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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE GIGLI COSTRUZIONI S.R.L. c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 10557/03/2008
Stato: Italia
Data: 2008-04-01 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

SECONDA SEZIONE
CAUSA GIGLI COSTRUZIONI S.R.L. c. ITALIA
( Richiesta no 10557/03)
SENTENZA
STRASBURGO
1 aprile 2008
DEFINITIVO
01/07/2008
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Gigli Costruzioni S.R.L. c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, seconda sezione, riunendosi in una camera composta da:
Francesca Tulkens, presidentessa, Antonella Mularoni, Ireneu Cabral Barreto, Vladimiro Zagrebelsky, Dragoljub Popovic, Andr?s Saj?, Nona Tsotsoria, giudici,
e di Sally Doll?, cancelliera di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio l?11 marzo 2008,
Rende la sentenza che ha, adottata in questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 10557/03) diretta contro la Repubblica italiana e in cui una societ? di questo Stato, la G. C. S.R.L. (“il richiedente”), ha investito la Corte il 6 marzo 2003 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? rappresentato da F. M., avvocato a Jesi. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dai suoi agenti successivi, rispettivamente il Sig. I. M. Braguglia ed il Sig. Roberto Adam, cos? come dal suo coagente aggiunto, il Sig. N. Lettieri.
3. Il 9 novembre 2004, la Corte ha deciso di comunicare la richiesta al Governo. Avvalendosi delle disposizioni dell’articolo 29 ? 3 della Convenzione, ha deciso che sarebbero state esaminati l’ammissibilit? e la fondatezza della causa allo stesso tempo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
4. Il richiedente, G. C. S.r.l, ? una societ? la cui sede ? a Jesi (Ancona).
5. Era il proprietario di un terreno edificabile di 20 847 metri quadrati ubicati a Morro di Abba e registrato al catasto (foglio 5, appezzamenti 288, 130, 104, 245, 484, 157 e 131).
1. L’espropriazione del terreno
6. Con un’ordinanza del 16 giugno 1978, la municipalit? di Morro di Abba approv? il progetto di costruzione di abitazioni ad affitto moderato sul terreno del richiedente.
7. Con un’ordinanza del 13 febbraio 1981, la municipalit? decret? l’occupazione di emergenza del terreno del richiedente in vista dell’espropriazione.
8. Il 6 aprile 1981, la municipalit? procedette all’occupazione materiale del terreno.
9. Con un’ordinanza del 24 settembre 1982, notificata al richiedente il 28 settembre 1982, la municipalit? procedette ad un’offerta di acconto sull’indennit? di espropriazione determinata conformemente alla legge no 865 del 1971, sotto riserva di fissare l’importo dell’indennit? definitiva in applicazione della legge no 385 del 1980. L’acconto fu versato nel marzo 1983.
10. Con un’ordinanza del 16 agosto 1983, il terreno del richiedente fu formalmente espropriato.
11. Nel frattempo, con la sentenza no 223 del 1983, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale la legge no 385 di 1980, al motivo che questa sottoponeva l’indennizzo all’adozione di una legge futura. Per effetto di questa sentenza, la legge no 2359 del 1865, che prevedeva che l’indennit? di espropriazione di un terreno corrispondesse al valore commerciale di questo, entr? di nuovo in vigore.
12. Con un atto di citazione notificato il 16 maggio 1986, il richiedente cit? la municipalit? dinnanzi al tribunale di Ancona, facendo valere il suo diritto ad un’indennit? corrispondente al valore commerciale del terreno.
13. L? 11 novembre 1988, fu depositata una perizia presso la cancelleria del tribunale. Secondo il perito, il valore venale del terreno nel marzo 1983 era di 403 125 707 ITL (o 208 197 EUR).
14. Il 14 agosto 1992 entr? in vigore la legge no 359 dell? 8 agosto 1992, articolo 5bis del decreto legislativo no 333 del 1992, che prevedeva dei nuovi criteri per calcolare l’indennit? di espropriazione dei terreni edificabili. Questa legge si applicava espressamente ai procedimenti in corso.
15. Il 6 dicembre 1993, un complemento di perizia fu depositato presso la cancelleria del tribunale, considerando l’entrata in vigore della legge no 359 del 1992, e dei nuovi criteri di calcolo dell’indennit? di espropriazione. Il perito valut? a 206 219 079 ITL (o 106 503 EUR) l’indennit? dovuta ai sensi della nuova legge.
16. Al termine del collocamento in stato, il 7 novembre 1996, il richiedente chiese al tribunale di rendere un’ordinanza in virt? dell’articolo 186 quater del codice di procedimento civile.
17. Con un’ordinanza depositata presso la cancelleria il 2 dicembre 1998, il tribunale ordin? alla municipalit? di versare al richiedente 188 779 789 ITL (o 97 496,62 EUR) somma che doveva corrispondere alla differenza tra l? indennit? di espropriazione dovuta conformemente alla legge no 359 di 1992 e l’acconto gi? versato nel marzo 1983. Secondo la legge no 359, questa somma era sottoposta ad un’imposta alla sorgente del 20%.
18. Con un giudizio del 17 novembre 2001, depositato presso la cancelleria il 27 novembre 2001, il tribunale di Ancona ordin? al richiedente di restituire 8 719 645 ITL alla municipalit? (o 4 503,32 EUR) somma che gli era stata versata in eccesso.
19. Delle venticinque udienze fissate tra il 6 novembre 1986 ed il 16 settembre 2000, dieci furono rinviate d? ufficio, nove riguardavano la preparazione del rapporto di perizia o il suo deposito, una riguardava il deposito di documenti e due la determinazione dell’udienza di presentazione delleconclusioni.
20. Le parti interposero appello. Con una sentenza depositata il 1 aprile 2004, la corte di appello di Ancona respinse tutti i mezzi di appello e conferm? il giudizio del tribunale.
2. Il ricorso ai sensi della “legge Pinto”
21. Nel frattempo, il richiedente aveva introdotto un ricorso ai sensi della legge Pinto dinnanzi alla corte di appello il 12 ottobre 2001, di L’Aquila, per ottenere un’indennit? per la durata del procedimento dinnanzi al tribunale di Ancona.
22. Con una decisione depositata presso la cancelleria l? 8 gennaio 2002, la corte di appello di L’Aquila constat? il superamento del termine ragionevole. Respinse la domanda relativa al danno materiale, stimando che questo non era in rapporto con la durata del procedimento. Accord? 2 324 EUR a titolo di danno morale e 1 032,91 EUR per oneri e spese nel procedimento nazionale.
23. Risulta dalla pratica che questa decisione non ? stata oggetto di un ricorso in cassazione ed ? diventata definitiva nel febbraio 2003.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNI PERTINENTI
24. Il diritto e le pratica interni pertinenti figurano nella sentenza Scordino c. Italia (no 1) ([GC], no 36813/97, CEDH 2006 -…).
25. Con la sentenza no 348 del 22 ottobre 2007, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’articolo 5bis del decreto no 333 del 1992, come modificato dalla legge no 359 del 1992, in quanto ai criteri utilizzati per calcolare l’importo dell’indennizzo. La Corte Costituzionale ha indicato anche al legislatore i criteri da prendere in conto per un’eventuale nuova legge, facendo riferimento al valore venale del bene.
La legge delle finanze no 244 del 24 dicembre 2007 ha stabilito che l’indennit? di espropriazione per un terreno edificabile deve corrispondere al valore venale del bene. Quando l’espropriazione rientra nella cornice di una riforma economica e sociale, una riduzione del 25% sar? applicata.
Questa disposizione ? applicabile a tutti i procedimenti di espropriazione in corso al 1 gennaio 2008, salvo quelli in cui la decisione sull’indennit? di espropriazione ? stata accettata o ? diventata definitiva.
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
26. Invocando l’articolo 1 del Protocollo no 1, il richiedente si lamenta del carattere inadeguato dell’indennit? di espropriazione che ? stata calcolata in funzione della legge no 359 del 1992. La disposizione in causa si legge cos?:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
27. Il Governo si oppone a questa tesi.
A. Sull’ammissibilit?
28. Il Governo sostiene che la richiesta ? stata introdotta tardivamente nella misura in cui il richiedente si lamenta del fatto che l’importo del risarcimento ? stato calcolato ai sensi della legge no 359 del 1992. Stima che il termine di sei mesi contemplati all’articolo 35 della Convenzione sia cominciato a decorrere o nel 1992, ossia in data dell’entrata in vigore di questa legge, o nel 1993, ossia in data del deposito presso la cancelleria della sentenza con la quale la Corte costituzionale ha confermato la legalit? della disposizione in questione. In appoggio alle sue affermazioni, il Governo cita la causa Miconi c. Italia (, d?c.) (no 66432/01, 6 maggio 2004).
29. Il richiedente contesta questo argomento.
30. La Corte ricorda che ha respinto questo tipo di eccezione in parecchie cause (vedere, tra altre, Donati c. Italia (d?c.), no 63242/00, 13 maggio 2004; Chir? c. Italia no 2 (d?c.), no 65137/01, 27 maggio 2004). Non vede nessuno motivo di derogare ai suoi precedenti conclusioni e respinge dunque l’eccezione in questione.
31. La Corte constata poi che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato ai sensi dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione e non incontra nessuno altro motivo di inammissibilit?. C’? luogo dunque di dichiararlo ammissibile.
B. Sul merito
1. Tesi delle parti
a) Il Governo
32. Il Governo afferma innanzitutto che l’espropriazione del terreno del richiedente si ? svolta conformemente alla legge ed a un scopo di utilit? generale.
33. Fa osservare poi che il richiedente si lamenta dell’importo dell’indennit? di espropriazione che gli ? stata accordata in seguito all’entrata in vigore della legge no 359 del 1992. A questo riguardo, il Governo precisa che non si tratta di un’applicazione retroattiva della legge, ma di un’applicazione immediata, il che costituisce la regola generale in un Stato di diritto. Peraltro, l’articolo 5bis sarebbe stato ispirato da ragioni di bilancio e, tenuto conto del suo carattere provvisorio, questa disposizione, nel 1993, ? stata giudicata dalla Corte costituzionale come conforme alla Costituzione.
34. In quanto all?importo che ? stato calcolato in funzione di questa legge, il Governo, pure ammettendo che l’indennit? controversa ? inferiore al valore commerciale del terreno, stima che questo importo deve essere considerato come adeguato, visto il margine di valutazione lasciato agli Stati in questo ambito. Inoltre, il “valore commerciale” di un bene ? una nozione imprecisa ed incerta che dipende da numerose variabili ed ? di natura essenzialmente soggettiva. Il Governo osserva che in ogni caso, il valore commerciale del terreno ? uno degli elementi presi in conto nel calcolo effettuato dalle giurisdizioni interne conformemente all’articolo 5 bis. Ai termini di questa disposizione, il valore commerciale viene temperato da un altro criterio, ossia la rendita fondiaria calcolata a partire dal valore iscritto al catasto.
35. Riferendosi alle sentenze della Corte in parecchie cause (Lithgow ed altri c. Regno Unito, dell? 8 luglio 1986, serie A no 102; James ed altri c. Regno Unito, del 21 febbraio 1986, serie A no 98) il Governo sostiene che la richiesta in questione deve essere esaminata alla luce del principio secondo in quale la Convenzione non impone un indennizzo a concorrenza del pieno valore commerciale del bene. Un indennizzo che abbia un rapporto ragionevole di proporzionalit? col valore del bene basta affinch? il giusto equilibrio non venga rotto.
36. Pertanto, chiede alla Corte di concludere alla non-violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
b) Il richiedente
37. Il richiedente sostiene di avere subito una violazione sproporzionata al suo diritto al rispetto dei beni. A questo riguardo, mette in causa l’importo dell’indennit? che risulta dall’applicazione della legge no 359 del 1992 e fa valere che l’indennit? calcolata conformemente a questa legge corrisponde a meno della met? del valore commerciale del terreno.
2. Valutazione della Corte
38. La Corte constata innanzitutto che le parti si accordano per dire che c’? stata “privazione dei beni” al senso della seconda frase del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
39. Come ha precisato a pi? riprese, la Corte ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 contiene tre norme distinte: “la prima che si esprime nella prima frase del primo capoverso e riveste un carattere generale, enuncia il principio del rispetto della propriet?; la seconda, che figura nella seconda frase dello stesso capoverso, prevede la privazione della propriet? e la sottopone a certe condizioni; in quanto alla terza, registrata nel secondo capoverso, riconosce agli Stati il potere, tra altri, di regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale. Non si tratta per tanto di regole prive di rapporto tra esse. La seconda e la terza hanno fatto riferimento agli esempi particolari di violazioni al diritto di propriet?; quindi, si devono interpretare alla luce del principio consacrato dalla prima” (vedere, tra altre, la sentenza James ed altri c. Regno Unito, precitata, ? 37 che riprende in parte i termini dall’analisi che la Corte ha sviluppato nella suo sentenza Sporrong e L?nnroth c. Svezia, 23 settembre 1982, serie A no 52, p. 24, ? 61; vedere anche le sentenze I Santi Monasteri c. Grecia, 9 dicembre 1994, serie A no 301-a, p. 31, ? 56, Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999-II, e Beyeler c. Italia [GC], no 33202/96, ? 106, CEDH 2000-I).
40. Una misura di ingerenza nel diritto al rispetto dei beni deve predisporre un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo (vedere, tra altre, Sporrong e L?nnroth, sentenza precitata, p. 26, ? 69). La preoccupazione di garantire simile equilibrio si riflette nella struttura dell’articolo 1 del Protocollo no 1 tutto intero, dunque anche nella seconda frase che si deve leggere alla luce del principio consacrato dalla prima. In particolare, deve esistere un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo previsto da ogni misura applicata dallo stato, ivi comprese le misure che privano una persona della sua propriet? (Pressos Compania Naviera S.p.A. ed altri c. Belgio, sentenza del 20 novembre 1995, serie A no 332, p. 23, ? 38; Ex-re di Grecia ed altri c. Grecia [GC], no 25701/94, ? 89-90, CEDH 2000-XII; Sporrong e L?nnroth, p. 28, ? 73, sentenza precitata).
41. Controllando il rispetto di questa esigenza, la Corte riconosce allo stato un grande margine di valutazione tanto per scegliere le modalit? di collocamento in opera quanto per giudicare se le loro conseguenze si trovano legittimate, nell’interesse generale, con la preoccupazione di raggiungere l’obiettivo della legge in causa (Chassagnou ed altri c. Francia [GC], numeri 25088/94, 28331/95 e 28443/95, ? 75, CEDH 1999-III). Non potrebbe rinunciare per tanto al suo potere di controllo, in virt? del quale gli spetta verificare che l’equilibrio voluto sia stato preservato in modo compatibile col diritto dei richiedenti al rispetto dei loro beni, al senso della prima frase dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (Jahn ed altri c. Germania [GC], numeri 46720/99, 72203/01 e 72552/01, ? 93, che deve apparire in CEDH 2005).
42. Per determinare se la misura controversa rispetta “il giusto equilibrio” voluto e, in particolare, se non fa pesare sui richiedenti un carico sproporzionato, c’? luogo di prendere in considerazione le modalit? di indennizzo previsto dalla legislazione interna. A questo riguardo, la Corte ha detto gi? che, senza il versamento di una somma ragionevolmente in rapporto col valore del bene, una privazione di propriet? costituisce normalmente un danno eccessivo. Un difetto totale di indennizzo non potrebbe giustificarsi sul terreno dell’articolo 1 del Protocollo no 1 se non in circostanze eccezionali (I Santi Monasteri, p. 35, ? 71, Ex-re della Grecia ed altri, ? 89, sentenze precitate). Questa disposizione non garantisce in ogni caso il diritto ad un risarcimento integrale (James ed altri, sentenza precitata, p. 36, ? 54; Broniowski c. Polonia [GC], no 31443/96, ? 182, CEDH 2004-V).
43. Se ? vero che in numerosi casi di espropriazione lecita, come l’espropriazione isolata di un terreno in vista della costruzione di una strada o ad altri fini “di utilit? pubblica”, solo un indennizzo integrale pu? essere considerato come ragionevolmente in rapporto col valore del bene, questa regola non ? tuttavia senza eccezione (Ex-re di Grecia ed altri c. Grecia [GC] (soddisfazione equa), no 25701/94, ? 78).
44. Alcuni obiettivi legittimi “di utilit? pubblica”, come perseguiti dalle misure di riforma economica o di giustizia sociale, possono militare per un rimborso inferiore al pieno valore commerciale (Scordino c. Italia (no 1), precitata, ?? 93-97).
45. Nello specifico, non ? contestato che l’ingerenza controversa abbia soddisfatto alla condizione di legalit? ed inseguiva un scopo legittimo di utilit? pubblica. Quindi, resta da ricercare se, nella cornice di una privazione di propriet? lecita, il richiedente ha dovuto sopportare un carico sproporzionato ed eccessivo.
46. La Corte constata che l’indennizzo accordato al richiedente ? stato calcolato in funzione dell’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992. Nota che questi criteri si applicano qualunque siano il lavoro pubblico da realizzare ed il contesto dell’espropriazione. La Corte ricorda che non ha per compito di controllare in astratto la legislazione controversa; deve limitarsi per quanto possibile ad esaminare i problemi sollevati dai richiedenti per il caso di cui ? stata investita. A questo fine, deve, nello specifico, dedicarsi alla suddetta legge nella misura in cui il richiedente si lamenta delle ripercussioni di questa sui suoi beni (I Santi Monasteri c. Grecia, sentenza precitata, ? 55).
47. Nel presente caso, l’importo definitivo dell’indennizzo fu fissato a 106 503 EUR, mentre il valore commerciale del terreno stimato in data dell’espropriazione era di 208 197 EUR (paragrafi 13 e 15 sopra). Ne risulta che l’indennit? di espropriazione ? largamente inferiore al valore commerciale del bene in questione. Questo importo ? stato tassato inoltre, ulteriormente del 20% (paragrafo 17 sopra).
48. Si tratta nello specifico di un caso di espropriazione isolata che non si trova in un contesto di riforma economica, sociale o politica e non si ricollega a nessuna altra circostanza particolare. Di conseguenza, la Corte non vede nessuno obiettivo legittimo “di utilit? pubblica” che possa giustificare un rimborso cos? inferiore al valore commerciale.
49. Avuto riguardo all’insieme delle considerazioni che precedono, la Corte stima che l’indennizzo accordato al richiedente non era adeguato, visto il suo scarso importo e la mancanza di ragioni di utilit? pubblica che possano legittimare un indennizzo cos? inferiore al valore commerciale del bene. Ne segue che l’interessato ha dovuto sopportare un carico sproporzionato ed eccessivo che non pu? essere giustificato da un interesse generale legittimo perseguito dalle autorit? (Scordino c. Italia (no 1), precitato, ?? 99-103).
50. Pertanto, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE IN RAGIONE DELLA MANCANZA DI EQUIT? DI IL PROCEDIMENTO
51. Il richiedente adduce che l’adozione e l’applicazione dell’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992 al suo procedimento costituisce un’ingerenza legislativa contraria al suo diritto ad un processo equo come garantito dall’articolo 6 ? 1 della Convenzione che, nei suoi passaggi pertinenti, dispone:
“1. Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa sia equamente sentita da un tribunale che decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile .”
A. Sull’ammissibilit?
52. La Corte constata che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato ai sensi dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione e non incontra nessuno altro motivo di inammissibilit?. C’? luogo dunque di dichiararlo ammissibile.
B. Sul merito
1. Tesi delle parti
53. Reiterando i suoi argomenti nella causa Scordino (Scordino c. Italia (no 1), precitata, ?? 118-125) il Governo contesta in primo luogo che la nuova legge abbia avuto un’applicazione retroattiva, poich? si limiterebbe, dopo avere modificato correntemente lo stato del diritto, a renderlo immediatamente applicabile alle istanze in corso, secondo un principio applicato. Ad ogni modo, il Governo sostiene che la Convenzione non vieta la retroattivit? delle leggi e dunque, supponendo che ci sia un’ingerenza legislativa, questa dipenderebbe dal margine di valutazione lasciata agli Stati e sarebbe giustificata.
54. Il Governo osserva poi che al momento del versamento dell’acconto sull’indennit?, nel marzo 1983, i criteri introdotti dalla legge no 865 di 1971 e pregiudicati dalla legge no 385 del 1980 erano ancora in vigore, essendo intervenuta la decisione che dichiara questa ultima legge incostituzionale solamente il 15 luglio 1983. Ora, i criteri di indennizzo dichiarati incostituzionali erano meno favorevoli al richiedente di quelli introdotto dall’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992.
55. Il Governo sostiene che la legge criticata dal richiedente ? una legge di bilancio che si inserisce nella processo politico cominciato nel 1971 che tendeva a scostarsi dalla legge generale sull’espropriazione del 1865 per andare al di l? dei principi superati di un’economia liberale. Sotto questo angolo, le dichiarazioni di incostituzionalit? avrebbero creato “un vuoto” poich? il fatto che la legge del 1865 riorganizzava i suoi effetti non corrispondeva alle esigenze di politica economica e sociale che guidavano il legislatore. Da questo punto di vista, l’articolo 5 bis avrebbe dunque colmato una lacuna.
56. Infine, il Governo osserva che l’articolo 5 bis non ? stato adottato per influenzare la conclusione del procedimento intentato dal richiedente.
57. Ne deduce che l’applicazione della disposizione controversa alla causa del richiedente non solleva nessuno problema allo sguardo della Convenzione. In appoggio alle sue tesi, il Governo si riferisce specificamente alle sentenze Forrer-Niedenthal c. Germania (no 47316/99, 20 febbraio 2003,) OGIS-Institut Stanislas, OGEC Saint-Pie X et Blanche de Castille ed altri c. Francia (numeri 42219/98 e 54563/00, 27 maggio 2004) e B?ck c. Finlandia, (no 37598/97, CEDH 2004-VIII).
58. Il richiedente denuncia un’ingerenza del potere legislativo nel funzionamento del potere giudiziale, in ragione dell’adozione e dell’applicazione a suo riguardo dell’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992. Si lamenta in particolare di non avere beneficiato di un processo equo in quanto, quando ? stato deciso l’importo della sua indennit? di espropriazione, l?istanza sottoposta ai tribunali nazionali ? stata decisa dal legislatore e non dal potere giudiziale.
2. Valutazione della Corte
59. La Corte riafferma che se, in principio, non ? vietato al potere legislativo regolamentare in materia civile, con nuove disposizioni a portata retroattiva, dei diritti derivanti da leggi in vigore, il principio della preminenza del diritto e la nozione di processo equo consacrato dall’articolo 6 della Convenzione si oppone, salvo che per imperiosi motivi di interesse generale, all’ingerenza del potere legislativo nell’amministrazione della giustizia allo scopo di influire sulla conclusione giudiziale della controversia (Zielinski e Pradal & Gonzales c. Francia [GC], numeri 24846/94 e 34165/96 a 34173/96, ? 57, CEDH 1999-VII; Raffinerie greche Stran e Stratis Andreadis c. Grecia, sentenza del 9 dicembre 1994, serie A no 301-B; Papageorgiou c. Grecia, sentenza del 22 ottobre 1997, Raccolta 1997-VI).
60. La Corte osserva che prima dell’entrata in vigore dell’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992, avuto riguardo delle sentenze rese dalla Corte costituzionale italiana il 25 gennaio 1980 ed il 15 luglio 1983, la legge applicabile al caso di specifico era la legge no 2359 di 1865 che contemplava, nel suo articolo 39, il diritto di essere indennizzato a concorrenza del pieno valore commerciale del bene. Conformemente alla disposizione criticata, il richiedente ha subito una diminuzione sostanziale del suo indennizzo. A questo riguardo, la Corte ricorda che ha appena constatato che l’indennizzo accordato al richiedente non era adeguato, visto il suo scarso importo e la mancanza di ragioni di utilit? pubblica che potessero giustificare un indennizzo cos? inferiore al valore commerciale del bene (paragrafo 49 sopra).
61. Modificando il diritto applicabile agli indennizzi che risultano dalle espropriazioni in corso ed ai procedimenti giudiziali pendenti relativi, eccetto quelli in cui il principio dell’indennizzo ? stato oggetto di una decisione irrevocabile, l’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992 ha applicato un nuovo regime di indennizzo ai fatti dannosi che erano anteriori alla sua entrata in vigore ed aveva dato gi? adito a crediti di risarcimento -ed anche ai procedimenti pendenti in questa data-, producendo cos? un effetto retroattivo.
62. Probabilmente l’applicabilit? agli indennizzi in corso ed ai procedimenti pendenti non potrebbe di per s? costituire un problema allo sguardo della Convenzione, non essendo il legislatore, in principio, impossibilitato ad intervenire in materia civile per modificare immediatamente lo stato del diritto con una legge applicabile (OGIS-Institut Stanislas, OGEC Saint-Pie X et Blanche de Castille ed altri c. Francia, numeri 42219/98 e 54563/00, ? 61, 27 maggio 2004; Zielinski e Pradal & Gonzalez ed altri c. Francia [GC], numero 24846/94 e 34165/96 a 34173/96, ? 57, CEDH 1999-VII).
63. Per?, nello specifico, l’articolo 5 bis ha annullato semplicemente in modo retroattivo una parte essenziale dei crediti d? indennizzo, di importi elevati, che i proprietari di terreni espropriati, come il richiedente, avrebbero potuto richiedere agli esproprianti. A questo riguardo, la Corte ricorda che ha appena constatato che l’indennizzo accordato ai richiedenti non era adeguato, visto il suo scarso importo e la mancanza di ragioni di utilit? pubblica che potessero giustificare un indennizzo inferiore al valore commerciale del bene (Scordino c. Italia (no 1), precitata, ??126-131).
64. Per la Corte, il Governo non ha dimostrato che le considerazioni invocate da lui -ossia delle considerazioni di bilancio e la volont? del legislatore di mettere in opera una programma politico-permettevano di fare risultare l ‘ “interesse generale evidente ed imperioso” richiesto per giustificare l’effetto retroattivo, che ha riconosciuto nelle cause citate dal Governo (paragrafo 57 sopra).
65. Pertanto, c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE IN RAGIONE DELLA DURATA ECCESSIVA DEL PROCEDIMENTO
66. Invocando l’articolo 6 ? 1 della Convenzione, il richiedente si lamenta della durata del procedimento dinnanzi al tribunale di Ancona. Fa valere che l’indennizzo ricevuto dalla corte di appello non costituisca un risarcimento sufficiente. La disposizione invocata, nelle sue parti pertinenti, si legge cos?:
“Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa sia sentita in un termine ragionevole, da un tribunale, che decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
67. Il Governo contesta questa tesi.
A. Sull’ammissibilit?
1. Non-esaurimento delle vie di ricorso interne
68. Il Governo solleva un’eccezione di non-esaurimento delle vie di ricorso interne affermando che il richiedente non ? ricorso in cassazione per contestare la decisione della corte di appello.
69. La Corte ricorda che ha respinto delle eccezioni simili nella causa Delle Cave e Corrado c. Italia (no 14626/03, ?? 17-24, 5 giugno 2007,). Non vede nessuno motivo di derogare alle sue precedenti conclusioni e respinge dunque l’eccezione del Governo.
2. Requisito di “vittima”
70. Per sapere se un richiedente pu? definirsi “vittima” ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione, c’? luogo prima di tutto di esaminare se le autorit? nazionali hanno riconosciuto e poi riparato in modo adeguato e sufficiente la violazione controversa (vedere, tra altri, Delle Cave e Corrado c. Italia, precitata, ?? 25-31; Cocchiarella c. Italia [GC], no 64886/01,?? 69-98, CEDH -…).
71. La Corte, dopo avere esaminato l’insieme dei fatti della causa e gli argomenti delle parti, considera che la correzione si ? rivelata insufficiente e che il richiedente pu? sempre definirsi “vittima” ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione.
72. La Corte constata che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato ai sensi dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione e non incontra nessuno altro motivo di inammissibilit?.
B. Sul merito
73. La Corte stima che il periodo da considerare ? cominciato il 16 maggio 1986, con la citazione della municipalit? dinnanzi al tribunale di Ancona, per concludersi il 27 novembre 2001, data del deposito presso la cancelleria del testo del giudizio. ? durata dunque pi? di quindici anni e sei mesi per un grado di giurisdizione.
74. Dopo avere esaminato i fatti alla luce delle informazione fornite dalle parti e tenuto conto della sua giurisprudenza in materia la Corte stima, che nello specifico, la durata del procedimento controverso ? eccessiva e non soddisfa l’esigenza del “termine ragionevole.”
Pertanto, c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1.
IV. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
75. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente permette di cancellare solo imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
A. Danno
76. Per il danno materiale, il richiedente richiede una somma che corrisponde alla differenza tra il valore commerciale del terreno al momento dell’espropriazione e l’indennit? ottenuta conformemente all’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992, cos? come il rimborso dell’imposta del 20% che ? stata applicata sull’indennit? di espropriazione. Quindi, chiede 122 994,43 EUR, pi? indicizzazione ed interessi calcolati a partire dal 1983.
77. Per il danno morale, il richiedente chiede 12 000 EUR, meno il risarcimento di 2 324 EUR accordato dalla corte di appello nella cornice del procedimento Pinto.
78. Il Governo si oppone alle pretese del richiedente. Sostiene che la soddisfazione equa per il danno materiale dovr? essere certamente inferiore al valore commerciale del terreno. In quanto al danno morale, il Governo considera la somma richiesta dal richiedente esorbitante e si rimette alla saggezza della Corte.
79. A proposito del danno materiale, la Corte ricorda che una sentenza che constata una violazione provoca per lo stato convenuto l’obbligo giuridico di mettere un termine alla violazione e di cancellarne le conseguenze in modo da ristabilire tanto quanto si pu? fare la situazione anteriore a questa (Iatridis c. Grecia (soddisfazione equa) [GC], no 31107/96, ? 32, CEDH 2000-XI).
80. Nello specifico, in quanto all’articolo 1 del Protocollo no 1, la Corte ha detto che l’ingerenza controversa soddisfaceva la condizione di legalit? e non era arbitraria (paragrafo 45 sopra). L’atto del governo italiano che ha ritenuto per contrario alla Convenzione era un’espropriazione che sarebbe stata legittima se un indennizzo adeguato fosse stato versato. Inoltre, la Corte ha constatato che l’applicazione retroattiva dell’articolo 5bis della legge no 359 del 1992 aveva privato il richiedente della possibilit? offerta dall’articolo 39 della legge no 2359 del 1865, applicabile nello specifico, di ottenere un indennizzo all’altezza del valore commerciale del bene (paragrafo 60 sopra).
81. Ispirandosi ai criteri generali enunciati nella sua giurisprudenza relativa all’articolo 1 del Protocollo no 1 (Scordino c. Italia, no 1, precitata, ?? 93-98; Stornaiuolo c. Italia, no 52980/99, ? 61, 8 agosto 2006; Mason ed altri c. Italia (soddisfazione equa), no 43663/98, ? 38, 24 luglio 2007) la Corte stima che l’indennit? di espropriazione adeguata nello specifico avrebbe dovuto corrispondere al valore commerciale del bene al momento della privazione di questo.
82. Accorda di conseguenza una somma che corrisponde alla differenza tra il valore del terreno all’epoca dell’espropriazione, come risulta dalle perizie d?ufficio effettuate durante il procedimento nazionale (208 197 EUR nel 1983, vedere paragrafo 13 sopra) e sulle quali il richiedente fonda le sue pretese, e l’indennit? ottenuta a livello nazionale, pi? indicizzazione ed interessi suscettibili di compensare, almeno in parte, il lungo lasso di tempo strascorso dallo spodestamento del terreno. Agli occhi della Corte, questi interessi devono corrispondere all’interesse legale semplice applicato sul capitale progressivamente rivalutato. In quanto all’imposta del 20% applicata all’indennit? di espropriazione, la Corte non ha concluso all’illegalit? dell’applicazione di questa imposta in quanto tale ma ha preso in conto questo elemento nella valutazione della causa (Scordino c. Italia (no 1), precitata, ? 258).
83. Tenuto conto di questi elementi, e deliberando in equit?, la Corte stima ragionevole accordare al richiedente la somma di 500 000 EUR, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta su questa somma, per danno materiale.
84. In quanto al danno morale, tenuto conto delle circostanze della causa, e deliberando in equit?, la Corte accorda per intero la somma chiesta dal richiedente a questo titolo, o 9 676 EUR.
B. Oneri e spese
85. Giustificativi in appoggio, il richiedente richiede anche 37 233 EUR per oneri e spese incorsi dinnanzi alla Corte.
86. Il Governo si oppone.
87. Secondo la giurisprudenza della Corte, un richiedente non pu? ottenere il rimborso dei suoi oneri e spese che nella misura in cui si trovino stabiliti la loro realt?, la loro necessit? ed il carattere ragionevole del loro tasso. Tenuto conto delle circostanze della causa, la Corte, deliberando in equit?, assegna al richiedente 10 000 EUR per gli oneri sostenuti a Strasburgo, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta su questa somma.
C. Interessi moratori
88. La Corte giudica appropriati ricalcare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea aumentato di tre punti di percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara la richiesta ammissibile;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 della Convenzione;
3. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione in ragione dell’applicazione nello specifico dell’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992;
4. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione e in ragione della durata del procedimento;
5. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare al richiedente, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le seguenti somme:
i. 500 000 EUR (cinque centomila euro) per danno materiale,;
ii. 9 676 EUR (novemila sei cento settantasei euro) per danno morale, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta;
iii. 10 000 EUR (diecimila euro) per oneri e spese,;
b) che a contare dalla scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questi importi saranno da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti percentuale.
6. Respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, poi comunicato per iscritto il 1 aprile 2008, in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Sally Doll? Francesca Tulkens
Cancelliera Presidentessa

Testo Tradotto

DEUXI?ME SECTION
AFFAIRE GIGLI COSTRUZIONI S.R.L. c. ITALIE
(Requ?te no 10557/03)
ARR?T
STRASBOURG
1er avril 2008
D?FINITIF
01/07/2008
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Gigli Costruzioni S.R.L. c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (deuxi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
Fran?oise Tulkens, pr?sidente,
Antonella Mularoni,
Ireneu Cabral Barreto,
Vladimiro Zagrebelsky,
Dragoljub Popovic,
Andr?s Saj?,
Nona Tsotsoria, juges,
et de Sally Doll?, greffi?re de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 11 mars 2008,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 10557/03) dirig?e contre la R?publique italienne et dont une soci?t? de cet ?tat, la G. C. S.R.L. (? la requ?rante ?), a saisi la Cour le 6 mars 2003 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant est repr?sent? par Me F. M., avocat ? Jesi. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par ses agents successifs, respectivement M. I. M. Braguglia et M. Roberto Adam, ainsi que par son coagent adjoint, M. N. Lettieri.
3. Le 9 novembre 2004, la Cour a d?cid? de communiquer la requ?te au Gouvernement. Se pr?valant des dispositions de l?article 29 ? 3 de la Convention, elle a d?cid? que seraient examin?s en m?me temps la recevabilit? et le bien-fond? de l?affaire.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
4. La requ?rante, G. C. S.r.l., est une soci?t? dont le si?ge est ? Jesi (Anc?ne).
5. Elle ?tait propri?taire d?un terrain constructible de 20 847 m?tres carr?s sis ? Morro d?Abba et enregistr? au cadastre, feuille 5, parcelles 288, 130, 104, 245, 484, 157 et 131.
1. L?expropriation du terrain
6. Par un arr?t? du 16 juin 1978, la municipalit? de Morro d?Abba approuva le projet de construction d?habitations ? loyer mod?r? sur le terrain de la requ?rante.
7. Par un arr?t? du 13 f?vrier 1981, la municipalit? d?cr?ta l?occupation d?urgence du terrain de la requ?rante en vue de l?expropriation.
8. Le 6 avril 1981, la municipalit? proc?da ? l?occupation mat?rielle du terrain.
9. Par un arr?t? du 24 septembre 1982, notifi? ? la requ?rante le 28 septembre 1982, la municipalit? proc?da ? une offre d?acompte sur l?indemnit? d?expropriation d?termin?e conform?ment ? la loi no 865 de 1971, sous r?serve de fixer le montant de l?indemnit? d?finitive en application de la loi no 385 de 1980. L?acompte fut vers? en mars 1983.
10. Par un arr?t? du 16 ao?t 1983, le terrain de la requ?rante fut formellement expropri?.
11. Entre-temps, par l?arr?t no 223 de 1983, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle la loi no 385 de 1980, au motif que celle-ci soumettait l?indemnisation ? l?adoption d?une loi future. Par effet de cet arr?t, la loi no 2359 de 1865, pr?voyant que l?indemnit? d?expropriation d?un terrain correspondait ? la valeur marchande de celui-ci, fut ? nouveau en vigueur.
12. Par un acte d?assignation notifi? le 16 mai 1986, la requ?rante assigna la municipalit? devant le tribunal d?Anc?ne, faisant valoir son droit ? une indemnit? correspondant ? la valeur marchande du terrain.
13. Le 11 novembre 1988, une expertise fut d?pos?e au greffe du tribunal. Selon l?expert, la valeur v?nale du terrain en mars 1983 ?tait de 403 125 707 ITL, soit 208 197 EUR.
14. Le 14 ao?t 1992 entra en vigueur la loi no 359 du 8 ao?t 1992 (article 5bis du d?cret l?gislatif no 333 de 1992), pr?voyant de nouveaux crit?res pour calculer l?indemnit? d?expropriation des terrains constructibles. Cette loi s?appliquait express?ment aux proc?dures en cours.
15. Le 6 d?cembre 1993, un compl?ment d?expertise fut d?pos? au greffe du tribunal, ?tant donn? l?entr?e en vigueur de la loi no 359 de 1992, et des nouveaux crit?res de calcul de l?indemnit? d?expropriation. L?expert chiffra ? 206 219 079 ITL, soit 106 503 EUR, l?indemnit? due au sens de la nouvelle loi.
16. A l?issue de la mise en ?tat, le 7 novembre 1996, la requ?rante demanda au tribunal de rendre une ordonnance en vertu de l?article 186 quater du code de proc?dure civile.
17. Par une ordonnance d?pos?e au greffe le 2 d?cembre 1998, le tribunal ordonna ? la municipalit? de verser ? la requ?rante 188 779 789 ITL, soit 97 496,62 EUR, somme devant correspondre ? la diff?rence entre l?indemnit? d?expropriation due conform?ment ? la loi no 359 de 1992 et l?acompte d?j? vers? en mars 1983. Selon la loi no 359, cette somme est soumise ? un imp?t ? la source de 20%.
18. Par un jugement du 17 novembre 2001, d?pos? au greffe le 27 novembre 2001, le tribunal d?Anc?ne ordonna ? la requ?rante de restituer ? la municipalit? 8 719 645 ITL, soit 4 503,32 EUR, somme qui lui avait ?t? vers?e en exc?s.
19. Des vingt cinq audiences fix?es entre le 6 novembre 1986 et le 16 septembre 2000, dix furent renvoy?es d?office, neuf concernaient la pr?paration du rapport d?expertise ou son d?p?t, une concernait le d?p?t de documents et deux la fixation de l?audience de pr?sentation des conclusions.
20. Les parties interjet?rent appel. Par un arr?t d?pos? le 1er avril 2004, la cour d?appel d?Anc?ne rejeta tous les moyens d?appel et confirma le jugement du tribunal.
2. Le recours au sens de la ? loi Pinto ?
21. Entre-temps, le 12 octobre 2001, la requ?rante avait introduit un recours au sens de la loi Pinto devant la cour d?appel de L?Aquila, afin d?obtenir une indemnit? pour la dur?e de la proc?dure devant le tribunal d?Anc?ne.
22. Par une d?cision d?pos?e au greffe le 8 janvier 2002, la cour d?appel de L?Aquila constata le d?passement du d?lai raisonnable. Elle rejeta la demande relative au dommage mat?riel, estimant que celui-ci n??tait pas en rapport avec la dur?e de la proc?dure. Elle accorda 2 324 EUR au titre de dommage moral et 1 032,91 EUR pour frais et d?pens dans la proc?dure nationale.
23. Il ressort du dossier que cette d?cision n?a pas fait l?objet d?un pourvoi en cassation et est devenue d?finitive en f?vrier 2003.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
24. Le droit et la pratique internes pertinents figurent dans l?arr?t Scordino c. Italie (no 1) ([GC], no 36813/97, CEDH 2006-…).
25. Par l?arr?t no 348 du 22 octobre 2007, la Cour constitutionnelle a d?clar? inconstitutionnel l?article 5bis du d?cret no 333 de 1992, tel que modifi? par la loi no 359 de 1992, quant aux crit?res utilis?s pour calculer le montant de l?indemnisation. La Cour Constitutionnelle a aussi indiqu? au l?gislateur les crit?res ? prendre en compte pour une ?ventuelle nouvelle loi, en faisant r?f?rence ? la valeur v?nale du bien.
La loi de finances no 244 du 24 d?cembre 2007 a ?tabli que l?indemnit? d?expropriation pour un terrain constructible doit correspondre ? la valeur v?nale du bien. Lorsque l?expropriation rentre dans le cadre d?une r?forme ?conomique et sociale, une r?duction de 25 % sera appliqu?e.
Cette disposition est applicable ? toutes les proc?dures d?expropriation en cours au 1er janvier 2008, sauf celles o? la d?cision sur l?indemnit? d?expropriation a ?t? accept?e ou est devenue d?finitive.
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
26. Invoquant l?article 1 du Protocole no 1, la requ?rante se plaint du caract?re inad?quat de l?indemnit? d?expropriation, qui a ?t? calcul?e en fonction de la loi no 359 de 1992. La disposition en cause si lit ainsi :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
27. Le Gouvernement s?oppose ? cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
28. Le Gouvernement soutient que la requ?te a ?t? introduite tardivement dans la mesure o? la requ?rante se plaint de ce que le montant du d?dommagement a ?t? calcul? au sens de la loi no 359 de 1992. Il estime que le d?lai de six mois pr?vu ? l?article 35 de la Convention a commenc? ? courir soit en 1992, ? savoir ? la date de l?entr?e en vigueur de cette loi, soit en 1993, ? savoir ? la date du d?p?t au greffe de l?arr?t par lequel la Cour constitutionnelle a confirm? la l?galit? de la disposition en question. A l?appui de ses all?gations, le Gouvernement cite l?affaire Miconi c. Italie ((d?c.), no 66432/01, 6 mai 2004).
29. La requ?rante conteste cet argument.
30. La Cour rappelle qu?elle a rejet? ce type d?exception dans plusieurs affaires (voir, entre autres, Donati c. Italie (d?c.), no 63242/00, 13 mai 2004 ; Chir? c. Italie no 2 (d?c.), no 65137/01, 27 mai 2004). Elle n?aper?oit aucun motif de d?roger ? ses pr?c?dentes conclusions et rejette donc l?exception en question.
31. La Cour constate ensuite que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention et ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il y a donc lieu de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
1. Th?ses des parties
a) Le Gouvernement
32. Le Gouvernement affirme tout d?abord que l?expropriation du terrain de la requ?rante s?est d?roul?e conform?ment ? la loi et dans un but d?utilit? g?n?rale.
33. Il fait observer ensuite que la requ?rante se plaint du montant de l?indemnit? d?expropriation qui lui a ?t? accord?e ? la suite de l?entr?e en vigueur de la loi no 359 de 1992. A cet ?gard, le Gouvernement pr?cise qu?il ne s?agit gu?re d?une application r?troactive de la loi, mais d?une application imm?diate, ce qui constitue la r?gle g?n?rale dans un ?tat de droit. Par ailleurs, l?article 5bis aurait ?t? inspir? par des raisons budg?taires et, compte tenu de son caract?re provisoire, cette disposition, en 1993, a ?t? jug?e par la Cour constitutionnelle comme ?tant conforme ? la Constitution.
34. S?agissant du montant qui a ?t? calcul? en fonction de cette loi, le Gouvernement, tout en admettant que l?indemnit? litigieuse est inf?rieure ? la valeur marchande du terrain, estime que ce montant doit passer pour ad?quat, vu la marge d?appr?ciation laiss?e aux ?tats dans ce domaine. En outre, la ? valeur marchande ? d?un bien est une notion impr?cise et incertaine, qui d?pend de nombreuses variables et est de nature essentiellement subjective. Le Gouvernement observe qu?en tout cas, la valeur marchande du terrain est un des ?l?ments pris en compte dans le calcul effectu? par les juridictions internes conform?ment ? l?article 5 bis. Aux termes de cette disposition, la valeur marchande est temp?r?e par un autre crit?re, ? savoir la rente fonci?re calcul?e ? partir de la valeur inscrite au cadastre.
35. Se r?f?rant aux arr?ts de la Cour dans plusieurs affaires (Lithgow et autres c. Royaume-Uni, du 8 juillet 1986, s?rie A no 102 ; James et autres c. Royaume-Uni, du 21 f?vrier 1986, s?rie A no 98), le Gouvernement soutient que la requ?te en question doit ?tre examin?e ? la lumi?re du principe selon lequel la Convention n?impose pas une indemnisation ? hauteur de la pleine valeur marchande du bien. Une indemnisation ayant un rapport raisonnable de proportionnalit? avec la valeur du bien suffit pour que le juste ?quilibre ne soit pas rompu.
36. Partant, il demande ? la Cour de conclure ? la non-violation de l?article 1 du Protocole no 1.
b) La requ?rante
37. La requ?rante soutient avoir subi une atteinte disproportionn?e ? son droit au respect des biens. A cet ?gard, elle met en cause le montant de l?indemnit? qui r?sulte de l?application de la loi no 359 de 1992 et fait valoir que l?indemnit? calcul?e conform?ment ? cette loi correspond ? moins de la moiti? de la valeur marchande du terrain.
2. Appr?ciation de la Cour
38. La Cour constate tout d?abord que les parties s?accordent pour dire qu?il y a eu ? privation des biens ? au sens de la deuxi?me phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1.
39. Comme elle l?a pr?cis? ? plusieurs reprises, la Cour rappelle que l?article 1 du Protocole no 1 contient trois normes distinctes : ? la premi?re, qui s?exprime dans la premi?re phrase du premier alin?a et rev?t un caract?re g?n?ral, ?nonce le principe du respect de la propri?t? ; la deuxi?me, figurant dans la seconde phrase du m?me alin?a, vise la privation de propri?t? et la soumet ? certaines conditions ; quant ? la troisi?me, consign?e dans le second alin?a, elle reconna?t aux ?tats le pouvoir, entre autres, de r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral (…). Il ne s?agit pas pour autant de r?gles d?pourvues de rapport entre elles. La deuxi?me et la troisi?me ont trait ? des exemples particuliers d?atteintes au droit de propri?t? ; d?s lors, elles doivent s?interpr?ter ? la lumi?re du principe consacr? par la premi?re ? (voir, entre autres, l?arr?t James et autres c. Royaume-Uni, pr?cit?, ? 37, lequel reprend en partie les termes de l?analyse que la Cour a d?velopp?e dans son arr?t Sporrong et L?nnroth c. Su?de, 23 septembre 1982, s?rie A no 52, p. 24, ? 61 ; voir aussi les arr?ts Les Saints Monast?res c. Gr?ce, 9 d?cembre 1994, s?rie A no 301-A, p. 31, ? 56, Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999-II, et Beyeler c. Italie [GC], no 33202/96, ? 106, CEDH 2000-I).
40. Une mesure d?ing?rence dans le droit au respect des biens doit m?nager un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu (voir, parmi d?autres, Sporrong et L?nnroth, arr?t pr?cit?, p. 26, ? 69). Le souci d?assurer un tel ?quilibre se refl?te dans la structure de l?article 1 du Protocole no 1 tout entier, donc aussi dans la seconde phrase, qui doit se lire ? la lumi?re du principe consacr? par la premi?re. En particulier, il doit exister un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis? par toute mesure appliqu?e par l??tat, y compris les mesures privant une personne de sa propri?t? (Pressos Compania Naviera S.A. et autres c. Belgique, arr?t du 20 novembre 1995, s?rie A no 332, p. 23, ? 38 ; Ex-roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce [GC], no 25701/94, ? 89-90, CEDH 2000-XII ; Sporrong et L?nnroth, p. 28, ? 73, arr?t pr?cit?).
41. En contr?lant le respect de cette exigence, la Cour reconna?t ? l??tat une grande marge d?appr?ciation tant pour choisir les modalit?s de mise en ?uvre que pour juger si leurs cons?quences se trouvent l?gitim?es, dans l?int?r?t g?n?ral, par le souci d?atteindre l?objectif de la loi en cause (Chassagnou et autres c. France [GC], nos 25088/94, 28331/95 et 28443/95, ? 75, CEDH 1999-III). Elle ne saurait renoncer pour autant ? son pouvoir de contr?le, en vertu duquel il lui appartient de v?rifier que l??quilibre voulu a ?t? pr?serv? de mani?re compatible avec le droit des requ?rants au respect de leurs biens, au sens de la premi?re phrase de l?article 1 du Protocole no 1 (Jahn et autres c. Allemagne [GC], nos 46720/99, 72203/01 et 72552/01, ? 93, ? para?tre dans CEDH 2005).
42. Afin de d?terminer si la mesure litigieuse respecte le ? juste ?quilibre ? voulu et, notamment, si elle ne fait pas peser sur les requ?rants une charge disproportionn?e, il y a lieu de prendre en consid?ration les modalit?s d?indemnisation pr?vues par la l?gislation interne. A cet ?gard, la Cour a d?j? dit que, sans le versement d?une somme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien, une privation de propri?t? constitue normalement une atteinte excessive. Un d?faut total d?indemnisation ne saurait se justifier sur le terrain de l?article 1 du Protocole no 1 que dans des circonstances exceptionnelles (Les Saints Monast?res, p. 35, ? 71, Ex-Roi de Gr?ce et autres, ? 89, arr?ts pr?cit?s). Cette disposition ne garantit pas dans tous les cas le droit ? une r?paration int?grale (James et autres, arr?t pr?cit?, p. 36, ? 54 ; Broniowski c. Pologne [GC], no 31443/96, ? 182, CEDH 2004-V).
43. S?il est vrai que dans de nombreux cas d?expropriation licite, comme l?expropriation isol?e d?un terrain en vue de la construction d?une route ou ? d?autres fins ? d?utilit? publique ?, seule une indemnisation int?grale peut ?tre consid?r?e comme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien, cette r?gle n?est toutefois pas sans exception (Ex-roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce [GC] (satisfaction ?quitable), no 25701/94, ? 78).
44. Des objectifs l?gitimes ? d?utilit? publique ?, tels qu?en poursuivent des mesures de r?forme ?conomique ou de justice sociale, peuvent militer pour un remboursement inf?rieur ? la pleine valeur marchande (Scordino c. Italie (no 1), pr?cit?, ?? 93-97).
45. En l?esp?ce, il n?est pas contest? que l?ing?rence litigieuse ait satisfait ? la condition de l?galit? et poursuivait un but l?gitime d?utilit? publique. D?s lors, il reste ? rechercher si, dans le cadre d?une privation de propri?t? licite, la requ?rante a eu ? supporter une charge disproportionn?e et excessive.
46. La Cour constate que l?indemnisation accord?e ? la requ?rante a ?t? calcul?e en fonction de l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992. Elle note que ces crit?res s?appliquent quels que soient l?ouvrage public ? r?aliser et le contexte de l?expropriation. La Cour rappelle qu?elle n?a pas pour t?che de contr?ler dans l?abstrait la l?gislation litigieuse ; elle doit se borner autant que possible ? examiner les probl?mes soulev?s par les requ?rants pour le cas dont on l?a saisie. A cette fin, elle doit, en l?esp?ce, se pencher sur la loi susmentionn?e dans la mesure o? la requ?rante s?en prend aux r?percussions de celle-ci sur ses biens (Les Saints Monast?res c. Gr?ce, arr?t pr?cit?, ? 55).
47. En l?occurrence, le montant d?finitif de l?indemnisation fut fix? ? 106 503 EUR, alors que la valeur marchande du terrain estim?e ? la date de l?expropriation ?tait de 208 197 EUR (paragraphes 13 et 15 ci-dessus). Il en r?sulte que l?indemnit? d?expropriation est largement inf?rieure ? la valeur marchande du bien en question. En outre, ce montant a ?t? ult?rieurement tax? ? hauteur de 20 % (paragraphe 17 ci-dessus).
48. Il s?agit en l?esp?ce d?un cas d?expropriation isol?e, qui ne se situe pas dans un contexte de r?forme ?conomique, sociale ou politique et ne se rattache ? aucune autre circonstance particuli?re. Par cons?quent, la Cour n?aper?oit aucun objectif l?gitime ? d?utilit? publique ? pouvant justifier un remboursement tellement inf?rieur ? la valeur marchande.
49. Eu ?gard ? l?ensemble des consid?rations qui pr?c?dent, la Cour estime que l?indemnisation accord?e ? la requ?rante n??tait pas ad?quate, vu son faible montant et l?absence de raisons d?utilit? publique pouvant l?gitimer une indemnisation tellement inf?rieure ? la valeur marchande du bien. Il s?ensuit que l?int?ress?e a d? supporter une charge disproportionn?e et excessive qui ne peut ?tre justifi?e par un int?r?t g?n?ral l?gitime poursuivi par les autorit?s (Scordino c. Italie (no 1), pr?cit?, ?? 99-103).
50. Partant, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION EN RAISON DE L?ABSENCE D??QUIT? DE LA PROC?DURE
51. La requ?rante all?gue que l?adoption et l?application de l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992 ? sa proc?dure constitue une ing?rence l?gislative contraire ? son droit ? un proc?s ?quitable tel que garanti par l?article 6 ? 1 de la Convention qui, en ses passages pertinents, dispose :
? 1. Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement (…) par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?.
A. Sur la recevabilit?
52. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention et ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il y a donc lieu de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
1. Th?ses des parties
53. R?it?rant ses arguments dans l?affaire Scordino (Scordino c. Italie (no 1), pr?cit?, ?? 118-125), le Gouvernement conteste en premier lieu que la nouvelle loi ait eu une application r?troactive, puisqu?elle se bornerait, apr?s avoir modifi? l??tat du droit, ? le rendre imm?diatement applicable aux instances en cours, selon un principe couramment appliqu?. En tout ?tat de cause, le Gouvernement soutient que la Convention n?interdit pas la r?troactivit? des lois et donc, ? supposer qu?il y ait une ing?rence l?gislative, celle-ci rel?verait de la marge d?appr?ciation laiss?e aux ?tats et serait justifi?e.
54. Le Gouvernement observe ensuite qu?au moment du versement de l?acompte sur l?indemnit?, en mars 1983, les crit?res introduits par la loi no 865 de 1971 et repris par la loi no 385 de 1980 ?taient encore en vigueur, la d?cision d?clarant cette derni?re loi inconstitutionnelle n??tant intervenue que le 15 juillet 1983. Or, les crit?res d?indemnisation d?clar?s inconstitutionnels ?taient moins favorables ? la requ?rante que ceux introduits par l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992.
55. Le Gouvernement soutient que la loi critiqu?e par la requ?rante est une loi budg?taire qui s?inscrit dans le processus politique commenc? en 1971, qui tend ? s??carter de la loi g?n?rale sur l?expropriation de 1865 pour aller au-del? des principes d?pass?s d?une ?conomie lib?rale. Sous cet angle, les d?clarations d?inconstitutionnalit? auraient cr?? ? un vide ? puisque le fait que la loi de 1865 red?ployait ses effets ne correspondait pas aux exigences de politique ?conomique et sociale qui guidaient le l?gislateur. De ce point de vue, l?article 5 bis aurait donc combl? une lacune.
56. Enfin, le Gouvernement observe que l?article 5 bis n?a pas ?t? adopt? pour influencer le d?nouement de la proc?dure intent?e par la requ?rante.
57. Il en conclut que l?application de la disposition litigieuse ? la cause de la requ?rante ne soul?ve aucun probl?me au regard de la Convention. A l?appui de ses th?ses, le Gouvernement se r?f?re sp?cifiquement aux arr?ts Forrer-Niedenthal c. Allemagne (no 47316/99, 20 f?vrier 2003), OGIS-Institut Stanislas, OGEC Saint-Pie X et Blanche de Castille et autres c. France (nos 42219/98 et 54563/00, 27 mai 2004) et B?ck c. Finlande, (no 37598/97, CEDH 2004-VIII).
58. La requ?rante d?nonce une ing?rence du pouvoir l?gislatif dans le fonctionnement du pouvoir judiciaire, en raison de l?adoption et de l?application ? son ?gard de l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992. Elle se plaint notamment de ne pas avoir b?n?fici? d?un proc?s ?quitable en ce que, lorsqu?il a ?t? d?cid? du montant de son indemnit? d?expropriation, la question soumise aux tribunaux nationaux a ?t? tranch?e par le l?gislateur et non par le pouvoir judiciaire.
2. Appr?ciation de la Cour
59. La Cour r?affirme que si, en principe, il n?est pas interdit au pouvoir l?gislatif de r?glementer en mati?re civile, par de nouvelles dispositions ? port?e r?troactive, des droits d?coulant de lois en vigueur, le principe de la pr??minence du droit et la notion de proc?s ?quitable consacr?s par l?article 6 de la Convention s?opposent, sauf pour d?imp?rieux motifs d?int?r?t g?n?ral, ? l?ing?rence du pouvoir l?gislatif dans l?administration de la justice dans le but d?influer sur le d?nouement judiciaire du litige (Zielinski et Pradal & Gonzales c. France [GC], nos 24846/94 et 34165/96 ? 34173/96, ? 57, CEDH 1999-VII ; Raffineries grecques Stran et Stratis Andreadis c. Gr?ce, arr?t du 9 d?cembre 1994, s?rie A no 301-B ; Papageorgiou c. Gr?ce, arr?t du 22 octobre 1997, Recueil 1997-VI).
60. La Cour observe qu?avant l?entr?e en vigueur de l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992, eu ?gard aux arr?ts rendus par la Cour constitutionnelle italienne le 25 janvier 1980 et le 15 juillet 1983, la loi applicable au cas d?esp?ce ?tait la loi no 2359 de 1865, qui pr?voyait, en son article 39, le droit d??tre indemnis? ? concurrence de la pleine valeur marchande du bien. En cons?quence de la disposition critiqu?e, la requ?rante a subi une diminution substantielle de son indemnisation. A cet ?gard, la Cour rappelle qu?elle vient de constater que l?indemnisation accord?e ? la requ?rante n??tait pas ad?quate, vu son faible montant et l?absence de raisons d?utilit? publique pouvant justifier une indemnisation tellement inf?rieure ? la valeur marchande du bien (paragraphe 49 ci-dessus).
61. En modifiant le droit applicable aux indemnisations r?sultant des expropriations en cours et aux proc?dures judiciaires pendantes y relatives, ? l?exception de celles o? le principe de l?indemnisation a fait l?objet d?une d?cision irr?vocable, l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992 a appliqu? un r?gime nouveau d?indemnisation ? des faits dommageables qui ?taient ant?rieurs ? son entr?e en vigueur et avaient d?j? donn? lieu ? des cr?ances en r?paration ? et m?me ? des proc?dures pendantes ? cette date ?, produisant ainsi un effet r?troactif.
62. Sans doute l?applicabilit? aux indemnisations en cours et aux proc?dures pendantes ne saurait-elle, en soi, constituer un probl?me au regard de la Convention, le l?gislateur n??tant pas, en principe, emp?ch? d?intervenir en mati?re civile pour modifier l??tat du droit par une loi imm?diatement applicable (OGIS-Institut Stanislas, OGEC Saint-Pie X et Blanche de Castille et autres c. France, nos 42219/98 et 54563/00, ? 61, 27mai 2004 ; Zielinski et Pradal & Gonzalez et autres c. France [GC], nos 24846/94 et 34165/96 ? 34173/96, ? 57, CEDH 1999-VII).
63. Cependant, en l?esp?ce, l?article 5 bis a simplement supprim? r?troactivement une partie essentielle des cr?ances en indemnisation, de montants ?lev?s, que les propri?taires de terrains expropri?s, tels que la requ?rante, auraient pu r?clamer aux expropriants. A cet ?gard, la Cour rappelle qu?elle vient de constater que l?indemnisation accord?e aux requ?rants n??tait pas ad?quate, vu son faible montant et l?absence de raisons d?utilit? publique pouvant justifier une indemnisation inf?rieure ? la valeur marchande du bien (Scordino c. Italie (no 1), pr?cit?, ??126-131).
64. Pour la Cour, le Gouvernement n?a pas d?montr? que les consid?rations invoqu?es par lui ? ? savoir des consid?rations budg?taires et la volont? du l?gislateur de mettre en ?uvre un programme politique ? permettaient de faire ressortir l?? int?r?t g?n?ral ?vident et imp?rieux ? requis pour justifier l?effet r?troactif, qu?elle a reconnu dans les affaires cit?es par le Gouvernement (paragraphe 57 ci-dessus).
65. Partant, il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention.
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION EN RAISON DE LA DUR?E EXCESSIVE DE LA PROC?DURE
66. Invoquant l?article 6 ? 1 de la Convention, la requ?rante se plaint de la dur?e de la proc?dure devant le tribunal d?Anc?ne. Elle fait valoir que l?indemnisation re?ue par la cour d?appel ne constitue pas une r?paration suffisante. La disposition invoqu?e, dans ses parties pertinentes, se lit ainsi :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) dans un d?lai raisonnable, par un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
67. Le Gouvernement conteste cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
1. Non-?puisement des voies de recours internes
68. Le Gouvernement soul?ve une exception de non-?puisement des voies de recours internes en affirmant que la requ?rante ne s?est pas pourvue en cassation pour contester la d?cision de la cour d?appel.
69. La Cour rappelle qu?elle a rejet? des exceptions semblables dans l?affaire Delle Cave et Corrado c. Italie (no 14626/03, ?? 17-24, 5 juin 2007). Elle n?aper?oit aucun motif de d?roger ? ses pr?c?dentes conclusions et rejette donc l?exception du Gouvernement.
2. Qualit? de ? victime ?
70. Afin de savoir si un requ?rant peut se pr?tendre ? victime ? au sens de l?article 34 de la Convention, il y a lieu en premier lieu d?examiner si les autorit?s nationales ont reconnu puis r?par? de mani?re appropri?e et suffisante la violation litigieuse (voir, entre autres, Delle Cave et Corrado c. Italie, pr?cit?, ?? 25-31 ; Cocchiarella c. Italie [GC], no 64886/01,?? 69-98, CEDH- …).
71. La Cour, apr?s avoir examin? l?ensemble des faits de la cause et les arguments des parties, consid?re que le redressement s?est r?v?l? insuffisant et que la requ?rante peut toujours se pr?tendre ? victime ? au sens de l?article 34 de la Convention.
72. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention et ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?.
B. Sur le fond
73. La Cour estime que la p?riode ? consid?rer a commenc? le 16 mai 1986, avec l?assignation de la municipalit? devant le tribunal d?Anc?ne, pour s?achever le 27 novembre 2001, date du d?p?t au greffe du texte du jugement. Elle a donc dur? plus de quinze ans et six mois pour un degr? de juridiction.
74. Apr?s avoir examin? les faits ? la lumi?re des informations fournies par les parties et compte tenu de sa jurisprudence en la mati?re, la Cour estime qu?en l?esp?ce, la dur?e de la proc?dure litigieuse est excessive et ne r?pond pas ? l?exigence du ? d?lai raisonnable ?.
Partant, il y a eu violation de l?article 6 ? 1.
IV. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
75. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
76. Pour le pr?judice mat?riel, la requ?rante r?clame une somme correspondant ? la diff?rence entre la valeur marchande du terrain au moment de l?expropriation et l?indemnit? obtenue conform?ment ? l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992, ainsi que le remboursement de l?imp?t de 20 % qui a ?t? appliqu? sur l?indemnit? d?expropriation. D?s lors, elle demande 122 994,43 EUR, plus indexation et int?r?ts calcul?s ? partir de 1983.
77. Pour le pr?judice moral, la requ?rante demande 12 000 EUR, moins le d?dommagement de 2 324 EUR accord? par la cour d?appel dans le cadre de la proc?dure Pinto.
78. Le Gouvernement s?oppose aux pr?tentions de la requ?rante. Il soutient que la satisfaction ?quitable pour le pr?judice mat?riel devra ?tre certainement inf?rieure ? la valeur marchande du terrain. Quant au dommage moral, le Gouvernement consid?re la somme r?clam?e par la requ?rante exorbitante et s?en remet ? la sagesse de la Cour.
79. Au sujet du dommage mat?riel, la Cour rappelle qu?un arr?t constatant une violation entra?ne pour l??tat d?fendeur l?obligation juridique de mettre un terme ? la violation et d?en effacer les cons?quences de mani?re ? r?tablir autant que faire se peut la situation ant?rieure ? celle-ci (Iatridis c. Gr?ce (satisfaction ?quitable) [GC], no 31107/96, ? 32, CEDH 2000-XI).
80. En l?esp?ce, quant ? l?article 1 du Protocole no 1, la Cour a dit que l?ing?rence litigieuse satisfaisait ? la condition de l?galit? et n??tait pas arbitraire (paragraphe 45 ci-dessus). L?acte du gouvernement italien qu?elle a tenu pour contraire ? la Convention ?tait une expropriation qui e?t ?t? l?gitime si une indemnisation ad?quate avait ?t? vers?e. En outre, la Cour a constat? que l?application r?troactive de l?article 5bis de la loi no 359 de 1992 avait priv? la requ?rante de la possibilit? offerte par l?article 39 de la loi no 2359 de 1865, applicable en l?esp?ce, d?obtenir une indemnisation ? hauteur de la valeur marchande du bien (paragraphe 60 ci-dessus).
81. S?inspirant des crit?res g?n?raux ?nonc?s dans sa jurisprudence relative ? l?article 1 du Protocole no 1 (Scordino c. Italie (no 1) pr?cit?, ?? 93-98 ; Stornaiuolo c. Italie, no 52980/99, ? 61, 8 ao?t 2006 ; Mason et autres c. Italie (satisfaction ?quitable), no 43663/98, ? 38, 24 juillet 2007), la Cour estime que l?indemnit? d?expropriation ad?quate en l?esp?ce aurait d? correspondre ? la valeur marchande du bien au moment de la privation de celui-ci.
82. Elle accorde par cons?quent une somme correspondant ? la diff?rence entre la valeur du terrain ? l??poque de l?expropriation, telle que ressort des expertises d?office effectu?es au cours de la proc?dure nationale (208 197 EUR en 1983, voir paragraphe 13 ci-dessus) et sur lesquelles la requ?rante fonde ses pr?tentions, et l?indemnit? obtenue au niveau national, plus indexation et int?r?ts susceptibles de compenser, au moins en partie, le long laps de temps s??tant ?coul? depuis la d?possession du terrain. Aux yeux de la Cour, ces int?r?ts doivent correspondre ? l?int?r?t l?gal simple appliqu? sur le capital progressivement r??valu?. Quant ? l?imp?t de 20 % appliqu? ? l?indemnit? d?expropriation, la Cour n?a pas conclu ? l?ill?galit? de l?application de cet imp?t en tant que telle mais a pris en compte cet ?l?ment dans l?appr?ciation de la cause (Scordino c. Italie (no 1), pr?cit?, ? 258).
83. Compte tenu de ces ?l?ments, et statuant en ?quit?, la Cour estime raisonnable d?accorder ? la requ?rante la somme de 500 000 EUR, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme, pour pr?judice mat?riel.
84. S?agissant du pr?judice moral, compte tenu des circonstances de la cause, et statuant en ?quit?, la Cour accorde en entier la somme demand?e par la requ?rante ? ce titre, soit 9 676 EUR.
B. Frais et d?pens
85. Justificatifs ? l?appui, la requ?rante r?clame ?galement 37 233 EUR pour les frais et d?pens encourus devant la Cour.
86. Le Gouvernement s?y oppose.
87. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. Compte tenu des circonstances de la cause, la Cour, statuant en ?quit?, alloue ? la requ?rante 10 000 EUR pour les frais expos?s ? Strasbourg, plus tout montant pouvant ?tre d? au titre d?imp?t sur cette somme.
C. Int?r?ts moratoires
88. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;
2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 de la Convention ;
3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention ? raison de l?application en l?esp?ce de l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992 ;
4. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention ? raison de la dur?e de la proc?dure ;
5. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser ? la requ?rante, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, les sommes suivantes :
i. 500 000 EUR (cinq cent mille euros) pour dommage mat?riel ;
ii. 9 676 EUR (neuf mille six cent soixante-seize euros) pour dommage moral, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t ;
iii. 10 000 EUR (dix mille euros) pour frais et d?pens ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage.
6. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 1er avril 2008, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Sally Doll? Fran?oise Tulkens
Greffi?re Pr?sidente

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