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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE GASSER c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41, 13, 35, 29, P1-1, P1-3, P4-2
Numero: 10481/02/2006
Stato: Italia
Data: 2006-09-21 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

Conclusione Parzialmente inammissibile; Violazione di P1-1; Violazione dell’art. 8 (rispetto della corrispondenza); Violazione di P4-2; Violazione dell’arte. 13; danno materiale – domanda respinta; Danno morale – risarcimento pecuniario; Oneri e spese (procedimento nazionale) – domanda respinta; Rimborso parziale oneri e spese – procedimento della Convenzione
TERZA SEZIONE
CAUSA GASSER C. ITALIA
(Richiesta no 10481/02)
SENTENZA
STRASBURGO
21 settembre 2006
DEFINITIVO
12/02/2007
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Gasser c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, terza sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIGG. B.M. Zupancic, presidente,
J. Hedigan, L. Caflisch, V. Zagrebelsky, la Sig.ra A. Gyulumyan, il
Sig. E. Myjer, la Sig.ra I. Ziemele, giudici,
e del Sig. V. Berger, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 31 agosto 2006,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 10481/02) diretta contro la Repubblica italiana e in cui una cittadina di questo Stato, la Sig.ra W. G. (“il richiedente”), ha investito la Corte il 17 febbraio 2001 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? rappresentato da il Sig. D. S., avvocato a Roma. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. Ivo Maria Braguglia, e dal suo agente aggiunto, il Sig. Nicola Lettieri.
3. Il 31 gennaio 2005, il presidente della terza sezione ha deciso di comunicare le lagnanze derivate dagli articoli 8 della Convenzione, 1 del Protocollo no 1, 2 del Protocollo no 4, 6 ? 1 e 13 della Convenzione al Governo. Avvalendosi dell’articolo 29 ? 3, ha deciso che sarebbero state esaminate l’ammissibilit? e la fondatezza della causa allo stesso tempo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
4. Il richiedente ? nato nel 1947 e ha risieduto a Bolzano.
1. Il procedimento di fallimento
5. Con un giudizio depositato il 15 maggio 1982, il tribunale di Bolzano dichiar? il fallimento della societ? del richiedente, che esercitava un’attivit? di costruzione, cos? come il fallimento personale di questa.
6. Il 13 dicembre 1982, il giudice delegato (“il giudice”) dichiar? esecutivo lo stato del passivo del fallimento.
7. Secondo un rapporto del curatore depositato il 29 giugno 1983, il richiedente aveva tenuto pochi documenti concernenti l’attivit? dell? impresa. In pi?, questo non era informato delle cause dell’impresa poich? l’attivit? era stata gestita di facto dal Sig. O.H, suo sposo.
8. In una data non precisata, il Sig. O.H. ? anche oggetto di un collocamento in fallimento e, in una data non precisata, fece opposizione. Questo procedimento fu chiuso da un giudizio del 3 luglio 1990.
9. Nel frattempo, il 21 maggio 1986, uno dei creditori chiese al giudice di sollecitare il curatore affinch? stabilisse un piano di ripartizione dell’attivo del fallimento.
10. Il 18 marzo 1987, il giudice, rilevando l’inerzia del curatore, fiss? un’udienza al 10 aprile 1987 ed ordin? a questo di deporre un rapporto due giorni prima di questa data.
11. In una data non precisata, il giudice nomin? un altro curatore. L? 11 febbraio 1988, questo accett? le sue funzioni.
12. Tra il 9 giugno 1988 ed il 20 settembre 1999, il curatore depose ventotto rapporti secondo i quali il procedimento non poteva essere chiuso in ragione del fatto che parecchie cause civili e fiscali concernenti i beni facenti parte del fallimento erano pendenti.
13. Il 2 giugno 2000 e 16 gennaio 2001, il curatore depose rispettivamente il resoconto ed il piano di ripartizione finale del fallimento.
14. Con una decisione del 2 luglio 2001, il tribunale decise di chiudere il procedimento.
2. Il procedimento introdotto conformemente alla legge Pinto
15. Il 2 gennaio 2002, il richiedente introdusse un ricorso dinnanzi alla corte di appello di Trieste conformemente alla legge Pinto lamentandosi della durata del procedimento cos? come del prolungamento delle incapacit? che derivano dal suo collocamento in fallimento.
16. Con una decisione deposta l? 11 marzo 2002, la corte di appello respinse la domanda del richiedente. Stim? che la durata del procedimento era dovuta all’esistenza di parecchie cause civili, dal procedimento in opposizione introdotto dal Sig. O.H, cos? come da parecchie cause fiscali terminatesi alla fine dell’anno 1999. La corte di appello rilev? anche che il richiedente non aveva segnalato al giudice le lunghezze dei procedimenti civili pendenti n? l’inerzia del curatore. “
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DEGLI ARTICOLI 1 DEL PROTOCOLLO NO 1, 8 DELLA CONVENZIONE E 2 DEL PROTOCOLLO NO 4
17. Invocando l’articolo 1 del Protocollo no 1, il richiedente si lamenta della limitazione del suo dritto al rispetto dei suoi beni, in particolare in ragione della durata del procedimento. Invocando l’articolo 8 della Convenzione, si lamenta della violazione del suo diritto al rispetto della sua corrispondenza e della sua vita familiare, in particolare in ragione della durata del procedimento. Invocando l’articolo 2 del Protocollo no 4 alla Convenzione, si lamenta della limitazione della sua libert? di circolazione, in particolare in ragione della durata del procedimento. Questi articoli sono formulati cos?:
Articolo 1 del Protocollo no 1
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed dei principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
Articolo 8 della Convenzione
“1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita familiare e della sua corrispondenza.
2. Non pu? esserci ingerenza di un’autorit? pubblica nell’esercizio di questo diritto se non per quanto questa ingerenza sia prevista dalla legge e che costituisca una misura che, in una societ? democratica, sia necessario alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine ed alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? di altrui. “
Articolo 2 del Protocollo no 4
“1. Chiunque si trovi regolarmente sul territorio di un Stato ha il diritto di circolarvi liberamente e di scegliere liberamente la sua residenza.
2. Ogni persona ? libera di lasciare qualunque paese, ivi compreso il suo.
3. L’esercizio di questi diritti non pu? essere oggetto di altre restrizioni se non quelle che, previste dalla legge, costituiscono delle misure necessarie, in una societ? democratica, alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al mantenimento dell’ordine pubblico, alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? di altrui. “
A. Sull’ammissibilit?
18. La Corte nota da prima che il richiedente ha omesso di supportare la lagnanza che riguarda il suo diritto al rispetto della sua vita familiare. Questa parte della richiesta deve essere respinta per difetto manifesto di fondamento secondo l’articolo 35 ?? 3 e 4 dunque della Convenzione.
19. Il Governo sostiene che il richiedente non ha esaurito le vie di ricorso interne conformemente alla legge Pinto.
20. Il richiedente osserva avere esaurito il rimedio previsto dalla legge Pinto.
21. La Corte nota che, nella sua sentenza no 362 del 2003, depositata il 14 gennaio 2003, la Corte di cassazione ha per la prima volta riconosciuto che il risarcimento morale relativo alla durata dei procedimenti di fallimento deve tenere conto, tra l?altro, del prolungamento delle incapacit? che derivano dallo statuto di fallito.
22. La Corte ricorda avere considerato che, a partire dal 14 luglio 2003, la sentenza no 362 del 2003 non pu? essere pi? ignorata dal pubblico e che ? a contare da questa data che deve essere esatto dai richiedenti che utilizzino questo ricorso ai fini dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione (Sgattoni c. Italia, no 77132/01, ? 48, 6 ottobre 2005).
23. La Corte rileva che la decisione di chiudere il procedimento di fallimento ? diventata definitiva al pi? tardi il 26 aprile 2003, questo cio? , un anno e quarantacinque giorni dopo l? 11 marzo 2002, data del deposito della decisione. Tenuto conto delle considerazioni che precedono, osserva che, in questa data, il richiedente non avrebbe potuto ricorrere efficacemente in cassazione (vedere ?? 44-49 Sgattoni, precitata,).
24. La Corte constata che questa parte della richiesta non ? manifestamente mal fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Peraltro, non cozza contro nessun altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
25. Secondo il Governo, la durata del procedimento ? stata dovuta al comportamento del richiedente che ha sottratto delle somme di denaro frodando i creditori del fallimento, ha gestito l’attivit? di imprenditore sfuggendo sistematicamente al fisco e non ha tenuto delle scritture contabili in modo regolare.” In pi?, il procedimento ? stato particolarmente complesso in ragione dell’esistenza di parecchie cause civili e fiscali aventi per oggetto dei beni che fanno parte del fallimento. Infine, secondo il Governo, la limitazione del diritto al rispetto dei beni, della corrispondenza e della libert? di circolazione del richiedente era giustificata dall’esigenza di proteggere gli interessi dei creditori del fallimento.
Peraltro, secondo le osservazioni del giudice delegato del fallimento, la “ricerca delle scritture contabili ? stata resa particolarmente difficile in ragione del fatto che lo sposo del richiedente che gestiva di facto l’impresa, era stato vittima di un grave errore giudiziale ed era stato incarcerato per molto tempo.”
26. Il richiedente sostiene che la durata del procedimento ? stata dovuta, tra l?altro, alla durata del procedimento in opposizione e che nessuno ritardo pu? essere imputabile al suo comportamento.
27. La Corte rileva che, a seguito alla sua dichiarazione di fallimento, il richiedente ha subito un’ingerenza nel suo diritto al rispetto dei suoi beni e della sua corrispondenza cos? come nella sua libert? di circolazione (vedere Luordo c). Italia, no 32190/96, ?? 67, 75 e 91, CEDH 2003-IX, e Bottaro c. Italia, no 56298/00, ?? 28, 36 e 50, 17 luglio 2003).
28. Questa ingerenza, prevista dagli articoli 42, 48 e 49 della legge del fallimento, insegue in particolare un obiettivo legittimo, ovvero la protezione dei diritti altrui, dei creditori del fallimento.
29. Resta da sapere tuttavia se, nel caso specifico, esista un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo mirato, al senso del capoverso 2 degli articoli 1 del Protocollo no 1 e 8 della Convenzione e dell’articolo 2 del Protocollo no 4 capoverso 4, in particolare alla luce della durata del procedimento (vedere Luordo, precitato, ?? 70, 71, 78, 79, 96 e 97, e Bottaro, precitato, ?? 31, 32, 39, 40, 54 e 55).
30. La Corte rileva da prima che le considerazioni del Governo relative al comportamento del richiedente non sono state supportate. Considera poi che, anche ammesso che il richiedente abbia avuto dei comportamenti che non avrebbero facilitato lo svolgimento del procedimento, secondo le osservazioni del giudice delegato del fallimento, la difficolt? nella ricerca dello scritture contabili ? stata dovuta anche ad un grave errore giudiziale concernente lo sposo del richiedente. In pi?, secondo i rapporti depositati dal curatore durante il procedimento e la decisione della corte di appello di Trieste deposta l? 11 marzo 2002, la durata di questa ? stata dovuta principalmente alle cause civili e fiscali concernenti i beni facenti parte di fallimento.
Inoltre, la Corte sottolinea che un periodo di inattivit? giudiziale ? certamente imputabile all’inerzia del primo curatore del fallimento che fu sostituito nel 1988, cio? sei anni dopo l’inizio del procedimento.
31. La Corte constata che il procedimento di fallimento ? cominciato il 15 maggio 1982 e si ? concluso il 2 luglio 2001. ? durato circa diciannove anni e due mesi dunque. Secondo la Corte, anche ammesso che il procedimento sia stato complesso, tenuto conto delle considerazioni che precedono, la durata di questa ha provocato nello specifico la rottura dell’equilibrio da predisporre tra gli interessi generali al pagamento dei creditori del fallimento e l’interesse del richiedente al rispetto della sua corrispondenza e della sua libert? di circolazione (vedere, mutatis mutandis, Luordo, precitato).
32. Pertanto, c’? stata violazione degli articoli 1 del Protocollo no 1, 8 della Convenzione e 2 del Protocollo no 4.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 3 DEL PROTOCOLLO NO 1
33. Invocando l’articolo 3 del Protocollo no il richiedente si lamenta della limitazione del suo diritto di voto. Questo articolo ? formulato cos?:
“Le Alte Parti contraenti si impegnano ad organizzare, ad intervalli ragionevoli, delle elezioni libere dallo scrutino segreto, in condizioni che garantiscono la libera espressione dell’opinione del popolo sulla scelta del corpo legislativo. “
La Corte nota che la perdita del diritto di voto a seguito al collocamento in fallimento non pu? superare cinque anni a partire dalla data del giudizio che dichiara il fallimento. Ora, essendo stato depositato questo giudizio il 15 maggio 1982, il richiedente avrebbe dovuto introdurre al pi? tardi la sua lagnanza il 15 novembre 1987. Essendo stata introdotta la richiesta il 17 febbraio 2001, la Corte stima che questa lagnanza ? tardiva e deve essere respinta conformemente all’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DEGLI ARTICOLI 6 ? 1 E 13 DELLA CONVENZIONE
34. Invocando gli articoli 6 ? 1 e 13 della Convenzione, il richiedente si lamenta di non disporre di una via di ricorso per lamentarsi delle incapacit? che derivano del collocamento in fallimento. Questi articoli sono formulati cos?:
Articolo 6 ? 1
“Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa sia sentita da un tribunale chi decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
Articolo 13
“Ogni persona i cui diritti e libert? riconosciuti nella Convenzione sono stati violati, ha diritto alla concessione di un ricorso effettivo dinnanzi ad un’istanza nazionale, anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali. “
A. Sull’ammissibilit?
Il Governo sostiene che il richiedente si sarebbe potuto avvalere dei rimedi contemplati agli articoli 26 e 36 della legge sul fallimento. Comunque, questa parte della richiesta dovrebbe essere respinta poich? non si tratta di “lagnanze difendibili.”
Secondo il richiedente, il sistema legislativo non offre rimedio effettivo per lamentarsi del prolungamento delle incapacit? che derivano del collocamento in fallimento.
La Corte ricorda di avere gi? dichiarato al primo colpo la violazione dell’articolo 13 della Convenzione in ragione della mancanza di un ricorso effettivo per lamentarsi della limitazione prolungata del diritto al rispetto della corrispondenza del fallito (Bottaro, precitata). La Corte stima dunque che la lagnanza sollevata dal richiedente deve essere esaminata unicamente sotto l’angolo dell’articolo 13 della Convenzione.
Osserva poi che l’articolo 26 della legge sul fallimento contemplava certo la possibilit? per il richiedente di introdurre un ricorso dinnanzi al tribunale. Tuttavia, questo ricorso ha per oggetto solamente le decisioni del giudice delegato e non pu?, per questo fatto, costituire un rimedio efficace contro la restrizione prolungata del diritto al rispetto della corrispondenza, dei beni e della libert? di circolazione del richiedente, conseguenza diretta del giudizio che dichiara il fallimento e non di una decisione del giudice delegato.
Inoltre, la Corte rileva che l’articolo 36 della legge sul fallimento contempla la possibilit? di investire il giudice delegato per lamentarsi degli atti di amministrazione del curatore. Tuttavia, la Corte osserva che questo ricorso riguarda le attivit? di amministrazione del patrimonio del fallito compiute dal curatore fino alla vendita dei beni e la soddisfazione dei creditori. Non pu? essere dunque in nessun caso di natura tale da portare rimedio al prolungamento delle incapacit? di cui il richiedente ha fatto l’oggetto (Bottaro, precitato, ? 45).
35. La Corte constata che questa parte della richiesta non ? manifestamente mal fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che questa non si urta a nessun altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
36. La Corte ha trattato gi? cause che sollevano questioni simili a queste del caso specifico e ha constatato la violazione dell’articolo 13 della Convenzione (Bottaro, precitato, ?? 41-46).
37. La Corte ha esaminato la presente causa e ha considerato che il Governo non ha fornito nessuno fatto n? argomento che possa condurre ad una conclusione differente nel presente caso.
Pertanto, la Corte conclude che c’? stata violazione dell’articolo 13 della Convenzione.
IV. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
38. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
A. Danno
39. Il richiedente richiede 468 000 euro (EUR) a titolo di danno materiale e 114 000 EUR a titolo del danno morale che avrebbe subito.
40. Il Governo si oppone a queste pretese.
41. La Corte non vede alcun legame di causalit? tra le violazioni constatata ed il danno materiale addotto e respinge questa domanda. In compenso, stima che il richiedente abbia subito un torto morale certo. Deliberando in equit?, gli accorda 30 000 EUR a questo titolo.
B. Oneri e spese
42. Il richiedente chiede anche 3 000 EUR per gli oneri e spese incorsi dinnanzi alle giurisdizioni interne e 5 000 EUR per quelli incorsi dinnanzi alla Corte.
43. Il Governo si oppone a queste pretese.
44. Secondo la giurisprudenza della Corte, un richiedente non pu? ottenere il rimborso dei suoi oneri e spese se non nella misura in cui si trovano stabiliti la loro realt?, la loro necessit? ed il carattere ragionevole del loro tasso. Nello specifico e tenuto conto degli elementi in suo possesso e dei criteri suddetti, la Corte respinge la domanda relativa agli oneri e spese del procedimento nazionale, stima ragionevole la somma di 2 000 EUR per il procedimento dinnanzi alla Corte e l’accordo al richiedente.
C. Interessi moratori
45. La Corte giudica appropriato basare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea aumentata di tre punti percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara la richiesta ammissibile in quanto alle lagnanze derivate degli articoli 1 del Protocollo no 1, 8 della Convenzione, in ci? che riguarda il diritto al rispetto della corrispondenza, 2 del Protocollo no 4 e 13 della Convenzione, ed inammissibile per il surplus;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
3. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione;
4. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 2 del Protocollo no 4;
5. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 13 della Convenzione;
6. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare al richiedente, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, 30 000 EUR (trentamila euro) per danno morale e 2 000 EUR (duemila euro) per oneri e spese, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta;
b) che a contare dalla scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questi importi saranno da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti percentuale,;
7. Respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 21 settembre 2006 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Vincent Pastore Bo?tjan Sig. Zupancic
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Partiellement irrecevable ; Violation de P1-1 ; Violation de l’art. 8 (respect de la correspondance) ; Violation de P4-2 ; Violation de l’art. 13 ; Dommage mat?riel – demande rejet?e ; Pr?judice moral – r?paration p?cuniaire ; Frais et d?pens (proc?dure nationale) – demande rejet?e ; Remboursement partiel frais et d?pens – proc?dure de la Convention
TROISI?ME SECTION
AFFAIRE GASSER c. ITALIE
(Requ?te no 10481/02)
ARR?T
STRASBOURG
21 septembre 2006
D?FINITIF
12/02/2007
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Gasser c. Italie,
La Cour europ?enne des Droits de l?Homme (troisi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
MM. B.M. Zupancic, pr?sident,
J. Hedigan,
L. Caflisch,
V. Zagrebelsky,
Mme A. Gyulumyan,
M. E. Myjer,
Mme I. Ziemele, juges,
et de M. V. Berger, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 31 ao?t 2006,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 10481/02) dirig?e contre la R?publique italienne et dont une ressortissante de cet Etat, Mme W. G. (? la requ?rante ?), a saisi la Cour le 17 f?vrier 2001 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. La requ?rante est repr?sent?e par Me M. D. S., avocat ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. Ivo Maria Braguglia, et par son agent adjoint, M. Nicola Lettieri.
3. Le 31 janvier 2005, le pr?sident de la troisi?me section a d?cid? de communiquer les griefs tir?s des articles 8 de la Convention, 1 du Protocole no 1, 2 du Protocole no 4, 6 ? 1 et 13 de la Convention au Gouvernement. Se pr?valant de l?article 29 ? 3, elle a d?cid? que seraient examin?s en m?me temps la recevabilit? et le bien-fond? de l?affaire.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
4. La requ?rante est n?e en 1947 et r?side ? Bolzano.
1. La proc?dure de faillite
5. Par un jugement d?pos? le 15 mai 1982, le tribunal de Bolzano d?clara la faillite de la soci?t? de la requ?rante, exer?ant une activit? de construction, ainsi que la faillite personnelle de celle-ci.
6. Le 13 d?cembre 1982, le juge d?l?gu? (? le juge ?) d?clara l??tat du passif de la faillite ex?cutoire.
7. Selon un rapport du syndic d?pos? le 29 juin 1983, la requ?rante avait tenu tr?s peu de documents concernant l?activit? d?entreprise. De plus, celle-ci n??tait pas au courant des affaires de l?entreprise puisque l?activit? avait ?t? g?r?e de facto par M. O.H, son ?poux.
8. A une date non pr?cis?e, M. O.H. fit aussi l?objet d?une mise en faillite et, ? une date non pr?cis?e, il fit opposition. Cette proc?dure fut close par un jugement du 3 juillet 1990.
9. Entre-temps, le 21 mai 1986, l?un des cr?anciers demanda au juge de solliciter le syndic afin qu?il ?tablisse un plan de r?partition de l?actif de la faillite.
10. Le 18 mars 1987, le juge, relevant l?inertie du syndic, fixa une audience au 10 avril 1987 et ordonna ? celui-ci de d?poser un rapport deux jours avant cette date.
11. A une date non pr?cis?e, le juge nomma un autre syndic. Le 11 f?vrier 1988, celui-ci accepta ses fonctions.
12. Entre le 9 juin 1988 et le 20 septembre 1999, le syndic d?posa vingt-huit rapports d?apr?s lesquels la proc?dure ne pouvait pas ?tre close en raison de ce que plusieurs affaires civiles et fiscales concernant des biens faisant partie de la faillite ?taient pendantes.
13. Les 2 juin 2000 et 16 janvier 2001, le syndic d?posa respectivement le compte-rendu et le plan de r?partition final de la faillite.
14. Par une d?cision du 2 juillet 2001, le tribunal d?cida de clore la proc?dure.
2. La proc?dure introduite conform?ment ? la loi Pinto
15. Le 2 janvier 2002, la requ?rante introduisit un recours devant la cour d?appel de Trieste conform?ment ? la loi Pinto se plaignant de la dur?e de la proc?dure ainsi que du prolongement des incapacit?s d?rivant de sa mise en faillite.
16. Par une d?cision d?pos?e le 11 mars 2002, la cour d?appel rejeta la demande de la requ?rante. Elle estima que la dur?e de la proc?dure ?tait due ? l?existence de plusieurs affaires civiles, de la proc?dure en opposition introduite par M. O.H., ainsi que de plusieurs affaires fiscales s??tant termin?es ? la fin de l?ann?e 1999. La cour d?appel releva ?galement que la requ?rante ? n?avait pas signal? au juge les longueurs des proc?dures civiles pendantes ni l?inertie du syndic. ?
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DES ARTICLES 1 DU PROTOCOLE No 1, 8 DE LA CONVENTION ET 2 DU PROTOCOLE No 4
17. Invoquant l?article 1 du Protocole no 1, la requ?rante se plaint de limitation du son droit au respect de ses biens, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Invoquant l?article 8 de la Convention, elle se plaint de la violation de son droit au respect de sa correspondance et de sa vie familiale, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Invoquant l?article 2 du Protocole no 4 ? la Convention, elle se plaint de la limitation de sa libert? de circulation, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Ces articles sont ainsi libell?s :
Article 1 du Protocole no 1
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
Article 8 de la Convention
? 1. Toute personne a droit au respect de sa (…) vie familiale (…) et de sa correspondance.
2. Il ne peut y avoir ing?rence d?une autorit? publique dans l?exercice de ce droit que pour autant que cette ing?rence est pr?vue par la loi et qu?elle constitue une mesure qui, dans une soci?t? d?mocratique, est n?cessaire ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au bien-?tre ?conomique du pays, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
Article 2 du Protocole no 4
? 1. Quiconque se trouve r?guli?rement sur le territoire d?un Etat a le droit d?y circuler librement et d?y choisir librement sa r?sidence.
2. Toute personne est libre de quitter n?importe quel pays, y compris le sien.
3. L?exercice de ces droits ne peut faire l?objet d?autres restrictions que celles qui, pr?vues par la loi, constituent des mesures n?cessaires, dans une soci?t? d?mocratique, ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au maintien de l?ordre public, ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
A. Sur la recevabilit?
18. La Cour note d?abord que la requ?rante a omis d??tayer le grief portant sur son droit au respect de sa vie familiale. Cette partie de la requ?te doit donc ?tre rejet?e pour d?faut manifeste de fondement selon l?article 35 ?? 3 et 4 de la Convention.
19. Le Gouvernement soutient que la requ?rante n?a pas ?puis? les voies de recours internes conform?ment ? la loi Pinto.
20. La requ?rante observe avoir ?puis? le rem?de pr?vu par la loi Pinto.
21. La Cour note que, dans son arr?t no 362 de 2003, d?pos? le 14 janvier 2003, la Cour de cassation a pour la premi?re fois reconnu que le d?dommagement moral relatif ? la dur?e des proc?dures de faillite doit tenir compte, entre autres, de la prolongation des incapacit?s d?rivant du statut de failli.
22. La Cour rappelle avoir retenu que, ? partir du 14 juillet 2003, l?arr?t no 362 de 2003 ne peut plus ?tre ignor? du public et que c?est ? compter de cette date qu?il doit ?tre exig? des requ?rants qu?ils usent de ce recours aux fins de l?article 35 ? 1 de la Convention (Sgattoni c. Italie, no 77132/01, ? 48, 6 octobre 2005).
23. La Cour rel?ve que la d?cision de clore la proc?dure de faillite est devenue d?finitive au plus tard le 26 avril 2003, c?est-?-dire, un an et quarante-cinq jours apr?s le 11 mars 2002, date du d?p?t de la d?cision. Compte tenu des consid?rations qui pr?c?dent, elle observe que, ? cette date, la requ?rante n?aurait pas pu se pourvoir efficacement en cassation (voir Sgattoni, pr?cit?, ?? 44-49).
24. La Cour constate que cette partie de la requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Par ailleurs, elle ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de la d?clarer recevable.
B. Sur le fond
25. Selon le Gouvernement, la dur?e de la proc?dure a ?t? due au comportement de la requ?rante, qui ? a soustrait des sommes d?argent fraudant les cr?anciers de la faillite, a g?r? l?activit? d?entrepreneur en ?chappant syst?matiquement au fisc et n?a pas tenu des ?critures comptables de fa?on r?guli?re ?. De plus, la proc?dure a ?t? particuli?rement complexe en raison de l?existence de plusieurs affaires civiles et fiscales ayant pour objet des biens faisant partie de la faillite. Enfin, selon le Gouvernement, la limitation du droit au respect des biens, de la correspondance et de la libert? de circulation de la requ?rante ?tait justifi?e par l?exigence de prot?ger les int?r?ts des cr?anciers de la faillite.
Par ailleurs, d?apr?s les observations du juge d?l?gu? de la faillite, la ? recherche des ?critures comptables a ?t? rendue particuli?rement difficile en raison de ce que l??poux de la requ?rante, qui g?rait de facto l?entreprise, avait ?t? victime d?une grave erreur judiciaire et avait ?t? incarc?r? pendant longtemps ?.
26. La requ?rante soutient que la dur?e de la proc?dure a ?t? due, entre autres, ? la dur?e de la proc?dure en opposition et qu?aucun retard ne peut ?tre imputable ? son comportement.
27. La Cour rel?ve que, suite ? sa d?claration de faillite, la requ?rante a subi une ing?rence dans son droit au respect de ses biens et de sa correspondance ainsi que dans sa libert? de circulation (voir Luordo c. Italie, no 32190/96, ?? 67, 75 et 91, CEDH 2003-IX, et Bottaro c. Italie, no 56298/00, ?? 28, 36 et 50, 17 juillet 2003).
28. Cette ing?rence, pr?vue par les articles 42, 48 et 49 de la loi de la faillite, poursuit un objectif l?gitime, ? savoir la protection des droits d?autrui, notamment des cr?anciers de la faillite.
29. Il reste ? savoir toutefois si, dans le cas d?esp?ce, il existe un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis?, au sens de l?alin?a 2 des articles 1 du Protocole no 1 et 8 de la Convention et de l?article 2 du Protocole no 4 alin?a 4, notamment ? la lumi?re de la dur?e de la proc?dure (voir Luordo, pr?cit?, ?? 70, 71, 78, 79, 96 et 97, et Bottaro, pr?cit?, ?? 31, 32, 39, 40, 54 et 55).
30. La Cour rel?ve d?abord que les consid?rations du Gouvernement relatives au comportement de la requ?rante n?ont pas ?t? ?tay?es. Elle consid?re ensuite que, m?me en admettant que la requ?rante ait eu des comportements qui n?auraient pas facilit? le d?roulement de la proc?dure, selon les observations du juge d?l?gu? de la faillite, la difficult? dans la recherche des ?critures comptable a ?t? due aussi ? une erreur judiciaire grave concernant l??poux de la requ?rante. De plus, selon les rapports d?pos?s par le syndic au cours de la proc?dure et la d?cision de la cour d?appel de Trieste d?pos?e le 11 mars 2002, la dur?e de celle-ci a ?t? due principalement aux affaires civiles et fiscales concernant des biens faisant partie de faillite.
En outre, la Cour souligne qu?une p?riode d?inactivit? judiciaire est certainement imputable ? l?inertie du premier syndic de la faillite, lequel fut remplac? en 1988, c?est-?-dire six ans apr?s le d?but de la proc?dure.
31. La Cour constate que la proc?dure de faillite a d?but? le 15 mai 1982 et s?est termin?e le 2 juillet 2001. Elle a donc dur? environ dix-neuf ans et deux mois. De l?avis de la Cour, m?me en admettant que la proc?dure a ?t? complexe, compte tenu des consid?rations qui pr?c?dent, la dur?e de celle-ci a entra?n? en l?esp?ce la rupture de l??quilibre ? m?nager entre l?int?r?t g?n?ral au payement des cr?anciers de la faillite et l?int?r?t de la requ?rante au respect de sa correspondance et de sa libert? de circulation (voir, mutatis mutandis, Luordo, pr?cit?).
32. Partant, il y a eu violation des articles 1 du Protocole no 1, 8 de la Convention et 2 du Protocole no 4.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 3 DU PROTOCOLE No 1
33. Invoquant l?article 3 du Protocole no la requ?rante se plaint de la limitation de son droit de vote. Cet article est ainsi libell? :
? Les Hautes Parties contractantes s?engagent ? organiser, ? des intervalles raisonnables, des ?lections libres au scrutin secret, dans les conditions qui assurent la libre expression de l?opinion du peuple sur le choix du corps l?gislatif. ?
La Cour note que la perte du droit de vote suite ? la mise en faillite ne peut pas exc?der cinq ans ? partir de la date du jugement d?clarant la faillite. Or, ce jugement ayant ?t? d?pos? le 15 mai 1982, la requ?rante aurait d? introduire son grief au plus tard le 15 novembre 1987. La requ?te ayant ?t? introduite le 17 f?vrier 2001, la Cour estime que ce grief est tardif et doit ?tre rejet? conform?ment ? l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DES ARTICLES 6 ? 1 ET 13 DE LA CONVENTION
34. Invoquant les articles 6 ? 1 et 13 de la Convention, la requ?rante se plaint de ne pas disposer d?une voie de recours pour se plaindre des incapacit?s d?rivant de la mise en faillite. Ces articles sont ainsi libell?s :
Article 6 ? 1
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) par un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
Article 13
? Toute personne dont les droits et libert?s reconnus dans la (…) Convention ont ?t? viol?s, a droit ? l?octroi d?un recours effectif devant une instance nationale, alors m?me que la violation aurait ?t? commise par des personnes agissant dans l?exercice de leurs fonctions officielles. ?
A. Sur la recevabilit?
Le Gouvernement soutient que la requ?rante aurait pu se pr?valoir des rem?des pr?vus aux articles 26 et 36 de la loi sur la faillite. De toute mani?re, cette partie de la requ?te devrait ?tre rejet?e puisqu?il ne s?agit pas de ? griefs d?fendables ?.
Selon la requ?rante, le syst?me l?gislatif n?offre pas de rem?de effectif pour se plaindre de la prolongation des incapacit?s d?rivant de la mise en faillite.
La Cour rappelle d?embl?e avoir d?j? d?clar? la violation de l?article 13 de la Convention en raison du manque d?un recours effectif pour se plaindre de la limitation prolong?e du droit au respect de la correspondance du failli (Bottaro, pr?cit?). La Cour estime donc que le grief soulev? par la requ?rante doit ?tre examin? uniquement sous l?angle de l?article 13 de la Convention.
Elle observe ensuite que l?article 26 de la loi sur la faillite pr?voyait certes la possibilit? pour la requ?rante d?introduire un recours devant le tribunal. Toutefois, ce recours n?a pour objet que les d?cisions du juge d?l?gu? et ne peut pas, de ce fait, constituer un rem?de efficace contre la restriction prolong?e du droit au respect de la correspondance, des biens et de la libert? de circulation de la requ?rante, cons?quence directe du jugement d?clarant la faillite et non pas d?une d?cision du juge d?l?gu?.
En outre, la Cour rel?ve que l?article 36 de la loi sur la faillite pr?voit la possibilit? de saisir le juge d?l?gu? pour se plaindre des actes d?administration du syndic. Toutefois, la Cour observe que ce recours concerne les activit?s d?administration du patrimoine du failli accomplies par le syndic jusqu?? la vente des biens et la satisfaction des cr?anciers. Il ne peut donc en aucun cas ?tre de nature ? porter rem?de au prolongement des incapacit?s dont la requ?rante a fait l?objet (Bottaro, pr?cit?, ? 45).
35. La Cour constate que cette partie de la requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celle-ci ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de la d?clarer recevable.
B. Sur le fond
36. La Cour a d?j? trait? d?affaires soulevant des questions semblables ? celles du cas d?esp?ce et a constat? la violation de l?article 13 de la Convention (Bottaro, pr?cit?, ?? 41-46).
37. La Cour a examin? la pr?sente affaire et consid?re que le Gouvernement n?a fourni aucun fait ni argument pouvant mener ? une conclusion diff?rente dans le cas pr?sent.
Partant, la Cour conclut qu?il y a eu violation de l?article 13 de la Convention.
IV. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
38. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
39. La requ?rante r?clame 468 000 euros (EUR) au titre du pr?judice mat?riel et 114 000 EUR au titre du pr?judice moral qu?elle aurait subis.
40. Le Gouvernement s?oppose ? ces pr?tentions.
41. La Cour n?aper?oit pas de lien de causalit? entre la violation constat?e et le dommage mat?riel all?gu? et rejette cette demande. En revanche, elle estime que la requ?rante a subi un tort moral certain. Statuant en ?quit?, elle lui accorde 30 000 EUR ? ce titre.
B. Frais et d?pens
42. La requ?rante demande ?galement 3 000 EUR pour les frais et d?pens encourus devant les juridictions internes et 5 000 EUR pour ceux encourus devant la Cour.
43. Le Gouvernement s?oppose ? ces pr?tentions.
44. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En l?esp?ce et compte tenu des ?l?ments en sa possession et des crit?res susmentionn?s, la Cour rejette la demande relative aux frais et d?pens de la proc?dure nationale, estime raisonnable la somme de 2 000 EUR pour la proc?dure devant la Cour et l?accorde ? la requ?rante.
C. Int?r?ts moratoires
45. La Cour juge appropri? de baser le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable quant aux griefs tir?s des articles 1 du Protocole no 1, 8 de la Convention, en ce qui concerne le droit au respect de la correspondance, 2 du Protocole no 4 et 13 de la Convention, et irrecevable pour le surplus ;
2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ;
3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 8 de la Convention ;
4. Dit qu?il y a eu violation de l?article 2 du Protocole no 4 ;
5. Dit qu?il y a eu violation de l?article 13 de la Convention ;
6. Dit
a) que l?Etat d?fendeur doit verser ? la requ?rante, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, 30 000 EUR (trente mille euros) pour dommage moral et 2 000 EUR (deux mille euros) pour frais et d?pens, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;
7. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 21 septembre 2006 en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Vincent Berger Bo?tjan M. Zupancic
Greffier Pr?sident

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