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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE CESTARO c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41
Numero: 6884/11/2015
Stato: Italia
Data: 2015-04-07 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni: eccezione preliminare congiunta al merito e respinta (Articolo 34)- Vittima) Eccezione preliminare unita ai meriti e respinta ( Articolo 35-1- Esaurimento delle vie di ricorso interne) Parzialmente ammissibile Violazione dell?Articolo 3 ? Proibizione della tortura (Violazione dell?Articolo 3 ? proibizione della tortura (Risvolto materiale) Violazione dell?Articolo 3 ? Proibizione della tortura (Articolo 3 ?Inchiesta efficace e obblighi positivi) (risvolto procedurale) Stato difensore tenuto a prendere delle misure generali ( Articolo 46-2. Emendamenti legislativi) Danno material ? domanda respinta- (Articolo 41- Danno materiale ? soddisfazione equaDanno morale ? riparazione (Articolo 41. Danno morale- soddisfazione equa)

QUARTA SEZIONE

CAUSA CESTARO C. ITALIA

,
( Richiesta no 6884/11)

SENTENZA

STRASBURGO

7 aprile 2015

Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Cestaro c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, quarta sezione, riunendosi in una camera composta di:
P?ivi Hirvel?, presidentessa,
Guido Raimondi,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Krzysztof Wojtyczek,
Faris Vehabovi?, juges,et
di Francesca Elens-Passos, greffi?re di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 17 marzo 2015,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 6884/11) diretta contro la Repubblica italiana e di cui un cittadino di questo Stato, OMISSIS (“il richiedente”), ha investito la Corte il 28 gennaio 2011 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? stato rappresentato dinnanzi al Corte OMISSIS, avvocati a Roma, Io Joachim Lau, avvocato a Firenze, ed Io Dario Rossi, avvocato a Genova.
Il Governo italiano ? stato rappresentato dal suo agente, la Sig.ra Ersiliagrazia Spatafora, e col suo coagente, la Sig.ra Paola Accardo.
3. Il richiedente adduce che la notte del 21 al 22 luglio 2001, del “G8” dice alla fine del vertice di Genova, si trovava in un luogo di alloggio di notte, a sapere la scuola Diaz-Pertini.
Invocando l’articolo 3 della Convenzione, il richiedente si lamenta di essere stato vittima di violenze e di sevizie che possono secondo essere qualificati egli di tortura all’epoca dell’irruzione delle forze dell’ordine nella scuola Diaz-Pertini.
Invocando poi gli articoli 3, 6 e 13 della Convenzione, sostiene che i responsabile di questi atti non sono stati sanzionati in modo adeguata in ragione, in particolare, della prescrizione durante il procedimento penale della maggior parte dei reati rimproverati, della rimessa delle pene di cui certi condannati avrebbero beneficiato e della mancanza di sanzioni disciplinari contro queste stesse persone. Aggiunge in particolare che lo stato, astenendosi da iscrivere in reato ogni atto di tortura e di contemplare una pena adeguata per un tale reato, non ha adottato le misure necessarie per prevenire sanzionare le violenze e gli altri cattivi trattamenti di cui si lamenta poi.
4. Il 18 dicembre 2012, la richiesta ? stata comunicata al Governo.
5. Tanto i richiedenti che il Governo ha depositato delle osservazioni scritte sull’ammissibilit? cos? come sul fondo della causa.
Alcuni commenti congiunti sono stati ricevuti dello Partito radicale non violento sovranazionale e transparti, dell’associazione “Non questa ? pace senza giustizia” e dei Radicali italiani, anticamente Partiti radicale italiano, che la vicepresidentessa della sezione aveva autorizzato ad intervenire nel procedimento scritto, articolo 36 ? 2 della Convenzione ed articolo 44 ? 3 dell’ordinamento.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
6. Il richiedente ? nato nel 1939 e risiede a Roma.
A. Il contesto in che si ? tenuto il G8 di Genova
7. I 19, 20 e 21 luglio 2001 si svolse a Genova, sotto la presidenza italiana, il ventisettesimo vertice del G8.
8. In vista di questo vertice, di numerose organizzazioni non governative avevano costituito un gruppo di coordinamento nominato Genoa Sociale Foro (“GSF”), nello scopo di organizzare a Genova, allo stesso periodo, un vertice no global, vedere il Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare di informazione sui fatti sopraggiunti all’epoca del G8 di Genova (“Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare”), pp. 7-18.
9. Dalla riunione dell’organizzazione mondiale del commercio tenuto a Seattle nel novembre 1999, simili manifestazioni del movimento no global si svolgono all’epoca dei vertici inter?tatiques o all’epoca delle riunioni di istituzioni internazionali che riguardano i diversi aspetti del baliato globale. Corredano di atti di vandalismo e di scontri con la polizia talvolta, ibidem.
10. La legge no 349 del 8 giugno 2000 (“la legge no 349/2000”) aveva affidato l’organizzazione delle riunioni preliminari e del vertice finale dei capi di stato e di governo previsto per luglio 2001 ad una struttura plenipotenziaria creato in seno alla presidenza del Consiglio dei ministri. Parecchie riunioni riunirono i rappresentanti del GSF, il capo della struttura plenipotenziaria, il prefetto di Genova, il Ministro degli Interni, il Ministro delle Cause estere e dei rappresentanti delle istituzioni locali, Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare, pp. 18-21.
11. Un importante dispositivo di sicurezza fu messo a posto con le autorit? italiane, Giuliani e Gaggio c. Italia [GC], no 23458/02, ? 12, CEDH 2011. La legge no 349/2000 autorizzava il prefetto di Genova a ricorrere al personale delle forze armate. Inoltre, una “zona rossa” era stata delimitata nel centro storico della citt? riguardata dalle riunioni del G8 nella quale soli i rivierasco e le persone che dovevano lavorare potevano penetrare l?. L’accesso al porto era stato vietato e l’aeroporto chiuso al traffico. La zona rossa era cinta in una zona gialla che, al suo turno, era vincolata da una zona bianca (zona normale).
12. Secondo le informazione riunite dalla questura di Genova fino nel luglio 2001, Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare, p. 23, i diversi gruppi aspettati nella cornice delle manifestazioni potevano, in funzione della loro pericolosit?, essere riportati a diversi blocchi,: il “blocco rosa”, non pericolosi; il “blocco giallo” ed il “blocco blu”, considerati come comprendendo degli autori potenziali di atti di vandalismo, di blocchi di vie e di rotaie, e scontri con la polizia; e, infine, il “blocco nero” di cui faceva parecchi gruppi anarchici parte e, pi? generalmente, dei manifestanti che, agendo cagoul?s, mascherati e vestiti di nero, avrebbero sistematicamente in occasione di altri vertici commesso di li saccheggi (“i black blocks”).
13. Il 19 luglio 2001, due manifestazioni si svolsero durante la giornata senza nessuno incidente. Alcuni disordini si prodursi nella serata, Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare, p. 25.
14. Il 20 luglio, parecchie manifestazioni erano annunciate in diverse zone della citt? e degli assembramenti erano contemplati su certi posti (“piazze tematiche”), Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare, pp. 25-27.
15. La mattina del 20 luglio, i black blocks provocarono di numerosi incidenti e degli scontri con le forze dell’ordine, e saccheggiarono delle banche e dei supermercati, Giuliani e Gaggio, precitata, ? 17. La prigione di Marassi fu attaccata e diversi commissariati di polizia furono l’oggetto di atti di vandalismo, Giuliani e Gaggio, precitata, ? 134, e Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare, p. 26.
16. I black blocks provocarono lo stesso tipo di incidenti all’epoca del passaggio nella via Tolemaide del corteo dei Tute Bianche, un gruppo suscettibile di essere sistemato nel “blocco giallo.” Questo corteo fu poi il bersaglio di arnesi lacrimogeni lanciati da un’unit? di carabinieri che avanzarono facendo uso dei loro manganelli o di bastoni non regolamentari. Certi espressi si dispersero, altri reagirono all’assalto lanciando verso le forze dell’ordine degli oggetti contundenti; i veicoli delle forze dell’ordine, al loro turno, percorsero a viva andatura i luoghi degli scontri, sfondando le barricate poste dai manifestanti e repellente questi. Gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine proseguirono nei dintorni, Giuliani e Gaggio, precitata, ?? 17-20, 126-127 e 136.
17. Degli urti simili si prodursi verso 15 ore, posto Manin, Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare, p. 26.
18. Verso 17h20, durante un scontro pongo Alimonda, Carlo Giuliani, un giovane manifestante, fu raggiunto da un sparo proveniente di una jeep di carabinieri che tentavano di sfuggire ai manifestanti, Giuliani e Gaggio, precitata, ?? 21-25.
19. Il 21 luglio, la manifestazione finale degli no globals ebbe luogo; circa 100 000 persone parteciparono, Giuliani e Gaggio, precitata, ? 114.
20. Li saccheggi e le devastazioni cominciarono la mattina e proseguirono nella citt? tutto lungo la giornata. All’inizio del pomeriggio, la testa del corteo incontr? sul suo percorso un gruppo di un centinaio di persone che si tenevano faccia alle forze dell’ordine. Dei nuovi scontri esplosero, con proiezione di gas lacrimogeno ed incarichi delle forze dell’ordine ai quali il corteo fu mischiato, Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare, pp. 27-28.
21. Durante i due giorni di incidenti, parecchie centinaia di manifestanti e di membri delle forze degli ordini furono ferite o intossicate coi gas lacrimogeni. Dei quartieri interi della citt? di Genova furono devastati.
B. La costituzione di unit? speciali di forze dell’ordine per arrestare i black blocks
22. La mattina del 21 luglio 2001, il capo della polizia ordin? al prefetto A., capo aggiunge della polizia e capo della struttura plenipotenziaria, di affidare la direzione di una perquisizione della scuola Paul Klee a M.G, capo del servizio centrale operativo della polizia criminale (“SCO”), vedere no 1530/2010 la sentenza della corte di appello di Genova del 18 maggio 2010 (“la sentenza di appello”), p. 194. Una ventina di persone fu arrestata alla conclusione di questa operazione, ma furono rimesse immediatamente in libert? su ordine della procura o del giudice delle investigazioni preliminari, sentenza di appello, p. 196.
23. Risulta delle dichiarazioni del prefetto A. dinnanzi al tribunale di Genova che l’ordine del capo della polizia si spiegava con la sua volont? di passare ad una linea di condotta “pi? incisiva” dinnanzi ad arrivare agli arresti per cancellare l’impressione che la polizia era restata senza reazione dinnanzi a li saccheggi e le devastazioni commesse nella citt?. Il capo della polizia avrebbe desiderato la costituzione delle grandi pattuglie miste, collocate sotto la direzione di funzionari delle unit? mobili e del SCO e coordinate coi funzionari che hanno la sua fiducia, e questo nello scopo di arrestare i black blocks (vedere no 4252/08 il giudizio del tribunale di Genova) resi il 13 novembre 2008 e depositato il 11 febbraio 2009 (“il giudizio di prima istanza”), p. 243; vedere anche no 38085/12 la sentenza della Corte di cassazione del 5 luglio 2012, depositato il 2 ottobre 2012 (“la sentenza della Corte di cassazione”), pp. 121-122.
24. Il 21 luglio, a 19 h 30, M.G. prescrive a M.M, capo della divisione delle inchieste generali e delle operazioni speciali, DIGOS, di Genova, di mettere a disposizione degli agenti della sua unit? affinch? fossero formate, con altri agenti dell’unit? mobile di Genova e del SCO, le pattuglie miste, Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare, p. 29.
C. I fatti avendo preceduto l’irruzione della polizia nelle scuole Diaz-Pertini e Diaz-Pascoli
25. La municipalit? di Genova aveva messo a disposizione del GSF, entra altri, i locali di due scuole adiacenti, situate nella via Cesare Battisti, affinch? un centro multimediale potesse essere installato. In particolare, la scuola Diaz-Pascoli (“Pascoli”) riparava un’unit? di stampa e degli uffici provvisori di avvocati; la scuola Diaz-Pertini riparava in quanto a lei un punto di accesso ad Internet. In seguito ai temporali che si erano abbattuti sulla citt? e che avevano reso impraticabili certe zone di campeggio, la municipalit? aveva autorizzato l’utilizzazione della scuola Diaz-Pertini come luogo di alloggio di notte per i manifestanti.
26. Il 20 e 21 luglio, degli abitanti del quartiere segnalarono alle forze dell’ordine che i giovani vestiti in nero erano entrati nella scuola Diaz-Pertini e che avevano preso del materiale nel cantiere che era aperto in ragione di lavori in corso.
27. All’inizio della serata del 21 luglio, una delle pattuglie miste transit? nella via Cesare Battisti, provocando una reazione verbale infiammata da parte di decine di persone che si trovavano dinnanzi alle due scuole. Una bottiglia vuota fu lanciata in direzione dei veicoli di polizia, giudizio di prima istanza, pp. 244-249, e sentenza della Corte di cassazione, p. 122.
28. Di ritorno alla questura, i funzionari di polizia che dirigevano la pattuglia riferirono i fatti all’epoca di una riunione tenuta dai pi? alti funzionari delle forze dell’ordine, in particolare il prefetto A., il prefetto L.B, il prefetto di polizia C. e M.G.
29. Dopo essersi messo in contatto col responsabile del GSF al quale la scuola Diaz-Pertini era stata affidata, decisero di procedere ad una perquisizione per raccogliere degli elementi di prova e, eventualmente, arrestare i membri dei black blocks responsabili di li saccheggi Dopo avere allontanato l’ipotesi di un assalto della scuola al gas lacrimogeno, considerarono il seguente modalit?: un’unit? della polizia, costituita in modo maggioritario di agenti che appartengono ad una divisione specializzata negli operazioni anti?meute ed avendo seguito una formazione ad hoc, il “VII Nucleo antisommossa”, costituito in seno all’unit? mobile di Roma, doveva “s?curiser” l’edificio; un’altra unit? doveva procedere alla perquisizione; infine, un’unit? di carabinieri doveva cingere l’edificio per impedire la fuga degli indiziati. Il capo della polizia fu informato anche dell’operazione, giudizio di prima istanza, pp. 226 e 249-252, e Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare, pp. 29-31.
30. In fine di serata, un gran numero di agenti delle forze dell’ordine, issus delle diverse unit? e servizi, lasciarono la questura di Genova e si diressero verso la via Cesare Battisti (Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare) idem). Secondo la sentenza della Corte di cassazione, il numero totale di partecipanti all’operazione ammontava a “circa 500 agenti di polizia e carabinieri, questi ultimi essendo incaricati solamente di accerchiare l’edificio.” La sentenza di appello (p). 204, sottolinea che questo numero non ? stato determinato mai con esattezza.
D. L’irruzione della polizia nella scuola Diaz-Pertini
31. Verso mezzanotte, una volta arrivata vicino alle due scuole, i membri del VII Nucleo antisommossa, munito di caschi, scudi e manganelli di tipo tonfa, cos? come di altri agenti attrezzati all’identico cominciarono ad avanzare a passo di corsa. Un giornalista ed un consigliere municipale che si trovavano all’esterno degli edifici delle due scuole, furono attaccati a forza di piede e di manganello, giudizio di prima istanza, pp. 253-261.
32. Certi occupanti della scuola Diaz-Pertini che si trovavano all’esterno riguadagnarono allora l’edificio e ne chiusero la griglia e le porte di entrata, provando a bloccarli con le panche della scuola e delle tavole di bosco. Gli agenti di polizia si ammassarono dinnanzi alla griglia che costrinsero con un arnese corazzato dopo avere tentato in vano di piantarlo a forza di spalla. L’unit? di polizia descritta piant? infine, sopra le porte di entrata, ibidem.
33. Gli agenti si ripartirono nei piani dell’edificio, parzialmente assorti nel nero. Con, per la maggior parte di di essi, il viso mascherato da un foulard, cominciarono a colpire gli occupanti a forza di pugno, di piede e di manganello, gridando e minacciando le vittime. Dei gruppi di agenti si accanirono anche su degli occupanti che si erano seduti o per terra allungati. Certi degli occupanti, svegliati dal rumore dell’assalto, furono colpiti mentre si trovavano ancora nel loro sacco a pelo; di altri lo furono mentre si tenevano le braccia tolte in segno di capitolazione o che mostravano le loro carte di identit?. Certi occupanti provarono a fuggire e di nascondersi nei servizi o nei ripostigli dell’edificio, ma furono ricuperati, battuti, talvolta tirati fuori dai loro nascondigli coi capelli, giudizio di prima istanza, pp. 263-280, e sentenza di appello, pp. 205-212.
34. Il richiedente, vecchio di sessantadue anni all’epoca dei fatti, si trovava al pianterreno. Svegliato dal rumore, si era, all’arrivo della polizia, seduta schiena contro il muro accanto ad un gruppo di occupanti ed aveva le braccia nell’aria, giudizio di prima istanza, pp. 263-265 e 313. Fu colpito soprattutto sulla testa, le braccia e le gambe, i colpi portati loquace delle multipli fratture,: fratture del cubito dritto, dello stylo?de dritto, del fibule dritto e di parecchie coste. Secondo le dichiarazioni dell’interessato dinnanzi al tribunale di Genova, il personale sanitario entrato nella scuola dopo la fine delle violenze l’aveva preso incaricati in ultimo, malgrado i suoi appelli al soccorso.
35. Il richiedente fu operato all’ospedale Galliera di Genova, dove rimase quattro giorni, poi, alcuni anni pi? tardi, all’ospedale Careggi di Firenze. Si vide riconoscere un’incapacit? temporanea di lavoro superiora a quaranta giorni. Si ? guardato dalle lesioni descritte sopra una debolezza permanente del braccio dritto e della gamba dritta, giudizio di prima istanza, pp. XVII e 345.
E. L’irruzione della polizia nella scuola Pascoli
36. Poco dopo l’irruzione nella scuola Diaz-Pertini, un’unit? di agenti fece irruzione nella scuola Pascoli, dove dei giornalisti erano in treno di filmare ci? che accadeva tanto all’esterno che dentro alla scuola Diaz-Pertini. Una stazione radio riferiva questi avvenimenti in diretto.
37. All’arrivo degli agenti, i giornalisti furono costretti di mettere fine alle riprese cinematografiche ed all’emissione di radio. Dei cofanetti che contenevano i servizi filmati durante i tre giorni del vertice furono investiti ed i hard disk dei computer degli avvocati del GSF furono danneggiati gravemente, giudizio di prima istanza, pp. 300-310.
F. Gli avvenimenti che seguirono l’irruzione nelle scuole Diaz-Pertini e Pascoli
38. Dopo l’irruzione nella scuola Diaz-Pertini, le forze dell’ordine svuotarono gli zaini e gli altri bagagli degli occupanti, senza cercare di identificare ne i proprietari rispettivi n? a spiegare la natura dell’operazione in corso. Riunirono una parte degli oggetti cos? raccolti in una bandiera nera che si trovava nella sala di ginnastica della scuola. Durante questa operazione, certi occupanti furono portati in questa stessa sala e costretti di sedersi o di stendersi per terra, giudizio di prima istanza, pp. 285-300.
39. I novantatre occupanti della scuola furono arrestati ed imputati di associazione di malviventi che prevedono allo saccheggio ed alla devastazione.
40. Furono per la maggior parte condotti negli ospedali della citt?. Alcuni di loro furono trasferiti immediatamente nella caserma di Bolzaneto.
41. Nella notte del 21 al 22 luglio, il capo dell’unit? di stampa della polizia italiana, intervistato vicino alle scuole, dichiar? che, durante la perquisizione, la polizia aveva trovato dei vestiti e passamontagna neri simili a quegli utilizzato dai black blocks. Aggiunse che le numerose macchie di sangue nell’edificio si spiegavano con le lesioni che la maggior parte degli occupanti della scuola Diaz-Pertini si sarebbero fatti durante gli scontri della giornata, giudizio di prima istanza, pp. 170-172.
42. L’indomani, alla questura di Genova, la polizia mostr? gli oggetti investiti all’epoca della perquisizione alla stampa di cui due bottiglie Molotov. La tenuta di un agente che aveva partecipato all’irruzione nella scuola Diaz-Pertini, fu mostrata anche; presentava un strappo netto che potuto essere causato da un colpo di coltello, ibidem.
43. I perseguimenti assunti contro gli occupanti dei capi di associazione di malviventi che prevedono allo saccheggio ed alla devastazione, di resistenza aggravata alle forze dell’ordine e di porto abusivo di armi ? arrivata al proscioglimento degli interessati.
G. Il procedimento penale impegnato contro i membri delle forze dell’ordine per l’irruzione nelle scuole Diaz-Pertini e Pascoli
44. La procura di Genova apr? un’inchiesta in vista di stabilire gli elementi su che si erano basati la decisione di fare irruzione nella scuola Diaz-Pertini, e di chiarire le modalit? di esecuzione dell’operazione, l’aggressione al coltello che sarebbe stato perpetrato contro uno degli agenti e la scoperta delle bottiglie Molotov, cos? come gli avvenimenti che avevano avuto luogo nella scuola Pascoli.
45. Nel dicembre 2004, dopo circa tre anni di investigazioni, ventotto persone tra i funzionari, cornici ed agenti delle forze dell’ordine furono rinviate in giudizio. In seguito, due altri procedimenti, concernente tre altri agenti, furono uniti alla prima.
46. Il richiedente si era costituito parte civile all’udienza preliminare del 3 luglio 2004. Al totale, le parti civili di cui delle decine di occupanti italiani ed esteri delle due scuole cos? come dei sindacati e di altre associazioni non governative, erano al numero di cento diciannove.
47. Questo procedimento cadde sugli avvenimenti della scuola Diaz-Pertini, luogo di alloggio del richiedente, paragrafi 31-34 sopra, e su quelli della scuola Pascoli, paragrafi 36 e 37 sopra. Comprese l’ascolto di pi? di tre centesime persone tra gli imputati ed i testimoni di cui molto esteri, due perizie e l’esame di un abbondante materiale audiovisivo.
1. Sugli avvenimenti della scuola Diaz-Pertini
48. I capi di accusa considerata relativamente agli avvenimenti della scuola Diaz-Pertini furono i successivo: falso intellettuale, calunnia semplice ed aggravata, abuso di autorit? pubblica, in particolare a causa dell’arresto illegale degli occupanti, lesioni corporali semplici ed aggravate cos? come porto abusivo di armi di guerra.
a) Il giudizio di prima istanza
49. Col giudizio no 4252/08 del 13 novembre 2008, depositato il 11 febbraio 2009, il tribunale di Genova dichiar? dodici degli imputati colpevoli di reati di falso, un imputato, di calunnia semplice, due imputati, e di calunnia aggravata, un imputato, di lesioni corporali semplici ed aggravate, dieci imputati, cos? come di porto abusivo di armi di guerra, due imputati. Il tribunale li condann? alle pene comprese tra due e quattro anni di detenzione, all’interdizione di esercitare delle funzioni pubbliche durante tutta la durata della pena principale cos? come, solidalmente col ministero dell’interno, al pagamento degli oneri e spese ed al versamento di danno-interessi alle parti civili alle quali il tribunale accord? una scorta potendo andare di 2 500 a 50 000 euro (EUR).
Il richiedente, in particolare, si vide accordare una scorta di 35 000 EUR che fu versata nel luglio 2009 in seguito ad un sequestro.
50. All’epoca della determinazione delle pene principali, il tribunale prese in conto, in quanto circostanze attenuanti, il fatto che gli autori dei reati avevano un casellario giudiziario vergine e che avevano agito in stato di stress e di stanchezza. Un condannato benefici? della sospensione condizionale della pena e della no-menzione nel casellario giudiziario. Peraltro, in applicazione della legge no 241 del 29 luglio 2006 stabilendo le condizioni ad assolvere per la concessione di una rimessa generale delle pene (indulto), dieci dei condannati beneficiarono di una rimessa totale della loro pena principale ed uno di essi, condannato a quattro anni di detenzione, benefici? di una rimessa di pena di tre anni.
51. Nei motivi del giudizio, 373 pagine su 527 al totale, il tribunale allontan?, innanzitutto, la tesi secondo la quale l’operazione sarebbe stata organizzata fin dall’origine come una spedizione punitiva contro i manifestanti. Dice ammettere che le forze dell’ordine potevano credere, alla luce degli avvenimenti che avevano preceduto l’irruzione (in particolare, le indicazioni degli abitanti del quartiere e l’aggressione contro la pattuglia nel pomeriggio del 21 luglio-paragrafi 26-27 sopra, che la scuola Diaz-Pertini ospitava anche dei black blocks. Stim? mentre gli avvenimenti controversi costituivano al tempo stesso una violazione chiara della legge, “della dignit? umana e del rispetto della persona”, di ogni principio di umanit? e di rispetto delle persone. Difatti, secondo lui, anche in presenza di black blocks, le forze dell’ordine non erano autorizzate ad utilizzare la forza che nella misura in cui l’impiego di questa sarebbe stato necessario per vincere la resistenza violenta degli occupanti, e questo sotto riserva di rispettare un rapporto di proporzionalit? tra le resistenze incontrata ed i mezzi utilizzati. Ora, sottoline? il tribunale, n? il richiedente n?, per esempio, un’altra occupatrice che era di piccola statura non avrebbe potuto compiere degli atti di resistenza come avrebbero giustificato i colpi che erano stati assestati loro e che avevano causato ecchimosi e fratture.
52. Il tribunale sottoline? anche che la procura non aveva chiesto il rinvio in giudizio degli autori patrimoniali delle violenze, tenuto conto della difficolt? di procedere alla loro identificazione, e che la polizia non aveva cooperato efficacemente. Not? a questo riguardo che le foto vecchie dei funzionari accusati erano state fornite alla procura e che sette anni erano stati necessari per identificare un agente particolarmente violento-filmato durante l’irruzione-, mentre la sua pettinatura lo rendeva comodamente riconoscibile.
53. Nella sua valutazione della responsabilit? individuale degli imputati, il tribunale stim? che, tenuto conto delle circostanze della causa, gli autori patrimoniali avevano agito con la convinzione che i loro superiori tolleravano gli atti che erano stati i loro. Precis? che il fatto che certi funzionari e cornici, presenti sui luoghi fin dall’inizio dell’operazione, non avevano impedito immediatamente il perseguimento delle violenze aveva contribuito al maneggi degli agenti del VII Nucleo antisommossa e degli altri membri delle forze dell’ordine. Quindi, agli occhi del tribunale, soli questi funzionari e cornici potevano essere giudicati colpevoli di complicit? di reato di lesioni.
54. Il tribunale si dedic? poi sulla tesi della procura secondo la quale le forze dell’ordine avevano fabbricato del falsi prove e riferito degli avvenimenti fallaci nello scopo di giustificare, ha posteriori, al tempo stesso la perquisizione e le violenze.
55. In ci? che riguardava, in particolare, il comportamento degli occupanti prima dell’irruzione della polizia, il tribunale osserv? che il registrazioni video versato alla pratica non mostrava di zampilli di oggetti di grande dimensione dall’edificio ma che si poteva considerare, secondo le dichiarazioni di un testimone e secondo l’atteggiamento degli agenti, filmati coi loro scudi tolti al di sotto la loro testa che alcuni piccoli oggetti, documenti di moneta, bulloni, ecc.) erano stati lanciati verosimilmente sugli agenti mentre provava a piantare la porta di entrata della scuola.
56. In quanto all’aggressione al coltello presumibilmente subito da un agente, il tribunale, allo visto dei risultati della perizia realizzata sulla tenuta di questo agente e degli elementi di cui disponeva, espose che non poteva n? concludere che questa aggressione aveva avuto luogo realmente n? aveva escluso la possibilit?.
57. Inoltre, il tribunale not? che le due bottiglie Molotov mostrate alla stampa il 22 luglio erano state trovate dalla polizia nella citt? durante il pomeriggio del 21 luglio e portati poi, di Genova aggiunge per iniziativa il prefetto di polizia, nella corte della scuola verso la fine della perquisizione, e che si erano per finire ritrovati, nelle circostanze poco chiare, tra gli oggetti raccolti che erano stati riuniti nella palestra.
58. Infine, il tribunale stim? che il verbale dell’operazione conteneva una descrizione ingannevole dei fatti, perch? faceva stato di una resistenza violenta da parte dell’insieme degli occupanti e non menzionava che la maggior parte di questi erano stati feriti dalle forze dell’ordine.
b) La sentenza di appello
59. Investita dagli imputati, con la procura presso il tribunale di Genova, col procuratore generale, col ministero dell’interno (responsabile civile) e con la maggior parte delle vittime di cui il richiedente, la corte di appello di Genova, con la sua sentenza no 1530/10 del 18 maggio 2010, depositato il 31 luglio 2010, riform? parzialmente il giudizio intrapresi.
60. Dichiar? gli imputati colpevoli dei reati di falso, diciassette imputati, di lesioni aggravate, nove imputati, e di porto abusivo di armi di guerra, un imputato. Li condann? alle pene comprese tra tre anni ed otto mesi e cinque anni di detenzione, ed all’interdizione pronunciata per cinque anni di esercitare delle funzioni pubbliche. In applicazione della legge no 241 del 29 luglio 2006, tutti i condannati beneficiarono di una rimessa di pena di tre anni.
61. Il termine di prescrizione dei reati di calunnia aggravata, quattordici imputati, di abuso di autorit? pubblica a causa dell’arresto illegale degli occupanti della scuola Diaz-Pertini, dodici imputati, e di lesioni semplici, nove imputati, avendo toccato, la corte di appello pronunci? un non luogo a procedere per questi. Un non luogo a procedere fu pronunciato anche in ragione di circostanze attenuanti in favore del capo del VII Nucleo antisommossa, condannato in prima istanza per lesioni aggravate. Infine, la corte di appello prosciolse una persona accusata dei reati di calunnia semplice e di porto abusivo di arma di guerra, ed un’altra persona accusata del reato di calunnia semplice.
62. Le condanne al versamento di danno-interessi cos? come all’onere e spese, rese in prima istanza, furono confermate essenzialmente, con estensione degli obblighi civili agli imputati che erano stati condannati per la prima volta in seconda istanza.
63. Nei motivi della sentenza, 120 pagine su 313 al totale, la corte di appello precis? innanzitutto che, anche se i sospetti relativi alla presenza delle armi utilizzate dai black blocks all’epoca di saccheggi potevano giustificare, in principio, la perquisizione delle scuole, gli indizi che permettono di concludere che tutti gli occupanti delle due scuole erano armati e potevano essere considerati come appartenendo ai black blocks erano tuttavia molto deboli.
64. La corte di appello indic? poi che parecchi elementi dimostravano che l’operazione non mirava per niente all’identificazione dei black blocks e che era di una tutto altro al naturale.
65. In primo luogo, pi? alti responsabili della polizia avrebbero, fin dalla pianificazione della “perquisizione”, previsto che le prime linee delle forze dell’ordine sarebbero costituite del VII Nucleo antisommossa e di altri agenti pesantemente armati; nessuna consegna, in particolare concernente l’utilizzazione della forza contro gli occupanti, non sarebbe stata data a queste unit?, il loro unica compito che ? di “s?curiser”, mettere in sicurezza, l’edificio.
66. In secondo luogo, anche delle persone che si trovavano all’esterno della scuola Diaz-Pertini e che non avevano mostrato il minimo segno di resistenza sarebbero state attaccate immediatamente dalle forze dell’ordine.
67. In terzo luogo, le forze dell’ordine avrebbero dato l’assalto sfondando le porte senza avere provato n? di parlamentare con gli occupanti ne che spiega loro che una “perquisizione innocua” doveva avere luogo, n? di farsi aprire pacificamente la porta, legittimamente chiusa da questi secondo la corte di appello. Una volta nell’edificio, gli agenti avrebbero colpito sistematicamente gli occupanti di un modo crudele e sadico, ivi compreso per mezzo di manganelli non regolamentari. Secondo la corte di appello, le tracce di sangue visibile sulle foto prese durante l’ispezione dei luoghi erano fra?ches e potevano essere solamente il risultato di queste violenze, contrariamente a “la tesi vergognosa” (“vergognosa tesi”) secondo la quale provenivano delle lesioni sopraggiunte all’epoca degli scontri dei giorni precedenti.
68. Alla luce di questi elementi, la corte di appello stim? che lo scopo di tutta l’operazione era di procedere a numerosi arresti, anche nella mancanza di finalit? di ordine giudiziale, l’essenziale che ? che queste riescono a restaurare presso dei media l’immagine di una polizia percepita come impotente. I pi? alti funzionari delle forze dell’ordine avrebbero riunito intorno al VII Nucleo antisommossa un’unit? pesantemente armata, attrezzata di manganelli di tipo tonfa di cui i colpi potevano essere mortali, dunque e gli avrebbero dato per unica consegna di neutralizzare gli occupanti della scuola Diaz-Pertini, stigmatizzando questi come essendo dei pericolosi rompitori, autori di li saccheggi dei giorni precedenti. La condotta violenta e coordinata di tutti gli agenti avendo partecipato all’operazione sarebbe stato la conseguenza naturale di queste indicazioni.
69. Cos?, secondo la corte di appello, almeno tutti i funzionari in capo e le cornici del VII Nucleo antisommossa erano colpevoli delle lesioni inflitte agli occupanti. In quanto ai responsabile della polizia di posto pi? elevato, la corte di appello precis? che la decisione di non chiedere il loro rinvio in giudizio impediva di valutare la loro responsabilit? al penale.
70. Di pi?, secondo la corte di appello, una volta presa la decisione di investire la determinazione e di procedere agli arresti, le forze dell’ordine avevano tentato di giustificare il loro intervento ha posteriori.
71. A questo riguardo, la corte di appello not?, da una parte che, durante l’inchiesta, si era assegnato agli occupanti dei reati che non avevano commesso: difatti, secondo lei, non risultava in nessun modo dell’istruzione n? che gli occupanti avessero resistito alle forze dell’ordine n? che avessero lanciato degli oggetti su esse mentre sostavano nella corte della scuola, gli scudi di alcuni agenti essendo tolti verosimilmente da semplice precauzione; e soprattutto, tenuto conto dell’insieme delle circostanze, l’aggressione al coltello presumibilmente subito da un agente durante l’irruzione si sarebbe rivelata come essendo un “sfrontato collocamento in scena.”
72. La corte di appello rilev? di altra parte che i pi? alti funzionari delle forze dell’ordine, presenti sui luoghi, avevano convenuto di porre le due bottiglie Molotov, trovati altrove durante il pomeriggio, tra gli oggetti raccolti all’epoca della perquisizione, e questo nello scopo di giustificare la decisione di effettuare la perquisizione e di arrestare gli occupanti della scuola. Per la corte di appello, questo arresto, priva di ogni base factuelle e morale, era stato illegale dunque.
73. Nella determinazione delle pene ad infliggere, la corte di appello stim? che, fatta eccezione per il capo del VII Nucleo antisommossa che aveva provato a limitare le violenze ed aveva, alla fine, procuratore legale i reati durante i dibattimenti, nessuna circostanza attenuante poteva essere considerata per gli altri imputati. Appellandosi in particolare sulle dichiarazioni del richiedente, la corte di appello sottoline? che gli agenti delle forze dell’ordine si erano trasformati anche in “matraqueurs violenti”, indifferenti ad ogni vulnerabilit? fisica legata al sesso ed all’et? cos? come ad ogni segno di capitolazione, da parte di persone che il rumore dell’assalto aveva appena svegliato bruscamente. Indic? che, a ci?, gli agenti avevano aggiunto ingiurie e minacce. Ci? che fa, avrebbero gettato sull’Italia il discredito dell’opinione pubblica internazionale. Per di pi?, una volta le violenze perpetrate, le forze dell’ordine avrebbero avanzato tutta una serie di circostanze al carico degli occupanti, inventate di ogni documento.
Il carattere sistematico e coordinato delle violenze da parte dei poliziotti cos? come suddette allettanti di giustificare li ha posteriori denotavano, agli occhi della corte di appello, un comportamento cosciente e concertato piuttosto che un stato di stress e di stanchezza.
74. Per?, tenendo conto per il fatto che tutta l’operazione in causa aveva per origine la direttiva del capo della polizia di procedere agli arresti e che gli imputati avevano agito quindi chiaramente sotto questa pressione psicologica, la corte di appello determin? le pene prendendo in conto il minimo previsto dalla legge penale per ciascuno dei reati in questione.
c) La sentenza della Corte di cassazione
75. Gli imputati, il procuratore generale presso la corte di appello di Genova, il ministero dell’interno (responsabile civile) e certe delle vittime si ricorsero in cassazione contro la sentenza di appello; il richiedente e di altre vittime si costituirono parti nel procedimento.
76. Con la sentenza no 38085/12 del 5 luglio 2012, depositato il 2 ottobre 2012, la Corte di cassazione conferm? per l’essenziale la sentenza intrapresi, dichiarando tuttavia prescritto il reato di lesioni aggravate per che dieci imputati e nove accusati erano stati condannati rispettivamente in primo ed in seconda istanza, paragrafo 49 e 60 sopra.
77. Nei motivi della sua sentenza, 71 pagine su 186 al totale, la Corte di cassazione si dedic? innanzitutto sull’eccezione di costituzionalit? dell’articolo 157 del codice penale, in materia di prescrizione dei reati penali, sollevato dal procuratore generale sul terreno dell’articolo 3 della Convenzione e, di rimbalzo, dell’articolo 117, primo capoverso, della Costituzione. Osserv? che-come le decisioni di primo e di seconda istanza l’avrebbero constatato e come, ci? non sarebbe stato contestato del resto, mai-“le violenze perpetrate dalla polizia durante la loro irruzione nella scuola Diaz-Pertini [avevano] estate di una gravit? insolita.” La “gravit? assoluta” avrebbe tenuto a ci? che queste violenze generalizzate, commesse in tutti i locali della scuola, si erano scatenate contro le persone all’evidenza disarmata, addormentate o sedute le mani nell’aria; si trattava di “violenze ingiustificate dunque e, siccome l’avrebbe sottolineato a buon diritto col procuratore generale, [esercitate in] un scopo punitivo, un scopo di rappresaglia, mirando a provocare l’umiliazione e la sofferenza fisica e morale delle vittime”. Queste violenze, secondo la Corte di cassazione, potevano rilevare della “tortura” ai termini della Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti o dei “trattamenti disumani o degradanti” ai termini dell’articolo 3 della Convenzione.
78. La Corte di cassazione rilev? che, nella mancanza di una violazione penale ad hoc nell’ordine morale italiano, le violenze in causa erano state perseguite a titolo dei reati di lesioni corporali semplici o aggravate che, in applicazione dell’articolo 157 del codice penale, erano stati oggetto di un non luogo a procedere a causa di prescrizione durante il procedimento. Not? che era la ragione per la quale il procuratore generale aveva denunciato la contraddizione tra le regolamentazioni della prescrizione dei reati penali previsti dall’articolo 157 del codice penale-nella misura in cui questa disposizione non conterebbe i cattivi trattamenti ai termini dell’articolo 3 della Convenzione tra i reati imprescrittibili-e l’articolo 3 della Convenzione che, secondo una giurisprudenza buona invalsa della Corte, provocherebbe l’obbligo di sanzionare in modo adeguata i cattivi trattamenti e farebbe quindi in materia ostacolo alla prescrizione dei reati o dell’azione penale.
La Corte di cassazione stim?, per?, che un cambiamento delle regole della prescrizione, come previsto dal procuratore generale, sfuggiva ai poteri della Corte costituzionale, al motivo che, secondo l’articolo 25 della Costituzione italiana, unica la legge poteva stabilire i reati e le sanzioni penali.
79. Trattandosi delle condanne per reati di lesioni corporali, la Corte di cassazione, dopo avere ricordato i fatti avendo preceduto l’irruzione controversa della polizia, paragrafi 25-30 sopra, stim? logico la constatazione della corte di appello secondo la quale la direttiva del capo della polizia di procedere agli arresti avrebbe provocato, fin dall’origine, la “militarizzazione” dell’operazione di perquisizione che la polizia era supposta realizzare nella scuola. Per la Corte di cassazione, il numero molto elevato di agenti, il difetto di istruzioni in quanto alle alternative ad un assalto al gas lacrimogeno contro la scuola, paragrafo 29 sopra, e la mancanza di ogni direttiva concernente l’utilizzazione della forza contro gli occupanti mostrava, tra altri elementi, che questa operazione non era stata concepita come una perquisizione innocua. Queste modalit? operative avrebbero provocato il passaggio a tabacco di quasi tutti gli occupanti della scuola, di dove la conferma della responsabilit?, entra altri, dei funzionari alla testa del VII Nucleo antisommossa. Di prima, questi non avrebbero fornito nessuna indicazione sul modo di “s?curiser” l’edificio e non avrebbero informato mai gli agenti della possibile presenza di persone innocue; inoltre, non avrebbero impedito l’aggressione contro le persone che si trovavano all’esterno dell’edificio, l’irruzione violenta nella scuola e l’assalto contro gli occupanti del luogo. In conclusione, come la corte di appello l’avrebbe giudicato a ragione, questi funzionari sarebbero stati coscienti che la violenza era concomitante di questo tipo di operazione.
La Corte di cassazione not? che, i reati di lesioni corporali aggravate erano stati prescritti per?, anche il 3 agosto 2010 dal gioco dei termini, dei criteri di calcolo e delle interruzioni procedurali previsto dagli articoli 157 e segue del codice penale, come modificati dalla legge no 251 del 5 dicembre 2005.
80. La Corte di cassazione conferm?, inoltre, i conclusioni della sentenza di appello in quanto ai reati di falso, di calunnia e di porto abusivo di armi di guerra commise, nella cornice di un “operazione sc?l?rate di mistificazione”, per giustificare ha posteriori le violenze perpetrate nella scuola e l’arresto degli occupanti. Rilev?, da una parte, che gli occupanti della scuola non avevano opposto di resistenza, n? prima dello sfondamento della porta di entrata n? dentro ai locali, e, altro parte, che gli occupanti non erano in possesso di bottiglie Molotov, questi essendo stati introdotti nella scuola con la polizia dall’esterno. Perci? la Corte di cassazione conclude lei al carattere fallace dei rapporti di polizia che attestavano il contrario ed al carattere calunnioso dell’accusa di associazione di malviventi formulati contro gli occupanti. In quanto ai conclusioni della sentenza di appello concernente l’aggressione al coltello presumibilmente subito da un agente, la Corte di cassazione si limit? a precisare la pena pronunciata contro due agenti condannati di questo fatto per falsi, tre anni e cinque mesi, come indicato nella motivazione della sentenza di appello, al posto di tre anni ed otto mesi, come indicato nel dispositivo. Infine, pronunci? una pena di tre anni e tre mesi contro un condannato per reato di falso, a causa della prescrizione del reato di lesioni corporali aggravate e dell’inapplicabilit? derivando del criterio di calcolo previsto dall’articolo 81 del codice penale in ragione del carattere continuo dei reati.
2. Sugli avvenimenti della scuola Pascoli
81. I capi di accusa considerata per gli avvenimenti della scuola Pascoli furono, in particolare, i reati di perquisizione arbitraria e di danni patrimoniali.
82. Col giudizio no 4252/08, paragrafo 49 sopra, il tribunale di Genova stim? che l’irruzione degli agenti di polizia nella scuola Pascoli era la conseguenza di un errore nell’identificazione dell’edificio a perquisire. Giudic? inoltre che non c’erano di prove certe che permettono di concludere che gli imputati avevano commesso effettivamente nella scuola Pascoli i danni denunciati.
83. Con la sentenza no 1530/10, paragrafo 59 sopra, la corte di appello di Genova stim?, in compenso, che non c’era di errore o di malinteso all’origine dell’irruzione della polizia nella scuola Pascoli. Secondo la corte di appello, le forze dell’ordine avevano voluto annullare ogni prova filmata dell’irruzione che si svolgeva nella scuola vicino Diaz-Pertini ed avevano danneggiato volontariamente i computer degli avvocati. La corte di appello pronunci? tuttavia un non luogo a procedere al riguardo del funzionario di polizia imputato a causa di prescrizione dei reati controversi.
84. Con la sentenza no 38085/12, paragrafo 76 sopra, la Corte di cassazione conferm? questa decisione. Sottoline? che la corte di appello aveva giustificato pienamente i suoi conclusioni rilevando che, nella scuola Pascoli, la polizia aveva compiuto una perquisizione arbitraria, mirando alla ricerca ed alla distruzione del materiale audiovisivo e di tutta altra documentazione concernente gli avvenimenti della scuola Diaz-Pertini.
H. l’indaginr parlamentare di informazione
85. Il 2 agosto 2001, i presidenti della Camera dei deputati e del Senato decisero che un’inchiesta di informazione, indagine conoscitiva, sui fatti sopraggiunti all’epoca del G8 di Genova sarebbe condotta dalle commissioni delle Cause costituzionali delle due camere del Parlamento. A questa fine, fu creato una commissione composta di diciotto deputati e di diciotto senatori.
86. Il 20 settembre 2001, la commissione deposit? un rapporto che contiene i conclusioni della sua maggioranza, intitolata “Rapporto finale dell’inchiesta parlamentare sui fatti sopraggiunti all’epoca del G8 di Genova”. Secondo questo rapporto, la perquisizione nella scuola Diaz-Pertini “appar[aissait] come essendo forse l’esempio pi? significativo di carenze relative alla organizzazione e di disfunzioni operative.”
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNI PERTINENTI
A. Le disposizioni penali pertinenti
87. L’articolo 39 del codice penale (CP) distingua i reati penali che seguono due categorie: i reati (delitti, e le multe) (contravvenzioni).
1. I capi di imputazione considerata relativamente agli avvenimenti della scuola Diaz-Pertini e le disposizioni pertinenti alle fini della determinazione delle pene
88. Secondo l’articolo 323 del CP, l’ufficiale pubblico o la persona incaricata di un servizio pubblico che, nel compimento delle sue funzioni o del suo servizio, in modo intenzionale ed in violazione di disposizioni legali o regolamentari, procurati o procura un vantaggio patrimoniale ingiusto o causa ad altri ad altrui un danno ingiusto (reato di abuso di autorit? pubblica) ? punito di una pena di detenzione di sei mesi a tre anni.
89. Secondo l’articolo 368 ?? 1 e 2 del CP, tutto nessuno che, col verso di una denuncia indirizzata ? all’autorit? giudiziale o a tutta altra autorit? che ha il dovere di investire l’autorit? giudiziale, accusa una persona di avere commesso un reato pure sapendo che questa ? innocente o fabbrica degli indizi al carico di questa ? punita di una pena di detenzione di due a sei anni. La pena ? aumentata se il reato che costituisce l’oggetto della denuncia calunniosa ? punito di almeno sei anni di detenzione.
90. Ai termini dell’articolo 479 del CP, l’ufficiale pubblico o l’individuo incaricato di un servizio pubblico che, ricevendo o producendo un documento nell’esercizio delle sue funzioni, attesta a torto l’esistenza patrimoniale dei fatti esposti come essendo stato compiuto da s? o siccome essendo passato si nella sua presenza o che altero diversamente la presentazione dei fatti di cui il documento mira a stabilire la prova (falso intellettuale in scritture) ? punito di una pena di detenzione di un anno a sei anni o, se il documento ha fatto fede fino ad iscrizione di falso, di tre a dieci anni.
91. L’articolo 582 del CP stabilisce che tutto nessuno che causa ad altrui una lesione avendo provocato un’infermit? fisica o mentale ? punita di tre mesi a dieci anni di detenzione.
Ai termini dell’articolo 583 del CP, la lesione ? considerata come “grave” e ? punita di una pena di detenzione di tre a sette anni se provoca, in particolare, un’infermit? o un’incapacit? temporanea superiore a quaranta giorni.
Secondo l’articolo 585 del CP, queste pene sono aumentate, in particolare, fino ad un terzo in presenza delle circostanze aggravanti considerate dall’articolo 577 del CP, per esempio se il reato ? commesso con premeditazione o in una delle circostanze aggravanti previste qui di seguito dall’articolo 61, il nostro 1 e 4, paragrafo 93,).
92. Secondo l’articolo 2 della legge no 895 del 2 ottobre 1967, la detenzione illegale di una pena ? punita di armi o di esplosivi di detenzione di un anno ad otto anni cos? come di una multa.
L’articolo 4 della stessa legge sanziona il porto di armi o di esplosivi in un luogo pubblico o aperto al pubblico di una pena di detenzione di due ad otto anni, in aggiunta ad una multa; queste pene sono aumentate, entra altri, se il reato ? commesso da due o parecchi persone o se ? commesso la notte in un luogo abitato.
93. Il CP contempla come circostanze aggravanti comuni, entra altri, la commissione del reato per i motivi futili o abietti, articolo 61 ? 1, la commissione del reato per nascondere un altro reato, articolo 61 ? 2, la commissione di sevizie o di atti crudeli contro una persona, articolo 61 ? 4, e, infine, la commissione del reato di abuso di potere inerente all’esercizio di una funzione pubblica o di violazione dei doveri inerenti all’esercizio di una funzione pubblica.
L’articolo 62 enumera le circostanze attenuanti comuni. Ai termini dell’articolo 62-bis del CP, nella determinazione della pena, il giudice pu? prendere in considerazione ogni circostanza che non ? prevista espressamente dall’articolo 62 e che pu? giustificare la diminuzione della pena.
94. In caso di condanna nella stessa decisione del capo di parecchi reati, le pene di detenzione si cumulano tutto come le multe contemplate per i diversi reati (articoli 71) 73 e 74 del CP. Tuttavia, la pena di detenzione cos? calcolata non pu? superare, globalmente, il quintuplo della pena pi? pesante di cui ? passibile uno di questi reati e, ad ogni modo, non pu? superare trent’ anni, articolo 78 ? 1 del CP.
95. Se parecchi reati sono commessi dal verso di parecchie azioni od omissioni in legame con lo stesso progetto da delitto, il giudice deve infliggere la pena contemplata per il reato pi? grave, aumentata fino al triplo e sempre nel limite dei massimale indicati, in particolare, con l’articolo 78 (articolo 81 del CP).
2. La prescrizione dei reati penali
96. La prescrizione costituisce uno dei motivi di estinzione dei reati penali, Capitolo I del Titolo VI del Libro I del CP. La sua regolamentazione ? stata modificata dalla legge no 251 del 5 dicembre 2005 e con la decreto-legge no 92 del 23 maggio 2008.
97. Secondo l’articolo 157 ? 1 del CP, il reato penale ? prescritto dopo lo scorrimento di un lasso di tempo equivalente alla durata della pena massimale prevista dalla legge e per quanto questo lasso di tempo non sia inferiore a sei anni per i reati ed a quattro anni per le multe.
98. Il secondo, terzo e quarto paragrafi dell’articolo 157 fissano i criteri di calcolo del termine di prescrizione; il quinto paragrafo contempla un termine di prescrizione di tre anni per una violazione penale se questa non ? punito dalla detenzione n? con una pena pecuniaria. Il sesto paragrafo raddoppia i termini di prescrizione, calcolati all’auna dei paragrafi precedenti, per certi reati di cui l’associazione di malviventi di tipo mafioso, la tratta di esseri umani, la rimozione, il traffico di droga. Ai termini dell’ottavo paragrafo dello stesso articolo, i reati sanzionati dalla pena di detenzione in perpetuo sono imprescrittibili.
99. L’imputato pu? sempre rinunciare espressamente alla prescrizione, articolo 157 ? 7 del CP.
100. L’articolo 158 ? 1 del CP dispongono che il termine di prescrizione decorre a partire dalla commissione del reato penale.
101. Secondo l’articolo 160 del CP, il termine di prescrizione ? prorogato in caso di interruzioni di natura procedurale tra che raffigura il giudizio di condanna. Secondo il secondo paragrafo dell’articolo 161, fatta eccezione per certi reati che non sono pertinenti nello specifico, suddette interruzioni non possono prolungare il termine-calcolato all’auna dell’articolo 157-di pi? di un quarto e, in certi casi, di pi? della met?, in certi casi di recidiva, di pi? di due terzo, nel caso di recidiva reiterata, o di pi? del doppio, se l’autore del reato ? un delinquente abituale.
B. La legge no 241 del 29 luglio 2006 (concessione di una rimessa di pena)
102. La legge no 241 del 29 luglio 2006 stabilisce le condizioni della concessione di una rimessa generale delle pene (indulto). Contiene un solo articolo che, nella sua parte pertinente nello specifico, si legge come segue:
“1. Per tutti i reati commisero fino al 2 maggio 2006, ? concesso una rimessa di pena di tre anni massimo che si tratta di una pena di detenzione e di 10 000 euro massimo che si tratta di una pena pecuniaria sola o in congiunzione con una pena di detenzione “
C. L’azione civile in legame con una violazione penale
103. Secondo gli articoli 75 e 76 del codice di procedimento penale, ogni persona avendo subito un danno risultante di una violazione penale pu? introdurre un’azione civile dinnanzi alle giurisdizioni civili o dinnanzi alle giurisdizioni penali.
104. Dinnanzi alle giurisdizioni penali, l’azione civile ? introdotta dalla via della costituzione di partire civile nel procedimento penale.
D. Rapporto sull’amministrazione della giustizia per l’anno 2013
105. Il Rapporto sull’amministrazione della giustizia per l’anno 2013 del primo presidente della Corte di cassazione, presentata il 24 gennaio 2014 all’epoca dell’apertura dell’anno giudiziale, si legge cos? nella sua parte pertinente nello specifico (pagina 29) traduzione della cancelleria,:
Dal 1989, […] l’Italia ha ratificato la Convenzione delle Nazioni unite contro la tortura, impegnandosi [cos?] ad introdurre nel nostro sistema morale questa violazione penale molto grave, e stabilendo il suo imprescriptibilit? cos? come l’inapplicabilit? di misure siccome l’amnistia e la grazia. Venticinque anni dopo niente non sono stati fatti, cos? che gli atti di tortura che sono commessi in Italia cadono inevitabilmente sotto l’impero della prescrizione, mancanza di una legge che sanziona la tortura in quanto tale con l’infliction di pene adeguate proporzionate alla gravit? dei fatti. “
E. Proposition di legge che mira all’introduzione del reato di tortura nell’ordine morale italiano
106. Il 5 marzo 2014, il Senato italiano ha approvato una proposta di legge, no S-849 che fonde i progetti i nostri S-10, S-362, S-388, S-395, S-849 e S-874, mirando all’introduzione del reato di tortura nell’ordine morale italiano. Questa proposta ? stata trasmessa alla Camera dei deputati per approvazione in seguito.
III. ELEMENTI PERTINENTI DI DIRITTO INTERNAZIONALE
A. Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
107. L’articolo 5 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1948 dispongo:
“Nessuno sar? sottoposto alla tortura, n? alle pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti. “
B. Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici
108. L’articolo 7 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 16 dicembre 1966, entrato in vigore il 23 marzo 1976 e ratificato dall’Italia il 15 settembre 1978, disponi:
“Nessuno sar? sottoposto alla tortura n? alle pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti. In particolare, ? vietato sottoporre una persona senza il suo libero consenso ad un’esperienza medica o scientifica. “
C. Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti
109. Gli articoli pertinenti nello specifico della Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti del 10 dicembre 1984, entrata in vigore il 26 giugno 1987 e ratificata dall’Italia il 12 gennaio 1989, sono formulati cos?:
Articolo 1
“1. Alle fini della presente Convenzione, il termine “tortura” designo ogni atto con che un dolore o delle sofferenze acute, fisiche o mentali, sono inflitte intenzionalmente in particolare ad una persona alle fini di ottenere di lei o di una terza persona delle informazioni o delle confessioni, di punirla di un atto che lei o una terza persona hanno commesso o sono sospettate di avere commesso, di intimidirlo o di fare pressione su lei o di intimidire o di fare pressione su un terza nessuno, o per tutto altro motivo fondato su una forma di discriminazione qualunque sia, quando un tale dolore o delle tali sofferenze sono inflitte da un agente della funzione pubblica o tutta altra persona agendo a titolo ufficiale o alla sua istigazione o col suo consenso espresso o tacito. Questo termine non si dilunga al dolore o alle sofferenze che risulta unicamente da sanzioni legittime, inerenti a queste sanzioni o provocate da esse.
2. Questo articolo ? senza danno di ogni strumento internazionale o di ogni legge nazionale che contiene o pu? contenere delle disposizioni di portata pi? larga. “
Articolo 2
“1. Ogni Stato partito prende delle misure legislative, amministrative, giudiziali ed altre misure efficaci per impedire che gli atti di tortura siano commessi in ogni territorio sotto la sua giurisdizione.
2. Nessuna circostanza eccezionale, qualunque sia, che si trattasse dello stato di guerra o di minaccia di guerra, di instabilit? politica interna o di tutto altro stato di eccezione, non pu? essere invocata per giustificare la tortura.
3. L’ordine di un superiore o di un’autorit? pubblica non pu? essere invocato per giustificare la tortura. “
Articolo 4
“1. Ogni Stato partito bada a ci? che tutti gli atti di tortura costituiscono dei reati allo sguardo del suo diritto penale. Ne ? parimenti del tentativo di praticare la tortura o di ogni atto commesso con qualsiasi nessuno che costituisce una complicit? o una partecipazione all’atto di tortura.
2. Ogni Stato partito rende questi reati passibili di pene adeguate che prendono in considerazione la loro gravit?. “
Articolo 5
“1. Ogni Stato partito prende le misure necessarie per stabilire la sua competenza alle fini di conoscere dei reati mirati all’articolo 4 nei seguenti casi:
ha, Quando il reato ? stato commesso su ogni territorio sotto la giurisdizione di suddetto Stato o a bordo di aeromobili o di navi immatricolate in questo Stato;
b, Quando l’autore presunto del reato ? un cittadino di suddetto Stato;
c, Quando la vittima ? un cittadino di suddetto Stato e che questo ultimo lo giudica appropriato.
2. Ogni Stato partito prende anche le misure necessarie per stabilire la sua competenza alle fini di conoscere di suddette reati nel caso dove l’autore presunto di queste si trova su ogni territorio sotto la sua giurisdizione e dove suddetto Stato non l’estrada conformemente all’articolo 8 versi uno degli Stati mirati al paragrafo 1 del presente articolo.
3. La presente Convenzione non allontana nessuna competenza penale esercitata conformemente alle leggi nazionali. “
Articolo 10
1. Ogni Stato partito bada a ci? che l’insegnamento e l’informazione concernente l’interdizione della tortura facciano partito integrante dalla formazione del personale civile o militare carico dell’applicazione delle leggi, del personale medico, degli agenti della funzione pubblica e delle altre persone che possono intervenire nella guardia, l’interrogatorio o il trattamento di ogni individuo ordinanza, detenuto o incarcerato comunque questo sia.
2. Ogni Stato partito incorpora suddetta interdizione alle regole o istruzioni decretate in ci? che riguarda gli obblighi e le attribuzioni delle tali persone.
Articolo 11
Ogni Stato partito esercita una sorveglianza sistematica sulle regole, istruzioni, metodi e pratici di interrogatorio e sulle disposizioni concernente la guardia ed il trattamento delle persone arrestate, detenute o incarcerate comunque sia su ogni territorio sotto la sua giurisdizione, in vista di evitare ogni caso di tortura.
Articolo 12
“Ogni Stato partito bada a ci? che le autorit? competenti procedono immediatamente ad un’inchiesta imparziale ogni volta che ci sono dei motivi ragionevoli di credere che un atto di tortura ? stato commesso su ogni territorio sotto la sua giurisdizione. “
Articolo 13
“Ogni Stato partito garantisce a tutto nessuno che pretende essere stata sottoposta alla tortura su ogni territorio sotto la sua giurisdizione il diritto di sporgere querela dinnanzi alle autorit? competenti di suddetto Stato che proceder? immediatamente e con imparzialit? all’esame della sua causa. Alcune misure saranno prese per garantire la protezione del querelante e dei testimoni contro ogni cattivo trattamento od ogni intimidazione in ragione del lamento depositato o di ogni deposizione fatto. “
Articolo 14
“1. Ogni Stato partito garantisce, nel suo sistema morale, alla vittima di un atto di tortura, il diritto di ottenere risarcimento e di essere indennizzata equamente ed in modo adeguata, ivi compreso i mezzi necessari al suo riadattamento pi? completo possibile. In caso di morte della vittima che risulta da un atto di tortura, l’avuta causa di questa ha diritto ad indennizzo.
2. Il presente articolo non esclude nessuno diritto ad indennizzo che avrebbe la vittima o tutta altra persona in virt? delle leggi nazionali. “
Articolo 16
“1. Ogni Stato partito si avvia a vietare in ogni territorio sotto la sua giurisdizione di altri atti costitutivi di pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti che non sono degli atti di tortura come ? definita all’articolo primo quando dei tali atti sono commessi da un agente della funzione pubblica o tutta altra persona agendo a titolo ufficiale, o alla sua istigazione o col suo consenso espresso o tacito. In particolare, gli obblighi enunciati 12 e 13 agli articoli 10, 11, sono applicabili cavi mediante la sostituzione della menzione della tortura con la menzione di altre forme di pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti.
2. Le disposizioni della presente Convenzione sono senza danno delle disposizioni di tutto altro strumento internazionale o della legge nazionale che vietano le pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, o che hanno fatto riferimento all’estradizione o allo sfratto. “
D. Dichiarazione sulla protezione di tutte le persone contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti
110. Gli articoli pertinenti nello specifico della Dichiarazione sulla protezione di tutte le persone contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, adottati dall’assemblea generale delle Nazioni unite il 9 dicembre 1975, sono formulati cos?:
Articolo 4
“Ogni Stato, conformemente alle disposizioni della presente Dichiarazione, prende delle misure effettive per impedire che la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti non siano praticati nella sua giurisdizione. “
Articolo 7
“Ogni Stato bada a questo che tutti gli atti di tortura, come sono definiti all’articolo primo, siano dei reati allo sguardo della sua legislazione penale. Le stesse disposizioni devono applicarsi agli atti che costituiscono una partecipazione, una complicit? o un incitamento alla tortura o un tentativo di praticare la tortura. “
Articolo 10
“Se un’inchiesta effettuata conformemente all’articolo 8 o all’articolo 9 stabilisce che un atto di tortura, come ? definito all’articolo primo, ? stato commesso manifestamente, un procedimento penale ? istituito, conformemente alla legislazione nazionale, contro l’o gli autori presunti dell’atto. Se un’affermazione che riguarda altre forme di pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti sono considerati come fondata, l’o gli autori presunti sono oggetto di procedimenti penali o disciplinari o di altri procedimenti appropriati. “
Articolo 11
“Quando ? stabilito che un atto di tortura o di altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti sono stati commessi da un agente della funzione pubblica o alla sua istigazione, la vittima ha diritto a risarcimento ed ad indennizzo, conformemente alla legislazione nazionale. “
E. Ptincipi di base dell’ONU sul ricorso alla forza e l’utilizzazione delle ar

Testo Tradotto

Conclusions:Exception pr?liminaire jointe au fond et rejet?e (Article 34 – Victime) Exception pr?liminaire jointe au fond et rejet?e (Article 35-1 – Epuisement des voies de recours internes) Partiellement irrecevable
Violation de l’article 3 – Interdiction de la torture (Article 3 – Torture) (Volet mat?riel) Violation de l’article 3 – Interdiction de la torture (Article 3 – Enqu?te efficace Obligations positives) (Volet proc?dural)
Etat d?fendeur tenu de prendre des mesures g?n?rales (Article 46-2 – Amendements l?gislatifs) Dommage mat?riel – demande rejet?e (Article 41 – Dommage mat?riel Satisfaction ?quitable) Pr?judice moral – r?paration (Article 41 – Pr?judice moral Satisfaction ?quitable)

QUATRI?ME SECTION

AFFAIRE CESTARO c. ITALIE

(Requ?te no 6884/11)

ARR?T

STRASBOURG

7 avril 2015

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Cestaro c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (quatri?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
P?ivi Hirvel?, pr?sidente,
Guido Raimondi,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Krzysztof Wojtyczek,
Faris Vehabovi?, juges,
et de Fran?oise Elens-Passos, greffi?re de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 17 mars 2015,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 6884/11) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant de cet ?tat, OMISSIS (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 28 janvier 2011 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? devant la Cour OMISSIS, avocats ? Rome, Me Joachim Lau, avocat ? Florence, et Me Dario Rossi, avocat ? G?nes.
Le Gouvernement italien a ?t? repr?sent? par son agente, Mme Ersiliagrazia Spatafora, et par sa coagente, Mme Paola Accardo.
3. Le requ?rant all?gue que la nuit du 21 au 22 juillet 2001, ? la fin du sommet dit du ? G8 ? de G?nes, il se trouvait dans un lieu d?h?bergement de nuit, ? savoir l??cole Diaz-Pertini.
Invoquant l?article 3 de la Convention, le requ?rant se plaint d?avoir ?t? victime de violences et de s?vices qui peuvent selon lui ?tre qualifi?s de torture lors de l?irruption des forces de l?ordre dans l??cole Diaz-Pertini.
Invoquant ensuite les articles 3, 6 et 13 de la Convention, il soutient que les responsables de ces actes n?ont pas ?t? sanctionn?s de mani?re ad?quate en raison, notamment, de la prescription au cours de la proc?dure p?nale de la plupart des d?lits reproch?s, de la remise des peines dont certains condamn?s auraient b?n?fici? et de l?absence de sanctions disciplinaires ? l?encontre de ces m?mes personnes. Il ajoute en particulier que l??tat, en s?abstenant d?inscrire en d?lit tout acte de torture et de pr?voir une peine ad?quate pour un tel d?lit, n?a pas adopt? les mesures n?cessaires pour pr?venir puis sanctionner les violences et les autres mauvais traitements dont il se plaint.
4. Le 18 d?cembre 2012, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
5. Tant les requ?rants que le Gouvernement ont d?pos? des observations ?crites sur la recevabilit? ainsi que sur le fond de l?affaire.
Des commentaires conjoints ont ?t? re?us du Parti radical non violent transnational et transparti, de l?association ? Non c?? pace senza giustizia ? et des Radicaux italiens (anciennement Parti radical italien) que la vice pr?sidente de la section avait autoris?s ? intervenir dans la proc?dure ?crite (article 36 ? 2 de la Convention et article 44 ? 3 du r?glement).
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
6. Le requ?rant est n? en 1939 et r?side ? Rome.
A. Le contexte dans lequel s?est tenu le G8 de G?nes
7. Les 19, 20 et 21 juillet 2001 se d?roula ? G?nes, sous la pr?sidence italienne, le vingt-septi?me sommet du G8.
8. En vue de ce sommet, de nombreuses organisations non gouvernementales avaient constitu? un groupe de coordination nomm? Genoa Social Forum (? GSF ?), dans le but d?organiser ? G?nes, ? la m?me p?riode, un sommet altermondialiste (voir le Rapport final de l?enqu?te parlementaire d?information sur les faits survenus lors du G8 de G?nes (? Rapport final de l?enqu?te parlementaire ?), pp. 7-18).
9. Depuis la r?union de l?Organisation mondiale du commerce tenue ? Seattle en novembre 1999, pareilles manifestations du mouvement altermondialiste se d?roulent lors des sommets inter?tatiques ou lors des r?unions d?institutions internationales concernant les divers aspects de la gouvernance globale. Elles s?accompagnent parfois d?actes de vandalisme et d?accrochages avec la police (ibidem).
10. La loi no 349 du 8 juin 2000 (? la loi no 349/2000 ?) avait confi? l?organisation des r?unions pr?liminaires et du sommet final des chefs d??tat et de gouvernement pr?vu pour juillet 2001 ? une structure pl?nipotentiaire cr??e au sein de la pr?sidence du Conseil des ministres. Plusieurs r?unions rassembl?rent les repr?sentants du GSF, le chef de la structure pl?nipotentiaire, le pr?fet de G?nes, le Ministre de l?Int?rieur, le Ministre des Affaires ?trang?res et des repr?sentants des institutions locales (Rapport final de l?enqu?te parlementaire, pp. 18-21).
11. Un important dispositif de s?curit? fut mis en place par les autorit?s italiennes (Giuliani et Gaggio c. Italie [GC], no 23458/02, ? 12, CEDH 2011). La loi no 349/2000 autorisait le pr?fet de G?nes ? recourir au personnel des forces arm?es. En outre, une ? zone rouge ? avait ?t? d?limit?e dans le centre historique de la ville concern? par les r?unions du G8, dans laquelle seuls les riverains et les personnes qui devaient y travailler pouvaient p?n?trer. L?acc?s au port avait ?t? interdit et l?a?roport ferm? au trafic. La zone rouge ?tait enclav?e dans une zone jaune qui, ? son tour, ?tait entour?e d?une zone blanche (zone normale).
12. D?apr?s les informations rassembl?es par la pr?fecture de police de G?nes jusqu?en juillet 2001 (Rapport final de l?enqu?te parlementaire, p. 23), les divers groupes attendus dans le cadre des manifestations pouvaient, en fonction de leur dangerosit?, ?tre rapport?s ? divers blocs : le ? bloc rose ?, non dangereux ; le ? bloc jaune ? et le ? bloc bleu ?, consid?r?s comme comprenant des auteurs potentiels d?actes de vandalisme, de blocages de rues et de rails, et d?affrontements avec la police ; et, enfin, le ? bloc noir ?, dont faisaient partie plusieurs groupes anarchistes et, plus g?n?ralement, des manifestants qui, agissant cagoul?s, masqu?s et v?tus de noir, auraient ? l?occasion d?autres sommets syst?matiquement commis des saccages (? les black blocks ?).
13. Le 19 juillet 2001, deux manifestations se d?roul?rent pendant la journ?e sans aucun incident. Des d?sordres se produisirent dans la soir?e (Rapport final de l?enqu?te parlementaire, p. 25).
14. Le 20 juillet, plusieurs manifestations ?taient annonc?es dans diverses zones de la ville et des rassemblements ?taient pr?vus sur certaines places (? piazze tematiche ?) (Rapport final de l?enqu?te parlementaire, pp. 25-27).
15. Le matin du 20 juillet, les black blocks provoqu?rent de nombreux incidents et des accrochages avec les forces de l?ordre, et saccag?rent des banques et des supermarch?s (Giuliani et Gaggio, pr?cit?, ? 17). La prison de Marassi fut attaqu?e et divers commissariats de police furent l?objet d?actes de vandalisme (Giuliani et Gaggio, pr?cit?, ? 134, et Rapport final de l?enqu?te parlementaire, p. 26).
16. Les black blocks provoqu?rent le m?me type d?incidents lors du passage dans la rue Tolemaide du cort?ge des Tute Bianche, un groupe susceptible d??tre rang? dans le ? bloc jaune ?. Ce cort?ge fut ensuite la cible d?engins lacrymog?nes lanc?s par une unit? de carabiniers, qui avanc?rent en faisant usage de leurs matraques ou de b?tons non r?glementaires. Certains manifestants se dispers?rent, d?autres r?agirent ? l?assaut en lan?ant vers les forces de l?ordre des objets contondants ; les v?hicules des forces de l?ordre, ? leur tour, parcoururent ? vive allure les lieux des accrochages, d?fon?ant les barricades plac?es par les manifestants et repoussant ceux-ci. Les accrochages entre manifestants et forces de l?ordre se poursuivirent dans les alentours (Giuliani et Gaggio, pr?cit?, ?? 17-20, 126-127 et 136).
17. Des heurts similaires se produisirent vers 15 heures, place Manin (Rapport final de l?enqu?te parlementaire, p. 26).
18. Vers 17h20, au cours d?un accrochage place Alimonda, Carlo Giuliani, un jeune manifestant, fut atteint par un coup de feu provenant d?une jeep de carabiniers qui tentaient d??chapper ? des manifestants (Giuliani et Gaggio, pr?cit?, ?? 21-25).
19. Le 21 juillet, la manifestation finale des altermondialistes eut lieu ; environ 100 000 personnes y particip?rent (Giuliani et Gaggio, pr?cit?, ? 114).
20. Les saccages et les d?vastations commenc?rent le matin et se poursuivirent dans la ville tout au long de la journ?e. Au d?but de l?apr?s-midi, la t?te du cort?ge rencontra sur son parcours un groupe d?une centaine de personnes qui se tenaient face aux forces de l?ordre. De nouveaux accrochages ?clat?rent, avec projection de gaz lacrymog?ne et charges des forces de l?ordre, auxquels le cort?ge fut m?l? (Rapport final de l?enqu?te parlementaire, pp. 27-28).
21. Au cours des deux jours d?incidents, plusieurs centaines de manifestants et de membres des forces de l?ordre furent bless?s ou intoxiqu?s par les gaz lacrymog?nes. Des quartiers entiers de la ville de G?nes furent d?vast?s.
B. La constitution d?unit?s sp?ciales de forces de l?ordre afin d?arr?ter les black blocks
22. Le matin du 21 juillet 2001, le chef de la police ordonna au pr?fet A., chef adjoint de la police et chef de la structure pl?nipotentiaire, de confier la direction d?une perquisition de l??cole Paul Klee ? M.G., chef du service central op?rationnel de la police criminelle (? SCO ?) (voir l?arr?t no 1530/2010 de la cour d?appel de G?nes du 18 mai 2010 (? l?arr?t d?appel ?), p. 194). Une vingtaine de personnes furent arr?t?es ? l?issue de cette op?ration, mais elles furent imm?diatement remises en libert? sur ordre du parquet ou du juge des investigations pr?liminaires (arr?t d?appel, p. 196).
23. Il ressort des d?clarations du pr?fet A. devant le tribunal de G?nes que l?ordre du chef de la police s?expliquait par sa volont? de passer ? une ligne de conduite plus ? incisive ? devant aboutir ? des arrestations afin d?effacer l?impression que la police ?tait rest?e sans r?action devant les saccages et les d?vastations commis dans la ville. Le chef de la police aurait souhait? la constitution de grandes patrouilles mixtes, plac?es sous la direction de fonctionnaires des unit?s mobiles et du SCO et coordonn?es par des fonctionnaires ayant sa confiance, et ce dans le but d?arr?ter les black blocks (voir le jugement no 4252/08 du tribunal de G?nes, rendu le 13 novembre 2008 et d?pos? le 11 f?vrier 2009 (? le jugement de premi?re instance ?), p. 243 ; voir aussi l?arr?t no 38085/12 de la Cour de cassation du 5 juillet 2012, d?pos? le 2 octobre 2012 (? l?arr?t de la Cour de cassation ?), pp. 121 122).
24. Le 21 juillet, ? 19 h 30, M.G. ordonna ? M.M., chef de la division des enqu?tes g?n?rales et des op?rations sp?ciales (DIGOS) de G?nes, de mettre ? disposition des agents de son unit? afin que fussent form?es, avec d?autres agents de l?unit? mobile de G?nes et du SCO, les patrouilles mixtes (Rapport final de l?enqu?te parlementaire, p. 29).
C. Les faits ayant pr?c?d? l?irruption de la police dans les ?coles Diaz Pertini et Diaz-Pascoli
25. La municipalit? de G?nes avait mis ? la disposition du GSF, entre autres, les locaux de deux ?coles adjacentes, situ?es dans la rue Cesare Battisti, pour qu?un centre multim?dia p?t y ?tre install?. En particulier, l??cole Diaz-Pascoli (? Pascoli ?) abritait une unit? de presse et des bureaux provisoires d?avocats ; l??cole Diaz-Pertini abritait quant ? elle un point d?acc?s ? Internet. ? la suite des orages qui s??taient abattus sur la ville et qui avaient rendu impraticables certaines zones de camping, la municipalit? avait autoris? l?utilisation de l??cole Diaz-Pertini comme lieu d?h?bergement de nuit pour les manifestants.
26. Les 20 et 21 juillet, des habitants du quartier signal?rent aux forces de l?ordre que des jeunes habill?s en noir ?taient entr?s dans l??cole Diaz-Pertini et qu?ils avaient pris du mat?riel dans le chantier qui y ?tait ouvert en raison de travaux en cours.
27. Au d?but de la soir?e du 21 juillet, l?une des patrouilles mixtes transita dans la rue Cesare Battisti, provoquant une r?action verbale enflamm?e de la part de dizaines de personnes qui se trouvaient devant les deux ?coles. Une bouteille vide fut lanc?e en direction des v?hicules de police (jugement de premi?re instance, pp. 244-249, et arr?t de la Cour de cassation, p. 122).
28. De retour ? la pr?fecture de police, les fonctionnaires de police qui dirigeaient la patrouille relat?rent les faits lors d?une r?union tenue par les plus hauts fonctionnaires des forces de l?ordre (notamment le pr?fet A., le pr?fet L.B., le pr?fet de police C. et M.G.).
29. Apr?s avoir pris contact avec le responsable du GSF auquel l??cole Diaz-Pertini avait ?t? confi?e, ils d?cid?rent de proc?der ? une perquisition pour recueillir des ?l?ments de preuve et, ?ventuellement, arr?ter les membres des black blocks responsables des saccages Apr?s avoir ?cart? l?hypoth?se d?un assaut de l??cole au gaz lacrymog?ne, ils retinrent les modalit?s suivantes : une unit? de la police, constitu?e majoritairement d?agents appartenant ? une division sp?cialis?e dans les op?rations anti?meute et ayant suivi une formation ad hoc (le ? VII Nucleo antisommossa ?, constitu? au sein de l?unit? mobile de Rome) devait ? s?curiser ? le b?timent ; une autre unit? devait proc?der ? la perquisition ; enfin, une unit? de carabiniers devait entourer le b?timent afin d?emp?cher la fuite des suspects. Le chef de la police fut ?galement inform? de l?op?ration (jugement de premi?re instance, pp. 226 et 249-252, et Rapport final de l?enqu?te parlementaire, pp. 29-31).
30. En fin de soir?e, un grand nombre d?agents des forces de l?ordre, issus de divers unit?s et services, quitt?rent la pr?fecture de police de G?nes et se dirig?rent vers la rue Cesare Battisti (Rapport final de l?enqu?te parlementaire, idem). D?apr?s l?arr?t de la Cour de cassation, le nombre total de participants ? l?op?ration s??levait ? ? environ 500 agents de police et carabiniers, ces derniers ?tant charg?s seulement d?encercler le b?timent ?. L?arr?t d?appel (p. 204) souligne que ce nombre n?a jamais ?t? d?termin? avec exactitude.
D. L?irruption de la police dans l??cole Diaz-Pertini
31. Vers minuit, une fois arriv?s ? proximit? des deux ?coles, les membres du VII Nucleo antisommossa, munis de casques, boucliers et matraques de type tonfa, ainsi que d?autres agents ?quip?s ? l?identique commenc?rent ? avancer au pas de course. Un journaliste et un conseiller municipal, qui se trouvaient ? l?ext?rieur des b?timents des deux ?coles, furent attaqu?s ? coups de pied et de matraque (jugement de premi?re instance, pp. 253-261).
32. Certains occupants de l??cole Diaz-Pertini qui se trouvaient ? l?ext?rieur regagn?rent alors le b?timent et en ferm?rent la grille et les portes d?entr?e, essayant de les bloquer avec des bancs de l??cole et des planches de bois. Les agents de police s?amass?rent devant la grille qu?ils forc?rent avec un engin blind? apr?s avoir tent? en vain de l?enfoncer ? coups d??paule. Enfin, l?unit? de police d?crite ci-dessus enfon?a les portes d?entr?e (ibidem).
33. Les agents se r?partirent dans les ?tages du b?timent, partiellement plong?s dans le noir. Avec, pour la plupart d?entre eux, le visage masqu? par un foulard, ils commenc?rent ? frapper les occupants ? coups de poing, de pied et de matraque, en criant et en mena?ant les victimes. Des groupes d?agents s?acharn?rent m?me sur des occupants qui ?taient assis ou allong?s par terre. Certains des occupants, r?veill?s par le bruit de l?assaut, furent frapp?s alors qu?ils se trouvaient encore dans leur sac de couchage ; d?autres le furent alors qu?ils se tenaient les bras lev?s en signe de capitulation ou qu?ils montraient leurs papiers d?identit?. Certains occupants essay?rent de s?enfuir et de se cacher dans les toilettes ou dans des d?barras du b?timent, mais ils furent rattrap?s, battus, parfois tir?s hors de leurs cachettes par les cheveux (jugement de premi?re instance, pp. 263-280, et arr?t d?appel, pp. 205-212).
34. Le requ?rant, ?g? de soixante-deux ans ? l??poque des faits, se trouvait au rez-de-chauss?e. R?veill? par le bruit, il s??tait, ? l?arriv?e de la police, assis dos contre le mur ? c?t? d?un groupe d?occupants et avait les bras en l?air (jugement de premi?re instance, pp. 263-265 et 313). Il fut frapp? surtout sur la t?te, les bras et les jambes, les coups port?s causant de multiples fractures : fractures du cubitus droit, du stylo?de droit, de la fibule droite et de plusieurs c?tes. D?apr?s les d?clarations de l?int?ress? devant le tribunal de G?nes, le personnel sanitaire entr? dans l??cole apr?s la fin des violences l?avait pris en charge en dernier, malgr? ses appels au secours.
35. Le requ?rant fut op?r? ? l?h?pital Galliera de G?nes, o? il demeura quatre jours, puis, quelques ann?es plus tard, ? l?h?pital Careggi de Florence. Il se vit reconna?tre une incapacit? temporaire de travail sup?rieure ? quarante jours. Il a gard? des blessures d?crites ci-dessus une faiblesse permanente du bras droit et de la jambe droite (jugement de premi?re instance, pp. XVII et 345).
E. L?irruption de la police dans l??cole Pascoli
36. Peu apr?s l?irruption dans l??cole Diaz-Pertini, une unit? d?agents fit irruption dans l??cole Pascoli, o? des journalistes ?taient en train de filmer ce qui se passait tant ? l?ext?rieur qu?? l?int?rieur de l??cole Diaz-Pertini. Une station radio relatait ces ?v?nements en direct.
37. ? l?arriv?e des agents, les journalistes furent forc?s de mettre fin aux prises de vue et ? l??mission de radio. Des cassettes qui contenaient les reportages film?s pendant les trois jours du sommet furent saisies et les disques durs des ordinateurs des avocats du GSF furent gravement endommag?s (jugement de premi?re instance, pp. 300-310).
F. Les ?v?nements qui suivirent l?irruption dans les ?coles Diaz-Pertini et Pascoli
38. Apr?s l?irruption dans l??cole Diaz-Pertini, les forces de l?ordre vid?rent les sacs ? dos et les autres bagages des occupants, sans chercher ? en identifier les propri?taires respectifs ni ? expliquer la nature de l?op?ration en cours. Elles r?unirent une partie des objets ainsi collect?s dans un drapeau noir qui se trouvait dans la salle de gymnastique de l??cole. Au cours de cette op?ration, certains occupants furent emmen?s dans cette m?me salle et contraints de s?asseoir ou de s?allonger par terre (jugement de premi?re instance, pp. 285-300).
39. Les quatre-vingt-treize occupants de l??cole furent arr?t?s et accus?s d?association de malfaiteurs visant au saccage et ? la d?vastation.
40. Ils furent pour la plupart conduits dans des h?pitaux de la ville. Certains d?entre d?eux furent transf?r?s imm?diatement dans la caserne de Bolzaneto.
41. Dans la nuit du 21 au 22 juillet, le chef de l?unit? de presse de la police italienne, interview? ? proximit? des ?coles, d?clara que, au cours de la perquisition, la police avait trouv? des v?tements et cagoules noirs similaires ? ceux utilis?s par les black blocks. Il ajouta que les nombreuses taches de sang dans le b?timent s?expliquaient par les blessures que la plupart des occupants de l??cole Diaz-Pertini se seraient faites au cours des accrochages de la journ?e (jugement de premi?re instance, pp. 170-172).
42. Le lendemain, ? la pr?fecture de police de G?nes, la police montra ? la presse les objets saisis lors de la perquisition, dont deux cocktails Molotov. La tenue d?un agent, qui avait particip? ? l?irruption dans l??cole Diaz-Pertini, fut ?galement montr?e ; elle pr?sentait une d?chirure nette qui pouvait avoir ?t? caus?e par un coup de couteau (ibidem).
43. Les poursuites engag?es contre les occupants des chefs d?association de malfaiteurs visant au saccage et ? la d?vastation, de r?sistance aggrav?e aux forces de l?ordre et de port abusif d?armes ont abouti ? l?acquittement des int?ress?s.
G. La proc?dure p?nale engag?e contre des membres des forces de l?ordre pour l?irruption dans les ?coles Diaz-Pertini et Pascoli
44. Le parquet de G?nes ouvrit une enqu?te en vue d??tablir les ?l?ments sur lesquels s??tait fond?e la d?cision de faire irruption dans l??cole Diaz-Pertini, et d??claircir les modalit?s d?ex?cution de l?op?ration, l?agression au couteau qui aurait ?t? perp?tr?e contre l?un des agents et la d?couverte des cocktails Molotov, ainsi que les ?v?nements qui avaient eu lieu dans l??cole Pascoli.
45. En d?cembre 2004, apr?s environ trois ans d?investigations, vingt-huit personnes parmi les fonctionnaires, cadres et agents des forces de l?ordre furent renvoy?es en jugement. Par la suite, deux autres proc?dures, concernant trois autres agents, furent jointes ? la premi?re.
46. Le requ?rant s??tait constitu? partie civile ? l?audience pr?liminaire du 3 juillet 2004. Au total, le parties civiles, dont des dizaines d?occupants italiens et ?trangers des deux ?coles ainsi que des syndicats et d?autres associations non gouvernementales, ?taient au nombre de cent dix-neuf.
47. Cette proc?dure porta sur les ?v?nements de l??cole Diaz-Pertini, lieu d?h?bergement du requ?rant (paragraphes 31-34 ci-dessus), et sur ceux de l??cole Pascoli (paragraphes 36 et 37 ci-dessus). Elle comporta l?audition de plus de trois cents personnes parmi les accus?s et les t?moins (dont beaucoup d??trangers), deux expertises et l?examen d?un abondant mat?riel audio-visuel.
1. Sur les ?v?nements de l??cole Diaz-Pertini
48. Les chefs d?accusation retenus relativement aux ?v?nements de l??cole Diaz-Pertini furent les suivants : faux intellectuel, calomnie simple et aggrav?e, abus d?autorit? publique (notamment du fait de l?arrestation ill?gale des occupants), l?sions corporelles simples et aggrav?es ainsi que port abusif d?armes de guerre.
a) Le jugement de premi?re instance
49. Par le jugement no 4252/08 du 13 novembre 2008, d?pos? le 11 f?vrier 2009, le tribunal de G?nes d?clara douze des accus?s coupables de d?lits de faux (un accus?), de calomnie simple (deux accus?s) et de calomnie aggrav?e (un accus?), de l?sions corporelles simples et aggrav?es (dix accus?s) ainsi que de port abusif d?armes de guerre (deux accus?s). Le tribunal les condamna ? des peines comprises entre deux et quatre ans d?emprisonnement, ? l?interdiction d?exercer des fonctions publiques pendant toute la dur?e de la peine principale ainsi que, solidairement avec le minist?re de l?Int?rieur, au paiement des frais et d?pens et au versement de dommages-int?r?ts aux parties civiles, auxquelles le tribunal accorda une provision pouvant aller de 2 500 ? 50 000 euros (EUR).
Le requ?rant, en particulier, se vit accorder une provision de 35 000 EUR, qui fut vers?e en juillet 2009 ? la suite d?une saisie-arr?t.
50. Lors de la d?termination des peines principales, le tribunal prit en compte, en tant que circonstances att?nuantes, le fait que les auteurs des d?lits avaient un casier judiciaire vierge et qu?ils avaient agi en ?tat de stress et de fatigue. Un condamn? b?n?ficia de la suspension conditionnelle de la peine et de la non-mention dans le casier judiciaire. Par ailleurs, en application de la loi no 241 du 29 juillet 2006 ?tablissant les conditions ? remplir pour l?octroi d?une remise g?n?rale des peines (indulto), dix des condamn?s b?n?fici?rent d?une remise totale de leur peine principale et l?un d?eux, condamn? ? quatre ans d?emprisonnement, b?n?ficia d?une remise de peine de trois ans.
51. Dans les motifs du jugement (373 pages sur 527 au total), le tribunal ?carta, tout d?abord, la th?se selon laquelle l?op?ration aurait ?t? organis?e d?s l?origine comme une exp?dition punitive contre les manifestants. Il dit admettre que les forces de l?ordre pouvaient croire, ? la lumi?re des ?v?nements qui avaient pr?c?d? l?irruption (en particulier, les indications des habitants du quartier et l?agression contre la patrouille dans l?apr?s-midi du 21 juillet ? paragraphes 26-27 ci-dessus), que l??cole Diaz-Pertini h?bergeait aussi des black blocks. Il estima cependant que les ?v?nements litigieux constituaient une violation claire ? la fois de la loi, ? de la dignit? humaine et du respect de la personne ? (di ogni principio di umanit? e di rispetto delle persone). En effet, selon lui, m?me en pr?sence de black blocks, les forces de l?ordre n??taient autoris?es ? utiliser la force que dans la mesure o? l?emploi de celle-ci aurait ?t? n?cessaire pour vaincre la r?sistance violente des occupants, et ce sous r?serve de respecter un rapport de proportionnalit? entre la r?sistance rencontr?e et les moyens utilis?s. Or, souligna le tribunal, ni le requ?rant ni, par exemple, une autre occupante qui ?tait de petite stature n?auraient pu accomplir des actes de r?sistance tels qu?ils auraient justifi? les coups qui leur avaient ?t? assen?s et qui avaient caus? ecchymoses et fractures.
52. Le tribunal souligna ?galement que le parquet n?avait pas demand? le renvoi en jugement des auteurs mat?riels des violences, compte tenu de la difficult? de proc?der ? leur identification, et que la police n?avait pas coop?r? efficacement. Il nota ? cet ?gard que des photos anciennes des fonctionnaires accus?s avaient ?t? fournies au parquet et que sept ans avaient ?t? n?cessaires pour identifier un agent particuli?rement violent ? film? au cours de l?irruption ?, alors que sa coiffure le rendait ais?ment reconnaissable.
53. Dans son appr?ciation de la responsabilit? individuelle des accus?s, le tribunal estima que, compte tenu des circonstances de l?affaire, les auteurs mat?riels avaient agi avec la conviction que leurs sup?rieurs tol?raient les actes qui avaient ?t? les leurs. Il pr?cisa que le fait que certains fonctionnaires et cadres, pr?sents sur les lieux d?s le d?but de l?op?ration, n?avaient pas imm?diatement emp?ch? la poursuite des violences avait contribu? aux agissements des agents du VII Nucleo antisommossa et des autres membres des forces de l?ordre. D?s lors, aux yeux du tribunal, seuls ces fonctionnaires et cadres pouvaient ?tre jug?s coupables de complicit? de d?lit de l?sions.
54. Le tribunal se pencha ensuite sur la th?se du parquet selon laquelle les forces de l?ordre avaient fabriqu? de fausses preuves et relat? des ?v?nements fallacieux dans le but de justifier, a posteriori, ? la fois la perquisition et les violences.
55. En ce qui concernait, notamment, le comportement des occupants avant l?irruption de la police, le tribunal observa que les enregistrements vid?o vers?s au dossier ne montraient pas de jets d?objets de grande dimension depuis le b?timent mais que l?on pouvait consid?rer, d?apr?s les d?clarations d?un t?moin et d?apr?s l?attitude des agents, film?s avec leurs boucliers lev?s au-dessus de leur t?te, que quelques petits objets (pi?ces de monnaie, boulons, etc.) avaient vraisemblablement ?t? lanc?s sur les agents pendant qu?il essayaient d?enfoncer la porte d?entr?e de l??cole.
56. Quant ? l?agression au couteau pr?tendument subie par un agent, le tribunal, au vu des r?sultats de l?expertise r?alis?e sur la tenue de cet agent et des ?l?ments dont il disposait, exposa qu?il ne pouvait ni conclure que cette agression avait r?ellement eu lieu ni en exclure la possibilit?.
57. En outre, le tribunal nota que les deux cocktails Molotov montr?s ? la presse le 22 juillet avaient ?t? trouv?s par la police dans la ville au cours de l?apr?s-midi du 21 juillet et apport?s ensuite, ? l?initiative du pr?fet de police adjoint de G?nes, dans la cour de l??cole vers la fin de la perquisition, et qu?ils s??taient pour finir retrouv?s, dans des circonstances peu claires, parmi les objets collect?s qui avaient ?t? rassembl?s dans le gymnase.
58. Enfin, le tribunal estima que le proc?s-verbal de l?op?ration contenait une description trompeuse des faits, car il faisait ?tat d?une r?sistance violente de la part de l?ensemble des occupants et ne mentionnait gu?re que la plupart de ceux-ci avaient ?t? bless?s par les forces de l?ordre.
b) L?arr?t d?appel
59. Saisie par les accus?s, par le parquet pr?s le tribunal de G?nes, par le procureur g?n?ral, par le minist?re de l?Int?rieur (responsable civil) et par la plupart des victimes, dont le requ?rant, la cour d?appel de G?nes, par son arr?t no 1530/10 du 18 mai 2010, d?pos? le 31 juillet 2010, r?forma partiellement le jugement entrepris.
60. Elle d?clara les accus?s coupables des d?lits de faux (dix-sept accus?s), de l?sions aggrav?es (neuf accus?s) et de port abusif d?armes de guerre (un accus?). Elle les condamna ? des peines comprises entre trois ans et huit mois et cinq ans d?emprisonnement, et ? l?interdiction prononc?e pour cinq ans d?exercer des fonctions publiques. En application de la loi no 241 du 29 juillet 2006, tous les condamn?s b?n?fici?rent d?une remise de peine de trois ans.
61. Le d?lai de prescription des d?lits de calomnie aggrav?e (quatorze accus?s), d?abus d?autorit? publique du fait de l?arrestation ill?gale des occupants de l??cole Diaz-Pertini (douze accus?s) et de l?sions simples (neuf accus?s) ?tant ?chu, la cour d?appel pronon?a un non-lieu pour ceux-ci. Un non-lieu fut ?galement prononc? en raison de circonstances att?nuantes en faveur du chef du VII Nucleo antisommossa, condamn? en premi?re instance pour l?sions aggrav?es. Enfin, la cour d?appel acquitta une personne accus?e des d?lits de calomnie simple et de port abusif d?arme de guerre, et une autre personne accus?e du d?lit de calomnie simple.
62. Les condamnations au versement de dommages-int?r?ts ainsi qu?aux frais et d?pens, rendues en premi?re instance, furent essentiellement confirm?es, avec extension des obligations civiles aux accus?s qui avaient ?t? condamn?s pour la premi?re fois en deuxi?me instance.
63. Dans les motifs de l?arr?t (120 pages sur 313 au total), la cour d?appel pr?cisa tout d?abord que, m?me si les soup?ons relatifs ? la pr?sence des armes utilis?es par les black blocks lors de saccages pouvaient justifier, en principe, la perquisition des ?coles, les indices permettant de conclure que tous les occupants des deux ?coles ?taient arm?s et pouvaient ?tre consid?r?s comme appartenant aux black blocks ?taient n?anmoins tr?s faibles.
64. La cour d?appel indiqua ensuite que plusieurs ?l?ments d?montraient que l?op?ration ne visait nullement ? l?identification des black blocks et qu?elle ?tait d?une tout autre nature.
65. En premier lieu, les plus hauts responsables de la police auraient, d?s la planification de la ? perquisition ?, pr?vu que les premi?res lignes des forces de l?ordre seraient constitu?es du VII Nucleo antisommossa et d?autres agents lourdement arm?s ; aucune consigne, notamment concernant l?utilisation de la force contre les occupants, n?aurait ?t? donn?e ? ces unit?s, leur seule t?che ?tant de ? s?curiser ? (mettere in sicurezza) le b?timent.
66. En deuxi?me lieu, m?me des personnes qui se trouvaient ? l?ext?rieur de l??cole Diaz-Pertini et qui n?avaient pas montr? le moindre signe de r?sistance auraient ?t? imm?diatement attaqu?es par les forces de l?ordre.
67. En troisi?me lieu, les forces de l?ordre auraient donn? l?assaut en d?fon?ant les portes sans avoir essay? ni de parlementer avec les occupants en leur expliquant qu?une ? perquisition inoffensive ? devait avoir lieu, ni de se faire ouvrir pacifiquement la porte, l?gitimement ferm?e par ceux-ci selon la cour d?appel. Une fois dans le b?timent, les agents auraient syst?matiquement frapp? les occupants d?une fa?on cruelle et sadique, y compris au moyen de matraques non r?glementaires. Selon la cour d?appel, les traces de sang visibles sur les photos prises au cours de l?inspection des lieux ?taient fra?ches et ne pouvaient ?tre que le r?sultat de ces violences, contrairement ? ? la th?se honteuse ? (? vergognosa tesi ?) selon laquelle elles provenaient des blessures survenues lors des accrochages des jours pr?c?dents.
68. ? la lumi?re de ces ?l?ments, la cour d?appel estima que le but de toute l?op?ration ?tait de proc?der ? de nombreuses arrestations, m?me en l?absence de finalit? d?ordre judiciaire, l?essentiel ?tant que celles-ci parviennent ? restaurer aupr?s des m?dias l?image d?une police per?ue comme impuissante. Les plus hauts fonctionnaires des forces de l?ordre auraient donc rassembl? autour du VII Nucleo antisommossa une unit? lourdement arm?e, ?quip?e de matraques de type tonfa dont les coups pouvaient ?tre mortels, et lui auraient donn? pour unique consigne de neutraliser les occupants de l??cole Diaz-Pertini, en stigmatisant ceux-ci comme ?tant de dangereux casseurs, auteurs des saccages des jours pr?c?dents. La conduite violente et coordonn?e de tous les agents ayant particip? ? l?op?ration aurait ?t? la cons?quence naturelle de ces indications.
69. Ainsi, d?apr?s la cour d?appel, au moins tous les fonctionnaires en chef et les cadres du VII Nucleo antisommossa ?taient coupables des l?sions inflig?es aux occupants. Quant aux responsables de la police de rang plus ?lev?, la cour d?appel pr?cisa que la d?cision de ne pas demander leur renvoi en jugement emp?chait d?appr?cier leur responsabilit? au p?nal.
70. De plus, selon la cour d?appel, une fois prise la d?cision d?investir l??tablissement et de proc?der aux arrestations, les forces de l?ordre avaient tent? de justifier leur intervention a posteriori.
71. ? cet ?gard, la cour d?appel nota, d?une part, que, au cours de l?enqu?te, on avait attribu? aux occupants des d?lits qu?ils n?avaient pas commis : en effet, selon elle, il ne ressortait aucunement de l?instruction ni que les occupants eussent r?sist? aux forces de l?ordre ni qu?ils eussent lanc? des objets sur elles tandis qu?elles stationnaient dans la cour de l??cole, les boucliers de quelques agents ?tant lev?s vraisemblablement par simple pr?caution ; et surtout, compte tenu de l?ensemble des circonstances, l?agression au couteau pr?tendument subie par un agent au cours de l?irruption se serait r?v?l?e comme ?tant une ? impudente mise en sc?ne ?.
72. La cour d?appel releva d?autre part que les plus hauts fonctionnaires des forces de l?ordre, pr?sents sur les lieux, avaient convenu de placer les deux cocktails Molotov, trouv?s ailleurs au cours de l?apr?s-midi, parmi les objets recueillis lors de la perquisition, et ce dans le but de justifier la d?cision d?effectuer la perquisition et d?arr?ter les occupants de l??cole. Pour la cour d?appel, cette arrestation, d?pourvue de toute base factuelle et juridique, avait donc ?t? ill?gale.
73. Dans la d?termination des peines ? infliger, la cour d?appel estima que, exception faite du chef du VII Nucleo antisommossa qui avait essay? de limiter les violences et avait, finalement, avou? les d?lits au cours des d?bats, aucune circonstance att?nuante ne pouvait ?tre retenue pour les autres accus?s. S?appuyant notamment sur les d?clarations du requ?rant, la cour d?appel souligna que les agents des forces de l?ordre s??taient transform?s en ? matraqueurs violents ?, indiff?rents ? toute vuln?rabilit? physique li?e au sexe et ? l??ge ainsi qu?? tout signe de capitulation, m?me de la part de personnes que le bruit de l?assaut venait de r?veiller brusquement. Elle indiqua que, ? cela, les agents avaient ajout? injures et menaces. Ce faisant, ils auraient jet? sur l?Italie le discr?dit de l?opinion publique internationale. De surcro?t, une fois les violences perp?tr?es, les forces de l?ordre auraient avanc? toute une s?rie de circonstances ? la charge des occupants, invent?es de toutes pi?ces.
Le caract?re syst?matique et coordonn? des violences de la part des policiers ainsi que lesdites tentatives de les justifier a posteriori d?notaient, aux yeux de la cour d?appel, un comportement conscient et concert? plut?t qu?un ?tat de stress et de fatigue.
74. Cependant, tenant compte du fait que toute l?op?ration en cause avait pour origine la directive du chef de la police de proc?der ? des arrestations et que les accus?s avaient d?s lors clairement agi sous cette pression psychologique, la cour d?appel d?termina les peines en prenant en compte le minimum pr?vu par la loi p?nale pour chacun des d?lits en question.
c) L?arr?t de la Cour de cassation
75. Les accus?s, le procureur g?n?ral pr?s la cour d?appel de G?nes, le minist?re de l?Int?rieur (responsable civil) et certaines des victimes se pourvurent en cassation contre l?arr?t d?appel ; le requ?rant et d?autres victimes se constitu?rent parties dans la proc?dure.
76. Par l?arr?t no 38085/12 du 5 juillet 2012, d?pos? le 2 octobre 2012, la Cour de cassation confirma pour l?essentiel l?arr?t entrepris, d?clarant toutefois prescrit le d?lit de l?sions aggrav?es pour lequel dix accus?s et neuf accus?s avaient ?t? condamn?s respectivement en premi?re et en deuxi?me instance (paragraphe 49 et 60 ci-dessus).
77. Dans les motifs de son arr?t (71 pages sur 186 au total), la Cour de cassation se pencha tout d?abord sur l?exception de constitutionnalit? de l?article 157 du code p?nal, en mati?re de prescription des infractions p?nales, soulev?e par le procureur g?n?ral sur le terrain de l?article 3 de la Convention et, par ricochet, de l?article 117, premier alin?a, de la Constitution. Elle observa que ? comme les d?cisions de premi?re et de deuxi?me instance l?auraient constat? et comme, d?ailleurs, cela n?aurait jamais ?t? contest? ? ? les violences perp?tr?es par la police au cours de leur irruption dans l??cole Diaz-Pertini [avaient] ?t? d?une gravit? inhabituelle ?. La ? gravit? absolue ? aurait tenu ? ce que ces violences g?n?ralis?es, commises dans tous les locaux de l??cole, s??taient d?cha?n?es contre des personnes ? l??vidence d?sarm?es, endormies ou assises les mains en l?air ; il s?agissait donc de ? violences injustifi?es et, comme l?aurait soulign? ? juste titre par le procureur g?n?ral, [exerc?es dans] un but punitif, un but de repr?sailles, visant ? provoquer l?humiliation et la souffrance physique et morale des victimes ?. Ces violences, d?apr?s la Cour de cassation, pouvaient relever de la ? torture ? aux termes de la Convention contre la torture et autres peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants ou bien des ? traitements inhumains ou d?gradants ? aux termes de l?article 3 de la Convention.
78. La Cour de cassation releva que, en l?absence d?une infraction p?nale ad hoc dans l?ordre juridique italien, les violences en cause avaient ?t? poursuivies au titre des d?lits de l?sions corporelles simples ou aggrav?es, lesquels, en application de l?article 157 du code p?nal, avaient fait l?objet d?un non-lieu pour cause de prescription au cours de la proc?dure. Elle nota que c??tait la raison pour laquelle le procureur g?n?ral avait d?nonc? la contradiction entre la r?glementation de la prescription des infractions p?nales pr?vue par l?article 157 du code p?nal ? dans la mesure o? cette disposition ne compterait pas les mauvais traitements aux termes de l?article 3 de la Convention parmi les d?lits imprescriptibles ? et l?article 3 de la Convention qui, selon une jurisprudence bien ?tablie de la Cour, entra?nerait l?obligation de sanctionner de fa?on ad?quate les mauvais traitements et ferait d?s lors obstacle ? la prescription des d?lits ou de l?action p?nale en la mati?re.
La Cour de cassation estima, cependant, qu?un changement des r?gles de la prescription, tel qu?envisag? par le procureur g?n?ral, ?chappait aux pouvoirs de la Cour constitutionnelle, au motif que, selon l?article 25 de la Constitution italienne, seule la loi pouvait ?tablir les infractions et les sanctions p?nales.
79. S?agissant des condamnations pour d?lits de l?sions corporelles, la Cour de cassation, apr?s avoir rappel? les faits ayant pr?c?d? l?irruption litigieuse de la police (paragraphes 25-30 ci-dessus), estima logique la constatation de la cour d?appel selon laquelle la directive du chef de la police de proc?der ? des arrestations aurait entra?n?, d?s l?origine, la ? militarisation ? de l?op?ration de perquisition que la police ?tait cens?e r?aliser dans l??cole. Pour la Cour de cassation, le nombre tr?s ?lev? d?agents, le d?faut d?instructions quant aux alternatives ? un assaut au gaz lacrymog?ne contre l??cole (paragraphe 29 ci-dessus) et l?absence de toute directive concernant l?utilisation de la force contre les occupants montraient, parmi d?autres ?l?ments, que cette op?ration n?avait pas ?t? con?ue comme une perquisition inoffensive. Ces modalit?s op?rationnelles auraient entra?n? le passage ? tabac de presque tous les occupants de l??cole, d?o? la confirmation de la responsabilit?, entre autres, des fonctionnaires ? la t?te du VII Nucleo antisommossa. D?abord, ceux-ci n?auraient fourni aucune indication sur la mani?re de ? s?curiser ? le b?timent et n?auraient jamais inform? les agents de la possible pr?sence de personnes inoffensives ; en outre, ils n?auraient pas emp?ch? l?agression contre des personnes qui se trouvaient ? l?ext?rieur du b?timent, l?irruption violente dans l??cole et l?assaut contre les occupants du lieu. En conclusion, comme la cour d?appel l?aurait jug? ? raison, ces fonctionnaires auraient ?t? conscients que la violence ?tait concomitante de ce type d?op?ration.
La Cour de cassation nota que, cependant, m?me les d?lits de l?sions corporelles aggrav?es avaient ?t? prescrits le 3 ao?t 2010 par le jeu des d?lais, des crit?res de calcul et des interruptions proc?durales pr?vues par les articles 157 et suivants du code p?nal, tels que modifi?s par la loi no 251 du 5 d?cembre 2005.
80. La Cour de cassation confirma, en outre, les conclusions de l?arr?t d?appel quant aux d?lits de faux, de calomnie et de port abusif d?armes de guerre commis, dans le cadre d?une ? op?ration sc?l?rate de mystification ?, pour justifier a posteriori les violences perp?tr?es dans l??cole et l?arrestation des occupants. Elle releva, d?une part, que les occupants de l??cole n?avaient pas oppos? de r?sistance, ni avant l?enfoncement de la porte d?entr?e ni ? l?int?rieur des locaux, et, d?autre part, que les occupants n??taient pas en possession de cocktails Molotov, ceux-ci ayant ?t? introduits dans l??cole par la police depuis l?ext?rieur. Aussi la Cour de cassation conclut-elle au caract?re fallacieux des rapports de police qui attestaient le contraire et au caract?re calomnieux de l?accusation d?association de malfaiteurs formul?e contre les occupants. Quant aux conclusions de l?arr?t d?appel concernant l?agression au couteau pr?tendument subie par un agent, la Cour de cassation se limita ? pr?ciser la peine prononc?e contre deux agents condamn?s de ce fait pour faux (trois ans et cinq mois, comme indiqu? dans la motivation de l?arr?t d?appel, au lieu de trois ans et huit mois, comme indiqu? dans le dispositif). Enfin, elle pronon?a une peine de trois ans et trois mois contre un condamn? pour d?lit de faux, du fait de la prescription du d?lit de l?sions corporelles aggrav?es et de l?inapplicabilit? en d?coulant du crit?re de calcul pr?vu par l?article 81 du code p?nal en raison du caract?re continu des d?lits.
2. Sur les ?v?nements de l??cole Pascoli
81. Les chefs d?accusation retenus pour les ?v?nements de l??cole Pascoli furent, notamment, les d?lits de perquisition arbitraire et de dommages mat?riels.
82. Par le jugement no 4252/08 (paragraphe 49 ci-dessus), le tribunal de G?nes estima que l?irruption des agents de police dans l??cole Pascoli ?tait la cons?quence d?une erreur dans l?identification du b?timent ? perquisitionner. Il jugea en outre qu?il n?y avait pas de preuves certaines permettant de conclure que les accus?s avaient effectivement commis dans l??cole Pascoli les d?g?ts d?nonc?s.
83. Par l?arr?t no 1530/10 (paragraphe 59 ci-dessus), la cour d?appel de G?nes estima, en revanche, qu?il n?y avait pas d?erreur ou de malentendu ? l?origine de l?irruption de la police dans l??cole Pascoli. Selon la cour d?appel, les forces de l?ordre avaient voulu supprimer toute preuve film?e de l?irruption qui se d?roulait dans l??cole voisine Diaz-Pertini et elles avaient endommag? volontairement les ordinateurs des avocats. La cour d?appel pronon?a toutefois un non-lieu ? l??gard du fonctionnaire de police accus? pour cause de prescription des d?lits litigieux.
84. Par l?arr?t no 38085/12 (paragraphe 76 ci-dessus), la Cour de cassation confirma cette d?cision. Elle souligna que la cour d?appel avait pleinement justifi? ses conclusions en relevant que, dans l??cole Pascoli, la police avait accompli une perquisition arbitraire, visant ? la recherche et ? la destruction du mat?riel audiovisuel et de toute autre documentation concernant les ?v?nements de l??cole Diaz-Pertini.
H. L?enqu?te parlementaire d?information
85. Le 2 ao?t 2001, les pr?sidents de la Chambre des d?put?s et du S?nat d?cid?rent qu?une enqu?te d?information (indagine conoscitiva) sur les faits survenus lors du G8 de G?nes serait men?e par les commissions des Affaires constitutionnelles des deux chambres du Parlement. ? cette fin, il fut cr?? une commission compos?e de dix-huit d?put?s et de dix-huit s?nateurs.
86. Le 20 septembre 2001, la commission d?posa un rapport contenant les conclusions de sa majorit?, intitul? ? Rapport final de l?enqu?te parlementaire sur les faits survenus lors du G8 de G?nes ?. D?apr?s ce rapport, la perquisition dans l??cole Diaz-Pertini ? appar[aissait] comme ?tant peut-?tre l?exemple le plus significatif de carences organisationnelles et de dysfonctionnements op?rationnels ?.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. Les dispositions p?nales pertinentes
87. L?article 39 du code p?nal (CP) distingue les infractions p?nales suivant deux cat?gories : les d?lits (delitti) et les contraventions (contravvenzioni).
1. Les chefs d?inculpation retenus relativement aux ?v?nements de l??cole Diaz-Pertini et les dispositions pertinentes aux fins de la d?termination des peines
88. D?apr?s l?article 323 du CP, l?officier public ou la personne charg?e d?un service public qui, dans l?accomplissement de ses fonctions ou de son service, de mani?re intentionnelle et en violation de dispositions l?gales ou r?glementaires, se procure ou procure ? d?autres un avantage patrimonial injuste ou cause ? autrui un pr?judice injuste (d?lit d?abus d?autorit? publique) est puni d?une peine d?emprisonnement de six mois ? trois ans.
89. Selon l?article 368 ?? 1 et 2 du CP, toute personne qui, par le biais d?une d?nonciation adress?e soit ? l?autorit? judiciaire soit ? toute autre autorit? ayant le devoir de saisir l?autorit? judiciaire, accuse une personne d?avoir commis un d?lit tout en sachant que celle-ci est innocente ou fabrique des indices ? la charge de celle-ci est puni d?une peine d?emprisonnement de deux ? six ans. La peine est augment?e si le d?lit qui constitue l?objet de la d?nonciation calomnieuse est puni d?au moins six ans d?emprisonnement.
90. Aux termes de l?article 479 du CP, l?officier public ou l?individu charg? d?un service public qui, en recevant ou en produisant un document dans l?exercice de ses fonctions, atteste ? tort l?existence mat?rielle des faits expos?s comme ayant ?t? accomplis par lui-m?me ou comme s??tant pass?s en sa pr?sence ou qui alt?re autrement la pr?sentation des faits dont le document vise ? ?tablir la preuve (faux intellectuel en ?critures) est puni d?une peine d?emprisonnement d?un an ? six ans ou, si le document a fait foi jusqu?? inscription de faux, de trois ? dix ans.
91. L?article 582 du CP ?tablit que toute personne qui cause ? autrui une l?sion ayant entra?n? une infirmit? physique ou mentale est punie de trois mois ? dix ans d?emprisonnement.
Aux termes de l?article 583 du CP, la l?sion est consid?r?e comme ? grave ? et est punie d?une peine d?emprisonnement de trois ? sept ans si elle entra?ne, notamment, une infirmit? ou une incapacit? temporaire sup?rieure ? quarante jours.
Selon l?article 585 du CP, ces peines sont augment?es, en particulier, jusqu?? un tiers en pr?sence des circonstances aggravantes envisag?es par l?article 577 du CP (par exemple si le d?lit est commis avec pr?m?ditation ou dans une des circonstances aggravantes pr?vues par l?article 61, nos 1 et 4 (paragraphe 93 ci-apr?s)).
92. Selon l?article 2 de la loi no 895 du 2 octobre 1967, la d?tention ill?gale d?armes ou d?explosifs est punie d?une peine d?emprisonnement d?un an ? huit ans ainsi que d?une amende.
L?article 4 de la m?me loi sanctionne le port d?armes ou d?explosifs dans un lieu public ou ouvert au public d?une peine d?emprisonnement de deux ? huit ans, en sus d?une amende ; ces peines sont augment?es, entre autres, si le d?lit est commis par deux ou plusieurs personnes ou s?il est commis la nuit dans un lieu habit?.
93. Le CP pr?voit comme circonstances aggravantes communes, entre autres, la commission du d?lit pour des motifs futiles ou abjects (article 61 ? 1), la commission du d?lit pour cacher un autre d?lit (article 61 ? 2), la commission de s?vices ou d?actes cruels ? l?encontre d?une personne (article 61 ? 4) et, enfin, la commission du d?lit d?abus de pouvoir inh?rents ? l?exercice d?une fonction publique ou de violation des devoirs inh?rents ? l?exercice d?une fonction publique.
L?article 62 ?num?re les circonstances att?nuantes communes. Aux termes de l?article 62-bis du CP, dans la d?termination de la peine, le juge peut prendre en consid?ration toute circonstance qui n?est pas vis?e express?ment par l?article 62 et qui peut justifier la diminution de la peine.
94. En cas de condamnation dans la m?me d?cision du chef de plusieurs d?lits, les peines d?emprisonnement se cumulent tout comme les amendes pr?vues pour les divers d?lits (articles 71, 73 et 74 du CP). Toutefois, la peine d?emprisonnement ainsi calcul?e ne peut pas d?passer, globalement, le quintuple de la peine la plus lourde dont est passible un de ces d?lits et, en tout ?tat de cause, elle ne peut pas d?passer trente ans (article 78 ? 1 du CP).
95. Si plusieurs d?lits sont commis par le biais de plusieurs actions ou omissions en lien avec le m?me projet d?lictuel, le juge doit infliger la peine pr?vue pour le d?lit le plus grave, augment?e jusqu?au triple et toujours dans la limite des plafonds indiqu?s, notamment, par l?article 78 (article 81 du CP).
2. La prescription des infractions p?nales
96. La prescription constitue l?un des motifs d?extinction des infractions p?nales (Chapitre I du Titre VI du Livre I du CP). Sa r?glementation a ?t? modifi?e par la loi no 251 du 5 d?cembre 2005 et par le d?cret-loi no 92 du 23 mai 2008.
97. D?apr?s l?article 157 ? 1 du CP, l?infraction p?nale est prescrite apr?s l??coulement d?un laps de temps ?quivalent ? la dur?e de la peine maximale pr?vue par la loi et pour autant que ce laps de temps ne soit pas inf?rieur ? six ans pour les d?lits et ? quatre ans pour les contraventions.
98. Les deuxi?me, troisi?me et quatri?me paragraphes de l?article 157 fixent les crit?res de calcul du d?lai de prescription ; le cinqui?me paragraphe pr?voit un d?lai de prescription de trois ans pour une infraction p?nale si celle-ci n?est punie ni par la d?tention ni par une peine p?cuniaire. Le sixi?me paragraphe double les d?lais de prescription, calcul?s ? l?aune des paragraphes pr?c?dents, pour certains d?lits (dont l?association de malfaiteurs de type mafieux, la traite d??tres humains, l?enl?vement, le trafic de drogue). Aux termes du huiti?me paragraphe du m?me article, les d?lits sanctionn?s par la peine d?emprisonnement ? perp?tuit? sont imprescriptibles.
99. L?accus? peut toujours renoncer express?ment ? la prescription (article 157 ? 7 du CP).
100. L?article 158 ? 1 du CP dispose que le d?lai de prescription court ? partir de la commission de l?infraction p?nale.
101. D?apr?s l?article 160 du CP, le d?lai de prescription est prorog? en cas d?interruptions de nature proc?durale, parmi lesquelles figure le jugement de condamnation. Selon le deuxi?me paragraphe de l?article 161, exception faite de certains d?lits qui ne sont pas pertinents en l?esp?ce, lesdites interruptions ne peuvent pas prolonger le d?lai ? calcul? ? l?aune de l?article 157 ? de plus d?un quart et, dans certains cas, de plus de la moiti? (dans certains cas de r?cidive), de plus de deux tiers (dans le cas de r?cidive r?it?r?e) ou de plus du double (si l?auteur de l?infraction est un d?linquant habituel).
B. La loi no 241 du 29 juillet 2006 (octroi d?une remise de peine)
102. La loi no 241 du 29 juillet 2006 ?tablit les conditions de l?octroi d?une remise g?n?rale des peines (indulto). Elle contient un seul article qui, dans sa partie pertinente en l?esp?ce, se lit comme suit :
? 1. Pour tous les d?lits commis jusqu?au 2 mai 2006, il est octroy? une remise de peine de trois ans maximum s?agissant d?une peine d?emprisonnement et de 10 000 euros maximum s?agissant d?une peine p?cuniaire seule ou en conjonction avec une peine d?emprisonnement (…) ?
C. L?action civile en lien avec une infraction p?nale
103. D?apr?s les articles 75 et 76 du code de proc?dure p?nale, toute personne ayant subi un pr?judice r?sultant d?une infraction p?nale peut introduire une action civile devant les juridictions civiles ou devant les juridictions p?nales.
104. Devant les juridictions p?nales, l?action civile est introduite par la voie de la constitution de partie civile dans la proc?dure p?nale.
D. Rapport sur l?administration de la justice pour l?ann?e 2013
105. Le Rapport sur l?administration de la justice pour l?ann?e 2013 du premier pr?sident de la Cour de cassation, pr?sent? le 24 janvier 2014 lors de l?ouverture de l?ann?e judiciaire, se lit ainsi dans sa partie pertinente en l?esp?ce (page 29, traduction du greffe) :
Depuis 1989, […] l?Italie a ratifi? la Convention des Nations unies contre la torture, s?engageant [ainsi] ? introduire dans notre syst?me juridique cette infraction p?nale tr?s grave, et ?tablissant son imprescriptibilit? ainsi que l?inapplicabilit? de mesures comme l?amnistie et la gr?ce. Vingt-cinq ans apr?s rien n?a ?t? fait, de sorte que les actes de torture qui sont commis en Italie tombent in?vitablement sous l?empire de la prescription, faute d?une loi sanctionnant la torture en tant que telle par l?infliction de peines ad?quates proportionn?es ? la gravit? des faits. ?
E. Proposition de loi visant ? l?introduction du d?lit de torture dans l?ordre juridique italien
106. Le 5 mars 2014, le S?nat italien a approuv? une proposition de loi (no S-849, qui fusionne les projets nos S-10, S-362, S-388, S-395, S-849 et S-874) visant ? l?introduction du d?lit de torture dans l?ordre juridique italien. Cette proposition a ?t? transmise par la suite ? la Chambre des d?put?s pour approbation.
III. ?L?MENTS PERTINENTS DE DROIT INTERNATIONAL
A. D?claration universelle des droits de l?homme
107. L?article 5 de la D?claration universelle des droits de l?homme du 10 d?cembre 1948 dispose :
? Nul ne sera soumis ? la torture, ni ? des peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants. ?
B. Pacte international relatif aux droits civils et politiques
108. L?article 7 du Pacte international relatif aux droits civils et politiques du 16 d?cembre 1966, entr? en vigueur le 23 mars 1976 et ratifi? par l?Italie le 15 septembre 1978, dispose :
? Nul ne sera soumis ? la torture ni ? des peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants. En particulier, il est interdit de soumettre une personne sans son libre consentement ? une exp?rience m?dicale ou scientifique. ?
C. Convention contre la torture et autres peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants
109. Les articles pertinents en l?esp?ce de la Convention contre la torture et autres peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants du 10 d?cembre 1984, entr?e en vigueur le 26 juin 1987 et ratifi?e par l?Italie le 12 janvier 1989, sont ainsi libell?s :
Article 1
? 1. Aux fins de la pr?sente Convention, le terme ? torture ? d?signe tout acte par lequel une douleur ou des souffrances aigu?s, physiques ou mentales, sont intentionnellement inflig?es ? une personne aux fins notamment d?obtenir d?elle ou d?une tierce personne des renseignements ou des aveux, de la punir d?un acte qu?elle ou une tierce personne a commis ou est soup?onn?e d?avoir commis, de l?intimider ou de faire pression sur elle ou d?intimider ou de faire pression sur une tierce personne, ou pour tout autre motif fond? sur une forme de discrimination quelle qu?elle soit, lorsqu?une telle douleur ou de telles souffrances sont inflig?es par un agent de la fonction publique ou toute autre personne agissant ? titre officiel ou ? son instigation ou avec son consentement expr?s ou tacite. Ce terme ne s??tend pas ? la douleur ou aux souffrances r?sultant uniquement de sanctions l?gitimes, inh?rentes ? ces sanctions ou occasionn?es par elles.
2. Cet article est sans pr?judice de tout instrument international ou de toute loi nationale qui contient ou peut contenir des dispositions de port?e plus large. ?
Article 2
? 1. Tout ?tat partie prend des mesures l?gislatives, administratives, judiciaires et autres mesures efficaces pour emp?cher que des actes de torture soient commis dans tout territoire sous sa juridiction.
2. Aucune circonstance exceptionnelle, quelle qu?elle soit, qu?il s?agisse de l??tat de guerre ou de menace de guerre, d?instabilit? politique int?rieure ou de tout autre ?tat d?exception, ne peut ?tre invoqu?e pour justifier la torture.
3. L?ordre d?un sup?rieur ou d?une autorit? publique ne peut ?tre invoqu? pour justifier la torture. ?
Article 4
? 1. Tout ?tat partie veille ? ce que tous les actes de torture constituent des infractions au regard de son droit p?nal. Il en est de m?me de la tentative de pratiquer la torture ou de tout acte commis par n?importe quelle personne qui constitue une complicit? ou une participation ? l?acte de torture.
2. Tout ?tat partie rend ces infractions passibles de peines appropri?es qui prennent en consid?ration leur gravit?. ?
Article 5
? 1. Tout ?tat partie prend les mesures n?cessaires pour ?tablir sa comp?tence aux fins de conna?tre des infractions vis?es ? l?article 4 dans les cas suivants :
a) Quand l?infraction a ?t? commise sur tout territoire sous la juridiction dudit ?tat ou ? bord d?a?ronefs ou de navires immatricul?s dans cet ?tat ;
b) Quand l?auteur pr?sum? de l?infraction est un ressortissant dudit ?tat ;
c) Quand la victime est un ressortissant dudit ?tat et que ce dernier le juge appropri?.
2. Tout ?tat partie prend ?galement les mesures n?cessaires pour ?tablir sa comp?tence aux fins de conna?tre desdites infractions dans le cas o? l?auteur pr?sum? de celles-ci se trouve sur tout territoire sous sa juridiction et o? ledit ?tat ne l?extrade pas conform?ment ? l?article 8 vers l?un des ?tats vis?s au paragraphe 1 du pr?sent article.
3. La pr?sente Convention n??carte aucune comp?tence p?nale exerc?e conform?ment aux lois nationales. ?
Article 10
1. Tout ?tat partie veille ? ce que l?enseignement et l?information concernant l?interdiction de la torture fassent partie int?grante de la formation du personnel civil ou militaire charg? de l?application des lois, du personnel m?dical, des agents de la fonction publique et des autres personnes qui peuvent intervenir dans la garde, l?interrogatoire ou le traitement de tout individu arr?t?, d?tenu ou emprisonn? de quelque fa?on que ce soit.
2. Tout ?tat partie incorpore ladite interdiction aux r?gles ou instructions ?dict?es en ce qui concerne les obligations et les attributions de telles personnes.
Article 11
Tout ?tat partie exerce une surveillance syst?matique sur les r?gles, instructions, m?thodes et pratiques d?interrogatoire et sur les dispositions concernant la garde et le traitement des personnes arr?t?es, d?tenues ou emprisonn?es de quelque fa?on que ce soit sur tout territoire sous sa juridiction, en vue d??viter tout cas de torture.
Article 12
? Tout ?tat partie veille ? ce que les autorit?s comp?tentes proc?dent imm?diatement ? une enqu?te impartiale chaque fois qu?il y a des motifs raisonnables de croire qu?un acte de torture a ?t? commis sur tout territoire sous sa juridiction. ?
Article 13
? Tout ?tat partie assure ? toute personne qui pr?tend avoir ?t? soumise ? la torture sur tout territoire sous sa juridiction le droit de porter plainte devant les autorit?s comp?tentes dudit ?tat qui proc?deront imm?diatement et impartialement ? l?examen de sa cause. Des mesures seront prises pour assurer la protection du plaignant et des t?moins contre tout mauvais traitement ou toute intimidation en raison de la plainte d?pos?e ou de toute d?position faite. ?
Article 14
? 1. Tout ?tat partie garantit, dans son syst?me juridique, ? la victime d?un acte de torture, le droit d?obtenir r?paration et d??tre indemnis?e ?quitablement et de mani?re ad?quate, y compris les moyens n?cessaires ? sa r?adaptation la plus compl?te possible. En cas de mort de la victime r?sultant d?un acte de torture, les ayants cause de celle-ci ont droit ? indemnisation.
2. Le pr?sent article n?exclut aucun droit ? indemnisation qu?aurait la victime ou toute autre personne en vertu des lois nationales. ?
Article 16
? 1. Tout ?tat partie s?engage ? interdire dans tout territoire sous sa juridiction d?autres actes constitutifs de peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants qui ne sont pas des actes de torture telle qu?elle est d?finie ? l?article premier lorsque de tels actes sont commis par un agent de la fonction publique ou toute autre personne agissant ? titre officiel, ou ? son instigation ou avec son consentement expr?s ou tacite. En particulier, les obligations ?nonc?es aux articles 10, 11, 12 et 13 sont applicables cables moyennant le remplacement de la mention de la torture par la mention d?autres formes de peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants.
2. Les dispositions de la pr?sente Convention sont sans pr?judice des dispositions de tout autre instrument international ou de la loi nationale qui interdisent les peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants, ou qui ont trait ? l?extradition ou ? l?expulsion. ?
D. D?claration sur la protection de toutes les personnes contre la torture et autres peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants
110. Les articles pertinents en l?esp?ce de la D?claration sur la protection de toutes les personnes contre la torture et autres peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants, adopt?e par l?Assembl?e g?n?rale des Nations unies le 9 d?cembre 1975, sont ainsi libell?s :
Article 4
? Tout ?tat, conform?ment aux dispositions de la pr?sente D?claration, prend des mesures effectives pour emp?cher que la torture et autres peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants ne soient pratiqu?s dans sa juridiction. ?
Article 7
? Tout ?tat veille ? ce que tous les actes de torture, tels qu?ils sont d?finis ? l?article premier, soient des d?lits au regard de sa l?gislation p?nale. Les m?mes dispositions doivent s?appliquer aux actes qui constituent une participation, une complicit? ou une incitation ? la torture ou une tentative de pratiquer la torture. ?
Article 10
? Si une enqu?te effectu?e conform?ment ? l?article 8 ou ? l?article 9 ?tablit qu?un acte de torture, tel qu?il est d?fini ? l?article premier, a ?t? manifestement commis, une proc?dure p?nale est institu?e, conform?ment ? la l?gislation nationale, contre le ou les auteurs pr?sum?s de l?acte. Si une all?gation concernant d?autres formes de peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants est consid?r?e comme fond?e, le ou les auteurs pr?sum?s font l?objet de proc?dures p?nales ou disciplinaires ou d?autres proc?dures appropri?es. ?
Article 11
? Quand il est ?tabli qu?un acte de torture ou d?autres peines ou traitements cruels, inhumains ou d?gradants ont ?t? commis par un agent de la fonction publique ou ? son instigation, la victime a droit ? r?paration et ? indemnisation, conform?ment ? la l?gislation nationale. ?
E. Principes de base de l?ONU sur le recours ? la force et l?utilisation des armes ? feu par les responsables de l?application des lois
111. Adopt?s le 7 septembre 1990 par le huiti?me Congr?s des Nations unies pour la pr?vention du crime et le traitement des d?linquants, ces principes disposent, en leurs parties pertinentes en l?esp?ce :
? (…)
3. La mis

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 11/12/2024