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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE FASAN ET AUTRES c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 06
Numero: 36974/11/2017
Stato: Italia
Data: 2017-04-13 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni
Violazione dell? Articolo 6 – Diritto ad un processo equanime (Articolo 6 – procedimenti Civili
Articolo 6-1 – termine ragionevole)

CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL?UOMO
PRIMA SEZIONE
CAUSA FASAN E ALTRI c. ITALIA
(Ricorso n. 36974/11)
SENTENZA
STRASBURGO
13 aprile 2017

La presente sentenza diverr? definitiva alle condizioni stabilite dall?articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire modifiche di forma.

Nella causa Fasan e altri c. Italia,
la Corte europea dei diritti dell?uomo (Prima Sezione), riunita in una camera composta da:
Linos-Alexandre Sicilianos, presidente,
Guido Raimondi,
Ledi Bianku,
Ale? Pejchal,
Robert Spano,
Pauliine Koskelo,
Jovan Ilievski, giudici,
e Abel Campos, cancelliere di Sezione,
dopo aver deliberato in camera di consiglio il 21 marzo 2017,
emette la seguente sentenza, adottata in tale data:
PROCEDURA
1. All?origine della causa vi ? un ricorso (n. 36974/11) presentato contro la Repubblica italiana con il quale, in data 19 aprile 2011, sei cittadini di tale Stato (?i ricorrenti?, si veda la tabella allegata), hanno adito la Corte in virt? dell?articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell?uomo e delle libert? fondamentali (?la Convenzione?).
2. I ricorrenti sono stati rappresentati dagli avvocati S. Gattamelata e R. Cuonzo, del foro di Roma. Il Governo italiano (?il Governo?) ? stato rappresentato dal suo agente, Sig.ra E. Spatafora
3. Il ricorso ? stato comunicato al Governo in data 29 gennaio 2013.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DEL CASO DI SPECIE
4. Nel mese di luglio 1981, i ricorrenti adirono la Commissione giurisdizionale per il personale della Camera dei deputati (?la Commissione?) al fine di contestare il loro inquadramento nel primo livello funzionale-retribuivo.
5. Con sei decisioni depositate in cancelleria il 29 settembre 1999, la Commissione respinse le domande dei ricorrenti.
6. In date diverse comprese tra il novembre 1999 e il gennaio 2000, i ricorrenti interposero impugnazione dinanzi alla Sezione giurisdizionale dell?Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati (?la Sezione giurisdizionale?) che, dopo aver deciso di riunire i ricorsi, li respinse con sentenza del 26 gennaio 2009.
7. Il 16 luglio 2009 i ricorrenti adirono il Collegio d?appello della Camera dei deputati (?il Collegio d?appello?) al fine di ottenere, sulla base della legge n. 89 del 24 marzo 2001, la cosiddetta ?legge Pinto?, il risarcimento dei danni morali che ritenevano di aver sub?to in ragione della eccessiva durata dei procedimenti principali.
8. Con decreto collegiale depositato in cancelleria l?8 novembre 2010, il Collegio d?appello constat? che il giudizio d?appello aveva ecceduto una ?durata ragionevole?, e accord? a ciascun ricorrente 4.000 euro (EUR) a titolo di danno morale. Respinse, tuttavia, la domanda di risarcimento relativa alla durata del procedimento di primo grado, in quanto i ricorrenti avrebbero dovuto adire la Corte europea dei diritti dell?uomo al termine del suddetto procedimento.
II. IL DIRITTO E LA PRASSI INTERNI PERTINENTI
9. Il diritto e la prassi interni pertinenti relativi alla ?legge Pinto? sono esposti nella sentenza Cocchiarella c. Italia ([GC], n. 64886/01, ?? 23-31, CEDU 2006-V) e quelli relativi alla tutela giurisdizionale del personale della Camera dei deputati nella sentenza Savino e altri c. Italia (nn.17214/05, 20329/05 e 42113/04, ?? 35-38, 28 aprile 2009).
IN DIRITTO
I. SULLA PRESUNTA VIOLAZIONE DELL?ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
10. Invocando l?articolo 6 ? 1 della Convenzione, i ricorrenti lamentano l?eccessiva durata dei procedimenti principali e l?insufficienza degli indennizzi ottenuti nell?ambito della procedura ?Pinto?.
11. L?articolo 6 ? 1 della Convenzione ? cos? formulato nelle parti pertinenti al caso di specie:
?Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata (…) entro un termine ragionevole, da un tribunale (…), il quale sia chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile (…)?
A. Sulla ricevibilit?
12. Il Governo sostiene che i ricorrenti non hanno sub?to alcun pregiudizio importante ai sensi dell?articolo 35 ? 3, lettera b) della Convenzione in quanto, a suo avviso, le loro domande sono state debitamente esaminate dalle autorit? interne ed erano comunque infondate.
13. I ricorrenti contestano tale tesi.
14. La Corte rammenta che, per verificare se la violazione di un diritto raggiunga la soglia minima di gravit? occorre tener conto in particolare dei seguenti elementi: la natura del diritto che si presume violato, la gravit? dell?incidenza della dedotta violazione nell?esercizio di un diritto e/o le eventuali conseguenze della violazione sulla situazione personale del ricorrente. Nella valutazione di tali conseguenze, la Corte esaminer?, in particolare, la posta in gioco nel procedimento nazionale o il suo esito (Giusti c. Italia, n. 13175/03, ? 34, 18 ottobre 2011, e El Kaada c. Germania, n. 2130/10, ? 41, 12 novembre 2015).
15. Nel caso di specie, la Corte rileva che i ricorrenti lamentavano l?eccessiva durata del procedimento civile. ? evidente che un procedimento che si ? protratto per circa ventisette anni e quattro mesi, per due gradi di giudizio, non pu? essere compatibile con il principio del termine ragionevole stabilito dall?articolo 6 ? 1 della Convenzione. Nel valutare la gravit? delle conseguenze di questo tipo di contestazione, la posta in gioco nella causa dinanzi ai giudici nazionali pu? essere determinante soltanto nell?ipotesi in cui il suo valore sia modico o irrisorio (Giusti, sopra citata, ? 35). La Corte ritiene che ci? non si verifichi nel caso di specie poich? la presente causa riguarda il diritto del lavoro e, in particolare, la contestazione da parte dei ricorrenti del loro inquadramento in una determinata categoria professionale (paragrafo 4 supra).
16. Quanto all?affermazione del Governo secondo cui le domande introdotte dinanzi ai giudici nazionali erano infondate, la Corte rammenta che il riconoscimento del diritto a un giudizio entro un termine ragionevole non dipende dall?esito favorevole del procedimento principale (si vedano, in particolare, Giusti, sopra citata, ?? 8 e 49, e Belperio e Ciarmoli c. Italia, n. 7932/04, ?? 10 e 60, 21 dicembre 2010). Essa ritiene, tutt?al pi?, che il carattere manifestamente infondato delle domande avrebbe dovuto costituire un indizio della scarsa complessit? della causa, fatto che giustifica ancor meno un ritardo cos? importante nel loro esame. Essa nota infine che i giudici interni non hanno ritenuto che le domande dei ricorrenti potessero essere considerate abusive n? nell?ambito del procedimento principale n? in quello della procedura Pinto (si vedano, mutatis mutandis, Jovanovi? c. Serbia (dec.) [comitato], n. 40348/08, 7 marzo 2014, e, a contrario, Cavaliere c. Italia (dec.), nn. 50930/11 e 50893/13, 12 novembre 2013).
17. Per quanto sopra esposto, la Corte ritiene che nel caso di specie non sia soddisfatto il primo criterio dell?articolo 35 ? 3, lettera b) della Convenzione, ossia l?assenza di pregiudizio importante per i ricorrenti, e che, pertanto, l?eccezione del Governo relativa a questo punto debba essere respinta.
18. Il Governo argomenta quindi che i ricorrenti non possono pi? sostenere di essere vittime delle violazioni dedotte dal momento che, a suo avviso, i giudici interni hanno, in primo luogo, riconosciuto la violazione e, in secondo luogo, accordato una somma a titolo di danno morale, fatto che costituisce a suo giudizio un?adeguata riparazione.
19. I ricorrenti contestano tale tesi.
20. La Corte nota innanzitutto che ? la prima volta che esamina l?applicazione dell?articolo 6 della Convenzione al contenzioso relativo alla durata di procedimenti svoltisi dinanzi agli organi giurisdizionali della Camera dei deputati.
21. Essa rileva inoltre che, in virt? dell?autonomia normativa del Parlamento prevista dall?articolo 64 della Costituzione e delle norme speciali stabilite dal Regolamento della Camera dei deputati, la competenza in materia di durata dei procedimenti che si svolgono dinanzi agli organi giurisdizionali della Camera dei deputati non spetta alla Corte d?appello, bens? al Collegio d?appello.
22. Essa constata infine che, a seguito della sentenza Savino (sopra citata), le autorit? nazionali hanno riconosciuto, in linea con l?approccio adottato nella presente sentenza, l?applicabilit? dell?articolo 6 della Convenzione e, di conseguenza, la tutela accordata dalla legge Pinto al contenzioso tra la Camera dei deputati e i suoi funzionari. Osserva inoltre che i giudici interni hanno riconosciuto dinanzi alla Sezione giurisdizionale la violazione dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione, in ragione della eccessiva durata del procedimento.
23. Ci? detto, la Corte ribadisce che una decisione o un provvedimento favorevole al ricorrente ?, in linea di principio, sufficiente a privarlo della qualit? di ?vittima? solo qualora le autorit? nazionali abbiano riconosciuto la violazione della Convenzione, espressamente o sostanzialmente, e vi abbiano successivamente posto rimedio (si vedano, ad esempio, Eckle c. Germania, 15 luglio 1982, ?? 69 e successivi, Serie A n. 51, Amuur c. Francia, 25 giugno 1996, ? 36, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996-III, Dalban c. Romania [GC], n. 28114/95, ? 44, CEDU 1999-VI, e Jensen c. Danimarca (dec.), n. 48470/99, CEDU 2001-X). A suo avviso nel caso di specie tali due condizioni non sono soddisfatte.
24. In effetti, la Corte nota in primo luogo che il Collegio d?appello ha ritenuto che non si dovesse tener conto del procedimento di primo grado perch?, secondo tale Collegio, i ricorrenti avrebbero dovuto adire gli organi di Strasburgo entro il termine di sei mesi decorrente dalla data della decisione della Commissione (paragrafo 8 supra).
25. In ogni caso, la Corte ritiene che la durata del procedimento equivalga a una ?situazione continua?, che nel caso di specie ? terminata il 26 gennaio 2009, data del deposito in cancelleria della sentenza della Sezione giurisdizionale (paragrafo 6 supra). Essa ritiene inoltre che i ricorrenti avrebbero dovuto avere la possibilit? di denunciare dinanzi ai giudici interni la violazione dell?articolo 6 della Convenzione per l?intero procedimento controverso. Essa nota che i giudici interni hanno escluso dal loro esame una parte del procedimento principale. Ne consegue che, per tale parte del procedimento, non vi ? stato alcun riconoscimento della violazione dedotta (si veda, a contrario, Gagliano e Giorgi c. Italia, n. 23563/07, ? 79, CEDU (estratti), in cui la Corte ha ritenuto che il fatto che la legge Pinto non permettesse di risarcire il ricorrente per la durata complessiva del procedimento, ma prendesse in considerazione soltanto il pregiudizio che si riferiva al periodo eccedente il termine ragionevole, non rimetteva per il momento in discussione l?effettivit? di tale via di ricorso).
26. In secondo luogo, la Corte ritiene che la somma accordata dal Collegio d?appello non sia sufficiente per porre rimedio alla violazione.
27. Essa nota in effetti che, in considerazione della specificit? della controversia, della posta in gioco e degli eventuali ritardi imputabili ai ricorrenti, la somma ottenuta dai ricorrenti, vale a dire EUR 4.000 ciascuno, corrisponda soltanto a circa il 21% di quella che essa avrebbe potuto accordare loro in assenza di vie di ricorso interne accessibili ed effettive.
28. I ricorrenti possono pertanto ritenersi sempre ?vittime?, ai sensi dell?articolo 34 della Convenzione (si veda, a contrario, Garino c. Italia (dec.), nn. 16605/03, 16641/03 e 16644/03).
29. Constatando che il ricorso non ? manifestamente infondato ai sensi dell?articolo 35 ? 3, lettera a) della Convenzione e che non incorre inoltre in altri motivi di irricevibilit?, la Corte lo dichiara ricevibile.
B. Sul merito
30. La Corte constata che il procedimento principale ? iniziato nel luglio del 1981 e si ? concluso nel gennaio del 2009. Il procedimento in questione ? quindi durato circa ventotto anni per due gradi di giudizio.
31. La Corte ha trattato pi? volte cause che sollevavano questioni analoghe a quella del caso di specie, nelle quali ha constatato la violazione del requisito del ?termine ragionevole? alla luce dei criteri individuati dalla sua giurisprudenza consolidata in materia (si veda, in primo luogo, Cocchiarella, sopra citata). Non rilevando nella presente causa alcun elemento che possa condurre a una conclusione differente, la Corte ritiene di dover concludere che vi ? stata violazione dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione per lo stesso motivo.
II. SULL?APPLICAZIONE DELL?ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
32. Ai sensi dell?articolo 41 della Convenzione,
?Se la Corte dichiara che vi ? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli e se il diritto interno dell?Alta Parte contraente non permette se non in modo imperfetto di rimuovere le conseguenze di tale violazione, la Corte accorda, se del caso, un?equa soddisfazione alla parte lesa.?
A. Danno
33. I ricorrenti chiedono EUR 86.000 ciascuno per il danno morale.
34. Il Governo sostiene che tali pretese sono eccessive e ingiustificate.
35. La Corte rammenta che, quando un ricorrente pu? continuare ad affermare di essere una ?vittima? dopo aver esaurito il ?ricorso Pinto?, gli dovrebbe essere accordata la differenza tra la somma ottenuta e quella non manifestamente irragionevole rispetto all?importo che sarebbe stato concesso dalla Corte in assenza di vie di ricorso interne accessibili ed effettive (si veda Cocchiarella, sopra citata, ? 140). Nel caso di specie, la Corte rileva che i giudici interni hanno accordato EUR 4.000 a ciascun ricorrente, somma che rappresenta circa il 21% di quanto avrebbe accordato la Corte in assenza di vie di ricorso interne. Tale circostanza conduce a un risultato manifestamente irragionevole rispetto ai criteri elaborati nella sua giurisprudenza.
36. Di conseguenza, tenuto conto della soluzione adottata nella sentenza Cocchiarella (sopra citata, ?? 139-142 e 146; si veda altres?, a contrario, Garino, decisione sopra citata) e deliberando in via equitativa, la Corte concede a ciascun ricorrente EUR 4.500 per il danno morale.
B. Spese
37. All?atto della presentazione del ricorso, i ricorrenti avevano chiesto EUR 15.000 per le spese sostenute nella procedura dinanzi alla Corte. Tuttavia, nelle loro osservazioni, non sollecitano alcuna somma a tale titolo.
38. Secondo la sua giurisprudenza costante (si vedano, in particolare, Andrea Corsi c. Italia, n. 42210/98, 4 luglio 2002, Andrea Corsi c. Italia (revisione), n. 42210/98, 2 ottobre 2003, Willekens c. Belgio, n. 50859/99, 24 aprile 2003, e Mancini c. Italia, n. 44955/98, CEDU 2001-IX), la Corte non concede alcuna somma a titolo di equa soddisfazione, ivi compreso il rimborso delle spese, in assenza della presentazione delle pretese quantificate e dei documenti giustificativi necessari, in conformit? all?articolo 60 ? 1 del Regolamento, nelle osservazioni scritte sul merito, e ci? anche nel caso in cui la parte ricorrente abbia indicato le sue pretese in una precedente fase del procedimento (Fad?l Y?lmaz c. Turchia, n. 28171/02, ? 26, 21 luglio 2005, e Kravchenko e altri (alloggi militari) c. Russia, nn. 11609/05, 12516/05, 17393/05, 20214/05, 25724/05, 32953/05, 1953/06, 10908/06, 16101/06, 26696/06, 40417/06, 44437/06, 44977/06, 46544/06, 50835/06, 22635/07, 36662/07, 36951/07, 38501/07, 54307/07, 22723/08, 36406/08 e 55990/08, ? 51, 16 settembre 2010).
39. Atteso che i ricorrenti non hanno soddisfatto gli obblighi imposti loro ai sensi dell?articolo 60 del Regolamento, la Corte ritiene opportuno non concedere loro alcuna somma per le spese.
C. Interessi moratori
40. La Corte ritiene opportuno basare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea, maggiorato di tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL?UNANIMIT?,
1. Dichiara il ricorso ricevibile;
2. Dichiara che vi ? stata violazione dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione;
3. Dichiara
a. che lo Stato convenuto deve versare a ciascun ricorrente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza sar? divenuta definitiva in conformit? all?articolo 44 ? 2 della Convenzione, EUR 4.500 (quattromilacinquecento euro), oltre l?importo eventualmente dovuto a titolo di imposta, per il danno morale;
b. che a decorrere dalla scadenza di detto termine e fino al versamento, tali importi dovranno essere maggiorati di un interesse semplice a un tasso equivalente a quello delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea applicabile durante quel periodo, maggiorato di tre punti percentuali;
4. Rigetta la domanda di equa soddisfazione per il resto.
Fatta in francese, poi comunicata per iscritto il 13 aprile 2017, in applicazione dell?articolo 77 ?? 2 e 3 del Regolamento della Corte.
Linos Alexandre Sicilianos
Presidente
Abel Campos
Cancelliere

ALLEGATO
OMISSIS

Testo Tradotto

PREMI?RE SECTION

AFFAIRE FASAN ET AUTRES c. ITALIE

(Requ?te no 36974/11)

ARR?T

STRASBOURG

13 avril 2017

D?FINITIF

13/07/2017

Cet arr?t est devenu d?finitif en vertu de l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Fasan et autres c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
Linos-Alexandre Sicilianos, pr?sident,
Guido Raimondi,
Ledi Bianku,
Ale? Pejchal,
Robert Spano,
Pauliine Koskelo,
Jovan Ilievski, juges,
et de Abel Campos, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 21 mars 2017,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 36974/11) dirig?e contre la R?publique italienne et dont six ressortissants de cet ?tat (? les requ?rants ?, voir le tableau en annexe), ont saisi la Cour le 19 avril 2011 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Les requ?rants ont ?t? repr?sent?s par Mes S. Gattamelata et R. Cuonzo, avocats ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agent, Mme E. Spatafora.
3. Le 29 janvier 2013, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
4. En juillet 1981, les requ?rants saisirent la commission juridictionnelle pour le personnel de la Chambre des d?put?s (? la commission ?) afin de contester leur classement dans la premi?re cat?gorie professionnelle.
5. Par six d?cisions d?pos?es au greffe le 29 septembre 1999, la commission rejeta les demandes des requ?rants.
6. ? diff?rentes dates entre novembre 1999 et janvier 2000, les requ?rants interjet?rent appel devant la section juridictionnelle du Bureau de la Chambre des d?put?s (? la section juridictionnelle ?) qui, apr?s avoir d?cid? de joindre les requ?tes, d?bouta les int?ress?s par un arr?t du 26 janvier 2009.
7. Le 16 juillet 2009, les requ?rants saisirent le coll?ge d?appel (Collegio d?appello) de la Chambre des d?put?s (? le coll?ge d?appel ?) afin d?obtenir, sur le fondement de la loi no 89 du 24 mars 2001, dite ? loi Pinto ?, la r?paration des dommages moraux qu?ils estimaient avoir subis en raison de la dur?e des proc?dures principales.
8. Par une d?cision d?pos?e au greffe le 8 novembre 2010, le coll?ge d?appel constata que la proc?dure d?appel avait exc?d? une ? dur?e raisonnable ? et accorda ? chaque requ?rant 4 000 euros (EUR) au titre du dommage moral. Toutefois, il rejeta la demande en r?paration relative ? la dur?e de la proc?dure en premi?re instance, au motif que les requ?rants auraient d? saisir la Cour europ?enne des droits de l?homme ? l?issue de ladite proc?dure.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
9. Le droit et la pratique internes pertinents relatifs ? la loi Pinto figurent dans l?arr?t Cocchiarella c. Italie ([GC], no 64886/01, ?? 23-31, CEDH 2006-V) et ceux concernant la protection juridictionnelle du personnel de la Chambre des d?put?s dans l?arr?t Savino et autres c. Italie (nos 17214/05, 20329/05 et 42113/04, ?? 35-38, 28 avril 2009).
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION
10. Invoquant l?article 6 ? 1 de la Convention, les requ?rants se plaignent de la dur?e des proc?dures principales et de l?insuffisance des indemnisations obtenues dans le cadre de la proc?dure ? Pinto ?.
11. L?article 6 ? 1 de la Convention se lit ainsi dans ses parties pertinentes en l?esp?ce :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) dans un d?lai raisonnable, par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
A. Sur la recevabilit?
12. Le Gouvernement soutient que les requ?rants n?ont subi aucun pr?judice important au sens de l?article 35 ? 3 b) de la Convention puisque, selon lui, leurs demandes ont ?t? d?ment examin?es par les autorit?s internes et qu?elles ?taient en tout ?tat de cause mal fond?es.
13. Les requ?rants contestent cette th?se.
14. La Cour rappelle que, afin de v?rifier si la violation d?un droit atteint le seuil minimum de gravit?, il y a lieu de prendre en compte, notamment, les ?l?ments suivants : la nature du droit pr?tendument viol?, la gravit? de l?incidence de la violation all?gu?e dans l?exercice d?un droit et/ou les cons?quences ?ventuelles de la violation sur la situation personnelle du requ?rant. Dans l??valuation de ces cons?quences, la Cour examinera, en particulier, l?enjeu de la proc?dure nationale ou son issue (Giusti c. Italie, no 13175/03, ? 34, 18 octobre 2011, et El Kaada c. Allemagne, no 2130/10, ? 41, 12 novembre 2015).
15. En l?esp?ce, la Cour note que les requ?rants se plaignaient de la dur?e de la proc?dure civile. ? l??vidence, une dur?e de proc?dure de vingt-sept ans et quatre mois environ, pour deux degr?s de juridiction, ne saurait ?tre compatible avec le principe du d?lai raisonnable pos? par l?article 6 ? 1 de la Convention. Dans l??valuation de la gravit? des cons?quences de ce type d?all?gation, l?enjeu de l?affaire devant les juges nationaux ne peut ?tre d?terminant que dans l?hypoth?se o? la valeur de cet enjeu serait faible ou d?risoire (Giusti, pr?cit?, ? 35). La Cour estime que cela n?est pas le cas en l?esp?ce puisque la pr?sente cause concerne le droit du travail et, en particulier, la contestation par les requ?rants de leur classement dans une certaine cat?gorie professionnelle (paragraphe 4 ci dessus).
16. Quant ? l?affirmation du Gouvernement selon laquelle les demandes introduites devant les juridictions nationales ?taient mal fond?es, la Cour rappelle que la reconnaissance du droit ? un jugement dans un d?lai raisonnable ne d?pend pas de l?issue favorable de la proc?dure principale (voir, notamment, Giusti, pr?cit?, ?? 8 et 49, et Belperio et Ciarmoli c. Italie, no 7932/04, ?? 10 et 60, 21 d?cembre 2010). Elle estime que, tout au plus, le caract?re manifestement mal fond? des demandes aurait d? constituer un indice du caract?re peu complexe de l?affaire, ce qui justifie d?autant moins un retard aussi important dans leur examen. Elle note enfin que ni dans le cadre de la proc?dure principale ni dans celui de la proc?dure Pinto les juridictions internes n?ont estim? que les demandes des requ?rants pouvaient ?tre consid?r?es comme abusives (voir, mutatis mutandis, Jovanovi? c. Serbie (d?c.) [comit?], no 40348/08, 7 mars 2014, et, a contrario, Cavaliere c. Italie (d?c.), nos 50930/11 et 50893/13, 12 novembre 2013).
17. Compte tenu de ce qui pr?c?de, la Cour estime que le premier crit?re de l?article 35 ? 3 b) de la Convention, ? savoir l?absence de pr?judice important pour les requ?rants, n?est pas rempli en l?esp?ce et que, partant, il y a lieu de rejeter l?exception du Gouvernement sur ce point.
18. Le Gouvernement argue ensuite que les requ?rants ne peuvent plus se pr?tendre victimes des violations all?gu?es d?s lors que, selon lui, les juridictions internes ont, en premier lieu, reconnu la violation et, en deuxi?me lieu, accord? une somme pour dommage moral, ce qui constitue ? ses yeux une r?paration ad?quate.
19. Les requ?rants combattent cette th?se.
20. La Cour note tout d?abord qu?elle examine pour la premi?re fois l?application de l?article 6 de la Convention au contentieux relatif ? la dur?e des proc?dures devant les organes juridictionnels de la Chambre des d?put?s.
21. Elle rel?ve ensuite que, en vertu de l?autonomie normative du Parlement pr?vue ? l?article 64 de la Constitution et des normes sp?ciales ?tablies par le r?glement de la Chambre des d?put?s, la comp?tence en mati?re de dur?e des proc?dures devant les organes juridictionnels de la Chambre des d?put?s ne revient pas ? la cour d?appel, mais au coll?ge d?appel.
22. Elle constate enfin que, ? la suite de l?arr?t Savino (pr?cit?), les autorit?s nationales ont reconnu, conform?ment ? l?approche adopt?e dans cet arr?t, l?applicabilit? de l?article 6 de la Convention et, par cons?quent, la protection accord?e par la loi Pinto au contentieux entre la Chambre des d?put?s et ses fonctionnaires. Elle observe que, de plus, les juridictions internes ont reconnu devant la section juridictionnelle la violation de l?article 6 ? 1 de la Convention ? raison de la dur?e de la proc?dure.
23. Cela dit, la Cour r?affirme qu?une d?cision ou une mesure favorable au requ?rant ne suffit en principe ? lui retirer la qualit? de ? victime ? que si les autorit?s nationales ont reconnu, explicitement ou en substance, puis r?par? la violation de la Convention (voir, par exemple, Eckle c. Allemagne, 15 juillet 1982, ?? 69 et suivants, s?rie A no 51, Amuur c. France, 25 juin 1996, ? 36, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996-III, Dalban c. Roumanie [GC], no 28114/95, ? 44, CEDH 1999-VI, et Jensen c. Danemark (d?c.), no 48470/99, CEDH 2001-X). Elle estime que ces deux conditions ne sont pas remplies en l?esp?ce.
24. En effet, la Cour note en premier lieu que le coll?ge d?appel a consid?r? qu?il n?y avait pas lieu de prendre en compte la proc?dure en premi?re instance puisque, selon ce coll?ge, les requ?rants auraient d? saisir les organes de Strasbourg dans les six mois ? compter de la d?cision de la commission (paragraphe 8 ci dessus).
25. En tout cas la Cour consid?re que la dur?e de la proc?dure s?analyse en une ? situation continue ?, qui, dans la pr?sente esp?ce, a pris fin le 26 janvier 2009, jour du d?p?t au greffe de l?arr?t de la section juridictionnelle (paragraphe 6 ci-dessus). En outre, elle estime que les requ?rants auraient d? avoir la possibilit? d?all?guer devant les juridictions internes la violation de l?article 6 de la Convention pour l?ensemble de la proc?dure litigieuse. Elle note que les juridictions internes ont ?cart? de leur examen une partie de la proc?dure principale. Il s?ensuit que, pour cette partie de la proc?dure, il n?y a pas eu reconnaissance de la violation all?gu?e (voir, a contrario, Gagliano Giorgi c. Italie, no 23563/07, ? 79, CEDH (extraits), o? la Cour a estim? que le fait que la loi Pinto ne permettait pas d?indemniser le requ?rant pour la dur?e globale de la proc?dure mais prenait seulement en compte le pr?judice qui se rapportait ? la p?riode exc?dant le d?lai raisonnable ne remettait pas en cause, pour l?instant, l?effectivit? de cette voie de recours).
26. En deuxi?me lieu, la Cour estime que la somme accord?e par le coll?ge d?appel ne suffit pas ? r?parer la violation.
27. En effet, elle note que, compte tenu de la sp?cificit? du litige, de son enjeu et des ?ventuels retards imputables aux requ?rants, la somme obtenue par les requ?rants, ? savoir 4 000 EUR chacun, ne correspond qu?? environ 21 % de celle qu?elle aurait pu leur accorder en l?absence de voies de recours internes accessibles et effectives.
28. Partant, les requ?rants peuvent toujours se pr?tendre ? victimes ?, au sens de l?article 34 de la Convention (voir, a contrario, Garino c. Italie (d?c.), nos 16605/03, 16641/03 et 16644/03).
29. Constatant que la requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?elle ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour la d?clare recevable.
B. Sur le fond
30. La Cour constate que la proc?dure principale a d?but? en juillet 1981 et s?est termin?e en janvier 2009. La proc?dure en cause a donc dur? environ vingt-huit ans pour deux degr?s de juridiction.
31. La Cour a trait? ? maintes reprises d?affaires soulevant des questions semblables ? celle de la pr?sente esp?ce, dans lesquelles elle a constat? une m?connaissance de l?exigence du ? d?lai raisonnable ? eu ?gard aux crit?res d?gag?s par sa jurisprudence bien ?tablie en la mati?re (voir, en premier lieu, Cocchiarella, pr?cit?). N?apercevant rien qui puisse mener ? une conclusion diff?rente dans la pr?sente affaire, la Cour estime qu?il y a lieu de conclure ? la violation de l?article 6 ? 1 de la Convention pour le m?me motif.
II. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
32. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
33. Les requ?rants r?clament 86 000 EUR chacun pour pr?judice moral.
34. Le Gouvernement soutient que ces pr?tentions sont excessives et injustifi?es.
35. La Cour rappelle que lorsqu?un requ?rant peut encore se pr?tendre ? victime ? apr?s avoir ?puis? le ? recours Pinto ?, il doit se voir accorder la diff?rence entre la somme obtenue et celle non manifestement d?raisonnable en comparaison au montant qui aurait ?t? octroy? par la Cour en l?absence de voies de recours internes accessibles et effectives (voir Cocchiarella, pr?cit?, ? 140). En l?esp?ce, la Cour note que les juridictions internes ont accord? 4 000 EUR pour chaque requ?rant, ce qui repr?sente environ 21% de ce que la Cour aurait accord? en l?absence de voies de recours internes. Cette circonstance aboutit ? un r?sultat manifestement d?raisonnable au regard des crit?res d?gag?s dans sa jurisprudence.
36. Par cons?quent, compte tenu de la solution adopt?e dans l?arr?t Cocchiarella (pr?cit?, ?? 139-142 et 146 ; voir ?galement, a contrario, Garino, d?cision pr?cit?e) et statuant en ?quit?, la Cour alloue ? chaque requ?rant 4 500 EUR pour dommage moral.
B. Frais et d?pens
37. Lors de l?introduction de la requ?te, les requ?rants r?clamaient 15 000 EUR pour les frais et d?pens engag?s dans la proc?dure devant la Cour. Toutefois, dans leurs observations, ils ne sollicitent aucune somme ? ce titre.
38. Selon sa jurisprudence constante (voir, notamment, Andrea Corsi c. Italie, no 42210/98, 4 juillet 2002, Andrea Corsi c. Italie (r?vision), no 42210/98, 2 octobre 2003, Willekens c. Belgique, no 50859/99, 24 avril 2003, et Mancini c. Italie, no 44955/98, CEDH 2001-IX), la Cour n?octroie aucune somme ? titre de satisfaction ?quitable, y inclus le remboursement des frais et d?pens, lorsque les pr?tentions chiffr?es et les justificatifs n?cessaires n?ont pas ?t? soumis, conform?ment ? l?article 60 ? 1 du r?glement, dans les observations ?crites sur le fond, et ce m?me dans le cas o? la partie requ?rante aurait indiqu? ses pr?tentions ? un stade ant?rieur de la proc?dure (Fad?l Y?lmaz c. Turquie, no 28171/02, ? 26, 21 juillet 2005, et Kravchenko et autres (logements militaires) c. Russie, nos 11609/05, 12516/05, 17393/05, 20214/05, 25724/05, 32953/05, 1953/06, 10908/06, 16101/06, 26696/06, 40417/06, 44437/06, 44977/06, 46544/06, 50835/06, 22635/07, 36662/07, 36951/07, 38501/07, 54307/07, 22723/08, 36406/08 et 55990/08, ? 51, 16 septembre 2010).
39. Les requ?rants n?ayant pas satisfait aux obligations qui leur incombaient aux termes de l?article 60 du r?glement, la Cour estime qu?il convient de ne leur allouer aucune somme pour frais et d?pens.
C. Int?r?ts moratoires
40. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;

2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention ;

3. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser ? chacun des requ?rants, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, 4 500 EUR (quatre mille cinq cents euros) plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage moral ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ce montant sera ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

4. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 13 avril 2017, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Abel Campos Linos Alexandre Sicilianos
Greffier Pr?sident
?
ANNEXE
omissis

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