A.N.P.T.ES. Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati. Oltre 5.000 espropri trattati in 15 anni di attività.
Qui trovi tutto cio che ti serve in tema di espropriazione per pubblica utilità.

Se desideri chiarimenti in tema di espropriazione compila il modulo cliccando qui e poi chiamaci ai seguenti numeri: 06.91.65.04.018 - 340.95.85.515

Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE BRUMARESCU c. ROUMANIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 1
Articoli: 41, 34, 06, P1-1
Numero: 28342/95/1999
Stato: Romania
Data: 1999-10-28 00:00:00
Organo: Grande Camera
Testo Originale

Conclusione Violazione dell’arte. 6-1 a causa della mancanza di un processo equo; Violazione dell’arte. 6-1 a causa del rifiuto del diritto di accesso ad un tribunale; Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata

CAUSA BRUMĂRESCU C. ROMANIA
( Richiesta n? 28342/95)
SENTENZA
STRASBURGO
28 ottobre 1999

Nella causa Brumărescu c. Romania,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, costituita, conformemente all’articolo 27 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”), come emendata dal Protocollo n? 111, ed alle clausole pertinenti del suo regolamento2, in una Grande Camera composta dai giudici segue dei quali segue il nome:
Il Sig. L. Wildhaber, presidente,
Sig.ra E. Palm,
Sig. C.L. Rozakis, Sir Nicolas Bratza, Sigg.. L. Ferrari Bravo, L. Caflisch, L. Loucaides, J. – P. Costa, W. Fuhrmann, K. JUNGWIERT, B. Zupančič, la Sig.ra N. Vajić,
Sig. J. Hedigan, Sig.ra Sig. Tsatsa-Nikolovska,
Sigg.. T. Pan??ru, E. Levits, L. MIHAI, giudice ad hoc,
cos? come da Sig.ra di Boero-Buquicchio, cancelliere collaboratrice,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 17 giugno e 30 settembre 1999,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, data:
PROCEDIMENTO
1. La causa ? stata deferita alla Corte da un cittadino rumeno, il Sig. D. B. (“il richiedente”), il 3 novembre 1998 e dalla Commissione europea dei Diritti dell’uomo (“la Commissione”) il 6 novembre 1998, nel termine di tre mesi che aprivano 32 ? i vecchi articoli 1 e 47 della Convenzione. Alla sua origine si trova una richiesta (no 28342/95) diretta contro la Romania ed in cui il Sig. B. aveva investito la Commissione il 9 maggio 1995 in virt? del vecchio articolo 25.

La domanda della Commissione rinvia ai vecchi articoli 44 e 48 cos? come alla dichiarazione rumena che riconosce la giurisdizione obbligatoria della Corte (vecchio articolo 46) e la richiesta del richiedente ai vecchi articoli 44 e 48 come emendati dal Protocollo n? 92 ratificato dalla Romania. Hanno per oggetto di ottenere una decisione sul punto di sapere se i fatti della causa rivelano una trasgressione dello stato convenuto alle esigenze degli articoli 6 ? 1 della Convenzione e 1 del Protocollo n? 1.
2. Conformemente all’articolo 5 ? 4 del Protocollo n? 11, letto in combinazione con gli articoli 100 ? 1 e 24 ? 6 dell’ordinamento, un collegio della Grande Camera ha deciso, il 14 gennaio 1999, che la causa sarebbe esaminata dalla Grande Camera della Corte.
Questa Grande Camera comprendeva di pieno dritto Sig. C. B?rsan, giudice eletto a titolo della Romania (articoli 27 ? 2 della Convenzione e 24 ? 4 dell’ordinamento) il Sig. L. Wildhaber, presidente della Corte, la Sig.ra E. Palm ed il Sig. C.L. Rozakis, vicepresidenti della Corte, Sir Nicolas Bratza, presidente di sezione, ed il Sig. G. Ress, vicepresidente di sezione ( articoli 27 ? 3 della Convenzione e 24 ?? 3 e 5 a dell’ordinamento). Sono stati designati inoltre per completare la Grande Camera: Il Sig. L. Ferrari Bravo, il Sig. L. Caflisch, il Sig. L. Loucaides, il Sig. W. Fuhrmann, il Sig. K. Jungwiert, il Sig. B. Zupan?i?, la Sig.ra N. Vajić, il Sig. J. Hedigan, la Sig.ra Sig. Tsatsa-Nikolovska, il Sig. T. Panţ?ru ed il Sig. E. Levits (articolo 24 ? 3 dell’ordinamento).
Ulteriormente, il Sig. B?rsan che aveva partecipato all’esame della causa con la Commissione, si ? astenuto dalla Grande Camera (articolo 28 dell’ordinamento). Perci?, il governo rumeno (“il Governo”) ha designato il Sig. L. Mihai per riunirsi in qualit? di giudice ad hoc (articoli 27 ? 2 della Convenzione e 29 ? 1 dell’ordinamento).
3. In applicazione dell’articolo 59 ? 3 dell’ordinamento, il presidente della Corte ha invitato le parti a sottoporre le loro memorie sulle questioni sollevate dalla causa.
4. Il richiedente ha designato il suo consiglio (articolo 36 ?? 3 e 4 dell’ordinamento).
5. Il 3 maggio 1999, il cancelliere ha ricevuto l’esposto del richiedente ed il 10 maggio 1999, quello del Governo, dopo una proroga del termine assegnato.
6. Il 1 giugno 1999, il richiedente ha presentato delle osservazioni complementari al suo esposto del 3 maggio 1999, ed il Governo ha risposto il 14 giugno 1999. Sebbene questi ultimi documenti fossero giunti dopo la scadenza del termine fissato per la presentazione delle memorie, il presidente ha deciso il 17 giugno 1999, conformemente all’articolo 38 ? 1 dell’ordinamento, di accettare che fossero gli uni e gli altri versati alla pratica.

7. Cos? come aveva deciso il presidente che aveva autorizzato anche il rappresentante del richiedente ad adoperare la lingua rumena (articolo 34 ? 3 dell’ordinamento) un’udienza si ? svolta in pubblico il 17 giugno 1999, al Palazzo dei Diritti dell’uomo a Strasburgo.
Sono comparsi:
-per il Governo il
Sig. C. – L. Popescu, consigliere, ministero della Giustizia, agente
la Sig.ra R. Rizoiu, ministero della Giustizia,
il Sig. T. Corla?ean, ministero delle Cause estere, consiglieri,;
-per il richiedente
Sig. C. D., avvocato al foro di Bucarest, consigliere.
La Corte ha sentito nelle loro dichiarazioni, cos? come nelle loro risposte alle domande di uno dei giudici, il Sig. D., il Sig. Popescu e la Sig.ra Rizoiu.
8. Il 30 giugno 1999, conformemente all’articolo 61 ? 3 dell’ordinamento, il presidente ha accordato al Sig. M. D.M. l’autorizzazione di presentare delle osservazioni scritte su certi aspetti della causa. Queste osservazioni sono state ricevute il 28 giugno 1999.
9. In virt? dell’articolo 61 ? 5 dell’ordinamento, il richiedente ha risposto con delle osservazioni scritte il 29 luglio 1999 ed il Governo il 30 luglio 1999.
10. Il 30 settembre 1999, il Sig. Ress, impossibilitato, ? stato sostituito dal Sig. J. – P. Costa, supplendo (articolo 24 ? 5 b,).
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
11. Nel 1930, i genitori del richiedente costruirono una casa a Bucarest. A partire dal 1939, ne affittarono il pianterreno ai fratelli M., gli zii del terzo intervenuto il Sig. M. D. M..
12. Nel 1950, lo stato prese possesso della casa dei genitori del richiedente, ubicato a Bucarest, invocando il decreto di nazionalizzazione n? 92/1950. I motivi o la base legale di questa privazione di propriet? non fu mai notificata ai genitori del richiedente. Questi furono autorizzati tuttavia a restare in uno degli appartamenti della casa, in quanto inquilini dello stato.
13. Nel 1973, in applicazione della legge n? 4/1973, lo stato vendette l’alloggio che occupavano fino ad allora ai fratelli Mirescu in quanto inquilini. Il terzo intervenuto, il Sig. Mircea Dan Mirescu, ed sua sorella A.M.M, ereditarono l’appartamento nel 1988. Nel 1997, in seguito al decesso della sorella, il terzo intervenuto rimase il solo erede di suddetto appartamento.
A. L’AZIONE IN RIVENDICAZIONE DELLA PROPRIET?
14. Nel 1993, in quanto erede, il richiedente investe il tribunale di prima istanza di Bucarest di un’azione che mira a fare constatare la nullit? della nazionalizzazione della casa. L’interessato fece valere che in virt? del decreto n? 92/1950, i beni dei salariati non potevano essere nazionalizzati e che i suoi genitori erano salariati al momento della nazionalizzazione della loro casa. Non ? precisato nei documenti presentati dinnanzi alla Corte se, dinnanzi al tribunale di prima istanza, il richiedente fece menzione della vendita conclusa dallo stato coi fratelli Mirescu nel 1973.
15. Con un giudizio del 9 dicembre 1993, il tribunale di prima istanza rilev? che era con errore che la casa dei genitori del richiedente era stata nazionalizzata in applicazione del decreto n? 92/1950, perch? facevano parte di una categoria di persone che questo decreto escludeva delle azioni di nazionalizzazione. Il tribunale constat? poi che il possesso esercitato dallo stato era fondato sulla violenza e, di conseguenza, giudic? che lo stato non poteva avvalersi di un titolo di propriet? fondata sull’usucapione. I giudici decisero anche che lo stato non si sarebbe potuto appropriare neanche della casa in applicazione dei decreti numero 218/1960 e 712/1966, perch? questi testi erano rispettivamente contrari alle Costituzioni del 1952 e 1965. Il tribunale ordin? da allora alle autorit? amministrative, ossia il municipio di Bucarest e l’impresa di stato C.( che gestiva gli alloggi di stato) di restituire la casa al richiedente.
16. Nella mancanza di ricorso, il giudizio divent? definitivo ed irrevocabile, non potendo pi? essere attaccato per mezzo di via di ricorso ordinario.
17. Il 31 marzo 1994, il sindaco della citt? di Bucarest ordin? la restituzione della casa ed il 27 maggio 1994 l’impresa C. ubbid?.
18. A questa data, il richiedente smise di pagare l’affitto dovuto per l’appartamento che occupava nella casa.
19. A partire dal 14 aprile 1994, il richiedente cominci? a saldare le tasse fondiarie afferenti alla casa. Le vers? fino nel 1996 inclusi (paragrafo 25 sotto).
20. Ad una data non precisata, il procuratore generale della Romania, investito dal Sig. M. D. M., form? dinnanzi alla Corte suprema di giustizia un ricorso di annullamento (recurs ?n anulare) contro il giudizio del 9 dicembre 1993, al motivo che i giudici avevano oltrepassato le loro competenze esaminando la legalit? dell’applicazione del decreto n? 92/1950.
21. L’udienza dinnanzi alla Corte suprema di giustizia fu fissata al 22 febbraio 1995. Il Sig. M. D. M. non fu invitato a prendere parte al procedimento. Il 22 febbraio 1995, il richiedente chiese il rinvio dell’udienza,essendo assente il suo avvocato a causa di malattia.
22. La Corte suprema di giustizia respinse questa domanda lo stesso giorno e, al termine dei dibattimenti, mise la causa da deliberare al 1 marzo 1995, ingiungendo la corte al richiedente di depositare prima di questa data i suoi conclusioni scritti.
23. Nel suo esposto, il richiedente chiese il rigetto del ricorso di annullamento. Fece valere, da una parte, che il decreto n? 92/1950 era contrario alla Costituzione del 1948 a causa della sua pubblicazione parziale e della mancata osservanza del principio secondo il quale ogni espropriazione doveva essere fatta a scopo di utilit? pubblica e dopo il pagamento di un giusto indennizzo. D?altra parte, il richiedente sostenne che, per il fatto che i suoi genitori erano salariati al momento della nazionalizzazione, l’atto di nazionalizzazione della casa contravveniva alle disposizioni di suddetto decreto che contemplava che non potevano essere nazionalizzati gli alloggi che appartengono ai salariati. Infine, il richiedente si avvalse dell’articolo 21 della Costituzione rumena del 1991 che garantisce il libero accesso alla giustizia senza nessuno limite.
24. Con una sentenza del 1 marzo 1995, la Corte suprema di giustizia annull? il giudizio del 9 dicembre 1993 e respinse l’azione del richiedente. Sottoline? che la legge era un mezzo di acquisizione della propriet?, constat? che lo stato si era appropriato la casa in questione il giorno stesso dell’entrata in vigore del decreto di nazionalizzazione n? 92/1950 e ricord? che l’applicazione di questo decreto non poteva essere controllata dalle istanze giudiziali. Di conseguenza, la Corte suprema di giustizia stim? che il tribunale di prima istanza di Bucarest aveva potuto rendere il suo giudizio che constata che il richiedente era il vero proprietario della casa solo modificando il suddetto decreto e, da allora, oltrepassando le sue attribuzioni e sconfinando su quelle del potere legislativo. La Corte suprema di giustizia conferm? il diritto dei vecchi proprietari di introdurre delle azioni di rivendicazione, ma giudic? che nello specifico il richiedente non aveva portato la prova del suo diritto di propriet?, mentre lo stato aveva dimostrato che il suo titolo era fondato sul decreto di nazionalizzazione. La Corte suprema di giustizia concluse che,, ad ogni modo , delle nuove leggi dovrebbero prevedere delle misure di riparazione per i beni di cui lo Stato si era abusivamente appropriato.
25. I servizi fiscali informarono allora il richiedente che a partire dal 2 aprile 1996, la casa in questione era stata reintegrata nel patrimonio dello stato.
B. SVILUPPI POSTERIORI AL RAPPORTO DELLA COMMISSIONE: L’AZIONE DI RESTITUZIONE DELLA PROPRIET?
26. Ad una data non precisata, il richiedente deposit? presso una domanda la commissione amministrativa di restituzione per l’applicazione della legge n? 112/1995 (qui di seguito “la commissione amministrativa”) di Bucarest. Fece valere che era stato spossessato della sua casa nel 1950, in violazione del decreto di nazionalizzazione n? 92/1950, che il tribunale di prima istanza di Bucarest, nel suo giudizio definitivo del 9 dicembre 1993, aveva giudicato questa privazione di propriet? illegale e che era da allora in diritto di vedersi reintegrato nel suo diritto di propriet? sull’insieme della casa.
27. In un rapporto redatto nel novembre 1997, la commissione tecnica di valutazione, creata dalla legge n? 112/1995, stim? il valore della casa a 274 621 286 lei rumeni, ROL di cui 98 221 701 ROL per l’appartamento abitato dal richiedente.
28. Con una decisione del 24 marzo 1998, la commissione amministrativa restitu? l’appartamento al richiedente nel quale abitava in quanto inquilino e gli accord? un risarcimento per il resto della casa. Avuto riguardo all’articolo 12 della legge n? 112/1995 che plafona i risarcimenti, e tenuto conto del massimale in vigore nel novembre 1997, ossia 225 718 800 ROL, la commissione amministrativa concedette al richiedente 147 497 099 ROL.
29. Il 14 maggio 1998, il richiedente form? un ricorso contro questa decisione. Dinnanzi al tribunale di prima istanza di Bucarest, critic? il rifiuto della commissione amministrativa di restituirgli l’insieme della casa e la mancanza di motivazione di questo rifiuto. Fece valere che nel suo caso, trattandosi di una privazione di propriet? illegale, la legge n? 112/1995 sulle privazioni legali di propriet? non era applicabile. Da allora, la sola soluzione che permette di proteggere il suo diritto di propriet? era l’azione in rivendicazione. Tuttavia, poich? aveva introdotto gi? una tale azione e che, con un giudizio definitivo del 9 dicembre 1993, il tribunale di prima istanza aveva giudicato che era il proprietario della casa, il richiedente stim? che non poteva pi? introdurre una nuova azione in rivendicazione. Di conseguenza, chiese la riconoscenza del suo diritto di propriet? sull’insieme della casa e fece valere che non contava di sollecitare un risarcimento sulla base della legge n? 112/1995.
30. Il ricorso del richiedente fu respinto da una decisione del 21 aprile 1999. Il richiedente interpose appello. Questo procedimento ? pendente dinnanzi al tribunale dipartimentale di Bucarest attualmente.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNI PERTINENTI
A. LA COSTITUZIONE
31. L’articolo 21 della Costituzione si legge cos?:
“Ogni persona pu? rivolgersi alla giustizia per la protezione dei suoi diritti, delle sue libert? e dei suoi interessi legittimi.
Nessuna legge pu? restringere l’esercizio di questo diritto.
(…) “
B. La Legge N? 59/1993 che Porta Modifica del Codice Di Procedimento Civile
32. Le disposizioni pertinenti di questa legge sono formulate cos?:
Articolo 330
“Il procuratore generale, di ufficio o alla domanda del ministro della Giustizia, pu? attaccare, con la via del ricorso in annullamento dinnanzi alla Corte suprema di giustizia, le decisioni giudiziali passate in forza di cosa giudicata, per la seguente ragione:
1. quando la giurisdizione ha oltrepassato le attribuzioni del potere giudiziale;
2. (…) “
Articolo 3301
“Il ricorso in annullamento pu? essere introdotto ogni momento. “
C. La Legge N? 17 Del 17 Febbraio 1997 che porta Modifica all?’articolo 3301 Del Codice Di Procedimento Civile
33. L’articolo 3301 fu modificato cos?:
“Articolo 3302-Per il contemplato in quanto all’articolo 330 (1), il ricorso in annullamento pu? essere formato entro sei mesi a partire dal giorno in cui la decisione giudiziale ? passata in forza di cosa giudicata “
D. Il Decreto N? 92/1950 Di Nazionalizzazione Di Certi Immobili
34. Le disposizioni pertinenti si leggono cos?:
ARTICOLO I
“(…) per garantire una buona gestione degli alloggi che si sono rovinati a causa della volont? di sabotaggio dell’alta borghesia e degli sfruttatori che possiedono un gran numero di immobili;
Per spossessare gli sfruttatori di un importante mezzo di sfruttamento;
Sono nazionalizzati gli immobili menzionati negli elenchi annessi al presente decreto e che fanno parte di questo. Sono stati considerati per l’instaurazione di suddette elenchi:
1. gli immobili che appartengono ai vecchi industriali, grandi proprietari terrieri, banchieri, grandi negozianti ed agli altri rappresentanti dell’alta borghesia;
2. gli immobili che appartengono agli sfruttatori immobiliari “
ARTICOLO II
Sono esclusi dal campo di applicazione del presente decreto e non possono essere nazionalizzati gli immobili che appartengono agli operai, funzionari, piccoli artigiani, intellettuali con professione e pensionati. “
E. Il Decreto N? 524 Del 24 Novembre 1955 che porta Modifica Del Decreto N? 92/1950
35. Le disposizioni pertinenti si leggono cos?:
ARTICOLO XI
“Sotto riserva dell’obbligo per lui di applicare i criteri fissati con l’articolo II, il Consiglio dei Ministri pu? modificare gli allegati al decreto [contenente l’elenco degli immobili nazionalizzati].
Pu? decidere anche, per ogni appartamento o immobile, di non applicare le disposizioni di nazionalizzazione. “
F. LA POSIZIONE DELLA CORTE SUPREMA DI GIUSTIZIA
1. Giurisprudenza Fino al 2 Febbraio 1995
36. La camera civile della Corte suprema di giustizia conferm? a pi? riprese la giurisprudenza dei tribunali inferiori che si stimavano competenti per esaminare le controversie che cadono sui beni immobili nazionalizzati, in particolare quelli che sono stati in applicazione del decreto n? 92/1950. Per esempio, nella sua sentenza n? 518 del 9 marzo 1993, si espresse come segue sulla questione di sapere se i tribunali avevano competenza per esaminare delle controversie concernenti l’applicazione del decreto n? 92/1950:
“(…) deliberando sull’azione in rivendicazione del richiedente ed accogliendo la domanda dell’interessata, i tribunali -ai quali la legge conferisce una competenza generale per troncare le controversie civili-hanno fatto applicare solamente il decreto. Pi? precisamente hanno applicato, da una parte, le disposizioni che vietano la nazionalizzazione di certi beni immobili e, dall?altra parte, quelle che esigono la restituzione di questi beni in caso di applicazione erronea o abusiva del decreto. “
2. Il Cambiamento improvviso Di Giurisprudenza Del 2 Febbraio 1995
37. Il 2 febbraio 1995, la Corte suprema di giustizia, deliberando camera tutta riunita, decise, con una maggioranza di venticinque voci contro venti, di cambiare la giurisprudenza della sua camera civile. Giudic? cos? come:
“i tribunali non hanno competenza per censurare il decreto ed ordinare la restituzione degli immobili nazionalizzati in applicazione del decreto n? 92/1950 ; il collocamento in conformit? delle nazionalizzazioni effettuate in applicazione del decreto n? 92/1950 con le disposizioni della presente Costituzione relativa al diritto di propriet? non pu? farsi che con via legislativa “
3. Il Cambiamento improvviso Di Giurisprudenza Del 28 Settembre 1998
38. Il 28 settembre 1998, la Corte suprema di giustizia, deliberando camera tutta riunita, decise, all’unanimit?, di ritornare sulla sua sentenza dal 2 febbraio 1995 nella quale aveva stimato che i tribunali non erano competenti per troncare le controversie concernente gli attentati al diritto di propriet? commessi tra il 1944 e il 1989. Si espresse cos?:
“[I] tribunali sono competenti per conoscere di ogni azione relativa alle affermazioni di attentati al diritto di propriet? ed ad altri diritti reali commessi tra il 1944 e il 1989. “
G. LA POSIZIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE
39. Il 19 luglio 1995, la Corte costituzionale si pronunci? sulla costituzionalit? del progetto di legge che precisa la situazione giuridica degli immobili ad uso di abitazione diventati propriet? di stato. Deliber? cos? sulla possibilit?, per i proprietari degli immobili di cui lo stato si era aggiudicato la propriet? abusivamente o senza titolo, di ottenere o la restituzione dei beni col verso di un’azione in giustizia, o un risarcimento:
“(…) La situazione ? differente nel caso degli alloggi diventati propriet? di stato con la via di un atto amministrativo illegale, o semplicemente di facto, questo cio? senza titolo, il diritto di propriet? dello stato che non si fonda su nessuno fondamento giuridico. In questi casi, il diritto di propriet? legale della persona fisica non si ? estinta, cos? che, lo stato non essendo proprietario, i beni in causa non possono essere inclusi nella categoria dei beni vidimati da una legge di cui l’oggetto ? di regolamentare la situazione giuridica degli alloggi diventati propriet? di stato. In altri termini, (…) le misure contemplate nella presente legge non sono applicabili agli alloggi per i quali il diritto di propriet? dello stato non ha fondamento giuridico.
Se la legge considerasse che il diritto di propriet? dello stato cade sugli immobili di cui si ? appropriato senza titolo, ci? notificherebbe che ha un effetto costitutivo del diritto di propriet? dello stato, questo cio? retroattivo, o che mette in opera una modalit? di trasformazione del diritto di propriet? delle persone fisiche in propriet? di stato che non ? previsto dalla Costituzione del1991, ci? che non potrebbe essere accettato.
Segue che conviene accogliere l’eccezione di incostituzionalit? di questa parte della legge per ci? che riguarda gli immobili di cui lo stato o altre persone morali si sono appropriate senza titolo. (…)
Appartiene al Parlamento di decidere, all’epoca della revisione del progetto di legge, di adottare delle misure che conferiscono alle persone che lo stato ha privato dei loro alloggi senza possedere titolo, o ai loro eredi, il diritto di optare per il beneficio di questa legge nel caso in cui desidererebbero rinunciare alla via lenta, incerta e costosa di un’azione in rivendicazione. (…) “
H. La Legge N? 112 Del 23 Novembre 1995 che precisa La Situazione Giuridica Di Certi Beni Immobili Ad Uso Di abitazione, Entrata in vigore Il 29 Gennaio 1996
40. Le disposizioni pertinenti di questa legge si leggono cos?:
ARTICOLO PRIMO
“I vecchi proprietari-persone fisiche-dei beni immobili ad uso di abitazione che ? passata, in virt? di un titolo, nel patrimonio dello stato o di altre persone morali dopo il 6 marzo 1945 e che erano posseduti dallo stato o di altre persone morali il 22 dicembre 1989 beneficiano, a titolo di risarcimento, delle misure previste dalla presente legge.
Le disposizioni della presente legge sono anche applicabili, senza danno delle leggi esistenti, agli eredi dei vecchi proprietari. “
ARTICOLO 2
“Le persone menzionate all’articolo primo beneficiano di una restituzione in natura sotto forma del ristabilimento del loro diritto di propriet? sugli appartamenti nei quali abitano in quanto inquilini e su quelli che sono liberi; per gli altri appartamenti, sono indennizzate nelle condizioni previste dall’articolo 12 “
Articolo 13
“Le indennit? che devono essere accordate ai vecchi proprietari o ai loro eredi per gli appartamenti che non sarebbero stati restituiti loro in natura, o il prezzo di vendita di questi appartamenti, secondo il caso, sar? fissato sulla base del decreto n? 93/1977, della decreto-legge n? 61/1990 e della legge n? 85/1992, ed il valore dei terreni ivi afferenti sar? determinato sulla base dei criteri (documento 2665 del 28 febbraio 1992) che deve servire all’identificazione ed alla valutazione dei terreni integrati nel patrimonio delle societ? commerciali a capitale di stato. Ai valori cos? determinate saranno applicati dei coefficienti di attualizzazione che non pu? essere inferiori al tasso di crescita dello stipendio medio dell’economia.
Il valore totale dell’appartamento restituito in natura, o delle indennit? dovute per gli appartamenti non restituite in natura ed i terreni afferenti non pu? superare la somma degli stipendi -plafonati al livello dello stipendio medio dell’economia-che avrebbe potuto percepire una persona su un periodo di 20 anni che scade alla data di determinazione dell’indennit?.
Quando il vecchio proprietario, i suoi eredi o dei parenti del proprietario fino al secondo grado in vita si vedono, in applicazione dell’articolo 2, restituire in natura un appartamento da cui il valore, calcolata secondo le regole fissate al primo capoverso, supera la somma contemplata al secondo capoverso, non possono essere obbligati a pagare la differenza.
Il valore delle indennit? determinate nelle condizioni descritte sar? attualizzato al giorno del pagamento, sulla base dello stipendio medio sull’economia dell’ultimo mese del trimestre scaduto.
Ai fini di applicazione delle disposizioni della presente legge, sar? costituito un fondo extrabudgetario che sar? messo a disposizione del ministero delle Finanze e sar? alimentato come segue:
a) le somme provenienti della vendita degli appartamenti non restituite in natura, che si tratti di pagamenti integrali, di acconti, di mensilit? o di interessi, dopo deduzione della commissione del 1% del valore degli appartamenti;
b) le somme provenienti dai prestiti di stato lanciati ai fini di alimentare i fondi, nelle condizioni previste dalla legge n? 91/1993 concernenti il debito pubblico.
A partire dai fondi cos? costituiti saranno effettuate delle spese corrispondendo, con ordine di precedenza,:
a) al pagamento delle indennit? dovute -nelle condizioni della presente legge -ai proprietari o ai loro eredi;
b) al rimborso dei prestiti emessi ed agli oneri provocati da questi;
c) alla costruzione di alloggi che saranno assegnati in precedenza agli inquilini che si trovano nella situazione contemplata all’articolo 5 ? 3. “
I. La Posizione Dell’esecutivo A proposito della Legge N? 112/1995
41. Il 23 gennaio 1996, il governo adott? la decisione n? 20/1996 per l’applicazione della legge n? 112/1995 secondo la quale era considerato come gli immobili sui quali lo stato aveva un titolo gli immobili diventati propriet? di stato in applicazione di una disposizione legale. Secondo la stessa decisione, la legge n? 112/1995 non era applicabile agli immobili detenuti dallo stato nella mancanza di una disposizione legale che costituisce il fondamento giuridico del diritto di propriet? dello stato.
42. Il 18 febbraio 1997, il governo adott? la decisione n? 11/1997 che completava la decisione n? 20/1996. Secondo l’articolo 1 ? 3 della decisione n? 11/1997, i beni acquisiti dallo stato in applicazione del decreto n? 92/1950 erano definiti come quelli che erano stati acquisiti nel rispetto degli articoli I ?? 1-5 ed II di suddetto decreto e per i quali c’era identit? tra la persona che figura come proprietario sugli elenchi innalzati in applicazione del decreto ed il vero proprietario alla data della nazionalizzazione.
J. LA POSIZIONE DELLE GIURISDIZIONI INFERIORI IN QUANTO ALL’AUTORIT? DELLA COSA GIUDICATA
43. Dopo la decisione n? 11 presa dal governo il 18 febbraio 1997, dei proprietari a proposito dei quali delle decisioni di giustizia definitiva erano state annullate dalla Corte suprema di giustizia in seguito ad un ricorso in annullamento introdussero dinnanzi ai tribunali delle nuove azioni di rivendicazione. La questione dell’eccezione dell’autorit? della cosa giudicata, sollevata in occasione di queste nuove azioni, non ricevette una risposta uniforme da parte dei tribunali.
1. Tribunale Di Prima Istanza Del 2? distretto Di Bucarest, Giudizio N? 5626 Del 16 Maggio 1997 Passato In Forza Di Cosa Giudicata
“(…) il bene rivendicato ? stato gi? oggetto di una controversia tra le stesse parti, alla conclusione della quale il tribunale di prima istanza del 2? distretto di Bucarest ha pronunciato il 12 gennaio 1994 il giudizio n? 212, passato in forza di cosa giudicata con il quale la domanda di I.P. ? stata accolta e questo ultimo riconosciuto proprietario dell’immobile
Contro questo giudizio, il procuratore generale ha formato un ricorso in annullamento, al seguito del quale la Corte suprema di giustizia, con una sentenza del 28 settembre 1995, ha annullato il suddetto giudizio e, sul merito, ha respinto l’azione di I.P. (…)
(…) in applicazione dell’articolo 1201 del codice civile secondo il quale c’? autorit? di cosa giudicata quando una seconda domanda di giustizia ha lo stesso oggetto, ? fondata sulla stessa causa e riguarda le stesse parti nella stessa qualit?”, il tribunale constata che una controversia ha avuto luogo gi? tra le stesse parti, a proposito dello stesso immobile che ? stata troncata dalla Corte suprema di giustizia,
(…) da allora, il tribunale accoglie l’eccezione dell’autorit? della cosa giudicata e respinga l’azione del richiedente. “
2. Tribunale Di Prima Istanza Di FĂGĂRA?, Giudizio Suscettibile Di Ricorso N? 3276 Del 10 Dicembre 1998
“(…) il tribunale constata che l’applicazione del decreto n? 92/1950 ? stato illegale per ci? che riguarda l’immobile del richiedente, ordina la restituzione dell’immobile e respinge l’eccezione dell’autorit? della cosa giudicata “
K. La Legge N? 213 Del 24 Novembre 1998 Sul Campo Pubblico Ed il Suo Regime Giuridico
44. Le disposizioni pertinenti di questa legge sono enunciate cos?:
ARTICOLO 6
“1. Fanno anche parte del campo pubblico o privato dello stato o delle altre entit? amministrative i beni acquisiti dallo stato tra il 6 marzo 1945 ed il 22 dicembre 1989, per quanto sono entrati nel patrimonio dello stato in virt? di un titolo, questo cio? nel rispetto della Costituzione, dei trattati internazionali dei quali la Romania faceva parte e delle leggi in vigore alla data nella quale i beni in questione sono entrati nel patrimonio dello stato.
2. Eccetto il caso in cui la loro situazione si trova regolata dalle leggi speciali di risarcimento, i beni detenuti dallo stato senza titolo valido, ivi compresi quelli che sono stati acquisiti in seguito ad un vizio del consenso, possono essere rivendicati dai vecchi proprietari o dai loro eredi.
3. I tribunali sono competenti per valutare la validit? del titolo. “
PROCEDIMENTO DINNANZI ALLA COMMISSIONE
45. Il Sig. Brumărescu ha investito la Commissione il 9 maggio 1995. Adduceva che al disprezzo degli articoli 6 ? 1 della Convenzione e 1 del Protocollo n? 1, la Corte suprema di giustizia l’aveva privato dell’accesso ad un tribunale che gli avrebbe potuto permettere di riprendere possesso della sua casa.
46. La Commissione ha considerato la richiesta (n? 28342/95, il 22 maggio 1997,). Nel suo rapporto del 15 aprile 1998 (vecchio articolo 31 della Convenzione) conclude all’unanimit? alla violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione e dell’articolo 1 del Protocollo n? 1. Il testo integrale del suo avviso figura qui accluso alla presente sentenza.1
CONCLUSIONI PRESENTATA ALLA CORTE
47. Il Governo invita la Corte a constatare che in seguito a fatti nuovi intervenuti dopo l’adozione del suo rapporto con la Commissione, il richiedente ha perso la qualit? di vittima di una violazione della Convenzione e, comunque sia, non ha esaurito le vie di ricorso interne. In quanto al merito, prega la Corte di respingere la richiesta.
Il richiedente prega la Corte di respingere le eccezioni preliminari sollevate dal Governo, di constatare che c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione e dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 e di assegnargli una soddisfazione equa a titolo dell’articolo 41 della Convenzione.
IN DIRITTO
I. SULLE ECCEZIONI PRELIMINARI DEL GOVERNO
A. SULLA QUALIT? DI VITTIMA DEL RICHIEDENTE
48. Secondo il Governo, i fatti nuovi intervenuti dopo la decisione sull’ammissibilit? del 22 maggio 1997 provocano, per il richiedente, la perdita della qualit? di vittima, al senso dell’articolo 34 della Convenzione.
Il Governo sostiene che il procedimento iniziato dal richiedente in applicazione della legge n? 112/1995 ? arrivato alla decisione del 24 marzo 1998 con la quale il richiedente si ? visto restituire una parte della casa rivendicata ed accordare un risarcimento per la parte non restituita in natura. Questo risarcimento ? sufficiente affinch? il richiedente non possa pi? definirsi vittima di una violazione del suo diritto al rispetto dei suoi beni. Sebbene questo procedimento sia sempre pendente, il richiedente avendo contestato dinnanzi ai tribunali il rifiuto di una restituzione integrale in natura, il Governo stima che i tribunali non potranno rendere una decisione meno favorevole all’interessato che quella del 24 marzo 1998.
49. Il richiedente invita la Corte ad perseguire l’esame della causa. Fa valere che ? stato privato del suo bene e che al momento, non gli ancora stato restituito. Sottolinea anche che non ha voluto separarsi mai dal bene in questione accettando delle indennit?, e che ad ogni modo l’importo le indennit? offerte ? irrisorio in confronto al valore della casa. Da allora, la concessione delle indennit? in causa non potrebbero privarlo della sua qualit? di vittima, che ha avuto e che ha sempre.
50. Secondo la giurisprudenza costante della Corte, per “vittima” l’articolo 34 della Convenzione designa la persona direttamente riguardata dall’atto o l’omissione contenziosi, l’esistenza di una trasgressione alle esigenze della Convenzione che concepisce anche se nella mancanza di danno; questo non gioca un ruolo che sul terreno dell’articolo 41. Pertanto, una decisione o una misura favorevole al richiedente non basta in principio a togliergli la qualit? di “vittima” che se le autorit? nazionali hanno riconosciuto, esplicitamente o in sostanza, poi riparato la violazione della Convenzione (vedere, tra altri, lasentenza L?di c. Svizzera del 15 giugno 1992, serie a n? 238, p. 18, ? 34).
Nello specifico, la Corte nota che il richiedente si trova al momento nella stessa situazione che al 1 marzo 1995 , non avendo riconosciuto nessuna decisione definitiva, almeno in sostanza, poi riparata l’eventuale violazione della Convenzione che risulta dalla sentenza della Corte suprema di giustizia.
Difatti, per ci? che riguarda la lagnanza relativa al diritto di propriet? del richiedente, il procedimento di restituzione che ha seguito ancora questa sentenza della Corte suprema non ? arrivato ad una decisione definitiva. Sebbene le decisioni intervenute gi? in questa azione-che non fa in quanto tale l’oggetto del procedimento dinnanzi alla Corte -vadano nel senso di un certo miglioramento della situazione del richiedente-restituzione parziale dell’immobile in questione ed indennizzo per la parte non restituita-, e sebbene non sia escluso che in fin dei conti il richiedente possa avere guadagno di causa con la sua domanda di restituzione integrale dell’immobile, resta che il punto di partenza di questo procedimento ? precisamente la situazione creata dalla sentenza contestata della Corte suprema di giustizia, ossia l’accettazione del fatto che l’immobile in questione ? ridivenuto propriet? dello stato. Questo procedimento non pu? cancellare interamente da allora, in nessun caso le conseguenze della sentenza della Corte suprema di giustizia per il godimento da parte del richiedente del suo diritto di propriet?, l’eventuale restituzione dell’immobile che si fonda su una base legale differente da quella che si trova all’origine della controversia portata dinnanzi alla Corte.
Inoltre, la Corte osserva che le lagnanze del richiedente non si limitano all’ingerenza, da parte della Corte suprema di giustizia, nel suo diritto di propriet?, ma sono derivate anche da una pretesa violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione da questa stessa sentenza. Il richiedente pu? definirsi insindacabilmente vittima a causa dell’annullamento di una decisione giudiziale a suo favore, decisione che era diventata definitiva, e della constatazione che i tribunali non erano competenti per esaminare delle azioni di rivendicazione come quella che aveva introdotto. L’impossibilit? di portare dinnanzi ai tribunali una tale azione ha persistito per parecchi anni.
Anche se, in seguito all’adozione delle nuove regolamentazioni e del cambiamento improvviso della giurisprudenza della Corte suprema di giustizia, la via giudiziale adesso ? aperta in simili circostanze, la Corte considera che sarebbe oneroso di chiedere al richiedente di iniziare lo stesso procedimento una seconda volta, tanto pi? che alla luce della giurisprudenza contraddittoria dei tribunali rumeni, la conclusione di una nuova azione di rivendicazione rimane incerta, avuto riguardo del principio dell’autorit? della cosa giudicata.
In queste circostanze, si potrebbe negare che il richiedente come egli sostiene ,rimanga riguardato dalla sentenza controversa della Corte suprema di giustizia e continua ad essere vittima delle violazioni della Convenzione che, secondo lui, derivano di questa sentenza.
C’? luogo dunque di respingere l’eccezione.
B. SULL’ESAURIMENTO DELLE VIE DI RICORSO INTERNE
51. Il Governo sostiene anche l’irricevibilit? della richiesta per non-esaurimento delle vie di ricorso interne. Pure ammettendo che nessuna via di ricorso efficace esista nel diritto rumeno contro la sentenza della Corte suprema di giustizia del 1 marzo 1995, il Governo fa valere che ? lecito per il richiedente di introdurre una nuova azione di rivendicazione. Sebbene questa via di ricorso esistesse prima della decisione di ammissibilit? della Commissione, ? diventata efficace solamente dopo l’entrata in vigore della legge n? 112/1995, come interpretata dalla decisione del governo n? 11/1997, della legge n? 213/1998 sul campo pubblico e dopo il cambiamento improvviso di giurisprudenza della Corte suprema di giustizia del 28 settembre 1998.
52. La Corte nota che il Governo ha sollevato questa eccezione per la prima volta dinnanzi alla Commissione il 7 aprile 1998, dopo la decisione sull’ammissibilit? della richiesta del 22 maggio 1997 e dopo avere trasmesso alla Commissione le sue osservazioni sul merito l? 11 luglio 1997.
53. La Corte ricorda che uguale eccezione dovrebbe, in principio, essere sollevata prima dell’esame dell’ammissibilit? della richiesta (vedere, per esempio, il sentenza Campbell e Fell c. Regno Unito del 28 giugno 1984, serie a n? 80, p. 31, ? 57; la sentenza Artico c. Italia del 13 maggio 1980, serie a n? 37, pp. 13-14, ? 27). Tuttavia, la Corte non stima necessario esaminare se ci siano, nello specifico, delle circostanze particolari che permettono al Governo di sollevare questa eccezione dopo l’esame dell’ammissibilit?, perch? stima in ogni modo che questa eccezione si rivela male fondata.
54. La Corte nota che prima di introdurre la sua richiesta dinnanzi alla Commissione, il richiedente ha utilizzato la via di ricorso indicata dal Governo, ossia un’azione di rivendicazione. A questa data, come oggi, questa via di ricorso esisteva ed era efficace, ci? che il Governo del resto non contesta.
55. La Corte stima che il Governo che ? responsabile dell’annullamento di un giudizio definitivo reso in seguito ad un’azione di rivendicazione, non potrebbe eccepire adesso il non-esaurimento dovuto alla trasgressione del richiedente di introdurre una nuova azione di rivendicazione (vedere anche sopra in fine paragrafo 50).
Pertanto, c’? luogo di respingere questa eccezione preliminare.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
56. Secondo il richiedente, la sentenza del 1 marzo 1995 della Corte suprema di giustizia ha infranto l’articolo 6 ? 1 della Convenzione che dispone:
“Ogni persona ha diritto a ci? che la sua causa sia equamente sentita con un tribunale chi decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
57. Nel suo esposto, il richiedente fa valere che il rifiuto della Corte suprema di giustizia di riconoscere ai tribunali la competenza di troncare un’azione di rivendicazione ? contrario al diritto ad un tribunale garantito dall’articolo 21 della Costituzione rumena ed all’articolo 3 del codice civile rumeno che regola il diniego di giustizia. Inoltre, fa valere che l’affermazione della Corte suprema di giustizia secondo la quale il richiedente non era il proprietario del bene in controversia, ? in contraddizione con il motivo invocato da questa corte per accogliere il ricorso in annullamento, ossia la mancanza di competenza delle giurisdizioni per troncare il merito della controversia.
58. Il Governo ammette che il richiedente si ? visto opporre un rifiuto del diritto ad un tribunale, ma stima che questo rifiuto ? stato temporaneo e che in ogni caso era giustificato per garantire il rispetto delle norme di procedimento ed il principio della separazione dei poteri.
59. Per la Commissione, il diritto di accesso ad un tribunale esige una via giudiziale che permette di rivendicare dei diritti civili. Da allora, l’annullamento del giudizio del 9 dicembre 1993, al motivo che i tribunali non possono essere a conoscenza di una tale azione, ha portato attentato alla sostanza stessa del diritto di accesso ad un tribunale al senso dell’articolo 6 ? 1.
60. La Corte deve ricercare dunque se la sentenza del 1 marzo 1995 ha infranto l’articolo 6 ? 1 della Convenzione.
61. Il diritto ad un processo equo dinnanzi ad un tribunale, garantito con l’articolo 6 ? 1 della Convenzione, si deve interpretare alla luce del preambolo della Convenzione che enuncia la preminenza del diritto come elemento del patrimonio comune degli Stati contraenti. Uno degli elementi fondamentali della preminenza del diritto ? il principio della sicurezza dei rapporti giuridici che vuole, tra altri, che la soluzione data in modo definitivo ad ogni controversia dai tribunali non sia rimessa pi? in causa.
62. Nello specifico, la Corte nota che all’epoca dei fatti, il procuratore generale della Romania -che non faceva parte del procedimento-disponeva, in virt? dell’articolo 330 del codice di procedimento civile, del potere di attaccare un giudizio definitivo con la via di ricorso di annullamento. La Corte nota che, nell’esercizio del suo potere, il procuratore generale non era tenuto da nessuno termine, cos? che i giudizi potevano essere rimessi continuamente in causa.
La Corte rileva che accogliendo il ricorso di annullamento introdotto in virt? del suddetto potere, la Corte suprema di giustizia ha cancellato l’insieme di un procedimento giudiziale che era arrivato, secondo i termini della Corte suprema di giustizia, ad una decisione giudiziale “irrevocabile”, avendo acquisito dunque l’autorit? della cosa giudicata ed essendo, per di pi?, stata eseguita.
Applicando le disposizioni del tipo dell’articolo 330 precitato, la Corte suprema di giustizia ha infranto il principio della sicurezza dei rapporti giuridici. Nello specifico, e per questo fatto, il diritto del richiedente ad un processo equo al senso dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione ? stato ignorato.
C’? stata dunque violazione di suddetto articolo.
63. Inoltre, concernente l’affermazione del richiedente secondo la quale ? stato privato del suo diritto di fare sentire la sua causa da un tribunale, la Corte constata che, nella sua sentenza del 1 marzo 1995, la Corte suprema di giustizia ha giudicato che la rivendicazione dell’interessato ritornava ad attaccare un atto legislativo, il decreto di nazionalizzazione n? 92/1950. Perci?, ha stimato che la causa sfuggiva alla competenza delle giurisdizioni e che solo il Parlamento poteva pronunciarsi sulla legalit? della nazionalizzazione in causa.
64. Tuttavia, nella sua sentenza, la Corte suprema di giustizia afferma che il richiedente non era il proprietario del bene in controversia.
La Corte non ha per compito n? di propendersi sulla sentenza del 1 marzo 1995 alla luce del diritto interno, n? di esaminare se la Corte suprema di giustizia poteva o non troncare lei stessa la controversia sul merito, avuto riguardo della competenza di cui l’aveva investita l’articolo 330 del codice di procedimento civile.
65. La Corte rileva che la sentenza del 1 marzo 1995 ? stata motivata dall’incompetenza assoluta delle giurisdizioni di troncare delle controversie civili come l’azione di rivendicazione nel caso specifico. Stima che una tale esclusione ? in s? contraria al diritto di accesso ad un tribunale garantito dall’articolo 6 ? 1 della Convenzione (vedere, mutatis mutandis, la sentenza Vasilescu c. Romania del 22 maggio 1998, Raccolta delle sentenze e decisioni 1998-III, pp. 1075-1076, ?? 39-41).
Pertanto, c’? stata anche violazione dell’articolo 6 ? 1 su questo punto.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N? 1
66. Il richiedente si lamenta che la sentenza del 1 marzo 1995 della Corte suprema di giustizia ha avuto per effetto di recare offesa al suo diritto al rispetto dei suoi beni, come riconosciuto all’articolo 1 del Protocollo n? 1, cos? formulato,:
“Ogni persona fisica o morale ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. SULL’ESISTENZA DI UN BENE
67. Il Governo ammette che la riconoscenza giudiziale del diritto di propriet? del richiedente, il 9 dicembre 1993, rappresentava un “bene” al senso dell’articolo 1 del Protocollo n? 1. Tuttavia, all’epoca dell’udienza del 17 giugno 1999, il Governo fa valere per la prima volta che il giudizio del 9 dicembre 1993 non riguardava il pianterreno, venduto dallo stato nel 1973.
68. Secondo il richiedente, lo stato non avrebbe potuto vendere legalmente un bene che non gli apparteneva. D?altra parte, ? solamente agendo in malafede che gli inquilini del pianterreno avrebbero potuto acquistare questo appartamento, poich? sapevano perfettamente che i genitori del richiedente erano stati spossessati illegalmente.
Il terzo intervenuto sostiene che l’eventuale bene del richiedente non potrebbe includere l’appartamento che si trova al pianterreno della casa, acquistato nel 1973 dai suoi zii ed di cui ha ereditato. Indica che l’acquisto era in vigore conforme alle leggi nel 1973.
69. La Corte prende nota del fatto che il diritto del richiedente sull’appartamento che si trova al pianterreno della casa in controversia ? messo in causa dal terzo intervenuto. Ricorda tuttavia che il procedimento dinnanzi a lei, impegnato dal richiedente contro lo stato rumeno, non potrebbe produrre effetti che sui diritti e gli obblighi di queste uniche parti. La Corte rileva per di pi? che il terzo intervenuto non era parte di nessuno dai procedimenti interni che sono oggetto della presente richiesta, essendo le uniche parti a questi procedimenti il richiedente ed il Governo.
70. La Corte stima che il richiedente aveva un “bene” al senso dell’articolo 1 del Protocollo n? 1. Difatti, il giudizio del tribunale di prima istanza del 9 dicembre 1993 aveva stabilito che la casa in questione era stata nazionalizzata in violazione del decreto di nazionalizzazione n? 92/1950 ed aveva constatato, con effetto retroattivo, che il richiedente ne era il proprietario legittimo, in quanto successore dei suoi genitori. La Corte rileva anche che il diritto del richiedente cos? riconosciuto non era revocabile. Del resto, il richiedente ha potuto godere del suo bene in ogni tranquillit?, in quanto proprietario legittimo, del 9 dicembre 1993 fino al 1 marzo 1995. Si liber? anche dalle tasse e delle imposte immobiliari afferenti al suo bene.
B. SULL’ESISTENZA DI UN? INGERENZA
71. Per il richiedente, l’annullamento del giudizio del 9 dicembre 1993 ha avuto per conseguenza l’impossibilit? assoluta di fare valere il suo diritto di propriet?, ci? che costituisce un’ingerenza nel suo diritto al rispetto dei suoi beni.
72. Secondo il Governo, la sentenza della Corte suprema di giustizia, sebbene non avendo troncato la questione del diritto di propriet? del richiedente, ha creato un’incertezza di breve durata in quanto a questo diritto, e costituito cos? un’ingerenza temporanea nel diritto dell’interessato al rispetto del suo bene.
73. La Commissione osserva che il richiedente si ? visto riconoscere il suo diritto di propriet? con un giudizio definitivo e che poteva sperare da allora legittimamente di godere di un modo pacifico del suo diritto. L’annullamento del giudizio del 9 dicembre 1993 costituisce un’ingerenza nel diritto di propriet? del richiedente.
74. La Corte riconosce che la Corte suprema di giustizia non ha avuto per scopo di troncare la questione relativa al diritto di propriet? del richiedente. Stima tuttavia che c’? stata ingerenza nel diritto di propriet? dell’interessato come lo garantisce l’articolo 1 del Protocollo n? 1 in quanto la sentenza della Corte suprema di giustizia del 1 marzo 1995 ha annullato il giudizio definitivo del 9 dicembre 1993 assegnando la casa al Sig. B. mentre questo giudizio era stato eseguito.
C. SULLA GIUSTIFICAZIONE DELL’INGERENZA
75. Resta da determinare se l’ingerenza constatata dalla Corte ha o meno infranto l’articolo 1 del Protocollo n? 1. Per fare ci?, bisogna ricercare se, come sostiene il Governo, l’ingerenza in causa dipendeva dalla prima frase del primo paragrafo dell’articolo 1 al motivo che la sentenza della Corte suprema di giustizia non si analizzava n? come una privazione formale dei beni del richiedente n? come una regolamentazione del loro uso, o se, come ha stimato la Commissione, la causa riguarda una privazione di propriet? coperta dalla seconda frase di questo stesso paragrafo.
76. La Corte ricorda che per determinare se c’? stata privazione di beni al senso della seconda “norma”, bisogna esaminare non solo se ci sono state spodestamento o espropriazione formale, ma ancora guardare al di l? delle apparenze ed analizzare le realt? della situazione controversa. Mirando la Convenzione a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa di ricercare se suddetta situazione equivaleva ad un’espropriazione di fatto (sentenze Sporrong e L?nnroth c. Svezia del 23 settembre 1982, serie a n? 52, pp. 24-25, ? 63, e Vasilescu precitato, p. 1078, ? 51).
77. La Corte nota che nello specifico, il giudizio del tribunale di prima istanza che ordinava alle autorit? amministrative di restituire la casa al richiedente, era diventato definitivo ed irrevocabile che, conformandosi ad esso , il sindaco di Bucarest ordin? la restituzione della casa al richiedente e che l’impresa C. ubbid? nel maggio 1994. Inoltre, a questa data, il richiedente smise di pagare l’affitto dovuto per l’appartamento che occupava nella casa e, dall? aprile 1994 all’aprile 1996, sald? le tasse fondiarie afferenti a questa. La Corte rileva che la sentenza della Corte suprema di giustizia ha avuto per effetto di privare il richiedente di tutti i frutti della sentenza definitiva a suo favore giudicando che lo stato aveva dimostrato che il suo titolo di propriet? si basava sul decreto di nazionalizzazione. Dopo questa decisione, l’interessato fu informato che a partire da aprile 1996, la casa sarebbe stata reintegrata nel patrimonio dello stato. La sentenza della Corte suprema di giustizia ha avuto dunque per conseguenza di privare il richiedente dei diritti di propriet? che il giudizio definitivo a suo favore gli aveva conferito sulla casa. L’interessato non aveva pi? in particolare la facolt? di vendere o di tramandare il bene, di consentirne la donazione o di disporne in un altro modo. In queste condizioni, la Corte constata che la sentenza della Corte suprema di giustizia ha avuto per effetto di privare il richiedente del suo bene al senso della seconda frase del primo paragrafo dell’articolo 1 del Protocollo n? 1.
78. Una privazione di propriet? che dipende di questa seconda norma pu? giustificarsi solamente se si dimostra in particolare che ? intervenuta una causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge. Per di pi?, ogni ingerenza nel godimento della propriet? deve rispondere al criterio di proporzionalit?. La Corte non smette di ricordarlo: un giusto equilibrio deve essere mantenuto tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo. La preoccupazione di garantire un tale equilibrio ? inerente all’insieme della Convenzione. La Corte ricorda anche che l’equilibrio da preservare sar? distrutto se l’individuo riguardato sopporta un carico speciale ed esorbitante (sentenza Sporrong e L?nnroth precitato, pp. 26-28, ?? 69-74).
79. Come la Commissione, la Corte osserva che nessuna giustificazione ? fornita alla situazione che deriva dalla sentenza della Corte suprema di giustizia. In particolare, n? questa giurisdizione stessa n? il Governo non hanno tentato di avanzare dei motivi seri che giustificano la privazione di propriet? per “causa di utilit? pubblica.” La Corte nota inoltre che il richiedente si trova adesso privato della propriet? del bene da pi? di quattro anni senza avere percepito indennit? che riflette il valore reale di questo, e che gli sforzi esposti da lui per ricuperare la propriet? sono a questo giorno rimasti vani.
80. In queste condizioni, supponendo anche che si possa dimostrare che la privazione di propriet? serviva una causa di interesse pubblico, la Corte stima che il giusto equilibrio ? stato rotto e che il richiedente ha sopportato e continua di sopportare un carico speciale ed esorbitante. Pertanto, c’? stato e continua ad esserci violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1.
IV. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
81. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
82. A titolo principale, il richiedente sollecita la restituzione del bene controverso. Intende ricevere, in caso di non-restituzione, una somma che corrisponde al valore reale del suo bene, ossia, secondo il rapporto di perizia sottomessa alla Corte, 3 681 milioni di lei rumeni (ROL). Per danno morale, richiede 75 000 dollari americani (USD). Sollecita inoltre il versamento di 26 000 150 ROL per parcella di avvocato per i procedimenti condotti dinnanzi agli organi di Strasburgo, cos? come di 1 543 650 ROL 500 USD e 300 franchi francesi a titolo di onere diverso per i procedimenti seguiti dinnanzi alla Corte, ivi compreso per la comparizione all’udienza del 17 giugno 1999.
83. Il Governo sostiene in primo luogo che la concessione di una somma a titolo del danno materiale sarebbe ingiusta, poich? il richiedente pu? sempre rivendicare con successo la sua casa dinnanzi alle giurisdizioni interne. In ogni caso, il Governo stima che l’importo massimo che potrebbe essere concesso ? di 69 480 USD, rappresentando, secondo il rapporto di perizia che ha sottoposto dinnanzi alla Corte, il valore commerciale della casa in controversia meno il valore dell’appartamento occupato dal richiedente.
In quanto al danno morale, il Governo sostiene che non c’? luogo alla concessione di un risarcimento a questo titolo.
Il Governo si dichiara pronto a rimborsare gli oneri e spese giustificate dal richiedente, deducendo le somme concesse a titolo dell’assistenza giudiziale.
84. Nelle circostanze della causa, la Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trova in stato cos? che decide di riservarla avuto riguardo dell’eventualit? di un accordo tra lo stato convenuto e gli interessati (articolo 75 ?? 1 e 4 dell’ordinamento).
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione a causa della mancanza di un processo equo;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione a causa del rifiuto del diritto di accesso ad un tribunale;
3. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1;
4. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trova in stato;
perci?,
a) la riserva per intero;

b) invita il Governo ed il richiedente ad inviarle per iscritto, nei tre mesi, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva il procedimento ulteriore e delega al presidente della Grande Camera l’incarico di fissarla all’occorrenza.
Fatto in francese ed in inglese, poi pronunciato in udienza pubblica al Palazzo dei Diritti dell’uomo, a Strasburgo, il 28 ottobre 1999.
Luzius Wildhaber
Presidente
Maud Di Boero-Buquicchio
Greffi?re collaboratrice
Alla presente sentenza si trova unito, conformemente agli articoli 45 ? 2 della Convenzione e 74 ? 2 dell’ordinamento, l’esposizione delle seguenti opinioni separate :
-opinione concordante del Sig. Rozakis;
-opinione concordante di Sir Nicolas Bratza alla quale aderisce il Sig. Zupan?i?.
L.W.
M.B.

OPINIONE CONCORDANTE DEL GIUDICE ROZAKIS
(TRADUZIONE)
Sebbene abbia votato per la constatazione di una doppia violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione nello specifico, stimo che in realt? i due aspetti della violazione sono legati intrinsecamente e si analizzano uno e l’altro in una trasgressione al diritto ad un tribunale, o di accesso ad un tribunale.
La maggioranza della Corte ha considerato che il fatto che la Corte suprema di giustizia della Romania ha cancellato l’insieme di un procedimento giudiziale che era arrivato (?) ad una decisione giudiziale “irrevocabile”, avendo acquisito l’autorit? della cosa giudicata dunque ed essendo, per di pi?, stata eseguita (?) ha infranto il principio della sicurezza dei rapporti giuridici e per questo fatto, il diritto del richiedente ad un processo equo al senso dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione.”
Vedo le cose sotto un altro angolo: la nozione di diritto ad un tribunale, o di diritto di accesso ad un tribunale, si ? sviluppata nella giurisprudenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo e copre ogni tipo di circostanza nella quale un individuo si vede negare, con le azioni o delle omissioni dei poteri pubblici, la possibilit? di ottenere una decisione definitiva dai una corte di giustizia su una contestazione in materia civile o un?accusa in materia penale. Nello stato reale, la giurisprudenza indica che la nozione di diritto ad un tribunale o di accesso ad un tribunale non si limita in nessun caso allo stadio dell’introduzione di un’istanza n? al fatto che un procedimento giudiziale arrivi ad una decisione su un’accusa in materia penale; questa nozione ingloba anche il diritto al fatto che un tribunale impone in pratica il suo verdetto o la sua decisione, ed amministra la giustizia senza subire ostacolo esterno. Il diritto ad un tribunale non ? un semplice diritto teorico a al fatto dunque che un giudice nazionale esamina la causa di un individuo, ma comprende ancora la speranza legittima che le autorit? interne saranno tenute a rispettare un giudizio definitivo che dunque sar? eseguito.
All’occorrenza, il richiedente ha avuto il diritto di investire la giustizia di una disputa che l’opponeva allo stato. Si ? avvalso cos?, nelle regole, della sua capacit? di fare eseguire un giudizio avendo acquisito forza di cosa giudicata, e di vedersi reintegrato perci? nella propriet? del suo bene. Ma il suo diritto ad un tribunale ? diventato illusorio quando il procuratore generale e la Corte suprema sono intervenuti, applicando l’articolo 330 del codice di procedimento civile, e hanno cancellato il giudizio del tribunale di prima istanza e le sue conseguenze favorevoli all’interessato. Quando un sistema giudiziale conferisce ad una giurisdizione la competenza di rendere dei giudizi definitivi poi permette che i procedimenti ulteriori ne annullino le decisioni, non solo la sicurezza giuridica ne risente, ma l’esistenza stessa del tribunale ? rimessa in causa poich? non ha in sostanza nessuna competenza per troncare in modo definitiva una questione giuridica.
Ci si pu? chiedere dunque se una persona che investe simile tribunale affinch? si pronunci sulla contestazione ha veramente un diritto ad un tribunale ed un diritto di accesso ad un tribunale.

OPINIONE CONCORDANTE
DI SIR NICOLAS BRATZA, GIUDICE ALLA QUALE ADERISCE IL GIUDICE ZUPAN?I?,
(TRADUZIONE)
Penso come gli altri membri della Corte che nello specifico, c’? stata violazione dell’articolo 6 della Convenzione su due capi distinti, e trasgressione all’articolo 1 del Protocollo n? 1. Aderisco anche per l’essenziale al ragionamento esposto nella sentenza della Corte in quanto a queste due disposizioni, e mi accontenter? di formulare alcune osservazioni addizionali sul primo ramo della lagnanza derivata dall’articolo 6.
La Corte ha concluso che applicando le disposizioni dell’articolo 330 del codice di procedimento civile, la Corte suprema di giustizia ha infranto il principio della sicurezza dei rapporti giuridici”, e che nello specifico, “il diritto del richiedente ad un processo equo al senso dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione ? stato ignorato” (paragrafo 62 della sentenza).
Stimo che questo ragionamento non ? interamente soddisfacente; difatti, enunciando questo punto di vista, la Corte non n? ha fatto riferimento alla sua giurisprudenza n? dato spiegazioni dettagliate sulla relazione tra le nozioni di “sicurezza dei rapporti giuridici” e di “processo equo.”
Al mio avviso, ? possibile considerare che il legame tiene al principio dell’uguaglianza delle armi tra le parti ad un procedimento giudiziale, condizione fondamentale di un processo equo. In un procedimento che mette in causa lo stato, anche se principio pu? essere infranto in caso di ingerenza del potere legislativo nell’amministrazione della giustizia in vista di influire sulla conclusione giudiziale di una controversia (sentenza Raffinerie greche Stran e Stratis Andreadis c. Grecia del 9 dicembre 1994, serie a n? 301-B) ? possibile addurre la sua violazione quando come qui, il procuratore generale, nella sua qualit? di funzionario, ? investito dall’articolo 330 precitato del potere di chiedere ogni momento l’annullamento di un giudizio definitivo ed esecutivo in favore di un individuo.
Personalmente, preferisco considerare tuttavia che la questione dell’impiego di suddetto articolo 330 non porta violazione delle esigenze procedurali di un processo equo in quanto tale, ma provoca piuttosto una trasgressione al “diritto ad un tribunale” di cui il diritto di accesso, ossia il diritto di investire il tribunale in materia civile, costituisca un aspetto (vedere, per esempio, la sentenza Philis c. Grecia (n? 1) del 27 agosto 1991, serie a n? 209, pp. 20-21, ? 59).
Nella sua sentenza Hornsby c. Grecia del 19 marzo 1997 (Raccolta delle sentenze e decisioni 1997-II), la Corte ha accolto la lagnanza dei richiedenti secondo i quali il rifiuto dell’amministrazione di conformarsi alle sentenze del Consiglio di stato ignorava il loro diritto ad una protezione giudiziale effettiva che si tratta delle contestazioni sui loro diritti di carattere civile, in violazione dell’articolo 6 ? 1. Dopo avere ricordato che dopo la sua giurisprudenza costante, l’articolo 6 consacra il “diritto di accesso ad un tribunale”, la Corte ha perseguito in questi termini:
“Tuttavia, questo diritto sarebbe illusorio se l’ordine giuridico interno di un Stato contraente permettesse che una decisione giudiziale definitiva ed obbligatoria resti inoperante a scapito di una parte. Difatti, non si comprenderebbe che l’articolo 6 ? 1 descriva in dettaglio le garanzie di procedimento-equit?, pubblicit? e celerit?-accordate alle parti e che non protegga il collocamento in opera delle decisioni giudiziali; se questo articolo dovesse passare per riguardare esclusivamente l’accesso al giudice e lo svolgimento dell’istanza, ci? rischierebbe di creare delle situazioni incompatibili col principio della preminenza del diritto che gli Stati contraenti si sono avviati a rispettare ratificando la Convenzione (vedere, mutatis mutandis, la sentenza Golder c. Regno Unito del 21 febbraio 1975, serie a n? 18, pp. 16-18, ?? 34-36). L’esecuzione di un giudizio o sentenza, di qualunque giurisdizion

Testo Tradotto

Conclusion Violation de l’Art. 6-1 du fait de l’absence d’un proc?s ?quitable ; Violation de l’Art. 6-1 du fait du refus du droit d’acc?s ? un tribunal ; Violation de P1-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
AFFAIRE BRUMĂRESCU c. ROUMANIE

(Requ?te n? 28342/95)

ARR?T

STRASBOURG

28 octobre 1999

En l?affaire Brumărescu c. Roumanie,

La Cour europ?enne des Droits de l?Homme, constitu?e, conform?ment ? l?article 27 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?), telle qu?amend?e par le Protocole n? 111, et aux clauses pertinentes de son r?glement2, en une Grande Chambre compos?e des juges dont le nom suit :

M. L. Wildhaber, pr?sident,
Mme E. Palm,
M. C.L. Rozakis,
Sir Nicolas Bratza,
MM. L. Ferrari Bravo,
L. Caflisch,
L. Loucaides,
J.-P. Costa,
W. Fuhrmann,
K. JUNGWIERT,
B. Zupančič,
Mme N. Vajić,
M. J. Hedigan,
Mme M. Tsatsa-Nikolovska,
MM. T. PanŢ?ru,
E. Levits,
L. MIHAI, juge ad hoc,

ainsi que de Mme M. de Boer-Buquicchio, greffi?re adjointe,

Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil les 17 juin et 30 septembre 1999,

Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette derni?re date :

PROC?DURE

1. L?affaire a ?t? d?f?r?e ? la Cour par un ressortissant roumain, M. D. B. (? le requ?rant ?), le 3 novembre 1998 et par la Commission europ?enne des Droits de l?Homme (? la Commission ?) le 6 novembre 1998, dans le d?lai de trois mois qu?ouvraient les anciens articles 32 ? 1 et 47 de la Convention. A son origine se trouve une requ?te (no 28342/95) dirig?e contre la Roumanie et dont M. B. avait saisi la Commission le 9 mai 1995 en vertu de l?ancien article 25.

La demande de la Commission renvoie aux anciens articles 44 et 48 ainsi qu?? la d?claration roumaine reconnaissant la juridiction obligatoire de la Cour (ancien article 46), et la requ?te du requ?rant aux anciens articles 44 et 48 tels qu?amend?s par le Protocole n? 92 ratifi? par la Roumanie. Elles ont pour objet d?obtenir une d?cision sur le point de savoir si les faits de la cause r?v?lent un manquement de l?Etat d?fendeur aux exigences des articles 6 ? 1 de la Convention et 1 du Protocole n? 1.

2. Conform?ment ? l?article 5 ? 4 du Protocole n? 11, lu en combinaison avec les articles 100 ? 1 et 24 ? 6 du r?glement, un coll?ge de la Grande Chambre a d?cid?, le 14 janvier 1999, que l?affaire serait examin?e par la Grande Chambre de la Cour.

Cette Grande Chambre comprenait de plein droit M. C. B?rsan, juge ?lu au titre de la Roumanie (articles 27 ? 2 de la Convention et 24 ? 4 du r?glement), M. L. Wildhaber, pr?sident de la Cour, Mme E. Palm et M. C.L. Rozakis, vice-pr?sidents de la Cour, Sir Nicolas Bratza, pr?sident de section, et M. G. Ress, vice-pr?sident de section (articles 27 ? 3 de la Convention et 24 ?? 3 et 5 a) du r?glement). Ont en outre ?t? d?sign?s pour compl?ter la Grande Chambre : M. L. Ferrari Bravo, M. L. Caflisch, M. L. Loucaides, M. W. Fuhrmann, M. K. Jungwiert, M. B. Zupančič, Mme N. Vajić, M. J. Hedigan, Mme M. Tsatsa-Nikolovska, M. T. Panţ?ru et M. E. Levits (article 24 ? 3 du r?glement).

Ult?rieurement, M. B?rsan, qui avait particip? ? l?examen de l?affaire par la Commission, s?est d?port? de la Grande Chambre (article 28 du r?glement). En cons?quence, le gouvernement roumain (? le Gouvernement ?) a d?sign? M. L. Mihai pour si?ger en qualit? de juge ad hoc (articles 27 ? 2 de la Convention et 29 ? 1 du r?glement).

3. En application de l?article 59 ? 3 du r?glement, le pr?sident de la Cour a invit? les parties ? soumettre leurs m?moires sur les questions soulev?es par l?affaire.

4. Le requ?rant a d?sign? son conseil (article 36 ?? 3 et 4 du r?glement).

5. Le 3 mai 1999, le greffier a re?u le m?moire du requ?rant et le 10 mai 1999, celui du Gouvernement, apr?s une prorogation du d?lai imparti.

6. Le 1er juin 1999, le requ?rant a pr?sent? des observations compl?mentaires ? son m?moire du 3 mai 1999, et le Gouvernement y a r?pondu le 14 juin 1999. Bien que ces derniers documents fussent parvenus apr?s l?expiration du d?lai fix? pour la pr?sentation des m?moires, le pr?sident a d?cid? le 17 juin 1999, conform?ment ? l?article 38 ? 1 du r?glement, d?accepter qu?ils soient l?un et l?autre vers?s au dossier.

7. Ainsi qu?en avait d?cid? le pr?sident, qui avait ?galement autoris? le repr?sentant du requ?rant ? employer la langue roumaine (article 34 ? 3 du r?glement), une audience s?est d?roul?e en public le 17 juin 1999, au Palais des Droits de l?Homme ? Strasbourg.

Ont comparu :

? pour le Gouvernement
M. C.-L. Popescu, conseiller, minist?re de la Justice, agent,
Mme R. Rizoiu, minist?re de la Justice,
M. T. CorlaŢean, minist?re des Affaires ?trang?res, conseillers ;

? pour le requ?rant
Me C. D., avocat au barreau de Bucarest, conseil.

La Cour a entendu en leurs d?clarations, ainsi qu?en leurs r?ponses aux questions de l?un des juges, Me Dinu, M. Popescu et Mme Rizoiu.

8. Le 30 juin 1999, conform?ment ? l?article 61 ? 3 du r?glement, le pr?sident a accord? ? M. M. D. M. l?autorisation de pr?senter des observations ?crites sur certains aspects de l?affaire. Ces observations ont ?t? re?ues le 28 juin 1999.

9. En vertu de l?article 61 ? 5 du r?glement, le requ?rant y a r?pondu par des observations ?crites le 29 juillet 1999 et le Gouvernement le 30 juillet 1999.

10. Le 30 septembre 1999, M. Ress, emp?ch?, a ?t? remplac? par M. J.-P. Costa, suppl?ant (article 24 ? 5 b)).

EN FAIT

I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE

11. En 1930, les parents du requ?rant construisirent une maison ? Bucarest. A partir de 1939, ils en lou?rent le rez-de-chauss?e aux fr?res M., les oncles du tiers intervenant M. M. D. M.

12. En 1950, l?Etat prit possession de la maison des parents du requ?rant, sise ? Bucarest, en invoquant le d?cret de nationalisation n? 92/1950. Les motifs ou la base l?gale de cette privation de propri?t? ne furent jamais notifi?s aux parents du requ?rant. Ceux-ci furent n?anmoins autoris?s ? rester dans l?un des appartements de la maison, en tant que locataires de l?Etat.

13. En 1973, en application de la loi n? 4/1973, l?Etat vendit aux fr?res Mirescu le logement qu?ils occupaient jusqu?alors en tant que locataires. Le tiers intervenant, M. Mircea Dan Mirescu, et sa s?ur A.M.M., h?rit?rent de l?appartement en 1988. En 1997, ? la suite du d?c?s de sa s?ur, le tiers intervenant demeura le seul h?ritier dudit appartement.

A. L?action en revendication de propri?t?

14. En 1993, en tant qu?h?ritier, le requ?rant saisit le tribunal de premi?re instance de Bucarest d?une action visant ? faire constater la nullit? de la nationalisation de la maison. L?int?ress? fit valoir qu?en vertu du d?cret n? 92/1950, les biens des salari?s ne pouvaient ?tre nationalis?s et que ses parents ?taient salari?s au moment de la nationalisation de leur maison. Il n?est pas pr?cis? dans les documents pr?sent?s devant la Cour si, devant le tribunal de premi?re instance, le requ?rant fit mention de la vente conclue par l?Etat avec les fr?res Mirescu en 1973.

15. Par un jugement du 9 d?cembre 1993, le tribunal de premi?re instance releva que c??tait par erreur que la maison des parents du requ?rant avait ?t? nationalis?e en application du d?cret n? 92/1950, car ils faisaient partie d?une cat?gorie de personnes que ce d?cret excluait des actions de nationalisation. Le tribunal constata ensuite que la possession exerc?e par l?Etat ?tait fond?e sur la violence et, par cons?quent, jugea que l?Etat ne pouvait pas se pr?valoir d?un titre de propri?t? fond? sur l?usucapion. Les juges d?cid?rent ?galement que l?Etat n?aurait pas pu non plus s?approprier la maison en application des d?crets nos 218/1960 et 712/1966, car ces textes ?taient contraires respectivement aux Constitutions de 1952 et 1965. Le tribunal ordonna d?s lors aux autorit?s administratives, ? savoir la mairie de Bucarest et l?entreprise d?Etat C., g?rant de logements d?Etat, de restituer la maison au requ?rant.

16. En l?absence de recours, le jugement devint d?finitif et irr?vocable, ne pouvant plus ?tre attaqu? par voie de recours ordinaire.

17. Le 31 mars 1994, le maire de la ville de Bucarest ordonna la restitution de la maison et le 27 mai 1994 l?entreprise C. s?ex?cuta.

18. A cette date, le requ?rant cessa de payer le loyer d? pour l?appartement qu?il occupait dans la maison.

19. A partir du 14 avril 1994, le requ?rant commen?a ? acquitter les taxes fonci?res aff?rentes ? la maison. Il les versa jusqu?en 1996 inclus (paragraphe 25 ci-dessous).

20. A une date non pr?cis?e, le procureur g?n?ral de la Roumanie, saisi par M. M. D. M., forma devant la Cour supr?me de justice un recours en annulation (recurs ?n anulare) contre le jugement du 9 d?cembre 1993, au motif que les juges avaient outrepass? leurs comp?tences en examinant la l?galit? de l?application du d?cret n? 92/1950.

21. L?audience devant la Cour supr?me de justice fut fix?e au 22 f?vrier 1995. M. M. D. M. ne fut pas invit? ? prendre part ? la proc?dure. Le 22 f?vrier 1995, le requ?rant demanda le report de l?audience, son avocat ?tant absent pour cause de maladie.

22. La Cour supr?me de justice rejeta cette demande le m?me jour et, ? l?issue des d?bats, mit l?affaire en d?lib?r? au 1er mars 1995, la cour enjoignant au requ?rant de d?poser avant cette date ses conclusions ?crites.

23. Dans son m?moire, le requ?rant demanda le rejet du recours en annulation. Il fit valoir, d?une part, que le d?cret n? 92/1950 ?tait contraire ? la Constitution de 1948 du fait de sa publication partielle et du non-respect du principe selon lequel toute expropriation devait ?tre faite dans un but d?utilit? publique et apr?s le paiement d?une juste indemnisation. D?autre part, le requ?rant soutint que, du fait que ses parents ?taient salari?s au moment de la nationalisation, l?acte de nationalisation de la maison contrevenait aux dispositions dudit d?cret, lesquelles pr?voyaient que ne pouvaient pas ?tre nationalis?s les logements appartenant aux salari?s. Enfin, le requ?rant se pr?valut de l?article 21 de la Constitution roumaine de 1991 garantissant le libre acc?s ? la justice sans aucune limite.

24. Par un arr?t du 1er mars 1995, la Cour supr?me de justice annula le jugement du 9 d?cembre 1993 et rejeta l?action du requ?rant. Elle souligna que la loi ?tait un moyen d?acquisition de la propri?t?, constata que l?Etat s??tait appropri? la maison en question le jour m?me de l?entr?e en vigueur du d?cret de nationalisation n? 92/1950 et rappela que l?application de ce d?cret ne pouvait pas ?tre contr?l?e par les instances judiciaires. Par cons?quent, la Cour supr?me de justice estima que le tribunal de premi?re instance de Bucarest n?avait pu rendre son jugement constatant que le requ?rant ?tait le v?ritable propri?taire de la maison qu?en modifiant le d?cret susmentionn? et, d?s lors, en outrepassant ses attributions et en empi?tant sur celles du pouvoir l?gislatif. La Cour supr?me de justice confirma le droit des anciens propri?taires d?introduire des actions en revendication, mais jugea qu?en l?esp?ce le requ?rant n?avait pas apport? la preuve de son droit de propri?t?, tandis que l?Etat avait d?montr? que son titre ?tait fond? sur le d?cret de nationalisation. La Cour supr?me de justice conclut que, de toute mani?re, de nouvelles lois devraient pr?voir des mesures de r?paration pour les biens que l?Etat s??tait appropri?s abusivement.

25. Les services fiscaux inform?rent alors le requ?rant qu?? partir du 2 avril 1996, la maison en question avait ?t? r?int?gr?e dans le patrimoine de l?Etat.

B. D?veloppements post?rieurs au rapport de la Commission : l?action en restitution de propri?t?

26. A une date non pr?cis?e, le requ?rant d?posa une demande de restitution aupr?s de la commission administrative pour l?application de la loi n? 112/1995 (ci-apr?s ? la commission administrative ?) de Bucarest. Il fit valoir qu?il avait ?t? d?poss?d? de sa maison en 1950, en violation du d?cret de nationalisation n? 92/1950, que le tribunal de premi?re instance de Bucarest, dans son jugement d?finitif du 9 d?cembre 1993, avait jug? cette privation de propri?t? ill?gale et qu?il ?tait d?s lors en droit de se voir r?int?gr? dans son droit de propri?t? sur l?ensemble de la maison.

27. Dans un rapport r?dig? en novembre 1997, la commission technique d??valuation, cr??e par la loi n? 112/1995, estima la valeur de la maison ? 274 621 286 lei roumains (ROL), dont 98 221 701 ROL pour l?appartement habit? par le requ?rant.

28. Par une d?cision du 24 mars 1998, la commission administrative restitua au requ?rant l?appartement dans lequel il habitait en tant que locataire et lui accorda un d?dommagement pour le reste de la maison. Eu ?gard ? l?article 12 de la loi n? 112/1995 plafonnant les d?dommagements, et compte tenu du plafond en vigueur en novembre 1997, ? savoir 225 718 800 ROL, la commission administrative octroya au requ?rant 147 497 099 ROL.

29. Le 14 mai 1998, le requ?rant forma un recours contre cette d?cision. Devant le tribunal de premi?re instance de Bucarest, il critiqua le refus de la commission administrative de lui restituer l?ensemble de la maison et l?absence de motivation de ce refus. Il fit valoir que dans son cas, s?agissant d?une privation de propri?t? ill?gale, la loi n? 112/1995 sur les privations l?gales de propri?t? n??tait pas applicable. D?s lors, la seule solution permettant de prot?ger son droit de propri?t? ?tait l?action en revendication. N?anmoins, puisqu?il avait d?j? introduit une telle action et que, par un jugement d?finitif du 9 d?cembre 1993, le tribunal de premi?re instance avait jug? qu?il ?tait propri?taire de la maison, le requ?rant estima qu?il ne pouvait plus introduire une nouvelle action en revendication. Par cons?quent, il demanda la reconnaissance de son droit de propri?t? sur l?ensemble de la maison et fit valoir qu?il ne comptait pas solliciter un d?dommagement sur la base de la loi n? 112/1995.

30. Le recours du requ?rant fut rejet? par une d?cision du 21 avril 1999. Le requ?rant interjeta appel. Cette proc?dure est actuellement pendante devant le tribunal d?partemental de Bucarest.

II. le droit et la pratique internes pertinents

A. La Constitution

31. L?article 21 de la Constitution se lit ainsi :

? Toute personne peut s?adresser ? la justice pour la protection de ses droits, de ses libert?s et de ses int?r?ts l?gitimes.

Aucune loi ne peut restreindre l?exercice de ce droit.

(…) ?

B. La loi n? 59/1993 portant modification du code de proc?dure civile

32. Les dispositions pertinentes de cette loi sont ainsi libell?es :

Article 330

? Le procureur g?n?ral, d?office ou ? la demande du ministre de la Justice, peut attaquer, par la voie du recours en annulation devant la Cour supr?me de justice, les d?cisions judiciaires pass?es en force de chose jug?e, pour les raisons suivantes :

1. lorsque la juridiction a outrepass? les attributions du pouvoir judiciaire ;

2. (…) ?

Article 3301

? Le recours en annulation peut ?tre introduit ? tout moment. ?

C. La loi n? 17 du 17 f?vrier 1997 portant modification de l?article 3301 du code de proc?dure civile

33. L?article 3301 fut ainsi modifi? :

? Article 3302 ? Pour le motif pr?vu ? l?article 330 (1), le recours en annulation peut ?tre form? dans un d?lai de six mois ? partir du jour o? la d?cision judiciaire est pass?e en force de chose jug?e (…) ?

D. Le d?cret n? 92/1950 de nationalisation de certains immeubles

34. Les dispositions pertinentes se lisent ainsi :

Article I

? (…) afin d?assurer une bonne gestion des logements qui se sont d?labr?s du fait de la volont? de sabotage de la grande bourgeoisie et des exploiteurs qui poss?dent un grand nombre d?immeubles ;

Afin de d?poss?der les exploiteurs d?un important moyen d?exploitation ;

Sont nationalis?s les immeubles mentionn?s dans les listes annex?es (…) au pr?sent d?cret et qui font partie de celui-ci. Ont ?t? retenus pour l??tablissement desdites listes :

1. les immeubles appartenant aux anciens industriels, grands propri?taires terriens, banquiers, grands n?gociants et aux autres repr?sentants de la grande bourgeoisie ;

2. les immeubles appartenant aux exploiteurs immobiliers (…) ?

Article II

? Sont exclus du champ d?application du pr?sent d?cret et ne peuvent ?tre nationalis?s les immeubles appartenant aux ouvriers, fonctionnaires, petits artisans, intellectuels par profession et retrait?s. ?

E. Le d?cret n? 524 du 24 novembre 1955 portant modification du d?cret n? 92/1950

35. Les dispositions pertinentes se lisent ainsi :

Article XI

? Sous r?serve de l?obligation pour lui d?appliquer les crit?res fix?s (…) par l?article II, le Conseil des Ministres peut modifier les annexes au d?cret [contenant la liste des immeubles nationalis?s].

Il peut ?galement d?cider, pour tout appartement ou immeuble, de ne pas appliquer les dispositions de nationalisation. ?

F. La position de la Cour supr?me de justice

1. Jurisprudence jusqu?au 2 f?vrier 1995

36. La chambre civile de la Cour supr?me de justice confirma ? plusieurs reprises la jurisprudence des tribunaux inf?rieurs qui s?estimaient comp?tents pour examiner les litiges portant sur les biens immeubles nationalis?s, notamment ceux l?ayant ?t? en application du d?cret n? 92/1950. Par exemple, dans son arr?t n? 518 du 9 mars 1993, elle s?exprima comme suit sur la question de savoir si les tribunaux avaient comp?tence pour examiner des litiges concernant l?application du d?cret n? 92/1950 :

? (…) en statuant sur l?action en revendication de la requ?rante et accueillant la demande de l?int?ress?e, les tribunaux ? auxquels la loi conf?re une comp?tence g?n?rale pour trancher les litiges civils ? n?ont fait qu?appliquer le d?cret. Plus pr?cis?ment ils ont appliqu?, d?une part, les dispositions interdisant la nationalisation de certains biens immeubles et, d?autre part, celles exigeant la restitution de ces biens en cas d?application erron?e ou abusive du d?cret. ?

2. Le revirement de jurisprudence du 2 f?vrier 1995

37. Le 2 f?vrier 1995, la Cour supr?me de justice, statuant toutes chambres r?unies, d?cida, ? une majorit? de vingt-cinq voix contre vingt, de changer la jurisprudence de sa chambre civile. Elle jugea ainsi que :

? les tribunaux n?ont pas comp?tence pour censurer le d?cret et ordonner la restitution des immeubles nationalis?s en application du d?cret n? 92/1950 (…) ; la mise en conformit? des nationalisations effectu?es en application du d?cret n? 92/1950 avec les dispositions de la pr?sente Constitution relatives au droit de propri?t? ne peut se faire que par voie l?gislative (…) ?

3. Le revirement de jurisprudence du 28 septembre 1998

38. Le 28 septembre 1998, la Cour supr?me de justice, statuant toutes chambres r?unies, d?cida, ? l?unanimit?, de revenir sur son arr?t du 2 f?vrier 1995, dans lequel elle avait estim? que les tribunaux n??taient pas comp?tents pour trancher les litiges concernant les atteintes au droit de propri?t? commises entre 1944 et 1989. Elle s?exprima ainsi :

? [L]es tribunaux sont comp?tents pour conna?tre de toute action relative ? des all?gations d?atteintes au droit de propri?t? et ? d?autres droits r?els commises entre 1944 et 1989. ?

G. La position de la Cour constitutionnelle

39. Le 19 juillet 1995, la Cour constitutionnelle se pronon?a sur la constitutionnalit? du projet de loi pr?cisant la situation juridique des immeubles ? usage d?habitation devenus propri?t? d?Etat. Elle statua ainsi sur la possibilit?, pour les propri?taires des immeubles dont l?Etat s??tait adjug? la propri?t? abusivement ou sans titre, d?obtenir soit la restitution des biens par le biais d?une action en justice, soit un d?dommagement :

? (…) La situation est diff?rente dans le cas des logements devenus propri?t? d?Etat par la voie d?un acte administratif ill?gal, ou simplement de facto, c?est-?-dire sans titre, le droit de propri?t? de l?Etat ne reposant sur aucun fondement juridique. Dans ces cas, le droit de propri?t? l?gal de la personne physique ne s?est pas ?teint, de sorte que, l?Etat n??tant pas propri?taire, les biens en cause ne peuvent pas ?tre inclus dans la cat?gorie des biens vis?s par une loi dont l?objet est de r?glementer la situation juridique des logements devenus propri?t? d?Etat. En d?autres termes, (…) les mesures pr?vues dans la pr?sente loi ne sont pas applicables aux logements pour lesquels le droit de propri?t? de l?Etat n?a pas de fondement juridique.

Si la loi consid?rait que le droit de propri?t? de l?Etat porte sur les immeubles qu?il s?est appropri?s sans titre, cela signifierait qu?elle a un effet constitutif du droit de propri?t? de l?Etat, c?est-?-dire r?troactif, ou qu?elle met en ?uvre une modalit? de transformation du droit de propri?t? des personnes physiques en propri?t? d?Etat qui n?est pas pr?vue par la Constitution de 1991, ce qui ne saurait ?tre accept?.

Il s?ensuit qu?il convient d?accueillir l?exception d?inconstitutionnalit? de cette partie de la loi pour ce qui est des immeubles que l?Etat ou d?autres personnes morales se sont appropri?s sans titre. (…)

Il appartient au Parlement de d?cider, lors de la r?vision du projet de loi, d?adopter des mesures conf?rant aux personnes que l?Etat a priv?es de leurs logements sans poss?der de titre, ou ? leurs h?ritiers, le droit d?opter pour le b?n?fice de cette loi au cas o? elles souhaiteraient renoncer ? la voie lente, incertaine et co?teuse d?une action en revendication. (…) ?

H. La loi n? 112 du 23 novembre 1995 pr?cisant la situation juridique de certains biens immeubles ? usage d?habitation, entr?e en vigueur le 29 janvier 1996

40. Les dispositions pertinentes de cette loi se lisent ainsi :

Article premier

? Les anciens propri?taires ? personnes physiques ? des biens immeubles ? usage d?habitation qui sont pass?s, en vertu d?un titre, dans le patrimoine de l?Etat ou d?autres personnes morales apr?s le 6 mars 1945 et qui ?taient poss?d?s par l?Etat ou d?autres personnes morales le 22 d?cembre 1989 b?n?ficient, ? titre de r?paration, des mesures pr?vues par la pr?sente loi.

Les dispositions de la pr?sente loi sont ?galement applicables, sans pr?judice des lois existantes, aux h?ritiers des anciens propri?taires. ?

Article 2

? Les personnes mentionn?es ? l?article premier b?n?ficient d?une restitution en nature sous la forme du r?tablissement de leur droit de propri?t? sur les appartements dans lesquels elles habitent en tant que locataires et sur ceux qui sont libres ; pour les autres appartements, elles sont indemnis?es dans les conditions pr?vues par l?article 12 (…) ?

Article 13

? Les indemnit?s devant ?tre accord?es aux anciens propri?taires ou ? leurs h?ritiers pour les appartements qui ne leur auraient pas ?t? restitu?s en nature, ou le prix de vente de ces appartements, selon le cas, seront fix?s sur la base du d?cret n? 93/1977, du d?cret-loi n? 61/1990 et de la loi n? 85/1992, et la valeur des terrains y aff?rents sera d?termin?e sur la base des crit?res (document 2665 du 28 f?vrier 1992) devant servir ? l?identification et ? l??valuation des terrains int?gr?s dans le patrimoine des soci?t?s commerciales ? capital d?Etat (…). Aux valeurs ainsi d?termin?es seront appliqu?s des coefficients d?actualisation ne pouvant ?tre inf?rieurs au taux de croissance du salaire moyen de l??conomie.

La valeur totale de l?appartement restitu? en nature, ou des indemnit?s dues pour les appartements non restitu?s en nature et les terrains y aff?rents ne peut pas d?passer la somme des salaires ? plafonn?s au niveau du salaire moyen de l??conomie ? qu?aurait pu percevoir une personne sur une p?riode de 20 ans expirant ? la date de fixation de l?indemnit?.

Lorsque l?ancien propri?taire, ses h?ritiers ou des apparent?s jusqu?au deuxi?me degr? du propri?taire en vie se voient, en application de l?article 2, restituer en nature un appartement dont la valeur, calcul?e selon les r?gles fix?es au premier alin?a, d?passe la somme pr?vue au deuxi?me alin?a, ils ne peuvent ?tre oblig?s de payer la diff?rence.

La valeur des indemnit?s d?termin?es dans les conditions d?crites ci-dessus sera actualis?e au jour du paiement, sur la base du salaire moyen sur l??conomie du dernier mois du trimestre expir?.

Aux fins d?application des dispositions de la pr?sente loi, il sera constitu? un fonds extrabudg?taire qui sera mis ? la disposition du minist?re des Finances et aliment? comme suit :

a) les sommes provenant de la vente des appartements non restitu?s en nature, qu?il s?agisse de paiements int?graux, d?acomptes, de mensualit?s ou d?int?r?ts, apr?s d?duction de la commission de 1 % de la valeur des appartements ;

b) les sommes provenant des emprunts d?Etat lanc?s aux fins d?alimenter le fonds, dans les conditions pr?vues par la loi n? 91/1993 concernant la dette publique.

A partir du fonds ainsi constitu? seront effectu?es des d?penses correspondant, par ordre de priorit? :

a) au paiement des indemnit?s dues ? dans les conditions de la pr?sente loi ? aux propri?taires ou ? leurs h?ritiers ;

b) au remboursement des emprunts ?mis et aux frais entra?n?s par ceux-ci ;

c) ? la construction de logements, qui seront attribu?s en priorit? aux locataires se trouvant dans la situation pr?vue ? l?article 5 ? 3. ?

I. La position de l?ex?cutif au sujet de la loi n? 112/1995

41. Le 23 janvier 1996, le gouvernement adopta la d?cision n? 20/1996 pour l?application de la loi n? 112/1995, selon laquelle ?taient consid?r?s comme des immeubles sur lesquels l?Etat avait un titre les immeubles devenus propri?t? d?Etat en application d?une disposition l?gale. Selon la m?me d?cision, la loi n? 112/1995 n??tait pas applicable aux immeubles d?tenus par l?Etat en l?absence d?une disposition l?gale constituant le fondement juridique du droit de propri?t? de l?Etat.

42. Le 18 f?vrier 1997, le gouvernement adopta la d?cision n? 11/1997 qui compl?tait la d?cision n? 20/1996. Selon l?article 1 ? 3 de la d?cision n? 11/1997, les biens acquis par l?Etat en application du d?cret n? 92/1950 ?taient d?finis comme ceux qui avaient ?t? acquis dans le respect des articles I ?? 1-5 et II dudit d?cret et pour lesquels il y avait identit? entre la personne figurant comme propri?taire sur les listes dress?es en application du d?cret et le v?ritable propri?taire ? la date de la nationalisation.

J. La position des juridictions inf?rieures quant ? l?autorit? de la chose jug?e

43. Apr?s la d?cision n? 11 prise par le gouvernement le 18 f?vrier 1997, des propri?taires ? propos desquels des d?cisions de justice d?finitives avaient ?t? annul?es par la Cour supr?me de justice ? la suite d?un recours en annulation introduisirent devant les tribunaux de nouvelles actions en revendication. La question de l?exception de l?autorit? de la chose jug?e, soulev?e ? l?occasion de ces nouvelles actions, ne re?ut pas une r?ponse uniforme de la part des tribunaux.

1. Tribunal de premi?re instance du 2e arrondissement de Bucarest, jugement n? 5626 du 16 mai 1997 pass? en force de chose jug?e

? (…) le bien revendiqu? a d?j? fait l?objet d?un litige entre les m?mes parties, ? l?issue duquel le tribunal de premi?re instance du 2e arrondissement de Bucarest a prononc? le 12 janvier 1994 le jugement n? 212, pass? en force de chose jug?e, par lequel la demande de I.P. a ?t? accueillie et ce dernier reconnu propri?taire de l?immeuble (…)

Contre ce jugement, le procureur g?n?ral a form? un recours en annulation, ? la suite duquel la Cour supr?me de justice, par un arr?t du 28 septembre 1995, a annul? le jugement susmentionn? et, sur le fond, a rejet? l?action de I.P. (…)

(…) en application de l?article 1201 du code civil, selon lequel ? il y a autorit? de la chose jug?e lorsqu?une deuxi?me demande en justice a le m?me objet, est fond?e sur la m?me cause et concerne les m?mes parties dans la m?me qualit? ?, le tribunal constate qu?un litige a d?j? eu lieu entre les m?mes parties, au sujet du m?me immeuble, qui a ?t? tranch? par la Cour supr?me de justice (…)

(…) d?s lors, le tribunal accueille l?exception de l?autorit? de la chose jug?e et rejette l?action du demandeur. ?

2. Tribunal de premi?re instance de Făgăraş, jugement susceptible de recours n? 3276 du 10 d?cembre 1998

? (…) le tribunal constate que l?application du d?cret n? 92/1950 a ?t? ill?gale en ce qui concerne l?immeuble de la requ?rante (…), ordonne la restitution de l?immeuble et rejette l?exception de l?autorit? de la chose jug?e (…) ?

K. La loi n? 213 du 24 novembre 1998 sur le domaine public et son r?gime juridique

44. Les dispositions pertinentes de cette loi sont ainsi ?nonc?es :

Article 6

? 1. Font ?galement partie du domaine public ou priv? de l?Etat ou des autres entit?s administratives les biens acquis par l?Etat entre le 6 mars 1945 et le 22 d?cembre 1989, pour autant qu?ils sont entr?s dans le patrimoine de l?Etat en vertu d?un titre, c?est-?-dire dans le respect de la Constitution, des trait?s internationaux auxquels la Roumanie ?tait partie et des lois en vigueur ? la date ? laquelle les biens en question sont entr?s dans le patrimoine de l?Etat.

2. Hormis le cas o? leur situation se trouve r?gie par les lois sp?ciales de r?paration, les biens d?tenus par l?Etat sans titre valable, y compris ceux qui ont ?t? acquis par suite d?un vice du consentement, peuvent ?tre revendiqu?s par les anciens propri?taires ou leurs h?ritiers.

3. Les tribunaux sont comp?tents pour appr?cier la validit? du titre. ?

PROC?DURE DEVANT LA COMMISSION

45. M. Brumărescu a saisi la Commission le 9 mai 1995. Il all?guait qu?au m?pris des articles 6 ? 1 de la Convention et 1 du Protocole n? 1, la Cour supr?me de justice l?avait priv? de l?acc?s ? un tribunal qui aurait pu lui permettre de reprendre possession de sa maison.

46. La Commission a retenu la requ?te (n? 28342/95) le 22 mai 1997. Dans son rapport du 15 avril 1998 (ancien article 31 de la Convention), elle conclut ? l?unanimit? ? la violation de l?article 6 ? 1 de la Convention et de l?article 1 du Protocole n? 1. Le texte int?gral de son avis figure en annexe au pr?sent arr?t1.

CONCLUSIONS PR?SENT?ES ? LA COUR

47. Le Gouvernement invite la Cour ? constater qu?? la suite de faits nouveaux intervenus apr?s l?adoption de son rapport par la Commission, le requ?rant a perdu la qualit? de victime d?une violation de la Convention et, quoi qu?il en soit, n?a pas ?puis? les voies de recours internes. Quant au fond, il prie la Cour de rejeter la requ?te.

Le requ?rant prie la Cour de rejeter les exceptions pr?liminaires soulev?es par le Gouvernement, de constater qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention et de l?article 1 du Protocole n? 1 et de lui allouer une satisfaction ?quitable au titre de l?article 41 de la Convention.

EN DROIT

I. sur les exceptions pr?liminaires du gouvernement

A. Sur la qualit? de victime du requ?rant

48. D?apr?s le Gouvernement, les faits nouveaux intervenus apr?s la d?cision sur la recevabilit? du 22 mai 1997 entra?nent, pour le requ?rant, la perte de la qualit? de victime, au sens de l?article 34 de la Convention.

Le Gouvernement soutient que la proc?dure entam?e par le requ?rant en application de la loi n? 112/1995 a abouti ? la d?cision du 24 mars 1998 par laquelle le requ?rant s?est vu restituer une partie de la maison revendiqu?e et accorder un d?dommagement pour la partie non restitu?e en nature. Ce d?dommagement est suffisant pour que le requ?rant ne puisse plus se pr?tendre victime d?une violation de son droit au respect de ses biens. Bien que cette proc?dure soit toujours pendante, le requ?rant ayant contest? devant les tribunaux le refus d?une restitution int?grale en nature, le Gouvernement estime que les tribunaux ne pourront pas rendre une d?cision moins favorable ? l?int?ress? que celle du 24 mars 1998.

49. Le requ?rant invite la Cour ? poursuivre l?examen de l?affaire. Il fait valoir qu?il a ?t? priv? de son bien et qu?? l?heure actuelle, il ne se l?est toujours pas vu restituer. Il souligne aussi qu?il n?a jamais voulu se s?parer du bien en question en acceptant des indemnit?s, et qu?en tout ?tat de cause le montant des indemnit?s offertes est d?risoire au regard de la valeur de la maison. D?s lors, l?octroi des indemnit?s en cause ne saurait le priver de sa qualit? de victime, qu?il a eue et qu?il a toujours.

50. Selon la jurisprudence constante de la Cour, par ? victime ? l?article 34 de la Convention d?signe la personne directement concern?e par l?acte ou l?omission litigieux, l?existence d?un manquement aux exigences de la Convention se concevant m?me en l?absence de pr?judice ; celui-ci ne joue un r?le que sur le terrain de l?article 41. Partant, une d?cision ou une mesure favorable au requ?rant ne suffit en principe ? lui retirer la qualit? de ? victime ? que si les autorit?s nationales ont reconnu, explicitement ou en substance, puis r?par? la violation de la Convention (voir, entre autres, l?arr?t L?di c. Suisse du 15 juin 1992, s?rie A n? 238, p. 18, ? 34).

En l?esp?ce, la Cour note que le requ?rant se trouve ? l?heure actuelle dans la m?me situation qu?au 1er mars 1995, aucune d?cision d?finitive n?ayant reconnu, au moins en substance, puis r?par? l??ventuelle violation de la Convention r?sultant de l?arr?t de la Cour supr?me de justice.

En effet, en ce qui concerne le grief relatif au droit de propri?t? du requ?rant, la proc?dure en restitution qui a suivi cet arr?t de la Cour supr?me n?a pas encore abouti ? une d?cision d?finitive. Bien que les d?cisions d?j? intervenues dans cette action ? qui ne fait pas en tant que telle l?objet de la proc?dure devant la Cour ? aillent dans le sens d?une certaine am?lioration de la situation du requ?rant ? restitution partielle de l?immeuble en question et indemnisation pour la part non restitu?e ?, et bien qu?il ne soit pas exclu qu?en fin de compte le requ?rant puisse avoir gain de cause avec sa demande de restitution int?grale de l?immeuble, il reste que le point de d?part de cette proc?dure est pr?cis?ment la situation cr??e par l?arr?t contest? de la Cour supr?me de justice, ? savoir l?acceptation du fait que l?immeuble en question est redevenu propri?t? de l?Etat. D?s lors, cette proc?dure ne peut en aucun cas effacer enti?rement les cons?quences de l?arr?t de la Cour supr?me de justice pour la jouissance par le requ?rant de son droit de propri?t?, l??ventuelle restitution de l?immeuble reposant sur une autre base l?gale que celle qui se trouve ? l?origine du litige port? devant la Cour.

En outre, la Cour observe que les griefs du requ?rant ne se limitent pas ? l?ing?rence, par la Cour supr?me de justice, dans son droit de propri?t?, mais sont tir?s ?galement d?une pr?tendue violation de l?article 6 ? 1 de la Convention par ce m?me arr?t. Le requ?rant peut incontestablement se pr?tendre victime du fait de l?annulation d?une d?cision judiciaire en sa faveur, d?cision qui ?tait devenue d?finitive, et du constat que les tribunaux n??taient pas comp?tents pour examiner des actions en revendication telles que celle qu?il avait introduite. L?impossibilit? de porter devant les tribunaux une telle action a persist? pendant plusieurs ann?es.

M?me si, ? la suite de l?adoption de nouvelles r?glementations et du revirement de la jurisprudence de la Cour supr?me de justice, la voie judiciaire est maintenant ouverte en pareilles circonstances, la Cour consid?re qu?il serait on?reux de demander au requ?rant d?entamer la m?me proc?dure une deuxi?me fois, d?autant plus qu?? la lumi?re de la jurisprudence contradictoire des tribunaux roumains, l?issue d?une nouvelle action en revendication demeure incertaine, eu ?gard au principe de l?autorit? de la chose jug?e.

Dans ces circonstances, on ne saurait nier que le requ?rant, comme il le soutient, demeure concern? par l?arr?t litigieux de la Cour supr?me de justice et continue d??tre victime des violations de la Convention qui, selon lui, d?coulent de cet arr?t.

Il y a donc lieu de rejeter l?exception.

B. Sur l??puisement des voies de recours internes

51. Le Gouvernement plaide ?galement l?irrecevabilit? de la requ?te pour non-?puisement des voies de recours internes. Tout en admettant qu?aucune voie de recours efficace n?existe en droit roumain contre l?arr?t de la Cour supr?me de justice du 1er mars 1995, le Gouvernement fait valoir qu?il est loisible au requ?rant d?introduire une nouvelle action en revendication. Bien que cette voie de recours exist?t avant la d?cision de recevabilit? de la Commission, elle est devenue efficace seulement apr?s l?entr?e en vigueur de la loi n? 112/1995, telle qu?interpr?t?e par la d?cision du gouvernement n? 11/1997, de la loi n? 213/1998 sur le domaine public et apr?s le revirement de jurisprudence de la Cour supr?me de justice du 28 septembre 1998.

52. La Cour note que le Gouvernement a soulev? cette exception pour la premi?re fois devant la Commission le 7 avril 1998, apr?s la d?cision sur la recevabilit? de la requ?te du 22 mai 1997 et apr?s avoir transmis ? la Commission ses observations sur le fond le 11 juillet 1997.

53. La Cour rappelle que pareille exception devrait, en principe, ?tre soulev?e avant l?examen de la recevabilit? de la requ?te (voir, par exemple, l?arr?t Campbell et Fell c. Royaume-Uni du 28 juin 1984, s?rie A n? 80, p. 31, ? 57 ; l?arr?t Artico c. Italie du 13 mai 1980, s?rie A n? 37, pp. 13-14, ? 27). Toutefois, la Cour n?estime pas n?cessaire d?examiner s?il y a, en l?esp?ce, des circonstances particuli?res permettant au Gouvernement de soulever cette exception apr?s l?examen de la recevabilit?, car elle estime de toute fa?on que cette exception se r?v?le mal fond?e.

54. La Cour note qu?avant d?introduire sa requ?te devant la Commission, le requ?rant a utilis? la voie de recours indiqu?e par le Gouvernement, ? savoir une action en revendication. A cette date-l?, tout comme aujourd?hui, cette voie de recours existait et ?tait efficace, ce que le Gouvernement ne conteste d?ailleurs pas.

55. La Cour estime que le Gouvernement, qui est responsable de l?annulation d?un jugement d?finitif rendu ? la suite d?une action en revendication, ne saurait maintenant exciper d?un non-?puisement d? au manquement du requ?rant d?introduire une nouvelle action en revendication (voir ?galement paragraphe 50 ci-dessus in fine).

Partant, il y a lieu de rejeter cette exception pr?liminaire.

II. sur la violation all?gu?e de l?article 6 ? 1 de la convention

56. D?apr?s le requ?rant, l?arr?t du 1er mars 1995 de la Cour supr?me de justice a enfreint l?article 6 ? 1 de la Convention, qui dispose :

? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement (…) par un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?

57. Dans son m?moire, le requ?rant fait valoir que le refus de la Cour supr?me de justice de reconna?tre aux tribunaux la comp?tence de trancher une action en revendication est contraire au droit ? un tribunal garanti par l?article 21 de la Constitution roumaine et ? l?article 3 du code civil roumain, qui r?git le d?ni de justice. En outre, il fait valoir que l?affirmation de la Cour supr?me de justice, selon laquelle le requ?rant n??tait pas propri?taire du bien en litige, est en contradiction avec le motif invoqu? par cette cour pour accueillir le recours en annulation, ? savoir l?absence de comp?tence des juridictions pour trancher le fond du litige.

58. Le Gouvernement admet que le requ?rant s?est vu opposer un refus du droit ? un tribunal, mais estime que ce refus a ?t? temporaire et qu?en tout cas il ?tait justifi? pour assurer le respect des normes de proc?dure et le principe de la s?paration des pouvoirs.

59. Pour la Commission, le droit d?acc?s ? un tribunal exige une voie judiciaire permettant de revendiquer des droits civils. D?s lors, l?annulation du jugement du 9 d?cembre 1993, au motif que les tribunaux ne peuvent pas conna?tre d?une telle action, a port? atteinte ? la substance m?me du droit d?acc?s ? un tribunal au sens de l?article 6 ? 1.

60. La Cour doit donc rechercher si l?arr?t du 1er mars 1995 a enfreint l?article 6 ? 1 de la Convention.

61. Le droit ? un proc?s ?quitable devant un tribunal, garanti par l?article 6 ? 1 de la Convention, doit s?interpr?ter ? la lumi?re du pr?ambule de la Convention, qui ?nonce la pr??minence du droit comme ?l?ment du patrimoine commun des Etats contractants. Un des ?l?ments fondamentaux de la pr??minence du droit est le principe de la s?curit? des rapports juridiques, qui veut, entre autres, que la solution donn?e de mani?re d?finitive ? tout litige par les tribunaux ne soit plus remise en cause.

62. En l?esp?ce, la Cour note qu?? l??poque des faits, le procureur g?n?ral de la Roumanie ? qui n??tait pas partie ? la proc?dure ? disposait, en vertu de l?article 330 du code de proc?dure civile, du pouvoir d?attaquer un jugement d?finitif par la voie du recours en annulation. La Cour note que, dans l?exercice de son pouvoir, le procureur g?n?ral n??tait tenu par aucun d?lai, de sorte que les jugements pouvaient ?tre perp?tuellement remis en cause.

La Cour rel?ve qu?en accueillant le recours en annulation introduit en vertu du pouvoir susmentionn?, la Cour supr?me de justice a effac? l?ensemble d?une proc?dure judiciaire qui avait abouti, selon les termes de la Cour supr?me de justice, ? une d?cision judiciaire ? irr?vocable ?, ayant donc acquis l?autorit? de la chose jug?e et ayant, de surcro?t, ?t? ex?cut?e.

En appliquant de la sorte les dispositions de l?article 330 pr?cit?, la Cour supr?me de justice a enfreint le principe de la s?curit? des rapports juridiques. En l?esp?ce, et de ce fait, le droit du requ?rant ? un proc?s ?quitable au sens de l?article 6 ? 1 de la Convention a ?t? m?connu.

Il y a donc eu violation dudit article.

63. En outre, concernant l?all?gation du requ?rant selon laquelle il a ?t? priv? de son droit de faire entendre sa cause par un tribunal, la Cour constate que, dans son arr?t du 1er mars 1995, la Cour supr?me de justice a jug? que la revendication de l?int?ress? revenait ? attaquer un acte l?gislatif, le d?cret de nationalisation n? 92/1950. En cons?quence, elle a estim? que l?affaire ?chappait ? la comp?tence des juridictions et que seul le Parlement pouvait se prononcer sur la l?galit? de la nationalisation en cause.

64. N?anmoins, dans son arr?t, la Cour supr?me de justice affirme que le requ?rant n??tait pas propri?taire du bien en litige.

La Cour n?a pour t?che ni de se pencher sur l?arr?t du 1er mars 1995 ? la lumi?re du droit interne, ni d?examiner si la Cour supr?me de justice pouvait ou non trancher elle-m?me le litige sur le fond, eu ?gard ? la comp?tence dont l?avait investie l?article 330 du code de proc?dure civile.

65. La Cour rel?ve que l?arr?t du 1er mars 1995 a ?t? motiv? par l?incomp?tence absolue des juridictions de trancher des litiges civils comme l?action en revendication dans le cas d?esp?ce. Elle estime qu?une telle exclusion est en soi contraire au droit d?acc?s ? un tribunal garanti par l?article 6 ? 1 de la Convention (voir, mutatis mutandis, l?arr?t Vasilescu c. Roumanie du 22 mai 1998, Recueil des arr?ts et d?cisions 1998-III, pp. 1075-1076, ?? 39-41).

Partant, il y a eu violation de l?article 6 ? 1 ?galement sur ce point.

III. sur la violation ALL?GU?E de l?article 1 du
protocole n? 1

66. Le requ?rant se plaint que l?arr?t du 1er mars 1995 de la Cour supr?me de justice a eu pour effet de porter atteinte ? son droit au respect de ses biens, tel que reconnu ? l?article 1 du Protocole n? 1, ainsi libell? :

? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.

Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?

A. Sur l?existence d?un bien

67. Le Gouvernement admet que la reconnaissance judiciaire du droit de propri?t? du requ?rant, le 9 d?cembre 1993, repr?sentait un ? bien ? au sens de l?article 1 du Protocole n? 1. Toutefois, lors de l?audience du 17 juin 1999, le Gouvernement fait valoir pour la premi?re fois que le jugement du 9 d?cembre 1993 ne concernait pas le rez-de-chauss?e, vendu par l?Etat en 1973.

68. Selon le requ?rant, l?Etat n?aurait pu vendre l?galement un bien qui ne lui appartenait pas. D?autre part, ce n?est qu?en agissant de mauvaise foi que les locataires du rez-de-chauss?e auraient pu acheter cet appartement, puisqu?ils savaient parfaitement que les parents du requ?rant avaient ?t? d?poss?d?s ill?galement.

Le tiers intervenant soutient que l??ventuel bien du requ?rant ne saurait inclure l?appartement se trouvant au rez-de-chauss?e de la maison, achet? en 1973 par ses oncles et dont il a h?rit?. Il indique que l?achat ?tait conforme aux lois en vigueur en 1973.

69. La Cour prend note du fait que le droit du requ?rant sur l?appartement se trouvant au rez-de-chauss?e de la maison en litige est mis en cause par le tiers intervenant. Elle rappelle toutefois que la proc?dure devant elle, engag?e par le requ?rant ? l?encontre de l?Etat roumain, ne saurait produire d?effets que sur les droits et les obligations de ces seules parties. La Cour rel?ve de surcro?t que le tiers intervenant n??tait partie ? aucune des proc?dures internes faisant l?objet de la pr?sente requ?te, les seules parties ? ces proc?dures ?tant le requ?rant et le Gouvernement.

70. La Cour estime que le requ?rant avait un ? bien ? au sens de l?article 1 du Protocole n? 1. En effet, le jugement du tribunal de premi?re instance du 9 d?cembre 1993 avait ?tabli que la maison en question avait ?t? nationalis?e en violation du d?cret de nationalisation n? 92/1950 et avait constat?, avec effet r?troactif, que le requ?rant en ?tait le propri?taire l?gitime, en tant que successeur de ses parents. La Cour rel?ve aussi que le droit du requ?rant ainsi reconnu n??tait pas r?vocable. D?ailleurs, le requ?rant a pu jouir de son bien en toute tranquillit?, en tant que propri?taire l?gitime, du 9 d?cembre 1993 jusqu?au 1er mars 1995. Il s?acquitta ?galement des taxes et des imp?ts immobiliers aff?rents ? son bien.

B. Sur l?existence d?une ing?rence

71. Pour le requ?rant, l?annulation du jugement du 9 d?cembre 1993 a eu pour cons?quence l?impossibilit? absolue de faire valoir son droit de propri?t?, ce qui constitue une ing?rence dans son droit au respect de ses biens.

72. Selon le Gouvernement, l?arr?t de la Cour supr?me de justice, bien que n?ayant pas tranch? la question du droit de propri?t? du requ?rant, a cr?? une incertitude de courte dur?e quant ? ce droit, et constitu? ainsi une ing?rence temporaire dans le droit de l?int?ress? au respect de son bien.

73. La Commission observe que le requ?rant s?est vu reconna?tre son droit de propri?t? par un jugement d?finitif et qu?il pouvait d?s lors esp?rer l?gitimement jouir d?une mani?re paisible de son droit. L?annulation du jugement du 9 d?cembre 1993 constitue une ing?rence dans le droit de propri?t? du requ?rant.

74. La Cour reconna?t que la Cour supr?me de justice n?a pas eu pour but de trancher la question relative au droit de propri?t? du requ?rant. Elle estime pourtant qu?il y a eu ing?rence dans le droit de propri?t? de l?int?ress? tel que le garantit l?article 1 du Protocole n? 1 en ce que l?arr?t de la Cour supr?me de justice du 1er mars 1995 a cass? le jugement d?finitif du 9 d?cembre 1993 attribuant la maison ? M. B. alors que ce jugement avait ?t? ex?cut?.

C. Sur la justification de l?ing?rence

75. Reste ? d?terminer si l?ing?rence constat?e par la Cour a ou non enfreint l?article 1 du Protocole n? 1. Pour ce faire, il faut rechercher si, comme le soutient le Gouvernement, l?ing?rence en cause relevait de la premi?re phrase du premier paragraphe de l?article 1 au motif que l?arr?t de la Cour supr?me de justice ne s?analysait ni en une privation formelle des biens du requ?rant ni en une r?glementation de leur usage, ou si, comme la Commission l?a estim?, l?affaire concerne une privation de propri?t? couverte par la seconde phrase de ce m?me paragraphe.

76. La Cour rappelle que pour d?terminer s?il y a eu privation de biens au sens de la deuxi?me ? norme ?, il faut non seulement examiner s?il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser les r?alit?s de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (arr?ts Sporrong et L?nnroth c. Su?de du 23 septembre 1982, s?rie A n? 52, pp. 24-25, ? 63, et Vasilescu pr?cit?, p. 1078, ? 51).

77. La Cour note qu?en l?esp?ce, le jugement du tribunal de premi?re instance, qui ordonnait aux autorit?s administratives de restituer la maison au requ?rant, ?tait devenu d?finitif et irr?vocable, que, s?y conformant, le maire de Bucarest ordonna la restitution de la maison au requ?rant et que l?entreprise C. s?ex?cuta en mai 1994. En outre, ? cette date, le requ?rant cessa de payer le loyer d? pour l?appartement qu?il occupait dans la maison et, d?avril 1994 ? avril 1996, il acquitta les taxes fonci?res aff?rentes ? celle-ci. La Cour rel?ve que l?arr?t de la Cour supr?me de justice a eu pour effet de priver le requ?rant de tous les fruits de l?arr?t d?finitif en sa faveur en jugeant que l?Etat avait d?montr? que son titre de propri?t? se fondait sur le d?cret de nationalisation. Apr?s cette d?cision, l?int?ress? fut inform? qu?? partir d?avril 1996, la maison serait r?int?gr?e dans le patrimoine de l?Etat. L?arr?t de la Cour supr?me de justice a donc eu pour cons?quence de priver le requ?rant des droits de propri?t? que le jugement d?finitif en sa faveur lui avait conf?r?s sur la maison. L?int?ress? n?avait plus notamment la facult? de vendre ou de l?guer le bien, d?en consentir la donation ou d?en disposer d?une autre mani?re. Dans ces conditions, la Cour constate que l?arr?t de la Cour supr?me de justice a eu pour effet de priver le requ?rant de son bien au sens de la seconde phrase du premier paragraphe de l?article 1 du Protocole n? 1.

78. Une privation de propri?t? relevant de cette deuxi?me norme peut seulement se justifier si l?on d?montre notamment qu?elle est intervenue pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi. De surcro?t, toute ing?rence dans la jouissance de la propri?t? doit r?pondre au crit?re de proportionnalit?. La Cour ne cesse de le rappeler : un juste ?quilibre doit ?tre maintenu entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu. Le souci d?assurer un tel ?quilibre est inh?rent ? l?ensemble de la Convention. La Cour rappelle aussi que l??quilibre ? pr?server sera d?truit si l?individu concern? supporte une charge sp?ciale et exorbitante (arr?t Sporrong et L?nnroth pr?cit?, pp. 26-28, ?? 69-74).

79. A l?instar de la Commission, la Cour observe qu?aucune justification n?est fournie ? la situation qui d?rive de l?arr?t de la Cour supr?me de justice. En particulier, ni cette juridiction elle-m?me ni le Gouvernement n?ont tent? d?avancer des motifs s?rieux justifiant la privation de propri?t? pour ? cause d?utilit? publique ?. La Cour note en outre que le requ?rant se trouve priv? de la propri?t? du bien depuis maintenant plus de quatre ans sans avoir per?u d?indemnit? refl?tant la valeur r?elle de celui-ci, et que les efforts d?ploy?s par lui pour recouvrer la propri?t? sont ? ce jour demeur?s vains.

80. Dans ces conditions, ? supposer m?me que l?on puisse d?montrer que la privation de propri?t? servait une cause d?int?r?t public, la Cour estime que le juste ?quilibre a ?t? rompu et que le requ?rant a support? et continue de supporter une charge sp?ciale et exorbitante. Partant, il y a eu et il continue d?y avoir violation de l?article 1 du Protocole n? 1.

IV. SUR L?application de l?article 41 DE LA Convention

81. Aux termes de l?article 41 de la Convention,

? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?

82. A titre principal, le requ?rant sollicite la restitution du bien litigieux. Il entend recevoir, en cas de non-restitution, une somme correspondant ? la valeur actuelle de son bien, ? savoir, selon le rapport d?expertise soumis ? la Cour, 3 681 millions de lei roumains (ROL). Pour dommage moral, il r?clame 75 000 dollars am?ricains (USD). Il sollicite en outre le versement de 26 000 150 ROL pour honoraires d?avocat pour les proc?dures men?es devant les organes de Strasbourg, ainsi que de 1 543 650 ROL, 500 USD et 300 francs fran?ais au titre de frais divers pour les proc?dures suivies devant la Cour, y compris pour la comparution ? l?audience du 17 juin 1999.

83. Le Gouvernement soutient en premier lieu que l?octroi d?une somme au titre du dommage mat?riel serait injuste, puisque le requ?rant peut toujours revendiquer avec succ?s sa maison devant les juridictions internes. En tout cas, le Gouvernement estime que le montant maximum qui pourrait ?tre octroy? est de 69 480 USD, repr?sentant, selon le rapport d?expertise qu?il a soumis devant la Cour, la valeur marchande de la maison en litige moins la valeur de l?appartement occup? par le requ?rant.

Quant au pr?judice moral, le Gouvernement soutient qu?il n?y a pas lieu ? l?octroi d?une r?paration ? ce titre.

Le Gouvernement se d?clare pr?t ? rembourser les frais et d?pens justifi?s par le requ?rant, en d?duisant les sommes octroy?es au titre de l?assistance judiciaire.

84. Dans les circonstances de la cause, la Cour estime que la question de l?application de l?article 41 ne se trouve pas en ?tat de sorte qu?il ?chet de la r?server eu ?gard ? l??ventualit? d?un accord entre l?Etat d?fendeur et l?int?ress? (article 75 ?? 1 et 4 du r?glement).

PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,

1. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention du fait de l?absence d?un proc?s ?quitable ;

2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention du fait du refus du droit d?acc?s ? un tribunal ;

3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole n? 1 ;

4. Dit que la question de l?application de l?article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat ;

en cons?quence,

a) la r?serve en entier ;

b) invite le Gouvernement et le requ?rant ? lui adresser par ?crit, dans les trois mois, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir ;

c) r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue au pr?sident de la Grande Chambre le soin de la fixer au besoin.

Fait en fran?ais et en anglais, puis prononc? en audience publique au Palais des Droits de l?Homme, ? Strasbourg, le 28 octobre 1999.

Luzius Wildhaber

Pr?sident

Maud de Boer-Buquicchio

Greffi?re adjointe

Au pr?sent arr?t se trouve joint, conform?ment aux articles 45 ? 2 de la Convention et 74 ? 2 du r?glement, l?expos? des opinions s?par?es suivantes :

? opinion concordante de M. Rozakis ;

? opinion concordante de Sir Nicolas Bratza, ? laquelle se rallie M. Zupančič.

L.W.
M.B.

OPINION CONCORDANTE DE M. LE JUGE ROZAKIS

(Traduction)

Bien que j?aie vot? pour le constat d?une double violation de l?article 6 ? 1 de la Convention en l?esp?ce, j?estime qu?en r?alit? les deux aspects de la violation sont intrins?quement li?s et s?analysent l?un et l?autre en un manquement au droit ? un tribunal, ou d?acc?s ? un tribunal.

La majorit? de la Cour a consid?r? que le fait que la Cour supr?me de justice de Roumanie ? a effac? l?ensemble d?une proc?dure judiciaire qui avait abouti (?) ? une d?cision judiciaire ? irr?vocable ?, ayant donc acquis l?autorit? de la chose jug?e et ayant, de surcro?t, ?t? ex?cut?e (?) a enfreint le principe de la s?curit? des rapports juridiques (…) et de ce fait, le droit du requ?rant ? un proc?s ?quitable au sens de l?article 6 ? 1 de la Convention ?.

Je vois les choses sous un autre angle : la notion de droit ? un tribunal, ou de droit d?acc?s ? un tribunal, s?est d?velopp?e dans la jurisprudence de la Cour europ?enne des Droits de l?Homme et couvre toutes sortes de circonstances dans lesquelles un individu se voit d?nier, par des actions ou des omissions des pouvoirs publics, la possibilit? d?obtenir une d?cision d?finitive d?une cour de justice sur une contestation en mati?re civile ou une accusation en mati?re p?nale. En l??tat actuel, la jurisprudence indique que la notion de droit ? un tribunal ou d?acc?s ? un tribunal ne se limite en aucun cas au stade de l?introduction d?une instance ni au fait qu?une proc?dure judiciaire aboutisse ? une d?cision sur une accusation en mati?re p?nale ; cette notion englobe aussi le droit ? ce qu?un tribunal impose en pratique son verdict ou sa d?cision, et administre la justice sans subir d?entrave ext?rieure. Le droit ? un tribunal n?est donc pas un simple droit th?orique ? ce qu?un juge national examine l?affaire d?un individu, mais il comprend encore l?espoir l?gitime que les autorit?s internes seront tenues de respecter un jugement d?finitif qui sera donc ex?cut?.

En l?occurrence, le requ?rant a eu le droit de saisir la justice d?un diff?rend qui l?opposait ? l?Etat. Il s?est ainsi pr?valu, dans les r?gles, de sa capacit? de faire ex?cuter un jugement ayant acquis force de chose jug?e, et de se voir en cons?quence r?int?gr? dans la propri?t? de son bien. Mais son droit ? un tribunal est devenu illusoire lorsque le procureur g?n?ral et la Cour supr?me sont intervenus, en appliquant l?article 330 du code de proc?dure civile, et ont effac? le jugement du tribunal de premi?re instance et ses cons?quences favorables ? l?int?ress?. Lorsqu?un syst?me judiciaire conf?re ? une juridiction la comp?tence de rendre des jugements d?finitifs puis permet que des proc?dures ult?rieures en annulent les d?cisions, non seulement la s?curit? juridique en p?tit, mais l?existence m?me du tribunal est remise en cause puisqu?il n?a en substance aucune comp?tence pour trancher de mani?re d?finitive une question juridique.

L?on peut donc se demander si une personne qui saisit pareil tribunal pour qu?il se prononce sur la contestation a vraiment un droit ? un tribunal et un droit d?acc?s ? un tribunal.

OPINION CONCORDANTE
DE Sir Nicolas BRATZA, JUGE, ? LAQUELLE SE RALLIE
M. LE JUGE ZUPANČIČ

(Traduction)

Je pense ? l?instar des autres membres de la Cour qu?en l?esp?ce, il y a eu violation de l?article 6 de la Convention sur deux chefs distincts, et manquement ? l?article 1 du Protocole n? 1. Je souscris ?galement pour l?essentiel au raisonnement expos? dans l?arr?t de la Cour quant ? ces deux dispositions, et me contenterai de formuler quelques remarques additionnelles sur la premi?re branche du grief tir? de l?article 6.

La Cour a conclu qu?en appliquant les dispositions de l?article 330 du code de proc?dure civile, la Cour supr?me de justice ? a enfreint le principe de la s?curit? des rapports juridiques ?, et qu?en l?esp?ce, ? le droit du requ?rant ? un proc?s ?quitable au sens de l?article 6 ? 1 de la Convention a ?t? m?connu ? (paragraphe 62 de l?arr?t).

J?estime que ce raisonnement n?est pas enti?rement satisfaisant ; en effet, en ?non?ant ce point de vue, la Cour n?a pas fait r?f?rence ? sa jurisprudence ni donn? d?explications d?taill?es sur la relation entre les notions de ? s?curit? des rapports juridiques ? et de ? proc?s ?quitable ?.

A mon sens, il est possible de consid?rer que le lien tient au principe de l??galit? des armes entre les parties ? une proc?dure judiciaire, condition fondamentale d?un proc?s ?quitable. Dans une proc?dure mettant en cause l?Etat, de m?me que ce principe peut ?tre enfreint en cas d?ing?rence du pouvoir l?gislatif dans l?administration de la justice en vue d?influer sur le d?nouement judiciaire d?un litige (arr?t Raffineries grecques Stran et Stratis Andreadis c. Gr?ce du 9 d?cembre 1994, s?rie A n? 301-B), il est possible d?all?guer sa violation lorsque, comme ici, le procureur g?n?ral, en sa qualit? de fonctionnaire, est investi par l?article 330 pr?cit? du pouvoir de demander ? tout moment l?annulation d?un jugement d?finitif et ex?cutoire en faveur d?un particulier.

Pour ma part, je pr?f?re toutefois consid?rer que la question de l?emploi dudit article 330 n?emporte pas violation des exigences proc?durales d?un proc?s ?quitable en tant que telles, mais entra?ne plut?t un manquement au ? droit ? un tribunal ?, dont le droit d?acc?s, ? savoir le droit de saisir le tribunal en mati?re civile, constitue un aspect (voir, par exemple, l?arr?t Philis c. Gr?ce (n? 1) du 27 ao?t 1991, s?rie A n? 209, pp. 20-21, ? 59).

Dans son arr?t Hornsby c. Gr?ce du 19 mars 1997 (Recueil des arr?ts et d?cisions 1997-II), la Cour a accueilli le grief des requ?rants selon lequel le refus de l?administration de se conformer aux arr?ts du Conseil d?Etat m?connaissait leur droit ? une protection judiciaire effective s?agissant des contestations sur leurs droits de caract?re civil, en violation de l?article 6 ? 1. Apr?s avoir rappel? que d?apr?s sa jurisprudence constante, l?article 6 consacre le ? droit d?acc?s ? un tribunal ?, la Cour a poursuivi en ces termes :

? Toutefois, ce droit serait illusoire si l?ordre juridique interne d?un Etat contractant permettait qu?une d?cision judiciaire d?finitive et obligatoire reste inop?rante au d?triment d?une partie. En effet, on ne comprendrait pas que l?article 6 ? 1 d?crive en d?tail les garanties de proc?dure ? ?quit?, publicit? et c?l?rit? ? accord?es aux parties et qu?il ne prot?ge pas la mise en ?uvre des d?cisions judiciaires ; si cet article devait passer pour concerner exclusivement l?acc?s au juge et le d?roulement de l?instance, cela risquerait de cr?er des situations incompatibles avec le principe de la pr??minence du droit que les Etats contractants se sont engag?s ? respecter en ratifiant la Convention (voir, mutatis mutandis, l?arr?t Golder c. Royaume-Uni du 21 f?vrier 1975, s?rie A n? 18, pp. 16-18, ?? 34-36). L?ex?cution d?un jugement ou arr?t, de quelque juridiction que ce soit, doit donc ?tre consid?r?e comme faisant partie int?grante du ? proc?s ? au sens de l?article 6 ; la Cour l?a du reste d?j? reconnu dans les affaires concernant la dur?e de la proc?dure (voir, en dernier lieu, les arr?ts Di Pede c. Italie et Zappia c. Italie du 26 septembre 1996, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996-IV, pp. 1383-1384, ?? 20-24, et pp. 1410-1411, ?? 16-20, respectivement). ? (arr?t Hornsby pr?cit?, pp. 510-511, ? 40)

Si les circonstances de la cause sont bien entendu diff?rentes, il me semble qu?un raisonnement analogue s?applique. A mon avis, le droit ? un tribunal d?un justiciable serait ?galement illusoire si l?ordre juridique d?un Etat contractant permettait qu?une d?cision judiciaire d?finitive et obligatoire soit annul?e par la Cour supr?me de justice ? la suite d?un recours pouvant ?tre introduit ? tout moment par le procureur g?n?ral. Cela est d?autant plus vrai lorsque la d?cision, comme celle du tribunal de premi?re instance de Bucarest dont il est ici question, non seulement est d?finitive et ex?cutoi

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 18/09/2024