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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE CASA DI CURA VILLA FIORITAc. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41,06,P1-1
Numero: 67944/13/2019
Stato: Italia
Data: 2018-12-13 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni: Violazione di Articolo 6 – Diritto ad un processo equanime (Articolo 6 – procedimenti di Esecuzione Articolo 6-1 – Accesso ad un tribunale)
Violazione dell? Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione di propriet? (Articolo 1 par. 1 del Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo della propriet?)
Danno non-patrimoniale – assegnazione (Articolo 41 – danno Non -patrimoniale
Soddisfazione equa)

CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL?UOMO
PRIMA SEZIONE
CAUSA CASA DI CURA VALLE FIORITA S.R.L. c. ITALIA
(Ricorso n. 67944/13)
SENTENZA
STRASBURGO
13 dicembre 2018
Questa sentenza ? definitiva. Pu? subire modifiche di forma.
Nella causa Casa di Cura Valle Fiorita S.r.l. c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell?uomo (prima sezione), riunita in una camera composta da:
? Linos-Alexandre Sicilianos, presidente,
? Ksenija Turkovi?,
? Guido Raimondi,
? Krzysztof Wojtyczek,
? Armen Harutyunyan,
? Pauliine Koskelo,
? Jovan Ilievski, giudici,
? e da Abel Campos, cancelliere di sezione,
Dopo aver deliberato in camera di consiglio il 20 novembre 2018,
Emette la seguente sentenza, adottata in tale data:
PROCEDURA
1. All?origine della causa vi ? un ricorso (n. 67944/13) presentato contro la Repubblica italiana con cui una societ? di diritto italiano, la Casa di Cura Valle Fiorita S.r.l. (?la ricorrente?), ha adito la Corte il 21 ottobre 2013 in virt? dell?articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell?uomo e delle libert? fondamentali (?la Convenzione?).
2. La ricorrente ? stata rappresentata dall?avvocato N. Paoletti, del foro di Roma. Il governo italiano (?il Governo?) ? stato rappresentato dal suo agente, E. Spatafora.
3. Dinanzi alla Corte la ricorrente lamentava l?impossibilit? di riprendere possesso del suo immobile occupato arbitrariamente da terzi.
4. Il 4 gennaio 2017 il ricorso ? stato comunicato al Governo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DEL CASO DI SPECIE
5. La ricorrente ? una societ? a responsabilit? limitata di diritto italiano con sede a Roma.
6. ? proprietaria di un fabbricato di circa 8.000 m2 situato a Roma che, tra il 1971 e il 2011, ? stato utilizzato come clinica in virt? di rapporti convenzionali che si sono succeduti con l?ospedale pubblico San Filippo Neri.
7. L?ultima convenzione con l?ospedale si concluse il 16 novembre 2011. L?edificio rimase quindi vuoto, ad eccezione di un appartamento abitato da una terza persona in base ad un contratto di comodato.
8. Il 6 dicembre 2012 un centinaio di persone entrarono con la forza nell?immobile della ricorrente e si appropriarono dei locali. Lo stesso giorno, la ricorrente present? una prima denuncia al procuratore della Repubblica segnalando la violazione del suo diritto di propriet? e chiedendo lo sgombero dei locali.
9. Tra il 7 dicembre 2012 e il 1o luglio 2013 la ricorrente present? altre undici denunce, allegando diversi documenti a riprova di quanto sostenuto. Il 12 giugno 2013 chiese anche il sequestro preventivo dell?immobile.
10. In data 9 agosto 2013, il giudice per le indagini preliminari di Roma accolse la richiesta della procura in tal senso e dispose il sequestro preventivo dell?immobile rilevando che, dalle indagini eseguite a seguito della denuncia sporta dalla ricorrente, risultava che il bene era occupato da circa 150 persone e che la gestione dell?occupazione, che sarebbe rientrata nell?azione del movimento lotta per la casa, era organizzata e diretta da un gruppo ristretto di individui che agivano a scopi di lucro. Il giudice aggiunse che peraltro dall?inchiesta risultava che gli occupanti avevano cominciato a modificare i locali subito dopo l?occupazione installando tra l?altro cancellate volte a limitare l?accesso all?immobile. Di conseguenza il giudice ritenne che nel caso di specie fosse ipotizzabile il reato di occupazione abusiva di immobile sanzionato dall?articolo 633 del codice penale e che la prosecuzione dell?occupazione comportasse un rischio di degrado dell?edificio e un pregiudizio rilevante per la parte lesa.
11. Il procuratore deleg? alla Divisione Investigazioni generali e Operazioni speciali (Digos) l?esecuzione del sequestro. La Digos deleg? poi questo compito al Comitato per l?ordine e la sicurezza pubblica (CPOSP) istituito presso ogni prefettura.
12. Il 18 settembre 2014 la Digos present? al procuratore della Repubblica una relazione sulla situazione dell?immobile della ricorrente. In tale rapporto indicava che, nel corso degli anni precedenti, nel dipartimento di Roma, avevano avuto luogo numerose occupazioni abusive di immobili, organizzate da diversi movimenti di difesa del diritto alla casa, che spesso avevano coinvolto centinaia di persone. La Digos argomentava che, tenuto conto di questa situazione, era fondamentale pianificare scrupolosamente gli fratti degli occupanti al fine di preservare l?ordine pubblico e garantire l?assistenza necessaria alle persone vulnerabili coinvolte. La Digos precisava che, per quanto riguardava in particolare l?immobile della ricorrente, la questione dello sfratto era stata affrontata nel settembre 2013, ma si era deciso di rinunciare a questa soluzione, tenuto conto soprattutto della situazione economica del Comune di Roma, che non avrebbe consentito di trovare nuovi alloggi per gli occupanti dopo lo sfratto.
13. Il 23 settembre 2013 la ricorrente chiese alla procura della Repubblica di Roma di essere autorizzata ad accedere ai dati dei soggetti coinvolti nell?occupazione abusiva nel suo immobile per poter intentare un?azione giudiziaria nei confronti di queste persone. La procura respinse tale domanda l?8 ottobre 2013.
14. Il 3 marzo 2015 la ricorrente intim? all?amministrazione di dare esecuzione alla decisione del 9 agosto 2013. Poich? quest?ultima non diede seguito alla richiesta, il 21 maggio 2015 la ricorrente ad? il tribunale amministrativo del Lazio lamentando l?inerzia dell?amministrazione.
15. Il prefetto di Roma, con nota del 17 giugno, rispose che la situazione del bene della ricorrente era simile a quella di un centinaio di altri immobili occupati abusivamente nella citt? di Roma. Riteneva che, per quanto riguardava le procedure di sfratto, era prima necessario ottenere dal comune garanzie di soluzioni alternative di alloggio per le persone sgomberate. Secondo il prefetto, in assenza di tali garanzie, gli era impossibile, date le sue prerogative, effettuare gli sfratti. Il prefetto aggiungeva che, per quanto riguardava l?uso della forza pubblica, la legge lo autorizzava solo nel caso di sfratti di disposti da un tribunale.
16. Nel frattempo, in data 15 settembre 2014, alla ricorrente era stata notificata dal tribunale di Roma una ingiunzione di pagamento di circa 30.000 euro per il consumo di energia elettrica relativa agli anni 2013 e 2014. Avverso questa ingiunzione la ricorrente present? opposizione al tribunale di Roma. L?esito di questa procedura non ? conosciuto.
17. Secondo una nota del Comune di Roma del 9 agosto 2013, la ricorrente continua ad essere debitrice nei confronti del comune dell?imposta sull?immobile occupato, dal momento che ? proprietaria del bene e titolare del diritto di possesso su di esso.
18. Dal fascicolo risulta che, con nota del 30 marzo 2016, il prefetto ha invitato il Comune di Roma a trovare soluzioni alternative di alloggio per gli occupanti al fine di permettere lo sgombero dell?edificio.
19. Il procedimento avviato a seguito della denuncia presentata dalla ricorrente il 6 dicembre 2012 ? tuttora pendente nella fase delle indagini preliminari.
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
20. Il decreto-legge n. 14 del 20 febbraio 2017 contiene norme in materia di sicurezza delle citt?. L?articolo 11 riguarda in particolare le occupazioni arbitrarie di immobili. Il primo paragrafo conferisce al prefetto il potere di eseguire le decisioni giudiziarie relative alle occupazioni abusive, anche ricorrendo alla forza pubblica, e di determinare le modalit? degli sfratti, garantendo l?ordine pubblico e gli interessi delle persone vulnerabili coinvolte. In caso di annullamento da parte dell?autorit? giudiziaria delle disposizioni adottate dal prefetto ai sensi del primo comma, l?amministrazione ? tenuta ad adottare le misure necessarie per garantire la cessazione dell?occupazione abusiva. In caso di dolo o colpa grave del prefetto ? previsto un risarcimento per il proprietario dell?immobile.
IN DIRITTO
I. SULLE DEDOTTE VIOLAZIONI DELL?ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE E DELL?ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
21. La ricorrente lamenta la mancata esecuzione della decisione del giudice per le indagini preliminari del 9 agosto 2013 che ordinava il sequestro e – di conseguenza – lo sgombero del suo immobile. Essa invoca il suo diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva garantita dall?articolo 6 ? 1 della Convenzione, cos? formulato:
?Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata (…) entro un termine ragionevole, da un tribunale (…) il quale sia chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile (…)?
22. La ricorrente sostiene, inoltre, che il fatto di continuare a renderle impossibile il reintegro nel possesso del suo immobile occupato arbitrariamente da terzi costituisce una violazione del diritto al rispetto dei suoi beni, come previsto dall?art. 1 del Protocollo n. 1. Tale disposizione ? cos? formulata:
?Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non per causa di pubblica utilit? e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non portano pregiudizio al diritto degli Stati di porre in vigore le leggi da essi ritenute necessarie per disciplinare l?uso dei beni in modo conforme all?interesse generale o per assicurare il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle ammende.?
A. Sulla ricevibilit?
23. Il Governo sostiene che la ricorrente non ha fatto valere dinanzi al giudice civile il suo diritto al rispetto della propriet? e che, inoltre, non ha dimostrato l?intenzione di utilizzare il suo immobile dopo la cessazione dei rapporti contrattuali con l?Ospedale San Filippo Neri.
24. Il Governo rileva anche che la ricorrente ha aspettato due anni prima di presentare, il 25 maggio 2015, un ricorso dinanzi al tribunale amministrativo per denunciare l?inerzia dell?amministrazione, e da ci? deduce che, prima di adire la Corte, la ricorrente non si ? avvalsa pienamente e correttamente delle vie di ricorso messe a sua disposizione dal diritto interno.
25. Infine, il Governo fa riferimento al decreto-legge n. 14 del 20 febbraio 2017 e alla tutela giurisdizionale offerta ai proprietari dei beni occupati.
26. La ricorrente respinge gli argomenti del Governo. In primo luogo, sostiene di aver prontamente fatto valere i suoi diritti di propriet? sull?immobile dal momento che avrebbe sporto denuncia contro l?occupazione abusiva del suo bene il giorno stesso degli eventi, vale a dire il 6 dicembre 2012. Precisa, poi, che nel maggio 2015 ? stata costretta ad adire il tribunale amministrativo regionale a causa dell?inerzia dell?amministrazione, nonostante le numerose richieste volte ad ottenere l?esecuzione del sequestro preventivo dell?immobile, disposto nell?agosto 2013 dal giudice per le indagini preliminari di Roma.
27. La ricorrente ribadisce che il diritto interno non le ha offerto ricorsi effettivi per consentirle di far valere i suoi diritti. Prova ne ? che soltanto il 30 marzo 2016, ossia dopo pi? di tre anni dall?inizio dell?occupazione dei locali, le autorit? avrebbero cercato attivamente soluzioni alternative di alloggio per poter procedere allo sgombero dell?edificio. Per quanto riguarda il rimedio civile, la ricorrente ritiene che, tenuto conto delle circostanze, un?azione di questo tipo contro gli occupanti non avrebbe avuto alcuna possibilit? di successo. Infatti, la ricorrente precisa che l?identit? degli occupanti non ? mai stata accertata dalle autorit? e che non vede come un ufficiale giudiziario nominato dal giudice civile avrebbe potuto entrare in contatto con le persone interessate quando le autorit? non sono riuscite a far eseguire il sequestro anche se ne erano state investite dal giudice penale.
28. Peraltro, la ricorrente afferma che le operazioni di chiusura dell?attivit? della clinica e di smantellamento delle apparecchiature mediche erano ancora in corso alla data in cui ? iniziata l?occupazione dell?immobile. Pertanto, essa ritiene che non sia pertinente l?argomentazione del Governo con la quale sostiene che la ricorrente non intendeva utilizzare la propriet?.
29. Infine, la ricorrente asserisce che il decreto-legge n. 14 del 2017, entrato in vigore dopo la presentazione del suo ricorso, non fa che limitare ulteriormente i diritti dei proprietari degli immobili occupati dal momento che conferirebbe al prefetto i pieni poteri per consentirgli di garantire la salvaguardia dei diritti degli occupanti e prevedrebbe un risarcimento per i proprietari solo in caso di dolo o colpa grave del prefetto.
30. La Corte ritiene anzitutto che gli argomenti del Governo sollevino in sostanza un?eccezione di mancato esaurimento delle vie di ricorso interne e che sia quindi necessario esaminare la questione della ricevibilit? del ricorso.
31. Rammenta, poi, che l?obbligo di esaurire le vie di ricorso interne, previsto dall?articolo 35 ? 1 della Convenzione, riguarda le vie di ricorso che sono accessibili al ricorrente e che possono porre rimedio alla situazione lamentata da quest?ultimo. Questi ricorsi devono esistere con un sufficiente grado di certezza, in pratica come in teoria, altrimenti mancherebbero della necessaria accessibilit? ed effettivit?; spetta allo Stato convenuto dimostrare che questi requisiti sono soddisfatti. Inoltre, un ricorrente che ha utilizzato un rimedio giuridico apparentemente effettivo e sufficiente non pu? essere accusato di non aver cercato di utilizzarne altri che erano disponibili, ma che non presentavano maggiori probabilit? di successo (Aquilina c. Malta [GC], n. 25642/94, ? 39, CEDU 1999-III).
32. Per decidere se la ricorrente, nelle particolari circostanze del caso di specie, abbia soddisfatto l?esigenza dell?esaurimento delle vie di ricorso interne, ? necessario determinare quale atto delle autorit? dello Stato convenuto arrechi pregiudizio alla ricorrente. La Corte osserva a questo riguardo che la ricorrente contesta alle autorit? competenti di aver rifiutato di eseguire il sequestro preventivo del suo immobile, disposto il 9 agosto 2013 dal giudice per le indagini preliminari, e quindi di far sgomberare i locali, visto che il sequestro del suo immobile era stato disposto per preservare il suo diritto di propriet? in quanto parte lesa nel procedimento e per consentirle di rientrare in possesso del suo bene (paragrafo 10 supra).
33. La Corte rileva innanzitutto che il Governo non ha indicato quale tipo di ricorso dinanzi al giudice civile avrebbe potuto portare direttamente a una esecuzione analoga e allo sgombero dei locali. Peraltro, osserva che il tentativo con il quale la ricorrente ha cercato di identificare gli occupanti al fine di citarli in giudizio non ha avuto successo a causa del rifiuto delle autorit? di divulgare i dati che li riguardavano (paragrafo 13 supra). La Corte rammenta, in via incidentale, che un?azione di risarcimento danni non sarebbe di natura tale da compensare l?inerzia delle autorit? di fronte all?occupazione della propriet? della ricorrente (si vedano, mutatis mutandis, Matheus c. Francia, n. 62740/00, ? 71, 31 marzo 2005, e Sud Est R?alisations c. Francia, n. 6722/05, ? 59, 2 dicembre 2010).
34. In ogni caso, dal momento che la ricorrente lamenta una violazione del suo diritto di propriet?, la Corte rileva che la denuncia da lei presentata il giorno in cui l?edificio ha iniziato ad essere occupato, che ? stata ripetuta pi? volte in seguito e che ha dato luogo al sequestro preventivo dell?immobile, riguardava precisamente il riconoscimento del diritto di propriet? della ricorrente e lo sgombero dei locali.
35. Peraltro, la Corte nota che sono le autorit? a dover prestare il loro apporto all?esecuzione della decisione del giudice per le indagini preliminari affinch? la ricorrente possa ottenere che il suo immobile sia liberato. Pertanto, l?obbligo di agire grava sulle autorit? e non sulla ricorrente. Esigere che l?interessata prenda altre iniziative i cui risultati non potrebbero che essere identici, tenuto conto del fatto che gli occupanti risiedono illegalmente nell?edificio senza essere stati identificati n? fermati dalla polizia, non corrisponderebbe all?esigenza dell?articolo 35 ? 1 della Convenzione (si vedano, mutatis mutandis, Matheus c. Francia (dec.) n. 62740/00, 18 maggio 2004, e Barret e Sirjean c. Francia (dec.), n. 13829/03, 3 luglio 2007).
36. Per questi stessi motivi, la Corte ritiene che la ricorrente non possa essere rimproverata per non essersi rivolta prima al tribunale amministrativo per contestare l?inerzia delle autorit? di fronte all?ordine del giudice per le indagini preliminari. Tanto pi? che quest?ultimo rimedio, esperito dalla ricorrente il 25 maggio 2015, ? stato in questo caso privato di qualsiasi efficacia in quanto il tribunale amministrativo non vi ha dato seguito e l?interessata non ha ancora riacquistato il godimento del suo diritto di propriet?. La Corte rammenta che, secondo la sua giurisprudenza, un rimedio deve esistere con un grado sufficiente di certezza, in pratica come in teoria, altrimenti mancherebbe della necessaria accessibilit? ed effettivit? richieste dalla Convenzione. (Sak?k e altri c. Turchia, 26 novembre 1997, ? 53, Recueil des arr?ts et d?cisions 1997 VII, Vernillo c. Francia, 20 febbraio 1991, ? 27, serie A n. 198, Johnston e altri c. Irlanda, 18 dicembre 1986, ? 45, serie A n. 112, e Veysel ?ahin c. Turchia, n. 4631/05, ? 21, 27 settembre 2011).
37. Infine, per quanto riguarda le disposizioni del decreto-legge n. 14 del 2017 alle quali il Governo fa riferimento nelle sue osservazioni, quest?ultimo non ha indicato in che misura esse offrirebbero alla ricorrente un?effettiva e concreta tutela dei diritti che le derivano dalla Convenzione.
38. Pertanto, l?eccezione del Governo relativa al mancato esaurimento delle vie di ricorso interne non pu? essere presa in considerazione.
39. Constatando che il ricorso non ? manifestamente infondato ai sensi dell?articolo 35 ? 3 a) della Convenzione e non incorre in altri motivi di irricevibilit?, la Corte lo dichiara ricevibile.
B. Sul merito
1. Argomenti delle parti
40. La ricorrente denuncia l?inerzia delle autorit? di fronte all?occupazione abusiva del suo immobile malgrado l?ordine dato in suo favore dal giudice per le indagini preliminari. La stessa indica che la situazione permane nonostante le numerose sollecitazioni e iniziative da lei intraprese per ottenere l?esecuzione del suddetto ordine e l?evacuazione del suo immobile, il che dimostra a suo parere l?assenza di tutela dei suoi diritti nel sistema nazionale.
41. La ricorrente afferma inoltre che l?occupazione del suo immobile costituisce un motivo di orgoglio per il ?movimento lotta per la casa?, che organizzerebbe regolarmente, all?interno della sua propriet?, feste e manifestazioni pubbliche in favore della lotta per la casa senza essere mai disturbato dalle autorit?. La stessa considera inaccettabile che gli occupanti abusivi utilizzino il suo immobile nell?assoluta impunit? da pi? di cinque anni, mentre lei stessa rimarrebbe debitrice delle spese di consumo di acqua ed elettricit?.
42. Il Governo non contesta che l?immobile della ricorrente sia occupato abusivamente da terzi, e replica tuttavia che le autorit? competenti, ossia il prefetto e il CPSOP sono determinati a dare esecuzione alla decisione del 9 agosto 2013 per garantire il diritto di propriet? della ricorrente, ma anche per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali degli occupanti e l?esigenza di salvaguardare l?ordine pubblico. Perci?, il Governo afferma che l?esecuzione del sequestro preventivo dell?immobile ? stata semplicemente sospesa tenuto conto della complessit? della situazione e dei diversi interessi in gioco.
43. Il Governo precisa che la ricorrente, del resto, ? gi? stata personalmente informata dalle autorit? delle circostanze inerenti all?esecuzione del sequestro del suo immobile, in particolare con la nota del 17 giugno 2015 (paragrafo 15 supra).
44. Il Governo afferma anche che la situazione della ricorrente ? considerata una priorit? dalle autorit?, e che ci? sarebbe dimostrato dal fatto che, il 30 marzo 2016, queste ultime hanno ufficialmente invitato il comune di Roma a fare quanto necessario per trovare soluzioni alternative di alloggio per gli occupanti dell?immobile.
45. Il Governo ritiene che non vi sia stata violazione della propriet? della ricorrente e che, ben al contrario, il provvedimento di sequestro disposto in suo favore dall?autorit? giudiziaria costituisca la prova di un riconoscimento del diritto di quest?ultima al rispetto della sua propriet?.
2. Valutazione della Corte
a) Sulla violazione dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione
46. La Corte ha di recente sintetizzato i principi della sua giurisprudenza in materia di diritto di accesso a un tribunale nella sentenza Parrocchia greco-cattolica Lupeni e altri c. Romania ([GC], n. 76943/11, ?? 84-90, 29 novembre 2016). Pertanto, la Corte rammenta che il diritto all?esecuzione di una decisione giudiziaria costituisce uno degli aspetti del diritto di accesso a un tribunale. Come la Corte ha gi? affermato, il diritto a un tribunale sarebbe illusorio se l?ordinamento giuridico interno di uno Stato contraente permettesse che una decisione giudiziaria definitiva e vincolante rimanesse inoperante a scapito di una delle parti. Infatti, non si comprenderebbe come l?articolo 6 ? 1 descriva in dettaglio le garanzie procedurali ? equit?, pubblicit? e celerit? ? accordate alle parti e non tuteli l?attuazione delle decisioni giudiziarie; se dovesse sembrare che tale articolo riguardi esclusivamente l?accesso alla giustizia e lo svolgimento del procedimento, questo rischierebbe di creare situazioni incompatibili con il principio dello Stato di diritto che gli Stati contraenti si sono impegnati a rispettare ratificando la Convenzione. L?esecuzione di una sentenza, indipendentemente da quale giudice l?abbia pronunciata, deve essere dunque considerata come facente parte integrante del ?processo? ai sensi dell?articolo 6 (si vedano, tra le altre, Hornsby c. Grecia, 19 marzo 1997, ? 40, Recueil 1997-II).
47. Inoltre, la Corte rammenta che, se si pu? ammettere che gli Stati intervengano in un procedimento di esecuzione di una decisione giudiziaria, tale intervento non pu? avere come conseguenza quella di impedire, invalidare o ancora ritardare in maniera eccessiva l?esecuzione, e ancor meno di rimettere in discussione il merito di tale decisione (Immobiliare Saffi c. Italia [GC], n. 22774/93, ?? 63 e 66, CEDU 1999 V). Una sospensione dell?esecuzione di una decisione giudiziaria per il tempo strettamente necessario per trovare una soluzione soddisfacente ai problemi di ordine pubblico si pu? giustificare in circostanze eccezionali (ibidem, ? 69).
48. Spetta a ciascuno Stato contraente dotarsi di un arsenale giuridico adeguato e sufficiente per assicurare il rispetto degli obblighi positivi posti a suo carico. La Corte ha il compito di esaminare se, nella fattispecie, le misure adottate dalle autorit? nazionali siano state adeguate e sufficienti (si veda, mutatis mutandis, Ignaccolo-Zenide c. Romania [GC], n. 31679/96, ? 108, CEDU 2000-I).
49. Nel caso di specie, la Corte osserva anzitutto che la decisione del giudice per le indagini preliminari di Roma del 9 agosto 2013 riguardava la tutela di un diritto di natura civile della ricorrente, ossia il suo diritto di propriet?. Peraltro, detta decisione di sequestro, per la sua stessa natura, ricopriva un carattere di urgenza, nella misura in cui era destinata a impedire il proseguimento di un reato allo scopo di preservare l?integrit? del bene della parte lesa (paragrafo 10 supra). Inoltre, non viene pi? contestato che la decisione controversa avesse un carattere definitivo ed esecutivo.
50. Ora, ? giocoforza constatare che il sequestro dell?immobile rimane oggi ancora non eseguito nonostante la ricorrente si sia regolarmente adoperata in molte occasioni per ottenere l?esecuzione di tale provvedimento. Per di pi?, la Corte osserva che non sono stati effettuati tentativi di esecuzione da parte delle autorit? da quando il giudice ha ordinato il sequestro in questione.
51. Certamente, il Governo ha giustificato il ritardo nell?esecuzione adducendo ragioni di ordine pubblico e motivazioni di ordine sociale. La Corte osserva a questo proposito che i motivi avanzati dalle autorit? per giustificare la mancata esecuzione del sequestro riguardano principalmente l?assenza di soluzioni alternative di alloggio per gli occupanti, dovuta soprattutto a difficolt? economiche del comune (paragrafo 18 supra), dal momento che i motivi legati al rischio di problemi di ordine pubblico sono stati evocati in maniera generica e non circostanziata. Tuttavia, la Corte ? pronta ad ammettere che le autorit? interne possano avere avuto anche la preoccupazione di ovviare al rischio serio di problemi di ordine pubblico legato allo sfratto di varie decine di persone, tanto pi? che l?occupazione dell?immobile rientrava nell?ambito di una azione militante a forte impatto mediatico.
52. Tuttavia, si deve constatare che il Governo non ha fornito alcuna informazione per quanto riguarda gli atti compiuti dall?amministrazione per trovare soluzioni alternative di alloggio fin dall?inizio dell?occupazione o, almeno, dalla nota ufficiale inviata dal prefetto il 30 marzo 2016. Peraltro, non vi sono elementi nel fascicolo che richiamino una qualsiasi disposizione che sarebbe stata adottata in tal senso (si veda, a contrario, Soci?t? Cofinco c. Francia (dec.), n. 23516/08, 12 ottobre 2010).
53. Pertanto, se la Corte riconosce che le motivazioni di ordine sociale e i timori relativi al rischio di problemi di ordine pubblico potessero giustificare nel caso di specie delle difficolt? di esecuzione e un ritardo nella liberazione dei locali, essa considera nondimeno ingiustificata l?inerzia totale e prolungata delle autorit? italiane nel caso di specie. Peraltro, ? opportuno ricordare che una mancanza di risorse non pu? costituire di per s? una giustificazione accettabile per la mancata esecuzione di una decisione giudiziaria (si vedano, mutatis mutandis, Bourdov c. Russia, n. 59498/00, ? 35, CEDU 2002-III, e Cocchiarella c. Italia [GC], n. 64886/01, ? 90, CEDU 2006-V), e nemmeno per l?assenza di nuovi alloggi (Prodan c. Moldavia, n. 49806/99, ? 53, CEDU 2004 III (estratti)).
54. La Corte ? del parere che, astenendosi, per pi? di cinque anni, dall?adottare tutte le misure necessarie per conformarsi a una decisione giudiziaria definitiva ed esecutiva, le autorit? nazionali hanno privato, nel caso di specie, le disposizioni dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione di qualsiasi effetto utile e hanno pregiudicato lo Stato di diritto, fondato sulla preminenza del diritto e sulla sicurezza dei rapporti giuridici. Pertanto, vi ? stata violazione di tale disposizione.
b) Sulla violazione dell?articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione
55. La Corte considera nella fattispecie che, come ha constatato nella sentenza Matheus (sopra citata) e a differenza di quanto concluso nella sentenza Immobiliare Saffi (sopra citata, ? 46), il rifiuto delle autorit? di procedere allo sgombero dell?immobile della ricorrente non si traduca in una misura di regolamentazione dell?uso dei beni ai sensi dell?articolo 1 del Protocollo n. 1. Nella presente causa, e bench? si sia tenuto conto della questione di trovare un nuovo alloggio per gli occupanti, il rifiuto di procedere allo sfratto di questi ultimi non deriva direttamente dall?applicazione di una legge che rientra in una politica sociale ed economica in materia, ad esempio, di alloggio o di accompagnamento sociale di proprietari in difficolt?, ma da un rifiuto delle autorit? competenti, in circostanze particolari, e per parecchi anni, di procedere allo sgombero dell?immobile della ricorrente. Secondo la Corte, la mancata esecuzione della decisione del giudice per le indagini preliminari del 9 agosto 2013 deve pertanto essere esaminata alla luce della norma generale contenuta nel primo capoverso del primo comma dell?articolo 1 del Protocollo n. 1, che prevede il diritto al rispetto della propriet? (si veda, mutatis mutandis, Matheus, sentenza sopra citata, ? 68).
56. La Corte rammenta, inoltre, che l?esercizio reale ed effettivo del diritto che l?articolo 1 del Protocollo n. 1 garantisce non pu? dipendere unicamente dal dovere dello Stato di astenersi da qualsiasi ingerenza, e pu? esigere delle misure positive di tutela, in particolare laddove sussista un legame diretto tra le misure che un ricorrente potrebbe legittimamente attendersi dalle autorit? e il godimento effettivo da parte di quest?ultimo dei suoi beni (?neryildiz c. Turchia [GC], n. 48939/99, ? 134, CEDU 2004-XII).
57. Inoltre, combinata con il primo capoverso dell?articolo 1 del Protocollo n. 1, la preminenza del diritto, che ? uno dei principi fondamentali di una societ? democratica e che ? inerente a tutti gli articoli della Convenzione, giustifica che sia sanzionato uno Stato che si sia rifiutato di eseguire o di far eseguire una decisione giudiziaria (Matheus, sentenza sopra citata, ? 70).
58. Nella fattispecie, la Corte ribadisce che, per pi? di cinque anni, le autorit? sono rimaste inerti di fronte alla decisione con la quale il giudice per le indagini preliminari aveva ordinato lo sgombero dell?immobile della ricorrente.
La Corte ha appena riconosciuto che motivi di ordine sociale e necessit? di ordine pubblico, che essa non sottovaluta, avrebbero potuto giustificare un ritardo di esecuzione nella presente causa. Tuttavia, essa non pu? considerare accettabile la durata della mancata esecuzione nel caso di specie, che persiste tutt?oggi, unita all?assenza totale di informazioni relative agli atti compiuti o previsti dalle autorit? per porre fine alla situazione denunciata. Peraltro, la Corte non perde di vista il fatto che la ricorrente, nell?attesa, continua ad essere tenuta a pagare le spese relative al consumo energetico degli occupanti dell?immobile.
59. Considerati gli interessi individuali della ricorrente, le autorit? avrebbero dovuto, dopo aver dedicato un tempo ragionevole alla ricerca di una soluzione soddisfacente, adottare le misure necessarie al rispetto della decisione giudiziaria.
60. Per motivi simili a quelli esposti con riguardo alla dedotta violazione dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione, la Corte considera, tenuto conto di quanto sopra esposto, che vi sia stata nella fattispecie una violazione dell?articolo 1 del Protocollo n. 1.
II. SULLA DEDOTTA VIOLAZIONE DELL?ARTICOLO 13 DELLA CONVENZIONE
61. La ricorrente denuncia anche una violazione dell?articolo 13 della Convenzione. La stessa lamenta di non aver potuto disporre nel diritto interno di un ricorso effettivo che permettesse di far eseguire il provvedimento che disponeva lo sgombero del suo immobile, e ribadisce i motivi che aveva proposto sotto il profilo dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione per quanto riguarda il diritto di accesso a un tribunale.
62. La Corte osserva che questa doglianza ? legata a quella esaminata dal punto di vista dell?articolo 6 ? 1 e, pertanto, deve essere dichiarata anch?essa ricevibile. Tenuto conto delle conclusioni alle quali ? giunta dal punto di vista dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione (paragrafo 54 supra), la Corte ritiene tuttavia che la doglianza relativa all?articolo 13 non sollevi una questione separata.
63. Di conseguenza, essa conclude non doversi esaminare separatamente la doglianza relativa all?articolo 13.
III. SULL?APPLICAZIONE DELL?ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
64. Ai sensi dell?articolo 41 della Convenzione,
?Se la Corte dichiara che vi ? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli e se il diritto interno dell?Alta Parte contraente non permette se non in modo imperfetto di rimuovere le conseguenze di tale violazione, la Corte accorda, se del caso, un?equa soddisfazione alla parte lesa.?
A. Danno
65. La ricorrente chiede la somma di 9.517.500 euro (EUR) per il danno materiale, e indica che tale somma corrisponde all?affitto che avrebbe percepito, ossia 2.115.000 EUR l?anno, se tale affitto le fosse stato versato dall?inizio dell?occupazione controversa. Inoltre, chiede la somma di 100.000 EUR per il danno morale.
66. Il Governo ritiene che alla ricorrente non dovrebbe essere attribuita alcuna somma a titolo di equa soddisfazione, tenuto conto in particolare della possibilit? che l?interessata avrebbe di ottenere un risarcimento a livello nazionale.
67. La Corte osserva che la base di cui tener conto per accordare una somma a titolo di equa soddisfazione risiede, nel caso di specie, nella constatazione di violazione dell?articolo 6 della Convenzione e dell?articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione a causa della mancata esecuzione di un provvedimento giudiziario che ordinava lo sgombero dell?immobile della ricorrente.
68. La ricorrente chiede a titolo di danno materiale l?importo corrispondente all?affitto che avrebbe potuto percepire se avesse disposto del suo immobile. La Corte ritiene che, se la ricorrente ha innegabilmente e necessariamente subito un danno materiale a causa dell?inerzia persistente delle autorit? di fronte all?occupazione abusiva, non si possa in ogni caso prevedere quali sarebbero stati i redditi da locazione che la ricorrente avrebbe potuto percepire sfruttando il proprio immobile, che del resto non era affittato all?epoca dei fatti. Nemmeno il rapporto di perizia effettuato su richiesta dell?interessata permette alla Corte di calcolare con precisione il danno subito a questo titolo.
La Corte osserva infine, come il Governo, che la ricorrente potr? ottenere un risarcimento dinanzi ai giudici nazionali, che si trovano in una posizione migliore per valutare il danno materiale subito dall?interessata a causa dell?occupazione.
69. Inoltre, per quanto riguarda i costi che la ricorrente avrebbe dovuto sostenere, ossia il pagamento delle spese per il consumo energetico degli occupanti e delle imposte sulla propriet?, la Corte osserva che questi ultimi non sono stati n? quantificati n? richiesti dall?interessata nelle sue domande di equa soddisfazione.
70. In queste condizioni, non sar? accolta la domanda della ricorrente relativa al danno materiale (Barret e Sirjean, sopra citata, ? 54).
71. Invece, la Corte ritiene che la ricorrente abbia subito un danno morale certo che le semplici constatazioni di violazione non possono compensare. Deliberando in via equitativa ai sensi dell?articolo 41 della Convenzione, la Corte accorda all?interessata la somma di 20.000 EUR.
B. Interessi moratori
72. La Corte ritiene appropriato basare il tasso degli interessi moratori sul tasso d?interesse delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea maggiorato di tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL?UNANIMIT?,
1. Dichiara il ricorso ricevibile;
2. Dichiara che vi ? stata violazione dell?articolo 6 ? 1 della Convenzione e dell?articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione;
3. Dichiara non doversi esaminare la doglianza relativa all?articolo 13 Convenzione;
4. Dichiara
a. che lo Stato convenuto deve essere, entro tre mesi a decorrere dal giorno in cui la sentenza sar? divenuta definitiva conformemente all?articolo 44 ? 2 della Convenzione, la somma di 20.000 EUR (ventimila euro), pi? l?importo eventualmente dovuto a titolo di imposta, per il danno morale;
b. che, a decorrere dalla scadenza di detto termine e fino al versamento, tale importo dovr? essere maggiorato di un interesse semplice ad un tasso equivalente a quello delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea applicabile durante quel periodo, aumentato di tre punti percentuali;
5. Rigetta la domanda di equa soddisfazione per il resto.
Fatta in francese, poi comunicata per iscritto il 13 dicembre 2018, in applicazione dell?articolo 77 ?? 2 e 3 del regolamento della Corte.
Abel Campos
Cancelliere
Linos-Alexandre Sicilianos
Presidente

Testo Tradotto

Conclusion(s)
Violation de l’article 6 – Droit ? un proc?s ?quitable (Article 6 – Proc?dure d’ex?cution
Article 6-1 – Acc?s ? un tribunal)
Violation de l’article 1 du Protocole n? 1 – Protection de la propri?t? (Article 1 al. 1 du Protocole n? 1 – Respect des biens)
Pr?judice moral – r?paration (Article 41 – Pr?judice moral
Satisfaction ?quitable)

PREMI?RE SECTION

AFFAIRE CASA DI CURA VALLE FIORITA S.R.L. c. ITALIE

(Requ?te no 67944/13)

ARR?T

STRASBOURG

13 d?cembre 2018

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Casa di Cura Valle Fiorita S.r.l. c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
Linos-Alexandre Sicilianos, pr?sident,
Ksenija Turkovi?,
Guido Raimondi,
Krzysztof Wojtyczek,
Armen Harutyunyan,
Pauliine Koskelo,
Jovan Ilievski, juges,
et de Abel Campos, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 20 novembre 2018,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 67944/13) dirig?e contre la R?publique italienne et dont une soci?t? de droit italien, la Casa di Cura Valle Fiorita S.r.l. (? la requ?rante ?), a saisi la Cour le 21 octobre 2013 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. La requ?rante a ?t? repr?sent?e par OMISSIS, avocat ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agent, Mme E. Spatafora.
3. Devant la Cour, la requ?rante se plaignait de l?impossibilit? de reprendre possession de son immeuble occup? sans titre par des tiers.
4. Le 4 janvier 2017, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. La requ?rante est une soci?t? ? responsabilit? limit?e de droit italien qui a son si?ge ? Rome.
6. Elle est propri?taire d?un immeuble de 8 000 m2 environ qui est sis ? Rome et qui, entre 1971 et 2011, fut affect? ? l?usage d?une clinique en vertu de conventions successives conclues avec l?h?pital public San Filippo Neri.
7. La derni?re convention avec l?h?pital prit fin le 16 novembre 2011. L?immeuble resta d?s lors inoccup?, ? l?exception d?un appartement habit? par une tierce personne sur la base d?un contrat de commodat.
8. Le 6 d?cembre 2012, une centaine de personnes s?introduisirent par la force dans l?immeuble de la requ?rante et s?appropri?rent les lieux. Le m?me jour, la requ?rante d?posa une premi?re plainte devant le procureur de la R?publique. Elle d?non?ait une atteinte ? son droit de propri?t? et demandait l??vacuation des lieux.
9. Entre le 7 d?cembre 2012 et le 1er juillet 2013, la requ?rante r?it?ra sa plainte ? onze reprises, y joignant diff?rents documents ? l?appui de ses all?gations. Le 12 juin 2013, elle sollicita ?galement la saisie provisoire de l?immeuble.
10. Par une d?cision du 9 ao?t 2013, le juge des investigations pr?liminaires de Rome fit droit ? la demande du parquet en ce sens et ordonna que l?immeuble f?t saisi ? titre provisoire. Il releva qu?il ressortait des investigations diligent?es ? la suite de la plainte d?pos?e par la requ?rante que le bien ?tait occup? par 150 personnes environ et que la gestion de l?occupation, qui se serait inscrite dans l?action du mouvement citoyen de d?fense du droit au logement (movimento lotta per la casa), ?tait organis?e et r?gie par un groupe restreint d?individus qui agissaient ? but lucratif. Le juge ajouta qu?il ressortait par ailleurs de l?enqu?te que les occupants avaient commenc? ? modifier les lieux aussit?t apr?s l?occupation par la mise en place entre autres de grillages visant ? limiter l?acc?s ? l?immeuble. D?s lors, le juge consid?ra que le d?lit d?occupation abusive d?immeuble, puni par l?article 633 du code p?nal, ?tait envisageable en l?esp?ce et que la poursuite de l?occupation entra?nait un risque de d?gradation du bien et de pr?judice important pour la partie l?s?e.
11. Le procureur confia ? la Division des enqu?tes g?n?rales et des op?rations sp?ciales de la Police (Digos) la t?che de faire ex?cuter ladite d?cision. La Digos d?l?gua ensuite cette t?che au Comit? pour l?ordre et la s?curit? publique (CPOSP), encadr? par le pr?fet.
12. Le 18 septembre 2014, la Digos pr?senta au procureur de la R?publique un rapport concernant la situation de l?immeuble de la requ?rante. Elle indiquait dans ce rapport que, au cours des ann?es ant?rieures, de nombreuses occupations abusives d?immeubles, organis?es par diff?rents mouvements de d?fense du droit au logement et impliquant souvent des centaines de personnes, avaient eu lieu dans le d?partement de Rome. Elle arguait que, compte tenu de cette situation, il ?tait crucial de planifier soigneusement les expulsions des occupants afin de pr?server l?ordre public et de garantir l?assistance n?cessaire aux personnes vuln?rables impliqu?es. Elle pr?cisait que, concernant en particulier l?immeuble de la requ?rante, la question de l?expulsion avait ?t? abord?e en septembre 2013, mais qu?il avait ?t? d?cid? de renoncer ? cette solution compte tenu notamment de la situation financi?re de la municipalit? de Rome, laquelle n?aurait pas permis de reloger les occupants apr?s leur expulsion.
13. Le 23 septembre 2013, la requ?rante demanda au parquet de Rome de l?autoriser ? acc?der aux donn?es des personnes impliqu?es dans l?occupation abusive de son immeuble, afin qu?elle p?t intenter une action judiciaire ? leur encontre. Ladite demande fut rejet?e le 8 octobre 2013 par le parquet.
14. Le 3 mars 2015, la requ?rante intima ? l?administration d?ex?cuter la d?cision du 9 ao?t 2013. Celle-ci n?ayant pas donn? suite ? la demande, la requ?rante saisit le tribunal administratif du Latium le 21 mai 2015 en se plaignant du silence de l?administration.
15. Le pr?fet de Rome r?pondit par une note du 17 juin 2015. Il y indiquait que la situation du bien de la requ?rante ?tait similaire ? celle d?une centaine d?autres immeubles occup?s sans titre dans la ville de Rome. Il estimait que, pour ce qui ?tait des proc?dures d?expulsion, il ?tait n?cessaire d?obtenir au pr?alable de la part de la municipalit? des garanties de relogement des personnes ?vacu?es. Selon le pr?fet, en l?absence de telles garanties, il lui ?tait impossible, au vu des pr?rogatives qui ?taient les siennes, de proc?der aux expulsions. Le pr?fet ajoutait que, quant ? l?emploi de la force publique, la loi ne l?autorisait que dans le cas d?expulsions de locataires ordonn?es par un tribunal.
16. Entre-temps, le 15 septembre 2014, la requ?rante s??tait vu notifier par le tribunal de Rome une injonction de payer 30 000 euros environ au titre de la consommation d??nergie ?lectrique relative aux ann?es 2013 et 2014. Elle forma opposition contre cette injonction devant le tribunal de Rome. L?issue de cette proc?dure n?est pas connue.
17. D?apr?s une note de la municipalit? de Rome dat?e du 9 ao?t 2013, la requ?rante continue d??tre redevable vis-?-vis de la municipalit? de l?imp?t foncier sur l?immeuble occup?, dans la mesure o? elle est propri?taire du bien et titulaire du droit de possession sur celui-ci.
18. Il ressort du dossier que, par une note du 30 mars 2016, le pr?fet a invit? la municipalit? de Rome ? trouver des solutions de relogement pour les occupants afin de permettre la lib?ration de l?immeuble.
19. La proc?dure engag?e ? la suite de la plainte d?pos?e par la requ?rante le 6 d?cembre 2012 est toujours pendante au stade des investigations pr?liminaires.
II. LE DROIT INTERNE PERTINENT
20. Le d?cret no 14 du 20 f?vrier 2017 contient des normes en mati?re de s?curit? urbaine. Son article 11 concerne en particulier les occupations abusives d?immeubles. Le premier alin?a conf?re au pr?fet le pouvoir de faire ex?cuter les d?cisions judiciaires relatives aux occupations abusives, y compris en recourant ? la force publique, et de d?terminer les modalit?s des expulsions en veillant ? garantir l?ordre public et les int?r?ts des personnes vuln?rables impliqu?es. En cas d?annulation par l?autorit? judiciaire des d?cisions prises par le pr?fet aux termes du premier alin?a, l?administration a l?obligation de prendre les mesures n?cessaires pour garantir la cessation de l?occupation abusive. Un d?dommagement pour le propri?taire du bien est pr?vu en cas de dol ou de faute grave du pr?fet.
EN DROIT
I. SUR LES VIOLATIONS ALL?GU?ES DE L?ARTICLE 6 DE LA CONVENTION ET DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 ? LA CONVENTION
21. La requ?rante se plaint de la non-ex?cution de la d?cision du juge des investigations pr?liminaires du 9 ao?t 2013 ayant ordonn? la saisie et ? par suite ? l??vacuation de son immeuble. Elle invoque son droit ? une protection judiciaire effective garantie par l?article 6 ? 1 de la Convention, qui est ainsi libell? :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) dans un d?lai raisonnable, par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
22. La requ?rante all?gue ensuite que l?impossibilit? prolong?e qui lui serait faite de rentrer en possession de son immeuble occup? sans titre par des tiers constitue une violation de son droit au respect de ses biens tel que pr?vu par l?article 1 du Protocole no 1. Cette disposition est ainsi libell?e :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
A. Sur la recevabilit?
23. Le Gouvernement indique que la requ?rante n?a pas fait valoir devant le juge civil son droit au respect de sa propri?t? et que, de plus, elle n?a pas d?montr? son intention d?utiliser son immeuble apr?s la cessation des relations contractuelles avec l?h?pital San Filippo Neri.
24. Le Gouvernement observe aussi que la requ?rante a attendu deux ans avant d?introduire, le 25 mai 2015, un recours devant le tribunal administratif pour se plaindre de l?inaction de l?administration. Il en d?duit que, avant de saisir la Cour, elle ne s?est pas pleinement et correctement pr?value des voies de recours mises ? sa disposition par le droit interne.
25. Enfin, le Gouvernement fait r?f?rence au d?cret-loi no 14 du 20 f?vrier 2017 et ? la protection juridictionnelle offerte aux propri?taires des biens occup?s.
26. La requ?rante r?fute les arguments du Gouvernement. Elle soutient tout d?abord avoir fait valoir sans tarder ses droits de propri?t? sur l?immeuble dans la mesure o? elle aurait port? plainte contre l?occupation abusive de son bien le jour m?me des faits, ? savoir le 6 d?cembre 2012. Elle indique ensuite que, en mai 2015, elle a ?t? contrainte de saisir le tribunal administratif r?gional compte tenu de l?inaction de l?administration en d?pit de ses nombreuses sollicitations visant ? obtenir l?ex?cution de la saisie provisoire de l?immeuble, ordonn?e en ao?t 2013 par le juge des investigations pr?liminaires de Rome.
27. La requ?rante r?p?te que le droit interne ne lui a pas offert de recours effectif susceptible de lui permettre de faire valoir ses droits. Elle en veut pour preuve que ce n?est que le 30 mars 2016, soit plus de trois ans apr?s le d?but de l?occupation des lieux, que les autorit?s auraient recherch? activement des solutions de relogement permettant de proc?der ? l??vacuation de l?immeuble. Quant au rem?de civil, la requ?rante estime que, compte tenu des circonstances, un recours de ce type dirig? contre les occupants n?aurait eu aucune chance d?aboutir. En effet, elle pr?cise que l?identit? des occupants n?a jamais ?t? ?tablie par les autorit?s et qu?elle ne voit pas comment un huissier de justice nomm? par le juge civil aurait pu entrer en contact avec les individus concern?s alors que les autorit?s n?ont pas r?ussi ? faire ex?cuter la saisie bien qu?en en ayant ?t? charg?es par le juge p?nal.
28. Par ailleurs, la requ?rante indique que les op?rations de cl?ture de l?activit? de la clinique et le d?mant?lement des installations m?dicales ?taient encore en cours ? la date du d?but de l?occupation de l?immeuble. Elle estime que, d?s lors, l?argument du Gouvernement selon lequel elle n?avait pas l?intention d?utiliser le bien n?est pas pertinent.
29. Enfin, la requ?rante expose que le d?cret no 14 de 2017, entr? en vigueur post?rieurement ? l?introduction de sa requ?te, ne fait que limiter encore plus les droits des propri?taires des immeubles occup?s dans la mesure o? il conf?rerait les pleins pouvoirs au pr?fet pour lui permettre de veiller ? la sauvegarde des droits des occupants et o? il ne pr?voirait de r?paration pour les propri?taires qu?en cas de dol ou de faute grave du pr?fet.
30. La Cour consid?re tout d?abord que les arguments du Gouvernement soul?vent en substance une exception de non-?puisement des voies de recours internes et qu?il y a d?s lors lieu d?examiner la question de la recevabilit? de la requ?te.
31. Elle rappelle ensuite que l?obligation d??puiser les voies de recours internes, pr?vue par l?article 35 ? 1 de la Convention, concerne les voies de recours qui sont accessibles au requ?rant et qui peuvent porter rem?de ? la situation dont celui-ci se plaint. Ces voies de recours doivent exister ? un degr? suffisant de certitude, non seulement en th?orie mais aussi en pratique, sans quoi leur manquent l?accessibilit? et l?effectivit? voulues ; il incombe ? l??tat d?fendeur de d?montrer que ces exigences se trouvent r?unies. De surcro?t, un requ?rant qui a utilis? une voie de droit apparemment effective et suffisante ne saurait se voir reprocher de ne pas avoir essay? d?en utiliser d?autres qui ?taient disponibles mais ne pr?sentaient gu?re plus de chances de succ?s (Aquilina c. Malte [GC], no 25642/94, ? 39, CEDH 1999-III).
32. Pour se prononcer sur la question de savoir si la requ?rante a, dans les circonstances particuli?res de l?esp?ce, satisfait ? l?exigence d??puisement des voies de recours internes, il convient de d?terminer quel est l?acte des autorit?s de l??tat mis en cause qui fait grief ? l?int?ress?e. La Cour observe ? cet ?gard que la requ?rante se plaint du refus des autorit?s comp?tentes de donner ex?cution ? la saisie provisoire de son immeuble, ordonn?e le 9 ao?t 2013 par le juge des investigations pr?liminaires, et de faire ainsi ?vacuer les lieux, la saisie de l?immeuble ayant ?t? ordonn?e dans le but de pr?server son droit de propri?t? en tant que partie l?s?e dans la proc?dure et de lui permettre de rentrer en possession de son bien (paragraphe 10 ci-dessus).
33. La Cour remarque tout d?abord que le Gouvernement n?a pas indiqu? quel type de recours devant le juge civil aurait pu aboutir directement ? une telle ex?cution et ? l??vacuation des lieux. Elle observe par ailleurs que la tentative par laquelle la requ?rante a essay? d?identifier les occupants dans le but de les assigner en justice n?a pas abouti en raison du refus des autorit?s de communiquer les donn?es les concernant (paragraphe 13 ci dessus). La Cour rappelle au passage qu?un recours indemnitaire ne serait pas de nature ? compenser l?inaction des autorit?s vis-?-vis de l?occupation de la propri?t? de la requ?rante (voir, mutatis mutandis, Matheus c. France, no 62740/00, ? 71, 31 mars 2005, et Sud Est R?alisations c. France, no 6722/05, ? 59, 2 d?cembre 2010).
34. Quoi qu?il en soit, dans la mesure o? la requ?rante se plaint d?une atteinte ? son droit de propri?t?, la Cour note que la plainte d?pos?e par elle le jour du d?but de l?occupation de l?immeuble, qui a ?t? r?it?r?e ? plusieurs reprises par la suite et qui a donn? lieu ? la mesure de saisie provisoire de l?immeuble, visait pr?cis?ment ? la reconnaissance du droit de propri?t? de la requ?rante et ? l??vacuation des lieux.
35. Par ailleurs, la Cour note que ce sont les autorit?s qui sont tenues de pr?ter leur concours ? l?ex?cution de la d?cision du juge des investigations pr?liminaires pour que la requ?rante puisse obtenir la lib?ration de son immeuble. D?s lors, l?obligation d?agir p?se sur les autorit?s et non pas sur la requ?rante. Exiger de l?int?ress?e l?accomplissement d?autres d?marches dont les r?sultats ne pourraient ?tre qu?identiques, compte tenu de ce que les occupants r?sident ill?galement dans l?immeuble sans avoir ?t? ni identifi?s ni interpell?s, ne correspondrait pas ? l?exigence de l?article 35 ? 1 de la Convention (voir, mutatis mutandis, Matheus c. France (d?c.) no 62740/00, 18 mai 2004, et Barret et Sirjean c. France (d?c.), no 13829/03, 3 juillet 2007).
36. Pour ces m?mes raisons, la Cour consid?re qu?on ne saurait reprocher ? la requ?rante de ne pas avoir saisi plus t?t le tribunal administratif pour se plaindre de l?inaction des autorit?s vis-?-vis de l?ordre du juge des investigations pr?liminaires. D?autant plus que ce dernier rem?de, engag? par la requ?rante le 25 mai 2015, a ?t? en l?occurrence d?pourvu de toute effectivit? dans la mesure o? le tribunal administratif n?y a pas donn? suite et o? l?int?ress?e n?a toujours pas recouvr? la jouissance de son droit de propri?t?. La Cour rappelle que, selon sa jurisprudence, un recours doit exister avec un degr? suffisant de certitude, en pratique comme en th?orie, sans quoi lui manquent l?accessibilit? et l?effectivit? requises par la Convention (Sak?k et autres c. Turquie, 26 novembre 1997, ? 53, Recueil des arr?ts et d?cisions 1997 VII, Vernillo c. France, 20 f?vrier 1991, ? 27, s?rie A no 198, Johnston et autres c. Irlande, 18 d?cembre 1986, ? 45, s?rie A no 112, et Veysel ?ahin c. Turquie, no 4631/05, ? 21, 27 septembre 2011).
37. Enfin, quant aux dispositions du d?cret no 14 de 2017 auxquelles le Gouvernement fait r?f?rence dans ses observations, celui-ci n?a pas indiqu? dans quelle mesure elles offriraient ? la requ?rante une protection effective et concr?te de ses droits conventionnels.
38. Partant, l?exception du Gouvernement concernant le non-?puisement des voies de recours internes ne saurait ?tre retenue.
39. Constatant que la requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?elle ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour la d?clare recevable.
B. Sur le fond
1. Arguments des parties
40. La requ?rante d?nonce l?inaction des autorit?s vis-?-vis de l?occupation abusive de son immeuble malgr? l?ordre donn? en sa faveur par le juge des investigations pr?liminaires. Elle indique que la situation perdure malgr? les nombreuses sollicitations et d?marches qu?elle aurait entreprises pour obtenir l?ex?cution dudit ordre et l??vacuation de son bien, ce qui prouve ? ses yeux l?absence de protection de ses droits dans le syst?me national.
41. La requ?rante expose encore que l?occupation de son immeuble constitue un motif de fiert? pour le ? mouvement pour le droit au logement ?, qui organiserait r?guli?rement, dans l?enceinte de sa propri?t?, des f?tes et des manifestations publiques en faveur de la lutte pour le logement sans jamais ?tre inqui?t? par les autorit?s. Elle estime inacceptable que les occupants sans titre utilisent son immeuble en toute impunit? depuis plus de cinq ans tandis qu?elle-m?me resterait redevable des frais de consommation d?eau et d??lectricit?.
42. Le Gouvernement ne conteste pas que l?immeuble de la requ?rante est occup? sans titre par des tiers. Il r?plique cependant que les autorit?s comp?tentes, ? savoir le pr?fet et le CPSOP, sont d?termin?es ? donner ex?cution ? la d?cision du 9 ao?t 2013 pour garantir le droit de propri?t? de la requ?rante, mais ?galement pour assurer le respect des droits fondamentaux des occupants et de l?exigence de sauvegarde de l?ordre public. Ainsi, le Gouvernement soutient que l?ex?cution de la saisie provisoire de l?immeuble a ?t? simplement suspendue compte tenu de la complexit? de la situation et des diff?rents int?r?ts en jeu.
43. Il pr?cise que la requ?rante a d?ailleurs ?t? personnellement inform?e par les autorit?s des circonstances aff?rentes ? l?ex?cution de la saisie de son immeuble, notamment par la lettre du 17 juin 2015 (paragraphe 15 ci dessus).
44. Le Gouvernement affirme ?galement que la situation de la requ?rante est consid?r?e comme une priorit? par les autorit?s. Il en veut pour preuve que, le 30 mars 2016, elles ont officiellement invit? la municipalit? de Rome ? accomplir les d?marches n?cessaires afin de trouver des solutions de relogement pour les occupants de l?immeuble.
45. Le Gouvernement estime qu?il n?y a pas eu d?atteinte ? la propri?t? de la requ?rante et que, bien au contraire, la mesure de saisie d?cid?e en sa faveur par l?autorit? judiciaire constitue la preuve d?une reconnaissance du droit de celle-ci au respect de sa propri?t?.
2. Appr?ciation de la Cour
a) Sur la violation de l?article 6 ? 1 de la Convention
46. La Cour a r?cemment r?sum? les principes de sa jurisprudence en mati?re de droit d?acc?s ? un tribunal dans l?arr?t Paroisse gr?co-catholique Lupeni et autres c. Roumanie ([GC], no 76943/11, ?? 84-90, 29 novembre 2016). Aussi, la Cour rappelle que le droit ? l?ex?cution d?une d?cision de justice est un des aspects du droit d?acc?s ? un tribunal. Comme la Cour l?a d?j? affirm?, le droit ? un tribunal serait illusoire si l?ordre juridique interne d?un ?tat contractant permettait qu?une d?cision judiciaire d?finitive et obligatoire rest?t inop?rante au d?triment d?une partie. En effet, on ne comprendrait pas que l?article 6 ? 1 d?crive en d?tail les garanties de proc?dure ? ?quit?, publicit? et c?l?rit? ? accord?es aux parties et qu?il ne prot?ge pas la mise en ?uvre des d?cisions judiciaires ; si cet article devait passer pour concerner exclusivement l?acc?s au juge et le d?roulement de l?instance, cela risquerait de cr?er des situations incompatibles avec le principe de la pr??minence du droit que les ?tats contractants se sont engag?s ? respecter en ratifiant la Convention. L?ex?cution d?un jugement ou arr?t, de quelque juridiction que ce soit, doit donc ?tre consid?r?e comme faisant partie int?grante du ? proc?s ? au sens de l?article 6 (voir, entre autres, Hornsby c. Gr?ce, 19 mars 1997, ? 40, Recueil 1997-II).
47. Par ailleurs, la Cour rappelle que, si l?on peut admettre que les ?tats interviennent dans une proc?dure d?ex?cution d?une d?cision de justice, pareille intervention ne peut avoir comme cons?quence d?emp?cher, d?invalider ou encore de retarder de mani?re excessive l?ex?cution, et encore moins de remettre en question le fond de cette d?cision (Immobiliare Saffi c. Italie [GC], no 22774/93, ?? 63 et 66, CEDH 1999 V). Un sursis ? l?ex?cution d?une d?cision de justice pendant le temps strictement n?cessaire pour trouver une solution satisfaisante aux probl?mes d?ordre public peut se justifier dans des circonstances exceptionnelles (ibidem, ? 69).
48. Il appartient ? chaque ?tat contractant de se doter d?un arsenal juridique ad?quat et suffisant pour assurer le respect des obligations positives qui lui incombent. La Cour a pour t?che d?examiner si en l?esp?ce les mesures adopt?es par les autorit?s nationales ont ?t? ad?quates et suffisantes (voir, mutatis mutandis, Ignaccolo-Zenide c. Roumanie [GC], no 31679/96, ? 108, CEDH 2000-I).
49. En l?esp?ce, la Cour note tout d?abord que la d?cision du juge des investigations pr?liminaires de Rome du 9 ao?t 2013 portait sur un droit de caract?re civil de la requ?rante, ? savoir la protection de son droit de propri?t?. Par ailleurs, ladite d?cision de saisie rev?tait de par sa nature m?me un caract?re d?urgence, dans la mesure o? elle ?tait destin?e ? emp?cher la poursuite d?une infraction dans le but de pr?server l?int?grit? du bien de la partie l?s?e (paragraphe 10 ci-dessus). En outre, il n?est pas contest? que la d?cision litigieuse avait un caract?re d?finitif et ex?cutoire.
50. Or force est de constater que la saisie de l?immeuble demeure aujourd?hui encore non ex?cut?e en d?pit des nombreuses d?marches accomplies r?guli?rement par la requ?rante pour obtenir l?ex?cution de cette d?cision. De plus, la Cour observe qu?aucune tentative d?ex?cution n?a ?t? effectu?e par les autorit?s depuis que le juge a ordonn? la saisie en question.
51. Certes, le Gouvernement a justifi? le retard pris dans l?ex?cution par des raisons li?es ? l?ordre public et par des motivations d?ordre social. La Cour observe ? cet ?gard que les motifs avanc?s par les autorit?s pour justifier l?inex?cution de la saisie concernent principalement l?absence de solutions de relogement des occupants en raison notamment de difficult?s financi?res de la municipalit? (paragraphe 18 ci-dessus), les raisons li?es au risque de troubles ? l?ordre public n?ayant ?t? ?voqu?es que de mani?re g?n?rale et non circonstanci?e. N?anmoins, la Cour est pr?te ? admettre que les autorit?s internes ont pu avoir ?galement le souci de pallier le risque s?rieux de troubles ? l?ordre public li? ? l?expulsion de plusieurs dizaines de personnes, et ce d?autant que l?occupation de l?immeuble s?inscrivait dans le cadre d?une action militante ? fort impact m?diatique.
52. Toutefois, force est de constater que le Gouvernement n?a donn? aucune information quant aux d?marches qui auraient ?t? accomplies par l?administration pour trouver des solutions de relogement depuis le d?but de l?occupation ou, du moins, depuis la note officielle envoy?e par le pr?fet le 30 mars 2016. Par ailleurs, rien dans le dossier n??voque une quelconque disposition qui aurait ?t? prise en ce sens (voir, a contrario, Soci?t? Cofinco c. France (d?c.), no 23516/08, 12 octobre 2010).
53. D?s lors, si la Cour reconna?t que les motivations d?ordre social et les craintes relatives au risque de troubles ? l?ordre public pouvaient justifier en l?esp?ce des difficult?s d?ex?cution et un retard dans la lib?ration des lieux, elle estime toutefois injustifi?e l?inaction totale et prolong?e des autorit?s italiennes en l?esp?ce. Par ailleurs, il convient de rappeler qu?un manque de ressources ne saurait constituer en soi une justification acceptable pour l?inex?cution d?une d?cision de justice (voir, mutatis mutandis, Bourdov c. Russie, no 59498/00, ? 35, CEDH 2002-III, et Cocchiarella c. Italie [GC], no 64886/01, ? 90, CEDH 2006-V), non plus que l?absence de logements de substitution (Prodan c. Moldova, no 49806/99, ? 53, CEDH 2004 III (extraits)).
54. La Cour est d?avis que, en s?abstenant, pendant plus de cinq ann?es, de prendre toute mesure n?cessaire pour se conformer ? une d?cision judiciaire d?finitive et ex?cutoire, les autorit?s nationales ont priv?, en l?occurrence, les dispositions de l?article 6 ? 1 de la Convention de tout effet utile et qu?elles ont port? atteinte ? l??tat de droit, fond? sur la pr??minence du droit et la s?curit? des rapports juridiques. Partant, il y a eu violation de cette disposition.
b) Sur la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention
55. La Cour consid?re en l?esp?ce que, ? l?instar de ce qu?elle a constat? dans l?arr?t Matheus (pr?cit?) et ? la diff?rence de ce qu?elle a conclu dans l?arr?t Immobiliare Saffi (pr?cit?, ? 46), le refus des autorit?s de proc?der ? l??vacuation de l?immeuble de la requ?rante ne s?analyse pas en une mesure de r?glementation de l?usage des biens au sens de l?article 1 du Protocole no 1. Dans la pr?sente affaire, et bien que la question du relogement des occupants ait ?t? prise en compte, le refus de proc?der ? l?expulsion de ces occupants ne d?coule pas directement de l?application d?une loi relevant d?une politique sociale et ?conomique dans le domaine, par exemple, du logement ou de l?accompagnement social de locataires en difficult?, mais d?un refus des autorit?s comp?tentes, dans des circonstances particuli?res, et pendant plusieurs ann?es, de proc?der ? l??vacuation de la propri?t? de la requ?rante. Selon la Cour, le d?faut d?ex?cution de la d?cision du juge des investigations pr?liminaires du 9 ao?t 2013 doit d?s lors ?tre examin? ? la lumi?re de la norme g?n?rale contenue dans la premi?re phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1, qui ?nonce le droit au respect de la propri?t? (voir, mutatis mutandis, Matheus, arr?t pr?cit?, ? 68).
56. La Cour rappelle en outre que l?exercice r?el et efficace du droit que l?article 1 du Protocole no 1 garantit ne saurait d?pendre uniquement du devoir de l??tat de s?abstenir de toute ing?rence et qu?il peut exiger des mesures positives de protection, notamment l? o? il existe un lien direct entre les mesures qu?un requ?rant pourrait l?gitimement attendre des autorit?s et la jouissance effective par ce dernier de ses biens (?neryildiz c. Turquie [GC], no 48939/99, ? 134, CEDH 2004-XII).
57. Par ailleurs, combin?e avec la premi?re phrase de l?article 1 du Protocole no 1, la pr??minence du droit, qui est l?un des principes fondamentaux d?une soci?t? d?mocratique et qui est inh?rente ? l?ensemble des articles de la Convention, justifie la sanction d?un ?tat ayant refus? d?ex?cuter ou de faire ex?cuter une d?cision de justice (Matheus, arr?t pr?cit?, ? 70).
58. En l?esp?ce, la Cour r?it?re que, pendant plus de cinq ans, les autorit?s sont rest?es inactives face ? la d?cision par laquelle le juge des investigations pr?liminaires avait ordonn? l??vacuation de l?immeuble de la requ?rante.
La Cour vient de reconna?tre que des raisons d?ordre social et des n?cessit?s d?ordre public, qu?elle ne sous-estime pas, auraient pu en l?esp?ce justifier un retard d?ex?cution. Cependant, elle ne peut consid?rer comme acceptable la dur?e de l?inex?cution en l?esp?ce, qui perdure encore ? ce jour, associ?e ? l?absence totale d?informations concernant les d?marches entreprises ou envisag?es par les autorit?s pour mettre un terme ? la situation. Par ailleurs, la Cour ne perd pas de vue que la requ?rante est toujours redevable, en attendant, des frais de consommation ?nerg?tique des occupants de l?immeuble.
59. Compte tenu des int?r?ts individuels de la requ?rante, les autorit?s auraient d?, apr?s un laps de temps raisonnable consacr? ? la recherche d?une solution satisfaisante, prendre les mesures n?cessaires au respect de la d?cision de justice.
60. Pour des raisons similaires ? celles expos?es au regard de l?all?gation de violation de l?article 6 ? 1 de la Convention, la Cour consid?re, eu ?gard ? ce qui pr?c?de, qu?il y a eu en l?esp?ce violation de l?article 1 du Protocole no 1.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 13 DE LA CONVENTION
61. La requ?rante d?nonce ?galement une violation de l?article 13 de la Convention. Elle se plaint de ne pas avoir dispos? en droit interne d?un recours effectif susceptible de lui permettre de faire ex?cuter la d?cision ordonnant l??vacuation de son immeuble. Elle r?it?re les motifs qu?elle avait avanc?s sous l?angle de l?article 6 ? 1 de la Convention quant au droit d?acc?s ? un tribunal.
62. La Cour rel?ve que ce grief est li? ? celui examin? sous l?angle de l?article 6 ? 1 et doit donc aussi ?tre d?clar? recevable. Compte tenu des conclusions auxquelles elle est parvenue sur le terrain de l?article 6 ? 1 de la Convention (paragraphe 54 ci-dessus), la Cour estime cependant que le grief tir? de l?article 13 ne soul?ve pas de question distincte.
63. En cons?quence, elle conclut qu?il n?y a pas lieu d?examiner s?par?ment le grief tir? de l?article 13.
III. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
64. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
65. La requ?rante r?clame 9 517 500 euros (EUR) pour pr?judice mat?riel. Elle indique que cette somme correspond aux loyers qu?elle aurait per?us, ? savoir 2 115 000 EUR par an, s?ils lui avaient ?t? vers?s depuis le d?but de l?occupation litigieuse. Elle demande ?galement 100 000 EUR pour dommage moral.
66. Le Gouvernement estime qu?aucune somme ne devrait ?tre allou?e ? la requ?rante au titre de la satisfaction ?quitable compte tenu notamment de la possibilit? qui serait celle de l?int?ress?e d?obtenir un d?dommagement au niveau national.
67. La Cour observe que la base ? retenir pour l?octroi d?une satisfaction ?quitable r?side en l?esp?ce dans le constat de violation de l?article 6 de la Convention et de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ? raison de la non-ex?cution d?une d?cision de justice ordonnant l??vacuation de l?immeuble de la requ?rante.
68. La requ?rante demande ? titre de dommage mat?riel le montant des loyers qu?elle aurait pu obtenir si elle avait eu la possession de son immeuble. La Cour estime que si la requ?rante a incontestablement et n?cessairement subi un pr?judice mat?riel en raison de l?inaction prolong?e des autorit?s vis-?-vis de l?occupation abusive, l?on ne saurait n?anmoins sp?culer sur ce qu?auraient ?t? les revenus locatifs que la requ?rante aurait pu percevoir en exploitant son immeuble, qui n??tait d?ailleurs pas lou? au moment des faits. Le rapport d?expertise diligent? ? la demande de l?int?ress?e ne permet pas davantage ? la Cour de calculer avec pr?cision le pr?judice subi de ce chef.
La Cour note enfin, avec le Gouvernement, que la requ?rante pourra obtenir un d?dommagement devant les instances nationales, mieux plac?es pour appr?cier le pr?judice mat?riel souffert par l?int?ress?e en raison de l?occupation.
69. En outre, pour ce qui est des co?ts auxquels la requ?rante aurait ?t? expos?e, ? savoir le paiement des frais de consommation ?nerg?tique des occupants et des imp?ts sur la propri?t?, la Cour observe que ceux-ci n?ont ?t? ni chiffr?s ni r?clam?s par l?int?ress?e dans ses demandes de satisfaction ?quitable.
70. Dans ces conditions, il ne sera pas fait droit ? la demande de la requ?rante au titre de pr?judice mat?riel (Barret et Sirjean, pr?cit?e, ? 54).
71. En revanche, la Cour estime que la requ?rante a subi un pr?judice moral certain que les constats de violation ne sauraient compenser. Statuant en ?quit? comme le veut l?article 41 de la Convention, elle accorde ? l?int?ress?e la somme de 20 000 EUR.
B. Int?r?ts moratoires
72. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;

2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention et de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ;

3. Dit qu?il n?y a pas lieu d?examiner le grief tir? de l?article 13 de la Convention ;

4. Dit,
a) que l??tat d?fendeur doit verser ? la requ?rante, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, 20 000 EUR (vingt mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage moral ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ce montant sera ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

5. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 13 d?cembre 2018, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Abel Campos Linos-Alexandre Sicilianos
Greffier Pr?sident

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