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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE CAMPELLO c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41, 13, 35, 29, P1-1, P1-3, P4-2
Numero: 21757/02/2006
Stato: Italia
Data: 2006-07-06 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

Conclusione Violazione dell’art. 8 (rispetto della vita privata); Violazione dell’art. 13; parzialmente inammissibile; Danno morale – risarcimento pecuniario; Danno materiale – domanda respinta; Rimborso parziale oneri e spese – procedimento della Convenzione
TERZA SEZIONE
CAUSA CAMPELLO C. ITALIA
( Richiesta no 21757/02)
SENTENZA
STRASBURGO
6 luglio 2006
DEFINITIVO
06/10/2006
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Campello c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, terza sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIGG. B.M. Zupancic, presidente,
J. Hedigan, L. Caflisch, V. Zagrebelsky, la Sig.ra A. Gyulumyan, il
Sig. E. Myjer, la Sig.ra I. Ziemele, giudici,
e del Sig. V. Berger, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 15 giugno 2006,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 21757/02) diretta contro la Repubblica italiana e in cui un cittadino di questo Stato, il Sig. G. C. (“il richiedente”), aveva investito la Commissione europea dei Diritti dell’uomo (“la Commissione”) il 7 luglio 1998 in virt? del vecchio articolo 25 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? rappresentato dal Sig. M. d. S., avvocato a Roma. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. Ivo Maria Braguglia, dal suo coagente, il Sig. Francesco Crisafulli, e dal suo coagente aggiunto il Sig. Nicola Lettieri.
3. Il 6 gennaio 2005, il presidente della sezione ha deciso di comunicare le lagnanze derivate dagli articoli 8 della Convenzione, 1 del Protocollo no 1, 2 del Protocollo no 4, 6 ? 1 e 13 della Convenzione al Governo. Avvalendosi dell’articolo 29 ? 3 della Convenzione, ha deciso che sarebbero state esaminate l’ammissibilit? e la fondatezza della causa allo stesso tempo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
4. Il richiedente ? nato nel 1955 e ha risieduto a Bolzano.
5. Con un giudizio depositato il 15 luglio 1992, il tribunale di Bolzano dichiar? il fallimento della societ? del richiedente cos? come il fallimento personale di questo.
6. Il 10 agosto 1992, il richiedente fece opposizione dinnanzi al tribunale. L’udienza di arringhe fu fissata al 20 ottobre 2000.
7. Il 17 novembre 1998, il richiedente chiese al tribunale di anticipare la data di questa udienza.
8. Con un giudizio depositato il 22 giugno 1999, il tribunale respinse l’opposizione del richiedente.
9. Il 26 luglio 2000, il giudice delegato autorizz? il curatore a regolare amichevolmente certe cause civili pendenti che hanno per oggetto dei beni che fanno parte del fallimento.
10. Il 29 settembre 2000, un tentativo di asta pubblica ebbe luogo.
11. Il 21 agosto 2001, seguito all’asta pubblica di certi beni, questi furono trasferiti all’acquirente.
12. Tra il 3 ottobre 2001 ed i 21 gennaio 2003, il curatore depose cinque rapporti dinnanzi al tribunale.
13. Il 28 novembre 2001, il richiedente indic? nel frattempo, al curatore che la sua corrispondenza gli era mandata con molto ritardo e gli chiese che questa gli venisse indirizzata direttamente. Il 10 dicembre 2001, il richiedente reiter? questa domanda.
14. Il 28 giugno 2002, il piano di ripartizione parziale dell’attivo del fallimento fu dichiarato esecutivo.
15. Il 9 aprile 2003, il curatore deposit? un rapporto dinnanzi al tribunale.
16. Secondo le informazione fornite dal richiedente il 26 aprile 2006, il procedimento era a questa data ancora pendente.
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
17. Il diritto interno pertinente ? descritto nelle sentenze Campagnano c. Italia (no 77955/01, ?? 19-22, 23 marzo 2006, Albanese c,). Italia, no 77924/01, ?? 23-26, 23 marzo 2006, e Vitiello c. Italia (no 77962/01, ?? 17-20, 23 marzo 2006,).
18. Secondo l’articolo 2 della legge no 39 del 3 febbraio 1989, la persona essendo stata dichiarata in fallimento non pu? essere iscritta nel quadro degli agenti di commissione tenuta dalle camere di commercio.
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
19. Invocando l’articolo 6 ? 1 della Convenzione, il richiedente si lamenta della durata del procedimento. Questo articolo ? formulato cos?:
“Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa sia sentita in un termine ragionevole, da un tribunale che decider?, delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
20. La Corte stima che, avendo omesso il richiedente di esaurire il rimedio previsto dalla legge Pinto, questa parte della richiesta deve essere respinta per non-esaurimento delle vie di ricorso interne secondo l’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DEGLI ARTICOLI 8 DELLA CONVENZIONE, IN QUANTO AL DIRITTO AL RISPETTO DELLA CORRISPONDENZA DEL RICHIEDENTE, 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 E 2 DEL PROTOCOLLO NO 4
21. Invocando l’articolo 8 della Convenzione, il richiedente si lamenta della violazione del suo diritto al rispetto della sua corrispondenza e della sua vita familiare, in particolare in ragione della durata del procedimento. Invocando l’articolo 1 del Protocollo no 1, si lamenta che la dichiarazione di fallimento l’abbia privato dei suoi beni, in particolare in ragione della durata del procedimento. Invocando l’articolo 2 del Protocollo no 4, denuncia la limitazione della sua libert? di circolazione, in particolare in ragione della durata del procedimento. Questi articoli sono formulati cos?:
Articolo 8 della Convenzione
“1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita familiare e della sua corrispondenza.
2. Non pu? esserci ingerenza di un’autorit? pubblica nell’esercizio di questo diritto se non per quanto questa ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una societ? democratica, sia necessario alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine ed alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? altrui. “
Articolo 1 del Protocollo no 1
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
Articolo 2 del Protocollo no 4
“1. Chiunque si trovi regolarmente sul territorio di un Stato ha il diritto di circolarvi liberamente e di scegliere liberamente la sua residenza.
2. Ogni persona ? libera di lasciare qualunque paese, ivi compreso il suo.
3. L’esercizio di questi diritti non pu? essere oggetto di altre restrizioni se non quelle che, previste dalla legge, costituiscono delle misure necessarie, in una societ? democratica, alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al mantenimento dell’ordine pubblico, alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? altrui.
22. Il Governo sostiene che il richiedente si sarebbe potuto lamentare delle incapacit? prolungate che derivano del suo collocamento in fallimento dinnanzi alla corte di appello competente conformemente alla legge Pinto. Si riferisce, tra l?altro, alla sentenza della Corte di cassazione no 362 del 2003.
23. Il richiedente osserva che la legge Pinto non costituisce un mezzo di ricorso efficace per lamentarsi della durata delle incapacit? personali che derivano dal collocamento in fallimento.
24. In quanto alla lagnanza derivata dal diritto al rispetto della vita familiare, la Corte stima che questo non ? stato supportato dal richiedente e che deve essere respinta dunque per difetto manifesto di fondamento secondo l’articolo 35 ?? 3 e 4 della Convenzione.
25. In quanto al restante delle lagnanze, la Corte rileva che, nella sua sentenza no 362 del 2003, depositata il 14 gennaio 2003, la Corte di cassazione ha per la prima volta riconosciuto che il risarcimento morale relativo alla durata dei procedimenti di fallimento deve tenere conto, tra l?altro, del prolungamento delle incapacit? che derivano dello statuto di fallito.
26. La Corte ricorda avere considerato che, a partire dal 14 luglio 2003, la sentenza no 362 del 2003 non pu? pi? essere ignorata dal pubblico e che ? a contare di questa data che deve essere esatto dai richiedenti che utilizzino questo ricorso ai fini dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione (vedere Sgattoni c. Italia, no 77132/01, ? 48, 6 ottobre 2005).
27. Non avendo il richiedente introdotto ricorso conformemente alla legge Pinto, la Corte stima che questa parte della richiesta ? inammissibile per non-esaurimento delle vie di ricorso interne e deve essere respinta conformemente all’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 8 DELLA CONVENZIONE, IN QUANTO AL DIRITTO AL RISPETTO DELLA VITA PRIVATA DEL RICHIEDENTE
28. Invocando l’articolo 8 della Convenzione, il richiedente si lamenta del fatto che, a seguito della cancellazione del suo nome dal registro degli agenti di commissione, non pu? esercitare la sua attivit? prima dell’ottenimento della sua riabilitazione. La Corte stima che questa lagnanza dovrebbe essere analizzata sotto l’angolo del diritto al rispetto della vita privata del richiedente, come garantito dall’articolo 8 della Convenzione. Questo articolo ? formulato cos?:
“1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata.
2. Non pu? esserci ingerenza di un’autorit? pubblica nell’esercizio di questo diritto se non per quanto questa ingerenza sia prevista dalla legge e costituiscauna misura che, in una societ? democratica, sia necessaria alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine ed alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? altrui. “
A. Sull’ammissibilit?
29. La Corte constata che la lagnanza non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che questa non si scontra con nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
30. La Corte considera che la cancellazione del nome del richiedente dal registro degli agenti di commissione, derivante dall’iscrizione del suo nome nel registro dei falliti, provochi in s? un’ingerenza nel diritto al rispetto della vita privata del richiedente che, tenuto conto della natura automatica di suddetta iscrizione, in mancanza di una valutazione e di un controllo giurisdizionale sull’applicazione delle incapacit? ivi relative cos? come del lasso di tempo previsto per l’ottenimento della riabilitazione, non ? “necessaria in una societ? democratica” al senso dell’articolo 8 ? 2 della Convenzione.
La Corte stima dunque che c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione.
IV. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 3 DEL PROTOCOLLO NO 1
31. Invocando l’articolo 3 del Protocollo no 1, il richiedente si lamenta della limitazione del suo diritto di voto. Questo articolo ? formulato cos?:
“Le Alte Parti contraenti si impegnano ad organizzare, ad intervalli ragionevoli, delle elezioni libere dallo scrutino segreto, in condizioni che garantiscono la libera espressione dell’opinione del popolo sulla scelta del corpo legislativo. “
32. La Corte nota che la perdita del diritto di voto in seguito al collocamento in fallimento non pu? superare cinque anni a partire dalla data del giudizio che dichiara il fallimento. Ora, essendo stato depositato questo giudizio il 15 luglio 1992, il richiedente avrebbe dovuto introdurre al pi? tardi la sua lagnanza il 15 gennaio 1998. Essendo stata introdotta la richiesta il 7 luglio 1998, la lagnanza ? tardiva e deve essere respinta conformemente all’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
V. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DEGLI ARTICOLI 6 ? 1 E 13 DELLA CONVENZIONE
33. Invocando gli articoli 6 ? 1 e 13 della Convenzione, il richiedente si lamenta della mancanza in diritto italiano di una via di ricorso per lamentarsi delle incapacit? che derivano dalla dichiarazione di fallimento. Questi articoli sono formulati cos?:
Articolo 6 ? 1
“Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa sia sentita da un tribunale chi decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
Articolo 13
“Ogni persona i cui diritti e libert? riconosciuti nella Convenzione sono stati violati, ha diritto alla concessione di un ricorso effettivo dinnanzi ad un’istanza nazionale, anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali. “
A. Sull’ammissibilit?
34. La Corte nota al primo colpo che, nella sentenza Bottaro c. Italia (no 56298/00, 17 luglio 2003,) ha constatato una violazione dell’articolo 13 della Convenzione in ragione della mancanza di un ricorso effettivo per lamentarsi della limitazione prolungata del diritto al rispetto della corrispondenza. Stima dunque che la lagnanza sollevata dal richiedente dovrebbe essere esaminata unicamente sotto l’angolo dell’articolo 13 della Convenzione.
35. Poi, in quanto alla parte della lagnanza concernente la limitazione prolungata del diritto al rispetto dei beni, articolo 1 del Protocollo no 1, della corrispondenza (articolo 8 della Convenzione) e della libert? di circolazione del richiedente (2 del Protocollo no 4) la Corte ricorda avere concluso all’inammissibilit? di queste lagnanze. Pertanto, stima che, non trattandosi di lagnanze “difendibili” allo sguardo della Convenzione, questa parte della richiesta deve essere respinta in quanto manifestamente male fondata secondo l’articolo 35 ?? 3 e 4 della Convenzione.
36. In quanto alla parte della lagnanza che riguarda le incapacit? personali che derivano dall’iscrizione del nome dello fallito nel registro dei falliti e perdurando fino all’ottenimento della riabilitazione civile, la Corte constata che non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che questa non si scontra con nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
37. La Corte ha trattato gi? di cause sollevano delle questioni simili a quelle del caso specifico e ha constatato la violazione dell’articolo 13 della Convenzione (vedere Bottaro precitato, ?? 41-46,).
38. La Corte ha esaminato la presente causa e ha considerato che il Governo non ha fornito nessuno fatto n? argomento che posa condurre ad una conclusione differente nel caso presente.
Pertanto, la Corte conclude che c’? stata violazione dell’articolo 13 della Convenzione.
VI. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE IN QUANTO AL DIRITTO AD UN PROCESSO EQUO
39. Invocando l’articolo 6 ? 1 della Convenzione, il richiedente si lamenta della violazione del diritto ad un processo equo. Denuncia la cattiva amministrazione del fallimento da parte del curatore. Si lamenta anche del fatto che il tribunale ha respinto la sua opposizione. Il richiedente si lamenta infine che “il processo non sia stato imparziale” in ragione del fatto che l’avvocato che l?ha rappresentato nel procedimento in opposizione avrebbe accettato di rappresentare il fallimento in una fase ulteriore del procedimento. L’articolo 6 ? 1 dispongono:
“Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa sia equamente sentita, (…) da un tribunale chi decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
40. La Corte rileva che il richiedente ha omesso di introdurre un reclamo dinnanzi al giudice delegato che denuncia la pretesa cattiva amministrazione del fallimento da parte del curatore al senso dell’articolo 36 della legge sul fallimento. Questa parte della richiesta deve essere respinta dunque per non-esaurimento delle vie di ricorso interne al senso dell’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
41. In quanto alla parte della richiesta concernente il risultato del procedimento in opposizione, la Corte stima che il richiedente ha omesso di attaccare in appello il giudizio del tribunale di Bolzano depositato il 22 giugno 1999. Questa parte della richiesta deve essere respinta per non-esaurimento delle vie di ricorso interne al senso dell’articolo dunque 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
42. Per ci? che riguarda la lagnanza relativa alla mancanza di imparzialit? del procedimento, la Corte osserva che il richiedente ha omesso di denunciare il comportamento falsamente illegale del suo rappresentante dinnanzi alle istanze nazionali. Questa lagnanza deve dunque essere respinta per no-esaurimento delle vie di ricorso interne al senso dell’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
VII. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
43. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente permette di cancellare solo imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
A. Danno
44. Il richiedente richiede 299 890 euro (EUR) a titolo del danno materiale e 78 000 EUR a titolo del danno morale che avrebbe subito.
45. Il Governo si oppone a queste pretese.
46. La Corte non vede legame di causalit? tra le violazioni constatate ed il danno materiale addotto e respinge questa domanda. In compenso, considera che c’? luogo di concedere al richiedente 7 000 EUR a titolo di danno morale, tenuto conto in particolare il fatto che il richiedente non ha potuto esercitare la sua attivit? di agente di commissione dal 15 luglio 1992 fino almeno al 26 aprile 2006.
B. Oneri e spese
47. Il richiedente chiede anche 5 000 EUR per oneri e spese incorse dinnanzi alla Corte.
48. Il Governo si oppone a queste pretese.
49. Secondo la giurisprudenza della Corte, un richiedente non pu? ottenere il rimborso dei suoi oneri e spese se non nella misura in cui vengano stabiliti la loro realt?, la loro necessit? ed il carattere ragionevoli del loro tasso. Nello specifico e tenuto conto degli elementi in suo possesso e dei criteri suddetti, la Corte stima ragionevole la somma di 2 000 EUR a titolo di oneri e spese per il procedimento dinnanzi alla Corte e l’accordo al richiedente.
C. Interessi moratori
50. La Corte giudica appropriato basare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea aumentata tre punti di percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara la richiesta ammissibile in quanto alle lagnanze derivate dagli articoli 8, per ci? che riguarda il diritto al rispetto della vita privata del richiedente, e 13 della Convenzione, per ci? che riguarda la mancanza di un ricorso per lamentarsi delle incapacit? che derivano dell’iscrizione del nome del fallito nel registro, ed inammissibile per il surplus;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione;
3. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 13 della Convenzione;
4. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare al richiedente, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, 7 000 EUR (settemila euro) per danno morale e 2 000 EUR (duemila euro) per oneri e spese, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta;
b) che a contare dalla scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questo importo sar? da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti percentuale,;
5. Respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 6 luglio 2006 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Vincent Pastore Bo?tjan Sig. Zupancic
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Violation de l’art. 8 (respect de la vie priv?e) ; Violation de l’art. 13 ; Partiellement irrecevable ; Pr?judice moral – r?paration p?cuniaire ; Dommage mat?riel – demande rejet?e ; Remboursement partiel frais et d?pens – proc?dure de la Convention
TROISI?ME SECTION
AFFAIRE CAMPELLO c. ITALIE
(Requ?te no 21757/02)
ARR?T
STRASBOURG
6 juillet 2006
D?FINITIF
06/10/2006
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Campello c. Italie,
La Cour europ?enne des Droits de l?Homme (troisi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
MM. B.M. Zupancic, pr?sident,
J. Hedigan,
L. Caflisch,
V. Zagrebelsky,
Mme A. Gyulumyan,
M. E. Myjer,
Mme I. Ziemele, juges,
et de M. V. Berger, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 15 juin 2006,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 21757/02) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant de cet Etat, M. G. C. (? le requ?rant ?), avait saisi la Commission europ?enne des Droits de l?Homme (? la Commission ?) le 7 juillet 1998 en vertu de l?ancien article 25 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant est repr?sent? par Me M. d. S., avocat ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. Ivo Maria Braguglia, par son coagent, M. Francesco Crisafulli, et par son coagent adjoint, M. Nicola Lettieri.
3. Le 6 janvier 2005, le pr?sident de la section a d?cid? de communiquer les griefs tir?s des articles 8 de la Convention, 1 du Protocole no 1, 2 du Protocole no 4, 6 ? 1 et 13 de la Convention au Gouvernement. Se pr?valant de l?article 29 ? 3 de la Convention, elle a d?cid? que seraient examin?s en m?me temps la recevabilit? et le bien-fond? de l?affaire.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
4. Le requ?rant est n? en 1955 et r?side ? Bolzano.
5. Par un jugement d?pos? le 15 juillet 1992, le tribunal de Bolzano d?clara la faillite de la soci?t? du requ?rant ainsi que la faillite personnelle de celui-ci.
6. Le 10 ao?t 1992, le requ?rant fit opposition devant le tribunal. L?audience de plaidoiries fut fix?e au 20 octobre 2000.
7. Le 17 novembre 1998, le requ?rant demanda au tribunal d?anticiper la date de cette audience.
8. Par un jugement d?pos? le 22 juin 1999, le tribunal rejeta l?opposition du requ?rant.
9. Le 26 juillet 2000, le juge d?l?gu? autorisa le syndic ? r?gler ? l?amiable certaines affaires civiles pendantes ayant pour objet des biens faisant partie de la faillite.
10. Le 29 septembre 2000, une tentative de vente aux ench?res eut lieu.
11. Le 21 ao?t 2001, suite ? la vente aux ench?res de certains biens, ceux-ci furent transf?r?s ? l?acqu?reur.
12. Entre le 3 octobre 2001 et le 21 janvier 2003, le syndic d?posa cinq rapports devant le tribunal.
13. Entre-temps, le 28 novembre 2001, le requ?rant indiqua au syndic que sa correspondance lui ?tait envoy?e avec beaucoup de retard et lui demanda que celle-ci lui soit adress?e directement. Le 10 d?cembre 2001, le requ?rant r?it?ra cette demande.
14. Le 28 juin 2002, le plan de r?partition partiel de l?actif de la faillite fut d?clar? ex?cutoire.
15. Le 9 avril 2003, le syndic d?posa un rapport devant le tribunal.
16. Selon les informations fournies par le requ?rant le 26 avril 2006, la proc?dure ?tait ? cette date encore pendante.
II. LE DROIT INTERNE PERTINENT
17. Le droit interne pertinent est d?crit dans les arr?ts Campagnano c. Italie (no 77955/01, ?? 19-22, 23 mars 2006), Albanese c. Italie (no 77924/01, ?? 23-26, 23 mars 2006) et Vitiello c. Italie (no 77962/01, ?? 17-20, 23 mars 2006).
18. Selon l?article 2 de la loi no 39 du 3 f?vrier 1989, la personne ayant ?t? d?clar?e en faillite ne peut pas ?tre inscrite dans le tableau des agents de courtage tenu aupr?s des chambres de commerce.
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION
19. Invoquant l?article 6 ? 1 de la Convention, le requ?rant se plaint de la dur?e de la proc?dure. Cet article est ainsi libell? :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) dans un d?lai raisonnable, par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
20. La Cour estime que, le requ?rant ayant omis d??puiser le rem?de pr?vu par la loi Pinto, cette partie de la requ?te doit ?tre rejet?e pour non-?puisement des voies de recours internes selon l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DES ARTICLES 8 DE LA CONVENTION, QUANT AU DROIT AU RESPECT DE LA CORRESPONDANCE DU REQU?RANT, 1 DU PROTOCOLE No 1 ET 2 DU PROTOCOLE No 4
21. Invoquant l?article 8 de la Convention, le requ?rant se plaint de la violation de son droit au respect de sa correspondance et de sa vie familiale, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Invoquant l?article 1 du Protocole no 1, il se plaint que la d?claration de faillite l?a priv? de ses biens, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Invoquant l?article 2 du Protocole no 4, il d?nonce la limitation de sa libert? de circulation, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Ces articles sont ainsi libell?s :
Article 8 de la Convention
? 1. Toute personne a droit au respect de sa vie (…) familiale (…) et de sa correspondance.
2. Il ne peut y avoir ing?rence d?une autorit? publique dans l?exercice de ce droit que pour autant que cette ing?rence est pr?vue par la loi et qu?elle constitue une mesure qui, dans une soci?t? d?mocratique, est n?cessaire ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au bien-?tre ?conomique du pays, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
Article 1 du Protocole no 1
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
Article 2 du Protocole no 4
? 1. Quiconque se trouve r?guli?rement sur le territoire d?un Etat a le droit d?y circuler librement et d?y choisir librement sa r?sidence.
2. Toute personne est libre de quitter n?importe quel pays, y compris le sien.
3. L?exercice de ces droits ne peut faire l?objet d?autres restrictions que celles qui, pr?vues par la loi, constituent des mesures n?cessaires, dans une soci?t? d?mocratique, ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au maintien de l?ordre public, ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui.
22. Le Gouvernement soutient que le requ?rant aurait pu se plaindre des incapacit?s prolong?es d?rivant de sa mise en faillite devant la cour d?appel comp?tente conform?ment ? la loi Pinto. Il se r?f?re, entre autres, ? l?arr?t de la Cour de cassation no 362 de 2003.
23. Le requ?rant observe que la loi Pinto ne constitue pas un moyen de recours efficace pour se plaindre de la dur?e des incapacit?s personnelles d?rivant de la mise en faillite.
24. Quant au grief tir? du droit au respect de la vie familiale, la Cour estime que celui-ci n?a pas ?t? ?tay? par le requ?rant et qu?il doit donc ?tre rejet? pour d?faut manifeste de fondement selon l?article 35 ?? 3 et 4 de la Convention.
25. Quant au restant des griefs, la Cour rel?ve que, dans son arr?t no 362 de 2003, d?pos? le 14 janvier 2003, la Cour de cassation a pour la premi?re fois reconnu que le d?dommagement moral relatif ? la dur?e des proc?dures de faillite doit tenir compte, entre autres, de la prolongation des incapacit?s d?rivant du statut de failli.
26. La Cour rappelle avoir retenu que, ? partir du 14 juillet 2003, l?arr?t no 362 de 2003 ne peut plus ?tre ignor? du public et que c?est ? compter de cette date qu?il doit ?tre exig? des requ?rants qu?ils usent de ce recours aux fins de l?article 35 ? 1 de la Convention (voir Sgattoni c. Italie, no 77132/01, ? 48, 6 octobre 2005).
27. Le requ?rant n?ayant pas introduit de recours conform?ment ? la loi Pinto, la Cour estime que cette partie de la requ?te est irrecevable pour non-?puisement des voies de recours internes et doit ?tre rejet?e conform?ment ? l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 8 DE LA CONVENTION, QUANT AU DROIT AU RESPECT DE LA VIE PRIV?E DU REQU?RANT
28. Invoquant l?article 8 de la Convention, le requ?rant se plaint du fait que, suite ? l?effacement de son nom du registre des agents de courtage, il ne peut pas exercer son activit? avant l?obtention de sa r?habilitation. La Cour estime que ce grief devrait ?tre analys? sous l?angle du droit au respect de la vie priv?e du requ?rant, tel que garanti par l?article 8 de la Convention. Cet article est ainsi libell? :
? 1. Toute personne a droit au respect de sa vie priv?e (…).
2. Il ne peut y avoir ing?rence d?une autorit? publique dans l?exercice de ce droit que pour autant que cette ing?rence est pr?vue par la loi et qu?elle constitue une mesure qui, dans une soci?t? d?mocratique, est n?cessaire ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au bien-?tre ?conomique du pays, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
A. Sur la recevabilit?
29. La Cour constate que le grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celui-ci ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
30. La Cour consid?re que l?effacement du nom du requ?rant du registre des agents de courtage, d?rivant de l?inscription de son nom dans le registre des faillis, entra?ne en soi une ing?rence dans le droit au respect de la vie priv?e du requ?rant qui, compte tenu de la nature automatique de ladite inscription, de l?absence d?une ?valuation et d?un contr?le juridictionnels sur l?application des incapacit?s y relatives ainsi que du laps de temps pr?vu pour l?obtention de la r?habilitation, n?est pas ? n?cessaire dans une soci?t? d?mocratique ? au sens de l?article 8 ? 2 de la Convention.
La Cour estime donc qu?il y a eu violation de l?article 8 de la Convention.
IV. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 3 DU PROTOCOLE No 1
31. Invoquant l?article 3 du Protocole no 1, le requ?rant se plaint de la limitation de son droit de vote. Cet article est ainsi libell? :
? Les Hautes Parties contractantes s?engagent ? organiser, ? des intervalles raisonnables, des ?lections libres au scrutin secret, dans les conditions qui assurent la libre expression de l?opinion du peuple sur le choix du corps l?gislatif. ?
32. La Cour note que la perte du droit de vote suite ? la mise en faillite ne peut pas exc?der cinq ans ? partir de la date du jugement d?clarant la faillite. Or, ce jugement ayant ?t? d?pos? le 15 juillet 1992, le requ?rant aurait d? introduire son grief au plus tard le 15 janvier 1998. La requ?te ayant ?t? introduite le 7 juillet 1998, le grief est tardif et il doit ?tre rejet? conform?ment ? l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
V. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DES ARTICLES 6 ? 1 ET 13 DE LA CONVENTION
33. Invoquant les articles 6 ? 1 et 13 de la Convention, le requ?rant se plaint du manque en droit italien d?une voie de recours pour se plaindre des incapacit?s d?rivant de la d?claration de faillite. Ces articles sont ainsi libell?s :
Article 6 ? 1
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) par un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
Article 13
? Toute personne dont les droits et libert?s reconnus dans la (…) Convention ont ?t? viol?s, a droit ? l?octroi d?un recours effectif devant une instance nationale, alors m?me que la violation aurait ?t? commise par des personnes agissant dans l?exercice de leurs fonctions officielles. ?
A. Sur la recevabilit?
34. La Cour note d?embl?e que, dans l?arr?t Bottaro c. Italie (no 56298/00, 17 juillet 2003), elle a constat? une violation de l?article 13 de la Convention en raison de l?absence d?un recours effectif pour se plaindre de la limitation prolong?e du droit au respect de la correspondance. Elle estime donc que le grief soulev? par le requ?rant devrait ?tre examin? uniquement sous l?angle de l?article 13 de la Convention.
35. Ensuite, quant ? la partie du grief concernant la limitation prolong?e du droit au respect des biens (article 1 du Protocole no 1), de la correspondance (article 8 de la Convention) et de la libert? de circulation du requ?rant (2 du Protocole no 4), la Cour rappelle avoir conclu ? l?irrecevabilit? de ces griefs. Partant, elle estime que, ne s?agissant pas de griefs ? d?fendables ? au regard de la Convention, cette partie de la requ?te doit ?tre rejet?e en tant que manifestement mal fond?e selon l?article 35 ?? 3 et 4 de la Convention.
36. Quant ? la partie du grief portant sur les incapacit?s personnelles d?rivant de l?inscription du nom du failli dans le registre des faillis et perdurant jusqu?? l?obtention de la r?habilitation civile, la Cour constate qu?elle n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celle-ci ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de la d?clarer recevable.
B. Sur le fond
37. La Cour a d?j? trait? d?affaires soulevant des questions semblables ? celles du cas d?esp?ce et a constat? la violation de l?article 13 de la Convention (voir Bottaro pr?cit?, ?? 41-46).
38. La Cour a examin? la pr?sente affaire et consid?re que le Gouvernement n?a fourni aucun fait ni argument pouvant mener ? une conclusion diff?rente dans le cas pr?sent.
Partant, la Cour conclut qu?il y a eu violation de l?article 13 de la Convention.
VI. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION QUANT AU DROIT ? UN PROC?S ?QUITABLE
39. Invoquant l?article 6 ? 1 de la Convention, le requ?rant se plaint de la violation du droit ? un proc?s ?quitable. Il d?nonce la mauvaise administration de la faillite de la part du syndic. Il se plaint ?galement de ce que le tribunal a rejet? son opposition. Le requ?rant se plaint enfin que ? le proc?s n?a pas ?t? impartial ? en raison de ce que l?avocat l?ayant repr?sent? dans la proc?dure en opposition aurait accept? de repr?senter la faillite dans une phase ult?rieure de la proc?dure. L?article 6 ? 1 dispose :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement, (…) par un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
40. La Cour rel?ve que le requ?rant a omis d?introduire une r?clamation devant le juge d?l?gu? en d?non?ant la pr?tendue mauvaise administration de la faillite de la part du syndic au sens de l?article 36 de la loi sur la faillite. Cette partie de la requ?te doit donc ?tre rejet?e pour non-?puisement des voies de recours internes au sens de l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
41. Quant ? la partie de la requ?te concernant le r?sultat de la proc?dure en opposition, la Cour estime que le requ?rant a omis d?attaquer en appel le jugement du tribunal de Bolzano d?pos? le 22 juin 1999. Cette partie de la requ?te doit donc ?tre rejet?e pour non-?puisement des voies de recours internes au sens de l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
42. Pour ce qui est du grief relatif au manque d?impartialit? de la proc?dure, la Cour observe que le requ?rant a omis de d?noncer le comportement pr?tendument ill?gal de son repr?sentant devant les instances nationales. Ce grief doit donc ?tre rejet? pour non-?puisement des voies de recours internes au sens de l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
VII. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
43. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
44. Le requ?rant r?clame 299 890 euros (EUR) au titre du pr?judice mat?riel et 78 000 EUR au titre du pr?judice moral qu?il aurait subi.
45. Le Gouvernement s?oppose ? ces pr?tentions.
46. La Cour n?aper?oit pas de lien de causalit? entre les violations constat?es et le dommage mat?riel all?gu? et rejette cette demande. En revanche, elle consid?re qu?il y a lieu d?octroyer au requ?rant 7 000 EUR au titre du pr?judice moral, compte tenu notamment du fait que le requ?rant n?a pas pu exercer son activit? d?agent de courtage du 15 juillet 1992 jusqu?au 26 avril 2006 au plus t?t.
B. Frais et d?pens
47. Le requ?rant demande ?galement 5 000 EUR pour les frais et d?pens encourus devant la Cour.
48. Le Gouvernement s?oppose ? ces pr?tentions.
49. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En l?esp?ce et compte tenu des ?l?ments en sa possession et des crit?res susmentionn?s, la Cour estime raisonnable la somme de 2 000 EUR au titre des frais et d?pens pour la proc?dure devant la Cour et l?accorde au requ?rant.
C. Int?r?ts moratoires
50. La Cour juge appropri? de baser le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable quant aux griefs tir?s des articles 8, en ce qui concerne le droit au respect de la vie priv?e du requ?rant, et 13 de la Convention, en ce qui concerne l?absence d?un recours pour se plaindre des incapacit?s d?rivant de l?inscription du nom du failli dans le registre, et irrecevable pour le surplus ;
2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 8 de la Convention ;
3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 13 de la Convention ;
4. Dit
a) que l?Etat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, 7 000 EUR (sept mille euros) pour dommage moral et 2 000 EUR (deux mille euros) pour frais et d?pens, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ce montant sera ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;
5. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 6 juillet 2006 en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Vincent Berger Bo?tjan M. Zupancic
Greffier Pr?sident

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