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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE FENER RUM PATRIKLIGI (PATRIARCAT OECUMENIQUE) c. TURQUIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, P1-1
Numero: 14340/05/2008
Stato: Turchia
Data: 2008-07-08 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata
VECCHIA SECONDA SEZIONE
CAUSA FENER RUM PATRIKLIGI (PATRIARCATO ECUMENICO) C. TURCHIA
( Richiesta no 14340/05)
SENTENZA
(merito)
STRASBURGO
8 luglio 2008
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Fener Rum Patrikligi (Patriarcato ecumenico) c. Turchia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (vecchia seconda sezione) riunendosi in una camera composta da:
Francesca Tulkens, presidentessa, Andr?s Baka, Ireneu Cabral Barreto, Riza T?rmen, Mindia Ugrekhelidze, Antonella Mularoni, Danute Jociene, giudici,
e di Sally Doll?, cancelliera di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 27 novembre 2007 e il 17 giugno 2008,
Rende la sentenza che ha, adottata in questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 14340/05) diretta contro la Repubblica della Turchia e in cui Fener Rum Patrikli?i (il Patriarcato ecumenico) (“il richiedente”), ha investito la Corte il 19 aprile 2005 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente sostiene che l’iscrizione al registro fondiario di un bene immobiliare che gli apparteneva da pi? di un secolo a nome della Fondazione dell’orfanotrofio greco di B?y?kada per ragazzi, attualmente gestita dalle autorit? amministrative turche, costituisce un atto di confisca arbitraria che reca offesa ai suoi diritti garantiti dagli articoli 1 del Protocollo no 1 e 14 della Convenzione. Adduce inoltre una violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione.
3. Il 2 maggio 2005, il presidente della camera ha deciso di accettare la domanda del richiedente di trattare con priorit? la richiesta precitata in virt? dell’articolo 41 dell’ordinamento della Corte.
4. Con una decisione del 12 giugno 2007, la camera ha dichiarato la richiesta ammissibile.
5. Un’udienza si ? svolta in pubblico al Palazzo dei diritti dell’uomo, a Strasburgo, il 27 novembre 2007, articolo 59 ? 3 dell’ordinamento.
Sono comparsi:
-per il Governo
Sigg. A.M. ?zmen, co-agente, M.H. ?nler, il Sig.re ?.G. Erg?n,
V. Sirmen, Y. Renda, D. Akpak, O. Ercil, Sigg. B. Avcioglu, A. Demir, M.A. Umay, M.Z. Adli, Y. Beyazit, consiglieri,;
-per il richiedente
Sigg. A. S., N.C. A., I. K., consiglieri.
L’arcivescovo D. dell’America, il metropolita M di Philadelphia ed il metropolita E. della Francia erano allo stesso modo presenti all’udienza a nome della parte richiedente.
La Corte ha sentito nelle loro dichiarazioni i Sigg. S., A. e K., cos? come il Sig. ?zmen.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
6. Il richiedente (Fener Rum Patrikligi, il Patriarcato ecumenico) ? una Chiesa ortodossa con sede ad Istanbul che dispone di un primato di onore e di un ruolo di iniziativa e di coordinamento nell’insieme del mondo ortodosso. Attualmente, riunisce e rappresenta la minoranza ortodossa in Turchia. ? rappresentato da Sua Santit? il patriarca ecumenico B. I?.
7. Con un contratto di vendita del 6 gennaio 1902, il richiedente acquis? di un bene per la somma di 246 650 sterline. Questo bene consisteva in un terreno di una superficie di 23 255 m2, ubicato in cima alla collina principale dell’isola di B?y?kada, Istanbul sul quale esisteva un edificio principale di cinque piani, inizialmente destinato ad essere utilizzato come hotel, ed un edificio annesso di due piani. Secondo la legge ottomana che regolava all’epoca lo statuto dei beni immobiliari, il trasferimento del bene al richiedente fu consacrato ufficialmente dall’edizione di un firman (atto di fondazione) del Sultano, ed iscritto al registro imperiale (quaderno imperiale).
8. Nel 1903, l’uso del bene fu ceduto ad una fondazione della minoranza ortodossa, la “Fondazione dell’orfanotrofio greco di B?y?kada per ragazzi” (“la Fondazione dell’orfanotrofio”). Peraltro, nel registro fondiario, la destinazione di questo bene era menzionata come “orfanotrofio in legno dei greci.”
9. La Fondazione dell’orfanotrofio era stata fondata nel 1853 dai greci ortodossi di Istanbul. Installata inizialmente in un edificio situato a Yedikule (Istanbul), era stata obbligata ad interrompere la sua attivit? in seguito ad un sisma che aveva distrutto i suoi locali.
10. Con l’entrata in vigore della legge sulle fondazioni del 13 giugno 1935 (legge no 2762) la personalit? giuridica della Fondazione dell’orfanotrofio fu riconosciuta ufficialmente ed il bene immobiliare in questione fu menzionato nella sua dichiarazione depositata nel 1936 conformemente all’articolo 1, provvisorio, di questa legge. In virt? di questa dichiarazione, la Fondazione gestiva “l’orfanotrofio greco per ragazzi.”
11. Nel 1964, per ragioni di sicurezza, in particolare dovute al rischio di incendio, le autorit? turche ordinarono l’evacuazione dei locali da parte della Fondazione dell’orfanotrofio. Il richiedente sostiene avere ripreso lo stesso anno il possesso e la gestione del bene immobiliare.
12. Nel 1995, in vista di trovare dei mezzi finanziari per la manutenzione e la ristrutturazione degli edifici, il richiedente concluse un accordo con una societ? privata (B?y?kada Turizm ve Ticaret anonim sirketi) alla quale accord? lo sfruttamento di suddetti locali per una durata di 49 anni. Per?, questo accordo non pot? vedere il giorno in ragione dell’opposizione delle autorit? amministrative.
A. Il procedimento amministrativo e giudiziale concernente la Fondazione dell’orfanotrofio
13. Il 22 gennaio 1997, invocando l’articolo 1 della legge no 2762, la Direzione generale delle fondazioni emise un’ordinanza nella quale qualific? la Fondazione dell’orfanotrofio come fondazione “disabilitata” (“mazbut”) mentre questa apparteneva fino a questa data alla categoria delle fondazioni “attribuita” (“m?lhak”). L’ordinanza menzionava che, avendo smesso la Fondazione dell’orfanotrofio di avere attivit? caritative, il suo consiglio di amministrazione era stato revocato e la sua gestione affidata alla Direzione generale delle fondazioni.
14. Il 4 aprile 1997, la Fondazione dell’orfanotrofio invest? il tribunale amministrativo di Istanbul di una richiesta di annullamento di suddetta ordinanza.
15. Con un giudizio del 12 marzo 1998, il tribunale respinse questa richiesta. Il 19 febbraio 2001, il Consiglio di stato annull? suddetto giudizio.
16. Con un giudizio del 3 aprile 2002, il tribunale respinse la domanda della Fondazione dell’orfanotrofio. Con una sentenza del 19 novembre 2003, il Consiglio di stato conferm? il giudizio attaccato. Risulta dalla pratica che il ricorso in rettifica formato dalla Fondazione dell’orfanotrofio ? sempre in corso.
B. Il procedimento giudiziale concernente il richiedente
17. Il 16 marzo 1999, la Direzione generale delle fondazioni, agendo a nome della Fondazione dell’orfanotrofio, introdusse dinnanzi alla corte d’appello di Adalar un ricorso in vista dell’annullamento del titolo di propriet? del richiedente e della re iscrizione del bene sul registro fondiario a nome della Fondazione dell’orfanotrofio.
18. Con un giudizio del 18 dicembre 2002, la corte d’appello accolse la domanda della Direzione generale delle fondazioni ed ordin? l’iscrizione del bene immobiliare controverso a nome della Fondazione dell’orfanotrofio, gestita dal 1997 dalla Direzione. A questo riguardo, ricordando che la Fondazione dell’orfanotrofio era stata qualificata come fondazione “disabilitata”, constat? che suddetto bene figurava nella dichiarazione depositata nel 1936 da questa. Peraltro, prese in considerazione che il Patriarcato non aveva intrapreso nessuno lavoro per la manutenzione del bene che costituiva un monumento storico di un’importanza internazionale.
19. Il 30 settembre 2003, la Corte di cassazione annull? questo giudizio per vizio di procedimento.
20. Il 25 febbraio 2004, allineandosi al ragionamento enunciato nel suo giudizio del 18 dicembre 2002, la corte d’appello annull? di nuovo il titolo di propriet? del richiedente ed ordin? l’iscrizione del bene a nome della Fondazione dell’orfanotrofio. Sostenne il seguente ragionamento:
“(…) La causa cade sulla domanda [della Direzione delle fondazioni] che tende, da una parte, all’annullamento del titolo di propriet? al motivo che il Patriarcato greco non ha la capacit? di acquisire dei beni immobiliari in virt? della legge sulle fondazioni e dei trattati di Losanna, e, dall?altra parte, al suo trasferimento alla Fondazione dell’orfanotrofio di B?y?kada, disabilitata,
(…) il rappresentante della parte convenuta sostiene che il Patriarcato ha acquisito la propriet? di questo bene con un atto del Sultano che ? stato convalidato in seguito dalla Repubblica
I registri prodotti dalla direzione del registro fondiario in seguito alla domanda del tribunale ed i documenti emessi dell’azione impegnata dinnanzi ai tribunali amministrativi dimostrano che devono essere applicate le disposizioni relative alle fondazioni caritative che hanno cessato le loro attivit?, nell’occorrenza l’articolo 1 d, della legge no 2762 che riguarda le fondazioni qualificate come “disabilitate” (…)
? chiaro che la parte richiedente cerca di ottenere l’annullamento del titolo di propriet? al motivo che la fondazione era disabilitata Peraltro, gli immobili che si trovano sul bene in questione sono dei monumenti storici e, come ? stato stabilito all’epoca di visite dei luoghi, erano abbandonati (“atil vaziyette”), e la parte convenuta, nel periodo in cui era proprietaria, non ha intrapreso nessun lavoro per consolidare l’immobile, nonostante il fatto che lo considerava come un monumento avente un’importanza storica. [Parimenti], risulta chiaramente dalla pratica che, n? come proprietaria n? come fondazione, la parte convenuta ha compiuto alcun passo per liberarsi dai suoi obblighi. [Peraltro], la pratica non contiene nessuno elemento che da a pensare che la fondazione proseguiva le sue attivit?. Il fatto che le donazioni sono fatte sotto forma di borse di studio ad un numero ristretto di studenti non sarebbe di natura tale da impedire di dichiarare la fondazione disabilitata. Sebbene l’immobile sia stato considerato come un orfanotrofio, la pratica non contiene nessuno elemento che dimostra che sia utilizzato per simili attivit? attualmente, e la visita dei luoghi non ha fornito nessun elemento in pi? riguardante simile uso. Di conseguenza, pu? passare per stabilito che la Fondazione dell’orfanotrofio costituisce una fondazione disabilitata
Alla luce di ci? che precede, conviene ordinare la radiazione dell’iscrizione del titolo di propriet? dal registro fondiario a causa del inabilitazione della Fondazione dell’orfanotrofio in virt? del codice civile, dei trattati internazionali e della legge sulle fondazioni, “
21. Il richiedente attacc? il giudizio dinnanzi alla Corte di cassazione e chiese un’udienza.
22. Il 21 ottobre 2004, la Corte di cassazione conferm? il giudizio attaccato e respinse la domanda di udienza al motivo che gli oneri ivi afferenti non erano stati regolati. Consider? che il bene controverso, dalla dichiarazione della Fondazione dell’orfanotrofio depositata nel 1936, figurava nel patrimonio di questa e non apparteneva pi? al richiedente.
23. Con una sentenza del 7 febbraio 2005, la Corte di cassazione respinse la domanda in rettifica della sentenza.
C. Documenti presentati dal richiedente
24. Il richiedente sottopone all’attenzione della Corte due decisioni adottate dall’amministrazione fiscale. Nella sua prima decisione del 18 luglio 1944, questa decise che il richiedente, in quanto proprietario dell’edificio controverso e contribuente, doveva essere sottoposto all’imposta, tenuto conto del fatto che le 135 camere dell’edificio in questione non erano utilizzate dalla Fondazione dell’orfanotrofio. Per?, siccome risulta dalla decisione del 18 giugno 1945 resa dall’amministrazione incaricata di esaminare le opposizioni formate contro le decisioni relative all’imposta, questa ultima consider? che il richiedente non doveva essere sottoposto all’imposta, dato che questi locali non occupati dalla Fondazione dell’orfanotrofio non era utilizzata per percepire un reddito.
25. Peraltro, con una lettera del 1 dicembre 1959, la direzione della pianificazione della municipalit? di Istanbul espose che il richiedente che disponeva (“Patrikhanenin tahti tasarrufunda bulunan”) dell’immobile della Fondazione dell’orfanotrofio, poteva procedere ai lavori di restauro. In quanto alla richiesta volta alla costruzione di un secondo edificio, la municipalit? sottoline? che il richiedente doveva rivolgersi al ministero dell’interno.
Parimenti, con una lettera del 5 novembre 1962, la municipalit? conferm? il contenuto della sua lettera precitata. Inoltre, con una lettera del 9 febbraio 2004, la municipalit? delle isole inform? il richiedente delle misure prese contro il rischio di incendio.
26. Il 4 novembre 2004, la municipalit? di Istanbul inform? infine, di nuovo il richiedente delle misure prese contro il rischio di incendio.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNE PERTINENTI
A. Trattato di Losanna
27. Le disposizioni del Trattato di Losanna (1923) concernente la protezione delle vecchie fondazioni che garantiscono i servizi pubblici per le minoranze religiose si leggono cos?:
Articolo 37
“La Turchia si avvia affinch? le stipulazioni contenute negli articoli 38 a 44 siano riconosciute come leggi fondamentali, affinch? nessuna legge, nessun ordinamento, nessuna azione ufficiale sia in contraddizione o in opposizione con queste stipulazioni ed affinch? nessuna legge, nessun ordinamento n? nessuna azione ufficiale prevalgono contro esse. “
Articolo 42 ? 3
“Il governo turco si impegna ad accordare ogni protezione alle chiese, sinagoghe, cimiteri ed altre istituzioni religiose delle minoranze precitate. Tutte le agevolazioni e le autorizzazione saranno date alle fondazioni devote ed alle istituzioni religiose e caritatevoli delle stesse minoranze esistenti in Turchia attualmente “
B. Fener Rum Patrikligi (il Patriarcato ecumenico)
28. All’epoca ottomana, il Patriarcato, stabilito ad Istanbul, era riconosciuto come milletbasi (capo della comunit?), al tempo stesso capo spirituale e responsabile verso la Sublime Porta, della comunit? ortodossa che si integrava con gli ingranaggi amministrativi dell’impero tramite la chiesa.
Attualmente, il Patriarcato riunisce e rappresenta la minoranza ortodossa in Turchia.
C. Legge sul catasto
29. L’articolo 3 della legge sul catasto dispone che i beni immobiliari delle istituzioni estere religiose, scolastiche e di beneficenza la cui personalit? ? riconosciuta dallo stato turco, acquisiti secondo un atto di fondazione ed una decisione amministrativa, possono essere registrati a nome della persona giuridica delle istituzioni, sotto riserva di utilizzazione conforme allo scopo iniziale e di autorizzazione amministrativa.
D. Codice civile
30. Il 4 ottobre 1926, in seguito alla proclamazione della Repubblica della Turchia, entr? in vigore il codice civile. L? 8 dicembre 2001, il nuovo codice civile, che succedette al vecchio codice, fu pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
31. La legge no 864 sull’applicazione del codice civile entr? in vigore il 4 ottobre 1926. Il suo articolo 8 disponeva:
“Sar? promulgata una legge speciale che regola il funzionamento delle fondazioni stabilite prima dell’entrata in vigore del codice civile.
Le istituzioni fondate dopo l’entrata in vigore del codice civile sono sottoposte alle disposizioni del codice civile. ”
32. L’iscrizione di un bene al registro fondiario conferisce al suo proprietario tutte le prerogative legate al diritto di propriet?. L’articolo 705 del codice civile ? redatto come segue (vedere anche l’articolo 633 del vecchio codice civile):
“L’iscrizione al registro fondiario ? necessaria per l’acquisizione della propriet? fondiaria. (…) “
33. L’articolo 932 del vecchio codice civile (vedere anche l’articolo 1024 del nuovo codice civile) disponeva che le iscrizioni ai registri fondiari dovevano essere fondate su una causa legittima. Peraltro, in virt? dell’articolo 933 del vecchio codice civile (vedere anche l’articolo 1025 del nuovo codice civile) la radiazione o la modifica di un’iscrizione al registro fondiario era possibile solamente nei casi in cui l’iscrizione era stata fatta senza causa legittima e in cui i diritti del vero proprietario erano stati violati. La parte pertinente dell’articolo 1025 del nuovo codice civile ? formulata come segue:
“La persona i cui diritti reali sono stati lesi da un’iscrizione fatta o dalle iscrizioni modificate o radiate senza causa legittima pu? esigere la radiazione o la modifica.
Rimangono riservati i diritti acquisiti da terzi in buona fede tramite l’iscrizione, cos? come ogni danno-interesse. “
34. L’articolo 1007 del codice civile dispone che lo stato ? responsabile di ogni danno risultante dalla tenuta del registro fondiario.
35. In una sentenza resa il 10 giugno 1953 (no 1953/5), l’assemblea plenaria della Corte di cassazione ha riconosciuto la validit? dei firman adottati dai Grandi visir, Primi ministri dell’epoca ottomana (“Tezkere-i Samiye”) prima dell’instaurazione della Repubblica.
E. Fondazione (vakif) nel dritto turco
36. Fino al 1912, le fondazioni (vakif) non erano riconosciute in quanto persone giuridiche nel sistema giuridico dell’impero ottomano. La legge provvisoria sul diritto delle persone giuridiche che dispongono di beni immobiliari, promulgata il 16 febbraio dell’anno 1328 dell?egira (1912), riconobbe la personalit? giuridica alle fondazioni ed accord? loro il diritto di acquisire dei beni immobiliari. Queste istituzioni che appartenevano alle comunit? cristiane erano nominate Osmanli m?essesati hayriyesi (istituzioni ottomane di beneficenza). A questo riguardo, una delle specificit? del diritto ottomano derivava dal fatto che numerosi servizi pubblici erano garantiti dalle fondazioni caritative.
37. Il 13 giugno 1935 fu promulgata la legge no 2762 sulle fondazioni. Regolava il funzionamento delle fondazioni create prima dell’entrata in vigore del codice civile e riconosceva loro la personalit? giuridica. Lo statuto giuridico delle fondazioni create dopo l’entrata in vigore del codice civile era regolato dalle disposizioni di questo ultimo.
38. L’articolo 1 d, della legge no 2762 regolava lo statuto delle fondazioni dichiarate “disabilitate.” La parte pertinente di questa disposizione era formulata come segue:
“Tra le fondazioni create prima del 4 ottobre 1926, (…) d, [quelle] che hanno giuridicamente e realmente cessato di condurre un?attivit? caritativa sono dichiarate “disabilitate” e la loro amministrazione ? affidata alla Direzione generale delle fondazioni. “
39. La legge no 2762 imponeva alle fondazioni che erano state trasferite dell’impero ottomano, l’obbligo di iscrivere i loro beni immobiliari al registro fondiario. A questo fine, il suo articolo transitorio disponeva:
“A. I rappresentanti delle fondazioni che non hanno reso conto alla Direzione generale delle fondazioni sono obbligati a presentarle una dichiarazione [beyanname] indicando la natura e le sorgenti dei redditi, le spese, la quantit? e la qualit? dei redditi e delle spese dell’anno precedente relativi alla fondazione, entro tre mesi a partire dall’entrata in vigore della presente legge. (…) “
40. Inoltre, l’articolo 44 della legge no 2762 contemplava che le fondazioni potevano registrare a loro nome i beni immobiliari di cui avevano il possesso.
41. La Direzione generale delle fondazioni ? un’istituzione pubblica fondata nel 1924. Sebbene sia dotata di personalit? giuridica di diritto pubblico per la sua gestione interna, dipende direttamente dal Primo ministro.
42. Nella giurisprudenza stabilita l? 8 maggio 1974, le camere civili riunite della Corte di cassazione decisero che le dichiarazioni fatte nel 1936 dovevano essere considerate come atti di creazione delle fondazioni di cui ne precisavano il loro statuto. In mancanza di una clausola esplicita, queste fondazioni non potevano acquisire altri beni immobiliari se non quelli che comparivano sulla loro dichiarazione. La Corte di cassazione indic? che l’acquisizione di beni immobiliari da parte delle fondazioni di questo tipo in supplemento a quelli che comparivano nel loro statuto poteva costituire una minaccia per la sicurezza nazionale.
43. Numerose modifiche alla legislazione che regolava le fondazioni sono state effettuate dalle leggi no 4771 del 9 agosto 2002 e no 4778 del 2 gennaio 2003, cos? come con l’ordinamento del 24 gennaio 2003 relativo all’acquisizione di beni immobili da parte delle fondazioni delle comunit?.
44. La legge no 5737 sulle fondazioni ? stata adottata il 20 febbraio 2008 ed ? stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 27 febbraio 2008. Questa legge ha abrogato la legge no 2762 sulle fondazioni.
F. Legislazione concernente la protezione del patrimonio culturale e naturale
45. La legge no 2863 del 21 luglio 1983 concernente la protezione del patrimonio culturale e naturale determina le condizioni nelle quali devono essere prese delle misure che mirano in particolare a preservare il patrimonio architettonico, quando si tratta di beni immobili che hanno un valore culturale, architettonico o storico. In particolare, in virt? dell’articolo 15 di suddetta legge, “i beni immobiliari che fanno parte del patrimonio culturale cos? come la loro tenuta di protezione” possono essere espropriati.
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL?ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
46. Invocando l’articolo 1 del Protocollo no 1, il richiedente adduce che ordinando di iscrivere la sua tenuta a nome della Fondazione dell’orfanotrofio, gestita dalla Direzione generale delle fondazioni, le giurisdizioni interne hanno violato il suo diritto al rispetto dei suoi beni.
Nella sua parte pertinente, l’articolo 1 del Protocollo no 1 ? redatto cos?:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale. (…) “
A. Tesi delle parti
1. Il richiedente
47. Il richiedente sostiene che ordinando di iscrivere il bene controverso a nome della Fondazione dell’orfanotrofio, gestita dal 1997 dalla Direzione generale delle fondazioni, le giurisdizioni interne hanno violato il suo diritto al rispetto dei suoi beni. Questa privazione di propriet?, al senso della seconda frase del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1, non insegue un scopo di utilit? pubblica ed ? intervenuta in condizioni illegali. Inoltre, ? contraria ai principi generali del diritto internazionale.
48. Il richiedente dichiara non solo di avere acquisito legalmente il bene controverso nel 1902 ma anche di averlo registrato debitamente nei “quaderni imperiali” dell’epoca ottomana a suo nome. Ne va parimenti per ci? che riguarda il registro fondiario della Repubblica nel 1929. Afferma avere esercitato da allora pienamente i suoi diritti di propriet?, sia dinnanzi alle autorit? competenti che per la sua manutenzione, ivi compreso la sua protezione in caso di incendio. Riferendosi ad una sentenza della Corte di cassazione del 10 giugno 1953 (paragrafo 35 sopra) sostiene peraltro che i firman del Sultano che consacrano l’acquisizione di propriet? sono sempre in vigore nell’ordine pubblico reale della Turchia.
49. Il richiedente si riferisce anche alle lettere che gli hanno indirizzato le autorit? dagli anni 1940 che confermano senza il minimo riservo la sua qualit? di proprietario unico del bene in questione (paragrafi 24-26 sopra).
50. Il richiedente confuta anche l’argomento del Governo secondo il quale il bene in questione ? stato acquistato a nome della Fondazione dell’orfanotrofio. Secondo lui, ? solamente nel 1903 che l’uso di questa propriet? ? stato trasmesso alla Fondazione dell’orfanotrofio che non ha rivendicato mai un qualsiasi titolo di propriet? su questo bene. Peraltro, a partire dal 1964, la Fondazione dell’orfanotrofio ha continuato le sue attivit? in altri luoghi.
51. Il richiedente fa valere anche che mentre la protezione dei beni immobiliari delle minoranze non musulmane in Turchia ? un obbligo del diritto internazionale convenzionale che risulta dall’articolo 42 ? 2 del Trattato di Losanna e della Convenzione, le autorit? non invocano nessun motivo di utilit? pubblica per la privazione di propriet?. Di conseguenza, questa privazione ? arbitraria e mira solamente a restringere i diritti di una comunit? religiosa.
52. Peraltro, il richiedente contesta la tesi del Governo secondo la quale la propriet? controversa “era stata dichiarata” dalla Fondazione dell’orfanotrofio nel 1936 come facente parte del suo patrimonio immobiliare e che questa stessa dichiarazione attestava un trasferimento puro e semplice della propriet? alla Fondazione dell’orfanotrofio. Difatti, questa dichiarazione non menzionava il bene in causa in modo preciso e non potrebbe, in nessun caso, essere considerata come un atto o una richiesta di registrazione della propriet? controversa da parte della Fondazione dell’orfanotrofio. Simili dichiarazioni miravano semplicemente affinch? le fondazioni riguardate rendessero conto della loro situazione finanziaria. Di conseguenza, la legge no 2762 che imponeva a queste fondazioni di depositare questa dichiarazione, non era una legge “accessibile”, “precisa” e “prevedibile.”
53. Secondo il richiedente, questa ingerenza non insegue nessuno scopo di utilit? pubblica. Nelle cause che hanno fatto riferimento al diritto di propriet? delle fondazioni non musulmane, le giurisdizioni turche hanno invocato dei motivi di sicurezza nazionale. Ora questo motivo non potrebbe essere considerato nel caso specifico perch? ? manifestamente privo di base ragionevole.
54. Il richiedente considera che la privazione di propriet? di cui ? stato vittima ? manifestamente sproporzionata, poich? ? stata effettuata senza indennizzo e non si fonda su nessuna giustificazione.
2. Il Governo
55. Il Governo considera che il bene controverso apparteneva alla Fondazione dell’orfanotrofio e non al richiedente; non rientra nella nozione di “beni” protetti dall’articolo 1 del Protocollo no 1 dunque. Questa disposizione vale solamente per i beni reali e l’annullamento dei titoli di propriet? del richiedente costituisco solamente la rettifica di un errore di registrazione.
56. Il Governo sostiene non solo che il regime giuridico del bene controverso deve essere analizzato alla luce delle disposizioni del codice civile ma che conviene anche prendere in considerazione le particolarit? del diritto ottomano. A questo riguardo, dichiara che si tratta di un regime sui generis, come mostrerebbero parecchi fatti. In primo luogo, in diritto ottomano, le autorit? religiose rappresentavano gli interessi patrimoniali delle comunit? religiose. A questo titolo, numerosi beni destinati all’uso di queste comunit? erano iscritti nome delle autorit? religiose. Ci? era dovuto in particolare al fatto che le fondazioni caritative non disponevano di personalit? legale. E? cos? che, nei registri fondiari, i titoli di propriet? erano iscritti a nome delle istituzioni religiose che controllavano la gestione di questi beni. Ne va parimenti per il regime del bene controverso che era iscritto a nome del richiedente nel 1902. In secondo luogo, nel diritto delle fondazioni dell’epoca ottomana, la propriet? era collegata alla fondazione caritativa. La fondazione era stata creata per la gestione di questo immobile in quanto orfanotrofio. Ne deriva che la destinazione della propriet? ad un fine caritativo non pu? essere modificata e che neanche la propriet? di per se stessa non pu? separarsi da queste fondazioni. Anche il Sultano non poteva intervenire in questo campo. Di conseguenza, questa destinazione era iscritta al registro fondiario, il che vietava ogni altra destinazione se non quella contemplata in questo registro. Il trasferimento di questo bene che era collegato alla fondazione denominata Sehzade Sultano Mehmet Vakfi, era stato effettuato a nome del richiedente all’unico scopo di fondare un orfanotrofio e ci? era menzionato chiaramente nel registro fondiario. Il Governo ne conclude che il vero proprietario era ab initio la Fondazione e non il Patriarcato.
57. Per?, in seguito alla proclamazione della repubblica laica, queste competenze delle comunit? sono state abolite. Cos?, la dichiarazione del 1936, depositata da questa fondazione in applicazione delle disposizioni della legge sulle fondazioni che tendeva a regolarizzare lo statuto delle fondazioni appartenenti alle minoranze religiose, dimostra indiscutibilmente che la menzione del nome del richiedente nel registro fondiario era nulla e non esistente fin dall’inizio. La Fondazione dell’orfanotrofio ha indicato chiaramente di conseguenza nella sua dichiarazione del 1936 che questo bene era in suo possesso. L’annullamento del titolo di propriet? era cos?, solamente la rettifica di un errore.
58. Peraltro, il Governo sottolinea che il richiedente non ha mai contestato suddetta destinazione iscritta sul registro fondiario. Ai suoi occhi, poich? si tratta di un uso pubblico, non si potrebbe pi? cambiare questa destinazione. Di conseguenza, le competenze del Patriarcato sul bene controverso corrispondono ad un statuto di “sorvegliante” o di “depositario”, il che non equivale per niente alla propriet?.
59. Il Governo spiega che la Direzione delle fondazioni ? incaricata di sorvegliare le attivit? delle fondazioni e che, in questa cornice, ha chiesto alla fondazione di rettificare questi registri. Per lui, non si tratta n? di una confisca n? di un’espropriazione, ma semplicemente della rettifica di un errore di registrazione. Sottolinea anche che il titolo di propriet? era registrato a nome del vero proprietario e non a nome del Tesoro pubblico.
B. Valutazione della Corte
1. Sull’esistenza di un “bene” al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1
60. La Corte ricorda che la nozione di “beni” prevista dalla prima parte dell’articolo 1 del Protocollo no 1 ha una portata autonoma che ? indipendente rispetto alle qualifiche formali del diritto interno (Beyeler c. Italia [GC], no 33202/96, ? 100, CEDH 2000-I). In fatto, importa esaminare se le circostanze della causa, considerate nel loro insieme, hanno reso il richiedente titolare di un interesse sostanziale protetto dall’articolo 1 del Protocollo no 1(Ex-re di Grecia ed altri c. Grecia [GC], no 25701/94, ? 60, CEDH 2000-XII). In questa ottica, la Corte stima che c’? luogo di tenere conto degli elementi di diritto e dei seguenti fatti.
61. Innanzitutto, la Corte non potrebbe seguire il Governo quando arguisce che il richiedente non disponeva di nessuno bene nella misura in cui secondo gli atti dell’epoca il “vero proprietario” era la fondazione e non il Patriarcato. ? vero che, fin dall’inizio, l’immobile contenzioso ? stato destinato ad un determinato uso, nell’occorrenza un orfanotrofio, ma la Corte non vede perch? simile destinazione escluderebbe di per s? che il richiedente sia il proprietario.
62. A questo riguardo, la Corte osserva che il bene controverso ? stato acquisito dal richiedente nel 1902 pagandolo coi suoi propri fondi. Del resto, il Governo non ha prodotto nessun documento che indica che il richiedente, in qualit? di proprietario dal 1902, ha ceduto il bene controverso o ne ha fatto dono alla Fondazione che ne ha effettivamente goduto. Anche se i registri forniti dal Governo attestano che questo bene era destinato all’uso della Fondazione dell’orfanotrofio, provano anche che il richiedente ? stato menzionato sempre come e il suo “proprietario.” Inoltre, in molte occasioni, le autorit? si sono rivolte direttamente al Patriarcato in qualit? di “proprietario” del bene (paragrafi 24-26 sopra).
63. Peraltro, risulta dal giudizio del 25 febbraio 2004 che la corte d’appello ha considerato anche il richiedente come proprietario legittimo del bene controverso. Basta a questo riguardo sottolineare che uno dei motivi della radiazione del titolo di propriet? del richiedente consiste nella mancanza di lavori di consolidamento da intraprendere da parte del proprietario (paragrafo 20 sopra). La Corte stima che si ? pu? arrivare a questa conclusione solamente appellandosi al principio che il richiedente era il proprietario del bene controverso. Se questo non gli fosse mai appartenuto o se la sua propriet? fosse stata trasmessa validamente nel 1936 cos? che la Fondazione dell’orfanotrofio ne sarebbe stata gi? proprietaria, questi motivi non avrebbero avuto nessuno fondamento.
64. In quanto all’argomento derivato dal Governo dalle disposizioni particolari del diritto ottomano che si applicavano ai beni utilizzati dalle fondazioni appartenenti alle minoranze religiose, la Corte constata che queste prerogative sono state abolite in seguito alla proclamazione della Repubblica. L’entrata in vigore del codice civile e della legge sulle fondazioni rispettivamente il 4 ottobre 1926 e il 13 giugno 1935 ha modificato profondamente il regime giuridico di queste fondazioni. A questo riguardo, la Corte accorda importanza al fatto che in seguito all’adozione delle leggi precitate le autorit? pubbliche non hanno mai contestato la qualit? di proprietario del richiedente e che la Fondazione dell’orfanotrofio non ha rivendicato ulteriormente un qualsiasi titolo di propriet?.
65. Avuto riguardo di ci? che precede, anche se concede che il bene in questione godeva di un regime speciale, la Corte non potrebbe concludere che rivestiva solamente un carattere quasi pubblico, con la conseguenza che non sarebbe mai appartenuto al richiedente. Stima quindi che il bene in causa apparteneva al richiedente; pertanto, costituiva un “bene” ai fini dell’articolo 1 del Protocollo no 1 che si applica quindi nello specifico.
2. Sull’osservazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1
a) Sull’esistenza di un’ingerenza nel diritto di propriet?
66. Avendo ammesso che il bene controverso apparteneva al richiedente, la Corte stima che l’annullamento del suo titolo di propriet? costituisce un’ingerenza nel diritto dell’interessato al rispetto dei suoi beni. A questo riguardo, ricorda che, mirando la Convenzione a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa ricercare se la situazione in questione equivaleva ad un’espropriazione di fatto (Sporrong e L?nnroth c. Svezia, sentenza del 23 settembre 1982, serie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
67. Il Governo afferma che non si tratta di un’espropriazione n? di facto n? de jure ma semplicemente della rettifica di un errore di registrazione. Sottolinea in particolare che il titolo di propriet? era registrato a nome del vero proprietario e non del Tesoro pubblico, e questo per preservare la destinazione iniziale del bene in questione.
68. La Corte si stima per? tenuta a guardare al di l? delle apparenze e ad analizzare la realt? della situazione controversa. A questo riguardo, nota che le giurisdizioni interne che hanno annullato il titolo di propriet? del richiedente, hanno deciso di trasferire la propriet? del bene controverso alla Fondazione dell’orfanotrofio che era qualificata dalla Direzione delle fondazioni di fondazione “disabilitata” avendo cessato le sue attivit? caritative. Di conseguenza, non c?? dubbio che il bene in questione non appartiene pi? al richiedente e che sar? gestito da suddetta Direzione, un’istituzione pubblica collocata sotto la tutela del Primo ministro (paragrafo 41 sopra).
69. Quindi, il diritto del richiedente al rispetto del suo bene ha subito un’ingerenza che si analizza in una privazione di propriet? al senso della seconda frase del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
b) Sul rispetto del principio di legalit?
70. L’articolo 1 del Protocollo no 1 esige, innanzitutto e soprattutto, che un’ingerenza dell’autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legale. La preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? inerente all’insieme degli articoli della Convenzione (Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II). Il principio di legalit? presuppone l’esistenza di norme di diritto interno sufficientemente accessibili, precise e prevedibili (Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, serie A no 296-a, pp. 19-20, ? 42; Lithgow ed altri c. Regno Unito, sentenza del 8 luglio 1986, serie A no 102, p. 47, ? 110; La Rosa ed Alba c. Italia (no 1), no 58119/00, ? 76, 11 ottobre 2005).
71. Il Governo afferma innanzitutto che in virt? degli articoli 1024 e 1025 del codice civile, i registri fondiari possono essere rettificati tramite una decisione di giustizia se l’iscrizione ? stata fatta senza causa legittima ed i diritti del vero proprietario sono stati violati. Arguisce che le giurisdizioni interne hanno deciso di rettificare i registri fondiari appellandosi al fatto che la Fondazione dell’orfanotrofio aveva menzionato la propriet? del bene in questione nella sua dichiarazione del 1936.
72. Il richiedente sostiene che questa confisca non aveva nessuna base legale.
73. La Corte nota innanzitutto che, nel suo giudizio del 25 febbraio 2004, la corte d’appello si ? limitata a citare “[il] codice civile, [i] trattati internazionali e la legge sulle fondazioni” per giustificare l’annullamento del titolo di propriet? del richiedente, senza specificare tuttavia n? gli articoli n? i trattati internazionali pertinenti (paragrafo 20 sopra).
74. Sebbene la motivazione data dal tribunale di prima istanza per giustificare l’ingerenza in questione sia abbastanza vaga e soggetta ad analisi divergenti, la Corte osserva che, nella sua sentenza del 21 ottobre 2004, la Corte di cassazione si ? riferita esplicitamente alla dichiarazione depositata dalla Fondazione dell’orfanotrofio nel 1936 ed alle conseguenze di questa dichiarazione. Di conseguenza, tenuto conto di questo ragionamento, la Corte partir? dal principio che l’annullamento del titolo di propriet? del richiedente era fondato su suddette disposizioni, nell’occorrenza la legge no 2762 (paragrafo 22 sopra).
75. Resta da sapere se la norma giuridica in questione assolveva anche le esigenze di accessibilit? e di prevedibilit?. Avuto riguardo della conclusione alla quale giunge sotto l’angolo della proporzionalit? dell’ingerenza, la Corte giudica inutile di decidere questa questione (paragrafo 90 sotto; vedere nello stesso senso, per esempio, ?etin ed altri c. Turchia, numero 40153/98 e 40160/98, ? 44, CEDH 2003-III).
c) “a causa di utilit? pubblica”,
76. La Corte deve ricercare adesso se questa privazione di propriet? inseguiva un scopo legittimo, ossia se esisteva una “causa di utilit? pubblica” al senso della seconda regola enunciata dall’articolo 1 del Protocollo no 1.
77. Il Governo sostiene che l’annullamento del titolo di propriet? del richiedente era motivato dalla necessit? di proteggere la destinazione iniziale del bene controverso. Questa decisione prevedeva dunque uno scopo legittimo.
78. Facendo valere che la destinazione enunciata dal Governo non ha pi? alcun senso, il richiedente sostiene che la confisca sulla sua propriet? non dipendeva da nessuno scopo legittimo. Difatti, pochi degli orfani greci sono ospitati ancora ad Istanbul in altri locali pi? appropriati. L’interessato stima del resto che il Governo non spiega in che cosa lo spodestamento del proprietario del suo bene serva l’ordine pubblico poich? lo scopo della fondazione ? sparito.
79. La Corte ricorda avere sempre considerato che la nozione di “utilit? pubblica” ? ampia per natura. La decisione di adottare delle leggi che portano privazione di propriet? implica in particolare, di solito l’esame di questioni politiche, economiche e sociali. Stimando normale che il legislatore disponga di una grande latitudine per condurre una politica economica e sociale, la Corte rispetta il modo in cui concepisce gli imperativi di “utilit? pubblica”, salvo nel caso in cui il suo giudizio si riveli manifestamente privo di base ragionevole (James ed altri c. Regno Unito, sentenza del 21 febbraio 1986, serie A no 98, p. 32, ? 46; Pressos Compania Naviera S.p.A. ed altri c. Belgio, sentenza del 20 novembre 1995, serie A no 332, pp. 22-23, ? 3; Broniowski c. Polonia [GC], no 31443/96, ? 149, CEDH 2004-V).
80. La Corte osserva innanzitutto che uno dei motivi enunciati dalla corte d’appello di Adalar per giustificare l’ingerenza controversa consisteva nella mancanza di misure prese dal suo proprietario per consolidare l’immobile in questione che ha un’importanza storica. Tuttavia, nello specifico, sembra che simile scopo non sia pertinente poich? n? i tribunali interni n? il Governo si sono avvalsi della legislazione pertinente (paragrafo 45 sopra) che determina le condizioni nelle quali devono essere prese delle misure che mirano in particolare a preservare il patrimonio architettonico, quando si tratta di beni immobili che hanno un valore culturale, architettonico o storico, come in questo caso (vedere, mutatis mutandis, Beyeler, precitata, ? 112; SCEA Ferme di Fresnoy c. Francia, d?c.), no 61093/00, CEDH 2005 -… ; da ultimo, Debelianovi c. Bulgaria, no 61951/00, ? 54, 29 marzo 2007).
81. La Corte non dubita per? che lo stato turco abbia dovuto decidere una questione giuridica relativa allo statuto delle fondazioni ed ai beni appartenenti a queste. Difatti, ricorda avere detto gi? che gli Stati contraenti devono godere di un ampio margine di valutazione in materia di regolamentazione del regime di acquisizione di beni immobiliari e fondiari da parte di persone giuridiche come le fondazioni. Cos?, possono mettere in opera le misure necessarie, conformemente all’interesse generale, per badare affinch? queste possano realizzare degli scopi e degli obiettivi dichiarati e proteggere l’ordine pubblico e gli interessi dei suoi membri (Fener Rum Erkek Lisesi Vakfi c. Turchia, no 34478/97, ? 52, CEDH 2007 -?).
82. Di conseguenza, anche se il fatto che l’azione che tende all’annullamento del titolo di propriet? ? stata impegnata nel 1997, o pi? di vent’ anni dopo il deposito della dichiarazione del 1936, pu? suscitare alcune interrogazioni in quanto ai motivi che hanno ispirato la misura controversa, questa circostanza da sola non sarebbe suficiente a privare di legittimit? l’obiettivo generale della legge sulle fondazioni, ossia servire una “causa di utilit? pubblica” (vedere, nello stesso senso, mutatis mutandis, Ex-re della Grecia ed altri, precitata, ? 88).
d) Proporzionalit? dell’ingerenza
83. Una misura di ingerenza nel diritto al rispetto dei beni deve predisporre un giusto equilibrio tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo (vedere, tra altre, Sporrong e L?nnroth, precitats, p. 26, ? 69). La preoccupazione di garantire simile equilibrio si riflette nella struttura dell’articolo 1 del Protocollo no 1 tutto intero, dunque anche nella seconda frase che si deve leggere alla luce del principio consacrato dalla prima. In particolare, deve esistere un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo previsto da ogni misura che priva una persona della sua propriet? (Pressos Compania Naviera S.p.A. ed altri, precitata, p. 23, ? 38).
84. Nello specifico, il richiedente ? stato privato del suo bene senza ottenere la minima contropartita. Secondo la giurisprudenza stabilita della Corte, se un’ingerenza soddisfa la condizione di legalit? e non ? arbitraria, la mancanza di indennizzo non rende eo ipso e sempre illegittima la confisca dello stato sui beni dei richiedenti (vedere Jahn ed altri c. Germania [GC], numeri 46720/99, 72203/01 e 72552/01, ? 95, CEDH 2005-VI). La Corte ricorda avere concluso sopra che il diritto del richiedente al rispetto del suo bene ha subito un’ingerenza che si analizza in una privazione di propriet? al senso della seconda frase del primo capoverso dell’articolo 1. Quindi, resta da ricercare se il richiedente, privato del suo bene, ha dovuto sopportare un carico sproporzionato ed eccessivo. A questo proposito, la Corte ha gi? detto che, senza il versamento di una somma ragionevolmente in rapporto col valore del bene, una privazione di propriet? costituisce normalmente un attentato eccessivo, e che una mancanza totale di indennizzo non potrebbe giustificarsi sul terreno dell’articolo 1 del Protocollo no 1 se non in circostanze eccezionali (ibidem, ? 94).
85. Il Governo afferma che, poich? l’annullamento del titolo di propriet? costituisce solamente la rettifica di un errore di registrazione, ? completamente legittimo che nessuna contropartita sia concessa al richiedente.
86. Il richiedente arguisce che la confisca sul suo bene senza che fossero contemplate le modalit? di indennizzo era totalmente sproporzionata. La destinazione ad un determinato uso di un bene acquisito legalmente da una persona non deprezza questo a tal punto che lo si possa spossessare senza versare indennizzo. L’esigenza di proporzionalit? comanda che il proprietario sia indennizzato proprio per la perdita del bene, qualunque sia il modo in cui ha acquisito il bene di cui ? spossessato.
87. La Corte non potrebbe nello specifico seguire l’argomentazione del Governo che, per giustificare la privazione di propriet? del richiedente senza indennizzo, sostiene che in realt? il bene in questione apparteneva alla Fondazione dell’orfanotrofio e che dunque il diritto del richiedente corrispondeva ad un statuto di “sorvegliante” o di “depositario”. Difatti, come la Corte ha gi? indicato pi? alto, non ? contestato che il bene in questione ? stato acquisito dal richiedente coi suoi fondi propri. Anche se, subito dopo la sua acquisizione, questo bene ? stato destinato ad un determinato uso, il richiedente ? sempre stato considerato come proprietario. Inoltre, come indicano le decisioni adottate dall’amministrazione incaricata dell’imposta il 18 luglio 1944 e il 18 giugno 1945 (paragrafo 24 sopra) questo uso riguardava solamente una parte di questo bene.
88. Peraltro, risulta dalla pratica di cui dispone la Corte che, n? dopo la sua acquisizione nel 1902 n? dopo il deposito della dichiarazione nel 1936, il titolo di propriet? del richiedente sia stato messo in causa dai tribunali o dalle autorit? amministrative, e questo fino al 1997, data in cui l’azione in annullamento ? stata impegnata. Ne va parimenti per ci? che riguarda il periodo che va tra il 1964, data in cui l’immobile ? stato evacuato per ragioni di sicurezza, e il 1997. Difatti, dopo il 1964, la destinazione in questione ha smesso praticamente di esistere.
89. In pi?, da quando ha ottenuto l’uso del bene controverso nel 1903, la Fondazione dell’orfanotrofio non ha mai preteso di essere proprietaria di ci? che sia all’epoca del deposito della sua dichiarazione nel1936 sia pi? tardi, quando fu considerata come “disabilitata” dalla Direzione generale delle fondazioni nel 1995. ? solamente in quest?ultima data che suddetta Direzione, agendo a nome di questa Fondazione, ha richiesto il titolo di propriet? appellandosi alla dichiarazione del 1936. Importa a questo riguardo sottolineare che ai termini di questa dichiarazione, paragrafo 10 sopra, la Fondazione ha dichiarato di gestire “l’orfanotrofio greco per i ragazzi” senza che nessuno riferimento ad una qualsiasi qualit? di “proprietario” sia menzionato. Parimenti, la legislazione pertinente imponeva alle fondazioni l’obbligo di depositare una dichiarazione nella quale dovevano indicare “la natura e le sorgenti dei redditi, le spese, la quantit? e la qualit? dei redditi e delle spese.” Agli occhi della Corte, contrariamente a quello che detto la sentenza della Corte di cassazione (paragrafo 22 sopra) si pu? difficilmente concludere che questi due testi attestavano ipso facto un trasferimento di propriet? a favore della Fondazione dell’orfanotrofio che era incaricata essenzialmente della gestione di questo bene allo scopo indicato in questa dichiarazione.
90. A proposito delle dichiarazioni del 1936, la Corte ricorda di avere concluso gi? che l’applicazione della giurisprudenza del 1974 in virt? della quale le dichiarazioni depositate nel 1936 dalle fondazioni appartenenti alle minoranze religiose tenevano luogo di “atti di fondazione” di queste istituzioni, non soddisfaceva le esigenze di “prevedibilit?” (Fener Rum Erkek Lisesi Vakfi, precitata, ? 57). Ora, sembra che la conclusione secondo la quale la Fondazione dell’orfanotrofio ha acquisito il bene in causa menzionandolo nella sua dichiarazione del 1936 era fondata anche su suddetta giurisprudenza (particolarmente paragrafi 20 e 22 sopra).
91. Di conseguenza, anche considerando che il bene in questione ? stato destinato ad un determinato uso per lunghi anni, niente d? a pensare che questa destinazione doveva arrivare a svuotare del suo contenuto il diritto di propriet?. Anche se il fatto che il Governo convenuto ha voluto preservare la destinazione iniziale del bene in questione non d? problemi in s?, la Corte stima che le autorit? turche non potevano procedere ad una simile privazione di propriet? senza contemplare un indennizzo adeguato per il richiedente. Ora si ? costretti a constatare che nello specifico, questo non ha ricevuto il minimo indennizzo.
92. In queste condizioni, supponendo anche che si potesse dimostrare che la privazione di propriet? fosse prevista dalla legge e servisse una causa di utilit? pubblica, la Corte stima che il giusto equilibrio da predisporre tra la protezione della propriet? e le esigenze dell’interesse generale ? stato rotto e che il richiedente ha sopportato un carico speciale e derogatorio. Pertanto, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DEGLI ARTICOLI 6 E 14 DELLA CONVENZIONE, QUESTO ULTIMO COMBINATO CON L’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
93. Invocando l’articolo 6 ? 1 della Convenzione, il richiedente adduce che non ha beneficiato di un processo equo dinnanzi alle giurisdizioni interne nella misura in cui queste avrebbero commesso degli errori di diritto interno. Sostiene inoltre che la sentenza della Corte di cassazione non era sufficientemente motivata. Si lamenta anche di un attentato al suo diritto di difendersi per quanto la sua richiesta di udienza dinnanzi alla Corte di cassazione ? stata respinta.
94. Peraltro, secondo il richiedente, l’iscrizione al registro fondiario del bene immobiliare a nome della Fondazione dell’orfanotrofio, attualmente gestita dalle autorit? amministrative turche, costituisce un atto di confisca arbitraria che reca offesa ai suoi diritti garantiti dall’articolo 14 della Convenzione combinata con l’articolo 1 del Protocollo no 1.
95. Il Governo contesta queste tesi.
96. La Corte rileva che queste lagnanze sono legate a quelle esaminate sopra e devono dunque essere dichiarate allo stesso modo ammissibili.
97. Tuttavia, avuto riguardo della constatazione relativa all’articolo 1 del Protocollo no 1 (paragrafo 92 sopra) la Corte stima che non c’? luogo di esaminare separatamente queste lagnanze.
III. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
98. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente permette di cancellare solo imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
99. A titolo principale, il richiedente sottolinea che il modo pi? adeguato per il Governo di riparare il danno causato sarebbe di restituirgli l’insieme del bene controverso. Nel caso in cui il Governo non potesse restituirlo, il richiedente si dice pronto a prevedere un risarcimento e richiede una somma che equivale al valore commerciale del bene. Se ci? non fosse possibile, chiede una giusta contropartita, che valuta a 80 000 000 euro (EUR).
100. Il richiedente richiede anche 10 000 EUR per danno morale. Sollecita peraltro 50 000 EUR per tutti gli oneri e spese afferenti ai procedimenti condotti dinnanzi alle giurisdizioni nazionali e gli organi della Convenzione.
101. Il Governo va contro queste pretese che stima irragionevoli. In quanto agli oneri e spese, considera che l’importo chiesto ? derogatorio e non si fonda su dei documenti giustificativi sufficienti. Dichiara peraltro che il ricorso in rettifica concernente il fatto che la Fondazione dell’orfanotrofio ? stata qualificata come “disabilitata” ? sempre pendente dinnanzi alle giurisdizioni interne (paragrafo 16 sopra) e che la conclusione di questo procedimento pu? essere determinante per la presente causa.
102. Nelle circostanze della causa, la Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non ? matura, cos? che conviene riservarla tenuto conto dell’eventualit? di un accordo tra lo stato convenuto ed il richiedente (articolo 75 ?? 1 e 4 dell’ordinamento).
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
2. Stabilisce che non ? necessario esaminare separatamente le lagnanze tratte dagli articoli 6 e 14 della Convenzione, questo ultimo combinato con l’articolo 1 del Protocollo no 1;
3. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non ? matura;
perci?,
a) la riserva per intero;
b) invita il Governo ed il richiedente ad indirizzarle per iscritto, nel termine di 6 mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva il procedimento ulteriore e delega alla presidentessa della camera la cura di fissarlo all’occorrenza.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto l? 8 luglio 2008 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Sally Doll? Francesca Tulkens
Cancelliera Presidentessa
Alla presente sentenza si trova unita, conformemente agli articoli 45 ? 2 della Convenzione e 74 ? 2 dell’ordinamento, l’esposizione dell’opinione concordante comune dei giudici Baka, Ugrekhelidze e Mularoni.
F.T.
S.D.

OPINIONE CONCORDANTE COMUNE
DEI GIUDICI BAKA, UGREKHELIDZE E MULARONI
Allo stesso modo della maggioranza, stimiamo che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 nello specifico. Per?, arriviamo a questa conclusione considerando che l’ingerenza controversa non ? compatibile col principio di legalit?. Non c’? dunque luogo di ricercare se questa privazione di propriet? inseguiva uno scopo legittimo, ossia se esisteva una “causa di utilit? pubblica” al senso della seconda regola enunciata dall’articolo 1 del Protocollo no 1.
Difatti, nel suo giudizio del 25 febbraio 2004, la corte d’appello si ? limitata a citare “[il] codice civile, [i] trattati internazionali e la legge sulle fondazioni” per giustificare l’annullamento del titolo di propriet? del richiedente, senza specificare tuttavia n? gli articoli n? i trattati internazionali pertinenti. Ai nostri occhi, la Corte non ? in grado di ricercare da sola quali articoli dei testi menzionati dalle giurisdizioni interne erano applicabili nello specifico. Sebbene la formula impiegata sopra sia, per lo meno, abbastanza vaga e soggetta ad analisi discordanti, la Convenzione la chiama per? a determinare se, ai fini dell’articolo 1 del Protocollo no 1, la “legge” controversa enuncia con una chiarezza sufficiente gli elementi essenziali delle competenze delle autorit? in materia.
A questo riguardo, stimiamo che, nel suo giudizio del 25 febbraio 2004, la corte d’appello non ha spiegato in modo convincente perch? ha deciso di annullare il titolo di propriet? del richiedente. Si pu? ammettere che il tribunale abbia considerato in buona fede che un errore di iscrizione giustificava l’annullamento di un titolo di propriet?, ma questa valutazione non si trova obiettivamente fondata, e questo per le seguenti ragioni.
Da prima, tanto sotto il regime ottomano che dopo la proclamazione della Repubblica, il richiedente ? sempre stato considerato come depositario di un titolo di propriet?, anche se di bene destinato ad un determinato uso.
Poi, come ? stato sottolineato nella sentenza, n? dopo la sua acquisizione nel 1902 n? dopo il deposito della dichiarazione nel 1936, il titolo di propriet? del richiedente ? stato messo in causa dai tribunali o dalle autorit? amministrative, e questo fino al 1997, data in cui l’azione in annullamento ? stata impegnata. Ne va parimenti per ci? che riguarda il periodo che va tra il 964, data in cui l’immobile ? stato evacuato per ragioni di sicurezza, e il 1997. Difatti, dopo il 1964, la destinazione in questione ha smesso praticamente di esistere.
In pi?, dalla sua creazione nel 1903, la Fondazione dell’orfanotrofio non ha mai preteso di essere proprietario del bene controverso n? all’epoca del deposito della sua dichiarazione nel 1936 n? pi? tardi, quando fu considerata come “disabilitata” dalla Direzione delle fondazioni nel 1995. E? solo in questa ultima data che suddetta Direzione, agendo a nome della Fondazione dell’orfanotrofio, ha richiesto il titolo di propriet? appellandosi alla dichiarazione del 1936.
A proposito delle dichiarazioni del 1936, noi ricordiamo peraltro che, nella sua sentenza Fener Rum Erkek Lisesi Vakfi c. Turchia (no 34478/97, ? 57, CEDH 2007 -…), la Corte ha concluso gi? che l’applicazione della giurisprudenza del 1974 in virt? della quale le dichiarazioni depositate nel 1936 dalle fondazioni appartenenti alle minoranze religiose tenevano luogo di “atti di fondazione” di queste istituzioni, non soddisfaceva le esigenze di “prevedibilit?” Ora, sembra che la conclusione secondo la quale la Fondazione dell’orfanotrofio ha acquisito il bene in causa menzionandolo nella sua dichiarazione del1936 era fondata anche su suddetta giurisprudenza (vedere in particolare i paragrafi 20 e 22 della sentenza).
Consideriamo inoltre che risulta dalla formula della dichiarazione depositata dalla Fondazione dell’orfanotrofio nel 1936 (paragrafo 10 della sentenza) che questa ultima si ? accontentata di gestire “l’orfanotrofio greco per i ragazzi” e non si ? avvalsa della possibilit? di chiedere la registrazione del bene controverso a suo nome, conformemente all’articolo 44 della legge sulle fondazioni (paragrafo 40 della sentenza). Per di pi?, la legislazione pertinente imponeva alle fondazioni l’obbligo di depositare una dichiarazione nella quale dovevano indicare “la natura e le sorgenti dei redditi, le spese, la quantit? e la qualit? dei redditi e delle spese.” Ai nostri occhi, contrariamente a quello che ha stabilito la sentenza della Corte di cassazione, ? difficile concludere che questi due testi attestassero ipso facto un trasferimento della propriet? alla Fondazione dell’orfanotrofio che era incaricata essenzialmente della gestione di questo bene allo scopo indicato in questa dichiarazione.
Di conseguenza, anche considerando che il bene in questione godeva di un regime speciale, siamo dell? avviso che un diritto ed una pratica amministrativa consolidata avevano creato, col passare degli anni, una sicurezza giuridica in quanto alla qualit? di proprietario del richiedente sul bene controverso, requisito del quale questo poteva fidarsi legittimamente.
Alla luce di ci? che precede, stimiamo che l’ingerenza controversa non potrebbe passare innanzitutto per compatibile col principio di legalit?.
L’ordine delle opinioni: concordi, parte concordante, parte dissidente, dissidente, poi con ordine di anzianit? dei giudici.

I tipi di opinione sono: concordi, parte concordante, parte dissidente e dissidente.

Testo Tradotto

Violation de P1-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
ANCIENNE DEUXI?ME SECTION
AFFAIRE FENER RUM PATRIKLIGI (PATRIARCAT ?CUM?NIQUE) c. TURQUIE
(Requ?te no 14340/05)
ARR?T
(fond)
STRASBOURG
8 juillet 2008
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Fener Rum Patrikligi (Patriarcat ?cum?nique) c. Turquie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (ancienne deuxi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
Fran?oise Tulkens, pr?sidente,
Andr?s Baka,
Ireneu Cabral Barreto,
Riza T?rmen,
Mindia Ugrekhelidze,
Antonella Mularoni,
Danute Jociene, juges,
et de Sally Doll?, greffi?re de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil les 27 novembre 2007 et 17 juin 2008,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 14340/05) dirig?e contre la R?publique de Turquie et dont Fener Rum Patrikligi (le Patriarcat ?cum?nique) (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 19 avril 2005 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant soutient que l?inscription au registre foncier d?un bien immobilier qui lui appartenait depuis plus d?un si?cle au nom de la Fondation de l?orphelinat grec de B?y?kada pour gar?ons, actuellement g?r?e par les autorit?s administratives turques, constitue un acte de confiscation arbitraire portant atteinte ? ses droits garantis par les articles 1 du Protocole no 1 et 14 de la Convention. Il all?gue en outre une violation de l?article 6 ? 1 de la Convention.
3. Le 2 mai 2005, le pr?sident de la chambre a d?cid? d?accepter la demande du requ?rant de traiter en priorit? la requ?te pr?cit?e en vertu de l?article 41 du r?glement de la Cour.
4. Par une d?cision du 12 juin 2007, la chambre a d?clar? la requ?te recevable.
5. Une audience s?est d?roul?e en public au Palais des droits de l?homme, ? Strasbourg, le 27 novembre 2007 (article 59 ? 3 du r?glement).
Ont comparu :
? pour le Gouvernement
MM. A.M. ?zmen, co-agent,
M.H. ?nler,
Mmes ?.G. Erg?n,
V. Sirmen,
Y. Renda,
D. Akpak,
O. Ercil,
MM. B. Avcioglu,
A. Demir,
M.A. Umay,
M.Z. Adli,
Y. Beyazit, conseillers ;
? pour le requ?rant
MM. A. S.,
N.C. A.,
I. K., conseils.
L?archev?que D. d?Am?rique, le m?tropolite M. de Philadelphie et le m?tropolite E. de France ?taient ?galement pr?sents ? l?audience au nom de la partie requ?rante.
La Cour a entendu en leurs d?clarations MM. S., A. et K., ainsi que M. ?zmen.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
6. Le requ?rant, Fener Rum Patrikligi (le Patriarcat ?cum?nique), est une ?glise orthodoxe ?tablie ? Istanbul qui dispose d?une primaut? d?honneur et d?un r?le d?initiative et de coordination dans l?ensemble du monde orthodoxe. Actuellement, il r?unit et repr?sente la minorit? orthodoxe en Turquie. Il est repr?sent? par Sa Saintet? le patriarche ?cum?nique Bartholom?os Ier.
7. Par un contrat de vente du 6 janvier 1902, le requ?rant fit l?acquisition d?un bien pour la somme de 246 650 livres sterling. Ce bien consistait en un terrain d?une superficie de 23 255 m2, sis au sommet de la colline principale de l??le de B?y?kada (Istanbul), sur lequel existaient un b?timent principal de cinq ?tages, initialement destin? ? ?tre utilis? comme h?tel, et un b?timent annexe de deux ?tages. Selon la loi ottomane r?gissant ? l??poque le statut des biens immobiliers, le transfert du bien au requ?rant fut officiellement consacr? par l??dition d?un firman (acte de fondation) du Sultan, et inscrit au registre imp?rial (cahier imp?rial).
8. En 1903, l?usage du bien fut c?d? ? une fondation de la minorit? orthodoxe, la ? Fondation de l?orphelinat grec de B?y?kada pour gar?ons ? (? la Fondation de l?orphelinat ?). Par ailleurs, dans le registre foncier, l?affectation de ce bien ?tait mentionn?e comme ?tant ? l?orphelinat en bois des Grecs ?.
9. La Fondation de l?orphelinat avait ?t? fond?e en 1853 par des Grecs orthodoxes d?Istanbul. Install?e initialement dans un b?timent situ? ? Yedikule (Istanbul), elle avait ?t? oblig?e d?interrompre son activit? ? la suite d?un s?isme ayant d?truit ses locaux.
10. Avec l?entr?e en vigueur de la loi sur les fondations du 13 juin 1935 (loi no 2762), la personnalit? morale de la Fondation de l?orphelinat fut officiellement reconnue et le bien immobilier en question fut mentionn? dans sa d?claration d?pos?e en 1936 conform?ment ? l?article 1 (provisoire) de cette loi. En vertu de cette d?claration, la Fondation g?rait ? l?orphelinat grec pour gar?ons ?.
11. En 1964, pour des raisons de s?curit?, notamment devant le risque d?incendie, les autorit?s turques ordonn?rent l??vacuation des locaux par la Fondation de l?orphelinat. Le requ?rant soutient avoir repris la m?me ann?e la possession et la gestion du bien immobilier.
12. En 1995, en vue de trouver des moyens financiers pour l?entretien et la r?novation des b?timents, le requ?rant conclut un accord avec une soci?t? priv?e (B?y?kada Turizm ve Ticaret anonim sirketi) ? laquelle il accorda l?exploitation desdits locaux pour une dur?e de 49 ans. Cependant, cet accord ne put voir le jour en raison de l?opposition des autorit?s administratives.
A. La proc?dure administrative et judiciaire concernant la Fondation de l?orphelinat
13. Le 22 janvier 1997, invoquant l?article 1 de la loi no 2762, la Direction g?n?rale des fondations ?mit un arr?t? dans lequel elle qualifia la Fondation de l?orphelinat de fondation ? d?saffect?e ? (? mazbut ?) alors que celle-ci appartenait jusqu?? cette date ? la cat?gorie des fondations ? attach?es ? (? m?lhak ?). L?arr?t? mentionnait que, la Fondation de l?orphelinat ayant cess? d?avoir une activit? caritative, son conseil d?administration avait ?t? r?voqu? et sa gestion confi?e ? la Direction g?n?rale des fondations.
14. Le 4 avril 1997, la Fondation de l?orphelinat saisit le tribunal administratif d?Istanbul d?une demande d?annulation dudit arr?t?.
15. Par un jugement du 12 mars 1998, le tribunal rejeta cette demande. Le 19 f?vrier 2001, le Conseil d??tat infirma ledit jugement.
16. Par un jugement du 3 avril 2002, le tribunal rejeta la demande de la Fondation de l?orphelinat. Par un arr?t du 19 novembre 2003, le Conseil d??tat confirma le jugement attaqu?. Il ressort du dossier que le recours en rectification form? par la Fondation de l?orphelinat est toujours en cours.
B. La proc?dure judiciaire concernant le requ?rant
17. Le 16 mars 1999, la Direction g?n?rale des fondations, agissant au nom de la Fondation de l?orphelinat, introduisit devant le tribunal de grande instance d?Adalar un recours en vue de l?annulation du titre de propri?t? du requ?rant et de la r?inscription du bien sur le registre foncier au nom de la Fondation de l?orphelinat.
18. Par un jugement du 18 d?cembre 2002, le tribunal de grande instance accueillit la demande de la Direction g?n?rale des fondations et ordonna l?inscription du bien immobilier litigieux au nom de la Fondation de l?orphelinat, g?r?e depuis 1997 par la Direction. A cet ?gard, rappelant que la Fondation de l?orphelinat avait ?t? qualifi?e de fondation ? d?saffect?e ?, il constata que ledit bien figurait dans la d?claration d?pos?e en 1936 par celle-ci. Par ailleurs, il prit en consid?ration que le Patriarcat n?avait entrepris aucun travail pour l?entretien du bien, qui constitue un monument historique d?une importance internationale.
19. Le 30 septembre 2003, la Cour de cassation infirma ce jugement pour vice de proc?dure.
20. Le 25 f?vrier 2004, s?alignant sur le raisonnement ?nonc? dans son jugement du 18 d?cembre 2002, le tribunal de grande instance annula ? nouveau le titre de propri?t? du requ?rant et ordonna l?inscription du bien au nom de la Fondation de l?orphelinat. Il tint le raisonnement suivant :
? (…) L?affaire porte sur la demande [de la Direction des fondations] tendant, d?une part, ? l?annulation du titre de propri?t? au motif que le Patriarcat grec n?a pas la capacit? d?acqu?rir des biens immobiliers en vertu de la loi sur les fondations et des trait?s de Lausanne, et, d?autre part, ? son transfert ? la Fondation de l?orphelinat de B?y?kada, d?saffect?e (…)
(…) le repr?sentant de la partie d?fenderesse soutient que le Patriarcat a acquis la propri?t? de ce bien par un acte du Sultan, lequel a ?t? valid? apr?s par la R?publique (…)
Les registres produits par la direction du registre foncier ? la suite de la demande du tribunal et les documents issus de l?action engag?e devant les tribunaux administratifs (…) d?montrent que les dispositions relatives ? des fondations caritatives ayant cess? leurs activit?s doivent ?tre appliqu?es, en l?occurrence l?article 1 d) de la loi no 2762 portant sur les fondations qualifi?es de ? d?saffect?es ? (…)
Il est clair que la partie demanderesse cherche ? obtenir l?annulation du titre de propri?t? au motif que la fondation ?tait d?saffect?e (…) Par ailleurs, les immeubles se trouvant sur le bien en question sont des monuments historiques et, comme il a ?t? ?tabli lors de visites des lieux, ils ?taient abandonn?s (? atil vaziyette ?), et la partie d?fenderesse, alors qu?elle en ?tait propri?taire, n?a entrepris aucun travaux afin de consolider l?immeuble, nonobstant le fait qu?elle le consid?rait comme un monument ayant une importance historique. [De m?me], il ressort clairement du dossier que, ni comme propri?taire ni comme fondation, la partie d?fenderesse n?a accompli de d?marche tendant ? s?acquitter de ses obligations. [Par ailleurs], le dossier ne contient aucun ?l?ment donnant ? penser que la fondation poursuivait ses activit?s. Le fait que les donations sont faites sous forme de bourse ? un nombre restreint d??tudiants ne serait pas de nature ? emp?cher de d?clarer la fondation d?saffect?e. Bien que l?immeuble ait ?t? consid?r? comme un orphelinat, le dossier ne contient aucun ?l?ment d?montrant qu?il est actuellement utilis? pour de telles activit?s, et la visite des lieux n?a pas davantage fourni d??l?ment concernant un tel usage. Par cons?quent, il peut passer pour ?tabli que la Fondation de l?orphelinat constitue une fondation d?saffect?e (…)
A la lumi?re de ce qui pr?c?de, il convient d?ordonner la radiation de l?inscription du titre de propri?t? au registre foncier du fait de la d?saffectation de la Fondation de l?orphelinat en vertu du code civil, des trait?s internationaux et de la loi sur les fondations (…) ?
21. Le requ?rant attaqua le jugement devant la Cour de cassation et demanda la tenue d?une audience.
22. Le 21 octobre 2004, la Cour de cassation confirma le jugement attaqu? et rejeta la demande d?audience au motif que les frais y aff?rents n?avaient pas ?t? r?gl?s. Elle consid?ra que le bien litigieux, depuis la d?claration de la Fondation de l?orphelinat d?pos?e en 1936, figurait au patrimoine de celle-ci et n?appartenait plus au requ?rant.
23. Par un arr?t du 7 f?vrier 2005, la Cour de cassation rejeta la demande en rectification de l?arr?t.
C. Documents pr?sent?s par le requ?rant
24. Le requ?rant soumet ? l?attention de la Cour deux d?cisions adopt?es par l?administration fiscale. Dans sa premi?re d?cision du 18 juillet 1944, celle-ci d?cida que le requ?rant, en tant que propri?taire du b?timent litigieux et contribuable, devait ?tre soumis ? l?imp?t, compte tenu du fait que les 135 chambres du b?timent en question n??taient pas utilis?es par la Fondation de l?orphelinat. Cependant, comme il ressort de la d?cision du 18 juin 1945 rendue par l?administration charg?e d?examiner les oppositions form?es contre les d?cisions relatives ? l?imp?t, cette derni?re consid?ra que le requ?rant ne devait pas ?tre soumis ? l?imp?t, ?tant donn? que ces locaux non occup?s par la Fondation de l?orphelinat n??taient pas utilis?s pour percevoir un revenu.
25. Par ailleurs, par une lettre du 1er d?cembre 1959, la direction de l?am?nagement de la municipalit? d?Istanbul exposa que le requ?rant, qui disposait (? Patrikhanenin tahti tasarrufunda bulunan ?) de l?immeuble de la Fondation de l?orphelinat, pouvait proc?der ? des travaux de restauration. Quant ? la demande tendant ? la construction d?un deuxi?me b?timent, la municipalit? souligna que le requ?rant devait s?adresser au minist?re de l?Int?rieur.
De m?me, par un courrier du 5 novembre 1962, la municipalit? confirma le contenu de sa lettre pr?cit?e. En outre, par un courrier du 9 f?vrier 2004, la municipalit? des ?les informa le requ?rant des mesures prises contre le risque d?incendie.
26. Enfin, le 4 novembre 2004, la municipalit? d?Istanbul informa de nouveau le requ?rant des mesures prises contre le risque d?incendie.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. Trait? de Lausanne
27. Les dispositions du Trait? de Lausanne (1923) concernant la protection des anciennes fondations assurant les services publics pour les minorit?s religieuses se lisent ainsi :
Article 37
? La Turquie s?engage ? ce que les stipulations contenues dans les articles 38 ? 44 soient reconnues comme lois fondamentales, ? ce qu?aucune loi, aucun r?glement, aucune action officielle ne soient en contradiction ou en opposition avec ces stipulations et ? ce qu?aucune loi, aucun r?glement ni aucune action officielle ne pr?valent contre elles. ?
Article 42 ? 3
? Le gouvernement turc s?engage ? accorder toute protection aux ?glises, synagogues, cimeti?res et autres ?tablissements religieux des minorit?s pr?cit?es. Toutes facilit?s et autorisations seront donn?es aux fondations pieuses et aux ?tablissements religieux et charitables des m?mes minorit?s actuellement existant en Turquie (…) ?
B. Fener Rum Patrikligi (le Patriarcat ?cum?nique)
28. A l??poque ottomane, le Patriarcat, ?tabli ? Istanbul, ?tait reconnu comme milletbasi (chef de la communaut?), ? la fois chef spirituel et responsable envers la Sublime Porte, de la communaut? orthodoxe, laquelle s?int?grait aux rouages administratifs de l?Empire par l?interm?diaire de l??glise.
Actuellement, le Patriarcat r?unit et repr?sente la minorit? orthodoxe en Turquie.
C. Loi sur le cadastre
29. L?article 3 de la loi sur le cadastre dispose que les biens immobiliers des ?tablissements ?trangers religieux, scolaires et de bienfaisance dont la personnalit? est reconnue par l??tat turc, acquis selon un acte de fondation et une d?cision administrative, peuvent ?tre enregistr?s au nom de la personne morale des ?tablissements, sous r?serve d?utilisation conforme au but initial et d?autorisation administrative.
D. Code civil
30. Le 4 octobre 1926, ? la suite de la proclamation de la R?publique de Turquie, le code civil entra en vigueur. Puis, le 8 d?cembre 2001, le nouveau code civil, qui succ?da ? l?ancien code, fut publi? au Journal officiel.
31. La loi no 864 sur l?application du code civil entra en vigueur le 4 octobre 1926. Son article 8 disposait :
? Il sera promulgu? une loi sp?ciale r?gissant le fonctionnement des fondations ?tablies avant l?entr?e en vigueur du code civil.
Les ?tablissements fond?s apr?s l?entr?e en vigueur du code civil sont soumis aux dispositions du code civil. ?
32. L?inscription d?un bien au registre foncier conf?re ? son propri?taire toutes les pr?rogatives li?es au droit de propri?t?. L?article 705 du code civil est r?dig? comme suit (voir ?galement l?article 633 de l?ancien code civil) :
? L?inscription au registre foncier est n?cessaire pour l?acquisition de la propri?t? fonci?re. (…) ?
33. L?article 932 de l?ancien code civil (voir ?galement l?article 1024 du nouveau code civil) disposait que les inscriptions aux registres fonciers devaient ?tre fond?es sur une cause l?gitime. Par ailleurs, en vertu de l?article 933 de l?ancien code civil (voir ?galement l?article 1025 du nouveau code civil), la radiation ou la modification d?une inscription au registre foncier n??tait possible que dans les cas o? l?inscription avait ?t? faite sans cause l?gitime et o? les droits du v?ritable propri?taire avaient ?t? viol?s. La partie pertinente de l?article 1025 du nouveau code civil est libell?e comme suit :
? La personne dont les droits r?els ont ?t? l?s?s par une inscription faite ou par des inscriptions modifi?es ou radi?es sans cause l?gitime peut en exiger la radiation ou la modification.
Demeurent r?serv?s les droits acquis aux tiers de bonne foi par l?inscription, ainsi que tous dommages-int?r?ts. ?
34. L?article 1007 du code civil dispose que l??tat est responsable de tout dommage r?sultant de la tenue du registre foncier.
35. Dans un arr?t rendu le 10 juin 1953 (no 1953/5), l?assembl?e pl?ni?re de la Cour de cassation a reconnu la validit? des firman adopt?s par les Grands vizirs (Premiers ministres de l??poque ottomane, ? Tezkere-i Samiye ?) avant l?instauration de la R?publique.
E. Fondation (vakif) en droit turc
36. Jusqu?en 1912, les fondations (vakif) n??taient pas reconnues en tant que personnes morales dans le syst?me juridique de l?Empire ottoman. La loi provisoire sur le droit des personnes morales ? disposer de biens immobiliers, promulgu?e le 16 f?vrier de l?an 1328 de l?h?gire (1912), reconnut la personnalit? morale aux fondations et leur accorda le droit d?acqu?rir des biens immobiliers. Ces institutions appartenant aux communaut?s chr?tiennes ?taient nomm?es Osmanli m?essesati hayriyesi (institutions ottomanes de bienfaisance). A cet ?gard, l?une des sp?cificit?s du droit ottoman venait du fait que de nombreux services publics ?taient assur?s par des fondations caritatives.
37. Le 13 juin 1935 fut promulgu?e la loi no 2762 sur les fondations. Elle r?gissait le fonctionnement des fondations cr??es avant l?entr?e en vigueur du code civil et leur reconnaissait la personnalit? morale. Le statut juridique des fondations cr??es post?rieurement ? l?entr?e en vigueur du code civil ?tait r?gi par les dispositions de ce dernier.
38. L?article 1 d) de la loi no 2762 r?gissait le statut des fondations d?clar?es ? d?saffect?es ?. La partie pertinente de cette disposition ?tait libell?e comme suit :
? Parmi les fondations cr??es avant le 4 octobre 1926, (…) d) [celles] qui ont juridiquement et r?ellement cess? de mener une activit? caritative (…) sont d?clar?es ? d?saffect?es ? et leur administration est confi?e ? la Direction g?n?rale des fondations. ?
39. La loi no 2762 imposait aux fondations, qui avaient ?t? transf?r?es de l?Empire ottoman, l?obligation d?inscrire leurs biens immobiliers au registre foncier. A cette fin, son article transitoire disposait :
? A. Les repr?sentants (…) des fondations qui n?ont pas rendu compte ? la Direction g?n?rale des fondations (…) sont oblig?s de lui pr?senter une d?claration [beyanname] indiquant la nature et les sources des revenus, les d?penses, la quantit? et la qualit? des revenus et des d?penses de l?ann?e pr?c?dente (…) de la fondation, dans un d?lai de trois mois ? partir de l?entr?e en vigueur de la pr?sente loi. (…) ?
40. En outre, l?article 44 de la loi no 2762 pr?voyait que les fondations pouvaient enregistrer ? leur nom les biens immobiliers dont elles avaient la possession.
41. La Direction g?n?rale des fondations est un ?tablissement public fond? en 1924. Bien qu?elle soit dot?e de la personnalit? juridique de droit public pour sa gestion interne, elle d?pend directement du Premier ministre.
42. Dans la jurisprudence ?tablie le 8 mai 1974, les chambres civiles r?unies de la Cour de cassation d?cid?rent que les d?clarations faites en 1936 devaient ?tre consid?r?es comme les actes de cr?ation des fondations pr?cisant leur statut. En l?absence d?une clause explicite, ces fondations ne pouvaient acqu?rir d?autres biens immobiliers que ceux figurant sur leur d?claration. La Cour de cassation indiqua que l?acquisition par les fondations de ce type de biens immobiliers en suppl?ment de ceux figurant dans leur statut pouvait constituer une menace pour la s?curit? nationale.
43. De nombreuses modifications ? la l?gislation r?gissant les fondations ont ?t? effectu?es par les lois no 4771 du 9 ao?t 2002 et no 4778 du 2 janvier 2003, ainsi que par le r?glement du 24 janvier 2003 relatif ? l?acquisition de biens immeubles par les fondations des communaut?s.
44. La loi no 5737 sur les fondations a ?t? adopt?e le 20 f?vrier 2008 et publi?e au Journal officiel le 27 f?vrier 2008. Cette loi a abrog? la loi no 2762 sur les fondations.
F. L?gislation concernant la protection du patrimoine culturel et naturel
45. La loi no 2863 du 21 juillet 1983 concernant la protection du patrimoine culturel et naturel d?termine les conditions dans lesquelles doivent ?tre prises des mesures visant notamment ? pr?server le patrimoine architectural, lorsqu?il s?agit de biens immeubles ayant une valeur culturelle, architecturale ou historique. En particulier, en vertu de l?article 15 de ladite loi, ? les biens immobiliers faisant partie du patrimoine culturel ainsi que leur domaine de protection ? peuvent ?tre expropri?s.
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
46. Invoquant l?article 1 du Protocole no 1, le requ?rant all?gue qu?en ordonnant d?inscrire son domaine au nom de la Fondation de l?orphelinat, g?r?e par la Direction g?n?rale des fondations, les juridictions internes ont viol? son droit au respect de ses biens.
Dans sa partie pertinente, l?article 1 du Protocole no 1 est ainsi r?dig? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international. (…) ?
A. Th?ses des parties
1. Le requ?rant
47. Le requ?rant soutient qu?en ordonnant d?inscrire le bien litigieux au nom de la Fondation de l?orphelinat, g?r?e depuis 1997 par la Direction g?n?rale des fondations, les juridictions internes ont viol? son droit au respect de ses biens. Cette privation de propri?t?, au sens de la seconde phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1, ne poursuit pas un but d?utilit? publique et est intervenue dans des conditions ill?gales. En outre, elle est contraire aux principes g?n?raux du droit international.
48. Le requ?rant d?clare non seulement avoir acquis le bien litigieux l?galement en 1902 mais ?galement l?avoir d?ment enregistr? dans les ? cahiers imp?riaux ? de l??poque ottomane ? son nom. Il en va de m?me en qui concerne le registre foncier de la R?publique en 1929. Il affirme avoir depuis lors exerc? pleinement ses droits de propri?t?, aussi bien devant les autorit?s comp?tentes que pour son entretien, y compris sa protection en cas d?incendie. Se r?f?rant ? un arr?t de la Cour de cassation du 10 juin 1953 (paragraphe 35 ci-dessus), il soutient par ailleurs que les firman du Sultan consacrant l?acquisition de propri?t?s sont toujours en vigueur dans l?ordre public actuel de la Turquie.
49. Le requ?rant se r?f?re ?galement aux courriers que lui ont adress?s les autorit?s depuis les ann?es 1940, qui confirment sans la moindre r?serve sa qualit? de propri?taire unique du bien en question (paragraphes 24-26 ci-dessus).
50. Le requ?rant r?fute ?galement l?argument du Gouvernement selon lequel le bien en question a ?t? achet? au nom de la Fondation de l?orphelinat. Selon lui, ce n?est qu?en 1903 que l?usage de cette propri?t? a ?t? transmis ? la Fondation de l?orphelinat, qui n?a jamais revendiqu? un quelconque titre de propri?t? sur ce bien. Par ailleurs, ? partir de 1964, la Fondation de l?orphelinat a continu? ses activit?s dans d?autres lieux.
51. Le requ?rant fait ?galement valoir qu?alors que la protection des biens immobiliers des minorit?s non musulmanes en Turquie est une obligation du droit international conventionnel qui r?sulte de l?article 42 ? 2 du Trait? de Lausanne et de la Convention, les autorit?s n?invoquent aucun motif d?utilit? publique pour la privation de propri?t?. Par cons?quent, cette privation est arbitraire et ne vise qu?? restreindre les droits d?une communaut? religieuse.
52. Par ailleurs, le requ?rant conteste la th?se du Gouvernement selon laquelle la propri?t? litigieuse avait ?t? ? d?clar?e ? par la Fondation de l?orphelinat en 1936 comme faisant partie de son patrimoine immobilier et que cette m?me d?claration attestait d?un transfert pur et simple de la propri?t? ? la Fondation de l?orphelinat. En effet, cette d?claration ne mentionnait pas le bien en cause de fa?on pr?cise et ne saurait, en aucun cas, ?tre tenue comme un acte ou une demande d?enregistrement de la propri?t? litigieuse de la part de la Fondation de l?orphelinat. Pareilles d?clarations visaient simplement ? ce que les fondations concern?es rendent compte de leur situation financi?re. Par cons?quent, la loi no 2762, qui imposait ? ces fondations de d?poser cette d?claration, n??tait pas une loi ? accessible ?, ? pr?cise ? et ? pr?visible ?.
53. Selon le requ?rant, cette ing?rence ne poursuit aucun but d?utilit? publique. Dans des affaires ayant trait au droit de propri?t? des fondations non musulmanes, les juridictions turques ont invoqu? des motifs de s?curit? nationale. Or ce motif ne saurait ?tre retenu dans le cas d?esp?ce car il est manifestement d?pourvu de base raisonnable.
54. Le requ?rant consid?re que la privation de propri?t? dont il a ?t? victime est manifestement disproportionn?e, puisqu?elle a ?t? effectu?e sans indemnisation et ne repose sur aucune justification.
2. Le Gouvernement
55. Le Gouvernement consid?re que le bien litigieux appartenait ? la Fondation de l?orphelinat et non au requ?rant ; il n?entre donc pas dans la notion de ? biens ? prot?g?s par l?article 1 du Protocole no 1. Cette disposition ne vaut que pour les biens actuels et l?annulation des titres de propri?t? du requ?rant ne constitue que la rectification d?une erreur d?enregistrement.
56. Le Gouvernement soutient non seulement que le r?gime juridique du bien litigieux doit ?tre analys? ? la lumi?re des dispositions du code civil mais qu?il convient aussi de prendre en consid?ration les particularit?s du droit ottoman. A cet ?gard, il d?clare qu?il s?agit d?un r?gime sui generis, comme en t?moigneraient plusieurs faits. En premier lieu, en droit ottoman, les autorit?s religieuses repr?sentaient les int?r?ts patrimoniaux des communaut?s religieuses. A ce titre, de nombreux biens destin?s ? l?usage de ces communaut?s ?taient inscrits au nom des autorit?s religieuses. Cela ?tait notamment d? au fait que les fondations caritatives ne disposaient pas de personnalit? l?gale. C?est ainsi que, dans les registres fonciers, les titres de propri?t? ?taient inscrits au nom des institutions religieuses qui supervisaient la gestion de ces biens. Il en va de m?me pour le r?gime du bien litigieux qui ?tait inscrit au nom du requ?rant en 1902. En deuxi?me lieu, dans le droit des fondations de l??poque ottomane, la propri?t? ?tait reli?e ? la fondation caritative. La fondation avait ?t? cr??e pour la gestion de cet immeuble en tant qu?orphelinat. Il en d?coule que l?affectation de la propri?t? ? une fin caritative ne peut ?tre modifi?e et que la propri?t? en elle-m?me ne peut pas non plus se s?parer de ces fondations. M?me le Sultan ne pouvait intervenir dans ce domaine. Par cons?quent, cette affectation ?tait inscrite au registre foncier, ce qui interdisait toute autre affectation que celle pr?vue dans ce registre. Le transfert de ce bien, qui ?tait reli? ? la fondation d?nomm?e Sehzade Sultan Mehmet Vakfi, avait ?t? effectu? au nom du requ?rant dans l?unique but de fonder un orphelinat et cela ?tait clairement mentionn? dans le registre foncier. Le Gouvernement en conclut que le v?ritable propri?taire en ?tait ab initio la Fondation et non le Patriarcat.
57. Cependant, ? la suite de la proclamation de la r?publique la?que, ces comp?tences des communaut?s ont ?t? abolies. Ainsi, la d?claration de 1936, d?pos?e par cette fondation en application des dispositions de la loi sur les fondations qui tendait ? r?gulariser le statut des fondations appartenant aux minorit?s religieuses, d?montre sans conteste que la mention du nom du requ?rant dans le registre foncier ?tait nulle et non avenue d?s le d?but. Par cons?quent, la Fondation de l?orphelinat a clairement indiqu? dans sa d?claration de 1936 que ce bien ?tait en sa possession. Ainsi, l?annulation du titre de propri?t? n??tait que la rectification d?une erreur.
58. Par ailleurs, le Gouvernement souligne que le requ?rant n?a jamais contest? ladite affectation inscrite sur le registre foncier. A ses yeux, puisqu?il s?agit d?un usage public, on ne saurait plus changer cette destination. Par cons?quent, les comp?tences du Patriarcat sur le bien litigieux correspondent ? un statut de ? surveillant ? ou de ? d?positaire ?, ce qui n??quivaut nullement ? la propri?t?.
59. Le Gouvernement explique que la Direction des fondations est charg?e de surveiller les activit?s des fondations et que, dans ce cadre, elle a demand? ? la fondation de rectifier ces registres. Pour lui, il ne s?agit ni d?une confiscation ni d?une expropriation, mais simplement de la rectification d?une erreur d?enregistrement. Il souligne ?galement que le titre de propri?t? ?tait enregistr? au nom du v?ritable propri?taire et non au nom du Tr?sor public.
B. Appr?ciation de la Cour
1. Sur l?existence d?un ? bien ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1
60. La Cour rappelle que la notion de ? biens ? pr?vue par la premi?re partie de l?article 1 du Protocole no 1 a une port?e autonome qui est ind?pendante par rapport aux qualifications formelles du droit interne (Beyeler c. Italie [GC], no 33202/96, ? 100, CEDH 2000-I). En fait, il importe d?examiner si les circonstances de l?affaire, consid?r?es dans leur ensemble, ont rendu le requ?rant titulaire d?un int?r?t substantiel prot?g? par l?article 1 du Protocole no 1(Ex-roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce [GC], no 25701/94, ? 60, CEDH 2000-XII). Dans cette optique, la Cour estime qu?il y a lieu de tenir compte des ?l?ments de droit et de fait suivants.
61. Tout d?abord, la Cour ne saurait suivre le Gouvernement lorsqu?il argue que le requ?rant ne disposait d?aucun bien dans la mesure o? selon les actes de l??poque le ? v?ritable propri?taire ? ?tait la fondation et non le Patriarcat. Il est vrai que, d?s le d?but, l?immeuble litigieux a ?t? affect? ? un usage d?termin?, en l?occurrence un orphelinat, mais la Cour ne voit pas pourquoi pareille affectation exclurait en soi que le requ?rant en soit propri?taire.
62. A cet ?gard, la Cour observe que le bien litigieux a ?t? acquis par le requ?rant en 1902, qui l?a pay? avec ses fonds propres. Du reste, le Gouvernement n?a produit aucun document indiquant que le requ?rant, en qualit? de propri?taire depuis 1902, a c?d? le bien litigieux ou en a fait don ? la Fondation, laquelle en a effectivement joui. M?me si les registres fournis par le Gouvernement attestent que ce bien ?tait affect? ? l?usage de la Fondation de l?orphelinat, ils prouvent aussi que le requ?rant y a toujours ?t? mentionn? comme ?tant son ? propri?taire ?. En outre, en maintes occasions, les autorit?s se sont directement adress?es au Patriarcat en qualit? de ? propri?taire ? du bien (paragraphes 24-26 ci-dessus).
63. Par ailleurs, il ressort du jugement du 25 f?vrier 2004 que le tribunal de grande instance a ?galement consid?r? le requ?rant comme le propri?taire l?gitime du bien litigieux. Il suffit ? cet ?gard de souligner qu?un des motifs de la radiation du titre de propri?t? du requ?rant consiste en l?absence de travaux de consolidation ? entreprendre par le propri?taire (paragraphe 20 ci-dessus). La Cour estime que cette conclusion n?a pu que s?appuyer sur le principe que le requ?rant ?tait le propri?taire du bien litigieux. Si celui-ci ne lui avait jamais appartenu ou si sa propri?t? avait ?t? valablement transmise en 1936 de sorte que la Fondation de l?orphelinat en aurait d?j? ?t? propri?taire, ces motifs n?auraient eu aucun fondement.
64. Quant ? l?argument tir? par le Gouvernement des dispositions particuli?res du droit ottoman qui s?appliquaient aux biens utilis?s par les fondations appartenant aux minorit?s religieuses, la Cour constate que ces pr?rogatives ont ?t? abolies ? la suite de la proclamation de la R?publique. L?entr?e en vigueur du code civil et de la loi sur les fondations respectivement les 4 octobre 1926 et 13 juin 1935 ont profond?ment modifi? le r?gime juridique de ces fondations. A cet ?gard, la Cour accorde de l?importance au fait qu?? la suite de l?adoption des lois pr?cit?es les autorit?s publiques n?ont jamais contest? la qualit? de propri?taire du requ?rant et que la Fondation de l?orphelinat n?a pas davantage revendiqu? un quelconque titre de propri?t?.
65. Eu ?gard ? ce qui pr?c?de, m?me si elle conc?de que le bien en question jouissait d?un r?gime sp?cial, la Cour ne saurait conclure qu?il rev?tait un caract?re quasi public, avec cette cons?quence qu?il n?aurait jamais appartenu au requ?rant. Elle estime d?s lors que le bien en cause appartenait au requ?rant ; partant, il constituait un ? bien ? aux fins de l?article 1 du Protocole no 1, qui trouve d?s lors ? s?appliquer en l?esp?ce.
2. Sur l?observation de l?article 1 du Protocole no 1
a) Sur l?existence d?une ing?rence dans le droit de propri?t?
66. Ayant admis que le bien litigieux appartenait au requ?rant, la Cour estime que l?annulation de son titre de propri?t? constitue une ing?rence dans le droit de l?int?ress? au respect de ses biens. A cet ?gard, elle rappelle que, la Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si la situation en question ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth c. Su?de, arr?t du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
67. Le Gouvernement affirme qu?il ne s?agit pas d?une expropriation ni de facto ni de jure mais simplement de la rectification d?une erreur d?enregistrement. Il souligne notamment que le titre de propri?t? ?tait enregistr? au nom du v?ritable propri?taire et non du Tr?sor public, et ce afin de pr?server la destination initiale du bien en question.
68. La Cour s?estime cependant tenue de regarder au-del? des apparences et d?analyser les r?alit?s de la situation litigieuse. A cet ?gard, elle note que les juridictions internes, qui ont annul? le titre de propri?t? du requ?rant, ont d?cid? de transf?rer la propri?t? du bien litigieux ? la Fondation de l?orphelinat, qui ?tait qualifi?e par la Direction des fondations de fondation ? d?saffect?e ? ayant cess? ses activit?s caritatives. Par cons?quent, il ne fait pas de doute que le bien en question n?appartient plus au requ?rant et qu?il sera g?r? par ladite Direction, un ?tablissement public plac? sous la tutelle du Premier ministre (paragraphe 41 ci-dessus).
69. D?s lors, le droit du requ?rant au respect de son bien a subi une ing?rence qui s?analyse en une privation de propri?t? au sens de la seconde phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1.
b) Sur le respect du principe de l?galit?
70. L?article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu?une ing?rence de l?autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale. La pr??minence du droit, l?un des principes fondamentaux d?une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l?ensemble des articles de la Convention (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II). Le principe de l?galit? pr?suppose l?existence de normes de droit interne suffisamment accessibles, pr?cises et pr?visibles (Hentrich c. France, arr?t du 22 septembre 1994, s?rie A no 296-A, pp. 19-20, ? 42 ; Lithgow et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 8 juillet 1986, s?rie A no 102, p. 47, ? 110 ; La Rosa et Alba c. Italie (no 1), no 58119/00, ? 76, 11 octobre 2005).
71. Le Gouvernement affirme tout d?abord qu?en vertu des articles 1024 et 1025 du code civil, les registres fonciers peuvent ?tre rectifi?s par une d?cision de justice si l?inscription a ?t? faite sans cause l?gitime et les droits du v?ritable propri?taire ont ?t? viol?s. Il argue que les juridictions internes ont d?cid? de rectifier les registres fonciers en s?appuyant sur le fait que la Fondation de l?orphelinat avait mentionn? la propri?t? du bien en question dans sa d?claration de 1936.
72. Le requ?rant soutient que cette confiscation n?avait aucune base l?gale.
73. La Cour remarque tout d?abord que, dans son jugement du 25 f?vrier 2004, le tribunal de grande instance s?est born? ? citer ? [le] code civil, [les] trait?s internationaux et (…) la loi sur les fondations ? pour justifier l?annulation du titre de propri?t? du requ?rant, sans toutefois sp?cifier ni les articles ni les trait?s internationaux pertinents (paragraphe 20 ci-dessus).
74. Bien que la motivation donn?e par le tribunal de premi?re instance pour justifier l?ing?rence en question soit assez vague et sujette ? des analyses divergentes, la Cour observe que, dans son arr?t du 21 octobre 2004, la Cour de cassation s?est r?f?r?e explicitement ? la d?claration d?pos?e par la Fondation de l?orphelinat en 1936 et aux cons?quences de cette d?claration. Par cons?quent, compte tenu de ce raisonnement, la Cour partira du principe que l?annulation du titre de propri?t? du requ?rant ?tait fond?e sur lesdites dispositions, en l?occurrence la loi no 2762 (paragraphe 22 ci-dessus).
75. Reste ? savoir si la norme juridique en question remplissait ?galement les exigences d?accessibilit? et de pr?visibilit?. Eu ?gard ? la conclusion ? laquelle elle parvient sous l?angle de la proportionnalit? de l?ing?rence, la Cour juge inutile de trancher cette question (paragraphe 90 ci-dessous ; voir dans le m?me sens, par exemple, ?etin et autres c. Turquie, nos 40153/98 et 40160/98, ? 44, CEDH 2003-III).
c) ? Pour cause d?utilit? publique ?
76. La Cour doit maintenant rechercher si cette privation de propri?t? poursuivait un but l?gitime, ? savoir s?il existait une ? cause d?utilit? publique ? au sens de la seconde r?gle ?nonc?e par l?article 1 du Protocole no 1.
77. Le Gouvernement soutient que l?annulation du titre de propri?t? du requ?rant ?tait motiv?e par la n?cessit? de prot?ger l?affectation initiale du bien litigieux. Cette d?cision visait donc un but l?gitime.
78. Faisant valoir que l?affectation ?nonc?e par le Gouvernement n?a plus de sens, le requ?rant soutient que la mainmise sur sa propri?t? ne relevait d?aucun but l?gitime. En effet, tr?s peu d?orphelins grecs sont encore h?berg?s ? Istanbul dans d?autres locaux plus appropri?s. L?int?ress? estime d?ailleurs que le Gouvernement n?explique pas en quoi la d?possession du propri?taire de son bien sert l?ordre public puisque le but de la fondation a disparu.
79. La Cour rappelle avoir toujours consid?r? que la notion d?? utilit? publique ? est ample par nature. En particulier, la d?cision d?adopter des lois portant privation de propri?t? implique d?ordinaire l?examen de questions politiques, ?conomiques et sociales. Estimant normal que le l?gislateur dispose d?une grande latitude pour mener une politique ?conomique et sociale, la Cour respecte la mani?re dont il con?oit les imp?ratifs de l?? utilit? publique ?, sauf si son jugement se r?v?le manifestement d?pourvu de base raisonnable (James et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 21 f?vrier 1986, s?rie A no 98, p. 32, ? 46 ; Pressos Compania Naviera S.A. et autres c. Belgique, arr?t du 20 novembre 1995, s?rie A no 332, pp. 22-23, ? 3 ; Broniowski c. Pologne [GC], no 31443/96, ? 149, CEDH 2004-V).
80. La Cour observe tout d?abord que l?un des motifs ?nonc?s par le tribunal de grande instance d?Adalar pour justifier l?ing?rence litigieuse consistait en l?absence de mesures prises par son propri?taire afin de consolider l?immeuble en question, qui a une importance historique. Toutefois, en l?esp?ce, il semble qu?un tel but ne soit pas pertinent puisque ni les tribunaux internes ni le Gouvernement ne se sont pr?valus de la l?gislation pertinente (paragraphe 45 ci-dessus) qui d?termine les conditions dans lesquelles doivent ?tre prises des mesures visant notamment ? pr?server le patrimoine architectural, lorsqu?il s?agit de biens immeubles ayant une valeur culturelle, architecturale ou historique, comme c?est le cas en l?occurrence (voir, mutatis mutandis, Beyeler, pr?cit?, ? 112 ; SCEA Ferme de Fresnoy c. France (d?c.), no 61093/00, CEDH 2005-… ; en dernier lieu, Debelianovi c. Bulgarie, no 61951/00, ? 54, 29 mars 2007).
81. La Cour ne doute cependant pas que l??tat turc ait eu ? r?soudre une question juridique relative au statut des fondations et aux biens appartenant ? celles-ci. En effet, elle rappelle avoir d?j? dit que les ?tats contractants doivent jouir d?une ample marge d?appr?ciation en mati?re de r?glementation du r?gime d?acquisition de biens immobiliers et fonciers par des personnes morales telles que les fondations. Ainsi, ils peuvent mettre en ?uvre les mesures n?cessaires, conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral, afin de veiller ? ce que celles-ci puissent r?aliser des buts et des objectifs d?clar?s et prot?ger l?ordre public et les int?r?ts de ses membres Fener Rum Erkek Lisesi Vakfi c. Turquie, no 34478/97, ? 52, CEDH 2007-?).
82. Par cons?quent, m?me si le fait que l?action tendant ? l?annulation du titre de propri?t? a ?t? engag?e en 1997, soit plus de soixante et un ans apr?s le d?p?t de la d?claration de 1936, peut susciter quelques interrogations quant aux motifs qui ont inspir? la mesure litigieuse, cette circonstance ? elle seule ne saurait suffire ? priver de l?gitimit? l?objectif g?n?ral de la loi sur les fondations, ? savoir servir une ? cause d?utilit? publique ? (voir, dans le m?me sens, mutatis mutandis, Ex-roi de Gr?ce et autres, pr?cit?, ? 88).
d) Proportionnalit? de l?ing?rence
83. Une mesure d?ing?rence dans le droit au respect des biens doit m?nager un juste ?quilibre entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu (voir, parmi d?autres, Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, p. 26, ? 69). Le souci d?assurer un tel ?quilibre se refl?te dans la structure de l?article 1 du Protocole no 1 tout entier, donc aussi dans la seconde phrase, qui doit se lire ? la lumi?re du principe consacr? par la premi?re. En particulier, il doit exister un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis? par toute mesure privant une personne de sa propri?t? (Pressos Compania Naviera S.A. et autres, pr?cit?, p. 23, ? 38).
84. En l?esp?ce, le requ?rant a ?t? priv? de son bien sans obtenir la moindre contrepartie. Selon la jurisprudence ?tablie de la Cour, si une ing?rence satisfait ? la condition de l?galit? et n?est pas arbitraire, l?absence d?indemnisation ne rend pas eo ipso et toujours ill?gitime la mainmise de l??tat sur les biens des requ?rants (voir Jahn et autres c. Allemagne [GC], nos 46720/99, 72203/01 et 72552/01, ? 95, CEDH 2005-VI). La Cour rappelle avoir conclu ci-dessus que le droit du requ?rant au respect de son bien a subi une ing?rence qui s?analyse en une privation de propri?t? au sens de la seconde phrase du premier alin?a de l?article 1. D?s lors, il reste ? rechercher si le requ?rant, priv? de son bien, a eu ? supporter une charge disproportionn?e et excessive. A ce sujet, la Cour a d?j? dit que, sans le versement d?une somme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien, une privation de propri?t? constitue normalement une atteinte excessive, et qu?un manque total d?indemnisation ne saurait se justifier sur le terrain de l?article 1 du Protocole no 1 que dans des circonstances exceptionnelles (ibidem, ? 94).
85. Le Gouvernement affirme que, puisque l?annulation du titre de propri?t? ne constitue que la rectification d?une erreur d?enregistrement, il est tout ? fait l?gitime qu?aucune contrepartie ne soit octroy?e au requ?rant.
86. Le requ?rant argue que la mainmise sur son bien sans que soient pr?vues les modalit?s d?indemnisation ?tait totalement disproportionn?e. L?affectation ? un usage d?termin? d?un bien acquis l?galement par une personne ne d?pr?cie pas celui-ci de sorte qu?on puisse l?en d?poss?der sans verser d?indemnisation. L?exigence de proportionnalit? commande que le propri?taire soit justement indemnis? pour la perte du bien, quelle que soit la mani?re dont il a acquis le bien dont il est d?poss?d?.
87. La Cour ne saurait en l?esp?ce suivre l?argumentation du Gouvernement qui, pour justifier la privation de propri?t? du requ?rant sans indemnisation, soutient que dans la r?alit? le bien en question appartenait ? la Fondation de l?orphelinat et que le droit du requ?rant correspondait donc ? un statut de ? surveillant ? ou de ? d?positaire ?. En effet, comme la Cour l?a d?j? indiqu? plus haut, il n?est pas contest? que le bien en question a ?t? acquis par le requ?rant avec ses fonds propres. M?me si, tout de suite apr?s son acquisition, ce bien a ?t? affect? ? un usage d?termin?, le requ?rant a toujours ?t? consid?r? comme propri?taire. En outre, comme l?indiquent les d?cisions adopt?es par l?administration charg?e de l?imp?t les 18 juillet 1944 et 18 juin 1945 (paragraphe 24 ci-dessus), cet usage ne concernait qu?une partie de ce bien.
88. Par ailleurs, il ressort du dossier dont dispose la Cour que, ni apr?s son acquisition en 1902 ni apr?s le d?p?t de la d?claration en 1936, le titre de propri?t? du requ?rant n?a ?t? mis en cause par les tribunaux ou les autorit?s administratives, et ce jusqu?en 1997, date ? laquelle l?action en annulation a ?t? engag?e. Il en va de m?me en ce qui concerne la p?riode qui se situe entre 1964, date ? laquelle l?immeuble a ?t? ?vacu? pour des raisons de s?curit?, et 1997. En effet, apr?s 1964, l?affectation en question a pratiquement cess? d?exister.
89. Qui plus est, depuis qu?elle a obtenu l?usage du bien litigieux en 1903, la Fondation de l?orphelinat n?a jamais pr?tendu ?tre propri?taire de celui-ci, que ce soit lors du d?p?t de sa d?claration en 1936 ou plus tard, jusqu?? ce qu?elle soit consid?r?e comme ? d?saffect?e ? par la Direction g?n?rale des fondations en 1995. Ce n?est qu?? cette derni?re date que ladite Direction, agissant au nom de cette Fondation, a r?clam? le titre de propri?t? en s?appuyant sur la d?claration de 1936. Il importe ? cet ?gard de souligner qu?aux termes de cette d?claration (paragraphe 10 ci-dessus), la Fondation a d?clar? g?rer ? l?orphelinat grec pour les gar?ons ? sans qu?aucune r?f?rence ? une quelconque qualit? de ? propri?taire ? ne soit mentionn?e. De m?me, la l?gislation pertinente imposait aux fondations l?obligation de d?poser une d?claration dans laquelle elles devaient indiquer ? la nature et les sources des revenus, les d?penses, la quantit? et la qualit? des revenus et des d?penses ?. Aux yeux de la Cour, contrairement ? ce que dit l?arr?t de la Cour de cassation (paragraphe 22 ci-dessus), on peut difficilement conclure que ces deux textes attestaient ipso facto d?un transfert de propri?t? en faveur de la Fondation de l?orphelinat, laquelle ?tait essentiellement charg?e de la gestion de ce bien pour le but indiqu? dans cette d?claration.
90. Au sujet des d?clarations de 1936, la Cour rappelle avoir d?j? conclu que l?application de la jurisprudence de 1974, en vertu de laquelle les d?clarations d?pos?es en 1936 par les fondations appartenant aux minorit?s religieuses tenaient lieu d?? actes de fondation ? de ces ?tablissements, ne r?pondait pas aux exigences de ? pr?visibilit? ? (Fener Rum Erkek Lisesi Vakfi, pr?cit?, ? 57). Or, il semble que la conclusion selon laquelle la Fondation de l?orphelinat a acquis le bien en cause en le mentionnant dans sa d?claration de 1936 ?tait ?galement fond?e sur ladite jurisprudence (notamment paragraphes 20 et 22 ci-dessus).
91. Par cons?quent, m?me en consid?rant que le bien en question a ?t? destin? ? un usage d?termin? pendant de longues ann?es, rien ne donne ? penser que cette affectation devait aboutir ? vider de son contenu le droit de propri?t?. M?me si le fait que le Gouvernement d?fendeur a voulu pr?server la destination initiale du bien en question ne pose pas probl?me en soi, la Cour estime que les autorit?s turques ne pouvaient proc?der ? une telle privation de propri?t? sans pr?voir une indemnisation ad?quate pour le requ?rant. Or force est de constater qu?en l?esp?ce, celui-ci n?a pas re?u la moindre indemnisation.
92. Dans ces conditions, ? supposer m?me que l?on ait pu d?montrer que la privation de propri?t? ?tait pr?vue par la loi et servait une cause d?utilit? publique, la Cour estime que le juste ?quilibre ? m?nager entre la protection de la propri?t? et les exigences de l?int?r?t g?n?ral a ?t? rompu et que le requ?rant a support? une charge sp?ciale et exorbitante. Partant, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DES ARTICLES 6 ET 14 DE LA CONVENTION, CE DERNIER COMBIN? AVEC L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
93. Invoquant l?article 6 ? 1 de la Convention, le requ?rant all?gue qu?il n?a pas b?n?fici? d?un proc?s ?quitable devant les juridictions internes dans la mesure o? celles-ci auraient commis des erreurs de droit interne. Il soutient en outre que l?arr?t de la Cour de cassation n??tait pas suffisamment motiv?. Il se plaint ?galement d?une atteinte ? son droit de se d?fendre pour autant que sa demande d?audience devant la Cour de cassation a ?t? rejet?e.
94. Par ailleurs, selon le requ?rant, l?inscription au registre foncier du bien immobilier au nom de la Fondation de l?orphelinat, actuellement g?r?e par les autorit?s administratives turques, constitue un acte de confiscation arbitraire portant atteinte ? ses droits garantis par l?article 14 de la Convention combin? avec l?article 1 du Protocole no 1.
95. Le Gouvernement conteste ces th?ses.
96. La Cour rel?ve que ces griefs sont li?s ? celui examin? ci-dessus et doivent donc aussi ?tre d?clar?s recevables.
97. Toutefois, eu ?gard au constat relatif ? l?article 1 du Protocole no 1 (paragraphe 92 ci-dessus), la Cour estime qu?il n?y a pas lieu d?examiner ces griefs s?par?ment.
III. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
98. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
99. A titre principal, le requ?rant souligne que la mani?re la plus ad?quate pour le Gouvernement de r?parer le pr?judice caus? serait de lui restituer l?ensemble du bien litigieux. Pour le cas o? le Gouvernement ne pourrait le restituer, le requ?rant se dit pr?t ? envisager un d?dommagement et r?clame une somme ?quivalant ? la valeur marchande du bien. Si cela n?est pas possible, il demande une juste contrepartie, qu?il chiffre ? 80 000 000 euros (EUR).
100. Le requ?rant r?clame ?galement 10 000 EUR pour pr?judice moral. Il sollicite par ailleurs 50 000 EUR pour tous les frais et d?pens aff?rents aux proc?dures men?es devant les juridictions nationales et les organes de la Convention.
101. Le Gouvernement s??l?ve contre ces pr?tentions qu?il estime d?raisonnables. Quant aux frais et d?pens, il consid?re que le montant demand? est exorbitant et ne s?appuie pas sur des pi?ces justificatives suffisantes. Il d?clare par ailleurs que le recours en rectification concernant le fait que la Fondation de l?orphelinat a ?t? qualifi?e de ? d?saffect?e ? est toujours pendant devant les juridictions internes (paragraphe 16 ci-dessus) et que l?issue de cette proc?dure peut ?tre d?terminante pour la pr?sente affaire.
102. Dans les circonstances de la cause, la Cour estime que la question de l?application de l?article 41 ne se trouve pas en ?tat, de sorte qu?il convient de la r?server en tenant compte de l??ventualit? d?un accord entre l??tat d?fendeur et le requ?rant (article 75 ?? 1 et 4 du r?glement).
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ;
2. Dit qu?il n?est pas n?cessaire d?examiner s?par?ment les griefs tir?s des articles 6 et 14 de la Convention, ce dernier combin? avec l?article 1 du Protocole no 1 ;
3. Dit que la question de l?application de l?article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat;
en cons?quence,
a) la r?serve en entier ;
b) invite le Gouvernement et le requ?rant ? lui adresser par ?crit, dans le d?lai de 6 mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir ;
c) r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue ? la pr?sidente de la chambre le soin de la fixer au besoin.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 8 juillet 2008 en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Sally Doll? Fran?oise Tulkens
Greffi?re Pr?sidente
Au pr?sent arr?t se trouve joint, conform?ment aux articles 45 ? 2 de la Convention et 74 ? 2 du r?glement, l?expos? de l?opinion concordante commune des juges Baka, Ugrekhelidze et Mularoni.
F.T.
S.D.

OPINION CONCORDANTE COMMUNE
DES JUGES BAKA, UGREKHELIDZE ET MULARONI
A l?instar de la majorit?, nous estimons qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 en l?esp?ce. Cependant, nous arrivons ? cette conclusion en consid?rant que l?ing?rence litigieuse n?est pas compatible avec le principe de l?galit?. Il n?y a pas donc lieu de rechercher si cette privation de propri?t? poursuivait un but l?gitime, ? savoir s?il existait une ? cause d?utilit? publique ? au sens de la seconde r?gle ?nonc?e par l?article 1 du Protocole no 1.
En effet, dans son jugement du 25 f?vrier 2004, le tribunal de grande instance s?est born? ? citer ? [le] code civil, [les] trait?s internationaux et (…) la loi sur les fondations ? pour justifier l?annulation du titre de propri?t? du requ?rant, sans toutefois sp?cifier ni les articles ni les trait?s internationaux pertinents. A nos yeux, la Cour n?est pas en mesure de rechercher par elle-m?me quels articles des textes mentionn?s par les juridictions internes ?taient applicables en l?esp?ce. Bien que la formule employ?e ci-dessus soit, ? tout le moins, assez vague et sujette ? des analyses discordantes, la Convention l?appelle cependant ? d?terminer si, aux fins de l?article 1 du Protocole no 1, la ? loi ? litigieuse ?nonce avec une nettet? suffisante les ?l?ments essentiels des comp?tences des autorit?s en la mati?re.
A cet ?gard, nous estimons que, dans son jugement du 25 f?vrier 2004, le tribunal de grande instance n?a pas expliqu? de mani?re convaincante pourquoi il a d?cid? d?annuler le titre de propri?t? du requ?rant. On peut admettre que le tribunal ait consid?r? de bonne foi qu?une erreur d?inscription justifiait l?annulation d?un titre de propri?t?, mais cette appr?ciation ne se trouve pas objectivement fond?e, et ce pour les raisons suivantes.
D?abord, tant sous le r?gime ottoman qu?apr?s la proclamation de la R?publique, le requ?rant a toujours ?t? consid?r? comme d?positaire d?un titre de propri?t?, f?t-ce d?un bien affect? ? un usage d?termin?.
Ensuite, comme il a ?t? soulign? dans l?arr?t, ni apr?s son acquisition en 1902 ni apr?s le d?p?t de la d?claration en 1936, le titre de propri?t? du requ?rant n?a ?t? mis en cause par les tribunaux ou les autorit?s administratives, et ce jusqu?en 1997, date ? laquelle l?action en annulation a ?t? engag?e. Il en va de m?me en ce qui concerne la p?riode qui se situe entre 1964, date ? laquelle l?immeuble a ?t? ?vacu? pour des raisons de s?curit?, et 1997. En effet, apr?s 1964, l?affectation en question a pratiquement cess? d?exister.
Qui plus est, depuis sa cr?ation en 1903, la Fondation de l?orphelinat n?a jamais pr?tendu ?tre propri?taire du bien litigieux, que ce soit lors du d?p?t de sa d?claration en 1936 ou plus tard, jusqu?? ce qu?elle soit consid?r?e comme ? d?saffect?e ? par la Direction des fondations en 1995. Ce n?est
qu?? cette derni?re date que ladite Direction, agissant au nom de la Fondation de l?orphelinat, a r?clam? le titre de propri?t? en s?appuyant sur la d?claration de 1936.
Au sujet des d?clarations de 1936, nous rappellons par ailleurs que, dans son arr?t Fener Rum Erkek Lisesi Vakfi c. Turquie (no 34478/97, ? 57, CEDH 2007-…), la Cour a d?j? conclu que l?application de la jurisprudence de 1974, en vertu de laquelle les d?clarations d?pos?es en 1936 par les fondations appartenant aux minorit?s religieuses tenaient lieu d?? actes de fondation ? de ces ?tablissements, ne r?pondait pas aux exigences de ? pr?visibilit? ? Or, il semble que la conclusion selon laquelle la Fondation de l?orphelinat a acquis le bien en cause en le mentionnant dans sa d?claration de 1936 ?tait ?galement fond?e sur ladite jurisprudence (voir notamment les paragraphes 20 et 22 de l?arr?t).
Nous consid?rons en outre qu?il ressort du libell? de la d?claration d?pos?e par la Fondation de l?orphelinat en 1936 (paragraphe 10 de l?arr?t) que cette derni?re s?est content?e de g?rer ? l?orphelinat grec pour les gar?ons ? et n?a pas us? de la possibilit? de demander l?enregistrement du bien litigieux ? son nom, conform?ment ? l?article 44 de la loi sur les fondations (paragraphe 40 de l?arr?t). De surcro?t, la l?gislation pertinente imposait aux fondations l?obligation de d?poser une d?claration dans laquelle elles devaient indiquer ? la nature et les sources des revenus, les d?penses, la quantit? et la qualit? des revenus et des d?penses ?. A nos yeux, contrairement ? ce que dit l?arr?t de la Cour de cassation, il est difficile de conclure que ces deux textes attestaient ipso facto d?un transfert de la propri?t? ? la Fondation de l?orphelinat, laquelle ?tait essentiellement charg?e de la gestion de ce bien pour le but indiqu? dans cette d?claration.
Par cons?quent, m?me en consid?rant que le bien en question jouissait d?un r?gime sp?cial, nous sommes d?avis qu?un droit et une pratique administrative constants avaient cr??, au fil des ann?es, une s?curit? juridique quant ? la qualit? de propri?taire du requ?rant sur le bien litigieux, qualit? ? laquelle celui-ci pouvait l?gitimement se fier.
A la lumi?re de ce qui pr?c?de, nous estimons que l?ing?rence litigieuse ne saurait passer avant tout pour compatible avec le principe de l?galit?.
L?ordre des opinions : concordante, en partie concordante, en partie dissidente, dissidente, puis par ordre d?anciennet? des juges.

Les types d?opinion sont : concordante, en partie concordante, en partie dissidente et dissidente.

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