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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE CONTRADA c. ITALIE (N? 3)

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41
Numero: 66655/13/2015
Stato: Italia
Data: 2015-04-14 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni: Violazione dell?Articolo 7 ? Nessuna pena senza legge (Articolo 7-1- Nullum crimen sine lege Retroattivit? ) Danno materiale ?domanda respinta (Articolo 41 ?Dano materia?e Soddisfazione equa) Danno morale ?riparazione (Articol 41 ?Danno morale Soddisfazione equa)

CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL?UOMO
QUARTA SEZIONE
CAUSA CONTRADA C. ITALIA (N. 3)
(Ricorso n. 66655/13)
SENTENZA
STRASBURGO
14 aprile 2015
Questa sentenza diverr? definitiva alle condizioni definite nell?articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire modifiche di forma.
Nella causa Contrada c. Italia (n. 3),
La Corte europea dei diritti dell?uomo (quarta sezione), costituita in una camera composta da:
P?ivi Hirvel?, presidente,
Guido Raimondi,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Paul Mahoney,
Krzysztof Wojtyczek, giudici,
e da Fran?oise Elens-Passos, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera di consiglio il 24 marzo 2015,
Pronuncia la seguente sentenza, adottata in tale data:
PROCEDURA
1. All?origine della causa vi ? un ricorso (n. 66655/13) proposto contro la Repubblica italiana con il quale un cittadino di tale Stato, il sig. OMISSIS (?il ricorrente?), ha adito la Corte il 4 luglio 2008 in virt? dell?articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell?uomo e delle libert? fondamentali (?la Convenzione?).
2. Il ricorrente ? stato rappresentato dall?Avv. OMISSIS, del foro di Napoli. Il governo italiano (?il Governo?) ? stato rappresentato dal suo agente, E. Spatafora, e dal suo co-agente, P. Accardo
3. Il ricorrente sostiene che il reato di ?concorso esterno in associazione di tipo mafioso? per il quale ? stato condannato ? il risultato di una evoluzione della giurisprudenza successiva all?epoca dei fatti di causa. Pertanto, nel caso di specie sarebbe stato violato l?articolo 7 della Convenzione.
4. Il 7 novembre 2013 il ricorso ? stato comunicato al Governo.

IN FATTO

I. LE CIRCOSTANZE DEL CASO DI SPECIE

5. Il ricorrente ? nato nel 1931 e risiede a Palermo.

A. Il procedimento di primo grado dinanzi al tribunale di Palermo

6. Con sentenza del 5 aprile 1996, il tribunale di Palermo condann? il ricorrente alla pena di dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione di stampo mafioso (articoli 110, 416 e 416 bis del codice penale). In particolare, il tribunale lo ritenne colpevole di avere, tra il 1979 e il 1988, in qualit? di funzionario di polizia poi di capo di gabinetto dell?alto commissario per la lotta alla mafia e di vicedirettore dei servizi segreti civili (SISDE), apportato sistematicamente un contributo alle attivit? e al perseguimento degli scopi illeciti dell?associazione mafiosa denominata ?Cosa nostra?. Secondo il tribunale, il ricorrente aveva fornito ai membri della commissione provinciale di Palermo della suddetta associazione informazioni riservate riguardanti le indagini e le operazioni di polizia di cui essi, ed altri membri dell?associazione in questione, formavano oggetto.
7. Il tribunale fond? il suo giudizio sull?esame di un numero considerevole di testimonianze e di documenti oltre che sulle informazioni fornite da pi? collaboratori di giustizia, gi? membri dell?associazione ?Cosa nostra?.
Le parti pertinenti della sentenza in causa sono riportate qui di seguito:
?Su tale tema [dell?esistenza del reato di concorso eventuale in associazione di tipo mafioso, commessa da soggetti terzi, diversi dai concorrenti detti ?necessari?] si sono delineati diversi orientamenti che sinteticamente sono riconducibili a tre differenti indirizzi
1. quello di coloro che negano decisamente la configurabilit? nel nostro sistema del concorso esterno nel reato associativo, adducendo che l?estensione ingiustificata dell?area applicativa del reato associativo comporterebbe la violazione dei principi di legalit?, tassativit? e necessaria determinatezza delle fattispecie penali, paventando in concreto i rischi di un?eccessiva dilatazione della discrezionalit? giudiziale;
2. quello di coloro che pur ammettendo in punto di diritto la ipotizzabilit? di un concorso eventuale nei delitti associativi, si sforzano di delimitarne l?ambito di operativit? mettendo in luce anche la funzione sussidiaria, qualificatrice e sanzionatoria, svolta in relazione alle condotte c.d. di ? contiguit?? da altre fattispecie incriminatrici (v. favoreggiamento- assistenza agli associati ecc.);
3. quello di coloro che ammettono la configurabilit? nel nostro ordinamento del concorso esterno nel reato associativo, sul presupposto che la disciplina dettata dagli artt. 110 e ss. c.p., in quanto espressione di principi generali attinenti alla plurisoggettivit? della fattispecie senza distinzione tra concorso necessario e concorso eventuale, ? applicabile anche alla fattispecie del reato associativo, valorizzando la capacit? di tale approccio ermeneutico di soddisfare ineludibili esigenze politico-criminali di difesa sociale.?

8. Il tribunale rilev? inoltre:
?Certamente il settore delle relazioni tra soggetti appartenenti al mondo della politica, dell?amministrazione, dell?imprenditoria, delle professioni, della magistratura, della finanza…, con l?organizzazione mafiosa, ove non si atteggi in forme di vera e propria integrazione nella predetta struttura criminale, ? quello che in modo pi? congeniale si presta alla riconducibilit? giuridica alla figura del concorrente esterno.
Tale strumento giuridico, seppure abbisognevole di una prudente applicazione da parte del giudice, certamente si configura di indubbia efficacia per la repressione proprio di quelle forme di collusione che, tanto pi? pericolose quanto pi? subdole e striscianti, appaiono maggiormente riprovevoli e sintomatiche dell?elevata capacit? di infiltrazione della mafia nel tessuto della societ? civile e pertanto in grado di evidenziare la potente carica eversiva di tale realt? criminale?.

B. Il procedimento in appello dinanzi alla corte d?appello di Palermo

9. Il 1o gennaio 1997 il ricorrente interpose appello. A sua volta il pubblico ministero ad? la corte d?appello al fine di ottenere la condanna del ricorrente ad una pena pi? severa.
10. Il ricorrente fece valere il principio della ?tassativit? della norma penale? in quanto corollario del principio pi? generale della irretroattivit? della norma penale. In particolare, egli riteneva che, all?epoca dei fatti che gli erano ascritti, l?applicazione della legge penale riguardante il concorso esterno in associazione mafiosa non fosse prevedibile essendo il risultato di un?evoluzione giurisprudenziale successiva
11. Con sentenza del 4 maggio 2001, la corte d?appello di Palermo assolse il ricorrente perch? il fatto non sussiste.
12. Pur evidenziando diverse anomalie nel comportamento del ricorrente nel suo ruolo di dirigente della polizia (fatti per i quali egli poteva incorrere in un procedimento disciplinare), la corte d?appello ritenne che le prove prese in considerazione non fossero determinanti, diede peso ad altre testimonianze di collaboratori di giustizia raccolte nel frattempo e osserv? che i giudici di primo grado avevano sottovalutato la possibilit? che le testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia, arrestati in passato dallo stesso ricorrente, potessero essere la conseguenza di un progetto di vendetta nei confronti di quest?ultimo

C. Il primo ricorso alla Corte di cassazione

13. Il procuratore generale della Repubblica propose ricorso per cassazione.
14. Con sentenza del 12 dicembre 2002, la Corte di cassazione annull? la sentenza della corte d?appello di Palermo e rinvi? la causa ad altra sezione di questa stessa corte. In particolare, essa ritenne che la sentenza in questione non fosse stata debitamente motivata. A titolo di esempio, la corte d?appello aveva omesso di spiegare il motivo per cui alcune testimonianze raccolte non potevano avere valore di prova e non aveva validamente suffragato la tesi della vendetta di alcuni collaboratori di giustizia nei confronti del ricorrente.
15. Per quanto riguarda il reato di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, la Corte di cassazione rilev? quanto segue:
?(…) il concorso esterno nel delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso si distingua da quello di favoreggiamento, in quanto nel primo il soggetto, pur non essendo stabilmente inserito nella struttura organizzativa dell?associazione, opera sistematicamente con gli associati, al fine di depistare le indagini di polizia volte a reprimere l?attivit? criminosa dell?associazione o a perseguire i partecipi di tale attivit?, in tal modo fornendo uno specifico e concreto contributo ai fini della conservazione o del rafforzamento dell?associazione medesima; mentre nel reato di favoreggiamento il soggetto aiuta in maniera episodica un associato, resosi autore di reati rientranti o non nell?attivit? prevista dal vincolo associativo, ad eludere le investigazioni della polizia o a sottrarsi alle ricerche di questa?.

D. Il nuovo procedimento dinanzi alla corte d?appello di Palermo

16. Con sentenza del 25 febbraio 2006, una diversa sezione della corte d?appello di Palermo conferm? il contenuto della sentenza del tribunale di Palermo del 5 aprile 1996 sulla base, da un lato, di molti altri documenti e testimonianze raccolti nel corso dell?inchiesta e, dall?altro, sulla presunta valutazione erronea della valenza probatoria di alcune testimonianze operata dalla sezione della corte d?appello che aveva adottato la sua sentenza del 4 maggio 2001.
17. Per quanto riguarda la configurabilit? del concorso esterno in associazione di stampo mafioso, la corte d?appello ritenne che la sentenza di condanna del ricorrente emessa dal tribunale di primo grado avesse correttamente applicato i principi sviluppati dalla giurisprudenza in materia.
18. In particolare essa fece valere che al momento della presentazione dell?appello, il 1o gennaio 1997, la Corte di cassazione si era pronunciata due volte a sezione unite nel senso dell?esistenza del reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso in particolare nelle sentenze Demitry, n. 16 del 5 ottobre 1994 e Mannino, n. 30 del 1995), e che questa posizione fu confermata nelle due sentenze intervenute successivamente in materia (ossia, Carnevale, n. 22327 del 30 ottobre 2002 e Mannino, n. 33748 del 17 luglio 2005). La corte d?appello sottoline? che anche la sentenza di annullamento con rinvio della Corte di cassazione faceva riferimento ad un reato di questo tipo marcando la differenza tra quest?ultimo e il favoreggiamento personale. La corte d?appello rilev? inoltre che:
?(…) Il concorso cosiddetto esterno nel reato di associazione mafiosa ? ritenuto configurabile in capo alla persona che, priva della affectio societatis e non inserita nella struttura organizzativa del sodalizio, fornisce un contributo concreto, specifico, consapevole e volontario, a carattere indifferentemente occasionale o continuativo, purch? detto contributo abbia un?effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del rafforzamento dell?associazione, e l?agente se ne rappresenti, nella forma del dolo generico diretto, l?utilit? per la realizzazione, anche parziale, del programma criminoso.?

E. Il secondo ricorso alla Corte di cassazione

19. Il ricorrente propose ricorso per cassazione.
20. Egli reiter? il principio della irretroattivit? e della prevedibilit? della legge penale ritenendo che tale questione non era stata oggetto di esame da parte dei giudici interni e chiese che i fatti del caso di specie fossero qualificati piuttosto come favoreggiamento personale.
21. Contest?, tra l?altro, l?uso delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e chiese di depositare nuove prove.
22. Con sentenza depositata l?8 gennaio 2008, la Corte di cassazione respinse il ricorso del ricorrente, confermando la legittimit? dell?acquisizione al fascicolo delle dichiarazioni contestate dal ricorrente e rigettando la sua istanza volta ad ottenere l?uso di prove complementari.
23. Quanto alla parte del ricorso che verte sul principio della irretroattivit? e della prevedibilit? della legge penale, la Corte di cassazione consider? la questione manifestamente infondata perch? essa comportava un esame di merito e non un?analisi delle presunte violazioni della legge (esame di legittimit?).

F. Il procedimento di revisione dinanzi alla corte d?appello di Caltanissetta

24. Con sentenza del 24 settembre 2011, la corte d?appello di Caltanissetta dichiar? inammissibile la richiesta del ricorrente volta ad ottenere la revisione del suo processo.
25. Il 25 giugno 2012 la Corte di cassazione rigett? l?istanza del ricorrente.

II. IL DIRITTO E LA PRASSI INTERNI PERTINENTI

A. Gli articoli pertinenti del codice penale italiano

Articolo 110: Pena per coloro che concorrono nel reato
?Quando pi? persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita (…)?
Articolo 416: Associazione per delinquere
?Quando tre o pi? persone si associano allo scopo di commettere pi? delitti, coloro che promuovono o costituiscono od organizzano l?associazione sono puniti, per ci? solo, con la reclusione da tre a sette anni.
Per il solo fatto di partecipare all?associazione, la pena ? della reclusione da uno a cinque anni.
I capi soggiacciono alla stessa pena stabilita per i promotori. (…)?

Articolo 416 bis: Associazioni di tipo mafioso
?Chiunque fa parte di un?associazione di tipo mafioso formata da tre o pi? persone, ? punito con la reclusione (…).
L?associazione ? di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omert? che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attivit? economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per s? o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a s? o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.
(…) ?

B. L?evoluzione della giurisprudenza interna riguardante la previsione del reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso

26. Nelle loro osservazioni, le parti hanno inviato un elenco esaustivo delle cause trattate dalla Corte di cassazione in materia di concorso esterno in associazione di tipo mafioso.
27. Da tale elenco risulta che la prima sentenza nella quale ? menzionato questo reato ? la sentenza Cillari, n. 8092 del 14 luglio 1987, dove la Corte di cassazione esclude esplicitamente l?esistenza di un reato simile. Nella sentenza Agostani, n. 8864 del 27 giugno 1989, la Corte giunse alle stesse conclusioni. Pi? tardi, nelle sentenze Abbate e Clementi, nn. 2342 e 2348 del 27 giugno 1994, la Corte sment? ugualmente l?esistenza nel diritto interno del reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso.
28. Nel frattempo, nella sentenza Altivalle, n. 3492 del 13 giugno 1987, la Corte di cassazione riconobbe l?esistenza del concorso eventuale in associazione di tipo mafioso nel limite dei reati detti ?di accordo?, ossia i reati di tipo associativo nei quali le volont? di tutti gli individui coinvolti nei fatti hanno come scopo la realizzazione di un obiettivo comune. Anche la sentenza Barbella, n. 9242 del 4 febbraio 1988, fece riferimento al reato in causa, ponendo l?accento sulla natura episodica dei comportamenti dell?autore dei fatti. Le sentenze Altomonte, n. 4805 del 23 novembre 1992, Turiano, n. 2902 del 18 giugno 1993 e Di Corrado, del 31 agosto 1993, confermarono sostanzialmente tale impostazione.
29. ? soltanto con la sentenza Demitry, pronunciata dalle Sezioni Unite il 5 ottobre 1994, che per la prima volta la Corte di cassazione tenta di elaborare la materia in oggetto, passando in rassegna le sentenze che negavano e quelle che avevano riconosciuto il reato in causa e ammettendo esplicitamente l?esistenza del reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso nell?ordinamento giuridico interno.
30. Questa stessa impostazione fu in seguito confermata in altre sentenze, quali Mannino, n. 30 del 27 settembre 1995, Carnevale, n. 22327 del 30 ottobre 2002 e Mannino, n. 33748 del 17 luglio 2005, anch?esse pronunciate dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione.

IN DIRITTO

I. SULLA DEDOTTA VIOLAZIONE DELL?ARTICOLO 7 DELLA CONVENZIONE

31. Invocando l?articolo 7 della Convenzione, il ricorrente ritiene che il reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso ? il risultato di una evoluzione giurisprudenziale posteriore all?epoca dei fatti per i quali ? stato condannato.
32. Perci?, tenuto conto delle divergenze giurisprudenziali sull?esistenza di detto reato, il ricorrente non avrebbe potuto prevedere con precisione la qualificazione giuridica dei fatti che gli erano ascritti e, di conseguenza, la pena che sanzionava le sue condotte.
33. L?articolo 7 della Convenzione recita:
?1. Nessuno pu? essere condannato per una azione o una omissione che, nel momento in cui ? stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non pu? essere inflitta una pena pi? grave di quella applicabile al tempo in cui il reato ? stato commesso.
2. Il presente articolo non ostacoler? il giudizio e la condanna di una persona colpevole di una azione o di una omissione che, al momento in cui ? stata commessa, costituiva un crimine secondo i principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili.?
34. Il Governo eccepisce anzitutto che le osservazioni del ricorrente sarebbero state ricevute dalla cancelleria della Corte il 5 maggio 2014, ossia oltre il 18 aprile 2014, data fissata dalla Corte per l?invio delle osservazioni. Pertanto, queste non dovrebbero essere acquisite al fascicolo.
35. La Corte constata che le osservazioni del ricorrente sono state inviate via fax il 17 aprile 2014 e sono state ricevute lo stesso giorno. Questo argomento del Governo deve dunque essere respinto.

A. Sulla ricevibilit?

36. Il Governo solleva tre obiezioni per quanto riguarda la ricevibilit? del ricorso. Anzitutto sostiene che il ricorso stesso sarebbe stato presentato oltre il termine di sei mesi previsto dall?articolo 35 ? 1 della Convenzione. Tale termine decorreva, in questo caso, dall?8 gennaio 2008, data del deposito della sentenza della Corte di cassazione. Il Governo afferma che il formulario di ricorso ? datato 4 luglio 2008, ma che, tuttavia, la relativa corrispondenza ? stata ricevuta dalla Corte il 9 luglio 2008. In mancanza di prove dell?invio da parte del ricorrente, il ricorso dovrebbe essere rigettato in quanto tardivo.
37. Il ricorrente contesta le affermazioni del Governo e indica che il suo ricorso ? stato inviato alla Corte il 4 luglio 2008.
38. La Corte osserva che il presente ricorso ? stato inviato alla cancelleria il 4 luglio 2008, come risulta dal timbro postale della busta acquisita agli atti. Quella si considera pertanto la data di presentazione del ricorso ai sensi dell?articolo 35 ? 1 della Convenzione. Pertanto, questa obiezione del Governo non pu? essere accolta.
39. Il Governo eccepisce inoltre che il ricorrente avrebbe omesso di sollevare dinanzi alle autorit? nazionali lo stesso motivo di ricorso che solleva dinanzi alla Corte, facendo valere in particolare che ?se davanti ai giudici nazionali il ricorrente ha lamentato la qualificazione del reato a lui ascritto, dinanzi alla Corte denuncia la violazione del principio di irretroattivit? della norma penale?. Perci?, i giudici nazionali non avrebbero avuto la possibilit? di decidere sulla doglianza del ricorrente come formulata dinanzi alla Corte. Sarebbe dunque stato violato il principio di sussidiariet? e il ricorso dovrebbe essere dichiarato irricevibile per mancato esaurimento delle vie di ricorso interne.
40. Il ricorrente contesta questa tesi e afferma di aver sollevato la doglianza presentata dinanzi alla Corte in tutti i gradi di giudizio.
41. La Corte rammenta che, ai sensi dell?articolo 35 ? 1 della Convenzione, essa pu? essere adita solo dopo aver esaurito le vie di ricorso interne. Il ricorrente deve avere dato ai giudici nazionali l?occasione che tale disposizione ha come finalit? di garantire in linea di principio agli Stati contraenti, ossia evitare le violazioni dedotte contro di essi o porvi rimedio. Tale regola si fonda sull?ipotesi che l?ordinamento interno offra un ricorso effettivo per quanto riguarda la violazione dedotta. Le disposizioni dell?articolo 35 ? 1, tuttavia, prescrivono l?esaurimento dei soli ricorsi che si riferiscano alle violazioni dedotte, siano disponibili e adeguati. Essi devono esistere con un grado sufficiente di certezza non soltanto in teoria ma anche in pratica, poich? in caso contrario sono privi dell?effettivit? e dell?accessibilit? richieste; ? lo Stato convenuto a dover dimostrare che tali esigenze sono soddisfatte (si vedano, tra molte altre, McFarlane c. Irlanda [GC], n. 31333/06, ? 107, 10 settembre 2010, Mifsud c. Francia (dec.) [GC], n. 57220/00, ? 15, CEDU 2002 VIII, Leandro Da Silva c. Lussemburgo, n. 30273/07, ?? 40 e 42, 11 febbraio 2010 e Vu?kovi? e altri c. Serbia [GC], n. 17153/11, ?? 71-72, 25 marzo 2014).
42. Nel caso di specie la Corte osserva che, nel suo ricorso in appello contro la sentenza di primo grado del tribunale di Palermo del 5 aprile 1996, il ricorrente ha invocato il principio di tassativit? della norma penale in quanto corollario del principio pi? generale della irretroattivit? della norma penale. Il ricorrente ha ritenuto in particolare che, all?epoca dei fatti di causa, l?applicazione della legge penale relativa al concorso in associazione di tipo mafioso non fosse prevedibile in quanto era il risultato di una evoluzione giurisprudenziale successiva.
43. A seguito della sentenza resa dalla corte d?appello di Palermo il 25 febbraio 2006, questa stessa doglianza ? stata reiterata nel ricorso per cassazione del ricorrente. Quest?ultimo osserv? in particolare che la questione oggetto della causa non era stata sottoposta a un esame da parte dei giudici nazionali.
44. In queste circostanze, l?obiezione di mancato esaurimento delle vie di ricorso interne sollevata dal convenuto deve essere respinta.
45. In terzo luogo, il Governo ritiene che, nel caso di specie, se dovesse esaminare la questione dell?esistenza del reato di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, la Corte assumerebbe il ruolo di un giudice di ?quarto grado?, questione che ? gi? stata risolta dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione. Perci?, questo ricorso dovrebbe essere dichiarato manifestamente infondato ai sensi dell?articolo 35 ?? 3 e 4 della Convenzione.
46. Secondo il parere del Governo, l?esame della Corte dovrebbe riguardare soltanto la questione di stabilire se, nel momento in cui sono stati commessi i fatti ascritti al ricorrente, l?interpretazione giurisprudenziale dominante su questa materia fosse accessibile e prevedibile per quest?ultimo.
47. La Corte osserva anzitutto che il motivo di ricorso in esame non riguarda una eventuale violazione del diritto a un processo equo (si veda Contrada c. Italia (n. 2), n. 7509/08, ? 70, 11 febbraio 2014 e, a contrario, tra molte altre, G?fgen c. Germania [GC], n. 22978/05, ? 162, CEDU 2010) ed ? generalmente in questo contesto che pu? essere valutato il ruolo della Corte in quanto ?quarta istanza?.
48. In ogni caso, la Corte ritiene che le considerazioni del Governo siano legate al merito della causa e, pertanto, saranno esaminate di seguito.
49. La Corte constata che il presente ricorso non ? manifestamente infondato ai sensi dell?articolo 35 ? 3 della Convenzione, e osserva peraltro che esso non incorre in altri motivi di irricevibilit?. ? dunque opportuno dichiararlo ricevibile.

B. Sul merito

1. La posizione delle parti

50. Il Governo osserva anzitutto che la nozione di concorso esterno ? comparsa per la prima volta in varie sentenze a partire dalla fine degli anni sessanta del secolo scorso, anzitutto in materia di cospirazione politica attraverso la costituzione di una associazione (si veda la sentenza della Corte di cassazione Muther, del 27 novembre 1968) e, successivamente, in materia di terrorismo (si vedano, tra le altre, le sentenze della Corte di cassazione Cucco del 1o giugno 1977, Zuffada del 18 marzo 1978 e Arancio del 25 ottobre 1983). La giurisprudenza relativa alla nozione di concorso esterno era dunque ben consolidata anche in un periodo precedente i fatti contestati al ricorrente.
51. La stessa nozione ? stata poi applicata in cause riguardanti il reato di associazione di tipo mafioso, a cominciare dalle sentenze Altivalle, n. 3492 del 13 giugno 1987, Barbella, n. 9242 del 4 febbraio 1988 e Altomonte, n. 4805 del 23 novembre 1992.
52. Il Governo ammette che, tra la fine degli anni ottanta e l?inizio degli anni novanta del secolo scorso, la giurisprudenza ha talvolta contestato l?esistenza del reato di concorso materiale esterno in associazione di tipo mafioso (Cillari, n. 8092 del 14 luglio 1987, e Agostani, n. 8864 del 27 giugno 1989). Queste decisioni escludevano l?esistenza di una situazione intermedia tra la partecipazione all?associazione di stampo mafioso e l?estraneit? a quest?ultima, qualificando i fatti di quelle cause come partecipazione ai sensi dell?articolo 416 del codice penale. Il conflitto giurisprudenziale ? stato tuttavia risolto dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione nella sentenza Demitry, n. 16 del 5 ottobre 1994, che ha definito i limiti dell?applicabilit? del reato controverso fornendo in tal modo una interpretazione chiarificatrice della materia.
53. Il Governo sostiene dunque che le decisioni che contestano l?esistenza del reato di concorso esterno in un?associazione di stampo mafioso sono state solo minoritarie e la giurisprudenza ha riconosciuto tale reato fin dall?inizio (ossia dal 1968 al 1989).
54. Perci?, all?epoca in cui il ricorrente ha commesso i fatti a lui ascritti (1978-1988) la giurisprudenza interna in materia non era in alcun modo contraddittoria.
55. Tale giurisprudenza deve pertanto esser considerata lineare, in quanto non pu? emergere alcun cambiamento drastico nell?approccio delle varie decisioni adottate dalla Corte di cassazione. La giurisprudenza ha infatti seguito un percorso progressivo di consolidamento di un approccio positivo avendo considerato l?esistenza del reato caratterizzata, certamente, da una analisi dialettica di argomenti opposti che alla fine ha superato le posizioni minoritarie.
56. Infine, il Governo afferma che, tenuto conto delle competenze professionali del ricorrente, della sua personalit? e del suo percorso, non si pu? affermare che la legge e la giurisprudenza in materia non fossero prevedibili per quest?ultimo.
57. Il ricorrente sottolinea anzitutto che, come il Governo ammette nelle sue osservazioni, il concorso esterno in associazione di tipo mafioso ? una creazione della giurisprudenza avviata in decisioni che risalgono alla fine degli anni ottanta, ossia posteriore ai fatti per i quali il ricorrente ? stato condannato e che si ? consolidata con la sentenza della Corte di cassazione Demitry. Il ricorrente sottolinea anche che le sentenze alle quali fa riferimento il Governo e che risalgono alla fine degli anni sessanta del secolo scorso riguardano soltanto il concorso in associazioni terroristiche e non sono dunque pertinenti nel caso di specie.
58. Secondo il ricorrente, il Governo omette di spiegare il motivo per cui, se la giurisprudenza in materia di concorso esterno in associazione di tipo mafioso era altrettanto lineare, sono state necessarie quattro sentenze delle Sezioni Unite della Corte di cassazione per chiarire l?esistenza di un tale reato. Il ricorrente afferma che il fatto che la giurisprudenza in materia sia rimasta controversa fino agli anni novanta si evince anche dalla sentenza del tribunale di Palermo del 5 aprile 1996.
59. L?evoluzione giurisprudenziale in questa materia, posteriore ai fatti ascritti al ricorrente, dimostra che all?epoca in cui tali fatti sarebbero avvenuti il ricorrente non poteva ragionevolmente prevedere le conseguenze, in termini di sanzione, delle sue presunte azioni, in quanto l?esistenza del reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso all?epoca dei fatti era oggetto di interpretazioni giurisprudenziali divergenti.

2. La valutazione della Corte

a) I principi derivanti dalla giurisprudenza della Corte
60. La Corte rammenta che i principi generali in materia del principio nulla poena sine lege, derivanti dall?articolo 7 della Convenzione, sono sintetizzati nella sentenza Del Rio Prada c. Spagna [GC] (n. 42750/09, ?? 77-80, CEDU 2013), le cui parti pertinenti sono riportate qui di seguito. Tali principi sono richiamati anche nella sentenza Rohlena c. Repubblica ceca [GC] (n. 59552/08, ? 50, 27 gennaio 2015):
?77. La garanzia sancita all?articolo 7, che ? un elemento essenziale dello stato di diritto, occupa un posto preminente nel sistema di protezione della Convenzione, come sottolineato dal fatto che non ? permessa alcuna deroga ad essa ai sensi dell?articolo 15 neanche in tempo di guerra o in caso di altro pericolo pubblico che minacci la vita della nazione. Come deriva dal suo oggetto e dal suo scopo, essa dovrebbe essere interpretata e applicata in modo da assicurare una protezione effettiva contro le azioni penali, le condanne e le sanzioni arbitrarie (S.W. c. Regno Unito e C.R. c. Regno Unito, 22 novembre 1995, rispettivamente ? 34, serie A n. 335-B, e ? 32, serie A n. 335-C, e [Kafkaris c. Cipro [GC], n. 21906/04, ? 137, CEDU 2008].
78. L?articolo 7 della Convenzione non si limita a proibire l?applicazione retroattiva del diritto penale a svantaggio dell?imputato (si vedano, per quanto riguarda l?applicazione retroattiva di una pena, Welch c. Regno Unito, 9 febbraio 1995, ? 36, serie A n. 307 A, Jamil c. Francia, 8 giugno 1995, ? 35, serie A n. 317 B, Ecer e Zeyrek c. Turchia, nn. 29295/95 e 29363/95, ? 36, CEDU 2001 II, e Mihai Toma c. Romania, n. 1051/06, ?? 26-31, 24 gennaio 2012). Esso sancisce anche, in maniera pi? generale, il principio della legalit? dei delitti e delle pene ? ?nullum crimen, nulla poena sine lege? ? (Kokkinakis c. Grecia, 25 maggio 1993, ? 52, serie A n. 260 A). Se vieta in particolare di estendere il campo di applicazione dei reati esistenti a fatti che, in precedenza, non costituivano dei reati, esso impone anche di non applicare la legge penale in modo estensivo a svantaggio dell?imputato, ad esempio per analogia (Co?me e altri c. Belgio, nn. 32492/96, 32547/96, 32548/96, 33209/96 e 33210/96, ? 145, CEDU 2000-VII; per un esempio di applicazione di una pena per analogia, si veda la sentenza Ba?kaya e Ok?uo?lu c. Turchia [GC], nn. 23536/94 e 24408/94, ?? 42-43, CEDU 1999 IV).
79. Di conseguenza la legge deve definire chiaramente i reati e le pene che li reprimono. Questo requisito ? soddisfatto se la persona sottoposta a giudizio pu? sapere, a partire dal testo della disposizione pertinente, se necessario con l?assistenza dell?interpretazione che ne viene data dai tribunali e, se del caso, dopo aver avuto ricorso a consulenti illuminati, per quali atti e omissioni le viene attribuita una responsabilit? penale e di quale pena ? passibile per tali atti (Cantoni c. Francia, 15 novembre 1996, ? 29, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996 V, e Kafkaris, sopra citata, ? 140).
80. Pertanto, il compito della Corte ?, in particolare, quello di verificare che, nel momento in cui un imputato ha commesso l?atto che ha comportato l?esercizio dell?azione penale e la condanna, esistesse una disposizione di legge che rendeva l?atto punibile, e che la pena inflitta non eccedesse i limiti fissati da tale disposizione (Co?me e altri, sopra citata, ? 145, e Achour c. Francia [GC], n. 67335/01, ? 43, CEDU 2006 IV).?
61. La Corte rammenta anche che non ha il compito di sostituirsi ai giudici nazionali nella valutazione e nella qualificazione giuridica dei fatti, purch? queste si basino su un?analisi ragionevole degli elementi del fascicolo (si veda, mutatis mutandis, Florin Ionescu c. Romania, n. 24916/05, ? 59, 24 maggio 2011). Pi? in generale, la Corte rammenta che sono in primo luogo le autorit? nazionali, in particolare le corti e i tribunali, a dover interpretare la legislazione interna. Il suo ruolo si limita dunque a verificare la compatibilit? con la Convenzione degli effetti di tale interpretazione (Waite e Kennedy c. Germania [GC], n. 26083/94, ? 54, CEDU 1999-I, Korbely c. Ungheria, [GC], n. 9174/02, ?? 72-73, CEDU 2008, e Kononov c. Lettonia [GC], n. 36376/04, ? 197, CEDU 2010).
62. Tuttavia, la Corte deve godere di un potere di controllo pi? ampio quando il diritto tutelato da una disposizione della Convenzione, in questo caso l?articolo 7, richiede che vi sia una base legale per poter infliggere una condanna e una pena. L?articolo 7 ? 1 esige che la Corte esamini se la condanna del ricorrente si fondasse all?epoca su una base legale. In particolare, essa deve assicurarsi che il risultato al quale sono giunti i giudici nazionali competenti fosse conforme con l?articolo 7 della Convenzione. L?articolo 7 diverrebbe privo di oggetto se si accordasse un potere di controllo meno ampio alla Corte (si veda Kononov, sopra citata, ? 198).
63. In definitiva, la Corte deve esaminare se la condanna del ricorrente si fondasse su una base sufficientemente chiara (si veda Kononov, sopra citata, ? 199; Rohlena, sopra citata, ? 51-53).

b) Applicazione dei principi suddetti al caso di specie

64. La Corte ritiene che la questione che si pone nella presente causa sia quella di stabilire se, all?epoca dei fatti ascritti al ricorrente, la legge applicabile definisse chiaramente il reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Si deve dunque esaminare se, a partire dal testo delle disposizioni pertinenti e con l?aiuto dell?interpretazione della legge fornita dai tribunali interni, il ricorrente potesse conoscere le conseguenze dei suoi atti sul piano penale.
65. La Corte osserva anzitutto che, nel caso di specie, il ricorrente ? stato condannato a una pena di dieci anni di reclusioni per concorso in associazione di tipo mafioso con una sentenza emessa dal tribunale di Palermo 5 aprile 1996 riguardo a fatti compiuti tra il 1979 e il 1988. Nella parte in diritto della sentenza, tale concorso veniva definito ?eventuale? o ?esterno?. La condanna del ricorrente, dapprima annullata da una sentenza della corte d?appello di Palermo, fu poi confermata da un?altra sezione di quest?ultima e, in via definitiva, da una sentenza della Corte di cassazione.
66. La Corte fa notare che non ? oggetto di contestazione tra le parti il fatto che il concorso esterno in associazione di tipo mafioso costituisca un reato di origine giurisprudenziale. Ora, come ha giustamente ricordato il tribunale di Palermo nella sua sentenza del 5 aprile 1996 (si veda il paragrafo 7 supra), l?esistenza di questo reato ? stata oggetto di approcci giurisprudenziali divergenti.
67. L?analisi della giurisprudenza citata dalle parti (si vedano i paragrafi 26-30 supra) dimostra che la Corte di cassazione ha menzionato per la prima volta il reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso nella sua sentenza Cillari, n. 8092 del 14 luglio 1987. Nel caso di specie, la Corte di cassazione ha contestato l?esistenza di un tale reato e ribadito questa posizione in altre sentenze successive, in particolare Agostani, n. 8864 del 27 giugno 1989 e Abbate e Clementi, nn. 2342 e 2348 del 27 giugno 1994.
68. Nel frattempo, in altre cause, la Corte di cassazione ha riconosciuto l?esistenza del reato di concorso eventuale in associazione di tipo mafioso (si vedano la sentenza Altivalle, n. 3492, del 13 giugno 1987 e, successivamente, Altomonte, n. 4805 del 23 novembre 1992, Turiano, n. 2902 del 18 giugno 1993 e Di Corrado, del 31 agosto 1993).
69. Tuttavia, ? solo nella sentenza Demitry, pronunciata dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione il 5 ottobre 1994, che quest?ultima ha fornito per la prima volta una elaborazione della materia controversa, esponendo gli orientamenti che negano e quelli che riconoscono l?esistenza del reato in questione e, nell?intento di porre fine ai conflitti giurisprudenziali in materia, ha finalmente ammesso in maniera esplicita l?esistenza del reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso nell?ordinamento giuridico interno.
70. In questo contesto, l?argomento del ricorrente secondo il quale, all?epoca della perpetrazione dei fatti (1979-1988), la giurisprudenza interna in materia non era in alcun modo contraddittoria, non pu? essere accolto.
71. Inoltre, la Corte considera che il riferimento del Governo alla giurisprudenza in materia di concorso esterno, che si ? sviluppata a partire dalla fine degli anni sessanta del secolo scorso, ossia prima dei fatti ascritti al ricorrente (si veda il paragrafo 50 supra), non tolga nulla a questa constatazione. Le cause menzionate dal governo convenuto riguardano certamente lo sviluppo giurisprudenziale della nozione di ?concorso esterno?. Tuttavia, i casi evidenziati non riguardano il reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, che ? oggetto del presente ricorso, ma dei reati diversi, ossia la cospirazione politica attraverso la costituzione di una associazione e gli atti di terrorismo. Pertanto, non si pu? dedurre dallo sviluppo giurisprudenziale citato l?esistenza nel diritto interno del reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, che si differenzia per la sua stessa sostanza dai casi menzionati dal Governo, e che, come sopra ricordato, (paragrafi 29 e 30 supra), ? stato oggetto di uno sviluppo giurisprudenziale distinto e posteriore rispetto a questi ultimi.
72. La Corte osserva anche che, nella sua sentenza del 25 febbraio 2006, la corte d?appello di Palermo, pronunciandosi sull?applicabilit? della legge penale in materia di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, si ? basata sulle sentenze Demitry, n. 16 del 5 ottobre 1994, Mannino n. 30 del 27 settembre 1995, Carnevale, n. 22327 del 30 ottobre 2002 e Mannino, n. 33748 del 17 luglio 2005 (si veda il paragrafo 18 supra), tutte posteriori ai fatti ascritti al ricorrente.
73. La Corte osserva per di pi? che la doglianza del ricorrente relativa alla violazione del principio della irretroattivit? e della prevedibilit? della legge penale, sollevata dinanzi a tutti i gradi di giudizio (si vedano i paragrafi 10 e 20 supra), non ? stata oggetto di un esame approfondito da parte dei giudici nazionali, essendosi questi ultimi limitati ad analizzare in dettaglio l?esistenza stessa del reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso nell?ordinamento giuridico interno senza tuttavia stabilire se un tale reato potesse essere conosciuto dal ricorrente all?epoca dei fatti a lui ascritti (si vedano i paragrafi 15, 17 e 18 supra).
74. In queste circostanze, la Corte constata che il reato in questione ? stato il risultato di una evoluzione giurisprudenziale iniziata verso la fine degli anni ottanta del secolo scorso e consolidatasi nel 1994 con la sentenza Demitry.
75. Perci?, all?epoca in cui sono stati commessi i fatti ascritti al ricorrente (1979-1988), il reato in questione non era sufficientemente chiaro e prevedibile per quest?ultimo. Il ricorrente non poteva dunque conoscere nella fattispecie la pena in cui incorreva per la responsabilit? penale derivante dagli atti da lui compiuti (Del Rio Prada [GC], sopra citata, ?? 79 e 111-118, a contrario, Ashlarba c. Georgia, n. 45554/08, ?? 35-41, 15 luglio 2014, a contrario, Rohlena, ? 50, sopra citata e, mutatis mutandis, Alimu?aj c. Albania, n. 20134/05, ?? 154-162, 7 febbraio 2012).
76. La Corte ritiene che questi elementi siano sufficienti per concludere che vi ? stata violazione dell?articolo 7 della Convenzione.

II. SULL?APPLICAZIONE DELL?ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE

77. Ai sensi dell?articolo 41 della Convenzione,
?Se la Corte dichiara che vi ? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli e se il diritto interno dell?Alta Parte contraente non permette se non in modo imperfetto di rimuovere le conseguenze di tale violazione, la Corte accorda, se del caso, un?equa soddisfazione alla parte lesa.?

A. Danno

78. 78. Per quanto riguarda il danno materiale, il ricorrente chiede ?la ricostruzione della sua carriera e la restituzione di tutti gli importi da lui non percepiti a causa della sua condanna?. Chiede inoltre ?la restituzione di tutti gli importi che ? stato condannato a pagare ?.
79. 79. Il ricorrente chiede anche una somma compresa tra 30.000 e 50.000 euro (EUR)? per il danno morale che avrebbe subito.
80. 80. Il Governo si oppone a queste richieste e sostiene che non sono suffragate da elementi di prova.
81. 81. La Corte non scorge alcun nesso di causalit? tra la violazione constatata e il danno materiale dedotto e rigetta la richiesta presentata a questo titolo. Invece, considera che sia opportuno accordare al ricorrente la somma di 10.000 EUR per il danno morale.

B. Spese

82. Il ricorrente chiede anche la somma di 48.253,18 EUR per le spese sostenute per i procedimenti dinanzi ai giudici nazionali e la somma di 29.335,61 EUR per le spese sostenute per il procedimento dinanzi alla Corte.
83. Il Governo si oppone a queste richieste e afferma che le spese sostenute per i procedimenti dinanzi ai giudici nazionali non dovrebbero essere oggetto di rimborso, in quanto nel caso si specie non vi ? stata violazione dell?articolo 7 della Convenzione. Per quanto riguarda le spese che il ricorrente afferma di avere sostenuto per il procedimento dinanzi alla Corte, il Governo le considera eccessive e dice che il ricorrente ha omesso di fornire adeguati documenti giustificativi.
84. Secondo la giurisprudenza della Corte, un ricorrente pu? ottenere il rimborso delle spese sostenute solo nella misura in cui ne siano accertate la realt? e la necessit?, e il loro importo sia ragionevole. Nella fattispecie, la Corte osserva che i documenti presentati dal ricorrente a sostegno della domanda di rimborso delle spese sostenute per il procedimento dinanzi ai giudici nazionali non sono sufficientemente precisi. La Corte rigetta dunque la domanda presentata in tal senso dal ricorrente.
85. Quanto alle spese sostenute per il procedimento dinanzi ad essa, la Corte considera ragionevole la somma di 2.500 EUR e la accorda al ricorrente.

C. Interessi moratori

86. La Corte ritiene opportuno basare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea maggiorato di tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI LA CORTE, ALL?UNANIMIT?,
1. Dichiara il ricorso ricevibile;

2. Dichiara che vi ? stata violazione dell?articolo 7 della Convenzione;

3. Dichiara
1. che lo Stato convenuto deve versare al ricorrente, entro tre mesi a decorrere dalla data in cui la sentenza sar? divenuta definitiva conformemente all?articolo 44 ? 2 della Convenzione, le seguenti somme:
1. 10.000 EUR (diecimila euro), pi? l?importo eventualmente dovuto a titolo di imposta, per il danno morale;
2. 2.500 EUR (duemilacinquecento euro), pi? l?importo eventualmente dovuto a titolo di imposta dal ricorrente, per le spese sostenute per il procedimento dinanzi alla Corte;
2. che a decorrere dalla scadenza di tale termine e fino al versamento, tali importi dovranno essere maggiorati di un interesse semplice ad un tasso equivalente a quello delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea applicabile durante quel periodo, aumentato di tre punti percentuali;

4. Rigetta la domanda di equa soddisfazione per il resto.
Fatta in francese, poi comunicata per iscritto il 14 aprile 2015, in applicazione dell?articolo 77 ?? 2 e 3 del regolamento.
Fran?oise Elens-Passos
Cancelliere
P?ivi Hirvel?
Presidente

Testo Tradotto

Conclusion(s)
Violation de l’article 7 – Pas de peine sans loi (Article 7-1 – Nullum crimen sine lege
R?troactivit?)
Dommage mat?riel – demande rejet?e (Article 41 – Dommage mat?riel
Satisfaction ?quitable)
Pr?judice moral – r?paration (Article 41 – Pr?judice moral
Satisfaction ?quitable)

QUATRI?ME SECTION

AFFAIRE CONTRADA c. ITALIE (No 3)

(Requ?te no 66655/13)

ARR?T

STRASBOURG

14 avril 2015

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Contrada c. Italie (no 3),
La Cour europ?enne des droits de l?homme (quatri?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
P?ivi Hirvel?, pr?sidente,
Guido Raimondi,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Paul Mahoney,
Krzysztof Wojtyczek, juges,
et de Fran?oise Elens-Passos, greffi?re de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 24 mars 2015,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 66655/13) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant de cet ?tat, M. Bruno Contrada (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 4 juillet 2008 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? par Me E. Tagle, avocat ? Naples. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agente, Mme E. Spatafora, ainsi que par sa coagente, Mme P. Accardo.
3. Le requ?rant all?gue que l?infraction de ? concours externe en association de type mafieux? pour laquelle il a ?t? condamn? est le r?sultat d?une ?volution de jurisprudence post?rieure ? l??poque des faits de l?affaire. Ainsi, l?article 7 de la Convention aurait ?t? viol? en l?esp?ce.
4. Le 7 novembre 2013, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Le requ?rant est n? en 1931 et r?side ? Palerme.
A. La proc?dure en premi?re instance devant le tribunal de Palerme
6. Par un jugement du 5 avril 1996, le tribunal de Palerme condamna le requ?rant ? une peine de dix ans de r?clusion pour concours en association de type mafieux (concorso in associazione di stampo mafioso, articles 110, 416 et 416 bis du code p?nal). Le tribunal retint notamment que, entre 1979 et 1988, le requ?rant, en qualit? d?abord de fonctionnaire de police et ensuite de chef de cabinet du haut-commissaire pour la lutte contre la mafia et de directeur adjoint des services secrets civils (SISDE), avait syst?matiquement contribu? aux activit?s et ? la r?alisation des buts criminels de l?association de type mafieux d?nomm?e ? Cosa nostra ?. Selon le tribunal, le requ?rant avait fourni aux membres de la commission provinciale de Palerme de ladite association des informations confidentielles concernant les investigations et les op?rations de police en cours dont lesdits membres, ainsi que d?autres personnes faisant partie de l?association en question, faisaient l?objet.
7. Le tribunal fonda son jugement sur l?examen d?un nombre important de t?moignages et de documents ainsi que sur les informations fournies par plusieurs repentis, anciens membres de ? Cosa nostra ?. Les parties pertinentes du jugement en cause sont report?es ci-dessous :
? Sur la question [de l?existence de l?infraction de concours ?ventuel en association de type mafieux, commise donc par des sujets tiers, diff?rents des concurrents dits ? n?cessaires ?] plusieurs approches ont exist?. Celles-ci peuvent ?tre regroup?es en trois cat?gories :
1) [l?approche] de ceux qui nient avec fermet? l?existence, dans notre syst?me du concours externe en association de type mafieux, all?guant que l?extension injustifi?e du domaine d?application de l?infraction d?association comporterait la violation des principes de l?galit?, de la pr?vision l?gislative exhaustive des situations dans lesquelles la norme p?nale trouve application (principio di tassativit?) et [du principe] de d?termination n?cessaire des cat?gories p?nales, craignant, en pratique, les risques li?s ? un ?largissement excessif du pouvoir discr?tionnaire des juges ;
2) [l?approche] de ceux qui, m?me en admettant du point de vue du droit l?hypoth?se d?un concours ?ventuel dans les infractions de type associatif, s?efforcent d?en d?limiter le champ d?application en soulignant aussi la fonction subsidiaire, de qualification (qualificatrice) et de sanction propre ? des agissements qui s?approchent d?autres cat?gories d?lictueuses (par exemple, la connivence et l?assistance) ;
3) [l?approche] de ceux qui admettent l?existence, dans notre syst?me, du concours externe en association de type mafieux, en supposant que la r?gle pr?vue par les articles 110 et suivants du code p?nal (…) est applicable ?galement aux cas d?infraction associative, mettant ainsi en avant la capacit? inh?rente ? une telle approche interpr?tative de satisfaire les in?luctables exigences politiques et criminelles de d?fense sociale. ?
8. Le tribunal releva ensuite :
? Certainement, le domaine des relations entre individus appartenant au secteur de la politique, de l?administration, de l?entreprise, des professions, de la magistrature, de la finance…, avec l?organisation mafieuse, lorsqu?il ne se concr?tise pas en une r?elle int?gration dans la structure criminelle mentionn?e ci-dessus, est celui qui se pr?te le mieux ? ?tre ramen? ? la cat?gorie de concours externe.
[Cette cat?gorie], m?me si elle doit ?tre adopt?e de la part du juge de mani?re prudente, se caract?rise certainement par son efficacit? vis-?-vis de la r?pression des formes de collusion lesquelles, autant dangereuses que sournoises et insidieuses, apparaissent d?autant plus d?plorables et symptomatiques de la capacit? ?lev?e d?infiltration de la mafia dans le tissu de la soci?t? civile et partant en mesure de montrer la charge subversive puissante de cette r?alit? criminelle ?
B. La proc?dure en appel devant la cour d?appel de Palerme
9. Le 1er janvier 1997, le requ?rant interjeta appel. Le minist?re public saisit ? son tour la cour d?appel d?un recours afin d?obtenir la condamnation du requ?rant ? une peine plus lourde.
10. Le requ?rant fit valoir le principe de la ? pr?vision l?gislative exhaustive des situations dans lesquelles la norme p?nale trouve application ? (principio di tassativit? della norma penale) en tant que corollaire du principe plus g?n?ral de la non-r?troactivit? de la norme p?nale. Il estima notamment qu?? l??poque des faits qui lui ?taient reproch?s, la cat?gorie de concours externe en association de type mafieux en tant qu?infraction n??tait pas pr?visible car elle ?tait le r?sultat d?une ?volution jurisprudentielle ult?rieure.
11. Par un arr?t du 4 mai 2001, la cour d?appel de Palerme acquitta le requ?rant pour absence de faits d?lictueux (perch? il fatto non sussiste).
12. Tout en soulignant plusieurs anomalies dans le comportement du requ?rant dans son r?le de dirigeant de la police (susceptibles de faire l?objet d?une proc?dure disciplinaire), la cour d?appel estima que les preuves prises en consid?ration n??taient pas d?terminantes, utilisa d?autres t?moignages de repentis recueillis entre-temps et releva que le tribunal avait sous-estim? le fait que les t?moignages de certains repentis, arr?t?s dans le pass? par le requ?rant m?me, pouvait ?tre la cons?quence d?un projet de vengeance ? l?encontre de ce dernier.
C. La premi?re proc?dure devant la Cour de cassation
13. Le procureur g?n?ral de la R?publique se pourvut en cassation.
14. Par un arr?t du 12 d?cembre 2002, la Cour de cassation annula l?arr?t de la cour d?appel de Palerme et renvoya l?affaire devant une autre section de celle-ci. Elle estima notamment que l?arr?t en question n?avait pas ?t? d?ment motiv?. ? titre d?exemple, la cour d?appel avait omis d?expliquer la raison pour laquelle certains t?moignages recueillis n??taient pas susceptibles d?avoir valeur de preuve et n?avait pas ?tay? la th?se de la vengeance de la part de certains repentis vis-?-vis du requ?rant.
15. En ce qui concerne l?infraction de concours externe en association de type mafieux, la Cour de cassation releva ce qui suit :
? (…) Le concours externe dans l?infraction d?association criminelle de type mafieux doit ?tre distingu? de l?infraction de connivence (favoreggiamento personale) car, dans le premier cas, l?individu, quoiqu?il ne soit pas ins?r? de mani?re stable dans la structure organisationnelle de l?association, op?re de mani?re syst?matique avec les associ?s, afin de d?tourner les enqu?tes polici?res visant ? r?primer l?activit? criminelle de l?association ou ? poursuivre les personnes qui participent ? une telle activit? fournissant ainsi une contribution sp?cifique et concr?te aux fins de la conservation et du renforcement de l?association m?me ; par contre, dans l?infraction de connivence, l?individu aide de mani?re ponctuelle un associ?, auteur de l?infraction rentrant ou pas dans l?activit? pr?vue par le lien associatif, ? ?luder les investigations de la police ou ? se soustraire aux recherches de cette derni?re ?.
D. La nouvelle proc?dure devant la cour d?appel de Palerme
16. Par un arr?t du 25 f?vrier 2006, une nouvelle section de la cour d?appel de Palerme confirma le contenu du jugement du tribunal de Palerme du 5 avril 1996 sur la base, d?une part, de nombreux autres t?moignages et documents recueillis au cours de l?enqu?te et, d?autre part, de la pr?tendue ?valuation erron?e de la valeur probatoire de certains t?moignages op?r?e par la section de la cour d?appel ayant adopt? son arr?t du 4 mai 2001.
17. En ce qui concerne l?existence de l?infraction de concours externe en association de type mafieux (configurabilit? del concorso esterno in associazione di stampo mafioso), la cour d?appel estima que le jugement du tribunal de premi?re instance ayant condamn? le requ?rant avait appliqu? ? juste titre les principes d?velopp?s par la jurisprudence en la mati?re.
18. Il fit valoir en particulier qu?au moment de l?introduction du recours en appel, le 1er janvier 1997, la Cour de cassation s??tait prononc?e ? deux reprises en formation pl?ni?re dans le sens de l?existence de l?infraction de concours externe en association de type mafieux (notamment dans les arr?ts Demitry, no 16 du 5 octobre 1994 et Mannino, no 30 de 1995), et que cette position fut confirm?e dans deux arr?ts intervenus successivement en la mati?re (? savoir, Carnevale, no 22327 du 30 octobre 2002 et Mannino, no 33748 du 17 juillet 2005). La cour d?appel faisait ?galement valoir que l?arr?t de la Cour de cassation d?annulation avec renvoi se r?f?rait ?galement ? une telle infraction en notant la diff?rence entre cette derni?re et la connivence. La cour d?appel releva en outre que :
? (…) Le concours externe en association de type mafieux est propre aux situations dans lesquelles une personne, priv?e de l?affectio societatis et non ins?r?e dans la structure organisationnelle de l?association, fournit une contribution concr?te, sp?cifique, consciente et volontaire, qu?elle soit occasionnelle ou continue, pourvu que cette contribution ait pour cons?quence effective la conservation et le renforcement de l?association et que l?auteur soit conscient, dans la forme du dol g?n?ral direct, de son r?le pour la r?alisation, m?me si partielle, du projet criminel. ?
E. La deuxi?me proc?dure devant la Cour de cassation
19. Le requ?rant se pourvut en cassation.
20. Il r?it?ra le principe de la non-r?troactivit? et de la pr?visibilit? de la loi p?nale estimant que cette question n?avait pas fait l?objet d?un examen de la part des juridictions internes et demanda que les faits de l?esp?ce soient plut?t qualifi?s de connivence (favoreggiamento personale).
21. Il contesta, entre autres, l?utilisation des d?clarations d?un repenti et demanda le d?p?t au dossier de nouvelles preuves.
22. Par un arr?t d?pos? le 8 janvier 2008, la Cour de cassation d?bouta le requ?rant, confirmant la l?gitimit? du d?p?t au dossier des d?clarations contest?es par le requ?rant et rejetant sa demande visant ? obtenir l?utilisation de preuves compl?mentaires.
23. Quant ? la partie du pourvoi portant sur le principe de la non-r?troactivit? et de la pr?visibilit? de la loi p?nale, la Cour de cassation consid?ra que celle-ci ?tait manifestement mal fond?e car elle comportait un examen sur le fond et non pas une analyse des pr?tendues violations de la loi (esame di legittimit?).
F. La proc?dure en r?vision devant la cour d?appel de Caltanissetta
24. Par un arr?t du 24 septembre 2011, la cour d?appel de Caltanissetta d?clara irrecevable la demande du requ?rant d?obtenir la r?vision de son proc?s.
25. Le 25 juin 2012, la Cour de cassation rejeta le pourvoi du requ?rant.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. Les articles pertinents du code p?nal italien
Article 110 : Peine applicable aux personnes participant ? une infraction
? Lorsque plusieurs personnes participent ? une m?me infraction, chacune d?entre elles est soumise ? la peine pr?vue pour l?infraction en cause (…) ?
Article 416 : Association criminelle
? Lorsque des personnes, en nombre ?gal ou sup?rieur ? trois, s?associent dans l?objectif de commettre des d?lits, ceux qui promeuvent, constituent ou organisent l?association sont punis de ces faits par une peine de r?clusion de trois ? sept ans.
Pour le seul fait de participer ? l?association, la peine est celle de la r?clusion de un ? cinq ans.
Les chefs sont soumis ? la m?me peine ?tablie par les promoteurs. (…) ?
Article 416 bis : Association de malfaiteurs de type mafieux
? Quiconque fait partie d?une association de type mafieux, compos?e de trois personnes ou plus, est passible de la r?clusion criminelle. (…)
L?association est de type mafieux lorsque ceux qui en font partie se servent de la force d?intimidation du lien associatif et de la condition d?assujettissement et de complicit? tacite en r?sultant, afin de commettre des d?lits, de se procurer directement ou indirectement la gestion ou autrement le contr?le d?activit?s ?conomiques, de concessions, d?autorisations, adjudications ou services publics ou pour r?aliser des b?n?fices ou des profits injustes pour les membres ou pour d?autres personnes, ou encore afin d?emp?cher ou entraver le libre exercice du droit de vote ou de procurer des voix aux membres ou ? d?autres personnes lors de consultations ?lectorales.
(…) ?
B. L??volution de la jurisprudence interne concernant la pr?vision de l?infraction de concours externe en association de type mafieux
26. Dans leurs observations, les parties ont envoy? une liste exhaustive des affaires trait?es par la Cour de cassation en mati?re de concours externe en association de type mafieux.
27. Il ressort de celle-ci que le premier arr?t dans lequel cette infraction est mentionn?e est l?arr?t Cillari, no 8092 du 14 juillet 1987. Dans celui-ci la Cour de cassation r?futa explicitement l?existence d?une telle infraction. Dans l?arr?t Agostani, no 8864 du 27 juin 1989, la Cour parvint aux m?mes conclusions. Plus tard, dans les arr?ts Abbate et Clementi, nos 2342 et 2348 du 27 juin 1994, la Cour d?mentit ?galement l?existence en droit interne de l?infraction de concours externe en association de type mafieux.
28. Entre-temps, dans l?arr?t Altivalle, no 3492 du 13 juin 1987, la Cour de cassation reconnut l?existence du concours ?ventuel en association de type mafieux dans la limite des infractions dites ? d?accord ?, c?est-?-dire, les infractions de type associatif dans lesquelles les volont?s de l?ensemble des individus impliqu?s dans les faits ont pour but la r?alisation d?un objectif commun. L?arr?t Barbella, no 9242 du 4 f?vrier 1988, fit ?galement r?f?rence ? l?infraction en cause, en mettant l?accent sur la nature ?pisodique des agissements de l?auteur des faits. Les arr?ts Altomonte, no 4805 du 23 novembre 1992, Turiano, no 2902 du 18 juin 1993 et Di Corrado, du 31 ao?t 1993, confirm?rent en substance cette approche.
29. Ce n?est que dans l?arr?t Demitry, prononc? par les Sections Unies de la Cour de cassation le 5 octobre 1994, que celle-ci fournit pour la premi?re fois une ?laboration de la mati?re en objet, faisant ?tat des arr?ts ayant r?fut? et de ceux ayant reconnu l?infraction litigieuse et admettant de mani?re explicite l?existence de l?infraction de concours externe en association de type mafieux dans l?ordre juridique interne.
30. Cette m?me approche fut ensuite confirm?e dans d?autres arr?ts, tels que Mannino, no 30 du 27 septembre 1995, Carnevale, no 22327 du 30 octobre 2002 et Mannino, no 33748 du 17 juillet 2005, prononc?s ?galement par les Sections Unies de la Cour de cassation.
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 7 DE LA CONVENTION
31. Invoquant l?article 7 de la Convention, le requ?rant estime que l?infraction de concours externe en association de type mafieux est le r?sultat d?une ?volution de jurisprudence post?rieure ? l??poque des faits pour lesquels il a ?t? condamn?.
32. Ainsi, compte tenu des divergences de jurisprudence sur l?existence de ladite infraction, le requ?rant n?aurait pas pu pr?voir avec pr?cision la qualification juridique des faits qui lui ?taient reproch?s et, par cons?quent, la peine sanctionnant ses agissements.
33. L?article 7 de la Convention est ainsi libell? :
? 1. Nul ne peut ?tre condamn? pour une action ou une omission qui, au moment o? elle a ?t? commise, ne constituait pas une infraction d?apr?s le droit national ou international. De m?me il n?est inflig? aucune peine plus forte que celle qui ?tait applicable au moment o? l?infraction a ?t? commise.
2. Le pr?sent article ne portera pas atteinte au jugement et ? la punition d?une personne coupable d?une action ou d?une omission qui, au moment o? elle a ?t? commise, ?tait criminelle d?apr?s les principes g?n?raux de droit reconnus par les nations civilis?es. ?
34. Le Gouvernement soul?ve d?embl?e que les observations du requ?rant auraient ?t? re?ues par le greffe de la Cour le 5 mai 2014, ? savoir au-del? du 18 avril 2014, d?lai fix? par la Cour pour l?envoi des observations. Celles-ci ne devraient partant pas ?tre vers?es au dossier.
35. La Cour constate que les observations du requ?rant ont ?t? envoy?es par t?l?fax le 17 avril 2014 et ont ?t? re?ues le m?me jour. Cet argument du Gouvernement doit donc ?tre refus?.
A. Sur la recevabilit?
36. Le Gouvernement soul?ve trois objections quant ? la recevabilit? de la requ?te. Il fait valoir d?abord que celle-ci aurait ?t? introduite au-del? du d?lai des six mois pr?vu par l?article 35 ? 1 de la Convention. Ce d?lai courait en l?esp?ce ? partir du 8 janvier 2008, date du d?p?t de l?arr?t de la Cour de cassation. Le Gouvernement soutient que le formulaire de requ?te est dat? du 4 juillet 2008, mais que toutefois, le courrier y relatif a ?t? re?u par la Cour le 9 juillet 2008. En l?absence de preuve de l?envoi de la part du requ?rant, la requ?te devrait ?tre rejet?e car tardive.
37. Le requ?rant conteste les affirmations du Gouvernement et indique que sa requ?te a ?t? envoy?e ? la Cour le 4 juillet 2008.
38. La Cour observe que la pr?sente requ?te a ?t? envoy?e au greffe le 4 juillet 2008, ainsi qu?il ressort du cachet postal de l?enveloppe vers?e au dossier. Telle est donc la date d?introduction de la requ?te au sens de l?article 35 ? 1 de la Convention. Partant, cette objection du Gouvernement ne saurait ?tre retenue.
39. Le Gouvernement excipe ensuite que le requ?rant aurait omis de soulever devant les autorit?s nationales le m?me grief qu?il soul?ve devant la Cour. Il fait valoir notamment que ? si devant les instances internes, le requ?rant s?est plaint de la qualification de l?infraction qui lui ?tait reproch?e ; devant la Cour il d?nonce la violation du principe de non-r?troactivit? de la norme p?nale ?. Ainsi, les juges nationaux n?auraient pas eu la possibilit? de statuer sur la dol?ance du requ?rant telle que formul?e devant la Cour. Le principe de subsidiarit? aurait ainsi ?t? m?connu et la requ?te devrait ?tre d?clar?e irrecevable pour non-?puisement des voies de recours internes.
40. Le requ?rant conteste cette th?se et fait valoir avoir soulev? la dol?ance port?e devant la Cour dans tous les degr?s de juridiction.
41. La Cour rappelle qu?aux termes de l?article 35 ? 1 de la Convention, elle ne peut ?tre saisie qu?apr?s l??puisement des voies de recours internes. Tout requ?rant doit avoir donn? aux juridictions internes l?occasion que cette disposition a pour finalit? de m?nager en principe aux ?tats contractants, ? savoir ?viter ou redresser les violations all?gu?es contre eux. Cette r?gle se fonde sur l?hypoth?se que l?ordre interne offre un recours effectif quant ? la violation all?gu?e. Les dispositions de l?article 35 ? 1 ne prescrivent toutefois l??puisement que des seuls recours ? la fois relatifs aux violations incrimin?es, disponibles et ad?quats. Ils doivent exister ? un degr? suffisant de certitude non seulement en th?orie mais aussi en pratique, sans quoi leur manquent l?effectivit? et l?accessibilit? voulues ; il incombe ? l??tat d?fendeur de d?montrer que ces exigences se trouvent r?unies (voir, parmi beaucoup d?autres, McFarlane c. Irlande [GC], no 31333/06, ? 107, 10 septembre 2010, Mifsud c. France (d?c.) [GC], no 57220/00, ? 15, CEDH 2002 VIII, Leandro Da Silva c. Luxembourg, no 30273/07, ?? 40 et 42, 11 f?vrier 2010 et Vu?kovi? et autres c. Serbie [GC], no 17153/11, ?? 71-72, 25 mars 2014).
42. Dans le cas d?esp?ce, la Cour rel?ve que, dans son recours en appel contre le jugement de premi?re instance du tribunal de Palerme du 5 avril 1996, le requ?rant a invoqu? le principe de la pr?vision l?gislative exhaustive des situations dans lesquelles la norme p?nale trouve application (principio di tassativit? della norma penale) en tant que corollaire du principe plus g?n?ral de la non-r?troactivit? de la norme p?nale. Le requ?rant estima notamment qu?? l??poque des faits de l?affaire, l?application de la loi p?nale concernant le concours en association de type mafieux n??tait pas pr?visible car elle ?tait le r?sultat d?une ?volution jurisprudentielle ult?rieure.
43. A la suite de l?arr?t rendu par la cour d?appel de Palerme le 25 f?vrier 2006, cette m?me dol?ance fut r?it?r?e dans le pourvoi introduit par le requ?rant en cassation. Ce dernier fit notamment valoir que la question en cause n?avait pas fait l?objet d?un examen de la part des juridictions internes.
44. Dans ces circonstances, l?objection de non-?puisement des voies de recours internes soulev?e par le d?fendeur doit ?tre rejet?e.
45. Troisi?mement, le Gouvernement estime que, en l?esp?ce, si la Cour devait se pencher sur la question de l?existence de l?infraction de concours externe en association de type mafieux, elle endosserait le r?le d?un juge de ? quatri?me instance ?, cette question ayant d?j? ?t? r?solue par les Sections Unies de la Cour de cassation. Ainsi, cette requ?te devrait ?tre d?clar?e manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ?? 3 et 4 de la Convention.
46. De l?avis du Gouvernement, l?examen de la Cour devrait uniquement concerner le fait de savoir si, au moment o? les faits reproch?s au requ?rant ont ?t? commis, l?interpr?tation jurisprudentielle dominante en cette mati?re ?tait accessible et pr?visible pour celui-ci.
47. La Cour rel?ve d?embl?e que le grief en examen ne porte pas sur une ?ventuelle violation du droit ? un proc?s ?quitable (voir Contrada c. Italie (no 2), no 7509/08, ? 70, 11 f?vrier 2014 et, a contrario, parmi beaucoup d?autres, G?fgen c. Allemagne [GC], no 22978/05, ? 162, CEDH 2010) et que c?est en r?gle g?n?ral dans ce contexte que le r?le de la Cour en tant que ? quatri?me instance ? peut ?tre ?valu?.
48. En tout ?tat de cause, la Cour estime que les consid?rations du Gouvernement sont li?es au fond de l?affaire et seront donc examin?es ci-dessous.
49. La Cour constate que cette requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celle-ci ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de la d?clarer recevable.
B. Sur le fond
1. La position des parties
50. Le Gouvernement observe d?embl?e que la notion de concours externe est apparue pour la premi?re fois dans plusieurs arr?ts ? partir de la fin des ann?es soixante du si?cle dernier, d?abord en mati?re de conspiration politique ? travers la constitution d?une association (voir l?arr?t de la Cour de cassation Muther, du 27 novembre 1968) et, ensuite, en mati?re de terrorisme (voir, entre autres, les arr?ts de la Cour de cassation Cucco du 1er juin 1977, Zuffada du 18 mars 1978 et Arancio du 25 octobre 1983). La jurisprudence portant sur la notion de concours externe ?tait donc bien ?tablie m?me dans une p?riode pr?c?dant les faits contest?s au requ?rant.
51. La m?me notion a ensuite ?t? appliqu?e dans des affaires ayant trait ? l?infraction d?association de type mafieux, ? commencer par les arr?ts Altivalle, no 3492 du 13 juin 1987, Barbella, no 9242 du 4 f?vrier 1988 et Altomonte, no 4805 du 23 novembre 1992.
52. Le Gouvernement admet que, entre la fin des ann?es quatre-vingt et le d?but des ann?es quatre-vingt-dix du si?cle dernier, la jurisprudence a parfois r?fut? l?existence de l?infraction de concours mat?riel externe en association de type mafieux (Cillari, no 8092 du 14 juillet 1987, et Agostani, no 8864 du 27 juin 1989). Ces d?cisions excluaient l?existence d?une situation interm?diaire entre la participation ? l?association de type mafieux et l?extran?it? ? celle-ci, qualifiant les faits des esp?ces de participation au sens de l?article 416 du code p?nal. Le conflit de jurisprudence a toutefois ?t? r?solu d?finitivement par la Cour de cassation en formation pl?ni?re dans l?arr?t Demitry, no 16 du 5 octobre 1994, lequel a d?fini les limites de l?applicabilit? de l?infraction litigieuse fournissant ainsi une interpr?tation clarificatrice de la mati?re.
53. Le Gouvernement soutient donc que les d?cisions r?futant l?existence de l?infraction de concours externe en association de type mafieux n?ont ?t? que minoritaires et la jurisprudence a reconnu cette infraction d?s le d?but (? savoir de 1968 ? 1989).
54. Ainsi, ? l??poque o? le requ?rant a commis les faits qui lui ont ?t? reproch? (1978-1988) la jurisprudence interne en la mati?re n??tait aucunement contradictoire.
55. Cette jurisprudence doit ?tre partant consid?r?e comme ?tant lin?aire, aucun changement drastique ne pouvant ?tre d?cel? dans l?approche des diff?rentes d?cisions adopt?es par la Cour de cassation. La jurisprudence a en effet suivi un parcours progressif de consolidation d?une approche positive eu ?gard ? l?existence de l?infraction caract?ris?e, certes, par une analyse dialectique d?arguments oppos?s, ayant finalement d?pass? les positions minoritaires.
56. Enfin, le Gouvernement fait valoir que, compte tenu des comp?tences professionnelles du requ?rant, de sa personnalit? et de son parcours, on ne saurait affirmer que la loi et la jurisprudence en la mati?re n??taient pas pr?visibles pour celui-ci.
57. Le requ?rant souligne d?abord que, tel que le Gouvernement l?admet dans ses observations, le concours externe en association de type mafieux est une cr?ation de la jurisprudence amorc?e dans des d?cisions datant de la fin des ann?es quatre-vingt, c?est-?-dire, apr?s les faits pour lesquels le requ?rant a ?t? condamn?, et s??tant consolid?e avec l?arr?t de la Cour de cassation Demitry. Le requ?rant souligne aussi que les arr?ts auxquels le Gouvernement fait r?f?rence datant de la fin des ann?es soixante du si?cle dernier ne concernent que le concours dans des associations terroristes et ne sont donc pas pertinentes en l?esp?ce.
58. Selon le requ?rant, le Gouvernement omet d?expliquer la raison pour laquelle, si la jurisprudence en mati?re de concours externe en association de type mafieux ?tait aussi lin?aire, quatre arr?ts des Sections Unies de la Cour de cassation ont ?t? n?cessaires afin de clarifier l?existence d?une telle infraction. Le requ?rant fait valoir que le fait que la jurisprudence en la mati?re est rest?e controvers?e jusqu?aux ann?es quatre-vingt-dix ressort aussi du jugement du tribunal de Palerme du 5 avril 1996.
59. L??volution jurisprudentielle en cette mati?re, post?rieure aux faits reproch?s au requ?rant, d?montre qu?? l??poque o? ceux-ci se seraient produits, le requ?rant ne pouvait raisonnablement pr?voir les cons?quences, en termes de sanction, de ses pr?tendues actions, l?existence de l?infraction de concours externe en association de type mafieux ?tant ? l??poque des faits, objet d?interpr?tations jurisprudentielles divergentes.
2. L?appr?ciation de la Cour
a) Les principes se d?gageant de la jurisprudence de la Cour
60. La Cour rappelle que les principes g?n?raux en mati?re du principe nulla poena sine lege, se d?gageant de l?article 7 de la Convention, sont r?sum?s dans l?arr?t Del Rio Prada c. Espagne [GC] (no 42750/09, ?? 77-80, CEDH 2013), dont les parties pertinentes sont rappel?es ci-dessous. Ces principes sont repris ?galement dans l?arr?t Rohlena c. R?publique tch?que [GC] (no 59552/08, ? 50, 27 janvier 2015) :
? 77. La garantie que consacre l?article 7, ?l?ment essentiel de la pr??minence du droit, occupe une place primordiale dans le syst?me de protection de la Convention, comme l?atteste le fait que l?article 15 n?y autorise aucune d?rogation m?me en temps de guerre ou autre danger public mena?ant la vie de la nation. Ainsi qu?il d?coule de son objet et de son but, on doit l?interpr?ter et l?appliquer de mani?re ? assurer une protection effective contre les poursuites, les condamnations et les sanctions arbitraires (S.W. c. Royaume-Uni et C.R. c. Royaume-Uni, 22 novembre 1995, respectivement ? 34, s?rie A no 335-B, et ? 32, s?rie A no 335-C, et [Kafkaris c. Chypre [GC], no 21906/04, ? 137, CEDH 2008].
78. L?article 7 de la Convention ne se borne pas ? prohiber l?application r?troactive du droit p?nal au d?savantage de l?accus? (voir, en ce qui concerne l?application r?troactive d?une peine, Welch c. Royaume-Uni, 9 f?vrier 1995, ? 36, s?rie A no 307 A, Jamil c. France, 8 juin 1995, ? 35, s?rie A no 317 B, Ecer et Zeyrek c. Turquie, nos 29295/95 et 29363/95, ? 36, CEDH 2001 II, et Mihai Toma c. Roumanie, no 1051/06, ?? 26-31, 24 janvier 2012). Il consacre aussi, de mani?re plus g?n?rale, le principe de la l?galit? des d?lits et des peines ?? nullum crimen, nulla poena sine lege ? ? (Kokkinakis c. Gr?ce, 25 mai 1993, ? 52, s?rie A no 260-A). S?il interdit en particulier d??tendre le champ d?application des infractions existantes ? des faits qui, ant?rieurement, ne constituaient pas des infractions, il commande en outre de ne pas appliquer la loi p?nale de mani?re extensive au d?triment de l?accus?, par exemple par analogie (Co?me et autres c. Belgique, nos 32492/96, 32547/96, 32548/96, 33209/96 et 33210/96, ? 145, CEDH 2000-VII ; pour un exemple d?application par analogie d?une peine, voir l?arr?t Ba?kaya et Ok?uo?lu c. Turquie [GC], nos 23536/94 et 24408/94, ?? 42-43, CEDH 1999 IV).
79. Il s?ensuit que la loi doit d?finir clairement les infractions et les peines qui les r?priment. Cette condition se trouve remplie lorsque le justiciable peut savoir, ? partir du libell? de la disposition pertinente, au besoin ? l?aide de l?interpr?tation qui en est donn?e par les tribunaux et le cas ?ch?ant apr?s avoir recouru ? des conseils ?clair?s, quels actes et omissions engagent sa responsabilit? p?nale et quelle peine il encourt de ce chef (Cantoni c. France, 15 novembre 1996, ? 29, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996 V, et Kafkaris, pr?cit?, ? 140).
80. La t?che qui incombe ? la Cour est donc, notamment, de s?assurer que, au moment o? un accus? a commis l?acte qui a donn? lieu aux poursuites et ? la condamnation, il existait une disposition l?gale rendant l?acte punissable et que la peine impos?e n?a pas exc?d? les limites fix?es par cette disposition (Co?me et autres, pr?cit?, ? 145, et Achour c. France [GC], no 67335/01, ? 43, CEDH 2006 IV). ?
61. La Cour rappelle ?galement qu?elle n?a pas pour t?che de se substituer aux juridictions internes dans l?appr?ciation et la qualification juridique des faits, pourvu que celles-ci reposent sur une analyse raisonnable des ?l?ments du dossier (voir, mutatis mutandis, Florin Ionescu c. Roumanie, no 24916/05, ? 59, 24 mai 2011). Plus g?n?ralement, la Cour rappelle que c?est au premier chef aux autorit?s nationales, notamment aux cours et aux tribunaux, qu?il appartient d?interpr?ter la l?gislation interne. Son r?le se limite donc ? v?rifier la compatibilit? avec la Convention des effets de pareille interpr?tation (Waite et Kennedy c. Allemagne [GC], no 26083/94, ? 54, CEDH 1999-I, Korbely c. Hongrie, [GC], no 9174/02, ?? 72-73, CEDH 2008, et Kononov c. Lettonie [GC], no 36376/04, ? 197, CEDH 2010).
62. Toutefois, la Cour doit jouir d?un pouvoir de contr?le plus large lorsque le droit prot?g? par une disposition de la Convention, en l?occurrence l?article 7, requiert l?existence d?une base l?gale pour l?infliction d?une condamnation et d?une peine. L?article 7 ? 1 exige de la Cour qu?elle recherche si la condamnation du requ?rant reposait ? l??poque sur une base l?gale. En particulier, elle doit s?assurer que le r?sultat auquel ont abouti les juridictions internes comp?tentes ?tait en conformit? avec l?article 7 de la Convention. L?article 7 deviendrait sans objet si l?on accordait un pouvoir de contr?le moins large ? la Cour (voir Kononov, pr?cit?, ? 198).
63. En somme, la Cour doit rechercher si la condamnation du requ?rant reposait sur une base suffisamment claire (voir Kononov, pr?cit?, ? 199 ; Rohlena, pr?cit?, ? 51-53).
b) Application des principes pr?cit?s en l?esp?ce
64. La Cour estime que la question qui se pose en l?esp?ce est celle de savoir si, ? l??poque des faits reproch?s au requ?rant, la loi applicable d?finissait clairement l?infraction de concours externe en association de type mafieux. Il y a lieu d?examiner donc si, ? partir du libell? des dispositions pertinentes et ? l?aide de l?interpr?tation de la loi fournie par les tribunaux internes, le requ?rant pouvait conna?tre les cons?quences de ses actes sur le plan p?nal.
65. La Cour note d?embl?e que, dans le cas d?esp?ce, le requ?rant a ?t? condamn? ? une peine de dix ans de r?clusion pour concours en association de type mafieux par un jugement du tribunal de Palerme du 5 avril 1996 relativement ? des faits accomplis entre 1979 et 1988. Dans la partie en droit du jugement, ce concours ?tait qualifi? d?? ?ventuel ? ou ? externe ?. La condamnation du requ?rant, d?abord annul?e par un arr?t de la cour d?appel de Palerme, fut ensuite confirm?e par une autre section de celle-ci et, de fa?on d?finitive, par un arr?t de la Cour de cassation.
66. La Cour remarque qu?il n?est pas contest? entre les parties que le concours externe en association de type mafieux constitue une infraction d?origine jurisprudentielle. Or, tel que le tribunal de Palerme l?a rappel? ? juste titre dans son arr?t du 5 avril 1996 (voir le paragraphe 7 ci-dessus), l?existence de telle l?infraction a fait l?objet d?approches jurisprudentielles divergentes.
67. L?analyse de la jurisprudence cit?e par les parties (voir les paragraphes 26-30 ci-dessus) montre que la Cour de cassation a fait pour la premi?re fois mention de l?infraction de concours externe en association de type mafieux dans son arr?t Cillari, no 8092 du 14 juillet 1987. En l?esp?ce, la Cour de cassation r?futa l?existence d?une telle infraction et r?it?ra cette position dans d?autres arr?ts qui suivirent, notamment Agostani, no 8864 du 27 juin 1989 et Abbate et Clementi, nos 2342 et 2348 du 27 juin 1994.
68. Entre-temps, dans d?autres affaires, la Cour de cassation reconnut l?existence de l?infraction de concours ?ventuel en association de type mafieux (voir l?arr?t Altivalle, no 3492, du 13 juin 1987 et, ensuite, Altomonte, no 4805 du 23 novembre 1992, Turiano, no 2902 du 18 juin 1993 et Di Corrado, du 31 ao?t 1993).
69. Ce n?est toutefois que dans l?arr?t Demitry, prononc? par la Cour de cassation en formation pl?ni?re le 5 octobre 1994, que celle-ci fournit pour la premi?re fois une ?laboration de la mati?re litigieuse, faisant ?tat des orientations niant et de celles reconnaissant l?existence de l?infraction litigieuse et, dans l?esprit de mettre fin aux conflits de jurisprudence en la mati?re, admit finalement de mani?re explicite l?existence de l?infraction de concours externe en association de type mafieux dans l?ordre juridique interne.
70. Dans ce contexte, l?argument du Gouvernement selon lequel, ? l??poque de la commission des faits (1979-1988), la jurisprudence interne en la mati?re n??tait aucunement contradictoire ne saurait ?tre accueilli.
71. En outre, la Cour consid?re que la r?f?rence du Gouvernement ? la jurisprudence en mati?re de concours externe, qui s?est d?velopp?e ? partir de la fin des ann?es soixante du si?cle dernier, c?est-?-dire, avant les faits reproch?s au requ?rant (voir le paragraphe 50 ci-dessus), n?enl?ve rien ? ce constat. Les affaires mentionn?es par le gouvernement d?fendeur portent certes sur le d?veloppement jurisprudentiel de la notion de ? concours externe ?. N?anmoins, les cas d?esp?ce mis en avant ne concernent pas l?infraction de concours externe en association de type mafieux, faisant l?objet de la pr?sente requ?te, mais des infractions diff?rentes, ? savoir la conspiration politique par la constitution d?une association et les actes de terrorisme. On ne saurait donc d?duire du d?veloppement jurisprudentiel invoqu? l?existence en droit interne de l?infraction de concours externe dans le cadre de l?association de type mafieux, qui diff?re en sa substance m?me des cas d?esp?ce mentionn?s par le Gouvernement, et qui, tel que rappel? ci-dessus (paragraphes 29 et 30 ci-dessus), a fait l?objet d?un d?veloppement jurisprudentiel distinct et ult?rieur par rapport ? celles-ci.
72. La Cour rel?ve aussi que, dans son arr?t du 25 f?vrier 2006, la cour d?appel de Palerme, s?exprimant sur l?applicabilit? de la loi p?nale en mati?re de concours externe en association de type mafieux, s?appuya sur les arr?ts Demitry, no 16 du 5 octobre 1994, Mannino no 30 du 27 septembre 1995, Carnevale, no 22327 du 30 octobre 2002 et Mannino, no 33748 du 17 juillet 2005 (voir les paragraphe 18 ci-dessus), tous post?rieurs aux faits reproch?s au requ?rant.
73. La Cour note de surcro?t que la dol?ance du requ?rant tenant ? la violation du principe de la non-r?troactivit? et de la pr?visibilit? de la loi p?nale, soulev?e devant tous les degr?s de juridiction (voir les paragraphes 10 et 20 ci-dessus), n?a pas fait l?objet d?un examen approfondi des juridictions internes, celles-ci s??tant limit?es ? analyser en d?tail l?existence m?me de l?infraction de concours externe en association de type mafieux dans l?ordre juridique interne sans toutefois r?pondre ? la question de savoir si une telle infraction pouvait ?tre connue par le requ?rant ? l??poque des faits qui lui ?taient reproch?s (voir les paragraphes 15, 17 et 18 ci-dessus).
74. Dans ces circonstances, la Cour constate que l?infraction litigieuse a ?t? le r?sultat d?une ?volution jurisprudentielle amorc?e vers la fin des ann?es quatre-vingt du si?cle dernier et qui s?est consolid?e en 1994 dans l?arr?t Demitry.
75. Ainsi, ? l??poque o? les faits reproch?s au requ?rant ont ?t? commis (1979-1988), l?infraction en cause n??tait pas suffisamment claire et pr?visible pour celui-ci. Le requ?rant ne pouvait donc pas conna?tre en l?esp?ce la peine qu?il encourait du chef de la responsabilit? p?nale d?coulant des actes qu?il avait accomplis (Del Rio Prada [GC], pr?cit?, ?? 79 et 111-118, a contrario, Ashlarba c. G?orgie, no 45554/08, ?? 35-41, 15 juillet 2014, a contrario, Rohlena, ? 50, pr?cit? et, mutatis mutandis, Alimu?aj c. Albanie, no 20134/05, ?? 154-162, 7 f?vrier 2012).
76. Ces ?l?ments suffisent ? la Cour pour conclure qu?il y a eu violation de l?article 7 de la Convention.
II. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
77. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
78. En ce qui concerne le dommage mat?riel, le requ?rant r?clame ? la reconstitution de sa carri?re ainsi que la restitution de l?ensemble des montants qu?il n?a pas re?u en raison de sa condamnation ?. Il demande ?galement ? la restitution de l?ensemble des montants qu?il a ?t? condamn? ? payer ?.
79. Le requ?rant demande en outre entre 30 000 et 50 000 euros (EUR) ? au titre du pr?judice moral qu?il aurait subi.
80. Le Gouvernement s?oppose ? ces pr?tentions et fait valoir qu?elles n?ont pas ?t? prouv?es.
81. La Cour n?aper?oit pas de lien de causalit? entre la violation constat?e et le dommage mat?riel all?gu? et rejette cette demande. En revanche, elle consid?re qu?il y a lieu d?octroyer au requ?rant 10 000 EUR au titre du pr?judice moral.
B. Frais et d?pens
82. Le requ?rant demande ?galement 48 253,18 EUR pour les frais et d?pens engag?s devant les juridictions internes et 29 335,61 EUR pour ceux engag?s devant la Cour.
83. Le Gouvernement s?oppose ? ces pr?tentions et fait valoir que les frais engag?s devant les juridictions internes ne devraient pas ?tre octroy?s, en raison de ce qu?il n?y a pas eu violation de l?article 7 de la Convention en l?esp?ce. Pour ce qui est des frais et d?pens pr?tendument engag?s par le requ?rant devant la Cour, le Gouvernement consid?re que ceux-ci sont excessifs et que le requ?rant a omis de les prouver.
84. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En l?esp?ce, la Cour note que les documents pr?sent?s par le requ?rant ? l?appui de la demande de remboursement des frais et d?pens engag?s devant les juridictions internes ne sont pas suffisamment d?taill?s. La Cour rejette donc la demande formul?e par le requ?rant ? ce titre.
85. Quant frais et d?pens engag?s dans la proc?dure devant elle, la Cour estime raisonnable la somme de 2 500 EUR et l?accorde au requ?rant.
C. Int?r?ts moratoires
86. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;

2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 7 de la Convention ;

3. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, les sommes suivantes:
i) 10 000 EUR (dix-mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage moral ;
ii) 2 500 EUR (deux-mille-cinq-cents euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t par le requ?rant, pour les frais et d?pens encourus devant la Cour ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

4. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 14 avril 2015, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Fran?oise Elens-Passos P?ivi Hirvel?
Greffi?re Pr?sidente

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