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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE CHIRO ET AUTRES c. ITALIE (N? 4)

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41, P1-1
Numero: 67196/01/2005
Stato: Italia
Data: 2005-10-11 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusione Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata

QUARTA SEZIONE
CAUSA CHIR? ED ALTRI C. Italia (No 4)
(Richiesta no 67196/01)
SENTENZA
STRASBURGO
11 ottobre 2005
DEFINITIVO
11/01/2006
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Chir? ed altri c. Italia (no 4),
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, quarta sezione, riunendosi in una camera composta da:
Sir Nicolas Bratza, presidente,
Sigg.. J. Casadevall, G. Bonello, R. Maruste, V. Zagrebelsky, S. Pavlovschi, J. Borrego Borrego, giudici,,
e del Sig. Sig. O’Boyle, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 20 settembre 2005,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 67196/01) diretta contro la Repubblica italiana e in cui quattro cittadini di questo Stato, M. L., D., V. ed E. C. (“i richiedenti”), hanno investito la Corte il 15 maggio 2000 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. I richiedenti sono rappresentati dal Sig. I., avvocato a Genova. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. Braguglia, dal suo coagente, il Sig. F. Crisafulli, e dal suo coagente aggiunto, il Sig. N. Lettieri.
3. I richiedenti adducevano un attentato ingiustificato al loro diritto al rispetto dei loro beni.
4. La richiesta ? stata assegnata alla prima sezione della Corte (articolo 52 ? 1 dell’ordinamento).
5. Con una decisione del 28 gennaio 2003, la camera ha dichiarato la richiesta parzialmente irricevibile. Con una decisione del 10 giugno 2004, ha dichiarato il restante della richiesta parzialmente accettabile.
6. Tanto i richiedenti che il Governo hanno depositato delle osservazioni scritte sul merito della causa (articolo 59 ? 1 dell’ordinamento).
7. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni (articolo 25 ? 1 dell’ordinamento). La presente richiesta ? stata assegnata alla quarta sezione cos? ricomposta (articolo 52 ? 1).
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
8. I richiedenti, M. L., D., V. ed E. C. sono rispettivamente dei cittadini italiani, nati nel 1933, 1934, 1965 e nel 1962 e residenti a Genova e San Severo.
9. I richiedenti erano i proprietari di un terreno ubicato a Poggio Imp?riale (Foggia) e registrati al catasto, foglio 14/a, appezzamenti 380, 381, 382,.
10. Con un’ordinanza del 30 gennaio 1985, valendo come dichiarazione di utilit? pubblica, il municipio di Poggio Imp?riale decret? l’occupazione di emergenza di una parte del terreno dei richiedenti, per un periodo massimale di cinque anni, in vista della sua espropriazione per la costruzione di un lavoro pubblico. Nel termine di occupazione autorizzata, l’amministrazione doveva espropriare il terreno.
11. Nel marzo 1985, il municipio di Poggio Imp?riale procedette all’occupazione materiale del terreno ed inizi? i lavori di costruzione.
12. Risulta dalla pratica che cinque anni pi? tardi, alla scadenza dell’occupazione autorizzata, l’amministrazione non aveva n? formalizzato l’espropriazione del terreno, n? proceduto all’indennizzo.
13. Con un atto notificato il 28 maggio 1991, i richiedenti introdussero un’azione in danno-interessi contro la citt? di Poggio Imp?riale dinnanzi al tribunale civile di Lucera. I richiedenti adducevano che, sebbene i lavori di costruzione effettuata sul loro terreno abbiano trasformato questo, non era sopraggiunto nessuno decreto di espropriazione e nessuno indennizzo. Riferendosi al principio dell’espropriazione indiretta fissata con la Corte di cassazione nella sentenza no 1464 del 26 febbraio 1983, i richiedenti invitavano il tribunale a dichiarare che la costruzione della strada aveva trasformato il loro terreno a tal punto che aveva provocato la perdita irreversibile del bene. I richiedenti richiedevano dei danno-interessi per la perdita del terreno a concorrenza del valore di questo, inoltre richiedevano un risarcimento per il non godimento del terreno durante il periodo di occupazione autorizzata.
14. Durante il processo e pi? precisamente il 6 dicembre 1995, una perizia fu depositata, alla cancelleria. Risulta da questa perizia che la trasformazione irreversibile del terreno aveva avuto luogo nel 1988 e che i richiedenti erano stati privati del loro bene a questa data. La perizia indicava che il valore venale del terreno nel 1988 ed indicizzato era di 6 672 000 lire italiane (ITL) (3 445, 80 EUR).
15. Con un giudizio depositato alla cancelleria il 16 novembre 2001, il tribunale di Lucera dichiar? che in seguito all’occupazione del terreno, ed alla vista della costruzione della strada, essendo il lavoro rispondente all’interesse pubblico, il diritto di propriet? dei richiedenti erano stati neutralizzati conformemente al principio dell’espropriazione indiretta. C’era luogo dunque di considerare che la propriet? del terreno era passata ab origine all’amministrazione nel 1995 ossia irreversibilmente una volta trasformato il terreno. Dato che il trasferimento di propriet? aveva avuto luogo nella cornice di un’occupazione di terreno diventata senza titolo, i richiedenti avevano diritto ai danno-interessi. Il tribunale consider? che in ragione della natura del terreno e delle costruzioni che erano state costruite sul terreno, la legge no 662 del 1996 non era applicabile. Di conseguenza, il tribunale accord? ai richiedenti una somma di 9 500 000 ITL per la perdita della propriet? del terreno e per l’indennit? dell’occupazione temporanea, da indicizzare a partire dal 1995.
16. Il giudizio ha acquisito forza dia cosa giudicata al pi? tardi nel febbraio 2003.
17. Risulta dalla pratica che i richiedenti non sono stati ancora risarciti.
18. II. IL DIRITTO E LAPRATICA INTERNI PERTINENTI
a) L’occupazione di emergenza di un terreno
In dritto italiano, il procedimento accelerato di espropriazione permette all’amministrazione di occupare un terreno e di costruire prima dell’espropriazione. Una volta dichiarato di utilit? pubblica il lavoro da realizzare ed adottato il progetto di costruzione, l’amministrazione pu? decretare l’occupazione di emergenza delle zone da espropriare per una durata determinata che non supera cinque anni( articolo 20 della legge no 865 del 1971). Questo decreto diventa nullo se l’occupazione materiale del terreno non ha luogo nei tre mesi seguenti la sua promulgazione. Prima della fine del periodo di occupazione autorizzata, deve essere preso un decreto di espropriazione formale.
L’occupazione autorizzata di un terreno d? diritto ad un’indennit? di occupazione. La Corte costituzionale ha riconosciuto, nella sua sentenza no 470 del 1990, un diritto di accesso immediato ad un tribunale ai fini di richiedere l’indennit? di occupazione appena il terreno ? materialmente occupato, senza bisogno di aspettare che l’amministrazione proceda ad un’offerta di indennizzo.
b) Il principio dell’espropriazione indiretta (“occupazione acquisitiva” o “accessione invertita”)
Negli anni 1970, parecchie amministrazioni locali procedettero alle occupazioni di emergenza di terreni che non furono seguite da decreti di espropriazione. Le giurisdizioni italiane si trovarono confrontate a casi in cui il proprietario di un terreno aveva perso di facto la disponibilit? di questo in ragione dell’occupazione e del compimento di lavori di costruzione di un lavoro pubblico. Restava da sapere se, semplicemente per l’effetto dei lavori effettuati, l’interessato aveva perso anche la propriet? terreno.
1. La giurisprudenza prima della sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
La giurisprudenza era molto divisa sul punto di sapere quale erano gli effetti della costruzione di un lavoro pubblico su un terreno occupato illegalmente. Per occupazione illegale, bisogna intendere un’occupazione illegale ab initio, o un’occupazione inizialmente autorizzata e diventata in seguito senza titolo, essendo annullato il titolo o proseguendo l’occupazione al di l? della scadenza autorizzata senza che sia sopraggiunto un decreto di espropriazione.
Secondo una prima giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? terreno dopo il completamento del lavoro pubblico. Tuttavia, non poteva chiedere una rimessa in stato del terreno e poteva impegnare unicamente un’azione in danni ed interessi per occupazione abusiva, non sottoposta ad un termine di prescrizione poich? l’illegalit? derivante dall’occupazione era permanente. L’amministrazione poteva adottare ogni momento una decisione formale di espropriazione; in questo caso, l’azione in danno-interessi si trasformava in controversia ricadente sull’indennit? di espropriazione ed i danno-interessi erano dovuti solamente per il periodo anteriore al decreto di espropriazione per il non-godimento del terreno (vedere, tra altri, le sentenze della Corte di cassazione no 2341 del 1982, no 4741 di 1981, no 6452 e no 6308 del 1980).
Secondo una seconda giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? del terreno e poteva chiedere la rimessa in stato, quando l’amministrazione aveva agito senza che ci fosse utilit? pubblica (vedere, per esempio, Corte di cassazione, sentenza no 1578 del 1976, sentenza no 5679 del 1980).
Secondo una terza giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione perdeva automaticamente la propriet? del terreno al momento della trasformazione irreversibile del bene, ossia al momento del completamento del lavoro pubblico. L’interessato aveva il diritto di chiedere dei danno-interessi (vedere la sentenza no 3243 del 1979 della Corte di cassazione).
2. La sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
Con una sentenza del 16 febbraio 1983, la Corte di cassazione, deliberando in camere riunite, risolse il conflitto di giurisprudenza ed adott? la terza soluzione. Cos? fu consacrato il principio dell’espropriazione indiretta (accessione invertita od occupazione acquisitiva). In virt? di questo principio, il potere pubblico acquista ab origine la propriet? di un terreno senza procedere ad un’espropriazione formale quando, dopo l’occupazione del terreno, ed a prescindere dalla legalit? dell’occupazione, ? stato realizzato il lavoro pubblico. Quando l’occupazione ? ab initio senza titolo, il trasferimento di propriet? ha luogo al momento del completamento del lavoro pubblico. Quando l’occupazione del terreno ? stata inizialmente autorizzata, il trasferimento di propriet? ha luogo alla scadenza del periodo di occupazione autorizzata. Nella stessa sentenza, la Corte di cassazione precis? che, in ogni caso di espropriazione indiretta, l’interessato ha diritto ad un risarcimento integrale, avendo avuto luogo senza titolo l’acquisizione del terreno. Questo risarcimento non ? versato tuttavia, automaticamente; incombe sull’interessato di richiedere dei danno-interessi. Inoltre, il diritto a risarcimento ? abbinato al termine di prescrizione contemplata in caso di responsabilit? da delitto, ossia cinque anni, cominciando a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
3. La giurisprudenza dopo la sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
a) La prescrizione
19. In un primo tempo, la giurisprudenza considerava che non trovava ad applicarsi nessuno termine di prescrizione, poich? l’occupazione senza titolo del terreno costituiva un atto illegale continuo. La Corte di cassazione, nella sua sentenza no 1464 del 1983, afferm? che il diritto a risarcimento era sottoposto ad un termine di prescrizione di cinque anni. In seguito, la prima sezione della Corte di cassazione afferm? che doveva applicarsi un termine di prescrizione di dieci anni (sentenze no 7952 di 1991 e no 10979 del 1992). Con una sentenza del 22 novembre 1992, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha troncato definitivamente la questione, stimando che il termine di prescrizione ? di cinque anni e che comincia a decorrere al momento della trasformazione irreversibile del terreno.
b) La sentenza no 188 del 1995 della Corte costituzionale
20. In questa sentenza, la Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione il principio dell’espropriazione indiretta, nella misura in cui questo principio si ? radicato in una disposizione legislativa, ossia l’articolo 2043 del codice civile che regola la responsabilit? da delitto. Secondo questa sentenza, il fatto che l’amministrazione diventi proprietario di un terreno traendo beneficio dal suo comportamento illegale non d? nessun problema sul piano costituzionale, poich? l’interesse pubblico, ossia la conservazione del lavoro pubblico, prevale sull’interesse dell’individuo, e dunque sul diritto di propriet? di questo ultimo. La Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione l’applicazione all’azione in risarcimento del termine di prescrizione di cinque anni, come previsto dall’articolo 2043 del codice civile per responsabilit? da delitto.
c) Caso di mancata applicazione del principio dell’espropriazione indiretta
21. Gli sviluppi della giurisprudenza mostrano che il meccanismo con il quale la costruzione di un lavoro pubblico provoca il trasferimento di propriet? del terreno a favore dell’amministrazione conosce delle eccezioni.
22. Nella sua sentenza no 874 del 1996, il Consiglio di stato ha affermato che non c’? espropriazione indiretta quando le decisioni dell’amministrazione ed il decreto di occupazione di emergenza sono stati annullati dalle giurisdizioni amministrative; se cos? non fosse, la decisione giudiziale sarebbe svuotata di sostanza.
23. Nella sua sentenza no 1907 del 1997, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha affermato che l’amministrazione non diventa proprietario di un terreno quando le decisioni che ha adottato e la dichiarazione di utilit? pubblica devono essere considerate come nulle ab initio. In questo caso, l’interessato mantiene la propriet? del terreno e pu? chiedere in integrum il restitutio. Pu? come alternativa, chiedere dei danno-interessi. L’illegalit? in questi casi ha un carattere permanente e non trova applicazione nessuno termine di prescrizione.
24. Nella sentenza no 6515 del 1997, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha affermato che non c’? trasferimento di propriet? quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata dalle giurisdizioni amministrative. In questo caso dunque, il principio dell’espropriazione indiretta non trova ad applicarsi. L’interessato che mantiene la propriet? dal terreno, ha la possibilit? di chiedere in integrum il restitutio. L’introduzione di una domanda in danno-interessi provoca una rinuncia al restitutio in integrum. Il termine di prescrizione di cinque anni comincia a decorrere nel momento in cui la decisione del giudice amministrativo diventa definitiva.
25. Nella sentenza no 148 del 1998, la prima sezione della Corte di cassazione ha seguito la giurisprudenza delle camere riunite e ha affermato che il trasferimento di propriet? per effetto dell’espropriazione indiretta non ha luogo quando la dichiarazione di utilit? pubblica alla quale il progetto di costruzione era abbinato ? stata considerata come invalida ab initio.
26. Nella sentenza no 5902 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite ha riaffermato che non c’? trasferimento di propriet? nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica valida.
27. Conviene confrontare questa giurisprudenza con la legge no 458 di 1988 (vedere sotto ?? 28-29) e col Repertorio delle disposizioni sull’espropriazione, entrato in vigore il 30 giugno 2003 (vedere sotto ?? 37-38).
4. La legge no458 del 27 ottobre 1988
28. Ai termini dell’articolo 3 di questa legge, “Il proprietario di un terreno, utilizzato per la costruzione di edifici pubblici e di case popolari, ha diritto al risarcimento del danno subito, in seguito ad un’espropriazione dichiarata illegale da una decisione passata in forza di cosa giudicata, ma non pu? pretendere la restituzione del suo bene. Ha anche dritto, in pi? del risarcimento del danno, alle somme dovute in ragione del deprezzamento monetario ed a quelle menzionate all’articolo 1224 ? 2 del codice civile e questo a contare dal giorno dell’occupazione illegale.”
29. Interpretando l’articolo 3 della legge di 1988, la Corte costituzionale, nella sua sentenza del 12 luglio 1990 (n? 384), ha considerato: “Con la disposizione attaccata, il legislatore, tra gli interessi dei proprietari dei terreni – ottenere in caso di espropriazione illegale la restituzione dei terreni – e l’interesse pubblico – concretizzato dalla destinazione di questi beni alle finalit? di costruzioni residenziali pubbliche alle condizioni favorevoli o convenzionate – ha dato la precedenza a questo ultimo interesse.”
5. L’importo del risarcimento in caso di espropriazione indiretta
30. Secondo la giurisprudenza di 1983 della Corte di cassazione in materia di espropriazione indiretta, un risarcimento integrale del danno subito, sotto forma di danno-interessi per la perdita del terreno, era dovuta all’interessato in compenso della perdita di propriet? che provoca l’occupazione illegale.
31. La legge di bilancio del 1992 (articolo 5 bis del decreto-legge no 333 del 11 luglio 1992) modific? questa giurisprudenza, nel senso che l’importo dovuto in caso di espropriazione indiretta non poteva superare l’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale. Con la sentenza no 369 del 1996, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale questa disposizione.
32. In virt? della legge di bilancio no 662 del 1996 che segu? la disposizione dichiarata incostituzionale, l’indennizzo integrale non pu? essere accordato per un’occupazione di terreno avente avuto luogo prima del 30 settembre 1996. In questa ottica, l’indennizzo equivale all’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale, nell’ipotesi pi? favorevole al proprietario, mediante un aumento del 10%.
33. Con la sentenza no 148 del 30 aprile 1999, la Corte costituzionale ha giudicato tale indennit? compatibile con la Costituzione. Tuttavia, nella stessa sentenza, la Corte ha precisato che un’indennit? integrale, a concorrenza del valore venale del terreno, pu? essere richiesta quando l’occupazione e la privazione del terreno non hanno avuto luogo a causa di utilit? pubblica.
6. La giurisprudenza dopo le sentenze della Corte del 30 maggio 2000 nelle cause Belvedere Alberghiera e Carbonara e Ventura
34. Con le sentenze no 5902 e 6853 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite si ? pronunciata di nuovo sul principio dell’espropriazione indiretta, facendo riferimento alle due sentenze della Corte precitata.
35. Alla vista della constatazione di violazione dell’articolo 1 del protocollo no 1 nelle cause sopra, la Corte di cassazione ha affermato che il principio dell’espropriazione indiretta sostiene un ruolo importante nella cornice del sistema giuridico italiano e che ? compatibile con la Convenzione.
36. Pi? specificamente, la Corte di cassazione-dopo avere analizzato la storia del principio dell’espropriazione indiretta – ha detto che alla vista dell’uniformit? in materia della giurisprudenza, il principio dell’espropriazione indiretta deve essere considerato come essendo pienamente “prevedibile” a contare del 1983. Per questo fatto, l’espropriazione indiretta deve essere considerata come essendo rispettosa del principio di legalit?. Trattandosi delle occupazioni di terreno che hanno luogo senza dichiarazione di utilit? pubblica, la Corte di cassazione ha affermato che queste non sono atte a trasferire la propriet? del bene allo stato. In quanto all’indennizzo, la Corte di cassazione ha affermato che, anche se ? inferiore al danno subito dall’interessato, ed in particolare al valore del terreno, l’indennizzo dovuto in caso di espropriazione indiretta ? sufficiente per garantire un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo.
37. Investito di un ricorso in esecuzione di una decisione giudiziale definitiva che annulla la dichiarazione di utilit? pubblica che riguarda un procedimento di espropriazione, vista la domanda della parte richiesta che tende ad ottenere la restituzione del terreno occupato e nel frattempo trasformato, il Consiglio di stato, nella sua sentenza no 2/2005 del 29 aprile 2005 resa in seduta plenaria, si ? pronunciato sul punto di sapere se la trasformazione irreversibile di suddetto terreno in seguito alla costruzione del lavoro “pubblico” poteva costituire una ragione di diritto che impedisce la restituzione del terreno. Il Consiglio di stato ha risposto negativamente. Cos? facendo, ha:
a) riconosciuto che il principio giurisprudenziale dell’espropriazione indiretta ? inadempiente in quanto al bisogno di sicurezza giuridica, per ci? che riguarda tra altri il punto di sapere a quale data il lavoro pubblico deve essere considerato come “realizzato” e dunque a quale data vi ?i stato trasferimento di propriet? a favore dello stato;
b) reso omaggio alla giurisprudenza della Corte, ed in particolare al sentenza Belvedere Alberghiera Srl c. Italia, affermando che, a fronte di una domanda di restituzione di un bene illegalmente occupato e trasformato, il lavoro realizzato dalle autorit? pubbliche non pu?, in quanto tale, costituire un ostacolo assoluto alla restituzione,;
c) interpretato l’articolo 43 del Repertorio (paragrafo 46 sotto) nel senso in cui la non-restituzione di un terreno pu? essere ammessa solamente nei casi eccezionali, ossia quando l’amministrazione invoca un interesse pubblico particolarmente contrassegnato dalla conservazione del lavoro;
d) affermato, in questo contesto, che l’espropriazione indiretta non potrebbe costituire un’alternativa (“una mera alternativa”) ad un procedimento di espropriazione in buona e dovuta forma.
7. Il Repertorio delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione a causa di utilit? pubblica ( qui di seguito “il Repertorio?)
38. Il 30 giugno 2003 ? entrato in vigore il Decreto Presidenziale no 327 del 8 giugno 2001, modificato dal Decreto legislativo no 302 del 27 dicembre 2002, e che regola il procedimento di espropriazione. Il Repertorio codifica le disposizioni e la giurisprudenza esistenti in materia. In particolare, codifica il principio dell’espropriazione indiretta. Il Repertorio che non si applica ai casi di occupazione sopraggiunti anteriormente al 1996 e non si applica dunque nello specifico, si ? sostituito, a partire dalla sua entrata in vigore, all’insieme della legislazione la giurisprudenza precedente in materia di espropriazione.
39. Al suo articolo 43, il Repertorio contempla che nella mancanza di un decreto di espropriazione, o nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, un terreno trasformato in seguito alla realizzazione di un lavoro pubblico ? acquisito al patrimonio dell’autorit? che l’ha trasformato; dei danno-interessi sono accordati in compenso. L’autorit? pu? acquisire un bene anche quando il piano di urbanistica o la dichiarazione di utilit? pubblica ? stato annullato. Il proprietario pu? chiedere al giudice la restituzione del terreno. L’autorit? in causa si pu? opporre. Quando il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno, il proprietario ha diritto ad un risarcimento.
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
40. I richiedenti sostengono essere stati privati del loro terreno nelle circostanze incompatibili con l’articolo 1 del protocollo no 1, cos? formulato,:
“Ogni persona fisica o morale ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Tesi difese dinnanzi alla Corte
1. I richiedenti
41. I richiedenti chiedono alla Corte di dichiarare che l’espropriazione del terreno non sia conforme al principio di legalit?. Riferendosi alle sentenze Belvedere Alberghiera c. Itali,( no 31524/96, CEDH 2000-VI) e Carbonara e Ventura c. Italia (no 24638/94, CEDH 2000-VI,) i richiedenti osservano che l’espropriazione indiretta ? un meccanismo che permette all’autorit? pubblica di acquisire un bene in tutta illegalit?.
42. I richiedenti denunciano una mancanza di chiarezza, prevedibilit? e precisione dei principi e delle disposizioni applicati al loro caso al motivo che un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, non basta a soddisfare il principio di legalit?.
43. Infine, in quanto all’indennizzo, i richiedenti osservano che, se nel caso di specifico la legge di bilancio no 662 del 1996 non ? stata applicata, il tribunale ha riconosciuto loro una somma che corrisponde al valore del terreno al momento dell’occupazione e non ha tenuto conto dei criteri stabiliti dalla Corte europea nelle sentenze Carbonara e Ventura c. Italia e Belvedere Alberghiera c. Italia. Per di pi? fanno valere che non hanno ricevuto ancora questa somma da parte dell’amministrazione.
44. In conclusione, i richiedenti chiedono alla Corte di concludere alla violazione dell’articolo 1 del Protocollo no1.
2. Il Governo
45. Il Governo afferma che nel caso specifico i richiedenti sono stati risarciti alla quota del valore venale del terreno conformemente ai principi stabiliti nel sentenza Zubani c. Italia (sentenza del 7 agosto 1996, Raccolta 1996-IV, ?? 45-46).
46. Il Governo fa osservare che i richiedenti sono stati privati del loro bene per l’effetto della costruzione del lavoro di interesse pubblico e della trasformazione irreversibile del terreno che questo ultimo ha provocato. Questa privazione di bene, secondo il Governo, ? solamente la conseguenza del principio dell’espropriazione indiretta, che le giurisdizioni nazionali, nelle loro decisioni, hanno applicato.
47. Allo stesso tempo, il Governo sostiene che, nel caso in cui la Corte pronunciasse una violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1, il risultato sarebbe un conflitto potenziale tra giudizi che riconoscono due somme ai richiedenti allo stesso titolo. Una tale situazione costituirebbe una violazione del principio di sussidiariet?.
48. Trattandosi dell’importo del risarcimento riconosciuto ai richiedenti, il Governo afferma che la valutazione di questo risarcimento ? stata fatta da un giudice nazionale e ricorda che l’applicazione e l’interpretazione del diritto interno sono in principio riservato alla competenza delle giurisdizioni nazionali.
49. In quanto al ritardo nel versamento dell’indennizzo accordato dal tribunale in ragione della durata del procedimento, il Governo osserva che si tratta di una questione che dipende dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione e non dell’articolo 1 del Protocollo no1.
B. Sull’osservazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1
1. Sull’esistenza di un’ingerenza
50. La Corte ricorda che, per determinare se c’? stata “privazione di beni”, bisogna esaminare non solo se ci sono stati spodestamento o espropriazione formale, ma ancora guardare al di l? delle apparenze ed analizzare la realt? della situazione controversa. Mirando la Convenzione a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa di ricercare se suddetta situazione equivaleva ad un’espropriazione di fatto (Sporrong e L?nnroth c. Svezia, sentenza del 23 settembre 1982, serie a no 52, pp. 24-25, ? 63).
51. La Corte rileva che, applicando il principio dell’espropriazione indiretta, il tribunale di Lucera ha considerato i richiedenti come essendo privati del loro bene a contare dal momento in cui il terreno ? stato trasformato irreversibilmente dai lavori pubblici. A difetto di un atto formale di espropriazione, la constatazione di illegalit? da parte del giudice ? l’elemento che consacra il trasferimento al patrimonio pubblico del bene occupato. In queste circostanze, la Corte conclude che il giudizio del tribunale di Lucera ha avuto per effetto di privare i richiedenti del loro bene al senso della seconda frase dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (Carbonara e Ventura, precitato, ? 61; Brumărescu c. Romania [GC], no 28342/95, ? 77, CEDH 1999-VII).
52. Per essere compatibile con l’articolo 1 del Protocollo no 1 una tale ingerenza deve essere operata “a causa di utilit? pubblica” e “nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali di diritto internazionale.” L’ingerenza deve predisporre un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo (Sporrong e L?nnroth, precitato, p. 26, ? 69). Inoltre, la necessit? di esaminare la questione del giusto equilibrio pu? farsi non “sentire che quando si ? rivelato che l’ingerenza controversa ha rispettato il principio di legalit? e non era arbitraria” (Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II; Beyeler c. Italia [GC], no 33202/96, ? 107, CEDH 2000-I).
53. Da allora, la Corte non stima opportuna di fondare il suo ragionamento sulla semplice constatazione che non ha avuto luogo un risarcimento integrale in favore dei richiedenti (Carbonara, precitato, ? 62).
2. Sul rispetto del principio di legalit?
54. L’articolo 1 del Protocollo no 1 esige, innanzitutto e soprattutto, che un’ingerenza dell’autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legale. La preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? inerente all’insieme degli articoli della Convenzione (Iatridis precitato, ? 58,). Il principio di legalit? notifica l’esistenza di norme di diritto interno sufficientemente accessibili, precise e prevedibili ( Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, serie a no 296-a, pp. 19-20, ? 42, e Lithgow ed altri c. Regno Unito, sentenza del 8 luglio 1986, serie a no 102, p. 47, ? 110).
55. Nel sentenza Belvedere Alberghiera srl e nella sentenza Carbonara e Ventura precitati, la Corte non aveva stimato utile di giudicare in abstracto se il ruolo che un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, occupa in un sistema di diritto continentale ? assimilabile a quell’occupato con le disposizioni legislative, ci? che conta essendo -ad ogni modo-che la base legale risponda ai criteri di prevedibilit?, accessibilit? e precisione enunciato pi? sopra. La Corte ? convinta sempre che l’esistenza in quanto tale di una base legale non basta a soddisfare il principio di legalit? e stima utile di propendersi sulla questione della qualit? della legge.
56. La Corte prende nota dell’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all’elaborazione del principio dell’espropriazione indiretta. Rileva anche che questo principio ? stato trasposto nei testi di legge, come la legge no 458 del 1988, la legge no 662 del 1996 e, ultimamente, nel Repertorio delle disposizioni in materia di espropriazione. Essendo cos?, la Corte non perde di vista le applicazioni contraddittorie che hanno luogo nella cronostoria della giurisprudenza. Questo punto di vista ? stato del resto adottato dal Consiglio di stato (paragrafo 37 sopra) che, nella sua sentenza no 2 di 2005 resa in seduta plenaria, ha riconosciuto che l’espropriazione indiretta non mai ha dato adito a regolamentazione stabile, completa e prevedibile.
57. La Corte rileva anche delle contraddizioni tra la giurisprudenza ed i suddetti testi di legge scritta. A titolo di esempio, la Corte nota che se ? vero che la giurisprudenza ha escluso, a contare dal 1996-1997, che l’espropriazione indiretta possa applicarsi quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata, ? anche vero che il Repertorio ha ultimamente contemplato che nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, ogni terreno pu? essere acquistato al patrimonio pubblico, se il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno occupato e trasformato dall’amministrazione.
58. Alla vista di questi elementi, la Corte non esclude che rimane il rischio di un risultato imprevedibile o arbitrario per gli interessati.
59. La Corte nota poi che il meccanismo dell’espropriazione indiretta permette in generale all’amministrazione di passare oltre le regole fissate in materia di espropriazione, col rischio di un risultato imprevedibile o arbitrario per gli interessati, sia che si tratti di un’illegalit? dall’inizio o di un’illegalit? sopraggiunta in seguito. L’espropriazione indiretta tende difatti, in ogni caso, ad interinare una situazione di fatto che deriva dalle illegalit? commesse dall’amministrazione, a regolare le conseguenze per l’individuo e per l’amministrazione, a favore di questa. Che sia in virt? di un principio giurisprudenziale o di un testo di legge come l’articolo 43 del Repertorio, l’espropriazione indiretta non potrebbe dunque costituire un’alternativa ad un’espropriazione in buona e dovuta forma (vedere, su questo punto anche, l’opinione del Consiglio di stato, al paragrafo 37 sopra).
60. A questo riguardo, la Corte nota che l’espropriazione indiretta permette all’amministrazione di occupare un terreno e di trasformarlo irreversibilmente, in modo tale che sia considerato come acquisizione al patrimonio pubblico, senza che sia adottato in parallelo un atto formale dichiarante il trasferimento di propriet?. Nella mancanza di un atto che formalizza l’espropriazione e sopraggiungendo al pi? tardi nel momento in cui il proprietario ha perso ogni disponibilit? del bene, l’elemento che permetter? di trasferire al patrimonio pubblico il bene occupato e di raggiungere una sicurezza giuridica ? la constatazione di illegalit? da parte del giudice, valendo come dichiarazione di trasferimento di propriet?. Incombe sull’interessato – che continua ad essere formalmente proprietario – di sollecitare al giudice competente una decisione che constata, all’occorrenza, l’illegalit? abbinata alla realizzazione di un lavoro di interesse pubblico, condizioni necessarie affinch? sia dichiarato in modo retroattivo privato del suo bene.
61. Alla vista di questi elementi, la Corte stima che il meccanismo dell’espropriazione indiretta non ? atto a garantire un grado sufficiente di sicurezza giuridica.
62. La Corte nota poi che l’espropriazione indiretta permette inoltre all’amministrazione di occupare un terreno e di trasformarlo senza per questo versare allo stesso tempo indennit?. L’indennit? deve essere richiesta dall’interessato e ci? entro prescrizione di cinque anni, cominciando a contare della data alla quale il giudice stima che la trasformazione irreversibile del terreno ha avuto luogo. Questo pu? provocare delle conseguenze nefaste per l’interessato, e rendere vano ogni speranza di risarcimento (Carbonara e Ventura, precitato, ? 71).
63. La Corte rileva infine che il meccanismo dell’espropriazione indiretta permette all’amministrazione di derivare partito del suo comportamento illegale, e che il prezzo a pagare ? solamente del 10% pi? elevato che nel caso di un’espropriazione in buona e dovuta forma. Secondo la Corte, questa situazione non ? di natura tale da favorire la buona amministrazione dei procedimenti di espropriazione ed a prevenire degli episodi di illegalit?.
64. Ad ogni modo, la Corte ? chiamata a verificare se il modo in cui il diritto interno ? interpretato ed applicato produce degli effetti conformi ai principi della Convenzione.
65. Nella presente causa, la Corte rileva che applicando il principio dell’espropriazione indiretta, le giurisdizioni italiane hanno considerato i richiedenti privati del loro bene a contare dal momento in cui i lavori di costruzione del lavoro pubblico hanno trasformato irreversibilmente i luoghi, essendo collegate le condizioni di illegalit? dell’occupazione e di interesse pubblico del lavoro costruiscono. Ora, nella mancanza di un atto formale di espropriazione, la Corte stima che questa situazione non potrebbe essere considerata come “prevedibile”, poich? ? solamente con la decisione definitiva -il giudizio del tribunale di Lucera avendo acquisito forza di cosa giudicata-che si pu? considerare il principio dell’espropriazione indiretta come essendo stato applicato effettivamente e che l’acquisizione del terreno al patrimonio pubblico ? stata sancita. Di conseguenza, i richiedenti non hanno avuto la “sicurezza giuridica” concernente la privazione del terreno che a partire da febbraio 2003, data alla quale il giudizio del tribunale di Lucera ? diventato definitivo.
66. La Corte osserva poi che la situazione in causa ha permesso all’amministrazione di derivare partito da un’occupazione illegale di terreno. In altri termini, l’amministrazione si ? potuta appropriare il terreno al disprezzo delle regole che regolano l’espropriazione in buona e dovuta forma, e, tra altri, senza che un’indennit? sia messa in parallelo a disposizione degli interessati.
67. Alla luce di queste considerazioni, la Corte stima che l’ingerenza controversa non ? compatibile col principio di legalit? e che dunque ha infranto il diritto al rispetto dei beni dei richiedenti.
68. Da allora, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
69. Su l’applicazione Di l’articolo 41 Di La Convenzione
70. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
71. I richiedenti sollecitano il versamento di un’indennit? di 8 796,00 EUR a titolo di danno materiale per la perdita del terreno, somma che corrisponde al valore del terreno controverso rivalutata ed abbinata di interessi pi? i danni che derivano del non godimento del terreno. Dato che non hanno ancora percepito il risarcimento accordato dal tribunale, i richiedenti chiedono che questa somma sia liquidata senza tenere conto della somma gi? concessa dal tribunale.
72. In pi?, i richiedenti sollecitano il versamento della somma di 35 000,00 EUR a titolo di danno materiale per ciascuno richiedente.
73. Il Governo ricorda che nel caso di specifico il tribunale non ha fatto applicazione della legge di bilancio no662 del 1996 e che dunque niente ? dovuto ai richiedenti a titolo dei danni materiali e di indennit? di occupazione.
74. Tuttavia, nel caso in cui la Corte giungesse ad una conclusione differente, il Governo chiede di prendere in considerazione la somma accordata dalle giurisdizioni interne
75. In quanto al danno morale, il Governo fa valere che questo dipende dalla durata eccessiva del procedimento dinnanzi alle giurisdizioni nazionali. Di conseguenza, il Governo sostiene che il versamento di una qualsiasi somma a titolo di indennizzo del danno morale ? subordinato all’esaurimento del rimedio Pinto.
76. Inoltre, il Governo ricorda che cinque ricorsi sono stati introdotti dagli stessi richiedenti. Segue che la Corte dovrebbe procedere ad una valutazione unica dei danni morali relativi a questi cinque ricorsi. Ad ogni modo, il Governo stima che la somma richiesta dai richiedenti sarebbe in ogni caso eccessiva.
77. I richiedenti chiedono le somme di 6 256, 00 EUR a titolo di rimborso degli oneri incorsi dinnanzi alle giurisdizioni nazionali e di 19 278, 00 EUR a titolo di rimborso degli oneri incorsi dinnanzi alla Corte.
78. Il Governo stima che nessuno rimborso deve essere riconosciuto ai richiedenti al motivo che hanno avuto vincita di causa e che gli oneri del procedimento sono stati pagati dall’amministrazione.
79. In pi?, il Governo ricorda che il procedimento interno ? stato introdotto contro l’amministrazione e non contro lo stato che non dovrebbe essere condannato a rimborsare gli oneri di un procedimento del quale non era parte.
80. La Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trova in stato. Perci?, la riserva e fisser? ulteriore procedimento, tenuto conto della possibilit? che il Governo ed i richiedenti giungano ad un accordo.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
2. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trova in stato; perci?,
a) la riserva per intero;
b) invita il Governo ed i richiedenti ad inviarle per iscritto, nei tre mesi a contare del giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva il procedimento ulteriore e delega al presidente della camera la cura di fissarla all’occorrenza.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 11 ottobre 2005 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Michael O’Boyle Nicolas Bratza
Cancelliere Pr?sident

SENTENZA CHIR? ED ALTRI C. ITALIA (N? 4)

SENTENZA CHIR? ED ALTRI C. ITALIA (N? 4)

Testo Tradotto

Conclusion Violation de P1-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
QUATRI?ME SECTION

AFFAIRE CHIR? ET AUTRES c. ITALIE (No 4)

(Requ?te no 67196/01)

ARR?T

STRASBOURG

11 octobre 2005

D?FINITIF

11/01/2006

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Chir? et autres c. Italie (no 4),

La Cour europ?enne des Droits de l?Homme (quatri?me section), si?geant en une chambre compos?e de :

Sir Nicolas Bratza, pr?sident,
MM. J. Casadevall,
G. Bonello,
R. Maruste,
V. Zagrebelsky,
S. Pavlovschi,
J. Borrego Borrego, juges,

et de M. M. O?Boyle, greffier de section,

Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 20 septembre 2005,

Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette derni?re date :

PROC?DURE

1. A l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 67196/01) dirig?e contre la R?publique italienne et dont quatre ressortissants de cet Etat, M. L., D. , V. et E. C. (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour le 15 mai 2000 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).

2. Les requ?rants sont repr?sent?s par Me I., avocat ? Genova. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. Braguglia, par son coagent, M. F. Crisafulli, et par son coagent adjoint, M. N. Lettieri.

3. Les requ?rants all?guaient une atteinte injustifi?e ? leur droit au respect de leurs biens.

4. La requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section de la Cour (article 52 ? 1 du r?glement).

5. Par une d?cision du 28 janvier 2003, la chambre a d?clar? la requ?te partiellement irrecevable. Par une d?cision du 10 juin 2004, elle a d?clar? le restant de la requ?te partiellement recevable.

6. Tant les requ?rants que le Gouvernement ont d?pos? des observations ?crites sur le fond de l?affaire (article 59 ? 1 du r?glement).

7. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la quatri?me section ainsi remani?e (article 52 ? 1).

EN FAIT

I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE

8. Les requ?rants, M. L., D., V. et E. C. sont des ressortissants italiens, n?s respectivement en 1933, 1934, 1965 et en 1962 et r?sidant ? G?nes et San Severo.

9. Les requ?rants ?taient propri?taires d?un terrain sis ? Poggio Imperiale (Foggia) et enregistr? au cadastre, feuille 14/a, parcelles 380, 381, 382.

10. Par un arr?t? du 30 janvier 1985, valant d?claration d?utilit? publique, la mairie de Poggio Imperiale d?cr?ta l?occupation d?urgence d?une partie du terrain des requ?rants, pour une p?riode maximale de cinq ans, en vue de son expropriation pour la construction d?un ouvrage public. Dans le d?lai d?occupation autoris?, l?administration devait exproprier le terrain.

11. En mars 1985, la mairie de Poggio Imperiale proc?da ? l?occupation mat?rielle du terrain et entama les travaux de construction.

12. Il ressort du dossier que cinq ans plus tard, ? l??ch?ance de l?occupation autoris?e, l?administration n?avait ni formalis? l?expropriation du terrain, ni proc?d? ? l?indemnisation.

13. Par un acte notifi? le 28 mai 1991, les requ?rants introduisirent une action en dommages-int?r?ts ? l?encontre de la ville de Poggio Imperiale devant le tribunal civil de Lucera. Les requ?rants all?guaient que, bien que les travaux de construction effectu?s sur leur terrain aient transform? celui-ci, aucun d?cret d?expropriation et aucune indemnisation n??taient intervenus. Se r?f?rant au principe de l?expropriation indirecte fix? par la Cour de cassation dans l?arr?t no 1464 du 26 f?vrier 1983, les requ?rants invitaient le tribunal ? d?clarer que la construction de la route avait ? un tel point transform? leur terrain qu?elle avait entra?n?e la perte irr?versible du bien. Les requ?rants r?clamaient des dommages-int?r?ts pour la perte du terrain ? concurrence de la valeur de celui-ci, en outre ils r?clamaient une r?paration pour la non jouissance du terrain pendant la p?riode d?occupation autoris?e.

14. Au cours du proc?s et plus pr?cis?ment, le 6 d?cembre 1995, une expertise fut d?pos?e au greffe. Il ressort de cette expertise que la transformation irr?versible du terrain avait eu lieu en 1988 et que les requ?rants avaient ?t? priv?s de leur bien ? cette date. L?expertise indiquait que la valeur v?nale du terrain en 1988 et index?e ?tait de 6 672 000 lires italiennes (ITL) (3 445, 80 EUR).

15. Par un jugement d?pos? au greffe le 16 novembre 2001, le tribunal de Lucera d?clara qu?? la suite de l?occupation du terrain, et au vu de la construction de la route, ouvrage r?pondant ? l?int?r?t public, le droit de propriet? des requ?rants avait ?t? neutalis? conform?ment au principe de l?expropriation indirecte. Il y avait donc lieu de considerer que la propriet? du terrain ?tait pass?e ab origine ? l?administration en 1995 ? savoir une fois le terrain irr?versiblement tranform?. Etant donn? que le transfert de propri?t? avait eu lieu dans le cadre d?une occupation de terrain devenu sans titre, les requ?rants avaient droit ? des dommages-int?r?ts. Le tribunal consid?ra qu?en raison de la nature du terrain et des constructions qui avaient ?t? b?ties sur le terrain, la loi no 662 de 1996 n??tait pas applicable. Par cons?quent, le tribunal accorda aux requ?rants une somme de 9 500 000 ITL pour la perte de la propri?t? du terrain et pour l?indemnit? de l?occupation temporaire, ? indexer ? partir de 1995.

16. Le jugement a acquis la force de la chose jug?e au plus tard en f?vrier 2003.

17. Il ressort du dossier que les requ?rants n?ont pas encore ?t? d?dommag?s.

18. II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS

a) L?occupation d?urgence d?un terrain

En droit italien, la proc?dure acc?l?r?e d?expropriation permet ? l?administration d?occuper un terrain et d?y construire avant l?expropriation. Une fois l?ouvrage ? r?aliser d?clar? d?utilit? publique et le projet de construction adopt?, l?administration peut d?cr?ter l?occupation d?urgence des zones ? exproprier pour une dur?e d?termin?e n?exc?dant pas cinq ans (article 20 de la loi no 865 de 1971). Ce d?cret devient caduc si l?occupation mat?rielle du terrain n?a pas lieu dans les trois mois suivant sa promulgation. Avant la fin de la p?riode d?occupation autoris?e, un d?cret d?expropriation formelle doit ?tre pris.

L?occupation autoris?e d?un terrain donne droit ? une indemnit? d?occupation. La Cour constitutionnelle a reconnu, dans son arr?t no 470 de 1990, un droit d?acc?s imm?diat ? un tribunal aux fins de r?clamer l?indemnit? d?occupation d?s que le terrain est mat?riellement occup?, sans besoin d?attendre que l?administration proc?de ? une offre d?indemnisation.

b) Le principe de l?expropriation indirecte (? occupazione acquisitiva ? ou ? accessione invertita ?)

Dans les ann?es 1970, plusieurs administrations locales proc?d?rent ? des occupations d?urgence de terrains qui ne furent pas suivies de d?crets d?expropriation. Les juridictions italiennes se trouv?rent confront?es ? des cas o? le propri?taire d?un terrain avait perdu de facto la disponibilit? de celui-ci en raison de l?occupation et de l?accomplissement de travaux de construction d?un ouvrage public. Restait ? savoir si, simplement par l?effet des travaux effectu?s, l?int?ress? avait perdu ?galement la propri?t? du terrain.

1. La jurisprudence avant l?arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation

La jurisprudence ?tait tr?s partag?e sur le point de savoir quels ?taient les effets de la construction d?un ouvrage public sur un terrain occup? ill?galement. Par occupation ill?gale, il faut entendre une occupation ill?gale ab initio, ou bien une occupation initialement autoris?e et devenue sans titre par la suite, le titre ?tant annul? ou bien l?occupation se poursuivant au-del? de l??ch?ance autoris?e sans qu?un d?cret d?expropriation ne soit intervenu.

Selon une premi?re jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l?administration ne perdait pas la propri?t? du terrain apr?s l?ach?vement de l?ouvrage public. Toutefois, il ne pouvait pas demander une remise en l??tat du terrain et pouvait uniquement engager une action en dommages et int?r?ts pour occupation abusive, non soumise ? un d?lai de prescription puisque l?ill?galit? d?coulant de l?occupation ?tait permanente. L?administration pouvait ? tout moment adopter une d?cision formelle d?expropriation ; dans ce cas, l?action en dommages-int?r?ts se transformait en litige portant sur l?indemnit? d?expropriation et les dommages-int?r?ts n??taient dus que pour la p?riode ant?rieure au d?cret d?expropriation pour la non-jouissance du terrain (voir, entre autres, les arr?ts de la Cour de cassation no 2341 de 1982, no 4741 de 1981, no 6452 et no 6308 de 1980).

Selon une deuxi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l?administration ne perdait pas la propri?t? du terrain et pouvait demander la remise en l??tat, lorsque l?administration avait agi sans qu?il y ait utilit? publique (voir, par exemple, Cour de cassation, arr?t no 1578 de 1976, arr?t no 5679 de 1980).

Selon une troisi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l?administration perdait automatiquement la propri?t? du terrain au moment de la transformation irr?versible du bien, ? savoir au moment de l?ach?vement de l?ouvrage public. L?int?ress? avait le droit de demander des dommages-int?r?ts (voir l?arr?t no 3243 de 1979 de la Cour de cassation).

2. L?arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation

Par un arr?t du 16 f?vrier 1983, la Cour de cassation, statuant en chambres r?unies, r?solut le conflit de jurisprudence et adopta la troisi?me solution. Ainsi fut consacr? le principe de l?expropriation indirecte (accessione invertita ou occupazione acquisitiva). En vertu de ce principe, la puissance publique acquiert ab origine la propri?t? d?un terrain sans proc?der ? une expropriation formelle lorsque, apr?s l?occupation du terrain, et ind?pendamment de la l?galit? de l?occupation, l?ouvrage public a ?t? r?alis?. Lorsque l?occupation est ab initio sans titre, le transfert de propri?t? a lieu au moment de l?ach?vement de l?ouvrage public. Lorsque l?occupation du terrain a initialement ?t? autoris?e, le transfert de propri?t? a lieu ? l??ch?ance de la p?riode d?occupation autoris?e. Dans le m?me arr?t, la Cour de cassation pr?cisa que, dans tous les cas d?expropriation indirecte, l?int?ress? a droit ? une r?paration int?grale, l?acquisition du terrain ayant eu lieu sans titre. Toutefois, cette r?paration n?est pas vers?e automatiquement ; il incombe ? l?int?ress? de r?clamer des dommages-int?r?ts. En outre, le droit ? r?paration est assorti du d?lai de prescription pr?vu en cas de responsabilit? d?lictuelle, ? savoir cinq ans, commen?ant ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.

3. La jurisprudence apr?s l?arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation

a) La prescription

19. Dans un premier temps, la jurisprudence consid?rait qu?aucun d?lai de prescription ne trouvait ? s?appliquer, puisque l?occupation sans titre du terrain constituait un acte ill?gal continu. La Cour de cassation, dans son arr?t no 1464 de 1983, affirma que le droit ? r?paration ?tait soumis ? un d?lai de prescription de cinq ans. Par la suite, la premi?re section de la Cour de cassation affirma qu?un d?lai de prescription de dix ans devait s?appliquer (arr?ts no 7952 de 1991 et no 10979 de 1992). Par un arr?t du 22 novembre 1992, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a d?finitivement tranch? la question, estimant que le d?lai de prescription est de cinq ans et qu?il commence ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.

b) L?arr?t no 188 de 1995 de la Cour constitutionnelle

20. Dans cet arr?t, la Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution le principe de l?expropriation indirecte, dans la mesure o? ce principe est ancr? dans une disposition l?gislative, ? savoir l?article 2043 du code civil r?gissant la responsabilit? d?lictuelle. Selon cet arr?t, le fait que l?administration devienne propri?taire d?un terrain en tirant b?n?fice de son comportement ill?gal ne pose aucun probl?me sur le plan constitutionnel, puisque l?int?r?t public, ? savoir la conservation de l?ouvrage public, l?emporte sur l?int?r?t du particulier, et donc sur le droit de propri?t? de ce dernier. La Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution l?application ? l?action en r?paration du d?lai de prescription de cinq ans, tel que pr?vu par l?article 2043 du code civil pour responsabilit? d?lictuelle.

c) Cas de non-application du principe de l?expropriation indirecte

21. Les d?veloppements de la jurisprudence montrent que le m?canisme par lequel la construction d?un ouvrage public entra?ne le transfert de propri?t? du terrain au b?n?fice de l?administration conna?t des exceptions.

22. Dans son arr?t no 874 de 1996, le Conseil d?Etat a affirm? qu?il n?y a pas d?expropriation indirecte lorsque les d?cisions de l?administration et le d?cret d?occupation d?urgence ont ?t? annul?s par les juridictions administratives ; si tel n??tait pas le cas, la d?cision judiciaire serait vid?e de substance.

23. Dans son arr?t no 1907 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? que l?administration ne devient pas propri?taire d?un terrain lorsque les d?cisions qu?elle a adopt?es et la d?claration d?utilit? publique doivent ?tre consid?r?es comme nulles ab initio. Dans ce cas, l?int?ress? garde la propri?t? du terrain et peut demander la restitutio in integrum. Il peut, comme alternative, demander des dommages-int?r?ts. L?ill?galit? dans ces cas a un caract?re permanent et aucun d?lai de prescription ne trouve application.

24. Dans l?arr?t no 6515 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? qu?il n?y a pas de transfert de propri?t? lorsque la d?claration d?utilit? publique a ?t? annul?e par les juridictions administratives. Dans ce cas, le principe de l?expropriation indirecte ne trouve donc pas ? s?appliquer. L?int?ress?, qui garde la propri?t? du terrain, a la possibilit? de demander la restitutio in integrum. L?introduction d?une demande en dommages-int?r?ts entra?ne une renonciation ? la restitutio in integrum. Le d?lai de prescription de cinq ans commence ? courir au moment o? la d?cision du juge administratif devient d?finitive.

25. Dans l?arr?t no 148 de 1998, la premi?re section de la Cour de cassation a suivi la jurisprudence des chambres r?unies et affirm? que le transfert de propri?t? par effet de l?expropriation indirecte n?a pas lieu lorsque la d?claration d?utilit? publique ? laquelle le projet de construction ?tait assorti a ?t? consid?r?e comme invalide ab initio.

26. Dans l?arr?t no 5902 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies a r?affirm? qu?il n?y a pas de transfert de propri?t? en l?absence de d?claration d?utilit? publique valide.

27. Il convient de comparer cette jurisprudence avec la loi no 458 de 1988 (voir ?? 28-29 ci-dessous) et avec le R?pertoire des dispositions sur l?expropriation, entr? en vigueur le 30 juin 2003 (voir ?? 37-38 ci-dessous).

4. La loi no458 du 27 octobre 1988

28. Aux termes de l?article 3 de cette loi, ? Le propri?taire d?un terrain, utilis? pour la construction de b?timents publics et de logements sociaux, a droit ? la r?paration du dommage subi, ? la suite d?une expropriation d?clar?e ill?gale par une d?cision pass?e en force de chose jug?e, mais ne peut pr?tendre ? la restitution de son bien. Il a ?galement droit, en plus de la r?paration du dommage, aux sommes dues en raison de la d?pr?ciation mon?taire et ? celles mentionn?es ? l?article 1224 ? 2 du code civil et ceci ? compter du jour de l?occupation ill?gale ?.

29. Interpr?tant l?article 3 de la loi de 1988, la Cour constitutionnelle, dans son arr?t du 12 juillet 1990 (n? 384), a consid?r? : ? Par la disposition attaqu?e, le l?gislateur, entre l?int?r?t des propri?taires des terrains – obtenir en cas d?expropriation ill?gale la restitution des terrains – et l?int?r?t public – concr?tis? par la destination de ces biens ? des finalit?s de constructions r?sidentielles publiques ? des conditions favorables ou conventionn?es – a donn? la priorit? ? ce dernier int?r?t ?.

5. Le montant de la r?paration en cas d?expropriation indirecte

30. Selon la jurisprudence de 1983 de la Cour de cassation en mati?re d?expropriation indirecte, une r?paration int?grale du pr?judice subi, sous forme de dommages-int?r?ts pour la perte du terrain, ?tait due ? l?int?ress? en contrepartie de la perte de propri?t? qu?entra?ne l?occupation ill?gale.

31. La loi budg?taire de 1992 (article 5 bis du d?cret-loi no 333 du 11 juillet 1992) modifia cette jurisprudence, dans le sens que le montant d? en cas d?expropriation indirecte ne pouvait d?passer le montant de l?indemnit? pr?vue pour le cas d?une expropriation formelle. Par l?arr?t no 369 de 1996, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle cette disposition.

32. En vertu de la loi budg?taire no 662 de 1996, qui fit suite ? la disposition d?clar?e inconstitutionnelle, l?indemnisation int?grale ne peut ?tre accord?e pour une occupation de terrain ayant eu lieu avant le 30 septembre 1996. Dans cette optique, l?indemnisation ?quivaut au montant de l?indemnit? pr?vue pour le cas d?une expropriation formelle, dans l?hypoth?se la plus favorable au propri?taire, moyennant une augmentation de 10 %.

33. Par l?arr?t no 148 du 30 avril 1999, la Cour constitutionnelle a jug? une telle indemnit? compatible avec la Constitution. Toutefois, dans le m?me arr?t, la Cour a pr?cis? qu?une indemnit? int?grale, ? concurrence de la valeur v?nale du terrain, peut ?tre r?clam?e lorsque l?occupation et la privation du terrain n?ont pas eu lieu pour cause d?utilit? publique.

6. La jurisprudence apr?s les arr?ts de la Cour du 30 mai 2000 dans les affaires Belvedere Alberghiera et Carbonara et Ventura

34. Par les arr?ts no 5902 et 6853 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies s?est ? nouveau prononc?e sur le principe de l?expropriation indirecte, en faisant r?f?rence aux deux arr?ts de la Cour pr?cit?s.

35. Au vu du constat de violation de l?article 1 du protocole no 1 dans les affaires ci-dessus, la Cour de cassation a affirm? que le principe de l?expropriation indirecte joue un r?le important dans le cadre du syst?me juridique italien et qu?il est compatible avec la Convention.

36. Plus sp?cifiquement, la Cour de cassation ? apr?s avoir analys? l?histoire du principe de l?expropriation indirecte – a dit qu?au vu de l?uniformit? de la jurisprudence en la mati?re, le principe de l?expropriation indirecte doit ?tre consid?r? comme ?tant pleinement ? pr?visible ? ? compter de 1983. De ce fait, l?expropriation indirecte doit ?tre consid?r?e comme ?tant respectueuse du principe de l?galit?. S?agissant des occupations de terrain ayant lieu sans d?claration d?utilit? publique, la Cour de cassation a affirm? que celles-ci ne sont pas aptes ? transf?rer la propri?t? du bien ? l?Etat. Quant ? l?indemnisation, la Cour de cassation a affirm? que, m?me si elle est inf?rieure au pr?judice subi par l?int?ress?, et notamment ? la valeur du terrain, l?indemnisation due en cas d?expropriation indirecte est suffisante pour garantir un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu.

37. Saisi d?un recours en ex?cution d?une d?cision judiciaire d?finitive annulant la d?claration d?utilit? publique concernant une proc?dure d?expropriation, vu la demande de la partie requ?rante tendant ? obtenir la restitution du terrain entre-temps occup? et transform?, le Conseil d?Etat, dans son arr?t no 2/2005 du 29 avril 2005 rendu en s?ance pl?ni?re, s?est prononc? sur le point de savoir si la transformation irr?versible dudit terrain ? la suite de la construction de l?ouvrage ? public ? pouvait constituer une raison de droit emp?chant la restitution du terrain. Le Conseil d?Etat a r?pondu par la n?gative. Ce faisant, il a :

a) reconnu que le principe jurisprudentiel de l?expropriation indirecte est d?faillant quant au besoin de s?curit? juridique, en ce qui concerne entre autres le point de savoir ? quelle date l?ouvrage public doit ?tre consid?r? comme ? r?alis? ? et donc ? quelle date il y a eu transfert de propri?t? au b?n?fice de l?Etat ;

b) rendu hommage ? la jurisprudence de la Cour, et notamment ? l?arr?t Belvedere Alberghiera Srl c. Italie, en affirmant que, face ? une demande en restitution d?un bien ill?galement occup? et transform?, l?ouvrage r?alis? par les autorit?s publiques ne peut pas, en tant que tel, constituer un obstacle absolu ? la restitution ;

c) interpr?t? l?article 43 du R?pertoire (paragraphe 46 ci-dessous) dans le sens o? la non-restitution d?un terrain ne peut ?tre admise que dans des cas exceptionnels, ? savoir lorsque l?administration invoque un int?r?t public particuli?rement marqu? ? la conservation de l?ouvrage ;

d) affirm?, dans ce contexte, que l?expropriation indirecte ne saurait constituer une alternative (? una mera alternativa ?) ? une proc?dure d?expropriation en bonne et due forme.

7. Le R?pertoire des dispositions l?gislatives et r?glementaires en mati?re d?expropriation pour cause d?utilit? publique (ci apr?s ? le R?pertoire)

38. Le 30 juin 2003 est entr? en vigueur le D?cret Pr?sidentiel no 327 du 8 juin 2001, modifi? par le D?cret l?gislatif no 302 du 27 d?cembre 2002, et qui r?git la proc?dure d?expropriation. Le R?pertoire codifie les dispositions et la jurisprudence existantes en la mati?re. En particulier, il codifie le principe de l?expropriation indirecte. Le R?pertoire, qui ne s?applique pas aux cas d?occupation survenus ant?rieurement ? 1996 et ne s?applique donc pas en l?esp?ce, s?est substitu?, ? partir de son entr?e en vigueur, ? l?ensemble de la l?gislation la jurisprudence pr?c?dente en mati?re d?expropriation.

39. A son article 43, le R?pertoire pr?voit qu?en l?absence d?un d?cret d?expropriation, ou en l?absence de d?claration d?utilit? publique, un terrain transform? ? la suite de la r?alisation d?un ouvrage public est acquis au patrimoine de l?autorit? qui l?a transform? ; des dommages-int?r?ts sont accord?s en contrepartie. L?autorit? peut acqu?rir un bien m?me lorsque le plan d?urbanisme ou la d?claration d?utilit? publique ont ?t? annul?s. Le propri?taire peut demander au juge la restitution du terrain. L?autorit? en cause peut s?y opposer. Lorsque le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain, le propri?taire a droit ? un d?dommagement.

EN DROIT

I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1

40. Les requ?rants soutiennent avoir ?t? priv?s de leur terrain dans des circonstances incompatibles avec l?article 1 du protocole no 1, ainsi libell? :

? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.

Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?

A. Th?ses d?fendues devant la Cour

1. Les requ?rants

41. Les requ?rants demandent ? la Cour de d?clarer que l?expropriation du terrain n?est pas conforme au principe de l?galit?. Se r?f?rant aux arr?ts Belvedere Alberghiera c. Italie (no 31524/96, CEDH 2000-VI) et Carbonara et Ventura c. Italie (no 24638/94, CEDH 2000-VI), les requ?rants observent que l?expropriation indirecte est un m?canisme qui permet ? l?autorit? publique d?acqu?rir un bien en toute ill?galit?.

42. Les requ?rants d?noncent un manque de clart?, pr?visibilit? et pr?cision des principes et des dispositions appliqu?s ? leur cas au motif qu?un principe jurisprudentiel, tel que celui de l?expropriation indirecte, ne suffit pas ? satisfaire au principe de l?galit?.

43. Enfin, quant ? l?indemnisation, les requ?rants observent que, si dans le cas d?esp?ce la loi budg?taire no 662 de 1996 n?a pas ?t? appliqu?e, le tribunal leur a reconnu une somme correspondant ? la valeur du terrain au moment de l?occupation et n?a pas tenu compte des crit?res ?tablis par la Cour Europ?enne dans les arr?t Carbonara et Ventura c. Italie et Belvedere Alberghiera c. Italie. De surcro?t ils font valoir qu?ils n?ont pas encore re?u cette somme de la part de l?administration.

44. En conclusion, les requ?rants demandent ? la Cour de conclure ? la violation de l?article 1 du Protocole no1.

2. Le Gouvernement

45. Le Gouvernement affirme que dans le cas d?esp?ce les requ?rants ont ?t? d?dommag?s ? hauteur de la valeur v?nale du terrain conform?ment aux principes ?tablis dans l?arr?t Zubani c. Italie (arr?t du 7 ao?t 1996, Recueil 1996-IV, ?? 45-46).

46. Le Gouvernement fait observer que les requ?rants ont ?t? priv?s de leur bien par l?effet de la construction de l?ouvrage d?int?r?t public et de la transformation irr?versible du terrain que ce dernier a entra?n?. Cette privation de bien, selon le Gouvernement, n?est que la cons?quence du principe de l?expropriation indirecte, que les juridictions nationales, dans leurs d?cisions, ont appliqu?.

47. En m?me temps, le Gouvernement soutient que, dans le cas o? la Cour prononcerait une violation de l?article 1 du Protocole no 1, le r?sultat serait un conflit potentiel entre jugements reconnaissant aux requ?rants deux sommes au m?me titre. Une telle situation constituerait une violation du principe de subsidiarit?.

48. S?agissant du montant du d?dommagement reconnu aux requ?rants, le Gouvernement affirme que l??valuation de ce d?dommagement a ?t? faite par un juge national et rappelle que l?application et l?interpr?tation du droit interne sont en principe r?serv?es ? la comp?tence des juridictions nationales.

49. Quant au retard dans le versement de l?indemnisation accord? par le tribunal en raison de la dur?e de la proc?dure, le Gouvernement observe qu?il s?agit d?une question qui rel?ve de l?article 6 ? 1 de la Convention et non de l?article 1 du Protocole no1.

B. Sur l?observation de l?article 1 du Protocole no 1

1. Sur l?existence d?une ing?rence

50. La Cour rappelle que, pour d?terminer s?il y a eu ? privation de biens ?, il faut non seulement examiner s?il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser la r?alit? de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth c. Su?de, arr?t du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, pp. 24-25, ? 63).

51. La Cour rel?ve que, en appliquant le principe de l?expropriation indirecte, le tribunal de Lucera a consid?r? les requ?rants comme ?tant priv?s de leur bien ? compter du moment o? le terrain a ?t? irr?versiblement transform? par les travaux publics. A d?faut d?un acte formel d?expropriation, le constat d?ill?galit? de la part du juge est l??l?ment qui consacre le transfert au patrimoine public du bien occup?. Dans ces circonstances, la Cour conclut que le jugement du tribunal de Lucera a eu pour effet de priver les requ?rants de leur bien au sens de la deuxi?me phrase de l?article 1 du Protocole no 1 (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 61 ; Brumărescu c. Roumanie [GC], no 28342/95, ? 77, CEDH 1999-VII).

52. Pour ?tre compatible avec l?article 1 du Protocole no 1 une telle ing?rence doit ?tre op?r?e ? pour cause d?utilit? publique ? et ? dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux de droit international ?. L?ing?rence doit m?nager un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu (Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, p. 26, ? 69). En outre, la n?cessit? d?examiner la question du juste ?quilibre ? ne peut se faire sentir que lorsqu?il s?est av?r? que l?ing?rence litigieuse a respect? le principe de l?galit? et n??tait pas arbitraire ? (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II ; Beyeler c. Italie [GC], no 33202/96, ? 107, CEDH 2000-I).

53. D?s lors, la Cour n?estime pas opportun de fonder son raisonnement sur le simple constat qu?une r?paration int?grale en faveur des requ?rants n?a pas eu lieu (Carbonara, pr?cit?, ? 62).

2. Sur le respect du principe de l?galit?

54. L?article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu?une ing?rence de l?autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale. La pr??minence du droit, l?un des principes fondamentaux d?une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l?ensemble des articles de la Convention (Iatridis pr?cit?, ? 58). Le principe de l?galit? signifie l?existence de normes de droit interne suffisamment accessibles, pr?cises et pr?visibles (Hentrich c. France, arr?t du 22 septembre 1994, s?rie A no 296-A, pp. 19-20, ? 42, et Lithgow et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 8 juillet 1986, s?rie A no 102, p. 47, ? 110).

55. Dans l?arr?t Belvedere Alberghiera srl et dans l?arr?t Carbonara et Ventura pr?cit?s, la Cour n?avait pas estim? utile de juger in abstracto si le r?le qu?un principe jurisprudentiel, tel que celui de l?expropriation indirecte, occupe dans un syst?me de droit continental est assimilable ? celui occup? par des dispositions l?gislatives, ce qui compte ?tant ? en tout ?tat de cause ? que la base l?gale r?ponde aux crit?res de pr?visibilit?, accessibilit? et pr?cision ?nonc?s plus haut. La Cour est toujours convaincue que l?existence en tant que telle d?une base l?gale ne suffit pas ? satisfaire au principe de l?galit? et estime utile de se pencher sur la question de la qualit? de la loi.

56. La Cour prend note de l??volution jurisprudentielle qui a conduit ? l??laboration du principe de l?expropriation indirecte. Elle rel?ve ?galement que ce principe a ?t? transpos? dans des textes de loi, tels que la loi no 458 de 1988, la loi no 662 de 1996 et, tout derni?rement, dans le R?pertoire des dispositions en mati?re d?expropriation. Ceci ?tant, la Cour ne perd pas de vue les applications contradictoires qui ont lieu dans l?historique de la jurisprudence. Ce point de vue a d?ailleurs ?t? adopt? par le Conseil d?Etat (paragraphe 37 ci-dessus) qui, dans son arr?t no 2 de 2005 rendu en s?ance pl?ni?re, a reconnu que l?expropriation indirecte n?a jamais donn? lieu ? une r?glementation stable, compl?te et pr?visible.

57. La Cour rel?ve ?galement des contradictions entre la jurisprudence et les textes de loi ?crits susmentionn?s. A titre d?exemple, la Cour note que s?il est vrai que la jurisprudence a exclu, ? compter de 1996-1997, que l?expropriation indirecte puisse s?appliquer lorsque la d?claration d?utilit? publique a ?t? annul?e, il est ?galement vrai que le R?pertoire a tout derni?rement pr?vu qu?en l?absence de d?claration d?utilit? publique, tout terrain peut ?tre acquis au patrimoine public, si le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain occup? et transform? par l?administration.

58. A vu de ces ?l?ments, la Cour n?exclut pas que le risque d?un r?sultat impr?visible ou arbitraire pour les int?ress?s subsiste.

59. La Cour note ensuite que le m?canisme de l?expropriation indirecte permet en g?n?ral ? l?administration de passer outre les r?gles fix?es en mati?re d?expropriation, avec le risque d?un r?sultat impr?visible ou arbitraire pour les int?ress?s, qu?il s?agisse d?une ill?galit? depuis le d?but ou d?une ill?galit? survenue par la suite. En effet, dans tous les cas, l?expropriation indirecte tend ? ent?riner une situation de fait d?coulant des ill?galit?s commises par l?administration, ? r?gler les cons?quences pour le particulier et pour l?administration, au b?n?fice de celle-ci. Que ce soit en vertu d?un principe jurisprudentiel ou d?un texte de loi comme l?article 43 du R?pertoire, l?expropriation indirecte ne saurait donc constituer une alternative ? une expropriation en bonne et due forme (voir, sur ce point ?galement, l?opinion du Conseil d?Etat, au paragraphe 37 ci-dessus).

60. A cet ?gard, la Cour note que l?expropriation indirecte permet ? l?administration d?occuper un terrain et de le transformer irr?versiblement, de telle sorte qu?il soit consid?r? comme acquis au patrimoine public, sans qu?en parall?le un acte formel d?clarant le transfert de propri?t? ne soit adopt?. En l?absence d?un acte formalisant l?expropriation et intervenant au plus tard au moment o? le propri?taire a perdu toute disponibilit? du bien, l??l?ment qui permettra de transf?rer au patrimoine public le bien occup? et d?atteindre une s?curit? juridique est le constat d?ill?galit? de la part du juge, valant d?claration de transfert de propri?t?. Il incombe ? l?int?ress? -qui continue d??tre formellement propri?taire – de solliciter du juge comp?tent une d?cision constatant, le cas ?ch?ant, l?ill?galit? assortie de la r?alisation d?un ouvrage d?int?r?t public, conditions n?cessaires pour qu?il soit d?clar? r?troactivement priv? de son bien.

61. Au vu de ces ?l?ments, la Cour estime que le m?canisme de l?expropriation indirecte n?est pas apte ? assurer un degr? suffisant de s?curit? juridique.

62. La Cour note ensuite que l?expropriation indirecte permet en outre ? l?administration d?occuper un terrain et de le transformer sans pour autant verser d?indemnit? en m?me temps. L?indemnit? doit ?tre r?clam?e par l?int?ress? et cela dans un d?lai de prescription de cinq ans, commen?ant ? compter de la date ? laquelle le juge estime que la transformation irr?versible du terrain a eu lieu. Ceci peut entra?ner des cons?quences n?fastes pour l?int?ress?, et rendre vain tout espoir de r?paration (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 71).

63. La Cour rel?ve enfin que le m?canisme de l?expropriation indirecte permet ? l?administration de tirer parti de son comportement ill?gal, et que le prix ? payer n?est que de 10% plus ?lev? que dans le cas d?une expropriation en bonne et due forme. Selon la Cour, cette situation n?est pas de nature ? favoriser la bonne administration des proc?dures d?expropriation et ? pr?venir des ?pisodes d?ill?galit?.

64. En tout ?tat de cause, la Cour est appel?e ? v?rifier si la mani?re dont le droit interne est interpr?t? et appliqu? produit des effets conformes aux principes de la Convention.

65. Dans la pr?sente affaire, la Cour rel?ve qu?en appliquant le principe de l?expropriation indirecte, les juridictions italiennes ont consid?r? les requ?rants priv?s de leur bien ? compter du moment o? les travaux de construction de l?ouvrage public ont irr?versiblement transform? les lieux, les conditions d?ill?galit? de l?occupation et d?int?r?t public de l?ouvrage construit ?tant r?unies. Or, en l?absence d?un acte formel d?expropriation, la Cour estime que cette situation ne saurait ?tre consid?r?e comme ? pr?visible ?, puisque ce n?est que par la d?cision d?finitive ? le jugement du tribunal de Lucera ayant acquis force de chose jug?e ? que l?on peut consid?rer le principe de l?expropriation indirecte comme ayant effectivement ?t? appliqu? et que l?acquisition du terrain au patrimoine public a ?t? sanctionn?e. Par cons?quent, les requ?rants n?ont eu la ? s?curit? juridique ? concernant la privation du terrain qu?? partir de f?vrier 2003, date ? laquelle le jugement du tribunal de Lucera est devenu d?finitif.

66. La Cour observe ensuite que la situation en cause a permis ? l?administration de tirer parti d?une occupation de terrain ill?gale. En d?autres termes, l?administration a pu s?approprier le terrain au m?pris des r?gles r?gissant l?expropriation en bonne et due forme, et, entre autres, sans qu?une indemnit? soit mise en parall?le ? la disposition des int?ress?s.

67. A la lumi?re de ces consid?rations, la Cour estime que l?ing?rence litigieuse n?est pas compatible avec le principe de l?galit? et qu?elle a donc enfreint le droit au respect des biens des requ?rants.

68. D?s lors, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.

69. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION

70. Aux termes de l?article 41 de la Convention,

? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?

71. Les requ?rants sollicitent le versement d?une indemnit? de

8 796,00 EUR au titre de pr?judice mat?riel pour la perte du terrain, somme qui correspond ? la valeur du terrain litigieux r??valu?e et assortie d?int?r?ts plus les dommages d?coulant de la non jouissance du terrain. Etant donn? qu?ils n?ont pas encore per?u le d?dommagement accord? par le tribunal, les requ?rants demandent que cette somme soit liquid?e sans tenir compte de la somme d?j? octroy?e par le tribunal.

72. De plus, les requ?rants sollicitent le versement de la somme de 35 000,00 EUR au titre de pr?judice mat?riel pour chacun requ?rant.

73. Le Gouvernement rappelle que dans le cas d?esp?ce le tribunal n?a pas fait application de la loi budg?taire no662 de 1996 et que donc rien n?est d? aux requ?rants au titre des dommages mat?riels et d?indemnit? d?occupation.

74. Toutefois, au cas o? la Cour parviendrait ? une conclusion diff?rente, le Gouvernement demande de prendre en consid?ration la somme accord?e par les juridictions internes

75. Quant au dommage moral, le Gouvernement fait valoir que celui-ci d?pend de la dur?e excessive de la proc?dure devant les juridictions nationales. Par cons?quent, le Gouvernement soutient que le versement d?une quelconque somme au titre d?indemnisation du dommage moral est subordonn? ? l??puisement du rem?de Pinto.

76. En outre, le Gouvernement rappelle que cinq recours ont ?t? introduits par les m?mes requ?rants. Il s?ensuit que la Cour devrait proc?der ? une ?valuation unique des dommages moraux relatifs ? ces cinq recours. En tout ?tat de cause, le Gouvernement estime que la somme r?clam?e par les requ?rants serait en tout cas excessive.

77. Les requ?rants demandent les sommes de 6 256, 00 EUR au titre de remboursement des frais encourus devant les juridictions nationales et de 19 278, 00 EUR au titre de remboursement des frais encourus devant la Cour.

78. Le Gouvernement estime qu?aucun remboursement ne doit ?tre reconnu aux requ?rants au motif qu?ils ont eu gain de cause et que les frais de la proc?dure ont ?t? pay?s par l?administration.

79. De plus, le Gouvernement rappelle que la proc?dure interne a ?t? introduite contre l?administration et non contre l?Etat, lequel ne devrait pas ?tre condamn? ? rembourser les frais d?une proc?dure ? laquelle il n??tait pas partie.

80. La Cour estime que la question de l?application de l?article 41 ne se trouve pas en ?tat. En cons?quence, elle la r?serve et fixera la proc?dure ult?rieure, compte tenu de la possibilit? que le Gouvernement et les requ?rants parviennent ? un accord.

PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? l?UNANIMIT?,

1. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ;

2. Dit que la question de l?application de l?article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat ; en cons?quence,

a) la r?serve en entier ;

b) invite le Gouvernement et les requ?rants ? lui adresser par ?crit, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir ;

c) r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue au pr?sident de la chambre le soin de la fixer au besoin.

Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 11 octobre 2005 en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.

Michael O?Boyle Nicolas Bratza
Greffier Pr?sident

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