamentare del Consiglio dell’Europa (APCE) ha costituito una sottocommissione ad hoc “sull’arrivo massiccio di migrato in situazione irregolare, di richiedenti di asilo e di profughi sulle rive del sud dell’Europa” (qui di seguito, “la sottocommissione ad hoc dell’APCE”) che ha effettuato una visita di informazione a Lampedusa il 23 e 24 maggio 2011. Un rapporto di visita ? stato pubblicato il 30 settembre 2011. Le sue parti pertinenti si leggono come segue:
“II. Storico di Lampedusa in materia di accoglimento di flussi migratori misti
(…)
9. In ragione della sua posizione geografica vicino alle coste africane, l’isola di Lampedusa ha conosciuto parecchi episodi durante quali ha dovuto fare a fronte a numerosi arrivi con mare di persone che desiderano rendersi in Europa (31 252 persone nel 2008, 11 749 nel 2007, 18 047 nel 2006, 15 527 nel 2005.
10. Gli arrivi si sono rarefatti considerevolmente in 2009 e 2010, rispettivamente 2 947 e 459, seguito ad un accordo concluso entra l’Italia e la Libia di Mouammar Kadhafi. Questo accordo, fortemente criticato in ragione delle violazioni dei diritti dell’uomo in Libia e delle condizioni di vita deplorevoli dei migrati, profughi e richiedenti di asilo nel paese, ? stato anche oggetto di critiche perch? presentava il rischio, confermato da col HCR, che i richiedenti di asilo e dei profughi si vedono vietare l’accesso alla protezione internazionale. Si ? rivelato per? estremamente efficace per fermare gli arrivi, cos? che i centri di accoglimento dell’isola sono stati chiusi e che le organizzazioni internazionali attive a Lampedusa hanno sospeso la loro presenza sul terreno.
11. In 2011, seguito ai sollevamenti in Tunisia, poi in Libia, l’isola si ? trovata confrontata ad una notizia vaga di arrivi con barche. Gli arrivi hanno ripreso in due tempi. In primo luogo, sono dei tunisino che sono arrivati sull’isola, seguito di barche in provenienza della Libia su che si trovava un gran numero di mogli e dei giovani bambino. Gli arrivi hanno cominciato il 29 gennaio 2011 e velocemente la popolazione dell’isola se ne ? trovato moltiplicata da due.
12. Seguito a questi arrivi, l’Italia ha dichiarato velocemente lo stato di emergenza umanitaria sull’isola di Lampedusa e ha chiamato alla solidariet? degli Stati membri dell’unione europea. Dei poteri di emergenza sono stati affidati al prefetto di Palermo per gestire la situazione.
13. Alla data del 21 settembre 2011, 55 298 persone erano arrivate dal mare a Lampedusa, tra esse 27 315 di Tunisia e 27 983 della Libia, in particolare dei Nigeriano, degli abitanti del Ghana, degli abitanti del Mali e dei nativi della Costa d’Avorio.
(…).
V. I protagonisti sul terreno e le loro responsabilit?
26. La direzione della polizia della provincia di Agrigento ? responsabile di tutte le questioni legate al ricevimento degli arrivati sull’isola fino al loro trasferimento. ? anche la direzione della polizia che supervisiona [il partner privato] Accoglienza che gestisce i due centri di accoglimento dell’isola. L’ufficio della polizia dell’immigrazione della provincia di Agrigento ? incaricato di procedere all’identificazione, ai trasferimenti ed ai rinvii eventuali degli arrivati. Dal 13 aprile 2011, ? la Protezione civile italiana che coordina la gestione dei flussi migratori in provenienza dell’Africa settentrionale.
27. La comunit? internazionale ? anche fortemente mobilitata sul terreno. L’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i profughi (HCR), l’organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), il Croce Rossa, l’ordine di Malta e l’ONG Save t? Children hanno delle squadre sul terreno.
28. Il HCR, l’OIM, il Croce Rossa e Save t? Children fanno parte del “Praesidium Project” e portano la loro assistenza alla gestione dei flussi migratori misti col mare su Lampedusa. Queste organizzazioni sono autorizzate ad avere una presenza permanente dentro ai centri di accoglimento di Lampedusa e dispongono di interpreti e di mediatori culturali. Fin da febbraio 2011, hanno inviato sul posto delle squadre, siccome si lo ? visto, la loro presenza era stata sospesa con la diminuzione degli arrivi. Il “Praesidium Project” che ha da stato esteso in altri centri in Italia, fatto figura di esempio di buona pratica in Europa e le organizzazioni implicate hanno pubblicato congiuntamente una guida di gestione dei flussi migratori misti col mare, esiste unicamente per l’istante in italiano, ma sar? tradotto presto in inglese.
29. I membri della sottocommissione ad hoc hanno potuto constatare che tutti questi protagonisti lavoravano in buona intelligenza, in un sforzo di coordinamento e con per scopo comune prioritario di salvare delle vite all’epoca delle operazioni di salvataggio in mare, di fare il massimo per accogliere gli arrivati nelle condizioni decenti, di aiutare a ci? che siano trasferiti velocemente altrove verso altri centri in Italia poi.
VI. Strutture di accoglimento di Lampedusa
30. ? essenziale che i trasferimenti verso i centri altrove in Italia sia effettuata velocemente possibile perch? le capacit? di accoglimento di cui dispone l’isola di Lampedusa sono al tempo stesso insufficienti per accogliere il numero di arrivati e disadattate ai soggiorni di parecchi giorni.
31. Lampedusa ha due centri di accoglimento: il centro principale a Contrada Imbriacola ed il Base Loran.
32. Il centro principale ? un centro di accoglimento iniziale e di alloggio (CSPA). La sottocommissione ad hoc ? stata informata dal Direttore del centro che la capacit? di accoglimento varia di 400 a 1 000 posti. Alla data della visita, il centro ospitava 804 persone. Le condizioni di accoglimento erano corrette, sebbene molto basici. I documenti erano assolti a livello del suolo di materassi posati uni contro gli altri. Gli edifici che sono dei blocchi prefabbricati, sono arieggiati poich? i documenti dispongono di finestre e, quando il centro accoglie un numero di persone che corrispondono alle sue capacit?, i sanitari sembrano sufficienti.
33. All’epoca della visita della sottocommissione, questo centro era scisso in due parti. Un’era riservata alle persone che arrivano della Libia ed ai minore non accompagnati, ivi compreso i minore non accompagnati tunisini. L’altro, un centro chiuso dentro al centro (s? chiuso), era riservato agli adulti tunisini.
(…).
VIII. Controlli sanitari
41. Le squadre mediche e sanitarie delle differenti organizzazioni (Croce Rossa, MSF, Ordine di Malta, e le numerose squadre regionali sono coordinate dal capo dell’unit? di salute di Palermo.
42. Appena i guardacoste hanno cognizione dell’arrivo di una barca, prevengono il coordinatore medico e l’informano del numero di persone che si trovano a bordo. Tutte le persone riguardate sono allora immediatamente informate e mobilitate, ad ogni ora del giorno e della notte.
43. I primi controlli dello stato di salute delle persone che arrivano sono effettuati sul porto, fin dallo sbarco. A monte, dei membres/m?decins dell’ordine di Malta accompagnano i guardacoste o la dogana all’epoca delle operazioni di intercettazione e di salvataggio in mare. Informano le squadre mediche mobilitate sul porto del possibile caso che necessita una presa incaricata medica specifica ed immediata.
44. Fin dal loro sbarco, gli arrivati sono archiviati velocemente in funzione dei loro bisogni, secondo un codice di colori buoni definiti. Le persone che necessitano un’ospedalizzazione sono trasferite da elicottero verso Palermo o altrove. Gli ospedali sono nell’obbligo di accettare questi pazienti, anche al di l? della loro capacit?.
45. Talvolta il tempo manca per effettuare i primi controlli di tutti gli arrivati sul porto, e questi controlli devono essere perseguiti dunque nei centri di accoglimento. L’accento ? stato messo anche sulla necessit? di avere nei centri dei procedimenti anche standardizzati che possibile.
46. I problemi pi? frequenti sono: il male di mare, le agitazioni delle vie respiratorie superiori, le bruciature (nafta, acqua di mare, sole o una combinazione dei tre, la disidratazione, un dolore generalizzato, in ragione della posizione sulla barca, le agitazioni psicologiche o un stress acuto, in ragione del rischio alzato di perdere la vita durante la traversata. Certe persone che arrivano della Libia soffrivano di stress acuta parte anteriore stessa di iniziare la traversata. Gli arrivati sono delle persone estremamente vulnerabili che potute essere vittime di violenze fisici et/ou psicologici ed i loro traumi sono dovuti ai trattamenti che hanno subito in Libia talvolta. Peraltro, di numerose mogli sono cinte e devono essere esaminate pi? attentamente. Alcuni casi di tubercolosi sono stati scoperti e le persone riguardate sono state messe immediatamente in quarantena in un ospedale.
47. La valutazione dello stato di salute degli arrivati su Lampedusa resta a carattere generale. Una valutazione individuale non ? possibile sull’isola e ? effettuata altrove dopo trasferimento. Tuttavia, tutto nessuna che chiede ad essere esaminata pu? essere egli e nessuna domanda in questo senso non ? respinta. Il capo dell’unit? di salute di Palermo procede ad un’ispezione regolare delle attrezzature sanitarie e dell’alimentazione dei centri.
48. MSF ed il Croce Rossa hanno partecipato la loro inquietudine in quanto alle condizioni sanitarie in caso di sovrappopolazione dei centri. ? stato sottolineato anche che i tunisino, separati degli altri arrivati con una barriera chiusa, non disponevano di un accesso diretto alle squadre mediche del centro di accoglimento.
IX. Informazione sui procedimenti di asilo
49. La squadra del HCR informe succintamente gli arrivati dei procedimenti di asilo esistono ma ? stato sottolineato che Lampedusa non era il luogo in che i profughi e richiedenti di asilo potenziale ricevevano in materia un’informazione esauriente. Queste informazione, cos? come l’assistenza per i passi di domanda di asilo, sono prodigate una volta che gli arrivati sono stati trasferiti altrove in altri centri di accoglimento, a carattere meno provvisorio, in Italia. Cos? certi esprimono il desiderio di chiedere l’asilo, il HCR trasmette l’informazione alla polizia italiana.
50. Per?, quando il numero di arrivati ? importante (ci? che ? pi? spesso il caso) e che i trasferimenti sono effettuati molto velocemente, capita che gli arrivati non siano informati del loro diritto di chiedere l’asilo. Sono informati allora nel centro in che sono trasferiti. Questa lacuna concernente l’informazione sull’accesso alla protezione internazionale pu? dare problemi nella misura in cui le persone di certe nazionalit? sono suscettibili di essere rinviate direttamente nel loro paese di origine. Gli arrivati non sono in linea di massima, per?, in grado di ricevere immediatamente un’informazione dettagliata sull’accesso al procedimento di asilo. L’emergenza ? altrove: sono esauriti, disorientati, e vogliono lavarsi, mangiare

Testo Tradotto

Conclusions: Violation de l’article 5 – Droit ? la libert? et ? la s?ret? (Article 5-1 – Arrestation ou d?tention r?guli?re Article 5-1-f – Expulsion)
Violation de l’article 5 – Droit ? la libert? et ? la s?ret? (Article 5-2 Information sur les raisons de l’arrestation Information dans le plus court d?lai) Violation de l’article 5 – Droit ? la libert? et ? la s?ret? (Article 5-4 – Contr?le de la l?galit? de la d?tention) Non-violation de l’article 3 – Interdiction de la torture (Article 3 – Traitement d?gradant Traitement inhumain) (Volet mat?riel) Non-violation de l’article 3 – Interdiction de la torture (Article 3 – Traitement d?gradant Traitement inhumain) (Volet mat?riel) Non-violation de l’article 4 du Protocole n? 4 – Interdiction des expulsions collectives d’?trangers-{g?n?ral} (article 4 du Protocole n? 4 – Interdiction des expulsions collectives d’?trangers)
Violation de l’article 13+3 – Droit ? un recours effectif (Article 13 – Recours effectif) (Article 3 – Interdiction de la torture Traitement d?gradant
Traitement inhumain) Non-violation de l’article 13+P4-4 – Droit ? un recours effectif (Article 13 – Recours effectif) (article 4 du Protocole n? 4 – Interdiction des expulsions collectives d’?trangers-{g?n?ral}
Interdiction des expulsions collectives d’?trangers) Pr?judice moral – r?paration (Article 41 – Pr?judice moral Satisfaction ?quitable)

GRANDE CHAMBRE

AFFAIRE KHLAIFIA ET AUTRES c. ITALIE

(Requ?te no 16483/12)

ARR?T

STRASBOURG

15 d?cembre 2016

Cet arr?t est d?finitif. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Khlaifia et autres c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme, si?geant en une Grande Chambre compos?e de :
Luis L?pez Guerra, pr?sident,
Guido Raimondi,
Mirjana Lazarova Trajkovska,
Angelika Nu?berger,
Khanlar Hajiyev,
Kristina Pardalos,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Erik M?se,
Krzysztof Wojtyczek,
Dmitry Dedov,
M?rti?? Mits,
St?phanie Mourou-Vikstr?m,
Georges Ravarani,
Gabriele Kucsko-Stadlmayer,
Pere Pastor Vilanova,
Alena Pol??kov?,
Georgios A. Serghides, juges,
et de Johan Callewaert, greffier adjoint de la Grande Chambre,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 22 juin 2016 et le 2 novembre 2016,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette derni?re date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 16483/12) dirig?e contre la R?publique italienne et dont trois ressortissants tunisiens, OMISSIS (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour le 9 mars 2012 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Les requ?rants ont ?t? repr?sent?s par OMISSIS, avocats ? Milan. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agente, Mme E. Spatafora.
3. Les requ?rants all?guaient en particulier que leur r?tention dans un centre d?accueil pour migrants en situation irr?guli?re avait emport? violation des articles 3 et 5 de la Convention. Ils soutenaient en outre avoir fait l?objet d?une expulsion collective et n?avoir dispos? d?aucun recours effectif en droit italien pour d?noncer la violation de leurs droits fondamentaux.
4. La requ?te a ?t? attribu?e ? la deuxi?me section de la Cour (article 52 ? 1 du r?glement de la Cour ? ? le r?glement ?). Le 27 novembre 2012, elle a ?t? communiqu?e au Gouvernement. Le 1er septembre 2015, une chambre de cette section, compos?e de I??l Karaka?, pr?sidente, Guido Raimondi, Andr?s Saj?, Neboj?a Vu?ini?, Helen Keller, Paul Lemmens et Robert Spano, juges, et de Stanley Naismith, greffier de section, a rendu un arr?t d?clarant, ? la majorit?, la requ?te en partie recevable et concluant, ? l?unanimit?, ? la violation de l?article 5 ?? 1, 2 et 4 de la Convention et ? la non-violation de l?article 3 de la Convention quant aux conditions d?accueil des requ?rants ? bord des navires Vincent et Audace. Par cinq voix contre deux, la chambre a ?galement conclu ? la violation de l?article 3 de la Convention du fait des conditions d?accueil des requ?rants dans le centre d?accueil initial et d?h?bergement de Contrada Imbriacola, ainsi qu?? la violation de l?article 4 du Protocole no 4 ? la Convention et de l?article 13 de la Convention, combin? avec l?article 3 de celle-ci et avec l?article 4 du Protocole no 4. ? l?arr?t se trouvait joint l?expos? de l?opinion concordante de la juge Keller, de l?opinion en partie dissidente commune aux juges Saj? et Vu?ini? et de l?opinion en partie dissidente du juge Lemmens.
5. Le 1er d?cembre 2015, le Gouvernement a sollicit? le renvoi de l?affaire devant la Grande Chambre au titre des articles 43 de la Convention et 73 du r?glement. Le coll?ge de la Grande Chambre a fait droit ? cette demande le 1er f?vrier 2016.
6. La composition de la Grande Chambre a ?t? arr?t?e conform?ment aux dispositions des articles 26 ?? 4 et 5 de la Convention et 24 du r?glement.
7. Tant les requ?rants que le Gouvernement ont soumis des observations ?crites sur la recevabilit? et le fond de l?affaire.
8. Par ailleurs, des observations ont ?t? re?ues de quatre associations faisant partie de la Coordination fran?aise pour le droit d?asile (paragraphe 157 ci-apr?s), du Centre sur le droit de la personne et le pluralisme juridique de McGill, du Centre AIRE et du Conseil europ?en sur les r?fugi?s et les exil?s (European Council on Refugees and Exiles ? ci apr?s l?? ECRE ?), que le pr?sident avait autoris?s ? intervenir dans la proc?dure ?crite (articles 36 ? 2 de la Convention et 44 ? 3 du r?glement).
9. Une audience s?est d?roul?e en public au Palais des droits de l?homme, ? Strasbourg, le 22 juin 2016 (article 59 ? 3 du r?glement).
Ont comparu :
OMISSIS
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
10. Les requ?rants sont n?s respectivement en 1983, 1987 et 1988. M. Khlaifia (le ? premier requ?rant ?) r?side ? Om Laarass (Tunisie) ; MM. Tabal et Sfar (les ? deuxi?me et troisi?me requ?rants ?) r?sident ? El Mahdia (Tunisie).
A. Le d?barquement des requ?rants sur les c?tes italiennes et leur expulsion vers la Tunisie
11. Le 16 septembre 2011 pour le premier d?entre eux et le lendemain, 17 septembre 2011, pour les deux autres, les requ?rants quitt?rent la Tunisie avec d?autres personnes ? bord d?embarcations de fortune dans le but de rejoindre les c?tes italiennes. Apr?s plusieurs heures de navigation, les embarcations furent intercept?es par les garde-c?tes italiens, qui les escort?rent jusqu?au port de l??le de Lampedusa. Les requ?rants arriv?rent sur l??le les 17 et 18 septembre 2011 respectivement.
12. Les requ?rants furent transf?r?s au centre d?accueil initial et d?h?bergement (Centro di Soccorso e Prima Accoglienza ? ci-apr?s, le ? CSPA ?) sis sur l??le de Lampedusa au lieu-dit Contrada Imbriacola o?, apr?s leur avoir prodigu? les premiers secours, les autorit?s proc?d?rent ? leur identification. Le Gouvernement soutient qu?? cette occasion, des ? fiches d?information ? individuelles furent r?dig?es pour chacun des migrants concern?s (paragraphe 224 ci-apr?s), ce que les requ?rants contestent (paragraphe 222 ci-apr?s).
13. Les requ?rants furent install?s dans un secteur du centre r?serv? aux Tunisiens adultes. Ils affirment avoir ?t? accueillis dans des espaces surpeupl?s et sales et avoir ?t? oblig?s de dormir ? m?me le sol en raison de la p?nurie de lits disponibles et de la mauvaise qualit? des matelas. Ils consommaient les repas ? l?ext?rieur, assis par terre. Le centre ?tait surveill? en permanence par les forces de l?ordre, si bien que tout contact avec l?ext?rieur ?tait impossible.
14. Les requ?rants rest?rent dans le CSPA jusqu?au 20 septembre, o? une violente r?volte ?clata parmi les migrants. Les lieux furent ravag?s par un incendie, et les requ?rants furent emmen?s au parc des sports de Lampedusa pour y passer la nuit. ? l?aube du 21 septembre, ils parvinrent avec d?autres migrants ? tromper la surveillance des forces de l?ordre et ? rejoindre le village de Lampedusa. De l?, ils entam?rent, avec 1 800 autres migrants environ, des manifestations de protestation dans les rues de l??le. Interpell?s par la police, les requ?rants furent reconduits d?abord dans le centre d?accueil puis ? l?a?roport de Lampedusa.
15. Le matin du 22 septembre 2011, les requ?rants furent embarqu?s dans des avions ? destination de Palerme. Une fois d?barqu?s, ils furent transf?r?s ? bord de navires amarr?s dans le port de la ville. Le premier requ?rant monta sur le Vincent, avec 190 personnes environ, tandis que le deuxi?me et le troisi?me requ?rants furent conduits ? bord du navire Audace, avec 150 personnes environ.
16. Selon les requ?rants, sur chaque navire l?ensemble des migrants fut regroup? dans les salons-restaurants, l?acc?s aux cabines ?tant interdit. Les requ?rants affirment avoir dormi par terre et attendu plusieurs heures pour pouvoir utiliser les toilettes. Les int?ress?s d?clarent qu?ils pouvaient sortir sur les balcons des navires deux fois par jour pendant quelques minutes seulement. Ils disent avoir ?t? insult?s et maltrait?s par les policiers qui les surveillaient en permanence et n?avoir re?u aucune information de la part des autorit?s.
17. Les requ?rants rest?rent quelques jours ? bord des navires. Le 27 septembre 2011, les deuxi?me et troisi?me requ?rants furent emmen?s ? l?a?roport de Palerme dans le but d??tre renvoy?s en Tunisie. Le premier requ?rant fut quant ? lui refoul? le 29 septembre 2011.
18. Avant de monter dans les avions, les migrants furent re?us par le consul de Tunisie. Selon les requ?rants, celui-ci se serait born? ? enregistrer leurs donn?es d??tat civil, conform?ment ? l?accord italo-tunisien conclu en avril 2011 (paragraphes 36-40 ci-apr?s).
19. Dans leur formulaire de requ?te, les requ?rants ont affirm? qu?? aucun moment tout au long de leur s?jour en Italie il ne leur avait ?t? d?livr? un quelconque document.
En annexe ? ses observations, le Gouvernement a cependant produit trois d?crets de refoulement dat?s des 27 et 29 septembre 2011 pris ? l?encontre des requ?rants. Ces d?crets, en substance identiques et r?dig?s en italien avec une traduction en arabe, se lisaient comme suit :
? Le chef de la police (Questore) de la province d?Agrigente
Vu les pi?ces du dossier, dont il r?sulte que
1) en date du 17 [18] septembre 2011, le personnel appartenant aux forces de police a trouv? dans la province d?Agrigente pr?s de la ligne de fronti?re/pr?s de la fronti?re de l??le de Lampedusa M. [nom et pr?nom] n? (…) le [date] (…) ressortissant tunisien (…) non enti?rement identifi? car d?pourvu de documents (sedicente) ;
2) l??tranger est entr? sur le territoire de l??tat en se soustrayant aux contr?les de fronti?re ;
3) l?identification (rintraccio) de l??tranger a eu lieu ? l?entr?e/tout de suite apr?s son entr?e dans le territoire national, et pr?cis?ment : ?le de Lampedusa
ATTENDU qu?on n?est en pr?sence d?aucun des cas [indiqu?s] ? l?article 10 ? 4 du d?cret-loi no 286 de 1998 ;
CONSID?RANT qu?il y a lieu de proc?der selon l?article 10 ? 2 du d?cret-loi no 286 de 1998 ;
ORDONNE
LE REFOULEMENT AVEC ACCOMPAGNEMENT ? LA FRONTI?RE
De la personne susmentionn?e
INFORME
– qu?un recours peut ?tre introduit contre le pr?sent d?cret, dans un d?lai de soixante jours ? compter de sa notification, devant le juge de paix d?Agrigente ;
– que l?introduction du recours ne suspend en aucun cas l?ex?cution (efficacia) du pr?sent d?cret ;
– [que] le directeur du bureau de l?immigration proc?dera, en ex?cution du pr?sent d?cret, ? sa notification, accompagn?e d?une copie synth?tiquement traduite vers une langue connue par l??tranger, ou bien vers la langue anglaise, fran?aise ou espagnole ; ? sa communication ? la repr?sentation diplomatique ou consulaire de l??tat d?origine selon ce qui est pr?vu par l?article 2 ? 7 du d?cret-loi no 286 de 1998 ; et ? son enregistrement au sens de l?article 10 ? 6 du m?me d?cret-loi ;
Accompagnement ? la fronti?re de Rome Fiumicino
[Fait ?] Agrigente [le] 27[29]/09/2011 Pour le chef de la police
[Signature] ?
20. Chacun de ces d?crets ?taient accompagn?s par un proc?s-verbal de notification portant les m?mes dates, lui aussi r?dig? en italien et doubl? d?une traduction en arabe. Dans l?espace r?serv? ? la signature des requ?rants, ces proc?s verbaux portent la mention manuscrite ? [l?int?ress?] refuse de signer et de recevoir une copie ? (si rifiuta di firmare e ricevere copia).
21. Arriv?s ? l?a?roport de Tunis, les requ?rants furent lib?r?s.
B. L?ordonnance du juge des investigations pr?liminaires de Palerme
22. Des associations de lutte contre le racisme port?rent plainte pour les traitements auxquels les migrants avaient ?t? soumis, apr?s le 20 septembre 2011, ? bord des navires Audace, Vincent et Fantasy.
23. Une proc?dure p?nale pour abus de fonctions et arrestation ill?gale (articles 323 et 606 du code p?nal ? le ? CP ?) fut ouverte contre X. Le 3 avril 2012, le parquet demanda que les poursuites fussent class?es sans suite.
24. Par une ordonnance du 1er juin 2012, le juge des investigations pr?liminaires (giudice per le indagini preliminari ? ci-apr?s le ? GIP ?) de Palerme fit droit ? la demande du parquet.
25. Dans ses motifs, le GIP souligna que le placement des migrants dans le CSPA avait pour but de les accueillir, de les assister et de faire face ? leurs besoins hygi?niques pour le temps strictement n?cessaire, avant de les acheminer vers un CIE (centre d?identification et d?expulsion) ou de prendre des mesures en leur faveur. Au CSPA, les migrants pouvaient, selon le GIP, b?n?ficier d?une assistance juridique et obtenir des informations quant aux proc?dures ? suivre pour introduire une demande d?asile.
Le GIP partagea l?observation du parquet selon laquelle l?interpr?tation des conditions relatives aux motifs et ? la dur?e du s?jour des migrants dans les CSPA ?tait parfois floue ; il souscrivit en outre ? la th?se du parquet selon laquelle une multitude de consid?rations excluait que les faits de l?esp?ce fussent constitutifs d?une infraction p?nale.
Il nota que la direction de la police (Questura) d?Agrigente s??tait born?e ? enregistrer la pr?sence des migrants au CSPA sans adopter de d?cisions ordonnant leur r?tention.
26. Selon le GIP, l??quilibre pr?caire atteint sur l??le de Lampedusa avait ?t? rompu le 20 septembre 2011, lorsqu?un groupe de Tunisiens avait provoqu? un incendie criminel, endommageant s?rieusement le CSPA de Contrada Imbriacola et le rendant inapte ? satisfaire aux exigences li?es ? l?accueil et au secours des migrants. Les autorit?s auraient alors organis? un pont a?rien et naval afin d??vacuer les migrants de Lampedusa. Le lendemain, des affrontements auraient eu lieu au port de l??le entre la population locale et un groupe d??trangers qui avait menac? de faire exploser des bouteilles de gaz. Le GIP expliqua qu?ainsi s??tait cr??e une situation qui risquait de d?g?n?rer et qui ?tait couverte par la notion d?? ?tat de n?cessit? ? (stato di necessit?) vis?e par l?article 54 du CP (paragraphe 34 ci-apr?s). Il s?imposait donc, conclut le GIP, de proc?der au transfert imm?diat d?une partie des migrants en utilisant, entre autres, des navires.
Quant au fait que, dans cette situation d?urgence, aucune d?cision formelle de r?tention ? bord de navires n?avait ?t? adopt?e, le GIP estima que ceci ne pouvait s?analyser en une arrestation ill?gale et que les conditions d?un transfert des migrants dans des CIE n??taient pas remplies. Il observa qu?en effet, d?une part, les CIE ?taient d?j? surpeupl?s et que, d?autre part, les accords pass?s avec les autorit?s tunisiennes amenaient ? penser que le renvoi avait vocation ? ?tre imm?diat. Le fait qu?on ait appliqu? aux int?ress?s une mesure de refoulement (respingimento) sans contr?le juridictionnel adopt?e plusieurs jours apr?s le d?barquement n??tait pas ill?gitime aux yeux du GIP. Pour lui, le calcul du ? d?lai raisonnable ? pour l?adoption de ces actes et pour le s?jour des ?trangers dans le CSPA devait tenir compte des difficult?s logistiques (?tat de la mer, distance entre l??le de Lampedusa et la Sicile) et du nombre de migrants concern?s. Dans ces circonstances, le GIP conclut qu?il n?y avait pas eu de violation de la loi.
Par ailleurs, il consid?ra qu?aucun dol ne pouvait ?tre imput? aux autorit?s, dont la conduite avait ?t? inspir?e, en premier lieu, par la poursuite de l?int?r?t public. Les migrants n?auraient subi aucun pr?judice injuste (danno ingiusto).
27. Dans la mesure o? les plaignants all?guaient que la fa?on dont les migrants avaient ?t? trait?s avait mis en p?ril leur sant?, le GIP releva qu?il ressortait des investigations qu?aucune des personnes ? bord des navires n?avait formul? de demande d?asile. Il constata que ceux qui, au CSPA de Lampedusa, avaient manifest? l?intention d?agir dans ce sens ainsi que les sujets vuln?rables avaient ?t? transf?r?s aux centres de Trapani, Caltanissetta et Foggia. Selon lui, les mineurs non accompagn?s avaient ?t? plac?s dans des structures ad hoc et aucune femme enceinte n??tait pr?sente ? bord des navires. Sur ces derniers, les migrants auraient pu b?n?ficier d?une assistance m?dicale, d?eau chaude, d??lectricit?, de repas et de boissons chaudes. Par ailleurs, le GIP indiqua qu?il ressortait d?une note d?une agence de presse du 25 septembre 2011 que T.R., un membre du Parlement, ?tait mont? ? bord des navires amarr?s dans le port de Palerme, et avait constat? que les migrants ?taient en bonne sant?, qu?ils ?taient assist?s et dormaient dans des cabines dot?es de linge ou sur des fauteuils inclinables (poltrone reclinabili). Certains Tunisiens auraient ?t? transf?r?s ? l?h?pital, d?autres auraient ?t? trait?s ? bord par le personnel sanitaire. Accompagn? par le chef adjoint de la police (vice questore) et par des fonctionnaires de police, le d?put? en question se serait entretenu avec certains migrants, et aurait ainsi constat? qu?ils avaient acc?s ? des lieux de pri?re, que la nourriture ?tait ad?quate (p?tes, poulet, accompagnement, fruits et eau) et que la Protection civile (Protezione civile) avait mis ? leur disposition des v?tements. Certains migrants se seraient plaints de l?absence de rasoirs, mais le d?put? aurait observ? qu?il s?agissait d?une mesure visant ? ?viter des actes d?automutilation.
28. Le GIP nota que, bien que les migrants ne fussent pas en ?tat de d?tention ou d?arrestation, une photographie parue dans un journal montrait l?un d?eux avec les mains ligot?es par des bandelettes noires et accompagn? par un agent de police. Il expliqua que l?int?ress? faisait partie d?un groupe restreint de personnes qui, craignant un renvoi imminent, s??taient livr?es ? des actes d?automutilation et avaient endommag? des autobus. Le GIP jugea que l?apposition des bandelettes s??tait av?r?e n?cessaire pour garantir l?int?grit? physique des personnes concern?es et pour ?viter des actes agressifs ? l?encontre des agents de police, qui n??taient ni arm?s ni dot?s d?autres moyens de coercition. En tout ?tat de cause, il estima que la conduite des agents de police ?tait justifi?e par un ? ?tat de n?cessit? ? au sens de l?article 54 du CP (paragraphe 34 ci-dessus).
29. ? la lumi?re de ce qui pr?c?de, le GIP conclut que le dossier ne contenait pas la preuve de l?existence des ?l?ments mat?riel et moral des infractions punies par les articles 323 et 606 du CP.
C. Les d?cisions du juge de paix d?Agrigente
30. Deux des migrants ayant fait l?objet de d?crets de refoulement attaqu?rent ces actes devant le juge de paix d?Agrigente.
31. Par deux ordonnances (decreti) des 4 juillet et 30 octobre 2011 respectivement, le juge de paix annula les d?crets de refoulement.
Dans ses motifs, le juge de paix observa que les plaignants avaient ?t? trouv?s sur le territoire italien respectivement les 6 mai et 18 septembre 2011 et que les d?crets litigieux n?avaient ?t? adopt?s que les 16 mai et 24 septembre 2011. Tout en reconnaissant que l?article 10 du d?cret-loi no 286 de 1998 (paragraphe 33 ci-apr?s) n?indiquait aucun d?lai pour l?adoption des d?crets de refoulement, le juge consid?ra qu?un acte qui, de par sa nature m?me, limitait la libert? de son destinataire devait ?tre pris dans un d?lai raisonnablement court ? compter de l?identification (fermo) de l??tranger irr?gulier. En conclure autrement, estima-t-il, ?quivalait ? permettre une r?tention de facto du migrant en l?absence d?une d?cision motiv?e de l?autorit?, ce qui ?tait contraire ? la Constitution.
II. LE DROIT ET LES DOCUMENTS INTERNES PERTINENTS
A. La Constitution
32. L?article 13 de la Constitution italienne se lit comme suit :
? La libert? personnelle est inviolable.
N?est admise aucune forme de d?tention, d?inspection ou de fouille personnelle, ni aucune autre restriction de la libert? personnelle, sauf par acte motiv? de l?autorit? judiciaire et uniquement dans les cas et selon les modalit?s pr?vus par la loi.
Dans des cas exceptionnels de n?cessit? et d?urgence, indiqu?s de mani?re pr?cise par la loi, l?autorit? de s?ret? publique peut adopter des mesures provisoires, qui doivent ?tre communiqu?es dans un d?lai de 48 heures ? l?autorit? judiciaire et [qui], si cette derni?re ne les valide pas dans les 48 heures suivantes, sont consid?r?es comme r?voqu?es et d?pourvues de toute efficacit?.
Toute violence physique et morale sur les personnes soumises ? des restrictions de libert? est punie.
La loi ?tablit la dur?e maximale de la d?tention provisoire (carcerazione preventiva). ?
B. Les dispositions en mati?re d??loignement des ?trangers en situation irr?guli?re
33. Le d?cret-loi (decreto legislativo) no 286 de 1998 (? Texte unifi? des dispositions concernant la r?glementation de l?immigration et les normes sur le statut des ?trangers ?), tel que modifi? par les lois no 271 de 2004 et no 155 de 2005 et par le d?cret-loi no 150 de 2011, contient entre autres les dispositions suivantes :
Article 10 (refoulement)
? 1. La police des fronti?res refoule (respinge) les ?trangers qui se pr?sentent aux fronti?res sans satisfaire aux crit?res fix?s par le pr?sent texte unifi? sur l?entr?e dans le territoire de l??tat.
2. Le refoulement avec accompagnement ? la fronti?re est par ailleurs ordonn? par le chef de la police (questore) ? l??gard des ?trangers :
a) qui entrent dans le territoire de l??tat en se soustrayant aux contr?les de fronti?re, lorsqu?ils sont arr?t?s au moment de l?entr?e dans le territoire ou tout de suite apr?s ;
b) qui (…) ont ?t? temporairement admis sur le territoire pour des n?cessit?s de secours public.
(…)
4. Les dispositions des alin?as 1 [et] 2 (…) ne s?appliquent pas aux cas pr?vus par les dispositions en vigueur r?gissant l?asile politique, l?octroi du statut de r?fugi? ou l?adoption de mesures de protection temporaire pour des motifs humanitaires.
(…). ?
Article 13 (expulsion administrative)
? 1. Pour des raisons d?ordre public ou de s?curit? de l??tat, le ministre de l?Int?rieur peut ordonner l?expulsion de l??tranger, m?me si celui-ci [n?a pas sa r?sidence] dans le territoire de l??tat, en informant pr?alablement le pr?sident du Conseil des ministres et le ministre des Affaires ?trang?res.
2. Le pr?fet ordonne l?expulsion lorsque l??tranger :
a) est entr? dans le territoire de l??tat en se soustrayant aux contr?les de fronti?re et n?a pas ?t? refoul? en application de l?article 10 ;
(…)
8. Un recours contre le d?cret d?expulsion peut ?tre pr?sent? devant l?autorit? judiciaire (…). ?
Article 14 (ex?cution de l?expulsion)
? 1. Lorsqu?en raison de la n?cessit? de secourir l??tranger, d?effectuer des contr?les suppl?mentaires quant ? son identit? ou ? sa nationalit? ou d?obtenir les documents de voyage, ou en raison de l?indisponibilit? du transporteur, il n?est pas possible d?ex?cuter rapidement l?expulsion par accompagnement ? la fronti?re ou le refoulement, le chef de la police (questore) ordonne que l??tranger soit retenu pendant le temps strictement n?cessaire aupr?s du centre d?identification et d?expulsion le plus proche, parmi ceux identifi?s ou cr??s par d?cret du ministre de l?Int?rieur en concertation (di concerto) avec les ministres de la Solidarit? sociale et du Tr?sor, du Budget et de la Planification ?conomique.
(…). ?
C. Le code p?nal
34. Dans ses parties pertinentes, l?article 54 ? 1 du CP se lit comme suit :
? N?est pas punissable le fait commis sous la contrainte de la n?cessit? de sauver [son auteur ou autrui] d?un danger actuel de pr?judice grave ? la personne, pourvu que ce danger n?ait pas ?t? volontairement provoqu? [par l?int?ress?] et ne p?t ?tre ?vit? autrement, et pourvu que ledit fait f?t proportionn? au danger. (…). ?
D. Le S?nat italien
35. Le 6 mars 2012, la commission extraordinaire pour les droits de l?homme du S?nat italien (ci-apr?s, la ? commission extraordinaire du S?nat ?) a approuv? un rapport ? sur l??tat [du respect] des droits de l?homme dans les institutions p?nitentiaires et dans les centres d?accueil et de r?tention des migrants en Italie ?. Visit? par la commission le 11 f?vrier 2009, le CSPA de Lampedusa y est d?crit notamment dans les passages suivants :
? L?accueil dans le centre de Lampedusa devait ?tre limit? au temps strictement n?cessaire pour ?tablir l?identit? du migrant et la l?galit? de son s?jour sur le territoire ou pour en d?cider l??loignement. En r?alit?, comme cela a ?t? d?nonc? par le HCR et par plusieurs organisations qui op?rent sur le terrain, les dur?es de s?jour se sont prolong?es parfois pendant plus de vingt jours sans qu?aient ?t? adopt?es de d?cisions formelles relatives au statut juridique des personnes retenues. La r?tention prolong?e, l?impossibilit? de communiquer avec l?ext?rieur, le manque de libert? de mouvement sans aucune mesure juridique ou administrative pr?voyant de telles restrictions ont provoqu? un climat de tension tr?s vif, qui s?exprime souvent par des actes d?automutilation. De nombreux appels de la part des organisations qui travaillent sur l??le se sont succ?d? ? propos de la l?galit? de cette situation.
(…)
On acc?de ? des pi?ces d?environ cinq m?tres sur six : elles sont destin?es ? accueillir 12 personnes. Dans les pi?ces se trouvent, l?un ? c?t? de l?autre, des lits superpos?s ? quatre niveaux sur lesquels prennent place jusqu?? 25 hommes par pi?ce (…). Dans de nombreux blocs, des matelas en caoutchouc mousse sont install?s le long des couloirs. Dans de nombreux cas, la mousse des matelas a ?t? d?chir?e pour ?tre utilis?e comme coussin. Dans certains cas, les matelas de deux personnes, prot?g?s par des toiles improvis?es, ont ?t? plac?s sur le palier des escaliers, ? l?ext?rieur (…). Au plafond, dans de nombreux cas, la protection en plastique des lumi?res a ?t? retir?e et les ampoules sont absentes. Au bout du couloir, d?un c?t?, on trouve les sanitaires et les douches. Il n?y a pas de porte et l?intimit? est garantie par des rideaux en tissu ou en plastique plac?s de mani?re improvis?e ici ou l?. II n?y a pas de robinet et les conduits ne distribuent l?eau que lorsqu?elle est activ?e au niveau central. L??coulement est parfois bloqu? ; au sol, de l?eau ou d?autres liquides ruissellent jusqu?au couloir et dans les pi?ces o? ont ?t? plac?s les matelas en caoutchouc mousse. L?odeur des latrines envahit tous les espaces. Il commence ? pleuvoir. Ceux qui se trouvent sur les escaliers en acier et doivent acc?der ? l??tage sup?rieur se mouillent et emm?nent dans les logements humidit? et salet?. ?
III. LES ACCORDS BILAT?RAUX AVEC LA TUNISIE
36. Le 5 avril 2011, le gouvernement italien a conclu un accord avec la Tunisie visant le contr?le de la vague d?immigration irr?guli?re provenant de ce pays.
37. Le texte de l?accord n?avait pas ?t? rendu public. Cependant, en annexe ? sa demande de renvoi devant la Grande Chambre, le Gouvernement a produit des extraits du proc?s-verbal d?une r?union tenue ? Tunis les 4 et 5 avril 2011 entre les ministres de l?Int?rieur tunisien et italien. D?apr?s un communiqu? de presse publi? sur le site internet du minist?re de l?Int?rieur italien le 6 avril 2011 , la Tunisie acceptait de renforcer le contr?le de ses fronti?res dans le but d??viter de nouveaux d?parts de clandestins, ? l?aide de moyens logistiques mis ? sa disposition par les autorit?s italiennes.
38. En outre, la Tunisie s?engageait ? accepter le retour imm?diat des Tunisiens arriv?s irr?guli?rement en Italie apr?s la date de conclusion de l?accord. Les ressortissants tunisiens pouvaient ?tre refoul?s par le biais de proc?dures simplifi?es, pr?voyant la simple identification de la personne concern?e par les autorit?s consulaires tunisiennes.
39. Selon les indications fournies par le Gouvernement dans son m?moire devant la Grande Chambre du 25 avril 2016, un premier accord avec la Tunisie avait ?t? conclu en 1998 ; il avait ?t? annonc? sur le site du minist?re de l?Int?rieur et dans les archives des trait?s du minist?re des Affaires ?trang?res et de la Coop?ration Internationale et publi? dans la Gazette des lois no 11 du 15 janvier 2000.
40. En annexe ? sa demande de renvoi devant la Grande Chambre, le Gouvernement a produit une note verbale relative ? l?accord bilat?ral conclu avec la Tunisie en 1998. ?manant du gouvernement italien et dat? du 6 ao?t 1998, le document en question, qui ne semble pas ?tre celui qui a ?t? appliqu? aux requ?rants (paragraphe 103 ci-apr?s), contient des dispositions en mati?re de coop?ration bilat?rale pour la pr?vention et la lutte contre l?immigration clandestine, de r?admission des ressortissants des deux pays, de renvoi au pays de provenance directe des ressortissants des pays tiers autres que ceux des pays membres de l?Union du Maghreb arabe et de restitution des personnes r?admises.
Il ressort du contenu de la note verbale que le gouvernement italien s?engageait ? soutenir la Tunisie dans la lutte contre l?immigration clandestine par un appui en ?quipements techniques et op?rationnels et par une contribution financi?re, et que chaque partie s?engageait ? reprendre sur son territoire, ? la demande de l?autre partie et sans formalit?s, toute personne ne remplissant pas les conditions d?entr?e ou de s?jour applicables sur le territoire de la partie requ?rante d?s lors qu?il ?tait ?tabli qu?elle poss?dait la nationalit? de la partie requise. La note indiquait quels ?taient les documents utiles ? l?identification des personnes concern?es pr?voyait (au point 5 du chapitre II) que si l?autorit? consulaire de la partie requise estimait devoir entendre ces personnes, un repr?sentant de celle-ci pouvait se rendre au bureau judiciaire, ou au centre d?accueil ou dans le lieu de soins o? les personnes concern?es ?taient l?galement h?berg?es, et ce aux fins de leur audition.
La note verbale d?crit ?galement les proc?dures pour la d?livrance de laissez-passer et de reconduite aux fronti?res et contient l?engagement du gouvernement italien de ? ne pas faire usage de renvois massifs ou sp?ciaux ?.
IV. LA ? DIRECTIVE RETOUR ?
41. Dans le cadre de l?Union europ?enne, le renvoi des ?trangers en situation irr?guli?re est r?glement? par la directive 2008/115/CE du Parlement europ?en et du Conseil du 16 d?cembre 2008 (dite ? directive retour ?), ? relative aux normes et proc?dures communes applicables dans les ?tats membres au retour des ressortissants de pays tiers en s?jour irr?gulier ?. Ce texte comprend notamment les dispositions suivantes :
Article premier
Objet
? La pr?sente directive fixe les normes et proc?dures communes ? appliquer dans les ?tats membres au retour des ressortissants de pays tiers en s?jour irr?gulier, conform?ment aux droits fondamentaux en tant que principes g?n?raux du droit communautaire ainsi qu?au droit international, y compris aux obligations en mati?re de protection des r?fugi?s et de droits de l?homme. ?
Article 2
Champ d?application
? 1. La pr?sente directive s?applique aux ressortissants de pays tiers en s?jour irr?gulier sur le territoire d?un ?tat membre.
2. Les ?tats membres peuvent d?cider de ne pas appliquer la pr?sente directive aux ressortissants de pays tiers:
a) faisant l?objet d?une d?cision de refus d?entr?e conform?ment ? l?article 13 du code fronti?res Schengen, ou arr?t?s ou intercept?s par les autorit?s comp?tentes ? l?occasion du franchissement irr?gulier par voie terrestre, maritime ou a?rienne de la fronti?re ext?rieure d?un ?tat membre et qui n?ont pas obtenu par la suite l?autorisation ou le droit de s?journer dans ledit ?tat membre ;
b) faisant l?objet d?une sanction p?nale pr?voyant ou ayant pour cons?quence leur retour, conform?ment au droit national, ou faisant l?objet de proc?dures d?extradition.
(…) ?
Article 8
?loignement
? 1. Les ?tats membres prennent toutes les mesures n?cessaires pour ex?cuter la d?cision de retour si aucun d?lai n?a ?t? accord? pour un d?part volontaire conform?ment ? l?article 7, paragraphe 4, ou si l?obligation de retour n?a pas ?t? respect?e dans le d?lai accord? pour le d?part volontaire conform?ment ? l?article 7.
2. Si un ?tat membre a accord? un d?lai de d?part volontaire conform?ment ? l?article 7, la d?cision de retour ne peut ?tre ex?cut?e qu?apr?s expiration de ce d?lai, ? moins que, au cours de celui-ci, un risque vis? ? l?article 7, paragraphe 4, apparaisse.
3. Les ?tats membres peuvent adopter une d?cision ou un acte distinct de nature administrative ou judiciaire ordonnant l??loignement.
4. Lorsque les ?tats membres utilisent ? en dernier ressort ? des mesures coercitives pour proc?der ? l??loignement d?un ressortissant d?un pays tiers qui s?oppose ? son ?loignement, ces mesures sont proportionn?es et ne comportent pas d?usage de la force allant au-del? du raisonnable. Ces mesures sont mises en oeuvre comme il est pr?vu par la l?gislation nationale, conform?ment aux droits fondamentaux et dans le respect de la dignit? et de l?int?grit? physique du ressortissant concern? d?un pays tiers.
5. Lorsque les ?tats membres proc?dent aux ?loignements par voie a?rienne, ils tiennent compte des orientations communes sur les mesures de s?curit? ? prendre pour les op?rations communes d??loignement par voie a?rienne, annex?es ? la d?cision 2004/573/CE.
6. Les ?tats membres pr?voient un syst?me efficace de contr?le du retour forc?. ?
Article 12
Forme
? 1. Les d?cisions de retour et, le cas ?ch?ant, les d?cisions d?interdiction d?entr?e ainsi que les d?cisions d??loignement sont rendues par ?crit, indiquent leurs motifs de fait et de droit et comportent des informations relatives aux voies de recours disponibles.
Les informations relatives aux motifs de fait peuvent ?tre limit?es lorsque le droit national permet de restreindre le droit ? l?information, en particulier pour sauvegarder la s?curit? nationale, la d?fense et la s?curit? publique, ou ? des fins de pr?vention et de d?tection des infractions p?nales et d?enqu?tes et de poursuites en la mati?re.
2. Sur demande, les ?tats membres fournissent une traduction ?crite ou orale des principaux ?l?ments des d?cisions li?es au retour vis?es au paragraphe 1, y compris des informations concernant les voies de recours disponibles, dans une langue que le ressortissant d?un pays tiers comprend ou dont il est raisonnable de supposer qu?il la comprend.
3. Les ?tats membres peuvent d?cider de ne pas appliquer le paragraphe 2 aux ressortissants d?un pays tiers qui ont p?n?tr? ill?galement sur le territoire d?un ?tat membre et qui n?ont pas obtenu par la suite l?autorisation ou le droit d?y s?journer.
Dans ce cas, les d?cisions li?es au retour vis?es au paragraphe 1 sont rendues au moyen d?un formulaire type pr?vu par la l?gislation nationale.
Les ?tats membres mettent ? disposition des documents d?information g?n?rale expliquant les principaux ?l?ments du formulaire type dans au moins cinq des langues les plus fr?quemment utilis?es ou comprises par les migrants ill?gaux entrant dans l??tat membre concern?. ?
Article 13
Voies de recours
? 1. Le ressortissant concern? d?un pays tiers dispose d?une voie de recours effective pour attaquer les d?cisions li?es au retour vis?es ? l?article 12, paragraphe 1, devant une autorit? judiciaire ou administrative comp?tente ou une instance comp?tente compos?e de membres impartiaux et jouissant de garanties d?ind?pendance.
2. L?autorit? ou l?instance vis?e au paragraphe 1 est comp?tente pour r?examiner les d?cisions li?es au retour vis?es ? l?article 12, paragraphe 1, et peut notamment en suspendre temporairement l?ex?cution, ? moins qu?une suspension temporaire ne soit d?j? applicable en vertu de la l?gislation nationale.
3. Le ressortissant concern? d?un pays tiers a la possibilit? d?obtenir un conseil juridique, une repr?sentation juridique et, en cas de besoin, une assistance linguistique.
4. Les ?tats membres veillent ? ce que l?assistance juridique et/ou la repr?sentation n?cessaires soient accord?es sur demande gratuitement conform?ment ? la l?gislation ou ? la r?glementation nationale applicable en mati?re d?assistance juridique et peuvent pr?voir que cette assistance juridique et/ou cette repr?sentation gratuites sont soumises aux conditions ?nonc?es ? l?article 15, paragraphes 3 ? 6, de la directive 2005/85/CE. ?
Article 15
R?tention
? 1. ? moins que d?autres mesures suffisantes, mais moins coercitives, puissent ?tre appliqu?es efficacement dans un cas particulier, les ?tats membres peuvent uniquement placer en r?tention le ressortissant d?un pays tiers qui fait l?objet de proc?dures de retour afin de pr?parer le retour et/ou de proc?der ? l??loignement, en particulier lorsque :
a) il existe un risque de fuite, ou
b) le ressortissant concern? d?un pays tiers ?vite ou emp?che la pr?paration du retour ou de la proc?dure d??loignement.
Toute r?tention est aussi br?ve que possible et n?est maintenue qu?aussi longtemps que le dispositif d??loignement est en cours et ex?cut? avec toute la diligence requise.
2. La r?tention est ordonn?e par les autorit?s administratives ou judiciaires.
La r?tention est ordonn?e par ?crit, en indiquant les motifs de fait et de droit.
Si la r?tention a ?t? ordonn?e par des autorit?s administratives, les ?tats membres :
a) soit pr?voient qu?un contr?le juridictionnel acc?l?r? de la l?galit? de la r?tention doit avoir lieu le plus rapidement possible ? compter du d?but de la r?tention,
b) soit accordent au ressortissant concern? d?un pays tiers le droit d?engager une proc?dure par laquelle la l?galit? de la r?tention fait l?objet d?un contr?le juridictionnel acc?l?r? qui doit avoir lieu le plus rapidement possible ? compter du lancement de la proc?dure en question. Dans ce cas, les ?tats membres informent imm?diatement le ressortissant concern? d?un pays tiers de la possibilit? d?engager cette proc?dure.
Le ressortissant concern? d?un pays tiers est imm?diatement remis en libert? si la r?tention n?est pas l?gale.
3. Dans chaque cas, la r?tention fait l?objet d?un r?examen ? intervalles raisonnables soit ? la demande du ressortissant concern? d?un pays tiers, soit d?office. En cas de p?riodes de r?tention prolong?es, les r?examens font l?objet d?un contr?le par une autorit? judiciaire.
4. Lorsqu?il appara?t qu?il n?existe plus de perspective raisonnable d??loignement pour des consid?rations d?ordre juridique ou autres ou que les conditions ?nonc?es au paragraphe 1 ne sont plus r?unies, la r?tention ne se justifie plus et la personne concern?e est imm?diatement remise en libert?.
5. La r?tention est maintenue aussi longtemps que les conditions ?nonc?es au paragraphe 1 sont r?unies et qu?il est n?cessaire de garantir que l??loignement puisse ?tre men? ? bien. Chaque ?tat membre fixe une dur?e d?termin?e de r?tention, qui ne peut pas d?passer six mois.
6. Les ?tats membres ne peuvent pas prolonger la p?riode vis?e au paragraphe 5, sauf pour une p?riode d?termin?e n?exc?dant pas douze mois suppl?mentaires, conform?ment au droit national, lorsque, malgr? tous leurs efforts raisonnables, il est probable que l?op?ration d??loignement dure plus longtemps en raison :
a) du manque de coop?ration du ressortissant concern? d?un pays tiers, ou
b) des retards subis pour obtenir de pays tiers les documents n?cessaires. ?
Article 16
Conditions de r?tention
? 1. La r?tention s?effectue en r?gle g?n?rale dans des centres de r?tention sp?cialis?s. Lorsqu?un ?tat membre ne peut les placer dans un centre de r?tention sp?cialis? et doit les placer dans un ?tablissement p?nitentiaire, les ressortissants de pays tiers plac?s en r?tention sont s?par?s des prisonniers de droit commun.
2. Les ressortissants de pays tiers plac?s en r?tention sont autoris?s ? ? leur demande ? ? entrer en contact en temps utile avec leurs repr?sentants l?gaux, les membres de leur famille et les autorit?s consulaires comp?tentes.
3. Une attention particuli?re est accord?e ? la situation des personnes vuln?rables. Les soins m?dicaux d?urgence et le traitement indispensable des maladies sont assur?s.
4. Les organisations et instances nationales, internationales et non gouvernementales comp?tentes ont la possibilit? de visiter les centres de r?tention vis?s au paragraphe 1, dans la mesure o? ils sont utilis?s pour la r?tention de ressortissants de pays tiers conform?ment au pr?sent chapitre. Ces visites peuvent ?tre soumises ? une autorisation.
5. Les ressortissants de pays tiers plac?s en r?tention se voient communiquer syst?matiquement des informations expliquant le r?glement des lieux et ?non?ant leurs droits et leurs devoirs. Ces informations portent notamment sur leur droit, conform?ment au droit national, de contacter les organisations et instances vis?es au paragraphe 4. ?
Article 18
Situations d?urgence
? 1. Lorsqu?un nombre exceptionnellement ?lev? de ressortissants de pays tiers soumis ? une obligation de retour fait peser une charge lourde et impr?vue sur la capacit? des centres de r?tention d?un ?tat membre ou sur son personnel administratif et judiciaire, l??tat membre en question peut, aussi longtemps que cette situation exceptionnelle persiste, d?cider d?accorder pour le contr?le juridictionnel des d?lais plus longs que ceux pr?vus ? l?article 15, paragraphe 2, troisi?me alin?a, et de prendre des mesures d?urgence concernant les conditions de r?tention d?rogeant ? celles ?nonc?es ? l?article 16, paragraphe 1, et ? l?article 17, paragraphe 2.
2. Lorsqu?il recourt ? ce type de mesures exceptionnelles, l??tat membre concern? en informe la Commission. Il informe ?galement la Commission d?s que les motifs justifiant l?application de ces mesures ont cess? d?exister.
3. Aucune disposition du pr?sent article ne saurait ?tre interpr?t?e comme autorisant les ?tats membres ? d?roger ? l?obligation g?n?rale qui leur incombe de prendre toutes les mesures appropri?es, qu?elles soient g?n?rales ou particuli?res, pour veiller au respect de leurs obligations d?coulant de la pr?sente directive. ?
42. Appel?e ? interpr?ter la ? directive retour ?, la Cour de Justice de l?Union europ?enne (ci-apr?s, la ? CJUE ?) a dit que tout ?tranger a le droit d?exprimer, avant l?adoption d?une d?cision concernant son renvoi, son point de vue sur la l?galit? de son s?jour (voir, notamment, Khaled Boudjlida c. Pr?fet des Pyr?n?es-Atlantiques, affaire C-249/13, arr?t du 11 d?cembre 2014, points 28-35).
43. Il ressort de la jurisprudence de la CJUE que, malgr? l?absence de disposition expresse pr?voyant le respect du droit d??tre entendu dans la ? directive retour ?, ce droit s?applique en tant que principe fondamental du droit de l?Union (voir, notamment, les articles 41, 47 et 48 de la Charte des droits fondamentaux de l?Union europ?enne ; arr?ts M.G. et N.R c. Staatssecretaris van Veiligheid en Justitie, C-383/13 PPU, 10 septembre 2013, point 32, et Sophie Mukarubega c. Pr?fet de police et Pr?fet de la Seine-Saint-Denis, C-166/13, arr?t 5 novembre 2014, points 42-45).
La CJUE a pr?cis? que le droit d??tre entendu : a) garantit ? toute personne la possibilit? de faire conna?tre, de mani?re utile et effective, son point de vue au cours de la proc?dure administrative et avant l?adoption de toute d?cision susceptible d?affecter de mani?re d?favorable ses int?r?ts (arr?ts Khaled Boudjlida, pr?cit?, point 36, et Sophie Mukarubega, pr?cit?, point 46) ; et b) a pour but que l?autorit? comp?tente soit mise ? m?me de tenir utilement compte de l?ensemble des ?l?ments pertinents, pr?tant toute l?attention requise aux observations soumises par l?int?ress? et motivant sa d?cision de fa?on circonstanci?e (arr?t Khaled Boudjlida, pr?cit?, points 37 et 38).
Dans l?arr?t Khaled Boudjlida (pr?cit?, points 55, 64-65 et 67) la CJUE a ajout? : a) que l?int?ress? ne doit pas n?cessairement pouvoir s?exprimer sur tous les ?l?ments sur lesquels l?autorit? nationale entend fonder sa d?cision de retour, mais doit simplement avoir l?opportunit? de pr?senter les ?ventuels motifs qui emp?cheraient son ?loignement ; b) que le droit d??tre entendu pendant la proc?dure de retour ne s?accompagne pas du droit ? une assistance juridique gratuite ; et c) que la dur?e de l?audition n?est pas d?terminante pour savoir si l?int?ress? a effectivement ?t? entendu (en l?esp?ce, elle avait dur? environ 30 minutes).
44. Selon la CJUE, une d?cision prise suite ? une proc?dure administrative qui a viol? le droit d??tre entendu ne peut ?tre annul?e que si, en l?absence de cette irr?gularit?, la proc?dure aurait abouti ? un r?sultat diff?rent (M.G. et N.R, pr?cit?, points 38 et 44, concernant des d?cisions de prolongation de mesures de r?tention ? des fins d??loignement ; aux points 41-43 de cet arr?t, la CJUE a pr?cis? qu?une conclusion contraire risquerait de porter atteinte ? l?effet utile de la directive et remettrait en cause l?objectif d??loignement).
45. Enfin, la CJUE a affirm? que le droit d??tre entendu peut ?tre soumis ? des restrictions, ? condition que celles-ci r?pondent ? des objectifs d?int?r?t g?n?ral et qu?elles ne constituent pas, au regard du but poursuivi, une intervention d?mesur?e et intol?rable qui porterait atteinte ? la substance du droit (M.G. et N.R, pr?cit?, point 33, et Sophie Mukarubega, pr?cit?, points 53 et 82, o? il est indiqu? que les autorit?s nationales n?ont pas l?obligation d?entendre la personne concern?e ? deux reprises dans le cadre de sa demande de s?jour puis de son ?loignement, mais seulement dans l?une de ces proc?dures).
V. AUTRES TEXTES INTERNATIONAUX PERTINENTS
A. La Commission du droit international
46. Lors de sa soixante-sixi?me session, en 2014, la Commission du droit international a adopt? un ? Projet d?articles sur l?expulsion des ?trangers ?. Ce texte, dont l?Assembl?e g?n?rale des Nations Unies a pris note (r?solution A/RES/69/119 du 10 d?cembre 2014), comprend notamment les dispositions suivantes :
Article 2
D?finitions
? Aux fins du pr?sent projet d?articles:
a) ?Expulsion? s?entend d?un acte juridique ou d?un comportement attribuable ? un ?tat par lequel un ?tranger est contraint de quitter le territoire de cet ?tat; elle n?inclut pas l?extradition vers un autre ?tat, ni le transfert ? une juridiction p?nale internationale, ni la non-admission d?un ?tranger dans un ?tat;
b) ??tranger? s?entend d?un individu qui n?a pas la nationalit? de l??tat sur le territoire duquel il se trouve. ?
Article 3
Droit d?expulsion
? Un ?tat a le droit d?expulser un ?tranger de son territoire. L?expulsion doit se faire dans le respect du pr?sent projet d?articles, sans pr?judice des autres r?gles applicables du droit international, en particulier celles relatives aux droits de l?homme. ?
Article 4
Obligation de conformit? ? la loi
? Un ?tranger ne peut ?tre expuls? qu?en ex?cution d?une d?cision prise conform?ment ? la loi. ?
Article 5
Motifs d?expulsion
? 1. Toute d?cision d?expulsion doit ?tre motiv?e.
2. Un ?tat ne peut expulser un ?tranger que pour un motif pr?vu par la loi.
3. Le motif d?expulsion doit ?tre appr?ci? de bonne foi et de mani?re raisonnable, ? la lumi?re de toutes les circonstances, en tenant compte notamment, lorsque cela est pertinent, de la gravit? des faits, du comportement de l??tranger concern? ou de l?actualit? de la menace que les faits g?n?rent.
4. Un ?tat ne peut expulser un ?tranger pour un motif contraire ? ses obligations en vertu du droit international. ?
Article 9
Interdiction de l?expulsion collective
? 1. Aux fins du pr?sent projet d?article, l?expulsion collective s?entend de l?expulsion d??trangers en tant que groupe.
2. L?expulsion collective des ?trangers est interdite.
3. Un ?tat peut expulser concomitamment les membres d?un groupe d??trangers, ? condition que la mesure d?expulsion soit prise ? l?issue et sur la base d?une appr?ciation de la situation particuli?re de chacun des membres qui forment le groupe conform?ment au pr?sent projet d?articles.
4. Le pr?sent projet d?article est sans pr?judice des r?gles de droit international applicables ? l?expulsion des ?trangers en cas de conflit arm? impliquant l??tat expulsant. ?
Article 13
Obligation de respecter la dignit? humaine et les droits de l?homme
de l??tranger objet de l?expulsion
? 1. Tout ?tranger objet d?une expulsion est trait? avec humanit? et avec le respect de la dignit? inh?rente ? la personne humaine tout au long de la proc?dure d?expulsion.
2. Il a droit au respect de ses droits de l?homme, notamment ceux ?nonc?s dans le pr?sent projet d?articles. ?
Article 15
Personnes vuln?rables
? 1. Les enfants, les personnes ?g?es, les personnes handicap?es, les femmes enceintes et d?autres personnes vuln?rables faisant l?objet d?une expulsion doivent ?tre consid?r?s comme tels et doivent ?tre trait?s et prot?g?s en tenant d?ment compte de leur vuln?rabilit?.
2. En particulier, dans toutes les d?cisions qui concernent des enfants faisant l?objet d?une expulsion, l?int?r?t sup?rieur de l?enfant doit ?tre une consid?ration primordiale. ?
Article 17
Prohibition de la torture et des peines ou traitements cruels,
inhumains ou d?gradants
? L??tat expulsant ne peut soumettre l??tranger objet de l?expulsion ? la torture ni ? des peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants. ?
Article 19
D?tention de l??tranger aux fins d?expulsion
? 1. a) La d?tention d?un ?tranger aux fins d?expulsion ne doit pas ?tre arbitraire ni avoir un caract?re punitif.
b) Un ?tranger d?tenu aux fins d?expulsion doit, sauf dans des circonstances exceptionnelles, ?tre s?par? des personnes condamn?es ? des peines de privation de libert?.
2. a) La dur?e de la d?tention doit ?tre limit?e ? un laps de temps qui est raisonnablement n?cessaire ? l?ex?cution de l?expulsion. Toute d?tention d?une dur?e excessive est interdite.
b) La prolongation de la dur?e de la d?tention ne peut ?tre d?cid?e que par une juridiction ou par une autre autorit? comp?tente soumise ? contr?le judiciaire.
3. a) La d?tention d?un ?tranger objet d?une expulsion doit faire l?objet d?un examen ? ?ch?ances r?guli?res fond? sur des crit?res pr?cis d?finis par la loi;
b) Sous r?serve du paragraphe 2, il est mis fin ? la d?tention aux fins de l?expulsion lorsque l?expulsion ne peut pas ?tre mise ? ex?cution, sauf lorsque les raisons en sont imputables ? l??tranger concern?. ?
47. Dans son commentaire ? l?article 9 du projet, la Commission du droit international a not?, entre autres, ce qui suit :
? 1) Le projet d?article 9 inclut, en son paragraphe 1, une d?finition de l?expulsion collective aux fins du projet d?articles. Selon cette d?finition, l?expulsion collective s?entend de l?expulsion d??trangers ?en tant que groupe?. Cette formulation est inspir?e de la jurisprudence de la Cour europ?enne des droits de l?homme. Le Rapporteur sp?cial de la Commission des droits de l?homme sur les droits des non-ressortissants, M. David Weissbrodt, l?a ?galement fait sienne dans son rapport final de 2003. Seul l??l?ment ?collectif? est abord? dans cette d?finition, qui doit ?tre comprise ? la lumi?re de la d?finition g?n?rale de l?expulsion qui figure au projet d?article 2 a).
(…).
4) L?interdiction de l?expulsion collective des ?trangers, qui est ?nonc?e au paragraphe 2 du projet d?article 9, doit se lire ? la lumi?re du paragraphe 3, qui l??lucide en pr?cisant les conditions auxquelles les membres d?un groupe d??trangers peuvent ?tre expuls?s concomitamment sans pour autant qu?une telle mesure soit ? consid?rer comme une expulsion collective au sens du projet d?articles. Le paragraphe 3 indique qu?une telle expulsion est admissible ? condition qu?elle soit prise ? l?issue et sur la base d?une appr?ciation de la situation individuelle de chacun des membres qui forment le groupe conform?ment au pr?sent projet d?articles. Cette derni?re indication vise en particulier le paragraphe 3 du projet d?article 5 qui dispose que le motif d?expulsion doit ?tre appr?ci? de bonne foi et de mani?re raisonnable, ? la lumi?re de toutes les circonstances, en tenant compte notamment, lorsque cela est pertinent, de la gravit? des faits, du comportement de l??tranger concern? ou de l?actualit? de la menace que les faits g?n?rent.
(…). ?
B. L?Assembl?e parlementaire du Conseil de l?Europe
48. Les faits de l?esp?ce s?inscrivent dans le contexte d?arriv?es massives de migrants irr?guliers sur les c?tes italiennes en 2011, ? la suite notamment des soul?vements en Tunisie, puis du conflit en Libye.
49. Dans ce contexte, l?Assembl?e parlementaire du Conseil de l?Europe (APCE) a constitu? une sous-commission ad hoc ? sur l?arriv?e massive de migrants en situation irr?guli?re, de demandeurs d?asile et de r?fugi?s sur les rivages du sud de l?Europe ? (ci-apr?s, ? la sous-commission ad hoc de l?APCE ?), qui a effectu? une visite d?information ? Lampedusa les 23 et 24 mai 2011. Un rapport de visite a ?t? publi? le 30 septembre 2011. Ses parties pertinentes se lisent comme suit :
? II. Historique de Lampedusa en mati?re d?accueil de flux migratoires mixtes
(…)
9. En raison de sa position g?ographique proche des c?tes africaines, l??le de Lampedusa a connu plusieurs ?pisodes durant lesquels elle a d? faire face ? de nombreuses arriv?es par mer de personnes souhaitant se rendre en Europe (31 252 personnes en 2008, 11 749 en 2007, 18 047 en 2006, 15 527 en 2005).
10. Les arriv?es se sont consid?rablement rar?fi?es en 2009 et 2010 (respectivement 2 947 et 459) suite ? un accord conclu entre l?Italie et la Libye de Mouammar Kadhafi. Cet accord, fortement critiqu? en raison des violations des droits de l?homme en Libye et des conditions de vie d?plorables des migrants, r?fugi?s et demandeurs d?asile dans le pays, a aussi fait l?objet de critiques parce qu?il pr?sentait le risque, confirm? depuis par le HCR, que des demandeurs d?asile et des r?fugi?s se voient interdire l?acc?s ? la protection internationale. Il s?est cependant r?v?l? extr?mement efficace pour stopper les arriv?es, de sorte que les centres d?accueil de l??le ont ?t? ferm?s et que les organisations internationales actives ? Lampedusa ont suspendu leur pr?sence sur le terrain.
11. En 2011, suite aux soul?vements en Tunisie, puis en Libye, l??le s?est trouv?e confront?e ? une nouvelle vague d?arriv?es par bateaux. Les arriv?es ont repris en deux temps. En premier lieu, ce sont des Tunisiens qui sont arriv?s sur l??le, suivis de bateaux en provenance de la Libye, sur lesquels se trouvaient un grand nombre de femmes et de jeunes enfants. Les arriv?es ont commenc? le 29 janvier 2011 et rapidement la population de l??le s?en est trouv?e multipli?e par deux.
12. Suite ? ces arriv?es, l?Italie a rapidement d?clar? l??tat d?urgence humanitaire sur l??le de Lampedusa et appel? ? la solidarit? des ?tats membres de l?Union europ?enne. Des pouvoirs d?urgence ont ?t? confi?s au pr?fet de Palerme pour g?rer la situation.
13. ? la date du 21 septembre 2011, 55 298 personnes ?taient arriv?es par la mer ? Lampedusa (parmi elles 27 315 de Tunisie et 27 983 de Libye, notamment des Nig?riens, des Ghan?ens, des Maliens et des Ivoiriens).
(…).
V. Les acteurs sur le terrain et leurs responsabilit?s
26. La direction de la police de la province d?Agrigente est responsable de toutes les questions li?es ? la r?ception des arrivants sur l??le jusqu?? leur transfert. C?est aussi la direction de la police qui supervise [le partenaire priv?] Accoglienza, qui g?re les deux centres d?accueil de l??le. Le bureau de la police de l?immigration de la province d?Agrigente est charg? de proc?der ? l?identification, aux transferts et aux renvois ?ventuels des arrivants. Depuis le 13 avril 2011, c?est la Protection civile italienne qui coordonne la gestion des flux migratoires en provenance d?Afrique du Nord.
27. La communaut? internationale est ?galement fortement mobilis?e sur le terrain. Le Haut Commissariat des Nations unies pour les r?fugi?s (HCR), l?Organisation internationale pour les migrations (OIM), la Croix-Rouge, l?Ordre de Malte et l?ONG Save the Children ont des ?quipes sur le terrain.
28. Le HCR, l?OIM, la Croix-Rouge et Save the Children font partie du ? Praesidium Project ? et apportent leur assistance ? la gestion des flux migratoires mixtes par la mer sur Lampedusa. Ces organisations sont autoris?es ? avoir une pr?sence permanente ? l?int?rieur des centres d?accueil de Lampedusa et disposent d?interpr?tes et de m?diateurs culturels. D?s f?vrier 2011, elles ont d?p?ch? des ?quipes sur place (comme on l?a vu, leur pr?sence avait ?t? suspendue avec la diminution des arriv?es). Le ? Praesidium Project ?, qui a depuis ?t? ?tendu dans d?autres centres en Italie, fait figure d?exemple de bonne pratique en Europe et les organisations impliqu?es ont publi? conjointement un guide de gestion des flux migratoires mixtes par la mer (il existe pour l?instant uniquement en italien, mais il sera bient?t traduit en anglais).
29. Les membres de la sous-commission ad hoc ont pu constater que tous ces acteurs travaillaient en bonne intelligence, dans un effort de coordination et avec pour but commun prioritaire de sauver des vies lors des op?rations de sauvetage en mer, de faire le maximum pour accueillir les arrivants dans des conditions d?centes, puis d?aider ? ce qu?ils soient transf?r?s rapidement vers d?autres centres ailleurs en Italie.
VI. Structures d?accueil de Lampedusa
30. Il est essentiel que les transferts vers des centres ailleurs en Italie soient effectu?s le plus rapidement possible car les capacit?s d?accueil dont dispose l??le de Lampedusa sont ? la fois insuffisantes pour accueillir le nombre d?arrivants et inadapt?es ? des s?jours de plusieurs jours.
31. Lampedusa a deux centres d?accueil : le centre principal ? Contrada Imbriacola et la Base Loran.
32. Le centre principal est un centre d?accueil initial et d?h?bergement (CSPA). La sous-commission ad hoc a ?t? inform?e par le Directeur du centre que la capacit? d?accueil varie de 400 ? 1 000 places. ? la date de la visite, le centre h?bergeait 804 personnes. Les conditions d?accueil ?taient correctes, quoique tr?s basiques. Les pi?ces ?taient remplies de matelas pos?s les uns contre les autres ? m?me le sol. Les b?timents, qui sont des blocs pr?fabriqu?s, sont a?r?s puisque les pi?ces disposent de fen?tres et, lorsque le centre accueille un nombre de personnes correspondant ? ses capacit?s, les sanitaires semblent suffisants.
33. Lors de la visite de la sous-commission, ce centre ?tait scind? en deux parties. L?une ?tait r?serv?e aux personnes arrivant de Libye et aux mineurs non accompagn?s (y compris les mineurs non accompagn?s tunisiens). L?autre, un centre ferm? ? l?int?rieur du centre (lui-m?me ferm?), ?tait r?serv?e aux adultes tunisiens.
(…).
VIII. Contr?les sanitaires
41. Les ?quipes m?dicales et sanitaires des diff?rentes organisations (Croix-Rouge, MSF, Ordre de Malte) et les nombreuses ?quipes r?gionales sont coordonn?es par le chef de l?unit? de sant? de Palerme.
42. D?s que les garde-c?tes ont connaissance de l?arriv?e d?un bateau, ils pr?viennent le coordinateur m?dical et l?informent du nombre de personnes qui se trouvent ? bord. Toutes les personnes concern?es sont alors imm?diatement inform?es et mobilis?es, ? toute heure du jour et de la nuit.
43. Les premiers contr?les de l??tat de sant? des personnes arrivant sont effectu?s sur le port, d?s le d?barquement. En amont, des membres/m?decins de l?ordre de Malte accompagnent les garde-c?tes ou la douane lors des op?rations d?interception et de sauvetage en mer. Ils informent les ?quipes m?dicales mobilis?es sur le port de possibles cas n?cessitant une prise en charge m?dicale sp?cifique et imm?diate.
44. D?s leur d?barquement, les arrivants sont rapidement class?s en fonction de leurs besoins, selon un code de couleurs bien d?fini. Les personnes n?cessitant une hospitalisation sont transf?r?es par h?licopt?re vers Palerme ou ailleurs. Les h?pitaux sont dans l?obligation d?accepter ces patients, m?me au-del? de leur capacit?.
45. Parfois le temps manque pour effectuer les premiers contr?les de tous les arrivants sur le port, et ces contr?les doivent donc ?tre poursuivis dans les centres d?accueil. L?accent a ?t? mis sur la n?cessit? ?galement d?avoir dans les centres des proc?dures aussi standardis?es que possible.
46. Les probl?mes les plus fr?quents sont : le mal de mer, les troubles des voies respiratoires sup?rieures, les br?lures (fuel, eau de mer, soleil ou une combinaison des trois), la d?shydratation, une douleur g?n?ralis?e (en raison de la posture sur le bateau), les troubles psychologiques ou un stress aigu (en raison du risque ?lev? de perdre la vie pendant la travers?e). Certaines personnes arrivant de Libye souffraient de stress aigu avant m?me d?entamer la travers?e. Les arrivants sont des personnes extr?mement vuln?rables qui peuvent avoir ?t? victimes de violences physiques et/ou psychologiques et leurs traumatismes sont parfois dus aux traitements qu?ils ont subis en Libye. Par ailleurs, de nombreuses femmes sont enceintes et doivent ?tre examin?es plus attentivement. Quelques cas de tuberculose ont ?t? d?tect?s et les personnes concern?es ont imm?diatement ?t? mises en quarantaine dans un h?pital.
47. L??valuation de l??tat de sant? des arrivants sur Lampedusa reste ? caract?re g?n?ral. Une ?valuation individuelle n?est pas possible sur l??le et elle est effectu?e ailleurs apr?s transfert. Toutefois, toute personne qui demande ? ?tre examin?e peut l??tre et aucune demande en ce sens n?est rejet?e. Le chef de l?unit? de sant? de Palerme proc?de ? une inspection r?guli?re des ?quipements sanitaires et de l?alimentation des centres.
48. MSF et la Croix-Rouge ont fait part de leur inqui?tude quant aux conditions sanitaires en cas de surpeuplement des centres. Il a ?galement ?t? soulign? que les Tunisiens, s?par?s des autres arrivants par une barri?re ferm?e, ne disposaient pas d?un acc?s direct aux ?quipes m?dicales du centre d?accueil.
IX. Information sur les proc?dures d?asile
49. L??quipe du HCR informe succinctement les arrivants des proc?dures d?asile existantes mais il a ?t? soulign? que Lampedusa n??tait pas l?endroit dans lequel les r?fugi?s et demandeurs d?asile potentiels recevaient une information exhaustive en la mati?re. Ces informations, ainsi que l?assistance pour les d?marches de demande d?asile, sont prodigu?es une fois que les arrivants ont ?t? transf?r?s dans d?autres centres d?accueil, ? caract?re moins provisoire, ailleurs en Italie. Si certains expriment le souhait de demander l?asile, le HCR transmet l?information ? la police italienne.
50. Cependant, lorsque le nombre d?arrivants est important (ce qui est de plus en plus souvent le cas) et que les transferts sont effectu?s tr?s rapidement, il arrive que les arrivants ne soient pas inform?s de leur droit de demander l?asile. Ils sont alors inform?s dans le centre dans lequel ils sont transf?r?s. Cette lacune concernant l?information sur l?acc?s ? la protection internationale peut poser probl?me dans la mesure o? les personnes de certaines nationalit?s sont susceptibles d??tre renvoy?es directement dans leur pays d?origine. En r?gle g?n?rale, cependant, les arrivants ne sont pas en mesure de recevoir imm?diatement une information d?taill?e sur l?acc?s ? la proc?dure d?asile. L?urgence est ailleurs : ils sont ?puis?s, d?sorient?s, et veulent se laver, manger et dormir.
X. Les Tunisiens
51. Lors de la derni?re vague d?arriv?es, les Tunisiens ont ?t? les premiers ? accoster ? Lampedusa en f?vrier 2011. Ces arriv?es ont ?t? probl?matiques pour plusieurs raisons. Comme indiqu? plus haut, les arriv?es par mer s??tant consid?rablement r?duites en 2009 et 2010, les centres d?accueil de l??le ?taient ferm?s. Les mig

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

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Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024