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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE CARLETTA c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: P1-1
Numero: 63861/00/2005
Stato: Italia
Data: 2005-07-15 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Non luogo a procedere ad esaminare l’eccezione preliminare; Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata

PRIMA SEZIONE
CAUSA CARLETTA C. ITALIA
( Richiesta no 63861/00)
SENTENZA
STRASBURGO
15 luglio 2005
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Carletta c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, prima sezione, riunendosi in una camera composta di:
IL SIG. C.L. Rozakis, presidente
la Sig.ra F. Tulkens,
il Sig. P. Lorenzen, il Sig.re N. Vajić,
S. Botoucharova, Sigg.. V. Zagrebelsky, K. Hajiyev, giudici,
e del Sig. S. Nielsen, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 23 giugno 2005,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 63861/00) diretta contro la Repubblica italiana e in cui un cittadino di questo Stato, P. R. C. (“il richiedente”), ha investito la Corte il 18 novembre 2000 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? rappresentato dal Sig. L. C., avvocato a Benevento. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. I. Braguglia, e col suo coagente, il Sig. F. Crisafulli.
3. Il richiedente adduceva in particolare un attentato ingiustificato al suo diritto al rispetto dei suoi beni.
4. La richiesta ? stata assegnata alla prima sezione della Corte, articolo 52 ? 1 dell’ordinamento. In seno a questa, la camera incaricata di esaminare la causa, articolo 27 ? 1 della Convenzione, ? stata costituita conformemente all’articolo 26 ? 1 dell’ordinamento.
5. Con una decisione del 5 settembre 2002, la camera ha dichiarato la richiesta parzialmente irricevibile. Il 1 aprile 2004, ha dichiarato il restante della richiesta accettabile (articolo 54 ? 3 dell’ordinamento).
6. Tanto il richiedente che il Governo hanno depositato delle osservazioni scritte sul merito della causa, articolo 59 ? 1 dell’ordinamento.
7. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni, articolo 25 ? 1 dell’ordinamento. La presente richiesta ? stata assegnata alla prima sezione cos? ricomposta, articolo 52 ? 1.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
8. Il richiedente era comproprietario di un terreno ubicato a Fragneto l’Abate (Benevento) e registrato al catasto, foglio 18, appezzamenti 51, 56, 63, 167 e foglio 20, appezzamento 75.
9. Con un’ordinanza del 7 agosto 1979, il sindaco di Fragneto l’Abate autorizz? l’occupazione di emergenza del terreno, per un periodo massimale di cinque anni, in vista della sua espropriazione. Nel settembre 1979 ci fu occupazione materiale.
10. Nell’agosto 1982, una seconda ordinanza autorizz? l’occupazione di un’altra parte di terreno. Ad una data non precisata, ci fu occupazione materiale.
11. Con un atto di assegnazione notificata l? 8 febbraio 1983, il richiedente ed il comproprietario introdussero dinnanzi al tribunale civile di Benevento un ricorso in danno-interessi contro la citt? di Fragneto l’Abate. Adducevano che l’occupazione del terreno era illegale, e che i lavori di costruzione di una strada si erano conclusi senza che si fosse proceduto all’espropriazione formale del terreno ed al pagamento di un’indennit?.
12. Durante il processo il tribunale ordin? una perizia e parecchi complementi di perizia. Risulta della pratica che una parte del terreno, 148 metri quadrati, era stata utilizzata per la costruzione di una strada e che ad una data non precisata era stata trasformata dunque irreversibilmente dal lavoro di interesse pubblico. Il metro quadrato di questa parte di terreno era valutato a 20 000 ITL. Tuttavia, visto l’entrata in vigore della legge no 662 del 1996, l’indennit? ad accordare era plafonata a 10 165 ITL il metro quadrato. L’altro parte del terreno occupato, 130 metri quadrati, non era stata trasformata in modo irreversibile dato che era servito per porre delle fogne.
13. Con un giudizio depositato alla cancelleria il 14 aprile 2003, il tribunale di Benevento stim? che l’occupazione degli appezzamenti controversi era stata illegale.
14. In quanto al terreno utilizzato per costruire la strada, il tribunale dichiar? che gli interessati erano stati privati del loro bene al momento e per l’effetto della trasformazione irreversibile di questo. La data alla quale c’? stato trasferimento di propriet? a favore dell’amministrazione non risulta dal giudizio. Il tribunale accord? un’indennit? di 1 528, 71 EUR, conformemente alle stime dei periti ed alla legge no 662 del 1996.
15. Per ci? che riguarda l? parte di terreno, il tribunale dichiar? che i protagonisti ne erano ancora proprietari visto che il sistema di fogne che l?attraversano non aveva trasformato irreversibilmente i luoghi ed aveva costituito solamente una servit? di passaggio. Il tribunale accord? un risarcimento.
16. La somma globale dovuta doveva essere indicizzata e doveva essere aumentata di interessi fino al giorno del pagamento. In quanto agli oneri di procedimento, il tribunale condann? l’amministrazione a rimborsarli a concorrenza di 4 121, 19 EUR ed a versare questa somma nelle mani dell’avvocato che aveva rappresentato il richiedente.
17. Risulta dalla pratica che il richiedente ha dovuto impegnare nel gennaio 2004 un procedimento di esecuzione per ottenere, nel maggio 2004, il pagamento dell’indennit? che gli ? stata accordata.
18. Il giudizio del tribunale di Benevento ? diventato definitivo il 30 maggio 2004.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNI PERTINENTI
A. L’occupazione di emergenza di un terreno
19. In dritto italiano, il procedimento accelerato di espropriazione permette all’amministrazione di occupare un terreno e di costruire prima dell’espropriazione. Una volta dichiarato di utilit? pubblica il lavoro da realizzare ed adottato il progetto di costruzione, l’amministrazione pu? decretare l’occupazione di emergenza delle zone ad espropriare per una durata determinata che non supera cinque anni (articolo 20 della legge no 865 del 1971). Questo decreto diventa nullo se l’occupazione materiale del terreno non ha luogo nei tre mesi seguente la sua promulgazione. Prima della fine del periodo di occupazione autorizzata, deve essere preso un decreto di espropriazione formale.
20. L’occupazione autorizzata di un terreno d? diritto ad un’indennit? di occupazione. La Corte costituzionale ha riconosciuto, nella sua sentenza no 470 del 1990, un diritto di accesso immediato ad un tribunale al fine di richiedere l’indennit? di occupazione appena il terreno ? occupato materialmente, senza bisogno di aspettare che l’amministrazione procede ad un’offerta di indennizzo.
B. Il principio dell’espropriazione indiretta (“occupazione acquisitiva” o “accessione invertita”)
21. Negli anni 1970, parecchie amministrazioni locali procedettero alle occupazioni di emergenza di terreni che non furono seguite da decreti di espropriazione. Le giurisdizioni italiane si trovarono confrontate a casi in cui il proprietario di un terreno aveva perso di facto la disponibilit? di questo in ragione dell’occupazione e del compimento di lavori di costruzione di un lavoro pubblico. Restava da sapere se, semplicemente con l’effetto dei lavori effettuati, l’interessato aveva perso anche la propriet? terreno.
1. La giurisprudenza prima della sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
22. La giurisprudenza era molto divisa sul punto di sapere quale erano gli effetti della costruzione di un lavoro pubblico su un terreno occupato illegalmente. Per occupazione illegale, bisogna intendere un’occupazione illegale ab initio, o un’occupazione inizialmente autorizzata e diventata in seguito senza titolo, essendo annullato il titolo o proseguendo l’occupazione al di l? della scadenza autorizzata senza che un decreto di espropriazione non sia sopraggiunto.
23. Secondo una prima giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? terreno dopo il completamento del lavoro pubblico. Tuttavia, non poteva chiedere una rimessa in stato del terreno e poteva impegnare unicamente un’azione in danni ed interessi per occupazione abusiva, non sottoposta ad un termine di prescrizione poich? l’illegalit? che deriva dell’occupazione era permanente. L’amministrazione poteva adottare in ogni momento una decisione formale di espropriazione; in questo caso, l’azione in danno-interessi si trasformava in controversia ricadente sull’indennit? di espropriazione ed i danno-interessi erano dovuti solamente per il periodo anteriore al decreto di espropriazione per il non-godimento del terreno (vedere, tra altri, le sentenze della Corte di cassazione no 2341 del 1982, no 4741 di 1981, no 6452 e no 6308 del 1980).
24. Secondo una seconda giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? del terreno e poteva chiedere la rimessa in stato, quando l’amministrazione aveva agito senza che ci fosse utilit? pubblica (vedere, per esempio, Corte di cassazione, sentenza no 1578 del 1976, sentenza no 5679 del 1980).
25. Secondo una terza giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione perdeva automaticamente la propriet? del terreno al momento della trasformazione irreversibile del bene, ossia al momento del completamento del lavoro pubblico. L’interessato aveva il diritto di chiedere dei danno-interessi (vedere la sentenza no 3243 del 1979 della Corte di cassazione).
2. La sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
26. Con una sentenza del 16 febbraio 1983, la Corte di cassazione, deliberando in camere riunite, risolse il conflitto di giurisprudenza ed adott? la terza soluzione. Cos? fu consacrato il principio dell’espropriazione indiretta (accessione invertita od occupazione acquisitiva). In virt? di questo principio, il potere pubblico acquista ab origine la propriet? di un terreno senza procedere ad un’espropriazione formale quando, dopo l’occupazione del terreno, ed a prescindere della legalit? dell’occupazione, il lavoro pubblico ? stato realizzato. Quando l’occupazione ? ab initio senza titolo, il trasferimento di propriet? ha luogo al momento del completamento del lavoro pubblico. Quando l’occupazione del terreno ? stata inizialmente autorizzata, il trasferimento di propriet? ha luogo alla scadenza del periodo di occupazione autorizzata. Nella stessa sentenza, la Corte di cassazione precis? che, in ogni caso di espropriazione indiretta, l’interessato ha diritto ad un risarcimento integrale, avendo avuto luogo senza titolo l’acquisizione del terreno. Questo risarcimento non ? versato tuttavia, automaticamente; incombe sull’interessato di richiedere dei danno-interessi. Inoltre, il diritto a risarcimento ? abbinato al termine di prescrizione contemplato in caso di responsabilit? da delitto, ossia cinque anni, cominciando a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
3. La giurisprudenza dopo la sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
a) La prescrizione
27. In un primo tempo, la giurisprudenza considerava che non trovava ad applicarsi nessuno termine di prescrizione, poich? l’occupazione senza titolo del terreno costituiva un atto illegale continuo. La Corte di cassazione, nella sua sentenza no 1464 del 1983, afferm? che il diritto a risarcimento era sottoposto ad un termine di prescrizione di cinque anni. In seguito, la prima sezione della Corte di cassazione afferm? che doveva applicarsi un termine di prescrizione di dieci anni, sentenze no 7952 di 1991 e no 10979 del 1992. Con una sentenza del 22 novembre 1992, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha troncato definitivamente la questione, stimando che il termine di prescrizione ? di cinque anni e che comincia a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
b) La sentenza no 188 del 1995 della Corte costituzionale
28. In questa sentenza, la Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione il principio dell’espropriazione indiretta, nella misura in cui questo principio ? radicato in una disposizione legislativa, ossia l’articolo 2043 del codice civile che regola la responsabilit? da delitto. Secondo questa sentenza, il fatto che l’amministrazione diventi proprietario di un terreno traendo beneficio dal suo comportamento illegale non d? nessun problema sul piano costituzionale, poich? l’interesse pubblico, ossia la conservazione del lavoro pubblico, prevale sull’interesse dell’individuo, e dunque sul diritto di propriet? di questo ultimo. La Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione l’applicazione all’azione in risarcimento del termine di prescrizione di cinque anni, come previsto con l’articolo 2043 del codice civile per responsabilit? da delitto.
c) Caso di mancata applicazione del principio dell’espropriazione indiretta
29. Gli sviluppi della giurisprudenza mostrano che il meccanismo con il quale la costruzione di un lavoro pubblico provoca il trasferimento di propriet? del terreno a favore dell’amministrazione conosce delle eccezioni.
30. Nella sua sentenza no 874 del 1996, il Consiglio di stato ha affermato che non c’? espropriazione indiretta quando le decisioni dell’amministrazione ed il decreto di occupazione di emergenza sono state annullate dalle giurisdizioni amministrative; in questo caso, la decisione giudiziale sarebbe svuotata di sostanza.
31. Nella sua sentenza no 1907 del 1997, la Corte di cassazione che delibera in camere riunite ha affermato che l’amministrazione non diventa proprietario di un terreno quando le decisioni che ha adottato e la dichiarazione di utilit? pubblica devono essere consideraeta come nulli ab initio. In questo caso, l’interessato si conserva la propriet? dal terreno e pu? chiedere in integrum il restitutio. Pu? come alternativa, chiedere dei danno-interessi. L’illegalit? in questi casi ha un carattere permanente e non trovo applicazione nessuno termine di prescrizione.
32. Nella sentenza no 6515 del 1997, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha affermato che non c’? trasferimento di propriet? quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata dalle giurisdizioni amministrative. In questo caso dunque, non trova ad applicarsi il principio dell’espropriazione indiretta. L’interessato che conserva la propriet? dal terreno, ha la possibilit? di chiedere in integrum il restitutio. L’introduzione di una domanda in danno-interessi provoca una rinuncia al restitutio in integrum. Il termine di prescrizione di cinque anni comincia a decorrere dal momento in cui la decisione del giudice amministrativo diventa definitiva.
33. Nella sentenza no 148 del 1998, la prima sezione della Corte di cassazione ha seguito la giurisprudenza delle camere riunite e ha affermato che il trasferimento di propriet? per effetto dell’espropriazione indiretta non ha luogo quando la dichiarazione di utilit? pubblica alla quale il progetto di costruzione era abbinato ? stata considerata come invalida ab initio.
34. Nella sentenza no 5902 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite ha riaffermato che non c’? trasferimento di propriet? nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica valida.
35. Conviene confrontare questa giurisprudenza con la legge no 458 di 1988 (vedere sotto ?? 36-37) e col Repertorio delle disposizioni sull’espropriazione, entrata in vigore il 30 giugno 2003 (vedere sotto ?? 45-46).
4. Il legge no458 del 27 ottobre 1988
36. Ai termini dell’articolo 3 di questa legge, “Il proprietario di un terreno, utilizzato per la costruzione di edifici pubblici e di case popolari, ha diritto al risarcimento del danno subito, in seguito ad un’espropriazione dichiarata illegale con una decisione passata in forza di cosa giudicata, ma non pu? pretendere la restituzione del suo bene. Ha anche dritto, in pi? del risarcimento del danno, alle somme dovute in ragione del deprezzamento monetario ed a quelle menzionate all’articolo 1224 ? 2 del codice civile e questo a contare del giorno dell’occupazione illegale.”
37. Interpretando l’articolo 3 della legge di 1988, la Corte costituzionale, nella sua sentenza del 12 luglio 1990 (n? 384), ha considerato: “Con la disposizione attaccata, il legislatore, tra gli interessi dei proprietari dei terreni – ottenere in caso di espropriazione illegale la restituzione dei terreni – e l’interesse pubblico – concretizzato dalla destinazione di questi beni alle finalit? di costruzioni residenziali pubbliche a condizioni favorevoli o convenzionate – ha dato la precedenza a questo ultimo interesse.”
5. L’importo del risarcimento in caso di espropriazione indiretta
38. Secondo la giurisprudenza di 1983 della Corte di cassazione in materia di espropriazione indiretta, un risarcimento integrale del danno subito, sotto forma di danno-interessi per la perdita del terreno, era dovuto in compenso all’interessato della perdita di propriet? che provoca l’occupazione illegale.
39. La legge di bilancio del 1992, articolo 5 bis del decreto-legge no 333 del 11 luglio 1992, modific? questa giurisprudenza, nel senso che l’importo dovuto in caso di espropriazione indiretta non poteva superare l’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale. Con la sentenza no 369 del 1996, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale questa disposizione.
40. In virt? della legge di bilancio no 662 del 1996 che segu? la disposizione dichiarata incostituzionale, l’indennizzo integrale non pu? essere accordato per un’occupazione di terreno avendo avuto luogo prima del 30 settembre 1996. In questa ottica, l’indennizzo equivale all’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale, nell’ipotesi pi? favorevole al proprietario, mediante un aumento del 10%.
41. Con la sentenza no 148 del 30 aprile 1999, la Corte costituzionale ha giudicato una tale indennit? compatibile con la Costituzione. Tuttavia, nella stessa sentenza, la Corte ha precisato che un’indennit? integrale, a concorrenza del valore venale del terreno, pu? essere richiesta quando l’occupazione e la privazione del terreno non hanno avuto luogo a causa di utilit? pubblica.
6. La giurisprudenza dopo le sentenze della Corte del 30 maggio 2000 nelle cause Belvedere Alberghiera e Carbonara e Ventura
42. Con le sentenze no 5902 e 6853 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite si ? pronunciata di nuovo sul principio dell’espropriazione indiretta, facendo riferimento alle due sentenze della Corte precitata.
43. Alla vista della constatazione di violazione dell’articolo 1 del protocollo no 1 nelle cause sopra, la Corte di cassazione ha affermato che il principio dell’espropriazione indiretta sostiene un ruolo importante nella cornice del sistema giuridico italiano e che ? compatibile con la Convenzione.
44. Pi? specificamente, la Corte di cassazione-dopo avere analizzato la storia del principio dell’espropriazione indiretta – ha detto che alla vista in materia dell’uniformit? della giurisprudenza, il principio dell’espropriazione indiretta deve considerarsi come essendo pienamente “prevedibile” a contare del 1983. Di questo fatto, l’espropriazione indiretta deve essere considerata come essendo rispettosa del principio di legalit?. Trattandosi delle occupazioni di terreno che ha luogo senza dichiarazione di utilit? pubblica, la Corte di cassazione ha affermato che queste non sono atte a trasferire la propriet? del bene allo stato. In quanto all’indennizzo, la Corte di cassazione ha affermato che, anche se ? inferiore al danno subito dall’interessato, ed in particolare al valore del terreno, l’indennizzo dovuto in caso di espropriazione indiretta ? sufficiente per garantire un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo.
7. Il Repertorio delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione a causa di utilit? pubblica (qui di seguito “il Repertorio)
45. Il 30 giugno 2003 ? entrato in vigore il Decreto Presidenziale no 327 del 8 giugno 2001, modificato dal Decreto legislativo no 302 del 27 dicembre 2002, e che regola il procedimento di espropriazione. Il Repertorio codifica le disposizioni e la giurisprudenza esistente in materia. In particolare, codifica il principio dell’espropriazione indiretta. Il Repertorio che non si applica ai casi di occupazione sopraggiunta anteriormente a 1996 e non si applica dunque nello specifico, si ? sostituito, a partire dalla sua entrata in vigore, all’insieme della legislazione la giurisprudenza precedente in materia di espropriazione.
46. Al suo articolo 43, il Repertorio contempla che nella mancanza di un decreto di espropriazione, o nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, un terreno trasformato in seguito alla realizzazione di un lavoro pubblico ? acquisito al patrimonio dell’autorit? che l’ha trasformato; dei danno-interessi sono accordati in compenso. L’autorit? pu? acquisire un bene anche quando il piano di urbanistica o la dichiarazione di utilit? pubblica sono stati annullati. Il proprietario pu? chiedere al giudice la restituzione del terreno. L’autorit? in causa si pu? opporre. Quando il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno, il proprietario ha diritto ad un risarcimento.
IN DIRITTO
I. SULL’ECCEZIONE PRELIMINARE DEL GOVERNO
47. Nelle sue osservazioni sull’ammissibilit?, il Governo aveva sollevato un’eccezione derivata del non esaurimento delle vie di ricorso interne al motivo che il procedimento nazionale era pendente dinnanzi al tribunale di Benevento cos? che non c’era ancora giudizio interno definitivo.
48. Nelle sue osservazioni sul merito, il Governo prende nota di ci? che il tribunale di Benevento ha pronunciato un giudizio che ? diventato definitivo nel frattempo.
49. La Corte ricorda che, nella sua decisione sull’ammissibilit? del 1 aprile 2004, ha deciso di unire al merito l’eccezione del Governo. Visto che il procedimento impegnato dal richiedente si ? concluso in seguito, nella misura in cui il giudizio reso dal tribunale di Benevento ? diventato definitivo il 30 maggio 2004, non si impone di pronunciarsi sull’eccezione del Governo.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
50. Il richiedente sostiene essere stato privato del suo terreno nelle circostanze incompatibili con l’articolo 1 del Protocollo no 1, cos? formulato,:
“Ogni persona fisica o morale ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Tesi difese dinnanzi alla Corte
1. Il richiedente
51. Riferendosi alla sentenza Carbonara e Ventura c. Italia (no 24638/94, CEDH 2000-VI) ed alla sentenza Belvedere Alberghiera s.r.l. c. Italia (no 31524/96) CEDH-VI), il richiedente osserva che l’applicazione del principio dell’espropriazione indiretta al suo caso non ? conforme al principio della preminenza del diritto.
52. A questo riguardo, il richiedente fa osservare che il terreno controverso ? stato occupato e trasformato senza che non fosse stato adottato un decreto di espropriazione. Questo ? solamente perch? ha intentato un procedimento in danno-interessi dinnanzi alle giurisdizioni nazionali che pu? ottenere una decisione giudiziale dichiarante l’illegalit? dell’occupazione e che ha come conseguenza di dichiararlo allo stesso tempo in modo retroattivo privato del suo bene, a partire dal momento in cui il terreno ? stato trasformato. Questa constatazione di illegalit? non potrebbe essere rimessa in causa col fatto che, dinnanzi alle giurisdizioni nazionali, non ha chiesto la restituzione del terreno, visto in particolare che questa restituzione sarebbe considerata come giuridicamente impossibile.
53. In quanto all’indennizzo che dipende anche dall’iniziativa della persona riguardata, il richiedente sostiene che questo non ? atto a riparare l’illegalit? commessa.
2. Il Governo
54. Il Governo fa osservare che nel caso di specifico, si tratta di un’occupazione di terreno nella cornice di un procedimento amministrativo che si fonda su una dichiarazione di utilit? pubblica. Il Governo ammette che il procedimento di espropriazione non ? stato messo in opera nei termini previsti dalla legge, nella misura in cui non ? stato adottato nessuno decreto di espropriazione.
55. A difetto di un tale decreto, il Governo sostiene che era impossibile sapere se il richiedente era o no ancora proprietario del bene. Era essenziale di avere una decisione nazionale definitiva che dissipi una volta per tutte l’incertezza che caratterizza questo tipo di situazione dunque, ed in particolare il caso di specifico che manca di chiarezza. Allo stesso tempo, il Governo sostiene che il giudizio del tribunale di Benevento ha solamente un valore dichiarativo, l’espropriazione indiretta che ? un meccanismo automatico di perdita di propriet?. Col suo giudizio, il giudice nazionale farebbe prendere solamente atto di una situazione compiuta e si limiterebbe a dichiarare che il richiedente deve considerarsi come essendo privato del suo bene a favore dell’amministrazione a contare della data in cui il tribunale considera come la data in cui il terreno ? stato trasformato in modo irreversibile.
56. Il Governo sostiene che questa situazione ? conforme all’articolo 1 del Protocollo no 1.
57. Primariamente, ci sarebbe utilit? pubblica, ci? che non ? rimesso in causa dal richiedente.
58. Secondariamente, la privazione del bene come risultante dell’espropriazione indiretta sarebbe “contemplata dalla legge.”
59. A questo riguardo, il Governo ricorda che la Corte, nella sua sentenza Zubani c. Italia (sentenza del 7 agosto 1996, Raccolta 1996-IV) aveva esaminato una causa di espropriazione indiretta ricadente sotto l’influenza della legge no 458 del 1988 (paragrafo 36 sopra) del punto di vista del giusto equilibrio, stimando che, in ci? che riguardava la legge in quanto tale, “la scelta legislativa che mira a privilegiare l’interesse della collettivit? nel caso di espropriazioni o di occupazioni illegali di terreni ? ragionevole: l’indennizzo integrale dei danni subiti dai proprietari riguardati costituisce un risarcimento sufficiente… .” (Paragrafo 49 del sentenza Zubani).
60. Il Governo prende atto del fatto che la giurisprudenza della Corte ha conosciuto un’evoluzione in seguito, nella misura in cui, nei due seguenti casi ricadenti sull’espropriazione indiretta, ha constatato un’incompatibilit? del meccanismo dell’espropriazione indiretta col principio di legalit? (Carbonara e Ventura c. Italia, no 24638/94, CEDH 2000-VI; Belvedere Alberghiera srl c. Italia, no 31524/96, CEDH 2000-VI).
61. Secondo il Governo, il principio deve considerarsi come essendo “contemplato dalla legge”, anche se ? stato elaborato dalla giurisprudenza in un paese di “civil law” e non di “common law.”
62. A questo riguardo, prende atto di questo che nelle due sentenze precitate, la Corte aveva stimato inutile di giudicare in abstracto se il ruolo che un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, occupa in un sistema di diritto continentale ? assimilabile a quell’occupato dalle disposizioni legislative (Carbonara e Ventura, precitato, ? 64). La Corte aveva osservato che la giurisprudenza italiana aveva conosciuto un’evoluzione e che un principio giurisprudenziale non lega le giurisdizioni in quanto alla sua applicazione (Carbonara e Ventura, precitato, ? 69).
63. Il Governo sostiene che decidere del ruolo della giurisprudenza in Italia riveste una grande importanza in questo tipo di cause. Secondo il Governo, la giurisprudenza nazionale avendo creato il principio dell’espropriazione indiretta, questo principio deve essere considerato come facente parte del diritto positivo a contare della sentenza della Corte di cassazione no 1464 del 1983. La giurisprudenza ulteriore avrebbe confermato questo principio ed avrebbe precisato certi aspetti della sua applicazione. Inoltre, questo principio sarebbe stato riconosciuto dalla legge no 458 del 27 ottobre 1988 e dalla legge di bilancio no 662 del 1996.
64. In conclusione, secondo il Governo, a partire da 1983, le regole dell’espropriazione indiretta erano perfettamente chiare ed accessibili a tutti i proprietari di terreni.
65. Trattandosi della qualit? della legge, il Governo chiede alla Corte di ritornare al “giurisprudenza Zubani” e di considerare che il meccanismo dell’espropriazione indiretta che si basa su una dichiarazione di illegalit? da parte del giudice, ? conforme all’articolo 1 del Protocollo no 1.
66. A questo proposito, il Governo fa osservare che la constatazione di illegalit? da parte del giudice ? l’elemento che condiziona il trasferimento al patrimonio pubblico del bene illegalmente occupato.
67. Il Governo definisce l’espropriazione indiretta come il risultato di un’interpretazione sistematica di principi esistenti, tendendo a garantire che l’interesse generale prevalga sull’interesse degli individui, quando il lavoro pubblico ? stato realizzato (trasformazione del terreno) e che questo risponde all’utilit? pubblica.
68. L’amministrazione sarebbe tenuta a compensare l’individuo. Per?, secondo il Governo, questo indennizzo pu? essere inferiore al danno subito dall’interessato, ed in particolare al valore del terreno, visto che l’espropriazione indiretta risponde ad un interesse collettivo e l’illegalit? commessa dall’amministrazione riguarda solamente la forma, ossia una trasgressione alle regole che presiedono al procedimento amministrativo. Inoltre, il Governo osserva che l’indennit? come plafonata dalla legge no 662 del 1996 ? in ogni caso superiore a quella che sarebbe stata accordata se l’espropriazione fosse stata regolare.
69. Alla luce di queste considerazioni, il Governo conclude che il giusto equilibrio ? stato rispettato.
B. Sull’osservazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1
1. Sull’esistenza di un’ingerenza
70. La Corte ricorda che, per determinare se c’? stata “privazione di beni”, bisogna esaminare non solo se ci sono state spodestamento o espropriazione formale, ma ancora guardare al di l? delle apparenze ed analizzare la realt? della situazione controversa. La Convenzione che mira a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa di ricercare cos? suddetta situazione equivaleva ad un’espropriazione di fatto, Sporrong e L?nnroth c. Svezia, sentenza del 23 settembre 1982, serie Ha no 52, pp. 24-25, ? 63.
71. La Corte rileva che, applicando il principio dell’espropriazione indiretta, il tribunale di Benevento ha considerato il richiedente come essendo privato del suo bene a contare dal momento in cui il terreno ? stato trasformato irreversibilmente dai lavori pubblici. A difetto di un atto formale di espropriazione, la constatazione di illegalit? da parte del giudice ? l’elemento che consacra il trasferimento al patrimonio pubblico del bene occupato. In queste circostanze, la Corte conclude che il giudizio del tribunale di Benevento ha avuto per effetto di privare il richiedente del suo bene al senso della seconda frase dell’articolo 1 del Protocollo no 1 ( Carbonara e Ventura, precitato, ? 61; Brumărescu c. Romania [GC], no 28342/95, ? 77, CEDH 1999-VII).
72. Per essere compatibile con l’articolo 1 del Protocollo no 1 una tale ingerenza deve essere operata “a causa di utilit? pubblica” e “nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali di diritto internazionale.” L’ingerenza deve predisporre un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo (Sporrong e L?nnroth, precitato, p. 26, ? 69). Inoltre, la necessit? di esaminare la questione del giusto equilibrio pu? farsi non “sentire che quando si ? rivelato che l’ingerenza controversa ha rispettato il principio di legalit? e non era arbitraria” ( Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II; Beyeler c. Italia [GC], no 33202/96, ? 107, CEDH 2000-I).
73. Da allora, la Corte non stima opportuno fondare il suo ragionamento sulla semplice constatazione che un risarcimento integrale in favore del richiedente non ha avuto luogo (Carbonara, precitato, ? 62).
2. Sul rispetto del principio di legalit?
74. L’articolo 1 del Protocollo no 1 esige, innanzitutto e soprattutto, che un’ingerenza dell’autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legale. La preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? inerente all’insieme degli articoli della Convenzione (Iatridis precitato, ? 58,). Il principio di legalit? notifica l’esistenza di norme di diritto interno sufficientemente accessibili, precise e prevedibili (Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, serie a no 296-ha, pp. 19-20, ? 42, e Lithgow ed altri c. Regno Unito, sentenza del 8 luglio 1986, serie a no 102, p. 47, ? 110).
75. Nel sentenza Belvedere Alberghiera srl e nel sentenza Carbonara e Ventura precitati, la Corte non aveva stimato utile di giudicare in abstracto se il ruolo che un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, occupa in un sistema di diritto continentale ? assimilabile a quell’occupato con le disposizioni legislative, ci? che conta essendo -ad ogni modo-che la base legale risponda ai criteri di prevedibilit?, accessibilit? e precisione enunciato pi? alti. La Corte ? convinta sempre che l’esistenza in quanto tale di una base legale non basta a soddisfare il principio di legalit? e stimi utile di propendersi sulla questione della qualit? della legge.
76. La Corte prende nota dell’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all’elaborazione del principio dell’espropriazione indiretta. Rileva anche che questo principio ? stato trasposto nei testi di legge, come la legge no 458 del 1988, la legge no 662 del 1996 e, ultimamente, nel Repertorio delle disposizioni in materia di espropriazione. Essendo cos?, la Corte non perde di vista le applicazioni contraddittorie che hanno luogo nel cronostoria della giurisprudenza, e rileva anche delle contraddizioni tra la giurisprudenza ed i suddetti testi di legge scritta.
77. A titolo di esempio, la Corte nota che se ? vero che la giurisprudenza ha escluso, a contare dal 1996-1997, che l’espropriazione indiretta possa applicarsi quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata (paragrafi 29-34 sopra) ? anche vero che il Repertorio ha ultimamente contemplato (paragrafo 46) che nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, ogni terreno pu? essere acquisito al patrimonio pubblico, se il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno occupato e trasformato dall’amministrazione.
78. Visto questi elementi, la Corte non esclude che rimane il rischio di un risultato imprevedibile o arbitrario per gli interessati.
79. La Corte nota poi che il meccanismo dell’espropriazione indiretta permette in generale all’amministrazione di passare oltre le regole fissate in materia di espropriazione, col rischio di un risultato imprevedibile o arbitrario per gli interessati, che si trattasse di un’illegalit? dall’inizio o di un’illegalit? sopraggiunta in seguito.
80. A questo riguardo, la Corte nota che l’espropriazione indiretta permette all’amministrazione di occupare un terreno e di trasformarlo irreversibilmente, in modo tale che sia considerato come acquisizione al patrimonio pubblico, senza che in parallelo un atto formale dichiarante il trasferimento di propriet? non sia adottato. Nella mancanza di un atto che formalizza l’espropriazione e sopraggiungendo al pi? tardi nel momento in cui il proprietario ha perso ogni disponibilit? del bene, l’elemento che permetter? di trasferire al patrimonio pubblico il bene occupato e di raggiungere una sicurezza giuridica ? la constatazione di illegalit? da parte del giudice, valendo come dichiarazione di trasferimento di propriet?. Incombe sull’interessato – che continua ad essere formalmente proprietario – di sollecitare al giudice competente una decisione che constata, all’occorrenza, l’illegalit? abbinata alla realizzazione di un lavoro di interesse pubblico, condizioni necessarie affinch? sia dichiarato in modo retroattivo privato del suo bene.
81. Alla vista di questi elementi, la Corte stima che il meccanismo dell’espropriazione indiretta non ? atto a garantire un grado sufficiente di sicurezza giuridica.
82. La Corte nota poi che l’espropriazione indiretta permette inoltre all’amministrazione di occupare un terreno e di trasformarlo senza per questo versare di indennit? allo stesso tempo. L’indennit? deve essere richiesta dall’interessato e ci? entro prescrizione di cinque anni, cominciando a contare della data in cui quale il giudice stima che la trasformazione irreversibile del terreno ha avuto luogo. Questo pu? provocare delle conseguenze nefaste per l’interessato, e rendere vano ogni speranza di risarcimento( Carbonara e Ventura, precitato, ? 71).
83. La Corte rileva infine che il meccanismo dell’espropriazione indiretta permette all’amministrazione di derivare partito dal suo comportamento illegale, e che il prezzo da pagare ? solamente del 10% pi? elevato che nel caso di un’espropriazione in buona e dovuto forma (paragrafo 40 sopra). Secondo la Corte, questa situazione non ? di natura tale da favorire la buona amministrazione dei procedimenti di espropriazione ed a prevenire degli episodi di illegalit?.
84. Ad ogni modo, la Corte ? chiamata a verificare se il modo in cui il diritto interno ? interpretato ed applicato produce degli effetti conformi ai principi della Convenzione.
85. Nella presente causa, la Corte rileva che applicando il principio dell’espropriazione indiretta, le giurisdizioni italiane hanno considerato il richiedente privato del suo bene a contare dal momento in cui i lavori di costruzione di una strada hanno trasformato irreversibilmente i luoghi, essendo collegate le condizioni di illegalit? dell’occupazione e di interesse pubblico del lavoro costruito. Ora, nella mancanza di un atto formale di espropriazione, la Corte stima che questa situazione non saprebbe essere considerata come “prevedibile”, poich? ? solamente con la decisione definitiva -il giudizio del tribunale di Benevento avendo acquisito forza di cosa giudicata-che si pu? considerare il principio dell’espropriazione indiretta come essendo stata applicata effettivamente e che l’acquisizione del terreno al patrimonio pubblico ? stata sancita. Di conseguenza, il richiedente non ha avuto la “sicurezza giuridica” concernente la privazione del terreno che il 30 maggio 2004, data alla quale il giudizio del tribunale di Benevento ? diventato definitivo.
86. La Corte osserva poi che la situazione in causa ha permesso all’amministrazione di derivare partito di un’occupazione di terreno illegale. In altri termini, l’amministrazione si ? potuta appropriare il terreno al disprezzo delle regole che regolano l’espropriazione in buona e dovere forma, e, tra altri, senza che un’indennit? sia messa in parallelo a disposizione dell’interessato.
87. Trattandosi dell’indennit?, la Corte constata che l’applicazione retroattiva della legge di bilancio no 662 del 1996 al caso specifico ha avuto per effetto di privare il richiedente di un risarcimento integrale del danno subito.
88. Alla luce di queste considerazioni, la Corte stima che l’ingerenza controversa non ? compatibile col principio di legalit? e che ha infranto il diritto al rispetto dei beni del richiedente dunque.
89. Da allora, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
III. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
90. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
91. Il richiedente sollecita la restituzione del terreno, ci? che costituirebbe la forma di risarcimento ideale secondo lui. A difetto di restituzione, il richiedente chiede alla Corte di nominare un perito che possa valutare il danno subito. Ad ogni modo, il richiedente stima che la somma da accordare a titolo del danno materiale dovr? essere largamente superiore a quella considerata dal tribunale di Benevento.
92. Il richiedente chiede poi 110 000 EUR a titolo del danno morale.
93. Trattandosi degli oneri dinnanzi alle giurisdizioni nazionali, il richiedente richiede il rimborso di 103 903, 22 EUR. In quanto agli oneri esposti nel procedimento dinnanzi alla Corte, il richiedente chiede il rimborso di 37 302, 85 EUR di cui 35 796, 72 per parcella, fuori IVA e fuori contributi alla cassa di previdenza degli avvocati (CPA).
94. Il Governo osserva preliminarmente che il richiedente non ? fondato a chiedere una soddisfazione equa, visto che non ha interposto appello del giudizio del tribunale di Benevento per contestare le somme accordate. Inoltre, il Governo osserva che il richiedente era comproprietario al 50% del terreno controverso. Secondo lui, il richiedente potr? avere solamente la met? della somma stabilita a titolo della soddisfazione equa.
95. Trattandosi specificamente del danno materiale, il Governo sostiene che le pretese del richiedente sono eccessive e non si appellano a nessun elemento obiettivo. L’unica somma alla quale il richiedente pu? aspirare ? 375, 87 EUR, somma dinnanzi ad essere indicizzata, somma che corrisponde al 50% della differenza tra gli importi accordati dal tribunale ed il valore del terreno come valutato dai periti durante il procedimento nazionale.
96. In quanto al danno morale, il Governo trova eccessivo l’importo richiesto e si rimette alla saggezza della Corte.
97. Trattandosi degli oneri del procedimento interno, il Governo sottolinea che gli oneri del procedimento dinnanzi al tribunale di Benevento sono stati rimborsati direttamente all’avvocato che ha rappresentato il richiedente.
98. Infine, per gli oneri esposti nel procedimento a Strasburgo, il Governo si rimette per questo alla saggezza della Corte.
99. La Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trova in stato. Perci?, la riserva e fisser? il procedimento ulteriore, tenuto conto della possibilit? che il Governo ed i richiedenti giungano ad un accordo.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Stabilisce, che non c’? luogo di esaminare, l’eccezione preliminare del Governo;
2. Stabilisce, che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
3. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trova in stato; perci?,
a) la riserva per intero;
b) invita il Governo ed il richiedente ad inviarle per iscritto, nel termine di tre mesi a contare del giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva il procedimento ulteriore e delega al presidente della camera la cura di fissarla all’occorrenza.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 15 luglio 2005 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
S?ren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Pr?sident

SENTENZA CARLETTA C. ITALIA

SENTENZA CARLETTA C. ITALIA

Testo Tradotto

Conclusion Non-lieu ? examiner l’exception pr?liminaire ; Violation de P1-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
PREMIERE SECTION

AFFAIRE CARLETTA c. ITALIE

(Requ?te no 63861/00)

ARR?T

STRASBOURG

15 juillet 2005

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l’article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l’affaire Carletta c. Italie,

La Cour europ?enne des Droits de l’Homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :

M. C.L. Rozakis, pr?sident,
Mme F. Tulkens,
M. P. Lorenzen,
Mmes N. Vajić,
S. Botoucharova,
MM. V. Zagrebelsky,
K. Hajiyev, juges

et de M. S. Nielsen, greffier de section,

Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 23 juin 2005,

Rend l’arr?t que voici, adopt? ? cette derni?re date :

PROC?DURE

1. A l’origine de l’affaire se trouve une requ?te (no 63861/00) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant de cet Etat, P. R. C. (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 18 novembre 2000 en vertu de l’article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l’Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).

2. Le requ?rant est repr?sent? par Me L. C., avocat ? B?n?vent. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. I. M. Braguglia, et par son coagent, M. F. Crisafulli.

3. Le requ?rant all?guait en particulier une atteinte injustifi?e ? son droit au respect de ses biens.

4. La requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section de la Cour (article 52 ? 1 du r?glement). Au sein de celle-ci, la chambre charg?e d’examiner l’affaire (article 27 ? 1 de la Convention) a ?t? constitu?e conform?ment ? l’article 26 ? 1 du r?glement.

5. Par une d?cision du 5 septembre 2002, la chambre a d?clar? la requ?te partiellement irrecevable. Le 1er avril 2004, elle a d?clar? le restant de la requ?te recevable (article 54 ? 3 du r?glement).

6. Tant le requ?rant que le Gouvernement ont d?pos? des observations ?crites sur le fond de l’affaire (article 59 ? 1 du r?glement).

7. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section ainsi remani?e (article 52 ? 1).

EN FAIT

I. LES CIRCONSTANCES DE L’ESP?CE

8. Le requ?rant ?tait copropri?taire d’un terrain sis ? Fragneto l’Abate (B?n?vent) et enregistr? au cadastre, feuille 18, parcelles 51, 56, 63, 167 et feuille 20, parcelle 75.

9. Par un arr?t? du 7 ao?t 1979, le maire de Fragneto l’Abate autorisa l’occupation d’urgence du terrain, pour une p?riode maximale de cinq ans, en vue de son expropriation. En septembre 1979 il y eut occupation mat?rielle.

10. En ao?t 1982, un deuxi?me arr?t? autorisa l’occupation d’une autre partie de terrain. A une date non pr?cis?e, il y eut occupation mat?rielle.

11. Par un acte d’assignation notifi? le 8 f?vrier 1983, le requ?rant et le copropri?taire introduisirent devant le tribunal civil de B?n?vent un recours en dommages-int?r?ts ? l’encontre de la ville de Fragneto l’Abate. Ils all?guaient que l’occupation du terrain ?tait ill?gale, et que les travaux de construction d’une route s’?taient termin?s sans qu’il f?t proc?d? ? l’expropriation formelle du terrain et au paiement d’une indemnit?.

12. Au cours du proc?s le tribunal ordonna une expertise et plusieurs compl?ments d’expertise. Il ressort du dossier qu’une partie du terrain (148 m?tres carr?s) avait ?t? utilis?e pour la construction d’une route et qu’? une date non pr?cis?e elle avait donc ?t? irr?versiblement transform?e par l’ouvrage d’int?r?t public. Le m?tre carr? de cette partie de terrain ?tait ?valu? ? 20 000 ITL. Toutefois, vu l’entr?e en vigueur de la loi no 662 de 1996, l’indemnit? ? accorder ?tait plafonn?e ? 10 165 ITL le m?tre carr?. L’autre partie de terrain occup? (130 m?tres carr?s) n’avait pas ?t? transform?e de mani?re irr?versible ?tant donn? qu’elle avait servi pour poser des ?gouts.

13. Par un jugement d?pos? au greffe le 14 avril 2003, le tribunal de B?n?vent estima que l’occupation des parcelles litigieuses avait ?t? ill?gale.

14. Quant au terrain utilis? pour construire la route, le tribunal d?clara que les int?ress?s avaient ?t? priv?s de leur bien au moment et par l’effet de la transformation irr?versible de celui-ci. La date ? laquelle il y a eu transfert de propri?t? au b?n?fice de l’administration ne ressort pas du jugement. Le tribunal accorda une indemnit? de 1 528, 71 EUR, conform?ment aux estimations des experts et ? la loi no 662 de 1996.

15. Pour ce qui est de l’autre partie de terrain, le tribunal d?clara que les acteurs en ?taient encore propri?taires vu que le syst?me d’?gouts le traversant n’avait pas irr?versiblement transform? les lieux et avait seulement constitu? une servitude de passage. Le tribunal accorda un d?dommagement.

16. La somme globale due devait ?tre index?e et augment?e d’int?r?ts jusqu’au jour du paiement. Quant aux frais de proc?dure, le tribunal condamna l’administration ? les rembourser ? concurrence de 4 121, 19 EUR et ? verser cette somme dans les mains de l’avocat ayant repr?sent? le requ?rant.

17. Il ressort du dossier que le requ?rant a d? engager en janvier 2004 une proc?dure d’ex?cution pour obtenir, en mai 2004, le paiement de l’indemnit? qui lui a ?t? accord?e.

18. Le jugement du tribunal de B?n?vent est devenu d?finitif le 30 mai 2004.

II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS

A. L’occupation d’urgence d’un terrain

19. En droit italien, la proc?dure acc?l?r?e d’expropriation permet ? l’administration d’occuper un terrain et d’y construire avant l’expropriation. Une fois l’ouvrage ? r?aliser d?clar? d’utilit? publique et le projet de construction adopt?, l’administration peut d?cr?ter l’occupation d’urgence des zones ? exproprier pour une dur?e d?termin?e n’exc?dant pas cinq ans (article 20 de la loi no 865 de 1971). Ce d?cret devient caduc si l’occupation mat?rielle du terrain n’a pas lieu dans les trois mois suivant sa promulgation. Avant la fin de la p?riode d’occupation autoris?e, un d?cret d’expropriation formelle doit ?tre pris.

20. L’occupation autoris?e d’un terrain donne droit ? une indemnit? d’occupation. La Cour constitutionnelle a reconnu, dans son arr?t no 470 de 1990, un droit d’acc?s imm?diat ? un tribunal aux fins de r?clamer l’indemnit? d’occupation d?s que le terrain est mat?riellement occup?, sans besoin d’attendre que l’administration proc?de ? une offre d’indemnisation.

B. Le principe de l’expropriation indirecte (? occupazione acquisitiva ? ou ? accessione invertita ?)

21. Dans les ann?es 1970, plusieurs administrations locales proc?d?rent ? des occupations d’urgence de terrains qui ne furent pas suivies de d?crets d’expropriation. Les juridictions italiennes se trouv?rent confront?es ? des cas o? le propri?taire d’un terrain avait perdu de facto la disponibilit? de celui-ci en raison de l’occupation et de l’accomplissement de travaux de construction d’un ouvrage public. Restait ? savoir si, simplement par l’effet des travaux effectu?s, l’int?ress? avait perdu ?galement la propri?t? du terrain.

1. La jurisprudence avant l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation

22. La jurisprudence ?tait tr?s partag?e sur le point de savoir quels ?taient les effets de la construction d’un ouvrage public sur un terrain occup? ill?galement. Par occupation ill?gale, il faut entendre une occupation ill?gale ab initio, ou bien une occupation initialement autoris?e et devenue sans titre par la suite, le titre ?tant annul? ou bien l’occupation se poursuivant au-del? de l’?ch?ance autoris?e sans qu’un d?cret d’expropriation ne soit intervenu.

23. Selon une premi?re jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain apr?s l’ach?vement de l’ouvrage public. Toutefois, il ne pouvait pas demander une remise en l’?tat du terrain et pouvait uniquement engager une action en dommages et int?r?ts pour occupation abusive, non soumise ? un d?lai de prescription puisque l’ill?galit? d?coulant de l’occupation ?tait permanente. L’administration pouvait ? tout moment adopter une d?cision formelle d’expropriation ; dans ce cas, l’action en dommages-int?r?ts se transformait en litige portant sur l’indemnit? d’expropriation et les dommages-int?r?ts n’?taient dus que pour la p?riode ant?rieure au d?cret d’expropriation pour la non-jouissance du terrain (voir, entre autres, les arr?ts de la Cour de cassation no 2341 de 1982, no 4741 de 1981, no 6452 et no 6308 de 1980).

24. Selon une deuxi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain et pouvait demander la remise en l’?tat, lorsque l’administration avait agi sans qu’il y ait utilit? publique (voir, par exemple, Cour de cassation, arr?t no 1578 de 1976, arr?t no 5679 de 1980).

25. Selon une troisi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration perdait automatiquement la propri?t? du terrain au moment de la transformation irr?versible du bien, ? savoir au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. L’int?ress? avait le droit de demander des dommages-int?r?ts (voir l’arr?t no 3243 de 1979 de la Cour de cassation).

2. L’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation

26. Par un arr?t du 16 f?vrier 1983, la Cour de cassation, statuant en chambres r?unies, r?solut le conflit de jurisprudence et adopta la troisi?me solution. Ainsi fut consacr? le principe de l’expropriation indirecte (accessione invertita ou occupazione acquisitiva). En vertu de ce principe, la puissance publique acquiert ab origine la propri?t? d’un terrain sans proc?der ? une expropriation formelle lorsque, apr?s l’occupation du terrain, et ind?pendamment de la l?galit? de l’occupation, l’ouvrage public a ?t? r?alis?. Lorsque l’occupation est ab initio sans titre, le transfert de propri?t? a lieu au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. Lorsque l’occupation du terrain a initialement ?t? autoris?e, le transfert de propri?t? a lieu ? l’?ch?ance de la p?riode d’occupation autoris?e. Dans le m?me arr?t, la Cour de cassation pr?cisa que, dans tous les cas d’expropriation indirecte, l’int?ress? a droit ? une r?paration int?grale, l’acquisition du terrain ayant eu lieu sans titre. Toutefois, cette r?paration n’est pas vers?e automatiquement ; il incombe ? l’int?ress? de r?clamer des dommages-int?r?ts. En outre, le droit ? r?paration est assorti du d?lai de prescription pr?vu en cas de responsabilit? d?lictuelle, ? savoir cinq ans, commen?ant ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.

3. La jurisprudence apr?s l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation

a) La prescription

27. Dans un premier temps, la jurisprudence consid?rait qu’aucun d?lai de prescription ne trouvait ? s’appliquer, puisque l’occupation sans titre du terrain constituait un acte ill?gal continu. La Cour de cassation, dans son arr?t no 1464 de 1983, affirma que le droit ? r?paration ?tait soumis ? un d?lai de prescription de cinq ans. Par la suite, la premi?re section de la Cour de cassation affirma qu’un d?lai de prescription de dix ans devait s’appliquer (arr?ts no 7952 de 1991 et no 10979 de 1992). Par un arr?t du 22 novembre 1992, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a d?finitivement tranch? la question, estimant que le d?lai de prescription est de cinq ans et qu’il commence ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.

b) L’arr?t no 188 de 1995 de la Cour constitutionnelle

28. Dans cet arr?t, la Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution le principe de l’expropriation indirecte, dans la mesure o? ce principe est ancr? dans une disposition l?gislative, ? savoir l’article 2043 du code civil r?gissant la responsabilit? d?lictuelle. Selon cet arr?t, le fait que l’administration devienne propri?taire d’un terrain en tirant b?n?fice de son comportement ill?gal ne pose aucun probl?me sur le plan constitutionnel, puisque l’int?r?t public, ? savoir la conservation de l’ouvrage public, l’emporte sur l’int?r?t du particulier, et donc sur le droit de propri?t? de ce dernier. La Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution l’application ? l’action en r?paration du d?lai de prescription de cinq ans, tel que pr?vu par l’article 2043 du code civil pour responsabilit? d?lictuelle.

c) Cas de non-application du principe de l’expropriation indirecte

29. Les d?veloppements de la jurisprudence montrent que le m?canisme par lequel la construction d’un ouvrage public entra?ne le transfert de propri?t? du terrain au b?n?fice de l’administration conna?t des exceptions.

30. Dans son arr?t no 874 de 1996, le Conseil d’Etat a affirm? qu’il n’y a pas d’expropriation indirecte lorsque les d?cisions de l’administration et le d?cret d’occupation d’urgence ont ?t? annul?s par les juridictions administratives ; si tel n’?tait pas le cas, la d?cision judiciaire serait vid?e de substance.

31. Dans son arr?t no 1907 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? que l’administration ne devient pas propri?taire d’un terrain lorsque les d?cisions qu’elle a adopt?es et la d?claration d’utilit? publique doivent ?tre consid?r?es comme nulles ab initio. Dans ce cas, l’int?ress? garde la propri?t? du terrain et peut demander la restitutio in integrum. Il peut, comme alternative, demander des dommages-int?r?ts. L’ill?galit? dans ces cas a un caract?re permanent et aucun d?lai de prescription ne trouve application.

32. Dans l’arr?t no 6515 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? lorsque la d?claration d’utilit? publique a ?t? annul?e par les juridictions administratives. Dans ce cas, le principe de l’expropriation indirecte ne trouve donc pas ? s’appliquer. L’int?ress?, qui garde la propri?t? du terrain, a la possibilit? de demander la restitutio in integrum. L’introduction d’une demande en dommages-int?r?ts entra?ne une renonciation ? la restitutio in integrum. Le d?lai de prescription de cinq ans commence ? courir au moment o? la d?cision du juge administratif devient d?finitive.

33. Dans l’arr?t no 148 de 1998, la premi?re section de la Cour de cassation a suivi la jurisprudence des chambres r?unies et affirm? que le transfert de propri?t? par effet de l’expropriation indirecte n’a pas lieu lorsque la d?claration d’utilit? publique ? laquelle le projet de construction ?tait assorti a ?t? consid?r?e comme invalide ab initio.

34. Dans l’arr?t no 5902 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies a r?affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? en l’absence de d?claration d’utilit? publique valide.

35. Il convient de comparer cette jurisprudence avec la loi no 458 de 1988 (voir ?? 36-37 ci-dessous) et avec le R?pertoire des dispositions sur l’expropriation, entr? en vigueur le 30 juin 2003 (voir ?? 45-46 ci-dessous).

4. La loi no458 du 27 octobre 1988

36. Aux termes de l’article 3 de cette loi, ? Le propri?taire d’un terrain, utilis? pour la construction de b?timents publics et de logements sociaux, a droit ? la r?paration du dommage subi, ? la suite d’une expropriation d?clar?e ill?gale par une d?cision pass?e en force de chose jug?e, mais ne peut pr?tendre ? la restitution de son bien. Il a ?galement droit, en plus de la r?paration du dommage, aux sommes dues en raison de la d?pr?ciation mon?taire et ? celles mentionn?es ? l’article 1224 ? 2 du code civil et ceci ? compter du jour de l’occupation ill?gale ?.

37. Interpr?tant l’article 3 de la loi de 1988, la Cour constitutionnelle, dans son arr?t du 12 juillet 1990 (n? 384), a consid?r? : ? Par la disposition attaqu?e, le l?gislateur, entre l’int?r?t des propri?taires des terrains – obtenir en cas d’expropriation ill?gale la restitution des terrains – et l’int?r?t public – concr?tis? par la destination de ces biens ? des finalit?s de constructions r?sidentielles publiques ? des conditions favorables ou conventionn?es – a donn? la priorit? ? ce dernier int?r?t ?.

5. Le montant de la r?paration en cas d’expropriation indirecte

38. Selon la jurisprudence de 1983 de la Cour de cassation en mati?re d’expropriation indirecte, une r?paration int?grale du pr?judice subi, sous forme de dommages-int?r?ts pour la perte du terrain, ?tait due ? l’int?ress? en contrepartie de la perte de propri?t? qu’entra?ne l’occupation ill?gale.

39. La loi budg?taire de 1992 (article 5 bis du d?cret-loi no 333 du 11 juillet 1992) modifia cette jurisprudence, dans le sens que le montant d? en cas d’expropriation indirecte ne pouvait d?passer le montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle. Par l’arr?t no 369 de 1996, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle cette disposition.

40. En vertu de la loi budg?taire no 662 de 1996, qui fit suite ? la disposition d?clar?e inconstitutionnelle, l’indemnisation int?grale ne peut ?tre accord?e pour une occupation de terrain ayant eu lieu avant le 30 septembre 1996. Dans cette optique, l’indemnisation ?quivaut au montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle, dans l’hypoth?se la plus favorable au propri?taire, moyennant une augmentation de 10 %.

41. Par l’arr?t no 148 du 30 avril 1999, la Cour constitutionnelle a jug? une telle indemnit? compatible avec la Constitution. Toutefois, dans le m?me arr?t, la Cour a pr?cis? qu’une indemnit? int?grale, ? concurrence de la valeur v?nale du terrain, peut ?tre r?clam?e lorsque l’occupation et la privation du terrain n’ont pas eu lieu pour cause d’utilit? publique.

6. La jurisprudence apr?s les arr?ts de la Cour du 30 mai 2000 dans les affaires Belvedere Alberghiera et Carbonara et Ventura

42. Par les arr?ts no 5902 et 6853 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies s’est ? nouveau prononc?e sur le principe de l’expropriation indirecte, en faisant r?f?rence aux deux arr?ts de la Cour pr?cit?s.

43. Au vu du constat de violation de l’article 1 du protocole no 1 dans les affaires ci-dessus, la Cour de cassation a affirm? que le principe de l’expropriation indirecte joue un r?le important dans le cadre du syst?me juridique italien et qu’il est compatible avec la Convention.

44. Plus sp?cifiquement, la Cour de cassation ? apr?s avoir analys? l’histoire du principe de l’expropriation indirecte – a dit qu’au vu de l’uniformit? de la jurisprudence en la mati?re, le principe de l’expropriation indirecte doit se consid?rer comme ?tant pleinement ? pr?visible ? ? compter de 1983. De ce fait, l’expropriation indirecte doit ?tre consid?r?e comme ?tant respectueuse du principe de l?galit?. S’agissant des occupations de terrain ayant lieu sans d?claration d’utilit? publique, la Cour de cassation a affirm? que celles-ci ne sont pas aptes ? transf?rer la propri?t? du bien ? l’Etat. Quant ? l’indemnisation, la Cour de cassation a affirm? que, m?me si elle est inf?rieure au pr?judice subi par l’int?ress?, et notamment ? la valeur du terrain, l’indemnisation due en cas d’expropriation indirecte est suffisante pour garantir un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l’int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l’individu.

7. Le R?pertoire des dispositions l?gislatives et r?glementaires en mati?re d’expropriation pour cause d’utilit? publique (ci apr?s ? le R?pertoire)

45. Le 30 juin 2003 est entr? en vigueur le D?cret Pr?sidentiel no 327 du 8 juin 2001, modifi? par le D?cret l?gislatif no 302 du 27 d?cembre 2002, et qui r?git la proc?dure d’expropriation. Le R?pertoire codifie les dispositions et la jurisprudence existantes en la mati?re. En particulier, il codifie le principe de l’expropriation indirecte. Le R?pertoire, qui ne s’applique pas aux cas d’occupation survenus ant?rieurement ? 1996 et ne s’applique donc pas en l’esp?ce, s’est substitu?, ? partir de son entr?e en vigueur, ? l’ensemble de la l?gislation la jurisprudence pr?c?dente en mati?re d’expropriation.

46. A son article 43, le R?pertoire pr?voit qu’en l’absence d’un d?cret d’expropriation, ou en l’absence de d?claration d’utilit? publique, un terrain transform? ? la suite de la r?alisation d’un ouvrage public est acquis au patrimoine de l’autorit? qui l’a transform? ; des dommages-int?r?ts sont accord?s en contrepartie. L’autorit? peut acqu?rir un bien m?me lorsque le plan d’urbanisme ou la d?claration d’utilit? publique ont ?t? annul?s. Le propri?taire peut demander au juge la restitution du terrain. L’autorit? en cause peut s’y opposer. Lorsque le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain, le propri?taire a droit ? un d?dommagement.

EN DROIT

I. SUR L’EXCEPTION PR?LIMINAIRE DU GOUVERNEMENT

47. Dans ses observations sur la recevabilit?, le Gouvernement avait soulev? une exception tir?e du non ?puisement des voies de recours internes au motif que la proc?dure nationale ?tait pendante devant le tribunal de B?n?vent de sorte qu’il n’y avait pas encore de jugement interne d?finitif.

48. Dans ses observations sur le fond, le Gouvernement prend note de ce que le tribunal de B?n?vent a prononc? un jugement qui est entre-temps devenu d?finitif.

49. La Cour rappelle que, dans sa d?cision sur la recevabilit? du 1er avril 2004, elle a d?cid? de joindre au fond l’exception du Gouvernement. Vu que la proc?dure engag?e par le requ?rant s’est par la suite termin?e, dans la mesure o? le jugement rendu par le tribunal de B?n?vent est devenu d?finitif le 30 mai 2004, il ne s’impose pas de se prononcer sur l’exception du Gouvernement.

II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L’ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1

50. Le requ?rant soutient avoir ?t? priv? de son terrain dans des circonstances incompatibles avec l’article 1 du Protocole no 1, ainsi libell? :

? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d’utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.

Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu’ils jugent n?cessaires pour r?glementer l’usage des biens conform?ment ? l’int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d’autres contributions ou des amendes. ?

A. Th?ses d?fendues devant la Cour

1. Le requ?rant

51. Se r?f?rant ? l’arr?t Carbonara et Ventura c. Italie (no 24638/94, CEDH 2000-VI) et ? l’arr?t Belvedere Alberghiera s.r.l. c. Italie (no 31524/96, CEDH-VI), le requ?rant observe que l’application du principe de l’expropriation indirecte ? son cas n’est pas conforme au principe de la pr??minence du droit.

52. A cet ?gard, le requ?rant fait observer que le terrain litigieux a ?t? occup? et transform? sans qu’un d?cret d’expropriation n’ait ?t? adopt?. Ce n’est que parce qu’il a intent? une proc?dure en dommages-int?r?ts devant les juridictions nationales qu’il peut obtenir une d?cision judiciaire d?clarant l’ill?galit? de l’occupation et qui a comme cons?quence de le d?clarer en m?me temps priv? de son bien r?troactivement, ? partir du moment o? le terrain a ?t? transform?. Ce constat d’ill?galit? ne saurait ?tre remis en cause par le fait que, devant les juridictions nationales, il n’a pas demand? la restitution du terrain, vu notamment que cette restitution serait consid?r?e comme juridiquement impossible.

53. Quant ? l’indemnisation, qui d?pend ?galement de l’initiative de la personne concern?e, le requ?rant soutient que celle-ci n’est pas apte ? r?parer l’ill?galit? commise.

2. Le Gouvernement

54. Le Gouvernement fait observer que dans le cas d’esp?ce, il s’agit d’une occupation de terrain dans le cadre d’une proc?dure administrative reposant sur une d?claration d’utilit? publique. Le Gouvernement admet que la proc?dure d’expropriation n’a pas ?t? mise en ?uvre dans les termes pr?vus par la loi, dans la mesure o? aucun d?cret d’expropriation n’a ?t? adopt?.

55. A d?faut d’un tel d?cret, le Gouvernement soutient qu’il ?tait impossible de savoir si le requ?rant ?tait ou non encore propri?taire du bien. Il ?tait donc essentiel d’avoir une d?cision nationale d?finitive qui dissipe une foi pour toute l’incertitude qui caract?rise ce type de situation, et notamment le cas d’esp?ce, qui manque de clart?. En m?me temps, le Gouvernement soutient que le jugement du tribunal de B?n?vent n’a qu’une valeur d?clarative, l’expropriation indirecte ?tant un m?canisme automatique de perte de propri?t?. Par son jugement, le juge national ne ferait que prendre acte d’une situation accomplie et se limiterait ? d?clarer que le requ?rant doit se consid?rer comme ?tant priv? de son bien au b?n?fice de l’administration ? compter de la date que le tribunal consid?re comme la date o? le terrain a ?t? transform? de mani?re irr?versible.

56. Le Gouvernement soutient que cette situation est conforme ? l’article 1 du Protocole no 1.

57. Premi?rement, il y aurait utilit? publique, ce qui n’est pas remis en cause par le requ?rant.

58. Deuxi?mement, la privation du bien telle que r?sultant de l’expropriation indirecte serait ? pr?vue par la loi ?.

59. A cet ?gard, le Gouvernement rappelle que la Cour, dans son arr?t Zubani c. Italie (arr?t du 7 ao?t 1996, Recueil 1996-IV) avait examin? une affaire d’expropriation indirecte tombant sous le coup de la loi no 458 de 1988 (paragraphe 36 ci-dessus) du point de vue du juste ?quilibre, estimant que, en ce qui concernait la loi en tant que telle, ? le choix l?gislatif visant ? privil?gier l’int?r?t de la collectivit? dans le cas d’expropriations ou d’occupations ill?gales de terrains est raisonnable : l’indemnisation int?grale des pr?judices subis par les propri?taires concern?s constitue une r?paration suffisante… ?. (Paragraphe 49 de l’arr?t Zubani).

60. Le Gouvernement prend acte de ce que la jurisprudence de la Cour a par la suite connu une ?volution, dans la mesure o?, dans les deux cas suivant portant sur l’expropriation indirecte, elle a constat? une incompatibilit? du m?canisme de l’expropriation indirecte avec le principe de l?galit? (Carbonara et Ventura c. Italie, no 24638/94, CEDH 2000-VI ; Belvedere Alberghiera srl c. Italie, no 31524/96, CEDH 2000-VI).

61. Selon le Gouvernement, le principe doit se consid?rer comme ?tant ? pr?vu par la loi ?, m?me s’il a ?t? ?labor? par la jurisprudence dans un pays de ? civil law ? et non de ? common law ?.

62. A cet ?gard, il prend acte de ce que dans les deux arr?ts pr?cit?s, la Cour avait estim? inutile de juger in abstracto si le r?le qu’un principe jurisprudentiel, tel que celui de l’expropriation indirecte, occupe dans un syst?me de droit continental est assimilable ? celui occup? par des dispositions l?gislatives (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 64). La Cour avait observ? que la jurisprudence italienne avait connu une ?volution et qu’un principe jurisprudentiel ne lie pas les juridictions quant ? son application (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 69).

63. Le Gouvernement soutient que d?cider du r?le de la jurisprudence en Italie rev?t une grande importance dans ce type d’affaires. Selon le Gouvernement, la jurisprudence nationale ayant cr?? le principe de l’expropriation indirecte, ce principe doit ?tre consid?r? comme faisant partie du droit positif ? compter de l’arr?t de la Cour de cassation no 1464 de 1983. La jurisprudence ult?rieure aurait confirm? ce principe et pr?cis? certains aspects de son application. En outre, ce principe aurait ?t? reconnu par la loi no 458 du 27 octobre 1988 et par la loi budg?taire no 662 de 1996.

64. En conclusion, selon le Gouvernement, ? partir de 1983, les r?gles de l’expropriation indirecte ?taient parfaitement claires et accessibles ? tous les propri?taires de terrains.

65. S’agissant de la qualit? de la loi, le Gouvernement demande ? la Cour de revenir ? la ?jurisprudence Zubani ? et de consid?rer que le m?canisme de l’expropriation indirecte, qui se fonde sur une d?claration d’ill?galit? de la part du juge, est conforme ? l’article 1 du Protocole no 1.

66. A ce propos, le Gouvernement fait observer que le constat d’ill?galit? de la part du juge est l’?l?ment qui conditionne le transfert au patrimoine public du bien ill?galement occup?.

67. Le Gouvernement d?finit l’expropriation indirecte comme le r?sultat d’une interpr?tation syst?matique de principes existants, tendant ? garantir que l’int?r?t g?n?ral pr?vale sur l’int?r?t des particuliers, lorsque l’ouvrage public a ?t? r?alis? (transformation du terrain) et que celui-ci r?pond ? l’utilit? publique.

68. L’administration serait tenue de compenser le particulier. Cependant, selon le Gouvernement, cette indemnisation peut ?tre inf?rieure au pr?judice subi par l’int?ress?, et notamment ? la valeur du terrain, vu que l’expropriation indirecte r?pond ? un int?r?t collectif et l’ill?galit? commise par l’administration ne concerne que la forme, ? savoir un manquement aux r?gles qui pr?sident ? la proc?dure administrative. En outre, le Gouvernement observe que l’indemnit? telle que plafonn?e par la loi no 662 de 1996 est en tout cas sup?rieure ? celle qui aurait ?t? accord?e si l’expropriation avait ?t? r?guli?re.

69. A la lumi?re de ces consid?rations, le Gouvernement conclut que le juste ?quilibre a ?t? respect?.

B. Sur l’observation de l’article 1 du Protocole no 1

1. Sur l’existence d’une ing?rence

70. La Cour rappelle que, pour d?terminer s’il y a eu ? privation de biens ?, il faut non seulement examiner s’il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser la r?alit? de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth c. Su?de, arr?t du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, pp. 24-25, ? 63).

71. La Cour rel?ve que, en appliquant le principe de l’expropriation indirecte, le tribunal de B?n?vent a consid?r? le requ?rant comme ?tant priv? de son bien ? compter du moment o? le terrain a ?t? irr?versiblement transform? par les travaux publics. A d?faut d’un acte formel d’expropriation, le constat d’ill?galit? de la part du juge est l’?l?ment qui consacre le transfert au patrimoine public du bien occup?. Dans ces circonstances, la Cour conclut que le jugement du tribunal de B?n?vent a eu pour effet de priver le requ?rant de son bien au sens de la deuxi?me phrase de l’article 1 du Protocole no 1 (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 61 ; Brumărescu c. Roumanie [GC], no 28342/95, ? 77, CEDH 1999-VII).

72. Pour ?tre compatible avec l’article 1 du Protocole no 1 une telle ing?rence doit ?tre op?r?e ? pour cause d’utilit? publique ? et ? dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux de droit international ?. L’ing?rence doit m?nager un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l’int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l’individu (Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, p. 26, ? 69). En outre, la n?cessit? d’examiner la question du juste ?quilibre ? ne peut se faire sentir que lorsqu’il s’est av?r? que l’ing?rence litigieuse a respect? le principe de l?galit? et n’?tait pas arbitraire ? (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II; Beyeler c. Italie [GC], no 33202/96, ? 107, CEDH 2000-I).

73. D?s lors, la Cour n’estime pas opportun de fonder son raisonnement sur le simple constat qu’une r?paration int?grale en faveur du requ?rant n’a pas eu lieu (Carbonara, pr?cit?, ? 62).

2. Sur le respect du principe de l?galit?

74. L’article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu’une ing?rence de l’autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale. La pr??minence du droit, l’un des principes fondamentaux d’une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l’ensemble des articles de la Convention (Iatridis pr?cit?, ? 58). Le principe de l?galit? signifie l’existence de normes de droit interne suffisamment accessibles, pr?cises et pr?visibles (Hentrich c. France, arr?t du 22 septembre 1994, s?rie A no 296-A, pp. 19-20, ? 42, et Lithgow et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 8 juillet 1986, s?rie A no 102, p. 47, ? 110).

75. Dans l’arr?t Belvedere Alberghiera srl et dans l’arr?t Carbonara et Ventura pr?cit?s, la Cour n’avait pas estim? utile de juger in abstracto si le r?le qu’un principe jurisprudentiel, tel que celui de l’expropriation indirecte, occupe dans un syst?me de droit continental est assimilable ? celui occup? par des dispositions l?gislatives, ce qui compte ?tant ? en tout ?tat de cause ? que la base l?gale r?ponde aux crit?res de pr?visibilit?, accessibilit? et pr?cision ?nonc?s plus haut. La Cour est toujours convaincue que l’existence en tant que telle d’une base l?gale ne suffit pas ? satisfaire au principe de l?galit? et estime utile de se pencher sur la question de la qualit? de la loi.

76. La Cour prend note de l’?volution jurisprudentielle qui a conduit ? l’?laboration du principe de l’expropriation indirecte. Elle rel?ve ?galement que ce principe a ?t? transpos? dans des textes de loi, tels que la loi no 458 de 1988, la loi no 662 de 1996 et, tout derni?rement, dans le R?pertoire des dispositions en mati?re d’expropriation. Ceci ?tant, la Cour ne perd pas de vue les applications contradictoires qui ont lieu dans l’historique de la jurisprudence, et rel?ve ?galement des contradictions entre la jurisprudence et les textes de loi ?crits susmentionn?s.

77. A titre d’exemple, la Cour note que s’il est vrai que la jurisprudence a exclu, ? compter de 1996-1997, que l’expropriation indirecte puisse s’appliquer lorsque la d?claration d’utilit? publique a ?t? annul?e (paragraphes 29-34 ci-dessus), il est ?galement vrai que le R?pertoire a tout derni?rement pr?vu (paragraphe 46) qu’en l’absence de d?claration d’utilit? publique, tout terrain peut ?tre acquis au patrimoine public, si le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain occup? et transform? par l’administration.

78. A vu de ces ?l?ments, la Cour n’exclut pas que le risque d’un r?sultat impr?visible ou arbitraire pour les int?ress?s subsiste.

79. La Cour note ensuite que le m?canisme de l’expropriation indirecte permet en g?n?ral ? l’administration de passer outre les r?gles fix?es en mati?re d’expropriation, avec le risque d’un r?sultat impr?visible ou arbitraire pour les int?ress?s, qu’il s’agisse d’une ill?galit? depuis le d?but ou d’une ill?galit? survenue par la suite.

80. A cet ?gard, la Cour note que l’expropriation indirecte permet ? l’administration d’occuper un terrain et de le transformer irr?versiblement, de telle sorte qu’il soit consid?r? comme acquis au patrimoine public, sans qu’en parall?le un acte formel d?clarant le transfert de propri?t? ne soit adopt?. En l’absence d’un acte formalisant l’expropriation et intervenant au plus tard au moment o? le propri?taire a perdu toute disponibilit? du bien, l’?l?ment qui permettra de transf?rer au patrimoine public le bien occup? et d’atteindre une s?curit? juridique est le constat d’ill?galit? de la part du juge, valant d?claration de transfert de propri?t?. Il incombe ? l’int?ress? -qui continue d’?tre formellement propri?taire – de solliciter du juge comp?tent une d?cision constatant, le cas ?ch?ant, l’ill?galit? assortie de la r?alisation d’un ouvrage d’int?r?t public, conditions n?cessaires pour qu’il soit d?clar? r?troactivement priv? de son bien.

81. Au vu de ces ?l?ments, la Cour estime que le m?canisme de l’expropriation indirecte n’est pas apte ? assurer un degr? suffisant de s?curit? juridique.

82. La Cour note ensuite que l’expropriation indirecte permet en outre ? l’administration d’occuper un terrain et de le transformer sans pour autant verser d’indemnit? en m?me temps. L’indemnit? doit ?tre r?clam?e par l’int?ress? et cela dans un d?lai de prescription de cinq ans, commen?ant ? compter de la date ? laquelle le juge estime que la transformation irr?versible du terrain a eu lieu. Ceci peut entra?ner des cons?quences n?fastes pour l’int?ress?, et rendre vain tout espoir de r?paration (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 71).

83. La Cour rel?ve enfin que le m?canisme de l’expropriation indirecte permet ? l’administration de tirer parti de son comportement ill?gal, et que le prix ? payer n’est que de 10 % plus ?lev? que dans le cas d’une expropriation en bonne et due forme (paragraphe 40 ci-dessus). Selon la Cour, cette situation n’est pas de nature ? favoriser la bonne administration des proc?dures d’expropriation et ? pr?venir des ?pisodes d’ill?galit?.

84. En tout ?tat de cause, la Cour est appel?e ? v?rifier si la mani?re dont le droit interne est interpr?t? et appliqu? produit des effets conformes aux principes de la Convention.

85. Dans la pr?sente affaire, la Cour rel?ve qu’en appliquant le principe de l’expropriation indirecte, les juridictions italiennes ont consid?r? le requ?rant priv? de son bien ? compter du moment o? les travaux de construction d’une route ont irr?versiblement transform? les lieux, les conditions d’ill?galit? de l’occupation et d’int?r?t public de l’ouvrage construit ?tant r?unies. Or, en l’absence d’un acte formel d’expropriation, la Cour estime que cette situation ne saurait ?tre consid?r?e comme ? pr?visible ?, puisque ce n’est que par la d?cision d?finitive ? le jugement du tribunal de B?n?vent ayant acquis force de chose jug?e ? que l’on peut consid?rer le principe de l’expropriation indirecte comme ayant effectivement ?t? appliqu? et que l’acquisition du terrain au patrimoine public a ?t? sanctionn?e. Par cons?quent, le requ?rant n’a eu la ? s?curit? juridique ? concernant la privation du terrain que le 30 mai 2004, date ? laquelle le jugement du tribunal de B?n?vent est devenu d?finitif.

86. La Cour observe ensuite que la situation en cause a permis ? l’administration de tirer parti d’une occupation de terrain ill?gale. En d’autres termes, l’administration a pu s’approprier le terrain au m?pris des r?gles r?gissant l’expropriation en bonne et due forme, et, entre autres, sans qu’une indemnit? soit mise en parall?le ? la disposition de l’int?ress?.

87. S’agissant de l’indemnit?, la Cour constate que l’application r?troactive de la loi budg?taire no 662 de 1996 au cas d’esp?ce a eu pour effet de priver le requ?rant d’une r?paration int?grale du pr?judice subi.

88. A la lumi?re de ces consid?rations, la Cour estime que l’ing?rence litigieuse n’est pas compatible avec le principe de l?galit? et qu’elle a donc enfreint le droit au respect des biens du requ?rant.

89. D?s lors, il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1.

III. SUR L’APPLICATION DE L’ARTICLE 41 DE LA CONVENTION

90. Aux termes de l’article 41 de la Convention,

? Si la Cour d?clare qu’il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d’effacer qu’imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s’il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?

91. Le requ?rant sollicite la restitution du terrain, ce qui selon lui constituerait la forme de r?paration id?ale. A d?faut de restitution, le requ?rant demande ? la Cour de nommer un expert qui puisse ?valuer le pr?judice subi. En tout ?tat de cause, le requ?rant estime que la somme ? accorder au titre du pr?judice mat?riel devra ?tre largement sup?rieure ? celle retenue par le tribunal de B?n?vent.

92. Le requ?rant demande ensuite 110 000 EUR au titre du pr?judice moral.

93. S’agissant des frais devant les juridictions nationales, le requ?rant r?clame le remboursement de 103 903, 22 EUR. Quant aux frais expos?s dans la proc?dure devant la Cour, le requ?rant demande le remboursement de 37 302, 85 EUR, dont 35 796, 72 pour honoraires, hors TVA et hors contributions ? la caisse de pr?voyance des avocats (CPA).

94. Le Gouvernement observe pr?liminairement que le requ?rant n’est pas fond? ? demander une satisfaction ?quitable, vu qu’il n’a pas interjet? appel du jugement du tribunal de B?n?vent pour contester les sommes accord?es. En outre, le Gouvernement observe que le requ?rant ?tait copropri?taire ? 50 % du terrain litigieux. Selon lui, le requ?rant ne pourra avoir que la moiti? de la somme ?tablie au titre de la satisfaction ?quitable.

95. S’agissant sp?cifiquement du pr?judice mat?riel, le Gouvernement soutient que les pr?tentions du requ?rant sont excessives et ne s’appuient sur aucun ?l?ment objectif. La seule somme ? laquelle le requ?rant peut aspirer est 375, 87 EUR (somme devant ?tre index?e), somme qui correspond au 50 % de la diff?rence entre le montant accord? par le tribunal et la valeur du terrain telle qu’?valu?e par les experts au cours de la proc?dure nationale.

96. Quant au pr?judice moral, le Gouvernement trouve excessif le montant r?clam? et s’en remet ? la sagesse de la Cour.

97. S’agissant des frais de la proc?dure interne, le Gouvernement souligne que les frais de la proc?dure devant le tribunal de B?n?vent ont ?t? rembours?s directement ? l’avocat qui a repr?sent? le requ?rants.

98. Enfin, pour les frais expos?s dans la proc?dure ? Strasbourg, le Gouvernement s’en remet ? la sagesse de la Cour.

99. La Cour estime que la question de l’application de l’article 41 ne se trouve pas en ?tat. En cons?quence, elle la r?serve et fixera la proc?dure ult?rieure, compte tenu de la possibilit? que le Gouvernement et les requ?rants parviennent ? un accord.

PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L’UNANIMIT?,

1. Dit, qu’il n’y a pas lieu d’examiner, l’exception pr?liminaire du Gouvernement ;

2. Dit, qu’il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1 ;

3. Dit, que la question de l’application de l’article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat ; en cons?quence,

a) la r?serve en entier ;

b) invite le Gouvernement et le requ?rant ? lui adresser par ?crit, dans le d?lai de trois mois ? compter du jour o? l’arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l’article 44 ? 2 de la Convention, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir ;

c) r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue le pr?sident de la chambre le soin de la fixer au besoin.

Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 15 juillet 2005 en application de l’article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.

S?ren Nielsen Christos Rozakis
Greffier Pr?sident

ARR?T CARLETTA c. ITALIE

ARR?T CARLETTA c. ITALIE

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