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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE COUTURON c. FRANCE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli:
Numero: 24756/10/2015
Stato: Francia
Data: 2015-06-25 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

Conclusioni :Non -violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 – Protezione della propriet?, articolo 1 al. 1 del Protocollo n? 1 – Rispetto dei beni,

QUINTA SEZIONE

CAUSA COUTURON C. FRANCIA

( Richiesta no 24756/10)

SENTENZA

STRASBURGO

25 giugno 2015

Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Couturon c. Francia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, quinta sezione, riunendosi in una camera composta di:
Marco Villiger, presidente,
Angelika Nu?berger,
Ganna Yudkivska,
Vincent A. Di Gaetano,
Helena J?derblom,
Ale? Pejchal, giudici,
Regola di Gocce, giudice ad hoc,
e di Claudia Westerdiek, greffi?re di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 2 giugno 2015,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 24756/10) diretta contro la Repubblica francese e di cui un cittadino di questo Stato, OMISSIS (“il richiedente”), ha investito la Corte il 1 aprile 2010 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? rappresentato da OMISSIS, avvocato a Parigi. Il governo francese (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. Francesco Alabrune, direttore delle cause giuridiche al ministero delle Cause estere.
3. Il Sig. A. Potocki, giudice eletto a titolo della Francia, essendo deportato si per l’esame di questa causa (articolo 28 dell’ordinamento della Corte), il presidente della camera ha deciso di designare il Sig. Regolo di Gocce per riunirsi in qualit? di giudice ad hoc, articolo 29 ? 1 b, dell’ordinamento.
4. Invocando l’articolo 1 del Protocollo no 1, il richiedente si lamentava in particolare di una violazione del suo diritto al rispetto dei suoi beni che risultano dal difetto di indennizzo della perdita di valore della sua propriet? a causa della costruzione di un’autostrada su una parte espropriata di questa.
5. La richiesta ? stata comunicata al Governo il 10 giugno 2013 per quanto cadeva su questo motivo di appello; ? stata dichiarata inammissibile per il surplus.
IN FATTO
LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
6. Il richiedente ? nato in 1921 e risiede a Neuilly-su-Senna. E? il proprietario di un insieme immobiliare situato sul territorio del comune di Naves, in Corr?ze, che consta del castello di Bach, le sue dipendenze ed un terreno di cui la superficie iniziale era di 27 ettari. Il castello, il portale di entrata e le orme di un chiostro ? iscritto all’inventario supplementare dei monumenti storici dal 1993.
7. Il 10 gennaio 1996, il progetto di costruzione di autostrada Ha 89 tra le Puy-di-duomo ed il Gironde fu dichiarato di utilit? pubblica.
8. Il Governo indica che, siccome l’ha sottolineato nei suoi conclusioni la commissione incaricata dell’inchiesta pubblica, l’obiettivo era di creare un collegamento veloce tra Bordeaux e Clermont Ferrand. Precisa che allo sguardo dello schema nazionale autostradale, appariva necessario stabilire delle “vie trasversali strutturate.”
9. Un appezzamento di circa 88 are adiacenti al portale suddetto ed appartenendo al richiedente fu oggetto di un’espropriazione nella cornice della realizzazione di questo progetto.
10. Con un giudizio del 13 ottobre 2000, la corte d’appello di Tulle fiss? le indennit? di espropriazione dovuta al richiedente a 118 906 franchi (18 127,10 euro (EUR)) di cui 95 125 franchi a titolo dell’indennit? principale e 23 781 franchi a titolo dell’indennit? di riutilizzazione, l’indennit? di riutilizzazione mira a coprire l’importo degli oneri e diritti che dovrebbero sopportare l’espropriato per ricostituire in natura il suo patrimonio. Respinse il richiedente della sua domanda di indennit? per deprezzamento del surplus della sua propriet?, al motivo che “l’amputazione fondiaria propriamente detta non causer? alla propriet? del Sig. Couturon nessuno danno”, e che “i soli danni suscettibili di essere subiti dalla propriet? saranno le nocivit? causate dalla prossimit? dell’autostrada che costituir? dei danni di lavori pubblici di cui l’indennizzo non rileva della competenza del giudice dell’espropriazione.”
11. Il richiedente interpose appello di questo giudizio dinnanzi alla corte di appello di Destituisci in ci? che respingeva questa domanda. Faceva valere che l’autostrada avrebbe devastato il paesaggio in che si trovava il castello e che l’ascendente che andava fino al portale, relegherebbe questo in un vicolo cieco. Sostenendo che l’insieme immobiliare che resta se ne troverebbe deprezzato, richiedeva un’indennit? di 231 722,50 EUR. Si basava a questo riguardo su una stima di deprezzamento realizzata da un notaio il 17 giugno 2002 sulla base di una perizia del valore della propriet? ordinata alla sua domanda il 15 dicembre 1999 col tribunale amministrativo di Destituisci. Questa stima precisa ci? che segue:
“(…) il deprezzamento risultante di un’autostrada pu? essere valutata a meno di meno 20 il 40% nello specifico, tenuto conto della prossimit? del vicinato, e, per il fatto che l’ascendente dell’autostrada rompe totalmente l’estetica notevole del luogo e di queste viste dirette, si deve considerare che perde il carattere eccellente della sua area che gli portava un plusvalore del 20%. Quindi, deprezzamento risultante dall?attraversamento dell’autostrada deve essere stimata al massimo della forchetta indicata, o il 40%. Il valore stimato dal perito giudiziale che ? di 579 306,26 franchi, questo deprezzamento? di 231 722,50 EUR.”
12. La corte respinse l’appello con una sentenza del 16 dicembre 2002. Sottoline? in particolare che, se l’ambiente della tenuta del richiedente andasse a perdere suo estetico, ci? non risulterebbe dallo spodestamento in lei stessa dell’appezzamento suddetto, ma delle pianificazioni che saranno stati praticati e del lavoro che sar? stato costruito. Ne dedusse che questa questione non rilevava del procedimento relativo alle indennit? dovute a ragione dell’espropriazione di questo appezzamento.
13. L’autostrada fu aperta alla circolazione il 24 febbraio 2003. ? situata a circa 250 metri del castello, a fronte a questo.
14. Il 8 dicembre 2003, il richiedente investe il tribunale amministrativo di Destituisci di una richiesta che tende alla condanna dello stato e la societ? di economia misto concessionario dell’autostrada a versargli una rendita annua di 5 000 EUR in risarcimento delle agitazioni sonore legate al funzionamento del lavoro stradale cos? come la somma di 231 722,50 EUR, in risarcimento del danno causato dal deprezzamento della sua propriet? a causa della costruzione dell’autostrada, che valutava al 40%.
15. Con un giudizio del 29 luglio 2006, il tribunale amministrativo respinse la domanda nel suo primo risvolto ma, l’accogliente parzialmente nel suo secondo risvolto e basandosi sulla perizia e la valutazione della deprezzamentosuddette, condann? il concessionario a versare 115 861,25 EUR al richiedente. Sottoline? in particolare che “la presenza visibile ed udibile di un’autostrada vicino immediata di una propriet? come un castello, allora stesso che non porterebbe per gli occupanti di questo delle agitazioni di godimento con loro stessi anormali e speciali, costituiva un elemento particolarmente sfavorevole per la quasi- totalit? degli acquirenti potenziali di questo tipo di residenza alla ricerca di una qualit? ambientalista particolare.” Avuto riguardo a questa circostanza, consider? che l’insediamento dell’autostrada Ha 89 aveva provocato una perdita di valore venale della propriet? del richiedente. Valut? questa perdita di valore al 20% piuttosto che al 40%, al motivo che “questa propriet? non [?tait] non situata nel vicinato immediato del lavoro controverso e che l’impatto dell’autostrada sull’ambiente, e nello specifico sulla vista della propriet? [del richiedente, era] limitato a causa dell’ottimizzazione del tracciato e della presenza di schermi vegetali.”
16. Questo giudizio fu annullato il 17 aprile 2008 dalla corte amministrativa di appello di Bordeaux. Giudic? che la presenza visibile ed udibile dell’autostrada situata a 250 metri del castello che appartiene al richiedente non era in lei stessa di natura tale da generare una perdita di valore venale indennizzabile, il deprezzamento addotto non potendo aprire diritto a risarcimento, qualunque sia le particolarit? della propriet? in causa che per quanto possa essere guardata come presentando un carattere anormale avuto riguardo alla gravit? delle agitazioni di godimento legato alla presenza del lavoro ed all’importanza del traffico stradale. Nella mancanza di agitazioni di questa natura che “supera quelli che, nell’interesse generale, possono essere portati a sopportare i proprietari che risiedono vicino ad un tale lavoro”, conclude che la perdita di valore venale di cui si lamentava il richiedente non poteva dare adito a.
17. Il richiedente investe il Consiglio di stato, sostenitore in particolare che la corte di appello aveva violato l’articolo 1 del Protocollo no 1 in non accordandogli un giusto indennizzo della perdita di valore venale che lede la sua propriet?. Il 2 ottobre 2009, il Consiglio di stato conclude qu ‘ “nessuno [di essi] mezzi [del richiedente] non era di natura tale da permettere l’ammissione del ricorso.”
IN DIRITTO
SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 ALLA CONVENZIONE
18. Il richiedente si lamenta di una violazione del suo diritto al rispetto dei suoi beni che risultano dal difetto di indennizzo della perdita di valore della sua propriet? a causa della costruzione di un’autostrada su una parte espropriata di questa. Invoca l’articolo 1 del Protocollo no 1 della Convenzione, ai termini del quale:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.?
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiede gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessari per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
19. Il Governo oppone a questa tesi.
A. Sull’ammissibilit?
20. Il Governo sostiene che il richiedente non ha esaurito le vie di ricorso interni. Espone a questo riguardo che l’articolo L. 13-13 del codice dell’espropriazione a causa di utilit? pubblica contempla che le indennit? assegnate devono coprire “l’interezza del danno diretto, materiale e certo, causato dall’espropriazione”, ci? che include bene il deprezzamento del surplus dell’espropriato. Osserva poi che, se il richiedente ha formulato una domanda in questo senso nella cornice del procedimento relativo alle indennit? di espropriazione, dinnanzi alla corte d’appello di Tulle poi la corte di appello di Destituisci, ha omesso di ricorrersi poi in cassazione.
21. Il richiedente replica che risulta della giurisprudenza della Corte che la regola dell’esaurimento delle vie di ricorso interni deve essere applicata con una certa flessibilit? e senza formalismo eccessivo, e che, se un richiedente dispone di pi? di una via di ricorso che pu? essere effettiva, ? unicamente nell’obbligo di utilizzare una di esse.
22. La Corte ricorda che ai termini dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione, non pu? essere investita che dopo l’esaurimento delle vie di ricorso interni. Tutto richiedente dovuto dare alle giurisdizioni interni l’occasione che questa disposizione ha per finalit? di predisporre in principio agli Stati contraenti: evitare o risanare le violazioni addotte contro essi. Questa regola si basi sull’ipotesi che l’ordine interno offre un ricorso effettivo in quanto alla violazione addotta dunque. Le disposizioni dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione non prescrivono mentre l’esaurimento dei ricorsi al tempo stesso relativi alle violazioni incriminate, disponibili ed adeguati. Devono esistere non solo ad un grado sufficiente di certezza in teoria ma anche in pratica, mancano loro altrimenti l’effettivit? e l’accessibilit? voluta; incombe sullo stato convenuto di dimostrare che queste esigenze si trovano riunite (vedere, tra numerose altre sentenze e decisioni, Mifsud c. Francia, d?c.) [GC], no 57220/00, ? 15, CEDH 2002VIII.?
23. La Corte osserva nello specifico che il richiedente ha presentato dinnanzi al giudice dell’espropriazione una domanda che tende all’indennizzo del deprezzamento della parte no-espropriata del suo bene. Questa domanda ? stata respinta dalla corte d’appello di Tulle con la corte di appello poi di Destituisci, al motivo che il danno invocato dal richiedente non risultava dallo spodestamento di un appezzamento della sua propriet? ma delle pianificazioni e del lavoro realizzate, e che una tale questione non rilevava del procedimento relativo alle indennit? dovute a ragione dell’espropriazione. Il richiedente non si ? ricorso in cassazione. Si ? avvalso per? di un’altra via: ha investito le giurisdizioni amministrative di una richiesta che tende alla condanna dello stato e della societ? di economia misto concessionario dell’autostrada a riparare il danno risultante del deprezzamento del suo propriet? seguito alla costruzione di questa infrastruttura. Ora appare che questa via era pi? atta a permettere l’esame del suo motivo di appello tirato dell’articolo 1 del Protocollo no 1 del procedimento relativo alle indennit? di espropriazione, questo che i conclusioni della corte d’appello di Tulle e della corte di appello di Destituisci tendono del resto a confermare. Il suo motivo di appello prevede il difetto di indennizzo della perdita di valore della parte difatti non espropriata del suo bene risultante no dell’amputazione di un appezzamento di questo, ma del tipo di pianificazione realizzata vicino in seguito all’espropriazione. In quanto al carattere effettivo di questo ricorso, risulta degli esempi giurisprudenziali citati dal Governo nel suo esposto, si tratta di sentenze del Consiglio di stato del 10 ottobre 1984, 9 novembre 1984 e 5 dicembre 1990, nostri 37192, 40394 e 60308 rispettivamente. Peraltro, ci? che importa, questo ? che la richiesta in risarcimento depositato dal richiedente ? stata esaminata effettivamente al fondo con le giurisdizioni amministrative investite (vedere, per esempio, Verein gegen Tierfabriken Schweiz (VgT, c,). Svizzera (no 2) [GC], no 32772/02, ?? 43-45, CEDH 2009. Ci? mostra che il giudice interno ? stato messo in misura di pronunciarsi sulla violazione addotta della Convenzione, ci? che risponde alla finalit? dell’articolo 35 ? 1, in primo luogo.
24. Pertanto, non si saprebbe rimproverare al richiedente di non avere esaurito le vie di ricorso interni.
25. Ci? che ?, la Corte constata che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato al senso dell’articolo 35 ? 3 ha, della Convenzione. Rileva peraltro che non cozza contro nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararlo ammissibile dunque.
B. Sul fondo
26. Il richiedente considera che la sua situazione ? comparabile a queste dei richiedenti nelle cause anteriori in che la Corte ha concluso ad una violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Cita i sentenze Sporrong e L?nnroth c. Svezia, 23 settembre 1982, serie Ha no 52, Allan Jacobsson c. Svezia (no 1) (25 ottobre 1989, serie Ha no 163, Pine Valley Developments Ltd ed altri c. Irlanda, 29 novembre 1991, serie Ha no 222, Papamichalopoulos ed altri c. Grecia, 24 giugno 1993, serie Ha no 260 B, Katte Klitsche del Fienile c. Italia, 27 ottobre 1994, serie Ha no 293 B, Loizidou c. Turchia, 23 marzo 1995, serie Ha no 310, e Phocas c. Francia, 23 aprile 1996, Raccolta delle sentenze e decisioni 1996 II. Attira in modo particolare l’attenzione sul sentenza Kozacolu ?c. Turchia [GC] (no 2334/03) 19 febbraio 2009 in che la Corte ha concluso che il fatto di fissare le indennit? relative all’espropriazione di un bene senza prendere in conto la sua rarit? e le sue caratteristiche architettoniche e storiche portavano violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Una parte della sua propriet? essendo iscritta all’inventario supplementare dei monumenti storici, si troverebbe in una situazione di questo tipo. Espone poi che il suo motivo di appello porta no sull’espropriazione in lei stessa, ma sulla perdita di valore venale che risulta vicino dalla presenza dell’autostrada immediata della sua propriet?. Rinviando al sentenza Sporrong e L?nnroth precitata, ricorda che un’indennit? pu? essere dovuta anche nella mancanza di spodestamento. Aggiunge che il fatto che la costruzione di questa autostrada rilevava dell’interesse generale non dispensava le autorit? di indennizzarlo della perdita di valore venale e delle agitazioni di godimento provocato dalla presenza di questo lavoro pubblico. Riferendosi in particolare ai sentenze Lallement c. Francia, no 46044/99, 11 aprile 2002, e Motais di Narbonne c. Francia (no 48161/99, 2 luglio 2002,) fa valere in particolare che in caso di privazione di propriet?, l’indennit? deve coprire la totalit? del danno subito e deve essere ragionevolmente in rapporto col valore del bene.
27. Il Governo stima che le cause alle quali si riferiscono il richiedente non sono trasportabili al caso di questo ultimo. Constata difatti che si inseriscono nel contesto di un procedimento di espropriazione, o portano sulle conseguenze di progetti di pianificazioni che portano un rischio di espropriazione o un’interdizione di costruire, sulla perdita di disponibilit? di un bene o sull’interdizione o la limitazione di costruire. Ora, sottolinea, da una parte, il richiedente ha beneficiato di un’indennit? di espropriazione e ha conservato la piena propriet? dei beni restando che non ? sottoposto a nessuno rischio di espropriazione o interdizione di costruire. Altra parte, le decisioni rese nella sua causa con le giurisdizioni amministrative francesi sono state sicuramente sul solo terreno della responsabilit? che impongo di riparare il danno risultante di un “danno speciale ed anormale” che provoca per l’interessato una rottura dell’uguaglianza dei carichi. Ora, sottolinea, la Corte ha giudicato nel causa Antunes Rodrigues c. Portogallo (no 18070/08) ? 35, 26 aprile 2011, che un regime di responsabilit? di questo tipo permette adeguatamente di mettere in bilancia gli interessi dell’interessato e quelli della comunit?. Aggiunge che, precisando che appartiene innanzitutto alle giurisdizioni interne di giudicare dell’esistenza di un tale danno e constatando che nessuno elemento permetteva di considerare in questa causa che le loro decisioni erano inficiate di arbitrariet? o manifestamente irragionevoli, ha concluso alla no-violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Rinviando alla stessa causa, sottolinea che la realizzazione di un lavoro destinato all’uso della collettivit?-tale l’autostrada Ha 89-cambio dell’interesse generale. Ricorda poi che risulta dalla giurisprudenza della Corte che l’articolo 1 del Protocollo no 1 non garantisce il diritto al mantenimento dei beni in un ambiente piacevole e che uniche delle nocivit? molto importanti possono costituire un attentato al diritto che garantisce. Infine, constata che le giurisdizioni amministrative hanno messo debitamente in bilancia gli interessi in presenza: tenendo particolarmente conto dell’insediamento geografico dell’autostrada, all’estremit? della propriet? del richiedente ed a 250 metri del castello, della specificit? dei luoghi, un parco di uno solo tenendo di parecchie decine di ettari, cos? come delle nocivit? sonore e visuali causate dal lavoro, hanno concluso che le agitazioni di godimento che ledevano il diritto di propriet? del richiedente non superavano quelli che, nell’interesse generale, possono essere portati a sopportare i proprietari che risiedono vicino ad un lavoro autostradale. Sottolinea poi che le loro decisioni non erano n? arbitrari n? manifestamente irragionevoli.
28. La Corte constata innanzitutto che la perdita di valore venale della parte non espropriata della propriet? del richiedente a causa della costruzione dell’autostrada Ha 89 ? accertata. Ci? risulta della valutazione notarile della deprezzamento prodottO poi dal richiedente dinnanzi alle giurisdizioni interne dinnanzi alla Corte cos? come del giudizio del tribunale amministrativo di Destituisci del 20 luglio 2006, no contraddice su questo punto con la sentenza della corte amministrativa di appello di Bordeaux del 17 aprile 2008. Ne deduce che il richiedente ? in grado di avvalersi di un attentato al suo diritto al rispetto dei suoi beni.
29. Ricorda poi che l’articolo 1 del Protocollo no 1 contiene tre norme distinte: la prima che si esprime nella prima frase del primo capoverso e riveste un carattere generale, enuncia il principio del rispetto della propriet?; la seconda che figura nel secondo fraseggia dello stesso capoverso, prevedi la privazione di propriet? e la sottopone a certe condizioni; in quanto alla terza, registrata nel secondo capoverso, riconosce agli Stati il potere, entra altri, di regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale (vedere, tra molto altri, Sporrong e L?nnroth, precitata, ? 61, Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999 II, Immobiliare Saffi c. Italia [GC], no 22774/93, ? 44, CEDH 1999 V, Broniowski c. Polonia [GC], no 31443/96, ? 134, CEDH 2004 V, e Visti? ?e Perepjolkins c. Lettonia [GC], no 71243/01, ? 93, 25 ottobre 2012.
30. Nello specifico, il richiedente non si lamenta della privazione di propriet? di cui ? stato l’oggetto. Denuncia il difetto di indennizzo della perdita di valore della parte non espropriata della sua propriet? che risulta no dell’amputazione di un appezzamento di questo, ma delle nocivit? sonore e paesaggistiche dovute al tipo di pianificazione realizzata vicino in seguito all’espropriazione. Come sottolinea il Governo, il diritto interno non permette un tale indennizzo che in presenza di un danno speciale ed anormale che provoca per l’interessato una rottura dell’uguaglianza dei carichi. Ora la corte amministrativa di appello di Bordeaux ha considerato che il richiedente non subiva un danno di questa ampiezza, paragrafo 16 sopra.
31. La Corte deduce ne che la norma pertinente nello specifico non ? n? quella che enuncia il secondo fraseggio del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1, n? quella che enuncia il secondo capoverso di questa disposizione. Esaminer? i fatti della causa all’auna della prima frase dell’articolo 1 dunque del Protocollo no 1.
32. Alle fini di questa disposizione, la Corte deve ricercare se un giusto equilibrio ? stato mantenuto tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo, Sporrong e L?nnroth, precitata, ? 69. La ricerca di simile equilibrio si riflette in verit? nella struttura dell’articolo 1 del Protocollo no 1 tutto intero: deve esistere in ogni caso un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo previsto, vedere in particolare, precitata, Ouzounoglou, ? 29. Questo equilibrio ? rotto se la persona riguardata ha avuto a subire un carico speciale ed esorbitante (vedere, particolarmente Perdig?o c. Portogallo [GC], no 24768/06, ? 67, 16 novembre 2010, ed Antunes Rodrigues, precitata, ? 29. Cos?, nel caso di una privazione di propriet?, la mancanza di indennizzo costituisce in principio un carico eccessivo e porti a lei unica violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (vedere, in particolare, Papachelas c. Grecia [GC], no 31423/96, ? 48, CEDH 1999II, non ne ?va cos? quando l’attentato al diritto al rispetto dei beni denunciati cambio del secondo capoverso di questa disposizione (vedere, per esempio, Depalle c. Francia [GC], no 34044/02, ? 91, CEDH 2010, o, siccome nello specifico, della prima frase del primo capoverso. Non si tratta mentre di uno dei fattori a prendere in conto per stabilire se il giusto equilibrio ? stato rispettato.
33. Bisogna ricordare inoltre che l’esercizio reale ed efficace del diritto che garantisce l’articolo 1 del Protocollo no 1 non dipenda unicamente dal dovere dello stato di astenersi di ogni ingerenza; pu? esigere delle misure positive di protezione, particolarmente l? dove esiste un legame diretto tra le misure che un richiedente potrebbe aspettare legittimamente delle autorit? ed il godimento effettivo con questo ultimo dei suoi beni, ?neryldz ?c. Turchia [GC], no 48939/99, ? 134, CEDH 2004 XII; vedere anche, in particolare, Bistrovi ?c. Croazia, no 25774/05, ? 33, 31 maggio 2007. Ci? implica in particolare per lo stato l’obbligo di contemplare un procedimento giudiziale che sia vincolato dalle garanzie di procedimento necessario e che permetta cos? ai tribunali nazionali di decidere efficacemente ed equamente ogni controversia relativa alle questioni di propriet? (Bistrovi, precitata, anche paragrafo.
34. Nello specifico, la Corte osserva in primo luogo che i fatti denunciati dal richiedente si inseriscono nel contesto del collocamento in ?uvre di una politica di piano di sviluppo del territorio. Ricorda che questo tipo di politici, dove l’interesse generale della comunit? occupa un posto preminente, guinzaglio allo stato un margine di valutazione pi? grande che quando sono esclusivamente in gioco dei diritti civili (vedere, in particolare, Depalle, precitata, ? 84, CEDH 2010.
35. Poi, trattandosi dell’esame della proporzionalit?, stima che lo specifico deve essere avvicinato dei cause Ouzounoglou c. Grecia, no 32730/03, 24 novembre 2005, ed Athanasiou ed altri c. Grecia (no 2531/02, 9 febbraio 2006,) anche se queste cause riguardavano il secondo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Difatti, come indicato precedentemente, nel caso dell’applicazione di questa disposizione come in quello dell’applicazione della prima frase dell’articolo 1 del Protocollo no 1, ci? che importa questo ? che un giusto equilibrio sia mantenuto tra gli imperativi dell’interesse generale e quelli della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo.
36. La prima di queste cause riguardava la situazione di una nessuno che, nel contesto della realizzazione di un progetto stradale, era stata espropriata di una parte (1 076 m2, del terreno di 3 643 m2 su che si trovava la sua residenza principale, e che si lamentava di una violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 risultante del rifiuto di indennizzare il deprezzamento della parte non espropriato bene di suo dovuta alla natura del lavoro. Nel secondo, i richiedenti sviluppavano lo stesso tipo di motivo di appello nel contesto della costruzione di una linea e di un ponte ferroviario destinato alla circolazione di treni a grande velocit?.
37. La Corte ha ricordato che, nelle cause anteriori in che aveva esaminato la questione del rifiuto delle giurisdizioni elleniche di fissare un’indennit? speciale per le parti restante dei terreni previsti da una misura di espropriazione, aveva giudicato che avuto riguardo al margine di valutazione che l’articolo 1 del Protocollo no 1 guinzaglio alle autorit? nazionali, il fatto che le giurisdizioni elleniche non avevano tenuto contano della natura dei lavori effettuati e della questione di sapere se questi avvantaggiavano o non i proprietari ma si erano basate solamente sulla scissione della propriet?, non avevano portato violazione di questa disposizione, Azas c. Grecia, no 50824/99, 19 settembre 2002, Interoliva ABEE c. Grecia, no 58642/00, 10 luglio 2003, Konstantopoulos AE ed altri c. Grecia, no 58634/00, 10 luglio 2003 e Biozokat A.E. c. Grecia, no 61582/00, 9 ottobre 2003. Ha notato per? qu ‘ “alla differenza di queste cause in che, mancanza di mancanza manifesta di arbitrariet?, lei se ne [era] rimessa al margine di valutazione delle autorit? nazionali”, era pi? evidente nei casi dei richiedenti nei cause Ouzounoglou ed Athanasiou ed altri che la natura del lavoro aveva contribuito direttamente al “deprezzamento sostanziale” del valore delle parti restante. Ha rilevato a questo riguardo che, nella prima causa, la casa familiare del richiedente si trovava oramai situata all’incrocio di quattro strade ed ad una distanza di 15 metri di un ponte sospeso e che, messi a parte lo fa che il campo di vista della sua propriet? dava direttamente sulla nuova autostrada, il richiedente era esposto agli effetti dell’inquinamento sonoro e delle vibrazioni consolidate. Nel secondo mi affaccendo, ha constatato che le case di ciascuno dei quattro richiedenti si trovavano ad una distanza inferiore a cinque metri delle rotaie, con tutte le nocivit? che una tale situazione provocava. Ha di notato pi? che le case di tre di essi si trovavano ad un livello inferiore rispetto al ponte ferroviario, cos? che il loro orizzonte era ostruito definitivamente e che si trovavano esposizioni ad un inquinamento sonoro ed alle vibrazioni consolidate. Ha rilevato peraltro che lo sfruttamento della parte non espropriato del terreno dell’altro richiedente che si trovava sotto il ponte ferroviario ed era inedificabile in ragione dell’espropriazione, si trovava seriamente compromessa. Ne ha dedotto nelle due cause che negando di indennizzare i richiedenti per l’abbassamento del valore della parte non espropriato dei loro terreni, il giudice interno aveva rotto appena l’equilibro dinnanzi a regnare tra le salvaguardie dei diritti individuali e le esigenze dell’interesse generale, e ha concluso alla violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
38. Nello specifico, come indicato precedentemente, la perdita di valore venale della parte non espropriata della propriet? del richiedente che consta in particolare di un castello, le orme di un chiostri ed un portale iscritto all’inventario dei monumenti storici, a causa della costruzione dell’autostrada Ha 89 ? accertata. Per?, che si consideri che questa perdita di valore venale ? del 20%-come il tribunale amministrativo di Destituisci-o del 40%-come il notaio che ha calcolato il deprezzamento nel 2002-, gli effetti del vicinato di questa autostrada sulla propriet? del richiesto sono senza comune misura con quelli di cui era questione nei causa Ouzounoglou ed Athanasiou ed altri. Secondo la Corte, non si pu? dire in queste condizioni che il richiedente ha avuto a sopportare un carico speciale ed esorbitante.
39. Trattandosi dei procedimenti alle quali il richiedente ha avuto accesso, bisogna avvicinare il presente genere dei cause Antunes Rodrigues e Bistrovi ?precitati.
40. Nella prima di queste cause, la Corte ha concluso alla no-violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 nel caso di un rifiuto di indennizzare il deprezzamento di un immobile causato dalla costruzione di un lavoro pubblico tagliente il suo accesso ad una strada, al motivo che non c’era danno “speciale ed anormale” che provoca rottura dell’uguaglianza dei carichi. La Corte ha giudicato che un sistema che consiste in ricercare un tale danno era accettabile nel contesto di una misura di regolamentazione dell’uso dei beni. Dopo avere rilevato la mancanza di elemento che permette di concludere che le decisioni delle giurisdizioni portoghesi erano inficiate di arbitrariet? o manifestamente irragionevoli, ha considerato che l’abbassamento del valore commerciale dell’immobile in causa non bastava, in quanto tale e nella mancanza di altri elementi, a mettere queste in causa.
41. In altre di queste cause che riguardavano l’espropriazione parziale di una coppia di agricoltori nella cornice della realizzazione di un progetto autostradale, la Corte ha concluso al contrario alla violazione di questa disposizione a ragione del difetto di presa in conto nel procedimento di espropriazione della perdita di valore della parte non espropriato del bene. Per giungere a questa conclusione, ha rilevato in particolare che, per fissare l’indennit? di espropriazione, le giurisdizioni interne avevano omesso di prendere in conto lo fa che l’autostrada passerebbe a due o tre metri della casa dei richiedenti e che la loro propriet? si troverebbe privata dell’ambiente piacevole in che si trovava, di una molto grande corte, di una debole esposizione al rumore e di una struttura particolarmente adattata allo sfruttamento agricolo. Ha di constatato pi? che le giurisdizioni interne si erano basate su un rapporto di perizia invalsa senza che il perito si sia reso sui luoghi, e non avevano verificato le affermazioni dei richiedenti secondo che suddetto esperto si era basato su una carta erronea, mettendosi cos? nell’impossibilit? di fissare un’indennit? adeguata.
42. Nello specifico, alla differenza delle giurisdizioni croate nel causa Bistrovi?, le giurisdizioni francesi hanno esaminato debitamente gli argomenti del richiedente relativo al deprezzamento del suo propriet? seguito alla costruzione dell’autostrada Ha 89. Ha in fatto beneficiato di un procedimento comparabile a quella di cui era questione nel causa Antunes Rodrigues. Mentre aveva ottenuto guadagno di causa in prima istanza, la corte amministrativa di appello di Bordeaux, rilevando in particolare che l’autostrada si trovava a 250 metri del castello, ha giudicato che non poteva avvalersi di un danno “anormale e speciale” e che, se esistevano delle agitazioni di godimento per il richiedente, questi non superavano quelli che, nell’interesse generale, possono essere portati a sopportare i proprietari che risiedono vicino ad un lavoro autostradale. Anche se, al contrario del tribunale amministrativo di Destituisci, la corte amministrativa di appello non ha fatto riferimento alla specificit? di questo bene, niente di do a pensare che questa decisione era inficiata di arbitrariet? o manifestamente irragionevole.
43. Pertanto, da una parte, avuto riguardo al margine di valutazione di cui la Francia disponeva nello specifico, saprebbe essere sostenuto respingendo solamente la domanda del richiedente che tende al risarcimento del danno risultante del deprezzamento del suo propriet? seguito alla costruzione dell’autostrada Ha 89, le giurisdizioni interne hanno omesso di badare al mantenimento di un giusto equilibro tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali del richiedente. Considerando, altro parte che niente conduce a considerare che il richiedente non ha beneficiato di un esame giurisdizionale equo della sua causa, la Corte conclude che non c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara la richiesta ammissibile per quanto ricade nell’articolo 1 del Protocollo no 1;

2. Stabilisce che non c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
Fatto in francese, poi comunicato per iscritto il 25 giugno 2015, in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Claudia Westerdiek Marco Villiger
Cancelliera Presidente

Testo Tradotto

Conclusions:Non-violation de l’article 1 du Protocole n? 1 – Protection de la propri?t? (article 1 al. 1 du Protocole n? 1 – Respect des biens)

CINQUI?ME SECTION

AFFAIRE COUTURON c. FRANCE

(Requ?te no 24756/10)

ARR?T

STRASBOURG

25 juin 2015

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Couturon c. France,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (cinqui?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
Mark Villiger, pr?sident,
Angelika Nu?berger,
Ganna Yudkivska,
Vincent A. De Gaetano,
Helena J?derblom,
Ale? Pejchal, juges,
R?gis de Gouttes, juge ad hoc,
et de Claudia Westerdiek, greffi?re de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 2 juin 2015,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 24756/10) dirig?e contre la R?publique fran?aise et dont un ressortissant de cet ?tat, OMISSIS (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 1er avril 2010 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant est repr?sent? par OMISSIS, avocat ? Paris. Le gouvernement fran?ais (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. Fran?ois Alabrune, directeur des affaires juridiques au minist?re des Affaires ?trang?res.
3. M. A. Potocki, juge ?lu au titre de la France, s??tant d?port? pour l?examen de cette affaire (article 28 du r?glement de la Cour), le pr?sident de la chambre a d?cid? de d?signer M. R?gis de Gouttes pour si?ger en qualit? de juge ad hoc (article 29 ? 1 b) du r?glement).
4. Invoquant l?article 1 du Protocole no 1, le requ?rant se plaignait notamment d?une violation de son droit au respect de ses biens r?sultant du d?faut d?indemnisation de la perte de valeur de sa propri?t? du fait de la construction d?une autoroute sur une partie expropri?e de celle-ci.
5. La requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement le 10 juin 2013 pour autant qu?elle portait sur ce grief ; elle a ?t? d?clar?e irrecevable pour le surplus.
EN FAIT
LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
6. Le requ?rant est n? en 1921 et r?side ? Neuilly-Sur-Seine. Il est propri?taire d?un ensemble immobilier situ? sur le territoire de la commune de Naves, en Corr?ze, comprenant le ch?teau de Bach, ses d?pendances et un terrain dont la superficie initiale ?tait de 27 hectares. Le ch?teau, le portail d?entr?e et les vestiges d?un clo?tre sont inscrits ? l?inventaire suppl?mentaire des monuments historiques depuis 1993.
7. Le 10 janvier 1996, le projet de construction de d?autoroute A 89 entre le Puy-de-D?me et la Gironde fut d?clar? d?utilit? publique.
8. Le Gouvernement indique que, comme l?a soulign? dans ses conclusions la commission charg?e de l?enqu?te publique, l?objectif ?tait de cr?er une liaison rapide entre Bordeaux et Clermont Ferrand. Il pr?cise qu?au regard du sch?ma national autoroutier, il apparaissait n?cessaire d??tablir des ? voies transversales structurantes ?.
9. Une parcelle d?environ 88 ares adjacente au portail susmentionn? et appartenant au requ?rant fit l?objet d?une expropriation dans le cadre de la r?alisation de ce projet.
10. Par un jugement du 13 octobre 2000, le tribunal de grande instance de Tulle fixa les indemnit?s d?expropriation dues au requ?rant ? 118 906 francs (18 127,10 euros (EUR)), dont 95 125 francs au titre de l?indemnit? principale et 23 781 francs au titre de l?indemnit? de remploi (l?indemnit? de remploi vise ? couvrir le montant des frais et droits que devrait supporter l?expropri? pour reconstituer en nature son patrimoine). Il d?bouta le requ?rant de sa demande d?indemnit? pour d?pr?ciation du surplus de sa propri?t?, au motif que ? l?amputation fonci?re proprement dite ne causera ? la propri?t? de M. Couturon aucun dommage ?, et que ? les seuls dommages susceptibles d??tre subis par la propri?t? (…) seront les nuisances caus?es par la proximit? de l?autoroute, qui constitueront des dommages de travaux publics dont l?indemnisation ne rel?ve pas de la comp?tence du juge de l?expropriation ?.
11. Le requ?rant interjeta appel de ce jugement devant la cour d?appel de Limoges en ce qu?il rejetait cette demande. Il faisait valoir que l?autoroute d?vasterait le paysage dans lequel se trouvait le ch?teau et que l?emprise, qui allait jusqu?au portail, rel?guerait celui-ci dans un cul-de-sac. Soutenant que l?ensemble immobilier restant s?en trouverait d?pr?ci?, il r?clamait une indemnit? de 231 722,50 EUR. Il se fondait ? cet ?gard sur une estimation de la moins-value r?alis?e par un notaire le 17 juin 2002 sur la base d?une expertise de la valeur de la propri?t? ordonn?e ? sa demande le 15 d?cembre 1999 par le tribunal administratif de Limoges. Cette estimation pr?cise ce qui suit :
? (…) la moins-value r?sultant d?une autoroute peut ?tre ?valu?e de moins 20 ? moins 40 % en l?esp?ce, compte tenu de la proximit? du voisinage, et, du fait que l?emprise de l?autoroute rompt totalement l?esth?tique remarquable du lieu et de ces vues directes, on doit consid?rer qu?il perd le caract?re excellent de son emplacement qui lui apportait une plus-value de 20 %. D?s lors, la moins-value r?sultant de la travers?e de l?autoroute doit ?tre estim?e au maximum de la fourchette indiqu?e, soit 40 %. La valeur estim?e par l?expert judiciaire ?tant de 579 306,26 francs, cette moins-value est de 231 722,50 EUR ?.
12. La cour rejeta l?appel par un arr?t du 16 d?cembre 2002. Elle souligna notamment que, si l?environnement du domaine du requ?rant allait perdre son esth?tique, cela ne r?sulterait pas de la d?possession en elle-m?me de la parcelle susmentionn?e, mais des am?nagements qui y auront ?t? pratiqu?s et de l?ouvrage qui y aura ?t? construit. Elle en d?duisit que cette question ne relevait pas de la proc?dure relative aux indemnit?s dues ? raison de l?expropriation de cette parcelle.
13. L?autoroute fut ouverte ? la circulation le 24 f?vrier 2003. Elle est situ?e ? environ 250 m?tres du ch?teau, face ? celui-ci.
14. Le 8 d?cembre 2003, le requ?rant saisit le tribunal administratif de Limoges d?une requ?te tendant ? la condamnation de l??tat et la soci?t? d??conomie mixte concessionnaire de l?autoroute ? lui verser une rente annuelle de 5 000 EUR en r?paration des troubles sonores li?s au fonctionnement de l?ouvrage routier ainsi que la somme de 231 722,50 EUR, en r?paration du pr?judice caus? par la d?pr?ciation de sa propri?t? du fait de la construction de l?autoroute (qu?il ?valuait ? 40 %).
15. Par un jugement du 29 juillet 2006, le tribunal administratif rejeta la demande en son premier volet mais, l?accueillant partiellement en son second volet et se fondant sur l?expertise et l??valuation de la moins-value susmentionn?es, condamna le concessionnaire ? verser 115 861,25 EUR au requ?rant. Il souligna notamment que ? la pr?sence visible et audible d?une autoroute ? proximit? imm?diate d?une propri?t? telle qu?un ch?teau, alors m?me qu?elle n?emporterait pas pour les occupants de celui-ci des troubles de jouissance par eux-m?mes anormaux et sp?ciaux, constitu[ait] un ?l?ment particuli?rement d?favorable pour la quasi-totalit? des acqu?reurs potentiels de ce type de r?sidence ? la recherche d?une qualit? environnementale particuli?re ?. Eu ?gard ? cette circonstance, il retint que l?implantation de l?autoroute A 89 avait entra?n? une perte de valeur v?nale de la propri?t? du requ?rant. Il ?valua cette perte de valeur ? 20 % plut?t qu?? 40 %, au motif que ? cette propri?t? n?[?tait] pas situ?e dans le voisinage imm?diat de l?ouvrage litigieux et que l?impact de l?autoroute sur l?environnement, et en l?esp?ce sur la vue de la propri?t? [du requ?rant, ?tait] limit? du fait de l?optimisation du trac? et de la pr?sence d??crans v?g?taux ?.
16. Ce jugement fut infirm? le 17 avril 2008 par la cour administrative d?appel de Bordeaux. Elle jugea que la pr?sence visible et audible de l?autoroute situ?e ? 250 m?tres du ch?teau appartenant au requ?rant n??tait pas en elle-m?me de nature ? g?n?rer une perte de valeur v?nale indemnisable, la d?pr?ciation all?gu?e ne pouvant ouvrir droit ? r?paration, quelles que soient les particularit?s de la propri?t? en cause, que pour autant qu?elle puisse ?tre regard?e comme pr?sentant un caract?re anormal eu ?gard ? la gravit? des troubles de jouissance li?s ? la pr?sence de l?ouvrage et ? l?importance du trafic routier. En l?absence de troubles de cette nature ? exc?dant ceux que, dans l?int?r?t g?n?ral, peuvent ?tre amen?s ? supporter les propri?taires r?sidant ? proximit? d?un tel ouvrage ?, elle conclut que la perte de valeur v?nale dont se plaignait le requ?rant ne pouvait donner lieu ? r?paration.
17. Le requ?rant saisit le Conseil d??tat, soutenant notamment que la cour d?appel avait viol? l?article 1 du Protocole no 1 en ne lui accordant pas une juste indemnisation de la perte de valeur v?nale affectant sa propri?t?. Le 2 octobre 2009, le Conseil d??tat conclut qu?? aucun [des] moyens [du requ?rant] n??tait de nature ? permettre l?admission du pourvoi ?.
EN DROIT
SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 A LA CONVENTION
18. Le requ?rant se plaint d?une violation de son droit au respect de ses biens r?sultant du d?faut d?indemnisation de la perte de valeur de sa propri?t? du fait de la construction d?une autoroute sur une partie expropri?e de celle-ci. Il invoque l?article 1 du Protocole no 1 de la Convention, aux termes duquel :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
19. Le Gouvernement s?oppose ? cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
20. Le Gouvernement soutient que le requ?rant n?a pas ?puis? les voies de recours internes. Il expose ? cet ?gard que l?article L. 13-13 du code de l?expropriation pour cause d?utilit? publique pr?voit que les indemnit?s allou?es doivent couvrir ? l?int?gralit? du pr?judice directe, mat?riel et certain, caus? par l?expropriation ?, ce qui inclut la d?pr?ciation du surplus du bien expropri?. Il observe ensuite que, si le requ?rant a formul? une demande dans ce sens dans le cadre de la proc?dure relative aux indemnit?s d?expropriation, devant le tribunal de grande instance de Tulle puis la cour d?appel de Limoges, il a omis de se pourvoir ensuite en cassation.
21. Le requ?rant r?plique qu?il r?sulte de la jurisprudence de la Cour que la r?gle de l??puisement des voies de recours internes doit ?tre appliqu?e avec une certaine souplesse et sans formalisme excessif, et que, si un requ?rant dispose de plus d?une voie de recours pouvant ?tre effective, il est uniquement dans l?obligation d?utiliser l?une d?elles.
22. La Cour rappelle qu?aux termes de l?article 35 ? 1 de la Convention, elle ne peut ?tre saisie qu?apr?s l??puisement des voies de recours internes. Tout requ?rant doit avoir donn? aux juridictions internes l?occasion que cette disposition a pour finalit? de m?nager en principe aux ?tats contractants : ?viter ou redresser les violations all?gu?es contre eux. Cette r?gle se fonde donc sur l?hypoth?se que l?ordre interne offre un recours effectif quant ? la violation all?gu?e. Les dispositions de l?article 35 ? 1 de la Convention ne prescrivent cependant que l??puisement des recours ? la fois relatifs aux violations incrimin?es, disponibles et ad?quats. Ils doivent exister ? un degr? suffisant de certitude non seulement en th?orie mais aussi en pratique, sans quoi leur manquent l?effectivit? et l?accessibilit? voulues ; il incombe ? l??tat d?fendeur de d?montrer que ces exigences se trouvent r?unies (voir, parmi de nombreux autres arr?ts et d?cisions, Mifsud c. France (d?c.) [GC], no 57220/00, ? 15, CEDH 2002?VIII).
23. La Cour observe en l?esp?ce que le requ?rant a pr?sent? devant le juge de l?expropriation une demande tendant ? l?indemnisation de la d?pr?ciation de la partie non-expropri?e de son bien. Cette demande a ?t? rejet?e par le tribunal de grande instance de Tulle puis par la cour d?appel de Limoges, au motif que le pr?judice invoqu? par le requ?rant ne r?sultait pas de la d?possession d?une parcelle de sa propri?t? mais des am?nagements et de l?ouvrage r?alis?s, et qu?une telle question ne relevait pas de la proc?dure relative aux indemnit?s dues ? raison de l?expropriation. Le requ?rant ne s?est pas pourvu en cassation. Il a cependant us? d?une autre voie : il a saisi les juridictions administratives d?une requ?te tendant ? la condamnation de l??tat et de la soci?t? d??conomie mixte concessionnaire de l?autoroute ? r?parer le pr?judice r?sultant de la d?pr?ciation de sa propri?t? suite ? la construction de cette infrastructure. Or il apparait que cette voie ?tait plus apte ? permettre l?examen de son grief tir? de l?article 1 du Protocole no 1 que la proc?dure relative aux indemnit?s d?expropriation (ce que les conclusions du tribunal de grande instance de Tulle et de la cour d?appel de Limoges tendent d?ailleurs ? confirmer). Son grief vise en effet le d?faut d?indemnisation de la perte de valeur de la partie non expropri?e de son bien r?sultant non de l?amputation d?une parcelle de celui-ci, mais du type d?am?nagement r?alis? ? proximit? cons?cutivement ? l?expropriation. Quant au caract?re effectif de ce recours, il ressort des exemples jurisprudentiels cit?s par le Gouvernement dans son m?moire (il s?agit d?arr?ts du Conseil d??tat des 10 octobre 1984, 9 novembre 1984 et 5 d?cembre 1990, nos 37192, 40394 et 60308 respectivement). Par ailleurs, ce qui importe, c?est que la requ?te en r?paration d?pos?e par le requ?rant a ?t? effectivement examin? au fond par les juridictions administratives saisies (voir, par exemple, Verein gegen Tierfabriken Schweiz (VgT) c. Suisse (no 2) [GC], no 32772/02, ?? 43-45, CEDH 2009). Cela montre que le juge interne a ?t? mis en mesure de se prononcer en premier lieu sur la violation all?gu?e de la Convention, ce qui r?pond ? la finalit? de l?article 35 ? 1.
24. Partant, on ne saurait reprocher au requ?rant de ne pas avoir ?puis? les voies de recours internes.
25. Cela ?tant, la Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs qu?il ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
26. Le requ?rant consid?re que sa situation est comparable ? celles des requ?rants dans des affaires ant?rieures dans lesquelles la Cour a conclu ? une violation de l?article 1 du Protocole no 1. Il cite les arr?ts Sporrong et L?nnroth c. Su?de (23 septembre 1982, s?rie A no 52), Allan Jacobsson c. Su?de (no 1) (25 octobre 1989, s?rie A no 163), Pine Valley Developments Ltd et autres c. Irlande (29 novembre 1991, s?rie A no 222), Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce (24 juin 1993, s?rie A no 260 B), Katte Klitsche de la Grange c. Italie (27 octobre 1994, s?rie A no 293 B), Loizidou c. Turquie (23 mars 1995, s?rie A no 310) et Phocas c. France (23 avril 1996, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996 II). Il attire tout particuli?rement l?attention sur l?arr?t Kozac?o?lu c. Turquie [GC] (no 2334/03, 19 f?vrier 2009), dans lequel la Cour a conclu que le fait de fixer les indemnit?s relatives ? l?expropriation d?un bien sans prendre en compte sa raret? et ses caract?ristiques architecturales et historiques emportait violation de l?article 1 du Protocole no 1. Une partie de sa propri?t? ?tant inscrite ? l?inventaire suppl?mentaire des monuments historiques, il se trouverait dans une situation de ce type. Il expose ensuite que son grief porte non sur l?expropriation en elle?m?me, mais sur la perte de valeur v?nale r?sultant de la pr?sence de l?autoroute ? proximit? imm?diate de sa propri?t?. Renvoyant ? l?arr?t Sporrong et L?nnroth pr?cit?, il rappelle qu?une indemnit? peut ?tre due m?me en l?absence de d?possession. Il ajoute que le fait que la construction de cette autoroute relevait de l?int?r?t g?n?ral ne dispensait pas les autorit?s de l?indemniser de la perte de valeur v?nale et des troubles de jouissance occasionn?s par la pr?sence de cet ouvrage public. Se r?f?rant notamment aux arr?ts Lallement c. France (no 46044/99, 11 avril 2002) et Motais de Narbonne c. France (no 48161/99, 2 juillet 2002), il fait en particulier valoir qu?en cas de privation de propri?t?, l?indemnit? doit couvrir la totalit? du pr?judice subi et ?tre raisonnablement en rapport avec la valeur du bien.
27. Le Gouvernement estime que les affaires auxquelles se r?f?re le requ?rant ne sont pas transposables au cas de ce dernier. Il constate en effet qu?elles s?inscrivent dans le contexte d?une proc?dure d?expropriation, ou portent sur les cons?quences de projets d?am?nagements emportant un risque d?expropriation ou une interdiction de construire, sur la perte de disponibilit? d?un bien ou sur l?interdiction ou la limitation de construire. Or, souligne-t-il, d?une part, le requ?rant a b?n?fici? d?une indemnit? d?expropriation et conserve la pleine propri?t? des biens restant, lesquels ne sont soumis ? aucun risque d?expropriation ou interdiction de construire. D?autre part, les d?cisions rendues en sa cause par les juridictions administratives fran?aises l?ont ?t? sur le seul terrain de la responsabilit? sans faute, qui impose de r?parer le dommage r?sultant d?un ? pr?judice sp?cial et anormal ? entra?nant pour l?int?ress? une rupture de l??galit? des charges. Or, souligne-t-il, la Cour a jug? dans l?affaire Antunes Rodrigues c. Portugal (no 18070/08, ? 35, 26 avril 2011) qu?un r?gime de responsabilit? de ce type permet ad?quatement de mettre en balance les int?r?ts de l?int?ress? et ceux de la communaut?. Il ajoute que, pr?cisant qu?il appartient avant tout aux juridictions internes de juger de l?existence d?un tel pr?judice et constatant qu?aucun ?l?ment ne permettait de consid?rer dans cette affaire que leurs d?cisions ?taient entach?es d?arbitraire ou manifestement d?raisonnables, elle a conclu ? la non-violation de l?article 1 du Protocole no 1. Renvoyant ? la m?me affaire, il souligne que la r?alisation d?un ouvrage destin? ? l?usage de la collectivit? ? telle l?autoroute A 89 ? rel?ve de l?int?r?t g?n?ral. Il rappelle ensuite qu?il r?sulte de la jurisprudence de la Cour que l?article 1 du Protocole no 1 ne garantit pas le droit au maintien des biens dans un environnement agr?able et que seules des nuisances tr?s importantes peuvent constituer une atteinte au droit qu?il garantit. Enfin, il constate que les juridictions administratives ont d?ment mis en balance les int?r?ts en pr?sence : tenant notamment compte de l?implantation g?ographique de l?autoroute (? l?extr?mit? de la propri?t? du requ?rant et ? 250 m?tres du ch?teau), de la sp?cificit? des lieux (un parc d?un seul tenant de plusieurs dizaines d?hectares ), ainsi que des nuisances sonores et visuelles caus?es par l?ouvrage, elles ont conclu que les troubles de jouissance qui affectaient le droit de propri?t? du requ?rant n?exc?daient pas ceux que, dans l?int?r?t g?n?ral, peuvent ?tre amen?s ? supporter les propri?taires r?sidant ? proximit? d?un ouvrage autoroutier. Il souligne ensuite que leurs d?cisions n??taient ni arbitraires ni manifestement d?raisonnables.
28. La Cour constate tout d?abord que la perte de valeur v?nale de la partie non expropri?e de la propri?t? du requ?rant du fait de la construction de l?autoroute A 89 est av?r?e. Cela ressort de l??valuation notariale de la moins-value produite par le requ?rant devant les juridictions internes puis devant la Cour ainsi que du jugement du tribunal administratif de Limoges du 20 juillet 2006 (non contredit sur ce point par l?arr?t de la cour administrative d?appel de Bordeaux du 17 avril 2008). Elle en d?duit que le requ?rant est en mesure de se pr?valoir d?une atteinte ? son droit au respect de ses biens.
29. Elle rappelle ensuite que l?article 1 du Protocole no 1 contient trois normes distinctes : la premi?re, qui s?exprime dans la premi?re phrase du premier alin?a et rev?t un caract?re g?n?ral, ?nonce le principe du respect de la propri?t? ; la deuxi?me, qui figure dans la seconde phrase du m?me alin?a, vise la privation de propri?t? et la soumet ? certaines conditions ; quant ? la troisi?me, consign?e dans le second alin?a, elle reconna?t aux ?tats le pouvoir, entre autres, de r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral (voir, parmi beaucoup d?autres, Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, ? 61, Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999 II, Immobiliare Saffi c. Italie [GC], no 22774/93, ? 44, CEDH 1999 V, Broniowski c. Pologne [GC], no 31443/96, ? 134, CEDH 2004 V, et Visti?? et Perepjolkins c. Lettonie [GC], no 71243/01, ? 93, 25 octobre 2012).
30. En l?esp?ce, le requ?rant ne se plaint pas de la privation de propri?t? dont il a ?t? l?objet. Il d?nonce le d?faut d?indemnisation de la perte de valeur de la partie non expropri?e de sa propri?t? r?sultant non de l?amputation d?une parcelle de celui-ci, mais des nuisances sonores et paysag?res dues au type d?am?nagement r?alis? ? proximit? cons?cutivement ? l?expropriation. Comme le souligne le Gouvernement, le droit interne ne permet une telle indemnisation qu?en pr?sence d?un pr?judice sp?cial et anormal entra?nant pour l?int?ress? une rupture de l??galit? des charges. Or la cour administrative d?appel de Bordeaux a consid?r? que le requ?rant ne subissait pas un pr?judice de cette ampleur (paragraphe 16 ci-dessus).
31. La Cour en d?duit que la norme pertinente en l?esp?ce n?est ni celle qu??nonce la seconde phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1, ni celle qu??nonce le second alin?a de cette disposition. Elle examinera donc les faits de la cause ? l?aune de la premi?re phrase de l?article 1 du Protocole no 1.
32. Aux fins de cette disposition, la Cour doit rechercher si un juste ?quilibre a ?t? maintenu entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu (Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, ? 69). La recherche de pareil ?quilibre se refl?te en v?rit? dans la structure de l?article 1 du Protocole no 1 tout entier : il doit dans tous les cas exister un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis? (voir notamment, pr?cit?, Ouzounoglou, ? 29). Cet ?quilibre est rompu si la personne concern?e a eu ? subir une charge sp?ciale et exorbitante (voir, notamment Perdig?o c. Portugal [GC], no 24768/06, ? 67, 16 novembre 2010, et Antunes Rodrigues, pr?cit?, ? 29). Si, dans le cas d?une privation de propri?t?, l?absence d?indemnisation constitue en principe une charge excessive et emporte ? elle seule violation de l?article 1 du Protocole no 1 (voir, notamment, Papachelas c. Gr?ce [GC], no 31423/96, ? 48, CEDH 1999?II), il n?en va pas ainsi lorsque l?atteinte au droit au respect des biens d?nonc?e rel?ve du second alin?a de cette disposition (voir, par exemple, Depalle c. France [GC], no 34044/02, ? 91, CEDH 2010) ou, comme en l?esp?ce, de la premi?re phrase du premier alin?a. Il ne s?agit alors que de l?un des facteurs ? prendre en compte pour ?tablir si le juste ?quilibre a ?t? respect?.
33. Il faut en outre rappeler que l?exercice r?el et efficace du droit que garantit l?article 1 du Protocole no 1 ne d?pend pas uniquement du devoir de l??tat de s?abstenir de toute ing?rence ; il peut exiger des mesures positives de protection, notamment l? o? il existe un lien direct entre les mesures qu?un requ?rant pourrait l?gitimement attendre des autorit?s et la jouissance effective par ce dernier de ses biens (?nery?ld?z c. Turquie [GC], no 48939/99, ? 134, CEDH 2004 XII ; voir aussi, notamment, Bistrovi? c. Croatie, no 25774/05, ? 33, 31 mai 2007). Cela implique notamment pour l??tat l?obligation de pr?voir une proc?dure judiciaire qui soit entour?e des garanties de proc?dure n?cessaires et qui permette ainsi aux tribunaux nationaux de trancher efficacement et ?quitablement tout litige relatif ? des questions de propri?t? (Bistrovi?, pr?cit?, m?me paragraphe).
34. En l?esp?ce, la Cour observe en premier lieu que les faits d?nonc?s par le requ?rant s?inscrivent dans le contexte de la mise en ?uvre d?une politique d?am?nagement du territoire. Elle rappelle que ce type de politiques, o? l?int?r?t g?n?ral de la communaut? occupe une place pr??minente, laisse ? l??tat une marge d?appr?ciation plus grande que lorsque sont en jeu des droits exclusivement civils (voir, notamment, Depalle, pr?cit?, ? 84, CEDH 2010).
35. Ensuite, s?agissant de l?examen de la proportionnalit?, elle estime que l?esp?ce doit ?tre rapproch?e des affaires Ouzounoglou c. Gr?ce (no 32730/03, 24 novembre 2005) et Athanasiou et autres c. Gr?ce (no 2531/02, 9 f?vrier 2006), m?me si ces affaires concernaient le second alin?a de l?article 1 du Protocole no 1. En effet, comme indiqu? pr?c?demment, dans le cas de l?application de cette disposition comme dans celui de l?application de la premi?re phrase de l?article 1 du Protocole no 1, ce qui importe c?est qu?un juste ?quilibre soit maintenu entre les imp?ratifs de l?int?r?t g?n?ral et ceux de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu.
36. La premi?re de ces affaires concernait la situation d?une personne qui, dans le contexte de la r?alisation d?un projet routier, avait ?t? expropri?e d?une partie (1 076 m2) du terrain de 3 643 m2 sur lequel se trouvait sa r?sidence principale, et qui se plaignait d?une violation de l?article 1 du Protocole no 1 r?sultant du refus d?indemniser la d?pr?ciation de la partie non expropri?e de son bien due ? la nature de l?ouvrage. Dans la seconde, les requ?rants d?veloppaient le m?me type de grief dans le contexte de la construction d?une ligne et d?un pont ferroviaires destin?s ? la circulation de trains ? grande vitesse.
37. La Cour a rappel? que, dans les affaires ant?rieures dans lesquelles elle avait examin? la question du refus des juridictions hell?niques de fixer une indemnit? sp?ciale pour les parties restantes des terrains vis?s par une mesure d?expropriation, elle avait jug? qu?eu ?gard ? la marge d?appr?ciation que l?article 1 du Protocole no 1 laisse aux autorit?s nationales, le fait que les juridictions hell?niques n?avaient pas tenu compte de la nature des travaux effectu?s et de la question de savoir si ceux-ci avantageaient ou non les propri?taires mais s??taient fond?es seulement sur la scission de la propri?t?, n?avaient pas emport? violation de cette disposition (Azas c. Gr?ce, no 50824/99, 19 septembre 2002, Interoliva ABEE c. Gr?ce, no 58642/00, 10 juillet 2003, Konstantopoulos AE et autres c. Gr?ce, no 58634/00, 10 juillet 2003 et Biozokat A.E. c. Gr?ce, no 61582/00, 9 octobre 2003). Elle a cependant not? qu?? ? la diff?rence de ces affaires, dans lesquelles, faute d?absence manifeste d?arbitraire, elle s?en [?tait] remise ? la marge d?appr?ciation des autorit?s nationales ?, il ?tait plus ?vident dans les cas des requ?rants dans les affaires Ouzounoglou et Athanasiou et autres que la nature de l?ouvrage avait directement contribu? ? la ? d?pr?ciation substantielle ? de la valeur des parties restantes. Elle a relev? ? cet ?gard que, dans la premi?re affaire, la maison familiale de la requ?rante se trouvait d?sormais situ?e au carrefour de quatre routes et ? une distance de 15 m?tres d?un pont suspendu et que, mis ? part le fait que le champ de vue de sa propri?t? donnait directement sur la nouvelle autoroute, la requ?rante ?tait expos?e aux effets de la pollution sonore et des vibrations constantes. Dans la seconde affaire, elle a constat? que les maisons de chacun des quatre requ?rants se trouvaient ? une distance inf?rieure ? cinq m?tres des rails, avec toutes les nuisances qu?une telle situation entra?nait. Elle a de plus not? que les maisons de trois d?entre eux se trouvaient en contrebas du pont ferroviaire, si bien que leur horizon ?tait d?finitivement obstru? et qu?elles se trouvaient expos?s ? une pollution sonore et ? des vibrations constantes. Elle a par ailleurs relev? que l?exploitation de la partie non expropri?e du terrain de l?autre requ?rant, qui se situait sous le pont ferroviaire et ?tait inconstructible en raison de l?expropriation, se trouvait s?rieusement compromise. Elle en a d?duit dans les deux affaires qu?en refusant d?indemniser les requ?rants pour la baisse de la valeur de la partie non expropri?e de leurs terrains, le juge interne avait rompu le juste ?quilibre devant r?gner entre la sauvegarde des droits individuels et les exigences de l?int?r?t g?n?ral, et a conclu ? la violation de l?article 1 du Protocole no 1.
38. En l?esp?ce, comme indiqu? pr?c?demment, la perte de valeur v?nale de la partie non expropri?e de la propri?t? du requ?rant (qui comprend notamment un ch?teau, les vestiges d?un clo?tres et un portail inscrits ? l?inventaire des monuments historiques) du fait de la construction de l?autoroute A 89 est av?r?e. Cependant, que l?on retienne que cette perte de valeur v?nale est de 20 % ? comme le tribunal administratif de Limoges ? ou de 40 % ? comme le notaire qui a calcul? la moins-value en 2002 ?, les effets du voisinage de cette autoroute sur la propri?t? du requ?rants sont sans commune mesure avec ceux dont il ?tait question dans les affaire Ouzounoglou et Athanasiou et autres. Selon la Cour, on ne peut dire dans ces conditions que le requ?rant a eu ? supporter une charge sp?ciale et exorbitante.
39. S?agissant des proc?dures auxquelles le requ?rant a eu acc?s, il faut rapprocher la pr?sente esp?ce des affaires Antunes Rodrigues et Bistrovi? pr?cit?es.
40. Dans la premi?re de ces affaires, la Cour a conclu ? la non-violation de de l?article 1 du Protocole no 1 dans le cas d?un refus d?indemniser la d?pr?ciation d?un immeuble caus?e par la construction d?un ouvrage public coupant son acc?s ? une route, au motif qu?il n?y avait pas pr?judice ? sp?cial et anormal ? entra?nant rupture de l??galit? des charges. La Cour a jug? qu?un syst?me consistant ? rechercher un tel pr?judice ?tait acceptable dans le contexte d?une mesure de r?glementation de l?usage des biens. Apr?s avoir relev? l?absence d??l?ment permettant de conclure que les d?cisions des juridictions portugaises ?taient entach?es d?arbitraire ou manifestement d?raisonnables, elle a retenu que la baisse de la valeur marchande de l?immeuble en cause ne suffisait pas, en tant que telle et en l?absence d?autres ?l?ments, ? mettre celles-ci en cause.
41. Dans l?autre de ces affaires, qui concernait l?expropriation partielle d?un couple d?agriculteurs dans le cadre de la r?alisation d?un projet autoroutier, la Cour a ? l?inverse conclu ? la violation de cette disposition ? raison du d?faut de prise en compte dans la proc?dure d?expropriation de la perte de valeur de la partie non expropri?e du bien. Pour parvenir ? cette conclusion, elle a notamment relev? que, pour fixer l?indemnit? d?expropriation, les juridictions internes avaient omis de prendre en compte le fait que l?autoroute passerait ? deux ou trois m?tres de la maison des requ?rants et que leur propri?t? se trouverait priv?e de l?environnement plaisant dans lequel elle se trouvait, d?une tr?s grande cour, d?une faible exposition au bruit et d?une structure particuli?rement adapt?e ? l?exploitation agricole. Elle a de plus constat? que les juridictions internes s??taient bas?es sur un rapport d?expertise ?tabli sans que l?expert se soit rendu sur les lieux, et n?avaient pas v?rifi? les all?gations des requ?rants selon lesquelles ledit expert s??tait fond? sur une carte erron?e, se mettant ainsi dans l?impossibilit? de fixer une indemnit? ad?quate.
42. En l?esp?ce, ? la diff?rence des juridictions croates dans l?affaire Bistrovi?, les juridictions fran?aises ont d?ment examin? les arguments du requ?rant relatifs ? la d?pr?ciation de sa propri?t? suite ? la construction de l?autoroute A 89. Il a en fait b?n?fici? d?une proc?dure comparable ? celle dont il ?tait question dans l?affaire Antunes Rodrigues. Alors qu?il avait obtenu gain de cause en premi?re instance, la cour administrative d?appel de Bordeaux, relevant notamment que l?autoroute se trouvait ? 250 m?tres du ch?teau, a jug? qu?il ne pouvait se pr?valoir d?un pr?judice ? anormal et sp?cial ? et que, s?il existait des troubles de jouissance pour le requ?rant, ceux-ci n?exc?daient pas ceux que, dans l?int?r?t g?n?ral, peuvent ?tre amen?s ? supporter les propri?taires r?sidant ? proximit? d?un ouvrage autoroutier. M?me si, ? l?inverse du tribunal administratif de Limoges, la cour administrative d?appel n?a pas fait r?f?rence ? la sp?cificit? de ce bien, rien de donne ? penser que cette d?cision ?tait entach?e d?arbitraire ou manifestement d?raisonnable.
43. Partant, d?une part, eu ?gard ? la marge d?appr?ciation dont la France disposait en l?esp?ce, il ne saurait ?tre soutenu qu?en rejetant la demande du requ?rant tendant ? la r?paration du pr?judice r?sultant de la d?pr?ciation de sa propri?t? suite ? la construction de l?autoroute A 89, les juridictions internes ont omis de veiller au maintien d?un juste ?quilibre entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux du requ?rant. Retenant, d?autre part, que rien ne conduit ? consid?rer que le requ?rant n?a pas b?n?fici? d?un examen juridictionnel ?quitable de sa cause, la Cour conclut qu?il n?y a pas eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable pour autant qu?elle porte sur l?article 1 du Protocole no 1 ;

2. Dit qu?il n?y a pas eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 25 juin 2015, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Claudia Westerdiek Mark Villiger
Greffi?re Pr?sident

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