Conclusioni: Eccezioni preliminari respinte, Articolo 35-1 – Esaurimento delle vie di ricorso internesArticle 35-3 – Ratione loci,
Eccezioni preliminari respinte, Articolo 34 – Vittima, Violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 – Protezione della propriet?, articolo 1 al. 1 del Protocollo n? 1 – Rispetto dei beni Beni,
Violazione dell’articolo 8 – Diritto al rispetto della vita privata e familiare, Articolo 8-1 – Rispetto della vita familiare Rispetto del domicilio
Rispetto della vita privata,
Violazione dell’articolo 13 – Diritto ad un ricorso effettivo, Articolo 13 – Ricorso effettivo, Soddisfazione equa riservata, Articolo 41 – Soddisfazione equa,
GRANDE CAMERA
CAUSA CHIRAGOV ED ALTRI C. ARMENIA
, Richiesta no 13216/05,
SENTENZA
(Fondo)
STRASBURGO
16 giugno 2015
Questa sentenza ? definitiva. Pu? subire dei ritocchi di forma.
Nel causa Chiragov ed altri c. Armenia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, riunendosi in una Grande Camera composta di:
Dean Spielmann, presidente,
Josep Casadevall,
Guido Raimondi,
Marco Villiger,
Isabelle Berro,
Ineta Ziemele,
Bo?tjan il Sig. Zupani?,
Alvina Gyulumyan,
Khanlar Hajiyev,
George Nicolaou,
Luccica L?pez Guerra,
Ganna Yudkivska,
Paulo Pinto di Albuquerque,
Ksenija Turkovi?,
Egidijus Kris?,
Robert Spano,
Iulia Antoanella Motoc, giudici,
e di Michael O’Boyle, cancelliere aggiunge,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 22 e 23 gennaio 2014 ed il 22 gennaio 2015,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, dato:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 13216/05) diretta contro la Repubblica dell’Armenia e di cui sei cittadini azerba?djanais, OMISSIS (“i richiedenti”) hanno investito la Corte il 6 aprile 2005 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”). Il sesto richiedente ? deceduto nel giugno 2005. Suo figlio, OMISSIS, insegue il procedimento al nome di suo padre.
2. I richiedenti che sono stati ammessi a favore dell’assistenza giudiziale, sono stati rappresentati da OMISSIS, avvocati a Londra, cos? come con OMISSIS. Il governo armeno (“il Governo”) ? stato rappresentato dal suo agente, il Sig. G. Kostanyan, rappresentando presso della Repubblica dell’Armenia della Corte.
3. I richiedenti adducevano essere impediti in particolare di tornare nel distretto di Latchin, situato in territorio occupato dal governo convenuto, ed essere di questo fatto privato del godimento del loro domicilio e dei loro beni situati in questo distretto. Si lamentavano inoltre di non essere stato indennizzato del danno cos? subito. Vedevano delle violazioni continue dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione e dell’articolo 8 della Convenzione. Invocando anche l’articolo 13 della Convenzione, stimavano di pi? non avere disposto relativamente di un ricorso effettivo a questi motivi di appello. Per tutti i motivi di appello esposti si stimavano infine, sopra, vittime di una discriminazione fondata, al disprezzo dell’articolo 14 della Convenzione, sulla loro appartenenza etnica e religiosa.
4. La richiesta ? stata assegnata alla terza sezione della Corte, articolo 52 ? 1 dell’ordinamento della Corte, “l’ordinamento”). Il governo azerba?djanais che ha esercitato il suo diritto di intervento contemplato 36 ? 1 all’articolo della Convenzione, ? stato rappresentato dal suo agente, il Sig. C. Asgarov.
5. Il 9 marzo 2010, una camera della terza sezione composta di Josep Casadevall, Elisabet Fura, Corneliu B?rsan, Bo?tjan il Sig. Zupani, ?Alvina Gyulumyan, Egbert Myjer e Luccica L?pez Guerra, giudici, cos? come di Stanley Naismith, cancelliere aggiunge di sezione, si ? disfatta al profitto della Grande Camera, n? una n? l’altro delle parti si essendo opposto non ci (articoli 30 della Convenzione e 72 dell’ordinamento).
6. La composizione della Grande Camera ? stata arrestata conformemente agli articoli 26 ?? 4 e 5 della Convenzione e 24 dell’ordinamento. Il presidente della Corte ha deciso che, nell’interesse di una buona amministrazione della giustizia, la presente causa ed il causa Sargsyan c. Azerbaigian, richiesta no 40167/06, dovevano essere assegnate alla stessa formazione della Grande Camera (articoli 24) 42 ? 2 e 71 dell’ordinamento.
7. Un’udienza sull’ammissibilit? ed il fondo della causa ha avuto luogo in pubblico al Palazzo dei diritti dell’uomo, a Strasburgo, il 15 settembre 2010, articolo 59 ? 3 dell’ordinamento.
8. Il 14 dicembre 2011, la richiesta ? stata dichiarata ammissibile con una Grande Camera composta di Nicolas Bratza, Jean-Paul Costa, Christos Rozakis, Francesca Tulkens, Josep Casadevall, Nina Vaji, ?Corneliu B?rsan, Peer Lorenzen, Bo?tjan il Sig. Zupani?, Elisabet Fura, Alvina Gyulumyan, Khanlar Hajiyev, Egbert Myjer, Sverre Erik Jebens, Giorgio Malinverni, George Nicolaou e Luccica L?pez Guerra, giudici, cos? come di Michael O’Boyle, cancelliere aggiunge.
9. La parte richiesta ed il governo convenuto hanno ciascuno sottoposi delle osservazioni scritte complementari, articolo 59 ? 1 dell’ordinamento, sul fondo della causa. Par ailleurs, des observations ont ?t? re?ues du gouvernement azerba?djanais.
10. Un’udienza sul fondo della causa ha avuto luogo in pubblico al Palazzo dei diritti dell’uomo, a Strasburgo, il 22 gennaio 2014.
Sono comparsi:
OMISSIS
11. Al termine dell’udienza, la Corte ha giudicato che non c’era luogo, alle fini dell’esame della causa, di organizzare di missione di determinazione dei fatti n? di intendere di testimoni.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
A. La genesi della causa
12. All’epoca del crollo dell’URSS, l’Oblast autonomo dell’Alto Karabakh (“l’OAHK”) era una provincia autonoma della Repubblica socialista sovietica dell’Azerbaigian (“il RSS dell’Azerbaigian”). Situato sul territorio di questa repubblica, l’OAHK si dilungava su una superficie di 4 388 km2. In quel momento, non c’era frontiera comune tra gli Alto-Karabakh, in armeno, “l’Artsakh”) e la Repubblica socialista sovietica dell’Armenia (“il RSS dell’Armenia”) che erano divisi dal territorio azerba?djanais; la zona dove erano il pi? avvicinato era il distretto di Latchin che comprendeva una banda di terra di meno di dieci chilometri di larghezza spesso chiamata “corridoio di Latchin.”
13. Secondo il censimento sovietico del 1989, l’OAHK contava circa 189 000 abitanti di cui il 77% di armeni, il 22% di Az?ris ed alcuni membri del minoranze russo e curdo. Il distretto di Latchin presentava in quanto a lui una demografia differente, la grande maggioranza della popolazione (60 000 persone circa, c’essendo di ethnie curdo o az?rie. Soli 5 al 6% degli abitanti del distretto erano di ethnie armeno.
14. All’inizio dell’anno 1988, delle manifestazioni ebbero luogo a Stepanakert, la capitale regionale dell’OAHK, cos? come ad Erevan, la capitale armena. I manifestanti chiedevano il ricongiungimento dell’Alto Karabakh all’Armenia. Il 20 febbraio, il soviet dell’OAHK present? ai soviets supremi del RSS dell’Armenia, del RSS di Azerbaigian e dell’URSS una domanda che tende a ci? che questa regione fosse autorizzata a separarsi dall’Azerbaigian ed ad essere annessa all’Armenia. Il 23 marzo, il soviet supremo dell’URSS respinse questa domanda. In giugno, il soviet supremo dell’Azerbaigian la respinse al suo turno, quello dell’Armenia che vota del suo lato in favore dell’unificazione.
15. Tutto lungo l’anno 1988, le manifestazioni che chiamano all’unificazione si succedersi. Il distretto di Latchin fu oggetto di attacchi e di dighe stradali. Di numerose persone furono vittime di affrontamenti, e dei profughi che si contavano con centinaia di migliaia dei due lati, passarono dell’Armenia in Azerbaigian e reciprocamente. Il 12 gennaio 1989, l’URSS pose perci?, l’OAHK sotto il controllo diretto di Mosca. Poi, il 28 novembre dello stesso anno, il controllo della provincia fu reso in Azerbaigian. Alcuni giorni pi? tardi, il 1 dicembre, il soviet supremo del RSS di Armenia ed il consiglio regionale dell’Alto-Karabakh adottarono una risoluzione congiunta “sulla riunificazione dell’Alto-Karabakh e dell’Armenia.” Conformemente a questa risoluzione, un bilancio comune alle due entit? fu stabilito nel gennaio 1990 e, nella primavera dello stesso anno, fu deciso che l’Alto-Karabakh parteciperebbe alle elezioni armene seguiamo.
16. All’inizio dell’anno 1990, il conflitto essendo aggravato si, le truppe sovietiche investirono Bakou e l’Alto-Karabakh che fu posto sotto stato di emergenza. Dei violenti affrontamenti in che intervennero le forze sovietiche talvolta, continuarono per? di opporre armeni ed Az?ris.
17. Il 30 agosto 1991, l’Azerbaigian proclam? la sua indipendenza al riguardo dell’unione sovietica. Questa dichiarazione fu ufficializzata poi dall’adozione, il 18 ottobre 1991, della legge costituzionale sull’indipendenza nazionale. Il 2 settembre 1991, il soviet dell’OAHK annunci? la fondazione della “Repubblica dell’Alto-Karabakh” (“il RHK”), constando dell’OAHK ed il distretto azerba?djanais di Chahoumian, e dichiar? che questa Repubblica non rilevava pi? della giurisdizione azerba?djanaise. Il 26 novembre, il parlamento azerba?djanais abolisce l’autonomia di cui beneficiava fino l? l’Alto-Karabakh. All’epoca di un referendum organizzato in questa regione il 10 dicembre 1991, il 99,9% dei votanti si pronunciarono in favore della secessione. Tuttavia, il popolazione az?rie aveva boicottato la consultazione. Lo stesso mese, l’unione sovietica fu sciolta e le truppe sovietiche cominciarono a ritirarsi della regione. Il controllo militare dell’Alto Karabakh pass? velocemente tra le mani degli armeni del Karabakh. Il 6 gennaio 1992, il “RHK”, appellandosi sui risultati del referendum, riafferm? la sua indipendenza al riguardo dell’Azerbaigian.
18. All’inizio dell’anno 1992, il conflitto degener? poco a poco in una vera guerra. Il campo armeno prese parecchi villaggi az?ris, provocando almeno la morte di parecchie centinaia di persone e la partenza della popolazione.
19. Il distretto di Latchin, e pi? particolarmente la citt? ?ponyme, furono attaccati a pi? riprese. Secondo i richiedenti, questi attacchi erano il fatto tanto le truppe dell’Alto-Karabakh che queste della Repubblica dell’Armenia. Il governo convenuto sostiene per la sua parte che la Repubblica dell’Armenia non ha partecipato a questi avvenimenti e che le azioni militari sono state condotte dalle forze di difesa dell’Alto-Karabakh e coi gruppi di volontarii. Nel 1991, durante vicino ad otto mesi, le strade che conducono a Latchin furono sotto il controllo di truppe di origine armena che tenevano delle stazioni di controllo. La citt? di Latchin si ritrov? completamente isolata. Al mi-maggio 1992, subisce dei bombardamenti aerei che causarono la distruzione di numerose case.
20. Il 17 maggio 1992, rendendosi conto che le truppe si avvicinavano velocemente, gli abitanti di Latchin presero la fuga. L’indomani, la citt? fu presa dalle truppe di origine armena. Sembra che sia stata saccheggiata ed incendiata durante i seguenti giorni. Secondo le informazione comunicate al governo convenuto con le autorit? del “RHK”, la citt? di Latchin ed i villaggi circostanti, Aghbulag, Chirag e Chiragli, furono distrutti completamente durante il conflitto militare.
21. Nel luglio 1992, il parlamento armeno decise che non firmerebbe nessuno accordo internazionale che contemplerebbe che l’Alto-Karabakh resto azerba?djanais.
22. Secondo un rapporto di Human Rights Watch di dicembre 1994 intitolato of Conflict “Seven Years in Nagorno-Karabakh”, Sette anni di conflitto nell’Alto-Karabakh, la presa del distretto di Latchin provoc? lo spostamento di circa 30 000 Az?ris di cui molta origine curda.
23. Dopo avere preso Latchin, le truppe di origine armena conquistarono quattro altri distretti azerba?djanais situati intorno all’Alto Karabakh (Kelbajar, Jabrayil, Gubadly e Zanguelan, cos? come delle grandi parti di due altri distretti, Agdam e Fizuli.
24. Il 5 maggio 1994, in seguito ad una mediazione della Russia, l’Armenia, l’Azerbaigian ed il “RHK” firmarono un accordo di cessate il fuoco, il Protocollo di Bichkek che divent? effettivo il 12 maggio 1994.
25. Nel suo rapporto suddetto, l’associazione Human Rights Watch stimava che tra 1988 e 1994, da 750 000 a 800 000 Az?ris erano stati costretti di lasciare l’Alto-Karabakh, l’Armenia ed i sette distretti azerba?djanais limitrofi dell’Alto-Karabakh. Secondo le informazione comunicate dalle autorit? armene, il conflitto ha fatto 335 000 profughi armeni in provenienza di Azerbaigian e 78 000 persone spostate dentro all’Armenia, avendo lasciato delle regioni dell’Armenia di frontiera dell’Azerbaigian.
B. La situazione reale
26. Secondo il governo convenuto, il “RHK” controlla 4 061 km2 del vecchio Oblast autonomo dell’Alto-Karabakh. C’? controversia sulla superficie esatta che occupa nei due distretti parzialmente conquistati, ma appare che, nei sette distretti limitrofi, il territorio occupato rappresenta una superficie totale di 7 500 km? circa.
27. Le stime relative al numero reale di abitanti nell’Alto Karabakh si trovano tra 120 000 e 145 000 persone di cui il 95% di ethnie armeno. Non resta praticamente pi? di Azerba?djanais. Il distretto di Latchin conta 5 000 a 10 000 armeni.
28. Il conflitto non ? sempre regolato sul piano politico. L’indipendenza autoproclam?e del “RHK” non ? stato riconosciuto da nessuno Stato n? nessuna organizzazione internazionale. Des violations r?currentes de l?accord de cessez-le-feu de 1994 le long des fronti?res ont fait de nombreux morts, et le discours des autorit?s demeure hostile. Di pi?, secondo parecchi rapporti internazionali, la tensione ha aumentato questi ultimi anni e le spese militari hanno aumentato molto in Armenia come in Azerbaigian.
29. Parecchie proposte avanzate in vista di un ordinamento pacifico del conflitto sono fallite. Alcuni negoziati sono stati condotti sotto l’egida dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) e del suo Gruppo di Minsk. A Madrid, nel novembre 2007, i tre paesi che garantiscono il copr?sidence del Gruppo-gli Stati Uniti, la Francia e la Russia-hanno presentato all’Armenia ed all’Azerbaigian un insieme di principi di base in vista di un accordo. Questi principi che sono stati attualizzati in seguito, chiamano in particolare al ritorno sotto controllo azerba?djanais dei territori che cingono l’Alto-Karabakh, all’instaurazione nell’Alto-Karabakh di un statuto provvisorio che contempla delle garanzie in materia di sicurezza e di autonomia, al collocamento in posto di un corridoio che collega l’Armenia all’Alto-Karabakh, alla definizione ulteriore dello statuto definitivo dell’Alto-Karabakh per mezzo di un referendum giuridicamente costrittivo, al diritto per tutte le persone spostate dentro al loro paese e per tutti i profughi di tornare l? dove risiedevano precedentemente, ed al collocamento in posto di garanzie per la sicurezza internazionale, al numero dalle quali doveva raffigurare un’operazione di mantenimento della pace. L’idea sottostante era che l’approvazione di questi principi con l’Armenia e l’Azerbaigian permetterebbero di redigere un accordo completo e dettagliato. Dopo un andirivieni intenso dei diplomatici del Gruppo di Minsk ed un certo numero di incontri tra i presidenti dei due paesi nel 2009, la dinamica si ? sfiatata nel 2010. A questo giorno, le parti al conflitto non hanno firmato di accordo formale sui principi di base.
30. Il 24 marzo 2011, il Gruppo di Minsk ha presentato un rapporto sulla missione di valutazione sul terreno condotto dai copr?sidents del Gruppo di Minsk nei territori occupati di Azerbaigian che cinge l’Alto Karabakh, Rinvio of t? OSCE Minsk Group Co-carni ‘ Field Assessment Missione to t? Occupied Territories of Azerbaijan Surrounding Nagorno-Karabakh da cui il riassunto porta il seguente informazione:
“I copr?sidents del Gruppo di Minsk dell’OSCE si sono resi dal 7 al 12 ottobre 2010 in missione di valutazione sul terreno nei sette territori occupati di Azerbaigian che cinge l’Alto-Karabakh per valutare la situazione generale, in particolare sul piano umanitario. Erano corredati dal rappresentante personale del presidente dell’OSCE in esercizio e della sua squadra, quale ha portato loro un appoggio logistico, cos? come di due periti del HCR e di un membro della missione di inchiesta inviata sul posto nel 2005 dall’OSCE. Si trattava della prima missione condotta dalla comunit? internazionale in questi territori dal 2005; era anche la prima volta da 18 anni che i rappresentanti dell’ONU si rendevano sul posto.
Percorrendo pi? di un migliaio di chilometri in questi territori, i copr?sidents hanno potuto constatare a che punto le conseguenze del conflitto dell’Alto-Karabakh e della mancanza di ordinamento pacifico erano disastrose. Delle citt? e villaggi che esistevano prima del conflitto sono stati abbandonati e sono quasi dei campi di rovine. Non esiste di cifre affidabili, ma secondo le stime approssimative, la popolazione totale ? di 14 000 persone che vivono nelle piccole colonie e nelle citt? di Latchin e di Kelbajar. I copr?sidents stimano che non c’? stato incremento significativo della popolazione dal 2005. I coloni, per la maggior parte delle persone di ethnie armeno che proviene altre regioni dell’Azerbaigian e rialloggiate nei territori, vivono nelle condizioni precarie, con un’infrastruttura rudimentale, poca attivit? economica ed un accesso limitato ai servizi pubblici. Molto non hanno documenti di identit?. Sul piano amministrativo, i sette territori, il vecchio Oblast dell’Alto-Karabakh e di altre regioni sono state raggruppate in otto distretti nuovi.
La constatazione della durezza della situazione che prevale nei territori ha rinforzato la convinzione dei copr?sidents che lo statu quo ? inaccettabile e che solo un ordinamento pacifico generato di negoziati potr? dare la prospettiva di un avvenire migliore e meno precario ai vecchi abitanti di questi territori come ai nuovi. Esortano i dirigenti di tutte le parti ad astenersi da condurre su questi territori o su di altre zone contestate delle attivit? che sarebbero pregiudizievoli alla conclusione di un accordo definitivo o che modificherebbero il carattere di queste regioni. Raccomandano anche la presa di misure per preservare i cimiteri ed i luoghi di culto situato in questi territori e per chiarificare la situazione dei coloni che non hanno documenti di identit?. Hanno l’intenzione di condurre altre missioni in altre zone toccate dal conflitto dell’Alto-Karabakh, in compagnia di periti delle istituzioni internazionali competenti suscettibili di partecipare al collocamento in ?uvre di un accordo di pace. “
31. Il 18 giugno 2013, i presidenti dei paesi che esercitano il copr?sidence del Gruppo di Minsk hanno pubblicato una dichiarazione congiunta sul conflitto nell’Alto-Karabakh:
“Noi, presidenti della Repubblica francese, degli Stati Uniti di America e della Federazione di Russia, paese che esercita il copr?sidence del Gruppo di Minsk dell’OSCE, restiamo determinati ad aiutare le parti del conflitto dell’Alto-Karabagh per giungere ad un ordinamento pacifico e duraturo. Ci dispiace profondamente che, piuttosto che di provare a trovare una soluzione basata su degli interessi reciproci, le parti hanno continuato a ricercare un vantaggio unilaterale nel processo di negoziato.
Continuiamo di credere fermamente che gli elementi descritti nelle dichiarazioni dei nostri paesi durante i quattro ultimi anni devono essere il fondamento di ogni ordinamento giusto e duraturo del conflitto dell’Alto-Karabagh. Questi elementi devono essere considerati come un tutto integrati, anche ogni tentativo di selezionare certi elementi allo scapito di altri render? impossibile l’attentato di una soluzione equilibrata.
Riaffermiamo che solo un ordinamento negoziato pu? condurre alla pace, la stabilit? e la riconciliazione, aprendo delle opportunit? per lo sviluppo regionale e la cooperazione. L’utilizzazione della forza militare che ha creato gi? la situazione reale del confronto e l’instabilit? non decideranno il conflitto. Una ripresa delle ostilit? sarebbe catastrofica per la popolazione della regione, provocando delle perdite di vita, pi? di distruzione, altri profughi, e degli enormi costi finanziari. Chiamiamo insistentemente i dirigenti di tutti i lati [a] riaffermare i principi di Helsinki, in particolare quelli relativi alla no-utilizzazione della forza o della minaccia della forza, all’integrit? territoriale, all’uguaglianza dei diritti ed all’autodeterminazione dei popoli. Li chiamiamo anche ad astenersi di ogni azione o dichiarazione suscettibile di fare montare la tensione nella regione e di condurre ad una scalata del conflitto. I dirigenti devono preparare il loro popolo alla pace, non alla guerra.
I nostri paesi continueranno ad agire in legame stretto con le parti. Tuttavia, la responsabilit? di mettere un termine al conflitto dell’Alto-Karabagh resto a ciascuno di essi. Crediamo fermamente che tardare pi? a giungere ad un accordo equilibrato per la cornice di una pace globale ? inaccettabile, e noi esortiamo i dirigenti dell’Azerbaigian e dell’Armenia a concentrarsi con un’energia rinnovata sulle questioni che restano non decise. “
C. I richiedenti ed i beni che adducono possedere nel distretto di Latchin
32. I richiedenti dichiarano essere dei curdi azerba?djanais originari del distretto di Latchin, dove i loro antenati avrebbero vissuto durante i secoli. Il 17 maggio 1992, sarebbero stati costretti di fuggire il distretto per rifugiarsi a Bakou. In ragione dell’occupazione armena, sarebbe stato loro da allora impossibile ritornare a casa essi e di riprendere possesso dei loro beni.
1. Il Sig. Elkhan Chiragov
33. Il Sig. Elkhan Chiragov ? nato in 1950. Viveva nel distretto di Latchin. Mentre era stato indicato nella richiesta che abitava nel villaggio di Chirag, risulta della risposta dei richiedenti alle osservazioni del Governo che il suo villaggio era in fatto Chiragli e che ha esercitato la professione di insegnante durante quindici anni. Avrebbe posseduto una grande casa ammobiliata di 250 m?, 55 alveari, 80 teste di piccolo bestiame, nove teste di grosso bestiame e cinque tappeti fatti mano.
34. Il 27 febbraio 2007, ha comunicato con la risposta dei richiedenti alle osservazioni del governo convenuto un certificato ufficiale (“passaporto tecnico”) datato del 19 luglio 1985 ed attestando che erano registrate al suo nome, su un terreno di 1 200 m?, una casa di abitazione di 12 documenti su due piani di una superficie totale di 408 m?, ripartiti in una superficie di abitazione di 300 m? ed una superficie ausiliare di 108 m?, cos? come una rimessa di 60 m?.
35. Ha sottoposto anche una dichiarazione di tre vecchi vicini che affermano che possedeva una casa di abitazione di una superficie di 260 m? composti di 16 documenti su due piani ed un’automobile, cos? come una dichiarazione di Sigg. A. Jafarov ed A. Halilov, rappresentanti del potere esecutivo della Repubblica dell’Azerbaigian nella citt? di Latchin, attestando che abitava il villaggio di Chiragli precedentemente.
36. Dinnanzi alla Grande Camera, ha prodotto in particolare i seguenti documenti: un certificato di matrimonio che attesta che ? nato a Chiragli e si ? sposato nel 1978, i certificati di nascita di suo figlio e della sua ragazza, nato a Chiragli nel 1979 e nel 1990 rispettivamente, cos? come una lettera di 1979 ed un blocchetto di lavoro rilasciato nel 1992 dalla direzione dell’insegnamento del distretto di Latchin ed attestando che lavorava come insegnante a Chiragli.
2. Il Sig. Adishirin Chiragov
37. Il Sig. Adishirin Chiragov ? nato in 1947. Viveva nel distretto di Latchin. Mentre era stato indicato nella richiesta che abitava nel villaggio di Chirag, risulta della risposta dei richiedenti alle osservazioni del Governo che il suo villaggio era in fatto Chiragli e che ha esercitato la professione di insegnante durante vent’ anni. Avrebbe posseduto una grande casa ammobiliata di 145 m?, un’automobile nuova del modello “Niva”, 65 teste di piccolo bestiame, 11 teste di grosso bestiame e sei tappeti fatti mano.
38. Il 27 febbraio 2007, ha comunicato un passaporto tecnico datato del 22 aprile 1986 ed attestando che erano registrate al suo nome, su un terreno di 1 200 m?, una casa di abitazione di otto documenti su due piani di una superficie totale di 230,4 m?, ripartiti in una superficie di abitazione di 193,2 m? ed una superficie ausiliare di 37,2 m?, cos? come una rimessa di 90 m?.
39. Ha prodotto anche una dichiarazione di tre vecchi vicini che affermano che possedeva una casa di abitazione composta di otto documenti su due piani, cos? come una dichiarazione di Sigg. A. Jafarov ed A. Halilov, rappresentanti del potere esecutivo della Repubblica dell’Azerbaigian nella citt? di Latchin, attestando che abitava il villaggio di Chiragli precedentemente.
40. Dinnanzi alla Grande Camera, ha prodotto in particolare i seguenti documenti: un certificato di matrimonio che attesta che ? nato a Chiragli e si ? sposato nel 1975, i certificati di nascita di suo figlio e delle sue due ragazze, nato a Chiragli nel 1977, 1975 e 1982 rispettivamente, cos? come un passaporto sovietico rilasciato nel 1981 che indico che ? nato a Chiragli e ha portato un tampone di registrazione che fa apparire che abitava a Chiragli nel 1992.
3. Il Sig. Ramiz Gebrayilov
41. Il Sig. Ramiz Gebrayilov ? nato a Chiragli nel 1960. Avrebbe ottenuto nel 1988 un diploma di ingegnere dell’istituto politecnico di Bakou. Nel 1983, durante i suoi studi a Bakou, si sarebbe reso nella citt? di Latchin ed avrebbe ricevuto dello stato un terreno di 5 000 m?. Avrebbe costruito in seguito una casa di sei camere a coricare ed una rimessa ed avrebbe vissuto con sua moglie ed i suoi bambini fino alla sua partenza forzata nel 1992. Ci sarebbero state anche parecchie stalle. Avrebbe posseduto anche, su un altro terreno di 5 000 m? che gli appartengono anche, un laboratorio di risarcimento automobile chiamato “Automobile Servizio”, una bottega ed un caff?, cos? come 12 mucche, 70 agnelli e 150 pecore.
42. Il Sig. Gebrayilov non sarebbe potuto tornare a Latchin dalla sua partenza nel 1992. Degli amici armeni che sarebbero andati a Latchin in 2001 ed avrebbero filmato lo stato delle case della citt? gli avrebbero fatto visionare un video che mostra che la sua casa era stata distrutta totalmente da un incendio. Altre persone che avrebbero lasciato Latchin dopo lui, avrebbero confermato anche che la sua casa era stata incendiata dalle forze armene alcuni giorni dopo la sua partenza.
43. Il 27 febbraio 2007, il Sig. Gebrayilov ha comunicato un passaporto tecnico datato del 15 agosto 1986 ed attestando che era registrata al suo nome, su un terreno di 480 m?, una casa di abitazione di due piani di una superficie totale di 203,2 m?, ripartiti in una superficie di abitazione di 171,2 m? ed una superficie ausiliare di 32 m?, constando di otto camere a coricare.
44. Ha sottoposto anche una dichiarazione di tre vecchi vicini che affermano che possedeva una casa di abitazione di otto documenti su due piani, cos? come una dichiarazione del Sig. V. Maharramov, rappresentando del potere esecutivo della Repubblica dell’Azerbaigian nella citt? di Latchin, che attesta che abitava a Latchin una casa che gli appartiene precedentemente.
45. Dinnanzi alla Grande Camera, ha prodotto in particolare i seguenti documenti: un certificato di nascita ed un certificato di matrimonio che attesta che ? nato a Chiragli e si ? sposato nel 1982, i certificati di nascita della sua ragazza e dei suoi due figli, nato a Latchin nel 1982, 1986 e 1988 rispettivamente, cos? come un foglio matricolare rilasciato nel 1979.
4. Il Sig. Akif Hasanof
46. Il Sig. Akif Hasanof ? nato nel 1959 nel villaggio di Aghbulag, nel distretto di Latchin. Avrebbe esercitato la professione di insegnante durante vent’ anni ed avrebbe posseduto una grande casa ammobiliata di 165 m?, un’automobile nuova del modello “Niva”, 100 teste di piccolo bestiame, 16 teste di grosso bestiame e 20 tappeti fatti mano.
47. Il 27 febbraio 2007, ha comunicato un passaporto tecnico datato del 13 settembre 1985 ed attestando che erano registrate al suo nome, su un terreno di 1 600 m?, una casa di abitazione dei nove documenti su due piani di una superficie totale di 448,4 m?, ripartiti in una superficie di abitazione di 223,2 m? ed una superficie ausiliare di 225,2 m?, cos? come una rimessa di 75 m?.
48. Ha sottoposto anche una dichiarazione di tre vecchi vicini che affermano che possedeva una casa di abitazione composta dei nove documenti su due piani, una stalla e delle dipendenze, cos? come una dichiarazione del Sig. V. Maharramov, rappresentando del potere esecutivo della Repubblica dell’Azerbaigian nella citt? di Latchin, che attesta che abitava ad Aghbulag una casa che gli appartiene precedentemente.
49. Dinnanzi alla Grande Camera, ha prodotto un certificato di nascita, un passaporto sovietico rilasciato in 1976 ed un blocchetto di lavoro rilasciato dalla direzione dell’insegnamento del distretto di Latchin e di cui risulta che ? nato ad Aghbulag e ? stato insegnanti e direttivo di scuola del 1981 a 1988.
5. Il Sig. Fekhreddin Pashayev
50. Il Sig. Fekhreddin Pashayev ? nato nel 1956 nel villaggio di Kamalli, nel distretto di Latchin. Dopo avere ottenuto un diploma di ingegnere dell’istituto politecnico di Bakou nel 1984, sarebbe tornato a Latchin, dove avrebbe lavorato al ministero dei Trasporti come ingegnere poi, a partire da 1986, come ingegnere-capo. Avrebbe vissuto nella citt? di Latchin, al numero 50 della via 28 Aprel, 28 Aprel Kucesi, Lachin Seheri, Lachin Rayonu, in una casa di due piani che constano di tre camere a coricare che gli sarebbe appartenuto e che avrebbe costruito s?. Il valore commerciale reale di questa casa sarebbe di 50 000 dollari americani, USD-“dollari”). Il Sig. Pashayev avrebbe posseduto anche il terreno che cinge la casa, cos? come una parte, di circa dieci ettari, in una fattoria collettiva a Kamalli e dei terreni in “propriet? collettiva.”
51. Il 27 febbraio 2007, ha comunicato un passaporto tecnico datato di agosto 1990 ed attestando che era registrata al suo nome, su un terreno di 469,3 m?, una casa di abitazione di due piani di una superficie totale di 133,2 m?, ripartiti in una superficie di abitazione di 51,6 m? ed una superficie ausiliare di 81,6 m?.
52. Ha sottoposto anche una dichiarazione di tre vecchi vicini che affermano che possedeva una casa di abitazione composta di quattro documenti su due piani, cos? come una dichiarazione del Sig. V. Maharramov, rappresentando del potere esecutivo della Repubblica dell’Azerbaigian nella citt? di Latchin, che attesta che abitava in via 28 Aprel a Latchin una casa che gli appartiene precedentemente.
53. Dinnanzi alla Grande Camera, ha prodotto in particolare i seguenti documenti: un certificato di matrimonio che attesta che ? nato a Kamalli e si ? sposato nel 1985, i certificati di nascita delle sue due ragazze, nato un’a Kamalli in 1987 e l’altro a Latchin nel 1991, il certificato di nascita di suo figlio che indica che questo ? nato a Kamalli nel 1993, cos? come un foglio matricolare rilasciato in 1978 ed un blocchetto di lavoro datato del 2000. Ha spiegato che suo figlio era in fatto nato a Bakou ma che era normale nel sistema sovietico di propiska di iscrivere come luogo di nascita di un bambino il luogo di residenza dei suoi genitori.
6. Il Sig. Qaraca Gabrayilov
54. Il Sig. Qaraca Gabrayilov ? nato in 1940 nella citt? di Latchin e deceduto il 19 giugno 2005. Il 6 aprile 2005, all’epoca dell’introduzione della richiesta, aveva dichiarato che il 17 maggio 1992, data della sua partenza forzata, viveva al no 580 della via N. Narimanov a Latchin, nell’appartamento 128a, situato in una casa familiare di due piani costruiti nel 1976 che gli sarebbe appartenuta. Di una superficie di 187,1 m?, la casa sarebbe stata vincolata da un giardino di 453,6 m?. Nella sua richiesta, il Sig. Gabrayilov aveva aggiunto che possedeva inoltre un appezzamento di 300 m? nella stessa via. Aveva unito un passaporto tecnico datato di agosto 1985 ed attestando che era registrata al suo nome una casa di due piani con un giardino di cui le superfici corrispondono a queste suddette.
55. Il 27 febbraio 2007, i suoi rappresentanti hanno indicato tuttavia che abitava al numero 41 della via H. Abdullayev a Latchin ma che possedeva bene le due propriet? suddette nella via N. Narimanov. Hanno unito a questa comunicazione una dichiarazione di tre vecchi vicini ed una di V. Maharramov, rappresentando del potere esecutivo della Repubblica dell’Azerbaigian nella citt? di Latchin che indica che il Sig. Gabrayilov risiedeva nella sua casa della via H. Abdullayev. Erano unite anche una decisione del 29 gennaio 1974 con la quale il soviet dei rappresentanti del popolo del distretto di Latchin assegnava al richiedente il terreno di 300 m? suddetti, cos? come parecchie fatture di foraggio e di materiali di costruzione e dei documenti giustificativi che si riferisce alle sovvenzioni supposte essere state ottenute per la costruzione dei suoi beni.
56. Il 21 novembre 2007, il Sig. Sagatel Gabrayilov, il figlio del richiedente, ha indicato che la via dove aveva abitato la famiglia si era chiamata via N. Narimanov ma che, ad una data non precisata, il nome e la numerazione della via avevano cambiato e che l’indirizzo familiare era diventato cos? “via H. Abdullayev.” I due indirizzi menzionati avrebbero fatto riferimento alla stessa propriet? dunque.
57. Dinnanzi alla Grande Camera, i rappresentanti del richiedente hanno prodotto in particolare i seguenti documenti: un certificato di nascita ed un certificato di matrimonio che attesta che era nato a Chiragli e si era sposato nel 1965, il certificato di nascita di suo figlio, nato nel 1970 ad Alkhasli, un villaggio del distretto di Latchin, ed un foglio matricolare rilasciato nel 1963.
D. Le relazioni tra le Repubbliche di Armenia e la “Repubblica dell’Alto-Karabakh”
58. I richiedenti, il governo convenuto ed il terzo intervenendo, il governo azerba?djanais, ha sottoposto di molto numerosi documenti e dichiarazioni sulla questione di sapere se la Repubblica dell’Armenia esercita la sua autorit? o il suo controllo sul “RHK” ed i territori attigui. Le informazione che risultano di queste comunicazioni sono riassunte qui disotto nella misura in cui la Corte li giudica pertinenti.
1. Aspetti militari
59. Nel 1993, il Consiglio di sicurezza dell’organizzazione delle Nazioni Unite ha adottato quattro risoluzioni relative al conflitto nell’Alto-Karabakh. Nelle loro parti pertinenti, sono formulate cos?:
Risoluzione 822 del 30 aprile 1993, S/RES/822 (1993)):
“Il Consiglio di sicurezza,
(…)
Notando con una molto grande inquietudine l’intensificazione degli affrontamenti armati, ed in particolare l’invasione pi? recente del distretto di Kelbadjar, in Repubblica azerba?djanaise, con le forze armene locali,
(…)
1. Esigi la cessazione immediata di tutte le ostilit? e di tutti gli atti di ostilit? affinch? possa instaurare si un cessate il fuoco duraturo, cos? come il ritiro immediato di tutte le forze che occupano il distretto di Kelbadjar e le altre regioni dell’Azerbaigian occupato recentemente;
(…) “
Risoluzione 853 del 29 luglio 1993, S/RES/853 (1993)):
“Il Consiglio di sicurezza,
(…)
Esprimendo il viva preoccupazione che si ispira il deterioramento alle relazioni tra le Repubbliche di Armenia ed il Repubblica azerba?djanaise cos? come le tensioni tra esse,
(…)
Notando con inquietudine lo scala delle ostilit? armate e, in particolare, la presa del distretto di Agdam nel Repubblica azerba?djanaise,
(…)
3. Esigi che sia messo immediatamente fine a tutte le ostilit? e che le forze di occupazione in causa si ritirano immediatamente, completamente ed incondizionatamente del distretto di Agdam e di tutte le altre zone recentemente occupate del Repubblica azerba?djanaise;
(…)
9. Prega insistentemente il Governo della Repubblica dell’Armenia di continuare di esercitare la sua influenza per portare gli armeni della Regione dell’Alto-Karabakh del Repubblica azerba?djanaise ad applicare la risoluzione 822 (1993) del Consiglio cos? come la presente risoluzione, ed ad accettare le proposte del Gruppo di Minsk di [l’OSCE];
(…) “
Risoluzione 874 del 14 ottobre 1993, S/RES/874 (1993)):
“Il Consiglio di sicurezza,
(…)
Dichiarandosi gravemente preoccupato di questo che il perseguimento del conflitto nella regione dell’Alto-Karabakh del Repubblica azerba?djanaise ed ai dintorni, cos? come le tensioni tra le Repubbliche di Armenia ed il Repubblica azerba?djanaise, potrebbero mettere in pericolo la pace e la sicurezza nella regione,
(…)
5. Domanda che sia applicata immediatamente le misure reciproche ed urgenti che contemplano il “Calendario modificato” del Gruppo di Minsk di [l’OSCE], ivi compreso il ritiro delle forze dei territori recentemente occupati e la soppressione di tutti gli ostacoli alle comunicazioni ed ai trasporti;
(…) “
Risoluzione 884 del 12 novembre 1993, S/RES/884 (1993)):
“Il Consiglio di sicurezza,
(…)
Notando con inquietudine lo scala delle ostilit? armate, conseguenza delle violazioni del cessate il fuoco e dell’uso eccessivo della forza in reazione a queste violazioni, in particolare l’occupazione del distretto di Zanguelan e della citt? di Goradiz nel Repubblica azerba?djanaise,
(…)
2. Domanda al governo armeno di avvalersi della sua influenza per portare gli armeni della regione dell’Alto-Karabakh del Repubblica azerba?djanaise ad applicare le risoluzioni 822 (1993), 853 (1993) e 874 (1993), e di badare a ci? che le forze implicate non ricevono i mezzi di estendere la loro campagna militare;
(…)
4. Esigi delle parti riguardate che cessino immediatamente le ostilit? armate e gli atti di ostilit?, che le forze di occupazione siano tolte unilateralmente del distretto di Zanguelan e della citt? di Goradiz e che le forze di occupazione siano tolte delle altre zone occupate del Repubblica azerba?djanaise recentemente, conformemente al “calendario modificato” di misure urgenti in vista di applicare le risoluzioni 822 (1993) e 853 (1993) del Consiglio di sicurezza, come ? stato modificato all’epoca della riunione del Gruppo di Minsk di [l’OSCE] tenuta a Vienna del 2 al 8 novembre 1993;
(…) “
60. Il rapporto di dicembre 1994 di Human Rights Watch, paragrafo 22 sopra, comprendi delle descrizioni del conflitto nell’Alto Karabakh. Indica che una “offensiva militare condotta nel maggio-giugno 1992 dagli armeni del Karabakh ? arrivata alla presa di una grande parte della provincia di Latchin”, riassumi poi cos? gli avvenimenti sopraggiunti in 1993 e 1994 (p). 58,:
“(…) le truppe armene del Karabakh hanno-spesso con l’appoggio delle forze della Repubblica dell’Armenia-preso il resto dei province azerba?djanaises che cingono l’Alto-Karabakh, il resto della provincia di Latchin e le province di Kelbajar, Agdam, Fizuli, Jebrayil, Qubatli e Zanguelan, e forzato i civili az?ris a lasciare i luoghi. “
Questo documento riporta differenti elementi che sembrano indicare che l’esercito della Repubblica dell’Armenia ha partecipato alle operazioni condotte nell’Alto Karabakh ed i territori attigui (pp). 67-73. L’Armenia avrebbe mandato anche dei membri delle sue proprie forze di polizia mantenere l’ordine nei territori occupati. Siccome indicalo il rapporto, gli inquirenti di Human Rights Watch hanno, in aprile 1994, passato due giorni ad interrogare dei soldati che portano l’uniforme armena nelle vie di Erevan. Trento per cento di questi soldati sarebbe stata di li chiamati dell’esercito armeno avendo combattuto o nel Karabakh ricevuto l’ordine di si rendere o chiesto ancora espressamente a compiere il loro servizio. In una sola giornata del mese di aprile 1994, gli inquirenti di Human Rights Watch avrebbero visto cinque autobus che trasportano circa 300 soldati dell’esercito armeno entrare nell’Alto Karabakh in provenienza dell’Armenia. Dei giornalisti occidentali avrebbero detto loro peraltro che avevano visto otto altri bevvi assolvo di soldati dell’esercito armeno che viene dall’Armenia dirigersi verso il territorio azerba?djanais. Human Rights Watch stima dunque che i soldati dell’esercito armeno hanno partecipato alle operazioni condotte in Azerbaigian e che, di un punto di vista giuridica, ci? fa dell’Armenia una parte al conflitto che sarebbe quindi bello e bene un conflitto armato internazionale tra l’Armenia e gli Azerbaigian.
61. Parecchie proposte di risoluzione del conflitto sono state avanzate in seno al Gruppo di Minsk dell’OSCE. Nel luglio 1997, una proposta di “piano globale” contemplava, sotto il titolo “Accordo I-Fine delle ostilit? armate”, un processo di ritiro delle forze armate in due fasi. Nella cornice della seconda fase, era contemplato che “le forze armene si ripiegano dentro alle frontiere della Repubblica dell’Armenia.”
La passo “tappa con tappa” presentata nel dicembre 1997 contemplava lei anche un processo di ritiro in due fasi con, nella seconda fase, un ritiro di “tutte le forze armene sostato fuori dalle frontiere della Repubblica dell’Armenia verso i luoghi situati dentro a queste frontiere.” Il proposta d ‘ “Stato comune” di novembre 1998 era per l’essenziale formulato nei termini analoghi.
Questi documenti sono stati esaminati tutti nella cornice dei negoziati condotti in seno al Gruppo di Minsk, ma nessuno di essi ? arrivato ad un accordo tra l’Armenia e gli Azerbaigian.
62. I richiedenti rinviano peraltro alle dichiarazioni dei differenti dirigenti ed osservatori politici. Per esempio, in febbraio 1994, Robert Kotcharian, allora Primo ministro del “RHK”, aveva dichiarato in un’intervista accordata al giornale armeno Golos Armenii che l’Armenia forniva all’Alto-Karabakh delle armi antiaeree.
Vazguen Manoukian, ministro della Difesa dell’Armenia in 1992-1993, avrebbe in quanto a lui riconosciuto nell’ottobre 2000 in un’intervista accordata al giornalista e scrittore britannico Thomas di Waal che le dichiarazioni pubbliche secondo che l’esercito armeno non aveva partecipato alla guerra erano destinate esclusivamente all’estere, Thomas di Waal, Black Garden,: Armenia and Azerbaijan through Peace and War, New York University Press 2003, p. 210,:
“Potete essere sicuri che, qualunque sia stato i nostri dichiarazioni politici, gli armeni del Karabakh e l’esercito armeno hanno condotto insieme le azioni militari. Che qualcuno fosse del Karabakh o dell’Armenia, per me era la stessa cosa. “
63. I rapporti annui 2002, 2003 e 2004 dell’istituto internazionale per gli studi strategico, Internazionale Institute foro Strategic Studies-IISS, intitolati T? Military Bilancia, indicavano che, sui 18 000 militari sostati nell’Alto-Karabakh, 8 000 appartenevano all’esercito armeno. Nel rapporto 2013 di questo stesso istituto, si poteva leggere in particolare questo: “dal 1994, l’Armenia controlla la pi? grande parte dell’Alto-Karabakh, cos? come le sette regioni adiacenti dell’Azerbaigian, chiamate spesso i “territori occupati””, T? Military Bilancia, 2002, p. 66, 2003, p. 66, 2004, p. 82, e 2013, p. 218.
64. Nel suo secondo rapporto alla commissione dei questioni politici sul conflitto dell’Alto-Karabakh, documento APCE no 10364, novembre 2004, il delatore dell’assemblea parlamentare del Consiglio dell’Europa, Davide Atkinson, indicava questo:
“Secondo le informazione che mi sono giunto, gli armeni dell’Armenia hanno partecipato alle lotte armate nella regione dell’Alto-Karabakh ai lati di armeni locali dell’Azerbaigian. Oggi, l’Armenia ha dei soldati sostati nella regione dell’Alto-Karabakh ed i distretti circostanti, le persone di questa regione hanno dei passaporti armeni ed il governo armeno trasferisce dell’importiamo risorse di bilancio a questa zona. “
Sulla base di questo rapporto, l’assemblea parlamentare ha adottato il 25 gennaio 2005 la risoluzione 1416, dove dichiara in particolare questo:
“1. L’assemblea parlamentare dispiace che, pi? di dieci anni dopo l’inizio delle ostilit?, il conflitto dell’Alto-Karabakh non sia sempre risoluto. Delle centinaia di migliaia di persone sono spostate ancora e vivono nelle condizioni miserabili. Alcune parti importanti del territorio azerba?djanais rimangono occupate con le forze armene e delle forze separatiste conservano il controllo della regione dell’Alto-Karabakh.
2. L’assemblea teme che le operazioni militari e gli affrontamenti etnici generalizzati che li hanno preceduti siano arrivati non agli sfratti etnici massicci ed alla creazione di zone monoethniques, facendo rispuntare il terribile concetto di purificazione etnica. L’assemblea riafferma che l’indipendenza e la secessione di un territorio che fa parte di un Stato possono essere solamente la conclusione di un processo legale e pacifico, fondato sul sostegno espresso democraticamente dagli abitanti del territorio in questione; non saprebbero essere la conseguenza di un conflitto armato che sbuca su degli sfratti etnici e sull’annessione di fatto del territorio riguardato da un altro Stato. L’assemblea ricorda che l’occupazione di un territorio estero con un Stato membro costituisce una grave violazione degli obblighi che incombono su questo Stato nella sua qualit? di membro del Consiglio dell’Europa, e riafferma il diritto delle persone spostate della zona del conflitto di tornare nel loro focolare nella sicurezza e la dignit?. “
65. Nel suo rapporto intitolato Nagorno-Karabakh: Viewing t? Conflict from t? Ground [Alto-Karabakh: il conflitto visto del terreno], l’internazionale Crisis Group (ICG) indica questo a proposito delle forze armate del “RHK” (pp). 9-10,:
“[L’Alto-Karabakh] ? probabilmente pi? la societ? il militarizzata al mondo. L’esercito di difesa dell’Alto-Karabakh, altamente trascinata ed attrezzata, ? innanzitutto una forza terrestre di cui l’armatura ? per l’essenziale fornito dall’Armenia. Un responsabile dell’Alto-Karabakh ha dichiarato all’ICG che questo esercito contava circa 20 000 soldati, ed un perito indipendente [Richard Giragosian, analista militare americano, nel luglio 2005] ha stimato questo numero a 18 500. ? avanzato che da 20 000 a 30 000 riservisti supplementari potrebbero essere mobilitati. Allo sguardo della sua popolazione, l’Alto-Karabakh non pu? mantenere anche una forza importante senza l’apporto di un numero alzato di elementi esterni. Secondo una valutazione indipendente [quella del Sig. Giragosian], l’esercito conta 8 500 armeni originari del Karabakh e 10 000 originari dell’Armenia. (…)
Tuttavia, molto chiamati e di impegnati dell’Armenia continuano di servire nell’Alto-Karabakh. Il ministro di fatto della Difesa riconosce che le sue forze militari contano il 40% di personale contrattuale di cui un certo numero di cittadini armeni. Afferma che nessuno cittadino armeno non stato oggetto di una coscrizione forzata, ed egli indica che 500 000 armeni originari dell’Alto Karabakh vivono in Armenia e che alcuni di loro servono nelle forze dell’Alto-Karabakh. Per?, di anziano chiamati di Erevan e di altre citt? armene hanno dichiarato all’internazionale Crisis Group che erano stati mandati in modo apparentemente arbitrario nell’Alto-Karabakh e nei distretti occupati immediatamente dopo essere presentati si all’ufficio di reclutamento. Negano essere portati mai si volontarii per andare nell’Alto-Karabakh o i territori occupati adiacenti. Non avrebbero percepito nessuno premio per effettuare il loro servizio militare fuori da Armenia durante che avrebbero portato l’uniforme dell’Alto-Karabakh e sarebbero stati posti sotto gli ordini del precetto militare dell’Alto-Karabakh. Sempre pi? i giovani reclute armene negherebbero di servire nell’Alto Karabakh, ci? che potrebbe contribuire a spiegare sul posto l’apparente diminuzione del numero di individui inviati.
Le forze dell’Armenia e queste dell’Alto-Karabakh sono integrate largamente. Delle altezze responsabili armene riconoscono fornire all’Alto-Karabakh molto materiale e di armamento. Le autorit? dell’Alto-Karabakh riconoscono anche che gli ufficiali armeni forniscono loro un’assistenza alla formazione e trasmettono loro delle competenze specializzate. Tuttavia, Erevan sostiene che non una sola unit? militare armena si trova nell’Alto-Karabakh ed i territori occupati che lo vincolano. “
Il governo armeno contesta il rapporto dell’ICG, arguendo che questa organizzazione non ha ufficio n? in Armenia n? in “RHK.” Aggiunge che la dichiarazione relativa al numero di militari armeni in “RHK” deriva di una comunicazione elettronica col Sig. Giragosian, che ha contattato e che gli ha risposto in questi termini:
“Quando ho espresso questa opinione, non volevo dire che le persone che servono nelle forze armate dell’Alto-Karabakh erano dei militari. Parlavo del numero approssimativo di volontarii impegnati nelle forze armate dell’Alto Karabakh che, secondo i miei calcoli, erano originari di Armenia e di altri Stati. Non posso confermare con certezza che il numero che ho dato ? corretto, perch? si tratta di informazione confidenziali e che nessuno conosce le cifre esatte. La mia opinione si fondava sull’impressione che buono numero di armeni che vengono dei differenti luoghi del mondo ? impegnato nelle forze di automobile-difesa dell’Alto-Karabakh. “
66. Il 19 aprile 2007, il giornale austriaco Der Standard ha pubblicato un’intervista del ministro delle Cause estere armene dell’epoca, Vardan Oskanian. Menzionando i territori contestati, il Sig. Oskanian li avrebbe designati con l’espressione “i territori che sono controllati oggi con l’Armenia.”
Alcuni giorni dopo l’uscita di questa intervista, l’ambasciata dell’Armenia in Austria ha pubblicato un comunicato stampa che indica che i propositi del Sig. Oskanian erano stati malintesi e che in realt? aveva parlato dei “territori che sono controllati oggi con gli armeni.”
67. Il 14 marzo 2008, l’assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato una risoluzione intitolata “La situazione nei territori occupati sopra dell’Azerbaigian” (A/RES/62/243 nella quale ricorda espressamente le risoluzioni adottate dal Consiglio di sicurezza dell’ONU nel 1993) paragrafo 59. Nei suoi passaggi pertinenti, questa risoluzione ? formulata cos?:
“L’assemblea generale,
(…)
2. Esigi il ritiro immediato, completo ed incondizionato di tutte le forze armene dei territori occupati della Repubblica dell’Azerbaigian;
3. Riafferma il diritto inalienabile della popolazione che ? stata espulsa dei territori occupati della Repubblica dell’Azerbaigian di tornare a casa lei, e sottolinea che ? necessario creare le condizioni propizie al suo ritorno, in particolare il rialzamento globale dei territori toccati dal conflitto;
(…) “
68. Nella cornice di un’intervista accordata al giornale Armenia Today, il politico di origine libanese Jirair Sefilian, alto graduato dell’esercito armeno che aveva partecipato alla presa di Shusha/Shushi all’inizio del mese di maggio 1992 e che aveva continuato di servire al tempo stesso nelle forze armate del “RHK” in seguito ed in queste dell’Armenia, avrebbe tenuto i seguenti propositi, riportati nell’edizione del 29 ottobre 2008,:
“Dobbiamo girare la pagina della storia: dal 1991, consideriamo che il Karabakh ? un Stato indipendente e diciamo che deve condurre s? i negoziati. Non si inganna nessuno. Il mondo intero sa che l’esercito del RHK fa parte delle forze armate dell’Armenia, che il bilancio del RHK ? finanziato dal bilancio dell’Armenia, e che i responsabili politici del RHK sono nominati da Erevan. ? tempo di considerare il Karabakh come una parte dell’Armenia, come una delle sue regioni. Nei negoziati, il territorio del Karabakh deve essere considerato come un territorio armeno di cui si non c?dera non un pollice. “
69. In una risoluzione del 20 maggio 2010 sulla necessit? di una strategia dell’unione europea in favore del Caucaso del Sud, il Parlamento europeo ha dichiarato in particolare questo:
“[Il Parlamento europeo] esprimo le sue vive preoccupazioni in quanto al fatto che le centinaia di migliaia di profughi e di persone che hanno fuggito il loro focolare durante la guerra dell’Alto-Karabakh o a causa di lei restano lontane e si vedono privati dei loro diritti, in particolare il loro diritto al ritorno, alla propriet? ed alla sicurezza individuale; domanda a tutte le parti di riconoscere chiaramente e senza riserva questi diritti e la necessit? della loro pronta concretizzazione e di una risoluzione veloce di questo problema, garantendo il rispetto dei principi del diritto internazionale; esigo a questo effetto il ritiro delle forze armene di tutti i territori che occupano in Azerbaigian e parallelamente, lo spiegamento di forze internazionali che si organizzano, nel rispetto della carta delle Nazioni unite, per fornire le garanzie di sicurezza necessaria durante un periodo di transizione che garantisce la sicurezza della popolazione del Nagorno-Karabakh e permettono alle persone spostate di reintegrare i loro focolari e di evitare di altri conflitti che rischierebbero di provocare; invito le autorit? dell’Armenia e dell’Azerbaigian, cos? come i dirigenti delle comunit? in presenza, a dimostrare la loro volont? di instaurare delle relazioni interethniques pacifici prendendo delle misure concrete per preparare il ritorno delle persone spostate; stima che la situazione delle persone spostate dentro al loro paese e dei profughi deve essere regolata conformemente alle regole internazionali in vigore, entra altri la recente raccomandazione no 1877 (2009) dell’APCE su “I popoli dimenticati dell’Europa: proteggere i diritti fondamentali delle persone spostate di lunga data.” “
70. Nell’aprile 2012, il Parlamento europeo ha adottato una nuova risoluzione nella quale ha rilevato in particolare che esistevano “delle notificazioni estremamente preoccupanti concernente le attivit? illegali condotte dalle truppe armene sui territori occupati dell’Azerbaigian, a sapere dei man?uvres militari regolari, il rinnovo dell’attrezzatura e del personale militare e l’approfondimento dei gradi difensivi.” Ha raccomandato che la conclusione dell’accordo dell’associazione UE-Armenia sia condizionata ai progressi sostanziali verso “il ritiro delle forze armene dei territori occupati nella periferia dell’Alto-Karabakh ed il ritorno di questi territori sotto il controllo dell’Azerbaigian” e che il si “demand[e] all’Armenia di smettere di mandare di li chiamati dell’esercito regolare per servire nell’Alto Karabakh”, Risoluzione del Parlamento europeo del 18 aprile 2012 contenente le raccomandazioni del Parlamento europeo al Consiglio, alla Commissione ed al Servizio europeo per l’azione esterna sui negoziati concernente l’accordo dell’associazione UE-Armenia.
71. I richiedenti affermano che, a pi? riprese in 2012 ed in 2013, il Presidente dell’Armenia, il suo ministro della Difesa e delle altezze responsabili militari armene si sono rese nei territori contestati per ispezionare le truppe, assistere agli esercizi militari ed incontrare dei militari e di altri responsabile del “RHK”. Parimenti, nel luglio 2013, dei generali e di altri responsabile militari armeni di cui il ministro della Difesa, avrebbero incontrato dei comandanti delle forze armate del “RHK” nell’Alto-Karabakh, per, in particolare, di discutere delle misure a prendere per rinforzare gli effettivi militari armeni.
72. Il 15 gennaio 2013, il presidente armeno, Serge Sargsian, ha incontrato i responsabile dei rami legislativi, esecutivi e giudiziali del ministero della Difesa della Repubblica dell’Armenia. Il discorso che ha pronunciato all’epoca di questo incontro ? stato pubblicato il giorno stesso sul sito internet ufficiale della presidenza della Repubblica dell’Armenia. Si poteva leggere particolarmente questo:
“Si ? trovato che fin dai primi anni della nostra indipendenza, l’esercito ha giocato un ruolo particolare nella nostra societ?. Eravamo in guerra, e ci? risentiva in tutta l’Armenia-in certi luoghi pi? che altrove. In questo tempo, ogni famiglia aveva un genitore prossimo o lontano nell’esercito armeno, e l’esercito era nel c?ur di ciascuno. Questo sentimento si ? trovato rinforzato quando il nostro esercito ? giunto alla vittoria che era cos? importante che era vitale.
(…)
Lo scopo estremo della nostra politica estera ? la trascrizione definitiva nel diritto della vittoria che abbiamo ottenuto faccia alla guerra di aggressione scatenata dall’Azerbaigian contro l’Artsakh. La Repubblica dell’Alto-Karabakh deve essere riconosciuta dalla comunit? internazionale, perch? niente pu? spiegare logicamente perch? il popolo che ha esercitato il suo diritto all’automobile-determinazione e che l’ha protetto poi in questa guerra squilibrata, dovrebbe fare un giorno partito dall’Azerbaigian. Perch? il destino di questo popolo dovrebbe essere definita dalla decisione illegale presa da Stalin un tempo?
(…)
L’Armenia e l’Artsakh non vogliono la guerra; ma ciascuno deve sapere che risponderemo siccome si deve ad ogni provocazione. Il popolo dell’Artsakh non rischier? mai pi? lo sterminio, la Repubblica dell’Armenia porta si garante ne.
(…)
La sicurezza dell’Artsakh non ? per noi una questione di prestigio; ? una questione di vita o di morte, al senso pi? immediato di questi termini. Il mondo intero deve sapere e deve comprendere che noi, le strutture di potere dell’Armenia e dell’Artsakh, resisteremo a questo esercito-sempre che questa orda possa essere chiamata un esercito-che retribuisco degli omicidi. “
73. In un parere stabilito alla domanda del governo armeno, il Sig. Hari Bucur-Marcu, perito militare di nazionalit? rumena, indicava che non vedeva niente nella politica militare armena che potesse essere considerata come una qualsiasi forma di volont? di controllo sulle forze del “RHK”, n? nessuno segno sul terreno che le forze armene fossero presenti o attive in “RHK.” Concludeva che niente permetteva di pensare che l’Armenia esercitasse il suo controllo o la sua autorit? sul “RHK” o sulla forza di difesa di questa n? che le forze armene esercitassero qualche controllo che fossero sul governo o le istanze dirigenti del “RHK.” Il Governo afferma che il Sig. Bucur-Marcu aveva avuto la possibilit? di interrogare delle altezze responsabili militari armene e di aderire alle loro pratiche. Grazie ad un accordo concluso col ministero delle Cause estere del “RHK”, si sarebbe potuto rendere inoltre sul posto, intrattenersi coi responsabile militari e politici ed esaminare un certo numero di documenti.
74. Il 25 giugno 1994, la Repubblica di Armenia e la “Repubblica dell’Alto-Karabakh” hanno concluso un “accordo di cooperazione militare” che contempla in particolare questo:
“Il governo della Repubblica di Armenia ed il governo della Repubblica dell’Alto-Karabakh, denominati qui di seguito “le Parti”),
Avendo riguardo al loro interesse reciproco in materia di cooperazione militare, tenendo conto della necessit? di sviluppare le loro relazioni bilaterali e la loro fiducia reciproca con una cooperazione tra le forze armate dei loro Stati rispettivi, desiderosi di rinforzare la loro cooperazione militare e militaro-tecnica,
Sono convenuti di ci? che segue:
(…)
Articolo 3
Le due Parti intratterranno una cooperazione militare imperniata sulle seguenti tenute:
1, determinazione dell’esercito e riforma delle forze armate;
2, scienza ed istruzione militari;
3, legislazione militare,;
4, logistica delle forze armate;
5, inquadramento medico dei membri del personale militare e della loro famiglia;
6, attivit? culturali e sportive, turismo.
La cooperazione potr? intervenire in altre tenute su accordo scrive reciproco.
Articolo 4
Le Parti coopereranno coi seguenti medi:
1, visite e riunioni di lavoro tra i ministri della Difesa, i capi di stato maggiore o di altri rappresentanti abilitato dai ministri della Difesa;
2, consultazioni, divisione dell’esperienza, formazione del personale militare e rafforzamento delle qualifiche;
3, organizzazione di esercizi militari comuni;
4, partecipazione alle conferenze, delle consultazioni e dei seminari,;
5, scambio di informazione, di documenti e di servizi sulla base di disposizioni specifiche;
6, manifestazioni culturali,;
7, fornitura di servizi di al naturale militare;
8, collocamento in posto delle condizioni propizie all’utilizzazione comune di elementi dell’infrastruttura delle forze armate delle Parti nella cornice del presente accordo;
9, formazione di specialisti e di personale militare e tecnica altamente qualificata.
Nella cornice del presente accordo di cooperazione, le Parti convengono che li chiamati della Repubblica dell’Armenia hanno il diritto di effettuare il loro servizio militare a durata determinata in Repubblica dell’Alto-Karabakh e che quelli della Repubblica dell’Alto-Karabakh hanno il diritto di effettuare il loro in Repubblica dell’Armenia. Li chiamati trovandosi in simile caso saranno esentati dell’obbligo di effettuare il loro servizio militare a durata determinata nel paese di cui hanno la nazionalit?.
Articolo 5
Nella cornice del presente accordo, le Parti convengono anche:
1 che, se un cittadino della Repubblica di Armenia che effettua il suo servizio militare a durata determinata in Repubblica dell’Alto-Karabakh commette una violazione militare, i perseguimenti penali diretti contro lui ed il processo susseguente si terranno sul territorio della Repubblica dell’Armenia e saranno condotti dalle autorit? della Repubblica dell’Armenia conformemente al procedimento previsto dalla legislazione della Repubblica dell’Armenia;
2 che, se un cittadino della Repubblica dell’Alto-Karabakh effettuando il suo servizio militare a durata determinata in Repubblica dell’Armenia commette una violazione militare, i perseguimenti penali diretti contro lui ed il processo susseguente si terranno sul territorio della Repubblica dell’Alto-Karabakh e saranno condotti dalle autorit? della Repubblica dell’Alto Karabakh conformemente al procedimento previsto dalla legislazione della Repubblica dell’Alto-Karabakh.
Nella cornice del presente accordo, le Parti si portano reciprocamente un sostegno tecnico in materia di armamento cos? come in materia di recupero e di manutenzione del materiale militare.
La conclusione di accordi coi professionisti dell’armamento e del recupero e della manutenzione del materiale militare, come la presa incaricata sul territorio di ogni Parte dei rappresentanti delle imprese di fabbricazione, dipendono dal ministero della Difesa dello stato cliente.
Altre forme di cooperazione potuti stato condotte su accordo scrive reciproco.
(…) “
75. Il governo armeno afferma che li chiamati armeni che hanno effettuato il loro servizio in “RHK” in virt? dell’articolo 4 dell’accordo del 1994 erano per l’essenziale dei soldati non graduati che non rappresentavano non pi? del 5% (1 500 individui al massimo, dell’esercito di difesa del “RHK.” Tuttavia, non esclude la possibilit? che certi cittadini armeni si siano arruolati nell’esercito di difesa del “RHK” su una base contrattuale e volontario. Tra quelli che servirebbe in questo esercito, si troverebbe, ai lati di abitanti dell’Alto-Karabakh, dei volontarii di origine armeno issus del diaspora. I soldati armeni che servono in “RHK” sarebbero sotto il precetto diretto dell’esercito di difesa del “RHK” che sarebbe l’unica forza esercito operativo nell’enclave. Il Governo afferma che li chiamati armeni che hanno servito in “RHK” in virt? dell’accordo del 1994 l’hanno fatto perch? lo volevano (vedere, per?, il rapporto dell’ICG ripreso qui sopra al paragrafo 65.
Il governo armeno aggiunge che l’esercito armeno e l’esercito di difesa del “RHK” intrattengono in seno ad un’alleanza di difesa una cooperazione che passa dalle misure come lo scambio nella tenuta dell’informazione, degli incontri tra alti graduati, dei seminari, degli esercizi militari comuni, delle sfilate di ispezione, ecc.
76. Il 11 ottobre 2007, la Corte ha reso una decisione parziale sull’ammissibilit? delle richieste di tre militari che facevano motivo di appello alle autorit? armene di avere fatto loro subire dei cattivi trattamenti ed una detenzione irregolare (Zalyan, Sargsyan e Serobyan c. Armenia, richieste i nostri 36894/04 e 3521/07. Nella causa in questione, i fatti rivelavano che i richiedenti erano stati arruolati nell’esercito armeno nel maggio 2003 e che erano stati destinati militare no 33651 all’unit?, sostata vicino al villaggio di Mataghis nella regione di Martakert, in “RHK”. Nel gennaio 2004, due militari della stessa unit? che i richi