A.N.P.T.ES. Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati. Oltre 5.000 espropri trattati in 15 anni di attività.
Qui trovi tutto cio che ti serve in tema di espropriazione per pubblica utilità.

Se desideri chiarimenti in tema di espropriazione compila il modulo cliccando qui e poi chiamaci ai seguenti numeri: 06.91.65.04.018 - 340.95.85.515

Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE KAYNAR ET AUTRES c. TURQUIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41,06,P1-1
Numero: 21104/06 51103/06 18809/07
Stato: Turchia
Data: 2019-05-07 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

SECONDA SEZIONE

AFFAIRE KAYNAR E AUTRES v. TURCHIA

(Richiesten. 21104/06, 51103/06 e 18809/07)

Strasburgo

gioved? 7 maggio 2019

Finale

07/08/2019

Tale sentenza ? diventata definitiva ai sensi dell’articolo 44-2 della Convenzione. Pu? subire alterazioni di forma.
In Kaynar et al v. Turchia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (seconda sezione), seduta in una camera composta da:
Robert Spano, Presidente,
Paul Lemmens,
Ial Karaka,
Julia Laffranque,
Ivana Jeli,
Arnfinn Bedsen,
Darian Pavli, Giudici,e
Hasan Bak-rc, Vice Clerk dellaSezione,
Dopo aver deliberato in aula il 2 aprile 2019,
Formula la seguente sentenza, adottata in tale data:
Procedura
1. All’origine del caso vi sono tre domande (nos 21104/06, 51103/06 e 18809/07) contro la Repubblica di Turchia e tra cui tre cittadini di tale Stato, Il Sig. Naci Kaynar (richiestan. 21104/06), la sig.ra Aye Boztepe (richiesta n. 51103/06) e la signora Cemile Boerge Ku-man (richiesta n. 18809/07) (“i richiedenti”), hanno deferito la questione alla Corte l’8 aprile (richiesta n. 51103/06) e 18186) dicembre 2006 (richieste 51103/06 e 18809/07) ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione sulla protezione dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“La Convenzione”).
2. Le ricorrenti erano rappresentate dal E. Pek?e e da Gemalmaz, avvocati di Istanbul. Il governo turco (“Il governo”) era rappresentato dal suo agente.
3. Le ricorrenti hanno denunciato una violazione del loro diritto al rispetto dei loro beni a causa di un’interferenza legislativa. Inoltre, invocando l’articolo 6 della Convenzione, la ricorrente 51103/06 e la ricorrente n. 18809/07 denunciano un’eccessiva durata del procedimento interno e la mancanza di motivazione per le decisioni giudiziarie.
4. Il 1 settembre 2010 le richieste sono state comunicate al governo.
I fatti
I. LE CIRCOSTANZE DELLA SPECIE
5. I richiedenti sono cittadini turchi nati rispettivamente nel 1953, 1938 e 1967 e residenti ad Anakkale.
6. Nel 1993, la ricorrente (richiesta 21104/06) e, nel 1995, le ricorrenti (richiesta 51103/06 e richiesta n. 18809/07) hanno acquisito, per acquisto, terreni situati sull’isola di Gokaeada. Queste terre sono state classificate come “sito naturale di classe 3” e non sono state soggette ad alcun titolo. Nel 1996, durante la costruzione di opere a terra, il terreno in questione ? stato registrato a nome del Tesoro.
7. Il 10 giugno 1996, le ricorrenti hanno portato il caso al Tribunale di Gok?ada (“il tribunale”). Essi contestarono i lavoratori della terra e chiesero che i terreni fossero inclusi nel loro nome nel catasto. A sostegno della loro domanda, essi hanno indicato di aver acquisito tali terre a pagamento e hanno sostenuto che le condizioni della prescrizione acquisitiva (usucapione) sono state soddisfatte in questo caso.
8. Secondo la relazione di esperti elaborata il 28 luglio 1997 da un esperto di agricoltura, la terra era stata utilizzata per l’agricoltura. Tuttavia, con lo sviluppo del turismo, l’agricoltura era stata parzialmente abbandonata. A questo proposito, indicando che le terre in questione non avevano caratteristiche di significato culturale o naturale e che erano sempre state utilizzate per scopi agricoli, la relazione affermava che il fatto che queste terre fossero classificate come ” categoria 3″ non ne impediva l’acquisizione mediante prescrizione acquisitiva.
9. La relazione di esperti elaborata il 25 maggio 1999 da un esperto di agricoltura ha indicato che i terreni in questione erano ben delimitati, ma erano stati lasciati incolti per l’allevamento.
10. In numerose occasioni, anche i testimoni locali sono stati ascoltati dal tribunale. Essi hanno constatato che i ricorrenti avevano acquistato il terreno in questione dal sig. Haralomba Vulgarel e Kira?a Fukara, che ne avevano esercitato il possesso ininterrottamente almeno dal 1945.
I testimoni hanno indicato che, dalla loro acquisizione da parte delle ricorrenti, tali terre erano state utilizzate dalle ricorrenti. Essi hanno affermato che, sebbene negli ultimi anni la terra non fosse stata coltivata a causa dell’allevamento, i ricorrenti non avevano abbandonato la loro propriet? e l’avevano semplicemente lasciata incolta, pronta per essere coltivata.
11. Il 7 ottobre 1999, dopo aver visitato il sito, aver ascoltato testimoni ed esperti, ottenuto relazioni tecniche e agricole e aver inserito nel fascicolo il fascicolo del fascicolo, il giudice ha accolto la richiesta dei ricorrenti.
Egli osserv? che, quarant’anni prima, il terreno designato dalla lettera C nella relazione del 14 giugno 1999, che copriva un’area di 55.067,25 m2 e precedentemente utilizzata da Haralambo Vulgarel, era stata data gratuitamente da quest’ultima a suo figlio Yorgi. Egli ha osservato che quest’ultimo l’aveva trasferita alla ricorrente (richiesta n. 21104/06), per una tassa, da 7 a 8 anni prima.
Per quanto riguarda il terreno indicato dalle lettere D ed E nella relazione del 14 giugno 1999, che aveva una superficie rispettivamente di 45.575 m2 e 6.101,10 m2, la corte ha scoperto che un tempo erano stati utilizzati da Nikolo Fukara, che le aveva poi vendute gratuitamente a sua figlia Kiraa trent’anni prima. Egli ha osservato che quattro anni prima, la ricorrente aveva a sua volta ceduto, a titolo di canone, il terreno designato con la lettera D alla ricorrente 51103/06 e il terreno designato per lettera E al ricorrente n. 18809/07.
Il giudice ha rilevato che i ricorrenti erano ancora in possesso del terreno in questione e ha constatato che il terreno, con una durata totale superiore a quarantacinque anni per tutte le terre a causa della durata cumulativa del possesso, poteva essere descritto come pacifico e ininterrotto. Ha aggiunto che la propriet? era stata utilizzata come terreno agricolo durante questo periodo. Egli ritiene che, sebbene i terreni in questione non siano stati allevati negli ultimi anni a causa dell’allevamento, i ricorrenti non li avevano abbandonati e che i loro confini fossero rimasti Invariato. Il giudice ha aggiunto che, nonostante il fatto che la terra fosse entro i confini di un sito naturale, non conteneva alcun patrimonio culturale o naturale da proteggere.
Il giudice ha ritenuto che le condizioni della prescrizione acquisitiva erano state soddisfatte e ha ordinato l’elenco delle terre in questione per conto dei ricorrenti nel registro fondiario.
12. Il 12 ottobre 2001 la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del 7 ottobre 1999 in quanto i giudici in merito non avevano debitamente esaminato se il terreno contestato fosse pascolo, che non poteva essere soggetto ad una prescrizione acquisitiva. Essa ha inoltre rilevato che, secondo le dichiarazioni di testimoni ed esperti locali, le ricorrenti non avevano utilizzato la loro terra per diversi anni; ha ritenuto necessario verificare se le persone interessate li avessero abbandonati e, in caso affermativo, per quanto tempo.
13. In seguito alla sentenza della Corte di Cassazione, il giudice ha nuovamente ascoltato i testimoni e gli esperti locali, ha ottenuto relazioni di competenze tecniche e agricole e ha fatto riferimento al fascicolo dei piani fondiari. I testimoni locali hanno confermato le loro dichiarazioni iniziali secondo cui i ricorrenti non avevano abbandonato la loro propriet? (paragrafo 10 sopra).
14. Nel frattempo, il 27 luglio 2004, ? stata modificata la sezione 11 della legge 2863 sulla protezione del patrimonio culturale e naturale. Mentre, fino all’adozione di tale emendamento, gli immobili situati in aree classificate come “siti naturali” potevano essere probabilmente acquisiti con prescrizione acquisitiva, la disposizione specificava che le terre classificate come “siti naturali”, come quelli classificati come “elementi culturali e del patrimonio naturale la cui protezione ? necessaria e il loro perimetro di protezione”, non potevano essere acquisiti dal gioco della prescrizione acquisitiva (paragrafi 20-21 di seguito).
15. Il 9 giugno 2005, il giudice ha licenziato i ricorrenti e ha ordinato l’elenco delle terre controverse per conto del Tesoro.
Egli not? che la terra contestata non era un pascolo, ma un “sito naturale di categoria 3”. Tuttavia, egli ha osservato che, dopo la sentenza della Corte di Cassazione, l’articolo 11 della leggen. 2863 sulla protezione del patrimonio culturale e naturale era stato modificato. Egli ha osservato che, poich? questo emendamento, le terre classificate come “sito naturale” non potevano essere soggette a una prescrizione acquisitiva. Essa conclude pertanto che le ricorrenti non hanno potuto ottenere la propriet? delle terre in questione attraverso il gioco della prescrizione acquisitiva.
Il giudice ha ritenuto che, per deroga al principio di non retroattivit? che normalmente vieta l’applicazione di una nuova legge ai fatti prima della sua entrata in vigore, in relazione a una questione di ordine pubblico e in conformit? con la giurisprudenza del Corte di Cassazione, il suddetto emendamento doveva essere applicato al procedimento dinanzi a lui.
16. Il 31 ottobre 2005 la Corte di Cassazione ha confermato tale sentenza e il 6 giugno 2006 ha respinto la richiesta delle ricorrenti di rettificare la sentenza.
17. Il 26 giugno 2006, la sentenza della Corte di Cassazione del 6 giugno 2006 ha raggiunto il tribunale per notifica ai ricorrenti. La data di notifica non ? presente nel file.
II. IL DESTRO E IL PERTINENT INTERNES PRATIC
A. I termini e le condizioni della prescrizione acquisitiva
18. Secondo la legge turca, l’inclusione di un immobile nel catasto ? in linea di principio l’unico atto giuridico che sostiene il diritto di propriet?. Infatti, ai sensi dell’articolo 705 della Codice Civile, l’iscrizione al catasto ? necessaria per l’acquisizione della propriet? fondiaria. Inoltre, ai sensi dell’articolo 14 della legge 3402 del 3 luglio 1987 relativi all’aigrafa fondiaria:
? (…) il titolo di un immobile non registrato nel catasto (…) ? registrato a nome della persona che dimostra, attraverso documenti, perizioni o testimonianze, di aver posseduto, come proprietario, ininterrottamente da pi? di vent’anni . (…) ?
19. Ai sensi dell’articolo 713, paragrafo1, del codice civile:
“Qualsiasi persona che ha esercitato il possesso continuo e pacifico come proprietario(malik s-fatyla)per vent’anni su una propriet? per la quale non vi ? alcuna menzione nel catasto, pu? portare un’azione per ottenere tale propriet? da registrare come sua propriet?.”
L’ultimo paragrafo dell’articolo indica, tuttavia, che il meccanismo descritto in questo modo si applica soggetto a possibili disposizioni speciali (‘zel kanun h’k-mleri sakl’d’r).
B. Terre che potrebbero essere acquisite da usucapione
20. Prima dell’emendamento adottato il 14 luglio 2004, ? stata quindi formulata nella sua parte pertinente la sezione 11 della legge 2863 del 21 luglio 1983 relativa alla protezione del patrimonio culturale e naturale:
? (…) elementi del patrimonio culturale e naturale la cui protezione ? necessaria, cos? come il loro perimetro di protezione, non possono essere acquisiti da usucapion. (…) ?
21. L’emendamento alla Sezione 11 della legge sulla protezione del patrimonio culturale e naturale, approvato il 14 luglio 2004, ha esteso il suo campo di applicazione ai siti naturali e archeologici di categoria 3. Dopo l’emendamento, questa disposizione recitava:
? (…) elementi del patrimonio culturale e naturale la cui protezione ? necessaria, il loro perimetro di protezione, [cos? come] siti naturali, non possono essere acquisiti da usucapion. (…) ?
Il 22 maggio 2007 questa disposizione ? stata nuovamente modificata per escludere dalla sua portata i siti naturali e archeologici di categoria 3. Da allora, le terre classificate come “siti naturali” cos? come quelli classificati come “siti archeologici di categoria 3” possono essere soggetti a una prescrizione acquisitiva.
C. Tempi di possesso cumulativi
22. Ai sensi dell’articolo 996 del codice civile, il proprietario che rivendica il beneficio della prescrizione acquisita pu? aggiungere alla durata della sua prescrizione quella del suo predecessore, se quest’ultimo godeva degli stessi diritti di lui.
D. La giurisprudenza
23. In una sentenza del 16 dicembre 1964, l’Assemblea delle Camere Civili della Corte di Cassazione(Yarg-tay Hukuk Genel Kurulu) affermava che il momento dell’acquisizione della propriet? da parte del gioco delle norme relative all’ usucapione non era quella della riunione di tutte le condizioni, ma la data in cui la decisione ? resa dalla corte e la conclusione che tutte le condizioni erano rispettate. Secondo l’alta corte, la decisione giudiziaria era di natura costitutiva e non semplicemente dichiarativa.

E. Ordine Presidenzialen. 809 del 7 marzo 2019
24. In una lettera dell’11 marzo 2019, il governo ha informato la Corte che, con un’ordinanza presidenzialen. 809 del 7 marzo 2019 pubblicata nella Gazzetta ufficiale l’8 marzo 2019, il campo di giurisdizione ratione materiae della commissione di compensazione istituita dalla legge 6384 sulla liquidazione, concedendo un risarcimento, di talune domande alla Corte europea dei diritti dell’uomo (cfr., per ulteriori informazioni,Turgut et al v. Turchia (dicembre), n. 4860/09,26 marzo 2013) ? stato prorogato.
Le parti rilevanti di questo ordine sono le seguenti:
– Articolo 3 :
(…)
b) aree di giurisdizione: domande relative ai diritti tutelati dall’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione che sono pendenti dinanzi alla Corte e rientrano nell’ambito dell’articolo 4 di tale ordinanza.
Articolo 4- (l) Le seguenti aree (…) sono state incluse nella giurisdizione del comitato (…):
a) revisione e disciplina, a condizione che sia sequestrato entro un mese dalla data di notifica della sentenza definitiva della Corte europea dei diritti dell’uomo, chiede risarcimento danni per danni materiali e morali nelle domande in cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha rilevato una violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione, ma non ha imponito in caso di risarcimento per danni ai sensi dell’articolo 4l della Convenzione o ha deciso di riservare [il questione dell’applicazione di questo articolo]”
IN DIRITTO
I.GIUNZIONE DI AFFARI
25. Data la somiglianza delle proposte in merito ai fatti e la questione sostanziale che essi sollevano, la Corte decide di unirsi a esse e di considerarle congiuntamente in un unico caso.
II. SULLA PESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DI PROTOCOLLO N. 1
26. I richiedenti denunciano una violazione del loro diritto al rispetto dei loro beni a causa di interferenze legislative. Essi ritengono di aver soddisfatto tutte le condizioni dell’usucapione al momento dell’adozione dell’emendamento legislativo in questione e che, senza questo emendamento, i tribunali nazionali avrebbero registrato la propriet? a loro nome nel catasto. Essi invocano alla Convenzione l’articolo 1 del protocollo n. 1, come indicato nella sua parte pertinente nel presente caso:
I richiedenti denunciano una violazione del loro diritto al rispetto dei loro beni a causa di interferenze legislative. Essi ritengono di aver soddisfatto tutte le condizioni dell’usucapione al momento dell’adozione dell’emendamento legislativo in questione e che, senza questo emendamento, i tribunali nazionali avrebbero registrato la propriet? a loro nome nel catasto. Essi invocano alla Convenzione l’articolo 1 del protocollo n.. 1, come indicato nella sua parte pertinente nel presente caso:
“Ogni individuo o azienda ha il diritto di rispettare la propria propriet?. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? solo per l’utilit? pubblica e secondo le condizioni del diritto e dei principi generali del diritto internazionale.
(…) ?
27. Il governo sta combattendo questa tesi.
A. Sull’ammissibilit?
28. Notando che tale lamentela non ? manifestamente infondata ai sensi dell’articolo 35-3 (a) della Convenzione e che non ? altrimenti contraria a qualsiasi altro motivo di irricevibilit?, la Corte la ritiene ammissibile.
B. Sullo sfondo
1. Tesi delle Parti
29. Le ricorrenti affermano di aver soddisfatto tutti i requisiti legali per ottenere l’elenco dell’immobile in questione a loro nome sul catasto. Essi aggiungono che i giudici interni hanno stabilito di aver posseduto tali beni ininterrottamente per pi? di vent’anni e che, pertanto, avrebbero dovuto ottenere atti di titolo relativi a tali attivit? ai sensi della legislazione applicabile al momento dell’introduzione del procedimento. Esse indicano, tuttavia, che i giudici hanno respinto la loro domanda sulla base dell’ambito 11 della legge n. 2863 della legge sulla protezione del patrimonio culturale e del patrimonio culturale, modificata il 14 luglio 2004, quando le loro cause erano pendenti dinanzi ai tribunali nazionali. Essi sostengono pertanto che, a seguito di un emendamento legislativo verificatosi durante il procedimento, essi sono stati privati della possibilit? di ottenere il titolo di propriet? dell’immobile in questione. A loro avviso, si tratta di un’espropriazione de facto.
30. Il governo sostiene che i ricorrenti non possedevano “propriet?” ai sensi dell’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione. Riferendosi a una sentenza del 16 dicembre 1964 adottata dall’Assemblea delle Camere civili della Corte di Cassazione secondo cui la data dell’acquisizione di beni era la data in cui la sentenza del processo che ordinava l’elenco dei beni per conto dei ricorrenti era diventata definitiva (paragrafo 23 di cui sopra), egli ha constatato che non vi era stata alcuna violazione dei diritti di propriet? dei richiedenti ai sensi dell’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione. Essa indica che il fatto che la sentenza del giudice riconoscesse il possesso dei ricorrenti non era tale da riconoscere un diritto di propriet? a loro. Egli afferma che, a seguito della legislatura nel 2004, l’acquisizione di beni basati sulla prescrizione acquisitiva dell’immobile in questione non era pi? possibile. Pertanto, a suo parere, i ricorrenti non possedevano mai l’immobile in questione. Il governo aggiunge che le persone interessate non potevano avvalersi di disporre di “beni attuali” e di non avere pi? “legittima speranza” che i loro appelli avrebbero avuto successo.
31. D’altra parte, nell’alternativa, il governo sostiene che le ricorrenti non potevano avvalersi della prescrizione acquisitiva anche se era stata prevista dalla legge, cosa che non era il caso, in quanto le parti interessate non avevano utilizzato il che avrebbe portato la corte a chiedersi se li avevano abbandonati.
2. Apprezzamento della Corte
(a) Sull’esistenza di immobili
32. La Corte rileva che le parti hanno opinioni divergenti sul fatto che i ricorrenti detenevano o meno beni destinati a essere protetti dall’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione. Di conseguenza, ? chiamata a determinare se la situazione giuridica in cui si trovavano le ricorrenti rientri nell’ambito di applicazione dell’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione.
33. Per quanto riguarda l’ambito autonomo del concetto di “buono”, la Corte si riferisce alla sua giurisprudenzaconsolidata (Iatridis v. Greece [GC], n. 31107/96, 54, ECHR 1999-II e Beyeler v. Italia [GC], n. 33202/96, 100, ECHR-2000). ? pertanto importante valutare, in ogni caso in esame, se le circostanze, considerate nel loro insieme, abbiano reso alla Convenzione il richiedente con un interesse sostanziale, protetto dall’articolo 1 del protocollo 1. In quest’ottica, la Corte ritiene che si debbano tener conto dei seguenti elementi giuridici e di fatto.
34. Ricorda che, ai sensi del diritto turco, l’inclusione di un immobile nel catasto ? in linea di principio l’unico atto giuridico che coglie il diritto di propriet?(Bozcaada KimisTeodoku Rum Ortodoks Kilisesi Vakfc. Turchia, n. 37639/03 e altre 3 persone, 42, 3 marzo 2009 e ‘pseftel v. Turkey’,’no 18638/05′ ’50, 26maggio 2015). A tale riguardo, essa rileva che non ? contestato che le ricorrenti non abbiano il titolo di catasto. Essa rileva, tuttavia, che, prima dell’emendamento legislativo, le ricorrenti avevano ottenuto una sentenzadel processo a loro favore (rispetto allasmokovitis et al v. Grecia,n. 46356/99, 32, 11 aprile 2002). Essa rileva infatti che, nella sua sentenza del 7 ottobre 1999, il Land Court di Gok?eada, che ha deciso il caso al processo, ha concluso che le condizioni per l’acquisizione dell’immobile mediante prescrizione acquisitiva erano soddisfatte. Essa rileva inoltre che, nell’affermare che le ricorrenti avevano effettivamente esercitato l’esercizio continuo del terreno in questione, il giudice ha tenuto conto di una serie di fattori, quali le relazioni sulle competenze agricole, le dichiarazioni di testimoni e di esperti tecnici e locali, nonch? documenti presentati dalle parti o raccolti automaticamente, compresi i piani fondiari e documenti presentati dalle parti o raccolti automaticamente, compresi i piani fondiari e registri fiscali e fondiari relativi all’immobile in questione (paragrafo 11 sopra).
35. Per quanto riguarda la Corte di Cassazione, la Corte rileva che la Corte, nella sentenza del 12 ottobre 2001, ha annullato la sentenza del 7 ottobre 1999 in quanto i giudici nel merito non avevano debitamente esaminato se le terre controverse fossero pascoli, che non potevano essere acquisiti dalla prescrizione acquisita. Essa rileva che la Corte di Cassazione ha inoltre rilevato che, secondo le dichiarazioni di testimoni e di esperti locali, le ricorrenti non utilizzavano il terreno da diversi anni e ritenevano che fosse necessario verificare se le persone interessate avessero abbandonato il possesso e, in caso affermativo, per quanto tempo (paragrafo 12 sopra).
36. La Corte rileva che, nel corso del procedimento che ha avuto luogo dopo che la sentenza di primo grado ? stata ribaltata dalla Corte di Cassazione, il giudice ha completato il caso, conformemente alla richiesta della Corte di cassazione. Egli stabil? cos? con certezza che le terre contese non erano pascoli (paragrafo 15 sopra). Per quanto riguarda il fatto che il terreno in questione fosse stato effettivamente utilizzato dalle ricorrenti senza interruzioni, la documentazione dimostra che il giudice aveva stabilito nella sua prima sentenza che, sebbene il terreno in questione non fosse stato coltivato per qualche tempo, ci? era dovuto al fatto che il bestiame ? stato allevato in tale paese (paragrafo 11 sopra). Inoltre, nella seconda fase del procedimento, periti e testimoni hanno confermato il perdurare del possesso dell’immobile in questione da parte delle ricorrenti e non vi erano prove che suggerissero che i ricorrenti avessero abbandonato la propriet? (paragrafo 13 sopra).
37. Pertanto, secondo la Corte, prima dell’intervento della legislazione in questione, le ricorrenti potevano affermare di aver soddisfatto tutti i requisiti che avrebbero consentito loro di essere riconosciuti come proprietari in relazione all’immobile che essi o i loro venditori avevano a lungo posseduto. Essi avevano quindi almeno una “legittima aspettativa” che la loro pretesa sarebbe stata realizzata, vale a dire ottenere un riconoscimento efficace di un diritto di propriet?. La Corte ritiene che le loro pretese di essere dichiarati proprietari del terreno in questione abbiano una base sufficiente nel diritto nazionale per qualificarsi come “valori del patrimonio” e quindi “propriet?” protetta dall’articolo 1 del protocollo n. 1 (cfr., in particolare, Matos e Silva, Lda., et al v. Portogallo,16 settembre 1996, 75, Raccolta di giudizi e decisioni 1996IV, ‘seftel’,sopra, 56-57′, e, mutatis mutandis, Kopeckv v. Slovacchia [GC], 44912/98, 35 e 52, ECHR 2004IX, Maurice v. France [GC], No. 11810/03, 70, ECHR 2005IX,Bozcaada Kimisis Teodoku Rum Ortodoks Kilisesi Vakf,supra, 50 e Radomilja et al v. Croazia [GC], nos 37685/10 e 22768/12, 143-144, 20 marzo 2018).
b) Sulla natura dell’interferenza
38. Per la Corte, il caso in questione presenta analogie con il suddetto caso di”seftel”, che riguardava l’incapacit? della ricorrente di ottenere un titolo di propriet?, anche se il suo donatore aveva soddisfatto l’obbligo di propriet? pacifica e ininterrotta di proprietario per pi? di vent’anni. In tale caso, essa residua che essa riteneva che le decisioni giudiziarie respinte dalle pretese di propriet? della ricorrente costituivano una “privazione della propriet?” ai sensi della seconda frase del primo paragrafo dell’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione (“Epseftel”,sopra, “62).
39. Essa afferma inoltre che, nel suddetto caso Maurice, che faceva riferimento ad una legge che eliminava retroattivamente una parte sostanziale delle rivendicazioni di sgravio di cui i ricorrenti potevano legittimamente sperare di trarre vantaggio, essa riteneva che la legge avesse comportato un’interferenza nell’esercizio dei diritti di sgravio che potevano essere rivendicati in base al diritto nazionale in precedenza esistente e, pertanto, al diritto dei ricorrenti di rispettare il loro benessere. Essa ha quindi concluso che tale interferenza era una “privazione della propriet?” ai sensi della seconda frase del primo paragrafo dell’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione(Mauritius,supra, 79-80).
40. In questo caso, la Corte ritiene opportuno seguire la sua giurisprudenza di cui sopra. A tale riguardo, essa rileva che, il 14 luglio 2004, l’ambito 11 della legge 2863 ? stato modificato per estendere il suo campo di applicazione ai siti naturali. Essa ritiene che questo emendamento legislativo abbia privato i ricorrenti della possibilit? di ottenere il titolo dell’immobile in questione, mentre, come spiegato in precedenza (paragrafo 37), le parti potrebbero legittimamente ritenere di aver soddisfatto tutti i requisiti che avrebbero consentito loro di essere riconosciuti come proprietari in relazione alla propriet? reale che esse o i loro venditori avevano a lungo posseduto. La Corte ritiene pertanto che la legge in questione abbia comportato un’interferenza nell’esercizio dei diritti di propriet? che potrebbero essere dichiarati ai sensi del diritto interno precedentemente esistente e, pertanto, del diritto dei ricorrenti di rispettare i loro beni.
41. In tali circostanze, si deve concludere che le decisioni giudiziarie che respingono le pretese di propriet? delle ricorrenti costituiscono una privazione di propriet? ai sensi della seconda frase del primo paragrafo dell’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione . forementioned, 62, Mauritius,sopracita, 80; vedi anche, mutatis mutandis, Pressos Compania Naviera S.A. et al v. Belgio,20 novembre 1995, 34, serie A n o 332 e Valle Pierimpi Societ? Agricola S.P.A. v. Italia,n. 6154/11,63, 23 settembre 2014).
c) Sulla giustificazione e la proporzionalit? delle interferenze
42. L’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione richiede, soprattutto e soprattutto, che l’interferenza dell’autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto della propriet? sia legale: la seconda frase del primo paragrafo di tale articolo autorizza la privazione dei beni solo “alle condizioni previste dalla legge”; il secondo paragrafo riconosce agli Stati il diritto di regolamentare l’uso della propriet? che rafforza le “leggi”. Inoltre, lo Stato di diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? insito in tutti gli articoli della Convenzione (Amuur v. France,25 giugno 1996, 50, Collezione 1996-III, eIatridis,supra, 58).
43. La Corte rileva che l’interferenza ? costituita da una legislazione entrata in vigore nel 2004 e dalla sua applicazione in questo caso. Essa ? pertanto soddisfatta del fatto che l’interferenza abbia soddisfatto la condizione giuridica stabilita nella suddetta disposizione.
44. La Corte ricorda inoltre che le autorit? nazionali hanno una certa discrezionalit? nel determinare ci? che ? “di utilit? pubblica” perch?, nel sistema della Convenzione, ? il primo a decidere sia sull’esistenza di problemi di interesse pubblico che giustificano la privazione dei beni sia sulle misure da adottare per risolverli(Pressos Compania Naviera S.A. e altri,sopra, 37). In questo caso, essa osserva che, nella sentenza del 9 giugno 2005, il giudice ha ritenuto che, in deroga al principio di non retroattivit?, che normalmente vieta l’applicazione di una nuova legge ai fatti prima della sua entrata in vigore, era opportuno applicare questo nuovo emendamento legislativo alla procedura in questione sulla base del fatto che si trattava di una questione di ordine pubblico (paragrafo 15 sopra).
45. A questo proposito, a questo proposito, a tale avviso, un mero riferimento all’ordine pubblico nella sentenza del giudice d’informazione non ? sufficiente a giustificare tale applicazione retroattiva di uno statuto. Certo, la Corte si afferma di essere disposta ad accettare che l’emendamento legislativo ? destinato a proteggere l’ambiente (vedi,mutatis mutandis, Hamer v. Belgio, n. 21861/03, 79, ECHR 2007V (estratti) eVallePierimpi? Societ? agricola S.P.A. , di cui sopra, 67euro). Essa ritiene che si tratterebbe certamente di un terreno legittimo, nell’interesse pubblico. Tuttavia, va notato che, il 22 maggio 2007, cio? dopo un periodo di meno di tre anni, la legge ? stata nuovamente modificata per escludere tutte le terre classificate come siti naturali , che rientrano nella propriet? contestata – dal suo campo di applicazione (vedi,mutatis mutandis, Agrati et al v. Italia,nos 43549/08 e altre 2, 63, 7 giugno 2011). D’ora in poi, come al momento dell’introduzione del procedimento in questo caso, i terreni nei siti naturali possono essere acquisiti da usucapion (paragrafo 21 sopra). Pertanto, per la Corte, data l’assenza di qualsiasi informazione di qualsiasi tipo sulla portata dell’applicazione retroattiva dell’emendamento legislativo in questione, ? difficile concludere che esisteva una correlazione pratica tra la retroattivit? della legislazione e la protezione dell’ambiente in generale.
46. Inoltre, la Corte ricorda che deve sussistersi un ragionevole rapporto di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo di qualsiasi misura applicata dallo Stato, comprese le misure che privano una persona di sua propriet? (PressosCompania Naviera S.A. et al.,supra, 38, e Scordino v. Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, 93, CED6- V0. Al fine di determinare se la misura in questione soddisfa il “giusto equilibrio” e, in particolare, se non sottomette un onere sproporzionato al richiedente, occorre tener conto delle disposizioni di compensazione previste dalla legislazione interna. Anche se l’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione non garantisce in tutti i casi il diritto al risarcimento completo (Jameset v. v. United Kingdom,21 febbraio 1986, 54, Serie A. 98 e Broniowski v. Polonia [GC],n. 31443/96, 182, ECHR 2004-V), senza il pagamento di una somma relativa al valore dell’immobile, una privazione di una propriet? di solito costituisce una propriet? di una propriet? di propriet? ragionevolmente (VallePierimpi? Societ?agricola S.P.A. , di cui sopra, 71).
47. La Corte osserva che, poich? ? gi? stato accertato che l’interferenza in questione soddisfaceva la condizione di legalit?, un rimedio non completo non renderebbe illegittimo di per s? il controllo dello Stato sui beni dei ricorrenti. Tuttavia, come nel caso summenzionato di “Epseftel”, essa rileva che le ricorrenti non hanno ricevuto alcun risarcimento per violazione dei loro beni. Essa rileva che il governo non ha citato circostanze eccezionali per giustificare la totale assenza di indennizzo.
48. La Corte ritiene pertanto che, anche supponendo che lo scopo dell’interferenza in questione sia quello di proteggere l’ambiente, tale interferenza con i diritti dei ricorrenti non sia compatibile con il giusto equilibrio da mantenere tra gli interessi in gioco (cfr.,mutatis mutandis, Compania Naviera S.A. e altri,supra, 43) e non vi ? alcun rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi di proporzionalit? impiegati. Essa conclude che, nonostante la discrezionalit? dello Stato in materia, le ricorrenti dovevano sopportare un onere individuale esorbitante, che violava i loro diritti tutelati dall’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione.
III. SULLA PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE
49. La ricorrente della mozione 51103/06 e la ricorrente della mozione n. 18809/07 denunciano un’eccessiva durata del procedimento e la mancanza di motivazione per le decisioni giudiziarie. A questo proposito, essi invocano l’articolo 6-1 della Convenzione, che si legge nelle sue parti pertinenti in questo caso:
“1. Ogni persona ha il diritto di far sentire il suo caso in modo equo, (…) e entro un ragionevole periodo di tempo, da parte di un tribunale (…) che decider? (…) le sfide ai suoi diritti e obblighi di natura civile (…) ?
A. Sull’ammissibilit?
1. Reclamo per mancanza di motivazione
50. La Corte ricorda che l’articolo 6-1 della Convenzione obbliga i giudici a giustificare le loro decisioni, ma che non si pu? intendere che richieda una risposta dettagliata a ciascun argomento (Kok c. Paesi Bassi (dec.), N. 43149/98, CEDU 2000-VI). Essa osserva, alla luce della documentazione del fascicolo, che le decisioni delle autorit? nazionali in questione erano sufficientemente motivate. Ne consegue che questa azione di reclamo ? manifestamente infondata e deve essere respinta, facendo seguito all’articolo 35 ?? 3 e 4 della Convenzione
2. Reclamo per la durata del procedimento
51. Il governo ritiene che i ricorrenti non abbiano esaurito i rimedi interni. Essa afferma che le ricorrenti avrebbero potuto intentare un’azione di compensazione nei confronti dell’amministrazione dinanzi ai tribunali amministrativi per cattiva condotta attribuibile al servizio pubblico.
La Corte ricorda all’inizio di aver gi? concluso. ai sensi dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione

52. La Corte ricorda sin dall’inizio di aver gi? concluso che non esisteva una legge nazionale, all’epoca dei fatti, di un rimedio in grado di consentire a un ricorrente di ottenere la sanzione del suo diritto di far sentire il suo caso entro un termine ragionevole ai sensi dell’articolo 6 -1 della Convenzione (Daneshpayeh v. Turchia,n. 21086/04, -20, 16 luglio 2009 e ‘Mm-han Kaplan c. Turchia,n. 24240/07, 20, 20, 20). Essa ricorda inoltre che, in circostanze simili a quelle del caso, essa ha gi? respinto un’eccezione identica a quella formulata in questo caso dal governo del mancato esaurimento dei rimedi interni (Aydan v. Turkey,n. 16281/10, – 12 marzo 2013). Tornando a questo caso, non vede alcun motivo per discostarsi da questa giurisprudenza.
53. La Corte osserva inoltre che, ? vero, una nuova azione di risarcimento ? stata introdotta in Turchia – in particolare relativa alle domande concernenti la durata del procedimento – a seguito dell’applicazione della procedura della sentenza pilota nella causa ?mm?han. Kaplan supra. Ricorda che, nella sua decisione summenzionata Turgut e altri, ha dichiarato inammissibile una richiesta di colpa per i ricorrenti “avendo fatto uso di tutte le vie di ricorso nazionali, in particolare questa nuova via di ricorso. A tal fine, essa ha ritenuto, tra l?altro, che questo nuovo rimedio fosse, a priori, accessibile e suscettibile di offrire ragionevoli prospettive di riparazione per le denunce relative alla durata del procedimento.
54. La Corte ricorda inoltre che, sempre nella sentenza pilota, “Mm-han Kaplan” (sopra, “77), ha specificato in particolare che sar? in grado di continuare, attraverso una normale procedura, l’esame di tali domande gi? comunicate al governo. Essa rileva che, in questo caso, il governo non ha sollevato un’eccezione per quanto riguarda questo nuovo rimedio. Alla luce di quanto sopra, la Corte ha deciso di proseguire il riesame questo movimento(Rifat Demir c. Turquie (d?c.), no 24267/07, ?? 34 et 35, 4 juin 2013).
55. Ne consegue che l’eccezione del governo non pu? essere accettata. Notando che tale lamentela non ? manifestamente infondata ai sensi dell’articolo 35-3 (a) della Convenzione e che non si imbatte in altri motivi di irricevibilit?, la Corte la ritiene ammissibile.
B. Sullo sfondo
56. La Corte rileva che il periodo da prendere in considerazione ? iniziato il 10 giugno 1996 con il deferimento al giudice e si ? concluso il 6 giugno 2006, quando la Corte di Cassazione ha respinto la domanda di correzione. La procedura ha quindi richiesto circa dieci anni.
57. La Corte ricorda che la ragionevolezza della durata di un procedimento deve essere valutata in base alle circostanze della causa e sulla base dei criteri stabiliti nella sua giurisprudenza, in particolare, tenuto conto della complessit? del caso, del comportamento della ricorrente e delle autorit? competenti, nonch? del rilascio di contenziosi per le parti interessate (cfr. tra gli altri,Frydlender v. France [GC],n. 30979/96, 43, ECHR 2000VII, Satakunnan Markkinaaap-rssi Oy e Satamedia Oy v. Finlandia [GC], 931/13, 209, 27 giugno 2017).
58. Alla luce della sua giurisprudenza in materia, e in particolare alla luce del periodo di tempo trascorso dall?annullamento della sentenza di primo grado della Corte di Cassazione, essa ritiene che la durata complessiva dei procedimenti controversi non corrisponda a il requisito del “tempo ragionevole”.
59. Di conseguenza, essa conclude che vi ? stata una violazione dell’articolo 6-1 della Convenzione.
IV. SULLA DOMANDA DELLA CONVENZIONE ARTICOLO 41
60. Ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che vi ? stata una violazione della Convenzione o dei suoi protocolli, e se il diritto interno della parte ad alto appalto consente solo di cancellare le conseguenze di tale violazione in modo imperfetto, la Corte concede alla parte lesa, se necessario , soddisfazione equa. ?
A. Danni materiali
1. Tesi delle Parti
61. Le ricorrenti (richiesta n.. 51103/06 e richiesta n. 18809/07) rivendicano la restituzione dell’immobile controverso o, in mancanza di ci?, il pagamento di una somma totale di EUR 2.485.115 ,EUR, a seconda della conversione effettuata da essi sulla base del tasso di parit? applicabile nell’aprile 2011. A sostegno delle loro richieste, essi fanno riferimento a due relazioni di esperti redatte il 5 aprile 2011 da Gok?eada Emlak, un’agenzia immobiliare con sede a Gok?eada, che ha concluso che, nel 2011, il valore dell’immobile richiesto dalla ricorrente in movimento 51103/06 era di 640.605 TRY e quello dell’immobile rivendicato dalla ricorrente della domanda n. 18809/07 era di 4.275.000 TRY.
62. Per quanto riguarda il richiedente (richiestan. 21104/06), egli chiede 5.750.000 euro come risarcimento per il danno materiale che sostiene di aver subito, senza presentare un documento al riguardo.
63. Il governo contesta tali richieste. In via principale, egli sostiene che non vi ? alcun nesso causale tra il presunto pregiudizio e la violazione della Convenzione perch?, a suo parere, le ricorrenti, che non avevano alcun titolo all’immobile, erano semplicemente querelanti. In alternativa, il governo sostiene che gli importi rivendicati sono palesemente eccessivi, infondati e non collegati alle condizioni socioeconomiche prevalenti in Turchia. Essa afferma che le relazioni di esperti presentate da alcuni richiedenti non erano preparate dopo una procedura contraddittoria e ritiene che la valutazione del danno materiale potrebbe essere obiettiva solo se fosse stata redatta da esperti incaricati da esperti incaricati tribunali in un procedimento contraddittorio.
2. Apprezzamento della Corte
64. La Corte ricorda che una sentenza che ha accertato una violazione comporta un obbligo giuridico per lo Stato convenuto di porre fine alla violazione e di cancellarne le conseguenze in modo da ripristinare il pi? possibile la situazione di pre-violazione(Sargsyan v. Azerbaijan (equa soddisfazione) [GC],n. 40167/06, 35, 12 dicembre 2017). Gli Stati contraenti in una causa sono in linea di principio liberi di scegliere i mezzi che utilizzeranno per rispettare una sentenza che constata una violazione.
Questa discrezionalit? circa le modalit? di esecuzione di una sentenza riflette la libert? di scelta associata all’obbligo imperativo imposto dalla Convenzione agli Stati contraenti: assicurare il rispetto dei diritti e delle libert? garantiti (articolo 1). Se la natura della violazione consente la restitutio in integrum, spetta allo Stato convenuto ottenerla, poich? la Corte non ha n? la giurisdizione n? la possibilit? pratica di farlo essa stessa.

-Se, d’altro canto, il diritto nazionale non consente o solo imperfettamente la cancellazione delle conseguenze della violazione, l’articolo 41 autorizza la Corte a concedere, se necessario, alla parte lesa la soddisfazione che gli sembra appropriato (Brumarescu v. Romania (equa soddisfazione) [GC],n. 28342/95,20, ECHR 2000-I eGuisoGallisay v. Italia (giusta soddisfazione) [GC], n. 58858/00,-90, 22 dicembre 2009).
65. La Corte ricorda di aver concluso in precedenza che la presunta interferenza soddisfaceva la condizione di legalit? (paragrafo 43 sopra). L’articolo 1 del protocollo 1 della Convenzione ? stato violato perch? le ricorrenti non hanno ricevuto alcun risarcimento per la violazione dei loro beni e, di conseguenza, hanno dovuto sopportare un onere individuale esorbitante. Il risultato ? che l’atto dello Stato convenuto che la Corte ha ritenuto contrario alla Convenzione era in questo caso una privazione di beni che sarebbe stata legittima se fosse stato pagato un adeguato risarcimento (cfr., al contrario, Guiso-Gallisay,supra, 91). Esiste pertanto un chiaro nesso causale tra il danno materiale acquantoposto delle ricorrenti e la violazione della Convenzione.
66. La Corte ritiene inoltre che, in questo caso, la natura della violazione riscontrata non permetta di presumere che unrestitutio in integrum (Scordino (n. 1)-249, e Kozac-o-lu v. Turchia [GC], n. 2334/03,81, 19 febbraio 2009), a differenza delcasoGuiso-gallisay di cui sopra, dove si trattava di un’eliminazione illecita. Detto questo, il governo ? ovviamente libero di decidere spontaneamente se restituire tutti o parte dei propriet? ai ricorrenti.
67. Per quanto riguarda il risarcimento da fissare in questo caso, secondo la giurisprudenza stabilita dalla Corte in materia (Scordino (n. 1), supra, 255), non dovr? riflettere l’idea di una cancellazione totale delle conseguenze dell’interferenza in questione. Infatti, in questo caso, ? stata l’assenza di un adeguato indennizzo e non l’inerente illegalit? del controllo del terreno a essere la causa della violazione riscontrata ai sensi dell’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione. In tali circostanze, la Corte conclude che l’adeguato indennizzo in questo caso ? quello che corrisponde al valore di mercato dell’immobile al momento della privazione degli immobili in questione(ibidem,257) – un importo che dovr? essere attualizzato per compensare gli effetti dell’inflazione – e non l’attuale valore di mercato di tali attivit?. Pertanto, secondo la Corte, il metodo di calcolo sviluppato inScordino(n. 1) sopra ? mutatis mutandis applicabile in questo caso(ibidem,258).
68. La Corte osserva che le ricorrenti hanno fatto richieste di risarcimento danni materiali, che ritengono corrispondono al valore di mercato dell’immobile nel presente contenzioso, e che hanno anche prodotto vari documenti per giustificare le loro richieste.
69. Il governo sostiene che la stima del valore dell’immobile in questione da parte delle agenzie immobiliari non ? un metodo che la Corte pu? utilizzare per determinare la giusta soddisfazione. A suo parere, invece di utilizzare le competenze stabilite da un’agenzia immobiliare, ? necessario fare affidamento su elementi pi? oggettivi a suo parere per determinare equa soddisfazione in questo caso.
70. La Corte osserva che non vi ? solo una controversia su come ? stato valutato il danno immobiliare, ma anche una reale difficolt? nel determinare la perdita finanziaria dei richiedenti alla luce dei criteri sopra stabiliti (paragrafo 67 sopra).
71. La Corte rileva che il governo ha appena portato alla sua attenzione che, l’8 marzo 2019, ? entrata in vigore l’ordinanza presidenziale 809. Questa disposizione amplia la giurisdizione della Commissione di compensazione istituita nel gennaio 2013 e definisce i principi e la procedura di compensazione nei casi in cui la Corte ha rilevato alla Convenzione l’articolo 1 del protocollo 1, ma non ha deciso di riservare la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione. La Corte osserva che tale causa rientra nella prima categoria di cause, vale a dire quelle in cui ha riscontrato una violazione dell’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione e non ha dichiarato le richieste di risarcimento danni ai sensi dell’articolo 4l della Convenzione.
72. Inoltre, a Turgut et al. (decisione di cui sopra), e Demiro-lu v. Turchia (dicembre), n. 56125/10, 4 giugno 2013), la Corte ha condotto un riesame dettagliato del funzionamento della commissione di compensazione. Essa ha ritenuto in questi casi che le ricorrenti dovevano affrontare quest’ultimo in anticipo, in quanto offriva un nuovo rimedio interno accessibile che poteva fornire un risarcimento alle loro rimostranze (cfr. anche Y-ldz e Yanak v. Turchia (dicembre), no. 44013/07, 27 maggio 2014, Bozkurt v. Turchia (dicembre), n. 38674/07, 10 marzo 2015, Oelik v. Turchia (dicembre), n. 23772/13 giugno 16 (dicembre), n. 45601/09 settembre 2015). La Corte osserva inoltre che la Commissione di compensazione ha giurisdizione per risarcire tutte le persone in conformit? con la sua prassi (Turgut et al e Demiro-lu, decisioni dicui sopra). Il risarcimento concesso dal Compensation Board ? pagato dal Dipartimento di Giustizia entro tre mesi dalla data in cui la decisione ? diventata definitiva ed ? esente da qualsiasi imposta o addebito. Inoltre, la decisione di questa commissione pu? essere impugnata ai tribunali amministrativi, che devono pronunciarsi entro tre mesi. La ricorrente pu? anche deferire una mozione individuale alla Corte costituzionale contro le decisioni dei tribunali amministrativi(Ahmet Erol v. Turchia (dicembre), n. 73290/13, 6 maggio 2014 e Sayan v. Turchia (dicembre), n. 49460/11, 19 giugno 2016).
73. La Corte prende atto di questa iniziativa dal governo turco e osserva che tale sviluppo rafforza in tal modo la natura sussidiaria del meccanismo per la protezione dei diritti dell’uomo istituito dalla Convenzione e facilita per la Corte e il Comitato dei ministri l’adempimento dei compiti loro affidati rispettivamente dall’articolo 41 e dal 46 di cui all’articolo (Broniowski v. Polonia (regolamento amichevole) [GC],n. 31443/96, 36, ECHR 2005IX).
74. In tali condizioni, la Corte ritiene che un ricorso alla Commissione di compensazione entro un mese dalla data di notifica della sua sentenza definitiva possa dar luogo a un risarcimento da parte dell’amministrazione e che tale rimedio rappresenti un mezzo adeguato per correggere la violazione riscontrata ai sensi dell’articolo 1 del protocollo n. 1 (si veda, mutatis mutandis, Gen?el v. Turkey,N. 53431/99 23 ottobre 2003 e, pi? recentemente, Moreira Ferreira v. Portogallo (n. 2) [GC],n. 19867/12, 48-50, 11 luglio 2017; vedi anche mutatis mutandis, Gomr-k’ler et al v. Turchia (soddisfazione equa),n. 9580/03, 34, 7 febbraio 2017 e Keecio-lu et al. turchia (soddisfazione equa), n. 37546/02, 18, 20 20 202 luglio).
75. Dopo tale osservazione, la Corte ricorda di poter verificare se la domanda si presta all’applicazione dell’articolo 37 della Convenzione(Mr.AndOthers, sopra riportato, 37). Essa pu? decidere di eliminare una richiesta dal ruolo ai sensi dell’articolo 37 -1 (c) della Convenzione, in cui ? accertato che la possibilit? pratica di compensare i richiedenti esiste a livello nazionale quando gli organi appropriati, che sono sul posto e hanno accesso a propriet?, archivi e archivi, nonch? a tutti gli altri mezzi pratici, sono certamente in una posizione migliore per pronunciarsi su questioni complesse di propriet? e valutazione e di fissare compensazioni, come nel caso dei richiedenti ( ibidem, 29).
76. La Corte ritiene che gli organismi nazionali siano indubbiamente nella posizione migliore per valutare il danno subito e disporre di mezzi giuridici e tecnici adeguati per porre fine a una violazione della Convenzione e per cancellarne le conseguenze, in particolare, come in questo caso, quando si tratta di determinare il valore degli immobili in uno Stato contrattuale in una data determinata. Infatti, per la Corte, come ha riscontrato in molti casi contro la Turchia, in relazione ai diritti di propriet?, tale valutazione ? quasi oggettivamente impossibile in quanto ? strettamente legata a contesti nazionali o addirittura locali, e gli esperti e i tribunali nazionali sono nella posizione migliore per realizzarla (si veda, ad esempio,Keaecio-lu et al., sopra, 18).
77. Alla luce di quanto sopra, per quanto riguarda il presunto danno materiale, la Corte conclude che il diritto nazionale ora cancella le conseguenze della violazione riscontrata in questo caso e ritiene pertanto che non sia necessario pronunciarsi sulle rivendicazioni delle ricorrenti al riguardo. Essa ritiene pertanto che non sia pi? giustificato continuare ad esaminare l’esame della domanda (articolo 37 -1 (c) della Convenzione. Essa ritiene inoltre che non vi siano circostanze particolari in questo caso relative al rispetto dei diritti umani garantito dalla Convenzione e dai suoi protocolli che richiederebbero un’ulteriore considerazione della domanda (articolo 37-1 in esame). Inoltre, al termine di tale conclusione, essa ha tenuto conto della sua giurisdizione ai sensi dell’articolo 37-2 della Convenzione al fine di registrare nuovamente la domanda quando ritiene che le circostanze giustifichino tale procedura (Mr. e Others,42).
78. In conclusione, la parte del caso relativo all’emissione dell’articolo 41 della Convenzione, relativa alla richiesta di danno materiale a seguito della violazione dell’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione, dovrebbe essere rimossa dal ruolo.
B. Danni morali
79. Le ricorrenti (richiestan. 51103/06 e domanda n. 18809/07) chiedono ciascuno 5.000 euro per il danno morale che dicono di aver subito a causa dell’eccessiva durata del procedimento e di una violazione ingiustificata dei loro diritti di propriet?.
Il ricorrente (richiesta 21104/06) chiede 250.000 euro per il danno morale che ritiene di aver subito a causa di una violazione ingiustificata dei suoi diritti di propriet?.
80. Il governo contesta tali somme.
81. Per quanto riguarda le domande delle ricorrenti (richiesta 51103/06 en. 18809/07), la Corte ricorda di aver concluso in precedenza non solo che l’articolo 1 del protocollo1 ? stato violato dalla Convenzione, ma anche in violazione dell’articolo 6 della Convenzione a causa dell’eccessiva durata del procedimento relativo alle parti interessate. Di conseguenza, essa decide di assegnare 5.000 euro a ciascuno dei ricorrenti per il danno morale derivante dall’eccessiva durata del procedimento.
82. Per quanto riguarda i danni morali derivanti dall’ingerenza ingiustificata nel diritto di propriet? dei ricorrenti, la Corte ha osservato che, in virt? del suddetto decreto presidenziale, la commissione di risarcimento ? anche competente ad esaminare le richieste di risarcimento del danno non patrimoniale e governarli. Di conseguenza, alla luce delle sue conclusioni in merito al danno patrimoniale, ? anche opportuno cancellare dall’elenco la parte della causa relativa alla questione dell’articolo 41 della Convenzione, concernente la domanda di danno morale in motivo della violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione.
C. Costi e spese
83. Le ricorrenti (richiesta 51103/06 e domanda n. 18809/07) chiedono congiuntamente 2.270 euro per i costi e le spese che essi dichiarano di aver sostenuto dinanzi alla Corte. Secondo loro, questo importo corrisponde alle ore del lavoro del loro avvocato e al costo della riproduzione e della traduzione dei documenti. Per quanto riguarda il richiedente (richiestan. 21104/06), chiede una somma adeguata per i costi e le spese che avrebbe sostenuto, senza specificare un importo.
84. Il governo contesta tali affermazioni.
85. In questo caso, alla luce dei documenti a sua disposizione e della sua giurisprudenza, la Corte ritiene ragionevole l’importo di 2.270 euro richiesti dai ricorrenti (richiesta 51103/06 e mostata n. 18809/07) per i costi e i costi e la concede congiuntamente a loro.
Per quanto riguarda la domanda del richiedente (richiesta 21104/06), secondo la giurisprudenza della Corte, il richiedente pu? ottenere il rimborso dei suoi costi e delle spese solo nella misura in cui la loro realt?, necessit? e ragionevolezza del loro tasso sono stabiliti. In questo caso, alla luce della sua giurisprudenza e in assenza di specifici sinistri per costi e le spese, nonch? di note di spese depositate, la Corte decide di non destinare tale somma alla ricorrente.
D. Interessi di mora
86. La Corte ritiene opportuno modellare la moratoria sui tassi di interesse sul tasso di interesse del litorale marginale della Banca centrale europea pi? tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Decide di partecipare alle richieste;

2. dichiara le mozioni ammissibili sulle rimostranze ai sensi dell’articolo 6 della Convenzione in merito alla durata della procedura e l’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione e inammissibile per l’eccedenza;

3. afferma che vi ? stata una violazione dell’articolo 1 del protocollon. 1 alla Convenzione;

4. afferma che vi ? stata una violazione dell’articolo 6 -1 della Convenzione a causa della durata del procedimento dinanzi ai tribunali interni;

5. decide di rimuovere dal ruolo la parte del caso relativa alla questione dell’articolo 41 della Convenzione, riguardante la rivendicazione di danni materiali e morali a causa della violazione dell’articolo 1 del protocollo 1 alla Convenzione;

6. Dice
(a) che lo Stato convenuto deve pagareal signor Boztepe e al sig. Ku?man (richiedenti nn. 51103/06 et 18809/07) i 5.000 euro (cinquemila euro), a ciascuno dei richiedenti, pi? qualsiasi importo che possa essere dovuto come imposta su tale importo, per danni morali derivanti dall’eccessiva durata del procedimento,
ii. 2.270 euro (duemiladuecentosettanta euro), unitamente alle ricorrenti, pi? qualsiasi importo che possa essere loro debito come imposta su tale importo, per costi e spese;
b) che dalla scadenza di tale periodo e fino al pagamento, tali importi saranno aumentati di un semplice tasso di interesse pari a quello dell’esso marginale della Banca centrale europea applicabile in tale periodo, aumentato di tre punti percentuali;

7. Respinge la richiesta di equa soddisfazione per l’eccedenza.
Realizzato in francese, poi comunicato per iscritto il 7 maggio 2019, nego dagli articoli 77- 2 e 3-3 del regolamento della Corte.
Hasan Bak?rc? Robert Spano Vice Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

DEUXI?ME SECTION

AFFAIRE KAYNAR ET AUTRES c. TURQUIE

(Requ?tes nos 21104/06, 51103/06 et 18809/07)

ARR?T

STRASBOURG

7 mai 2019

D?FINITIF

07/08/2019

Cet arr?t est devenu d?finitif en vertu de l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.
En l?affaire Kaynar et autres c. Turquie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (deuxi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
Robert Spano, pr?sident,
Paul Lemmens,
I??l Karaka?,
Julia Laffranque,
Ivana Jeli?,
Arnfinn B?rdsen,
Darian Pavli, juges,
et de Hasan Bak?rc?, greffier adjoint de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 2 avril 2019,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouvent trois requ?tes (nos 21104/06, 51103/06 et 18809/07) dirig?es contre la R?publique de Turquie et dont trois ressortissants de cet ?tat, M. Naci Kaynar (requ?te no 21104/06), Mme Ay?e Boztepe (requ?te no 51103/06) et Mme Cemile B?rge Ku?man (requ?te no 18809/07) (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour les 8 avril (requ?te no 51103/06) et 18 d?cembre 2006 (requ?tes nos 51103/06 et 18809/07) en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Les requ?rants ont ?t? repr?sent?s par Mes E. Pek?e et M. Gemalmaz, avocats ? Istanbul. Le gouvernement turc (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agent.
3. Les requ?rants se plaignaient d?une atteinte ? leur droit au respect de leurs biens en raison d?une ing?rence l?gislative. Par ailleurs, invoquant l?article 6 de la Convention, la requ?rante de la requ?te no 51103/06 et la requ?rante de la requ?te no 18809/07 se plaignent d?une dur?e excessive de la proc?dure interne et du d?faut de motivation des d?cisions de justice.
4. Le 1er septembre 2010, les requ?tes ont ?t? communiqu?es au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Les requ?rants sont des ressortissants turcs n?s respectivement en 1953, en 1938 et en 1967, et r?sidant ? ?anakkale.
6. En 1993, le requ?rant (requ?te no 21104/06) et, en 1995, les requ?rantes (requ?te no 51103/06 et requ?te no 18809/07) acquirent, par voie d?achat, des terrains situ?s sur l??le de G?k?eada. Ces terrains ?taient class?s ? site naturel de cat?gorie 3 ? et ne faisaient l?objet d?aucun titre de propri?t?. En 1996, lors de la r?alisation de travaux cadastraux, les terrains en question furent enregistr?s au nom du Tr?sor.
7. Le 10 juin 1996, les requ?rants saisirent le tribunal cadastral de G?k?eada (? le tribunal ?). Ils contestaient les travaux cadastraux et demandaient l?inscription des terrains ? leur nom sur le registre foncier. ? l?appui de leur demande, ils indiquaient avoir acquis lesdits terrains ? titre on?reux et soutenaient que les conditions de la prescription acquisitive (usucapion) ?taient r?unies en l?esp?ce.
8. Selon le rapport d?expertise ?tabli le 28 juillet 1997 par un expert agricole, les terrains avaient ?t? utilis?s pour l?agriculture. Cependant, avec le d?veloppement du tourisme, l?agriculture avait ?t? partiellement abandonn?e. ? cet ?gard, indiquant que les terrains en question ne pr?sentaient aucune caract?ristique ayant une importance culturelle ou naturelle et qu?ils avaient toujours ?t? utilis?s ? des fins agricoles, le rapport pr?cisait que le fait que ces terrains ?taient class?s ? site naturel de cat?gorie 3 ? ne faisait pas obstacle ? leur acquisition par prescription acquisitive.
9. Il ressort du rapport d?expertise dress? le 25 mai 1999 par un expert agricole que les terrains en question ?taient bien d?limit?s mais qu?ils avaient ?t? laiss?s en jach?re pour l??levage de b?tail.
10. Par ailleurs, des t?moins locaux furent ? de nombreuses reprises entendus par le tribunal. Ceux-ci d?clar?rent que les requ?rants avaient achet? les terrains en question ? M. Haralomba Vulgarel et ? Mme Kira?a Fukara qui avaient exerc? une possession ? titre de propri?taire sans interruption sur ceux-ci depuis au moins 1945. Les t?moins indiqu?rent que, depuis leur acquisition par les requ?rants, ces terrains ?taient utilis?s par ces derniers. Ils expos?rent que, m?me si, lors des derni?res ann?es, lesdits terrains n?avaient pas ?t? cultiv?s en raison de l??levage de b?tail, les requ?rants n?avaient pas pour autant abandonn? leurs biens et les avaient simplement laiss?s en jach?re, pr?ts ? ?tre cultiv?s.
11. Le 7 octobre 1999, apr?s avoir proc?d? ? des visites sur les lieux, entendu des t?moins et des experts, obtenu des rapports d?expertise technique et agricole et vers? au dossier des plans cadastraux, le tribunal fit droit ? la demande des requ?rants.
Il observa que, quarante ans plus t?t, le terrain d?sign? par la lettre C dans le rapport ?tabli le 14 juin 1999, d?une superficie de 55 067,25 m? et jusqu?alors utilis? par Haralambo Vulgarel, avait ?t? c?d? ? titre gratuit par ce dernier ? son fils Yorgi. Il nota que ce dernier l?avait c?d? au requ?rant (requ?te no 21104/06), ? titre on?reux, 7 ? 8 ans plus t?t.
Quant aux terrains d?sign?s par les lettres D et E dans le rapport ?tabli le 14 juin 1999, dont les superficies respectives ?taient de 45 575 m? et 6 101,10 m?, le tribunal releva qu?ils avaient jadis ?t? utilis?s par Nikolo Fukara, qui les avait ensuite c?d?s ? titre gratuit ? sa fille Kira?a trente ans auparavant. Il nota que quatre ans plus t?t, celle-ci avait ? son tour c?d?, ? titre on?reux, le terrain d?sign? par la lettre D ? la requ?rante de la requ?te no 51103/06 et le terrain d?sign? par la lettre E ? la requ?rante de la requ?te no 18809/07.
Le tribunal releva que les requ?rants avaient toujours la possession des terrains en question et estima que celle-ci, d?une dur?e totale de plus de quarante-cinq ans pour l?ensemble desdits terrains en raison du cumul des dur?es de possession, pouvait ?tre qualifi?e de paisible et ininterrompue. Il ajouta que les biens avaient ?t? utilis?s comme terrains agricoles pendant cette p?riode. Il consid?ra que, bien que les terrains en cause n?eussent pas fait l?objet d?une exploitation agricole au cours des derni?res ann?es en raison de l??levage de b?tail, les requ?rants ne les avaient pas pour autant abandonn?s et leurs limites ?taient demeur?es inchang?es. Le tribunal ajouta que, nonobstant le fait que les terrains se trouvaient dans les limites d?un site naturel, ceux-ci n?abritaient pas de patrimoine culturel ou naturel ? prot?ger.
Le tribunal conclut que les conditions de la prescription acquisitive ?taient r?unies et ordonna l?inscription des terrains en cause au nom des requ?rants sur le registre foncier.
12. Le 12 octobre 2001, la Cour de cassation infirma le jugement du 7 octobre 1999 au motif que les juges du fond n?avaient pas d?ment recherch? si les terrains litigieux ?taient des p?turages, lesquels ne pouvaient pas faire l?objet d?une prescription acquisitive. Elle releva aussi que, selon les d?clarations des t?moins et des experts locaux, les requ?rants n?utilisaient plus leur terrain depuis plusieurs ann?es ; elle estima qu?il y avait lieu de rechercher si les int?ress?s les avaient abandonn?s et, dans l?affirmative, depuis combien de temps.
13. ? la suite de l?arr?t de la Cour de cassation, le tribunal entendit de nouveau des t?moins locaux et des experts, obtint des rapports d?expertise technique et agricole et versa au dossier des plans cadastraux. Les t?moins locaux confirm?rent leurs d?clarations initiales selon lesquelles les requ?rants n?avaient pas abandonn? leurs biens (paragraphe 10 ci-dessus).
14. Entretemps, le 27 juillet 2004, l?article 11 de la loi no 2863 relative ? la protection du patrimoine culturel et naturel fut modifi?. Alors que, jusqu?? l?adoption de ladite modification, les biens immobiliers situ?s dans des zones class?es ? sites naturels ? ?taient susceptibles d??tre acquis par prescription acquisitive, ladite disposition pr?cisa que les terrains class?s ? sites naturels ?, comme ceux class?s ? ?l?ments du patrimoine culturel et naturel dont la protection est n?cessaire ainsi que leur p?rim?tre de protection ?, ne pouvaient pas s?acqu?rir par le jeu de la prescription acquisitive (paragraphes 20-21 ci-dessous).
15. Le 9 juin 2005, le tribunal d?bouta les requ?rants et ordonna l?inscription des terrains litigieux au nom du Tr?sor.
Il releva que les terrains litigieux ne correspondaient pas ? un p?turage mais ? un ? site naturel de cat?gorie 3 ?. Or il nota que, post?rieurement ? l?arr?t de la Cour de cassation, l?article 11 de la loi no 2863 relative ? la protection du patrimoine culturel et naturel avait ?t? modifi?. Il observa que, depuis cette modification, les terrains class?s ? site naturel ? ne pouvaient pas faire l?objet d?une prescription acquisitive. Il conclut par cons?quent que les requ?rants ne pouvaient pas obtenir la propri?t? des terrains en question par le jeu de la prescription acquisitive.
Le tribunal retint que, par d?rogation au principe de non-r?troactivit? qui interdit normalement l?application d?une loi nouvelle ? des faits ant?rieurs ? son entr?e en vigueur, s?agissant d?une question d?ordre public et conform?ment ? la jurisprudence de la Cour de cassation, il y avait lieu d?appliquer la modification pr?cit?e ? la proc?dure devant lui.
16. Le 31 octobre 2005, la Cour de cassation confirma ce jugement et, le 6 juin 2006, elle rejeta la demande de rectification de l?arr?t form?e par les requ?rants.
17. Le 26 juin 2006, l?arr?t de la Cour de cassation du 6 juin 2006 parvint ? la juridiction de premi?re instance aux fins de notification aux requ?rants. La date de notification ne figure pas dans le dossier.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. Les conditions g?n?rales de la prescription acquisitive
18. En droit turc, l?inscription d?un bien immeuble au registre foncier est en principe le seul acte juridique constitutif du droit de propri?t?. En effet, en application de l?article 705 du code civil, l?inscription au registre foncier est n?cessaire pour l?acquisition de la propri?t? fonci?re. Par ailleurs, aux termes de l?article 14 de la loi no 3402 du 3 juillet 1987 relative au cadastre :
? (…) le titre d?un bien immobilier non inscrit au registre foncier (…) est inscrit au nom de celui qui prouve, au moyen de documents, d?expertises ou de d?clarations de t?moins, l?avoir poss?d?, ? titre de propri?taire, de mani?re ininterrompue pendant plus de vingt ans. (…) ?
19. Aux termes de l?article 713, alin?a 1er, du code civil :
? Toute personne ayant exerc? une possession continue et paisible ? titre de propri?taire (malik s?fat?yla) pendant vingt ann?es sur un bien immeuble pour lequel aucune mention ne figure au registre foncier, peut introduire une action en vue d?obtenir que ce bien soit inscrit dans ledit registre comme ?tant sa propri?t?. ?
Le dernier alin?a de l?article indique cependant que le m?canisme ainsi d?crit s?applique sous r?serve d??ventuelles dispositions sp?ciales (?zel kanun h?k?mleri sakl?d?r).
B. Terrains susceptibles d??tre acquis par voie d?usucapion
20. Avant sa modification adopt?e le 14 juillet 2004, l?article 11 de la loi no 2863 du 21 juillet 1983 relative ? la protection du patrimoine culturel et naturel ?tait ainsi libell? en sa partie pertinente en l?esp?ce :
? (…) les ?l?ments du patrimoine culturel et naturel dont la protection est n?cessaire, ainsi que leur p?rim?tre de protection, ne peuvent pas faire l?objet d?une acquisition par voie d?usucapion. (…) ?
21. La modification de l?article 11 de la loi relative ? la protection du patrimoine culturel et naturel, adopt?e le 14 juillet 2004, a ?tendu sa port?e aux sites naturels et aux sites arch?ologiques de cat?gorie 3. Apr?s modification, cette disposition se lisait comme suit :
? (…) les ?l?ments du patrimoine culturel et naturel dont la protection est n?cessaire, leur p?rim?tre de protection, [ainsi que] les sites naturels, ne peuvent pas faire l?objet d?une acquisition par voie d?usucapion. (…) ?
Le 22 mai 2007, cette disposition a ?t? ? nouveau modifi?e de mani?re ? exclure de son champ d?application les sites naturels et les sites arch?ologiques de cat?gorie 3. Depuis cette date, les terrains class?s ? sites naturels ? ainsi que ceux class?s ? sites arch?ologiques de cat?gorie 3 ? peuvent faire l?objet d?une prescription acquisitive.
C. Cumul des dur?es de possession
22. En vertu de l?article 996 du code civil, le possesseur pr?tendant au b?n?fice de la prescription acquisitive peut ajouter ? la dur?e de sa propre prescription celle de son pr?d?cesseur, si ce dernier jouissait des m?mes droits que lui.
D. La jurisprudence
23. Dans un arr?t du 16 d?cembre 1964, l?Assembl?e des chambres civiles de la Cour de cassation (Yarg?tay Hukuk Genel Kurulu) indiqua que le moment de l?acquisition de la propri?t? par le jeu des r?gles relatives ? l?usucapion n??tait pas celui de la r?union de l?ensemble des conditions mais la date ? laquelle la d?cision rendue par le tribunal et concluant au respect de toutes les conditions devenait d?finitive. Selon la haute juridiction, la d?cision judiciaire avait un caract?re constitutif et non simplement d?claratoire.
E. Ordonnance pr?sidentielle no 809 du 7 mars 2019
24. Par une lettre du 11 mars 2019, le Gouvernement a inform? la Cour que, par une ordonnance pr?sidentielle no 809 du 7 mars 2019 publi?e dans le Journal officiel le 8 mars 2019, le champ de comp?tence ratione materiae de la commission d?indemnisation cr??e par la loi no 6384 relative au r?glement, par l?octroi d?une indemnit?, de certaines requ?tes introduites devant la Cour europ?enne des droits de l?homme (voir, pour de plus amples informations, Turgut et autres c. Turquie (d?c.), no 4860/09, 26 mars 2013) a ?t? ?tendu.
Les parties pertinentes en l?esp?ce de cette ordonnance sont ainsi libell?es :
? Article 3 :
(…)
b) domaines de comp?tence : les requ?tes concernant les droits prot?g?s par l?article 1 du Protocole n o 1 ? la Convention qui sont pendantes devant la Cour et relevant du champ d?application de l?article 4 de la pr?sente ordonnance.
Article 4- (l) Les domaines (…) suivants ont ?t? inclus dans le champ de comp?tence de la commission (…) :
a) examiner et statuer, ? condition qu?elle soit saisie dans un d?lai d?un mois ? compter de la date de la notification de l?arr?t final de la Cour europ?enne des droits de l?homme, sur les demandes de dommages au titre du pr?judice mat?riel et moral pr?sent?es dans les requ?tes o? la Cour europ?enne des droits de l?homme a constat? une violation de l?article 1 du Protocole n o 1 ? la Convention mais ne s?est pas prononc?e sur les demandes de dommages au titre de l?article 4l de la Convention ou a d?cid? de r?server [la question de l?application de cet article] ?
EN DROIT
I. JONCTION DES AFFAIRES
25. Compte tenu de la similitude des requ?tes quant aux faits et ? la question de fond qu?elles posent, la Cour d?cide de les joindre et de les examiner conjointement dans un seul arr?t.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
26. Les requ?rants se plaignent d?une atteinte ? leur droit au respect de leurs biens en raison d?une ing?rence l?gislative. Ils estiment qu?ils satisfaisaient ? toutes les conditions de l?usucapion au moment de l?adoption de la modification l?gislative litigieuse et que, sans cette modification, les juridictions nationales auraient proc?d? ? l?inscription du bien ? leur nom sur le registre foncier. Ils invoquent l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, ainsi libell? dans sa partie pertinente en l?esp?ce :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
(…) ?
27. Le Gouvernement combat cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
28. Constatant que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?il ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour le d?clare recevable.
B. Sur le fond
1. Th?ses des parties
29. Les requ?rants soutiennent avoir rempli l?ensemble des conditions l?gales pour obtenir l?inscription des biens en question ? leur nom sur le registre foncier. Ils ajoutent que les tribunaux internes ont ?tabli qu?ils poss?daient lesdits biens sans interruption depuis plus de vingt ans et que, d?s lors, ils auraient d? obtenir les titres de propri?t? aff?rents ? ces biens en vertu de la l?gislation applicable lors de l?introduction de l?instance. Ils indiquent que les tribunaux ont cependant rejet? leur demande en se fondant sur l?article 11 de la loi no 2863 relative ? la protection du patrimoine culturel et naturel, modifi? le 14 juillet 2004, lorsque leurs affaires ?taient pendantes devant les juridictions nationales. Ils soutiennent par cons?quent que, en raison d?une modification l?gislative intervenue en cours d?instance, ils ont ?t? priv?s de la possibilit? d?obtenir le titre de propri?t? des biens en question. Selon eux, il s?agit d?une expropriation de fait.
30. Le Gouvernement soutient que les requ?rants ne poss?daient pas des ? biens ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Se r?f?rant ? un arr?t du 16 d?cembre 1964 adopt? par l?Assembl?e des chambres civiles de la Cour de cassation selon lequel la date de l?acquisition de propri?t? ?tait la date ? laquelle le jugement de premi?re instance ordonnant l?inscription du bien en question au nom des requ?rants ?tait devenu d?finitif (paragraphe 23 ci-dessus), il estime qu?il n?y a pas eu d?atteinte au droit de propri?t? des requ?rants au sens de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Il indique que le fait que le jugement rendu par le tribunal reconnaisse la possession des requ?rants n??tait pas de nature ? reconna?tre un droit de propri?t? ? leur ?gard. Il expose que, ? la suite de la modification l?gislative intervenue en 2004, l?acquisition de la propri?t? fond?e sur la prescription acquisitive des biens en question n??tait plus possible. Par cons?quent, ? ses yeux, les requ?rants n?ont jamais ?t? propri?taires des biens en question. Le Gouvernement ajoute que les int?ress?s ne pouvaient se pr?valoir d?avoir dispos? de ? biens actuels ? et qu?ils n?avaient pas davantage d?? esp?rance l?gitime ? de voir leurs recours aboutir.
31. Par ailleurs, ? titre subsidiaire, le Gouvernement soutient que les requ?rants ne pouvaient pas se pr?valoir de la prescription acquisitive m?me si cela avait ?t? pr?vu par la loi, ce qui n??tait pas le cas, puisque les int?ress?s n?avaient selon lui pas utilis? les terrains, ce qui aurait conduit le tribunal ? se demander s?ils ne les avaient pas abandonn?s.
2. Appr?ciation de la Cour
a) Sur l?existence d?un bien
32. La Cour note que les parties ont des vues divergentes quant ? la question de savoir si les requ?rants ?taient ou non titulaires d?un bien susceptible d??tre prot?g? par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Par cons?quent, elle est appel?e ? d?terminer si la situation juridique dans laquelle se sont trouv?s les requ?rants est de nature ? relever du champ d?application de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
33. S?agissant de la port?e autonome de la notion de ? bien ?, la Cour se r?f?re ? sa jurisprudence bien ?tablie (Iatridis c. Gr?ce [GC], n? 31107/96, ? 54, CEDH 1999-II, et Beyeler c. Italie [GC], n? 33202/96, ? 100, CEDH-2000 I). Il importe donc d?examiner, dans chaque affaire soumise ? son examen, si les circonstances, consid?r?es dans leur ensemble, ont rendu le requ?rant titulaire d?un int?r?t substantiel prot?g? par l?article 1 du Protocole n? 1 ? la Convention. Dans cette optique, la Cour estime qu?il y a lieu de tenir compte des ?l?ments de droit et de fait suivants.
34. Elle rappelle que, en droit turc, l?inscription d?un bien immeuble au registre foncier est en principe le seul acte juridique constitutif du droit de propri?t? (Bozcaada Kimisis Teodoku Rum Ortodoks Kilisesi Vakf? c. Turquie, nos 37639/03 et 3 autres, ? 42, 3 mars 2009, et ?pseftel c. Turquie, no 18638/05, ? 50, 26 mai 2015). ? cet ?gard, elle note qu?il n?est pas contest? que les requ?rants ne disposaient pas d?un titre de propri?t? inscrit au registre foncier. Elle observe cependant que, avant la modification l?gislative, les requ?rants avaient obtenu un jugement de premi?re instance en leur faveur (comparer avec Smokovitis et autres c. Gr?ce, no 46356/99, ? 32, 11 avril 2002). En effet, elle note que, dans son jugement du 7 octobre 1999, le tribunal cadastral de G?k?eada, qui a tranch? la cause en premi?re instance, a conclu que les conditions d?acquisition de la propri?t? par prescription acquisitive ?taient r?unies. Elle note aussi que, pour ?tablir que les requ?rants avaient r?ellement exerc? une possession continue sur les terrains en cause, le tribunal a tenu compte d?un certain nombre d??l?ments, comme les rapports des expertises agricoles, les d?clarations des t?moins et des experts locaux et techniques ainsi que des documents pr?sent?s par les parties ou recueillis d?office, dont les plans cadastraux et les registres des imp?ts et du cadastre relatifs aux biens en question (paragraphe 11 ci-dessus).
35. Quant ? la Cour de cassation, la Cour constate que celle-ci, dans son arr?t rendu le 12 octobre 2001, a infirm? le jugement du 7 octobre 1999 au motif que les juges du fond n?avaient pas d?ment recherch? si les terrains litigieux ?taient des p?turages, lesquels ne pouvaient pas faire l?objet d?une acquisition par prescription acquisitive. Elle observe que la Cour de cassation a aussi relev? que, selon les d?clarations des t?moins et des experts locaux, les requ?rants n?utilisaient plus le terrain depuis plusieurs ann?es et qu?elle a estim? qu?il y avait lieu de rechercher si les int?ress?s avaient abandonn? la possession et, dans l?affirmative, depuis combien de temps (paragraphe 12 ci-dessus).
36. La Cour constate que, lors de la proc?dure qui s?est d?roul?e apr?s l?infirmation du jugement de premi?re instance par la Cour de cassation, le tribunal a compl?t? le dossier, conform?ment ? la demande de la Cour de cassation. Il a ainsi ?tabli avec certitude que les terrains litigieux n??taient pas des p?turages (paragraphe 15 ci-dessus). Quant ? la question de savoir si les terrains en question avaient r?ellement ?t? utilis?s par les requ?rants sans interruption, il ressort du dossier que le tribunal avait ?tabli dans son premier jugement que, m?me si les terrains en question n??taient pas cultiv?s depuis un certain temps, cela ?tait d? au fait que du b?tail y ?tait ?lev? (paragraphe 11 ci-dessus). Par ailleurs, lors de la seconde phase de la proc?dure, les experts et les t?moins ont confirm? la possession continue des biens en question par les requ?rants et aucun ?l?ment de fait donnant ? penser que ceux-ci avaient abandonn? ces biens n?a ?t? identifi? (paragraphe 13 ci-dessus).
37. Par cons?quent, de l?avis de la Cour, avant l?intervention de la loi litigieuse, les requ?rants pouvaient pr?tendre avoir satisfait ? toutes les exigences qui leur auraient permis de se voir reconna?tre la qualit? de propri?taire relativement aux biens immeubles qu?eux-m?mes ou leurs vendeurs poss?daient depuis tr?s longtemps. Ils avaient donc au moins une ? esp?rance l?gitime ? de voir se concr?tiser leur cr?ance, c?est-?-dire d?obtenir la reconnaissance effective d?un droit de propri?t?. La Cour estime que leurs pr?tentions ? ?tre d?clar?s propri?taires des terrains en question avaient une base suffisante en droit national pour ?tre qualifi?es de ? valeurs patrimoniales ? et donc de ? biens ? prot?g?s par l?article 1 du Protocole no 1 (voir, notamment, Matos e Silva, Lda., et autres c. Portugal, 16 septembre 1996, ? 75, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996 IV, ?pseftel, pr?cit?, ?? 56-57, et, mutatis mutandis, Kopeck? c. Slovaquie [GC], no 44912/98, ?? 35 et 52, CEDH 2004 IX, Maurice c. France [GC], no 11810/03, ? 70, CEDH 2005 IX, Bozcaada Kimisis Teodoku Rum Ortodoks Kilisesi Vakf?, pr?cit?, ? 50, et Radomilja et autres c. Croatie [GC], nos 37685/10 et 22768/12, ?? 143-144, 20 mars 2018).
b) Sur la nature de l?ing?rence
38. Pour la Cour, le cas d?esp?ce pr?sente des similitudes avec l?affaire ?pseftel pr?cit?e, qui concernait l?impossibilit? pour la requ?rante d?obtenir le titre de propri?t? d?un bien immobilier, alors que son donateur avait satisfait ? l?exigence de possession paisible et ininterrompue ? titre de propri?taire pendant plus de vingt ans. Dans cette affaire, elle rappelle avoir consid?r? que les d?cisions judiciaires portant rejet des revendications de propri?t? de la requ?rante constituaient une ? privation de propri?t? ? au sens de la seconde phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (?pseftel, pr?cit?, ? 62).
39. Par ailleurs, elle indique que, dans l?affaire Maurice pr?cit?e, o? il ?tait question d?une loi ayant supprim? avec effet r?troactif une partie substantielle des cr?ances en r?paration dont les requ?rants pouvaient l?gitiment esp?rer b?n?ficier, elle a consid?r? que ladite loi avait entra?n? une ing?rence dans l?exercice des droits de cr?ance en r?paration que l?on pouvait faire valoir en vertu du droit interne en vigueur jusqu?alors et, partant, du droit des requ?rants au respect de leurs biens. Elle a ainsi conclu que cette ing?rence s?analysait en une ? privation de propri?t? ? au sens de la seconde phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (Maurice, pr?cit?, ?? 79-80).
40. En l?esp?ce, la Cour estime opportun de suivre sa jurisprudence pr?cit?e. ? cet ?gard, elle observe que, le 14 juillet 2004, l?article 11 de la loi no 2863 a ?t? modifi? de mani?re ? ?tendre sa port?e aux sites naturels. Elle estime que cette modification l?gislative a priv? les requ?rants de la possibilit? d?obtenir le titre de propri?t? des biens en question, alors que, comme il a ?t? expliqu? ci-dessus (paragraphe 37), les int?ress?s pouvaient l?gitimement croire qu?ils avaient satisfait ? toutes les exigences qui leur auraient permis de se voir reconna?tre la qualit? de propri?taire relativement aux biens immeubles qu?eux-m?mes ou leurs vendeurs poss?daient depuis tr?s longtemps. La Cour consid?re donc que la loi litigieuse a entra?n? une ing?rence dans l?exercice des droits de propri?t? que l?on pouvait faire valoir en vertu du droit interne en vigueur jusqu?alors et, partant, du droit des requ?rants au respect de leurs biens.
41. Dans ces conditions, force est de conclure que les d?cisions judiciaires portant rejet des revendications de propri?t? des requ?rants constituent une privation de propri?t? au sens de la seconde phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (?pseftel, pr?cit?, ? 62, Maurice, pr?cit?, ? 80 ; voir aussi, mutatis mutandis, Pressos Compania Naviera S.A. et autres c. Belgique, 20 novembre 1995, ? 34, s?rie A no 332, et Valle Pierimpi? Societ? Agricola S.P.A. c. Italie, no 6154/11, ? 63, 23 septembre 2014).
c) Sur la justification et la proportionnalit? de l?ing?rence
42. L?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention exige, avant tout et surtout, qu?une ing?rence de l?autorit? publique dans la jouissance du droit au respect de biens soit l?gale : la seconde phrase du premier alin?a de cet article n?autorise une privation de propri?t? que ? dans les conditions pr?vues par la loi ? ; le second alin?a reconna?t aux ?tats le droit de r?glementer l?usage des biens en mettant en vigueur des ? lois ?. De plus, la pr??minence du droit, l?un des principes fondamentaux d?une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l?ensemble des articles de la Convention (Amuur c. France, 25 juin 1996, ? 50, Recueil 1996-III, et Iatridis, pr?cit?, ? 58).
43. La Cour rel?ve que l?ing?rence est constitu?e par la l?gislation entr?e en vigueur en 2004 et par son application en l?esp?ce. Elle est donc convaincue que l?ing?rence a satisfait ? la condition de l?galit? ?nonc?e dans la disposition pr?cit?e.
44. La Cour rappelle ?galement que les autorit?s nationales disposent d?une certaine marge d?appr?ciation pour d?terminer ce qui est ? d?utilit? publique ? car, dans le syst?me de la Convention, il leur appartient de se prononcer les premi?res tant sur l?existence de probl?mes d?int?r?t public justifiant des privations de propri?t? que sur les mesures ? prendre pour les r?soudre (Pressos Compania Naviera S.A. et autres, pr?cit?, ? 37). En l?esp?ce, elle observe que, dans son jugement du 9 juin 2005, le tribunal a consid?r? que, par d?rogation au principe de non-r?troactivit? qui interdit normalement l?application d?une loi nouvelle ? des faits ant?rieurs ? son entr?e en vigueur, il convenait d?appliquer cette nouvelle modification l?gislative ? la proc?dure en question au motif qu?il s?agissait d?une question d?ordre public (paragraphe 15 ci-dessus).
45. ? cet ?gard, aux yeux de la Cour, une simple r?f?rence ? l?ordre public dans le jugement du tribunal de premi?re instance ne suffit pas ? justifier une telle application r?troactive d?une loi. Certes, la Cour dit ?tre dispos?e ? admettre que la modification l?gislative a pour objectif de prot?ger l?environnement (voir, mutatis mutandis, Hamer c. Belgique, no 21861/03, ? 79, CEDH 2007 V (extraits), et Valle Pierimpi? Societ? Agricola S.P.A., pr?cit?, ? 67). Elle consid?re qu?il s?agirait certainement l? d?un motif l?gitime, conforme ? l?int?r?t g?n?ral. Cependant, elle se doit de noter que, le 22 mai 2007, c?est-?-dire apr?s un d?lai de moins de trois ans, ladite loi a ?t? ? nouveau modifi?e de mani?re ? exclure tous les terrains class?s en sites naturels ? dont rel?vent les biens litigieux ? de son champ d?application (voir, mutatis mutandis, Agrati et autres c. Italie, nos 43549/08 et 2 autres, ? 63, 7 juin 2011). Dor?navant, de m?me qu?au moment de l?introduction de l?instance en l?esp?ce, les terrains se trouvant dans les sites naturels peuvent s?acqu?rir par voie d?usucapion (paragraphe 21 ci-dessus). Par cons?quent, pour la Cour, compte tenu de l?absence de toute information de quelque nature que ce soit sur la port?e de l?application r?troactive de la modification l?gislative en question, il est difficile de conclure qu?il existait une corr?lation pratique entre la r?troactivit? de la loi en cause, rest?e en vigueur moins de trois ans, et la protection de l?environnement en g?n?ral.
46. En outre, la Cour rappelle qu?il doit exister un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis? par toute mesure appliqu?e par l??tat, y compris les mesures privant une personne de sa propri?t? (Pressos Compania Naviera S.A. et autres, pr?cit?, ? 38, et Scordino c. Italie (no 1) [GC], no 36813/97, ? 93, CEDH 2006-V). Afin de d?terminer si la mesure litigieuse respecte le ? juste ?quilibre ? voulu et, notamment, si elle ne fait pas peser sur le requ?rant une charge disproportionn?e, il y a lieu de prendre en consid?ration les modalit?s d?indemnisation pr?vues par la l?gislation interne. M?me si l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ne garantit pas dans tous les cas le droit ? une r?paration int?grale (James et autres c. Royaume-Uni, 21 f?vrier 1986, ? 54, s?rie A no 98, et Broniowski c. Pologne [GC], no 31443/96, ? 182, CEDH 2004-V), sans le versement d?une somme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien, une privation de propri?t? constitue normalement une atteinte excessive (Valle Pierimpi? Societ? Agricola S.P.A., pr?cit?, ? 71).
47. La Cour observe que, comme il est d?j? ?tabli que l?ing?rence litigieuse satisfaisait ? la condition de l?galit?, une r?paration non int?grale ne rendrait pas ill?gitime en soi la mainmise de l??tat sur les biens des requ?rants. Cependant, comme dans l?affaire ?pseftel pr?cit?e (? 67), elle constate que les requ?rants n?ont re?u aucune indemnit? pour l?atteinte ? leurs biens. Elle note que le Gouvernement n?a invoqu? aucune circonstance exceptionnelle pour justifier l?absence totale d?indemnisation.
48. La Cour estime donc que, m?me ? supposer que l?ing?rence litigieuse ait pour finalit? de prot?ger l?environnement, une telle ing?rence dans les droits des requ?rants n?est pas conciliable avec le juste ?quilibre ? pr?server entre les int?r?ts en jeu (voir, mutatis mutandis, Pressos Compania Naviera S.A. et autres, pr?cit?, ? 43) et il n?y a pas de rapport raisonnable de proportionnalit? entre le but poursuivi et les moyens employ?s. Elle en conclut que, nonobstant la marge d?appr?ciation dont l??tat dispose en la mati?re, les requ?rants ont d? supporter une charge individuelle exorbitante, ce qui a emport? violation de leurs droits prot?g?s par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 DE LA CONVENTION
49. La requ?rante de la requ?te no 51103/06 et la requ?rante de la requ?te no 18809/07 se plaignent d?une dur?e excessive de la proc?dure et du d?faut de motivation des d?cisions de justice. Elles invoquent ? cet ?gard l?article 6 ? 1 de la Convention, qui se lit ainsi dans ses parties pertinentes en l?esp?ce :
? 1. Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement, (…) et dans un d?lai raisonnable, par un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
A. Sur la recevabilit?
1. Sur le grief tir? de l?absence de motivation
50. La Cour rappelle que l?article 6 ? 1 de la Convention oblige les tribunaux ? motiver leurs d?cisions, mais qu?il ne peut se comprendre comme exigeant une r?ponse d?taill?e ? chaque argument (Kok c. Pays-Bas (d?c.), no 43149/98, CEDH 2000-VI). Elle observe, eu ?gard aux pi?ces du dossier, que les d?cisions des instances nationales mises en cause ?taient suffisamment motiv?es. Il s?ensuit que ce grief est manifestement mal fond? et qu?il doit ?tre rejet?, en application de l?article 35 ?? 3 et 4 de la Convention.
2. Sur le grief tir? de la dur?e de la proc?dure
51. Le Gouvernement consid?re que les requ?rants n?ont pas ?puis? les voies de recours internes. Il expose que les requ?rants auraient pu engager devant les juridictions administratives une action en indemnisation dirig?e contre l?administration pour faute imputable au service public.
52. La Cour rappelle d?embl?e avoir d?j? conclu ? l?absence en droit interne, ? l??poque pertinente, d?un recours susceptible de permettre ? un requ?rant d?obtenir la sanction de son droit ? voir sa cause entendue dans un d?lai raisonnable au sens de l?article 6 ? 1 de la Convention (Daneshpayeh c. Turquie, no 21086/04, ? 37, 16 juillet 2009, et ?mm?han Kaplan c. Turquie, no 24240/07, ? 58, 20 mars 2012). Elle rappelle aussi avoir d?j?, dans des circonstances similaires ? celles de l?esp?ce, rejet? une exception identique ? celle tir?e en l?occurrence par le Gouvernement du non-?puisement des voies de recours internes (Aydan c. Turquie, no 16281/10, ? 122, 12 mars 2013). Revenant ? la pr?sente affaire, elle ne voit aucune raison de s??carter de cette jurisprudence.
53. La Cour observe ?galement que, certes, un nouveau recours en indemnisation a ?t? instaur? en Turquie ? visant notamment les requ?tes relatives ? la dur?e de la proc?dure ? ? la suite de l?application de la proc?dure d?arr?t pilote dans l?affaire ?mm?han Kaplan pr?cit?e. Elle rappelle que, dans sa d?cision pr?cit?e Turgut et autres, elle a d?clar? irrecevable une requ?te faute pour les requ?rants d?avoir fait usage de toutes les voies de recours internes, notamment de ce nouveau recours. Pour ce faire, elle a notamment consid?r? que ce nouveau recours ?tait, a priori, accessible et susceptible d?offrir des perspectives raisonnables de redressement pour les griefs relatifs ? la dur?e de la proc?dure.
54. La Cour rappelle en outre que, toujours dans son arr?t pilote ?mm?han Kaplan (pr?cit?, ? 77), elle a notamment pr?cis? qu?elle pourra poursuivre, par la voie de la proc?dure normale, l?examen des requ?tes de ce type d?j? communiqu?es au Gouvernement. Elle note que, en l?esp?ce, le Gouvernement n?a pas soulev? d?exception portant sur ce nouveau recours. ? la lumi?re de ce qui pr?c?de, la Cour d?cide de poursuivre l?examen de la pr?sente requ?te (Rifat Demir c. Turquie (d?c.), no 24267/07, ?? 34 et 35, 4 juin 2013).
55. Il s?ensuit que l?exception du Gouvernement ne saurait ?tre retenue. Constatant que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?il ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour le d?clare recevable.
B. Sur le fond
56. La Cour note que la p?riode ? consid?rer a commenc? le 10 juin 1996 avec la saisine du tribunal et qu?elle s?est termin?e le 6 juin 2006, date ? laquelle la Cour de cassation a rejet? la demande de rectification d?arr?t. La proc?dure a donc dur? environ dix ans.
57. La Cour rappelle que le caract?re raisonnable de la dur?e d?une proc?dure doit s?appr?cier suivant les circonstances de la cause et ? l?aide des crit?res consacr?s par sa jurisprudence, en particulier eu ?gard ? la complexit? de l?affaire, au comportement du requ?rant et ? celui des autorit?s comp?tentes ainsi qu?? l?enjeu du litige pour les int?ress?s (voir, parmi beaucoup d?autres, Frydlender c. France [GC], no 30979/96, ? 43, CEDH 2000 VII, Satakunnan Markkinap?rssi Oy et Satamedia Oy c. Finlande [GC], no 931/13, ? 209, 27 juin 2017).
58. ? la lumi?re de sa jurisprudence en la mati?re et compte tenu notamment de la dur?e qui s??tait ?coul?e apr?s l?infirmation du jugement de premi?re instance par la Cour de cassation, elle consid?re que la dur?e totale de la proc?dure litigieuse ne r?pond pas ? l?exigence du ? d?lai raisonnable ?.
59. Partant, elle conclut qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention.
IV. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
60. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage mat?riel
1. Th?ses des parties
61. Les requ?rantes (requ?te no 51103/06 et requ?te no 18809/07) r?clament la restitution des biens litigieux ou, ? d?faut, le versement d?une somme totale de 2 485 115 euros (EUR), selon la conversion op?r?e par elles sur la base du taux de parit? applicable en avril 2011. Pour appuyer leurs demandes, elles se r?f?rent ? deux rapports d?expertise ?tablis le 5 avril 2011 par G?k?eada Emlak, une agence immobili?re sise ? G?k?eada, qui concluait que, en 2011, la valeur du bien r?clam? par la requ?rante de la requ?te no 51103/06 ?tait de 640 605 TRY et celle du bien r?clam? par la requ?rante de la requ?te no 18809/07 ?tait de 4 275 000 TRY.
62. Quant au requ?rant (requ?te no 21104/06), il r?clame 5 750 000 EUR ? titre de d?dommagement pour le pr?judice mat?riel qu?il dit avoir subi, sans pr?senter de document ? cet ?gard.
63. Le Gouvernement conteste ces demandes. ? titre principal, il argue qu?il n?existe pas de lien de causalit? entre le dommage all?gu? et la violation de la Convention car, selon lui, les requ?rants, qui ne disposaient d?aucun titre de propri?t?, n??taient que de simples demandeurs. ? titre subsidiaire, le Gouvernement soutient que les montants r?clam?s sont manifestement excessifs, d?pourvus de fondement et sans aucun rapport avec les conditions socio?conomiques r?gnant en Turquie. Il indique que les rapports d?expertise pr?sent?s par certains requ?rants n?ont pas ?t? dress?s ? l?issue d?une proc?dure contradictoire et estime que l??valuation du pr?judice mat?riel ne pouvait ?tre objective que si elle ?tait ?tablie par des experts mandat?s par les tribunaux lors d?une proc?dure contradictoire.
2. Appr?ciation de la Cour
64. La Cour rappelle qu?un arr?t constatant une violation entra?ne pour l??tat d?fendeur l?obligation juridique de mettre un terme ? la violation et d?en effacer les cons?quences de mani?re ? r?tablir autant que faire se peut la situation ant?rieure ? celle-ci (Sargsyan c. Azerba?djan (satisfaction ?quitable) [GC], no 40167/06, ? 35, 12 d?cembre 2017). Les ?tats contractants parties dans une affaire sont en principe libres de choisir les moyens dont ils useront pour se conformer ? un arr?t constatant une violation. Ce pouvoir d?appr?ciation quant aux modalit?s d?ex?cution d?un arr?t traduit la libert? de choix dont est assortie l?obligation primordiale impos?e par la Convention aux ?tats contractants : assurer le respect des droits et libert?s garantis (article 1). Si la nature de la violation permet une restitutio in integrum, il incombe ? l??tat d?fendeur de la r?aliser, la Cour n?ayant ni la comp?tence ni la possibilit? pratique de l?accomplir elle m?me. Si, en revanche, le droit national ne permet pas ou ne permet qu?imparfaitement d?effacer les cons?quences de la violation, l?article 41 habilite la Cour ? accorder, s?il y a lieu, ? la partie l?s?e la satisfaction qui lui semble appropri?e (Brumarescu c. Roumanie (satisfaction ?quitable) [GC], no 28342/95, ? 20, CEDH 2000-I, et Guiso Gallisay c. Italie (satisfaction ?quitable) [GC], no 58858/00, ? 90, 22 d?cembre 2009).
65. La Cour rappelle avoir conclu ci-dessus que l?ing?rence litigieuse satisfaisait ? la condition de l?galit? (paragraphe 43 ci-dessus). En effet, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention en raison du fait que les requ?rants n?ont re?u aucune indemnisation pour l?atteinte ? leurs biens et que, de ce fait, ils ont d? supporter une charge individuelle exorbitante. Il en r?sulte que l?acte de l??tat d?fendeur que la Cour a tenu pour contraire ? la Convention ?tait en l?esp?ce une privation de propri?t? qui e?t ?t? l?gitime si une indemnit? ad?quate avait ?t? vers?e (voir, a contrario, Guiso-Gallisay, pr?cit?, ? 91). Il y a d?s lors un lien de causalit? manifeste entre le dommage mat?riel all?gu? par les requ?rants et la violation de la Convention.
66. La Cour estime aussi que dans la pr?sente affaire la nature de la violation constat?e ne lui permet pas de partir du principe d?une restitutio in integrum (Scordino (no 1), pr?cit?, ? 249, et Kozac?o?lu c. Turquie [GC], no 2334/03, ? 81, 19 f?vrier 2009), contrairement ? l?affaire Guiso-Gallisay pr?cit?e, o? il s?agissait d?un cas de d?possession illicite. Cela dit, le Gouvernement est bien entendu libre de d?cider spontan?ment de restituer tout ou partie des propri?t?s aux requ?rants.
67. Quant ? l?indemnisation ? fixer en l?esp?ce, selon la jurisprudence ?tablie de la Cour en la mati?re (Scordino (no 1), pr?cit?, ? 255), elle n?aura pas ? refl?ter l?id?e d?un effacement total des cons?quences de l?ing?rence litigieuse. En effet, dans la pr?sente affaire, c?est l?absence d?une indemnit? ad?quate et non pas l?ill?galit? intrins?que de la mainmise sur le terrain qui a ?t? ? l?origine de la violation constat?e sous l?angle de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Dans ces conditions, la Cour conclut que l?indemnisation ad?quate en l?esp?ce est celle qui correspond ? la valeur marchande des biens au moment de la privation de propri?t? en question (ibidem, ? 257) – montant qui devra ?tre actualis? pour compenser les effets de l?inflation – et non ? la valeur marchande actuelle de ces biens. Par cons?quent, aux yeux de la Cour, la m?thode de calcul d?velopp?e dans l?affaire Scordino (no 1) pr?cit?e est mutatis mutandis applicable en l?esp?ce (ibidem, ? 258).
68. La Cour observe que les requ?rants ont pr?sent? des demandes de dommages mat?riels, correspondant, selon eux, ? la valeur marchande des biens objets du pr?sent litige, et qu?ils ont aussi produit divers documents afin de justifier leurs demandes.
69. Le Gouvernement soutient que l?estimation de la valeur des biens en question par des agences immobili?res n?est pas une m?thode dont la Cour peut se servir pour fixer la satisfaction ?quitable. Selon lui, au lieu d?utiliser les expertises ?tablies par une agence immobili?re, il est n?cessaire de se fonder sur des ?l?ments plus objectifs ? ses yeux pour d?terminer la satisfaction ?quitable en l?esp?ce.
70. La Cour observe qu?il existe non seulement une controverse sur la mani?re dont le dommage mat?riel a ?t? ?valu? mais aussi une r?elle difficult? pour elle de d?terminer la perte p?cuniaire des requ?rants ? la lumi?re des crit?res expos?s ci-dessus (paragraphe 67 ci-dessus).
71. La Cour note que le Gouvernement vient de porter ? sa connaissance que, le 8 mars 2019, l?ordonnance pr?sidentielle no 809 est entr?e en vigueur. Cette disposition ?largit la comp?tence de la commission d?indemnisation cr??e en janvier 2013 et ?nonce les principes et la proc?dure ? suivre relativement ? l?indemnisation dans les affaires o? la Cour a conclu ? la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention mais ne s?est pas prononc?e pas sur les demandes de dommages au titre de l?article 41 de la Convention ou a d?cid? de r?server la question de l?application de cet article. La Cour observe que la pr?sente esp?ce rentre dans la premi?re cat?gorie d?affaires, ? savoir celles dans lesquelles elle a conclu ? une violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention et ne s?est pas prononc?e sur les demandes de dommages au titre de l?article 4l de la Convention.
72. Par ailleurs, dans les affaires Turgut et autres (d?cision pr?cit?e), et Demiro?lu c. Turquie ((d?c.), no 56125/10, 4 juin 2013), la Cour a proc?d? ? un examen d?taill? du fonctionnement de la commission d?indemnisation. Elle a estim? dans ces affaires que les requ?rants devaient au pr?alable s?adresser ? celle-ci dans la mesure o? elle offrait un nouveau recours interne accessible et susceptible de donner r?paration ? leurs griefs (voir aussi Y?ld?z et Yanak c. Turquie (d?c.), no 44013/07, 27 mai 2014, Bozkurt c. Turquie (d?c.), no 38674/07, 10 mars 2015, ?elik c. Turquie (d?c.), no 23772/13, 16 juin 2015, et ?zbil c. Turquie (d?c.), no 45601/09, 29 septembre 2015). La Cour observe ?galement que la commission d?indemnisation est comp?tente pour indemniser tous les individus conform?ment ? sa pratique (Turgut et autres et Demiro?lu, d?cisions pr?cit?es). Les indemnit?s accord?es par la commission d?indemnisation sont vers?es par le minist?re de la Justice dans les trois mois suivant la date ? laquelle la d?cision est devenue d?finitive et sont exon?r?es de tout imp?t ou charge. Par ailleurs, la d?cision de cette commission peut faire l?objet d?un recours devant les tribunaux administratifs, qui doivent statuer dans les trois mois. Le requ?rant peut ?galement saisir la Cour constitutionnelle d?une requ?te individuelle contre les d?cisions des tribunaux administratifs (Ahmet Erol c. Turquie (d?c.), no 73290/13, 6 mai 2014, et Sayan c. Turquie (d?c.), no 49460/11, ? 19, 14 juin 2016).
73. La Cour prend note de cette initiative du Gouvernement turc et observe que ce d?veloppement renforce par l? m?me le caract?re subsidiaire du m?canisme de protection des droits de l?homme instaur? par la Convention et facilite pour la Cour et le Comit? des Ministres l?accomplissement des t?ches que leur confient respectivement l?article 41 et l?article 46 de la Convention (Broniowski c. Pologne (r?glement amiable) [GC], no 31443/96, ? 36, CEDH 2005 IX).
74. Dans ces conditions, la Cour estime qu?un recours devant la commission d?indemnisation dans un d?lai d?un mois ? compter de la date de la notification de son arr?t final est susceptible de donner lieu ? l?indemnisation par l?administration et que ce recours repr?sente un moyen appropri? de redresser la violation constat?e au regard de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (voir, mutatis mutandis, Gen?el c. Turquie, no 53431/99, ? 27, 23 octobre 2003 et, r?cemment, Moreira Ferreira c. Portugal (no 2) [GC], no 19867/12, ?? 48-50, 11 juillet 2017 ; voir aussi, mutatis mutandis, G?mr?k??ler et autres c. Turquie (satisfaction ?quitable), no 9580/03, ? 34, 7 f?vrier 2017, et Ke?ecio?lu et autres c. Turquie (satisfaction ?quitable), no 37546/02, ? 18, 20 juillet 2010).
75. Apr?s ce constat, la Cour rappelle qu?elle peut rechercher si la requ?te se pr?te ? l?application de l?article 37 de la Convention (G?mr?k??ler et autres, pr?cit?, ? 37). En effet, elle peut d?cider de rayer une requ?te du r?le dans le cadre de article 37 ? 1 c) de la Convention lorsqu?il est ?tabli que la possibilit? concr?te d?indemniser les requ?rants existe au niveau national o? les organes ad?quates, qui sont sur place et ont acc?s aux biens, registres et archives, ainsi qu?? tous les autres moyens pratiques, sont certainement mieux plac?s pour statuer sur des questions complexes de propri?t? et d??valuation et pour fixer une indemnisation, comme dans le cas des requ?rants (ibidem, ? 29).
76. La Cour estime que les instances nationales sont sans conteste les mieux plac?es pour ?valuer le pr?judice subi et disposent de moyens juridiques et techniques ad?quats pour mettre un terme ? une violation de la Convention et d?en effacer les cons?quences, notamment, comme dans le cas d?esp?ce, lorsqu?il s?agit de d?terminer la valeur des biens immobiliers dans un ?tat contractant ? une date donn?e. En effet, pour la Cour, comme elle l?a constat? dans de nombreuses affaires contre la Turquie relative au droit de propri?t?, une telle ?valuation est presque objectivement impossible dans la mesure o? elle est tr?s ?troitement li?e aux contextes nationaux, voire locaux, et les experts et juridictions nationaux sont les mieux plac?s pour la r?aliser (voir, ? titre d?exemple, Ke?ecio?lu et autres, pr?cit?, ? 18).
77. ? la lumi?re de ce qui pr?c?de, s?agissant du dommage mat?riel all?gu?, la Cour conclut que le droit national permet dor?navant d?effacer les cons?quences de la violation constat?e en l?esp?ce et estime d?s lors qu?il n?est pas n?cessaire de se prononcer sur les demandes pr?sent?es par les requ?rants ? ce titre. Elle estime par cons?quent qu?il ne se justifie plus de poursuivre l?examen de la requ?te (article 37 ? 1 c) de la Convention). Elle est en outre d?avis qu?il n?existe en l?esp?ce pas de circonstances sp?ciales touchant au respect des droits de l?homme garantis par la Convention et ses Protocoles qui exigeraient la poursuite de l?examen de la requ?te (article 37 ? 1 in fine). Par ailleurs, pour parvenir ? cette conclusion, elle a tenu compte de sa comp?tence en vertu de l?article 37 ? 2 de la Convention pour r?inscrire la requ?te lorsqu?elle estime que les circonstances justifient une telle proc?dure (G?mr?k??ler et autres, ? 42).
78. En conclusion, il y a lieu de rayer du r?le la partie de l?affaire relative ? la question de l?article 41 de la Convention, concernant la demande du dommage mat?riel en raison de la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
B. Dommage moral
79. Les requ?rantes (requ?te no 51103/06 et requ?te no 18809/07) demandent chacune 5 000 EUR au titre du pr?judice moral qu?elles disent avoir subi en raison de la dur?e excessive de la proc?dure et d?une atteinte injustifi?e ? leur droit de propri?t?.
Le requ?rant (requ?te no 21104/06) r?clame 250 000 EUR au titre du pr?judice moral qu?il estime avoir subi en raison d?une atteinte injustifi?e ? son droit de propri?t?.
80. Le Gouvernement conteste ces sommes.
81. Pour ce qui est des demandes des requ?rantes (requ?te no 51103/06 et requ?te no 18809/07), la Cour rappelle avoir conclu ci-dessus non seulement ? la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention mais aussi ? la violation de l?article 6 de la Convention en raison de la dur?e excessive de la proc?dure concernant les int?ress?es. Par cons?quent, elle d?cide d?allouer 5 000 EUR ? chacune des requ?rantes pour le pr?judice moral r?sultant de la dur?e excessive de la proc?dure.
82. Quant aux dommages moraux r?sultant de l?atteinte injustifi?e au droit ? la propri?t? des requ?rants, la Cour observe que, en vertu de l?ordonnance pr?sidentielle pr?cit?e, la commission d?indemnisation est ?galement comp?tente pour examiner les demandes de dommages pour pr?judice moral et statuer sur celles-ci. Par cons?quent, ? la lumi?re de ses conclusions au regard du pr?judice mat?riel, il y a lieu ?galement de rayer du r?le la partie de l?affaire relative ? la question de l?article 41 de la Convention, concernant la demande du dommage moral en raison de la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
C. Frais et d?pens
83. Les requ?rantes (requ?te no 51103/06 et requ?te no 18809/07) demandent conjointement 2 270 EUR pour les frais et d?pens qu?elles disent avoir engag?s devant la Cour. Cette somme correspond selon elles aux heures de travail de leur avocat et aux frais de reproduction de documents et de traduction. Quant au requ?rant (requ?te no 21104/06), il r?clame une somme appropri?e pour les frais et d?pens qu?il aurait engag?s, sans pr?ciser de montant.
84. Le Gouvernement conteste ces pr?tentions.
85. En l?esp?ce, eu ?gard aux documents dont elle dispose et ? sa jurisprudence, la Cour estime raisonnable la somme de 2 270 EUR demand?e par les requ?rantes (requ?te no 51103/06 et requ?te no 18809/07) pour frais et d?pens et la leur accorde conjointement.
Quant ? la demande du requ?rant (requ?te no 21104/06), selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En l?esp?ce, compte tenu de sa jurisprudence, et en l?absence de pr?tentions sp?cifiques au titre des frais et d?pens ainsi que de notes d?honoraires vers?es au dossier, la Cour d?cide de ne pas allouer de somme ? ce titre au requ?rant.
D. Int?r?ts moratoires
86. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?cide de joindre les requ?tes ;

2. D?clare les requ?tes recevables quant aux griefs tir?s de l?article 6 de la Convention pour ce qui est de la dur?e de la proc?dure et de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, et irrecevables pour le surplus ;

3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ;

4. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention ? raison de la dur?e de la proc?dure devant les juridictions internes ;

5. D?cide de rayer du r?le la partie de l?affaire relative ? la question de l?article 41 de la Convention, concernant la demande du dommage mat?riel et moral en raison de la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ;

6. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser ? Mmes Boztepe et Ku?man (requ?tes nos 51103/06 et 18809/07), dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, les sommes suivantes, ? convertir dans la monnaie de l??tat d?fendeur :
i. 5 000 EUR (cinq mille euros), ? chacune des requ?rantes, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme, pour dommage moral r?sultant de la dur?e excessive de la proc?dure,
ii. 2 270 EUR (deux mille deux cent soixante-dix euros), conjointement aux requ?rantes, plus tout montant pouvant ?tre d? par elles ? titre d?imp?t sur cette somme, pour frais et d?pens ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

7. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 7 mai 2019, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Hasan Bak?rc? Robert Spano
Greffier adjoint Pr?sident

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024