Conclusione: Eccezione preliminare respinta (non esaurimento delle vi di ricorso interne); Violazione di P1-1; Sddisfazione equa riservata; Rimborso parziale oneri e spese- procedimento della Convenzione
CAUSA BRONIOWSKI C. POLONIA
( Richiesta no 31443/96)
SENTENZA
STRASBURGO
22 giugno 2004
Nella causa Broniowski c. Polonia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, riunendosi in una Grande Camera composta da:
SIGG. L. Wildhaber, presidente,
C.L. Rozakis, J. – P. Costa, G. Ress, Sir Nicolas Bratza, la Sig.ra E. Palm, il
Sig. L. Caflisch, la Sig.ra V. Str??nick?,
Sigg. V. Butkevych, B. Zupančič, J. Hedigan, il Sig. Pellonp??,
A.B,. Baka, R. Maruste, il Sig. Ugrekhelidze, S. Pavlovschi, L. Garlicki, giudici, e di M. P. Mahoney, cancelliere,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 15 ottobre 2003 e 26 maggio 2004,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 31443/96) diretta contro la Repubblica della Polonia e in cui un cittadino di questo Stato, il Sig. J. B. (“il richiedente”), aveva investito la Commissione europea dei Diritti dell’uomo (“la Commissione”) il 12 marzo 1996 in virt? del vecchio articolo 25 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente che ? stato ammesso a favore dell’assistenza giudiziale, ? stato rappresentato dal Sig. Z. C., avvocato a Cracovia, ed il Sig. W. H., avvocato a Varsavia. Il governo polacco (“il Governo”) ? stato rappresentato dai suoi agenti, da prima il Sig. K. Drzewicki poi il Sig. J. Wo??siewicz, tutti due del ministero delle Cause estere.
3. Il richiedente adduceva in particolare la violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 per il fatto che non aveva potuto fare valere il suo diritto ad essere indennizzato per i beni che la sua famiglia aveva dovuto abbandonare nei “territori al di l? del Boug.”
4. La richiesta ? stata trasmessa alla Corte il 1 novembre 1998, data di entrata in vigore del Protocollo no 11 alla Convenzione (articolo 5 ? 2 del Protocollo no 11).
5. La richiesta ? stata assegnata alla quarta sezione.
Il 26 marzo 2002, una camera costituita in seno a suddetta sezione e composta di Sir Nicolas Bratza, presidente, il Sig. Sig. Pellonp??, la Sig.ra E. Palm, il Sig. J. Makarczyk, la Sig.ra V. Str??nick?, il Sig. R. Maruste ed il Sig. S. Pavloschi, giudici, cos? come del Sig. M. O’Boyle, cancelliere di sezione, si ? sciolta a profitto della Grande Camera, poich? nessuna delle due parti vi si ? opposta (articoli 30 della Convenzione e 72 dell’ordinamento). Lo stesso giorno la camera ha deciso che tutte le richieste similari di cui la Corte era investita dovevano essere assegnate alla quarta sezione e che il loro esame doveva essere rinviato finch? la Grande Camera avesse reso la sua sentenza nello specifico.
6. La composizione della Grande Camera ? stata stabilita conformemente agli articoli 27 ?? 2 e 3 della Convenzione e 24 dell’ordinamento.
7. Con una decisione del 19 dicembre 20021, al termine di un’udienza sull’ammissibilit? ed il merito (articolo 54 ? 3 dell’ordinamento) la Corte ha dichiarato la richiesta ammissibile.
8. Tanto il richiedente che il Governo hanno deposto delle osservazioni scritte sul merito della causa, articolo 59 ? 1 dell’ordinamento. In seguito, ciascuna delle parti ha sottoposto dei commenti scritti sulle osservazioni dell’altro. Il richiedente ha presentato anche delle domande di soddisfazione equa alle quali il Governo ha risposto.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
9. Il richiedente ? un cittadino polacco nato nel 1944 e domiciliato a Wieliczka, nella regione di Ma?opolska (Polonia).
A. Il contesto storico
10. Le province orientali della Polonia dell? anteguerra erano (e, secondo un uso vecchio che perdura) sono sempre , conosciute sotto la denominazione “regioni di frontiera” (“Kresy”). Comprendevano delle parti importanti del territorio reale del B?larus e dell’Ucraina, cos? come dei territori intorno a Vilnius che si trova in Lituania ora.
Quando pi? tardi, dopo la Seconda Guerra mondiale, la frontiera orientale della Polonia fu fissata lungo il fiume Boug (che, nella sua parte centrale, si confonde con la linea Curzon) queste regioni di frontiera furono designate come i “territori al di l? del Boug” (“ziemie zabużańskie”).
Queste regioni furono invase dall’URSS nel settembre 1939.
11. In seguito ad accordi conclusi tra i Comitati polacchi di liberazione nazionale (Polski Komitet Wyzwolenia Narodoweg), e le vecchie repubbliche socialiste sovietiche di Ucraina (9 settembre 1944) del B?larus (9 settembre 1944) e di Lituania (22 settembre 1944) (gli “accordi delle repubbliche”-“umowy republikańskie”), lo stato polacco si avvi? ad indennizzare i “rimpatriati” dei “territori al di l? del Boug” che avevano dovuto abbandonare i loro beni immobiliari. Queste propriet? sono designate comunemente come i “beni al di l? del Boug” (“mienie zabużańskie”).
12. Secondo i calcoli del governo polacco, dal 1944 al 1953 qualcosa come 1 240 000 persone “furono rimpatriate” in virt? delle disposizioni degli accordi delle repubbliche. All’udienza, le parti hanno convenuto che la grande maggioranza dei rimpatriati era stata indennizzata per la perdita di beni consecutiva al loro rimpatrio.
A questo riguardo, il Governo dichiara anche che, a causa della delimitazione della frontiera tra la Polonia e le unioni sovietiche-e malgrado il “compenso” concesso alla Polonia dagli Alleati sotto forma di terre che appartenevano prima alla Germania e situate all’est del linea Oder-Neisse-, la Polonia ha perso il 19,78% del suo territorio.
B. Le circostanze dello specifico
13. I fatti della causa, come sono stati esposti dalle parti, si possono riepilogare come segue.
1. Fatti anteriori al 10 ottobre 1994
14. Dopo la Seconda Guerra mondiale, la nonna del richiedente fu rimpatriata da Lw?w, oggi la citt? ucraina di Lvov.
Il 19 agosto 1947, l’ufficio nazionale dei rimpatriati (Państwowy Urząd Repatriacyjny) di Cracovia emise un certificato che attestava che la nonna del richiedente era stata il proprietario di un bene immobiliare a Lw?w, consistente in un terreno di 400 m2 circa ed una casa di 260 m2.
15. L? 11 giugno 1968, il tribunale di distretto (Sąd Rejonowy) di Cracovia rese una decisione dichiarando che la madre del richiedente aveva ereditato l’insieme dei beni della sua defunta madre.
16. Ad una data ulteriore non precisata, la madre del richiedente chiese al sindaco di Wieliczka di autorizzarla ad acquisire il diritto detto di “uso continuo” (prawo użytkowania wieczystego) di un terreno che apparteneva al Tesoro pubblico (vedere anche sotto il paragrafo 66).
17. Nel settembre 1980, un perito del municipio di Cracovia stabil? un rapporto che valutava il valore della propriet? abbandonata dalla nonna del richiedente a Lw?w. Il valore reale fu stimato a 1 949 560 di vecchi zlotys (PLZ) ma, ai fini dell’indennizzo da parte dello stato, il valore fu fissato a 532 260 PLZ.
18. Il 25 marzo 1981, il sindaco di Wieliczka rese una decisione che autorizzava la madre del richiedente ad acquisire il diritto di uso continuo di un appezzamento di 467 m2 situati a Wieliczka. L’importo dei diritti da saldare ammontava a 392 PLZ per anno, essendo fissata la durata di uso da quarant’ anni come minimo e novantanove anni al massimo. L’indennizzo calcolato dal perito nel settembre 1980 fu dedotto dai diritti di uso globale che ammontavano a 38 808 PLZ, 392 PLZ x 99 anni.
Nel giugno 2002, un perito designato dal governo stabil? che questo valore corrispondeva al 2% dell’indennizzo alla quale la famiglia del richiedente aveva diritto (vedere anche il paragrafo 35 sotto).
19. La madre del richiedente decedette il 3 novembre 1989. Il 29 dicembre 1989, il tribunale del distretto di Cracovia rese una decisione dichiarando che il richiedente aveva ereditato l’insieme dei beni della defunta.
20. Nel 1992, ad una data che non ? stata precisata, il richiedente vendette la propriet? che sua madre aveva ricevuto dallo stato nel 1981.
21. Il 15 settembre 1992, il richiedente richiese all’ufficio del distretto (Urząd Rejonowy) di Cracovia il saldo dell’indennizzo che corrispondeva alla propriet? abbandonata da sua nonna a Lw?w. Sottoline? che il valore del terreno ricevuto a titolo di compenso dalla sua defunta madre era di molto inferiore a quella del bene iniziale.
22. Con una lettera del 16 giugno 1993, il servizio di urbanistica dell’ufficio di distretto di Cracovia inform? il richiedente che la sua domanda era stata portata al registro corrispondente sotto il numero R/74/92. Il passaggio pertinente di questa lettera si leggeva cos?:
“Siamo spiacenti di annunciarvi che non esiste nessuna possibilit? di rispondere attualmente alla vostra richiesta. L’articolo 81 della legge del 29 aprile 1985 sull’amministrazione e l’espropriazione di beni immobiliari [Ustawa oh gospodarce gruntami i wywłaszczaniu nieruchomości2] ? diventato in pratica lettera morta dall’entrata in vigore della legge del 10 maggio 1990 sull’autonomia locale. [L’adozione di questa legge] ha provocato il trasferimento di certi terreni [dell’ufficio locale di Cracovia] del Tesoro pubblico al comune di Cracovia. Perci?, il capo dell’ufficio del distretto di Cracovia su cui incombe, secondo le regole in vigore, di concedere gli indennizzi, non ? in grado di soddisfare le domande che gli sono sottoposte. Un’altra forma di indennizzo dovrebbe essere contemplata presto in un nuovo testo legislativo. Quindi, vi informiamo che la vostra domanda sar? trattata appena una nuova legge avr? determinato come dare seguito alle domande sottoposte dalle persone rimpatriate. “
23. Il 14 giugno 1994, la prefettura (Urząd Wojew?dzki) di Cracovia avvis? il richiedente che il Tesoro pubblico non disponeva di nessuno terreno che potesse essere accordato a titolo di compenso alle persone che avevano dovuto abbandonare dei beni nei territori al di l? del Boug.
24. Il 12 agosto 1994, il richiedente invest? la Corte amministrativa suprema (Naczelny Sąd Administracyjn), arguendo dell’inattivit? del governo per il fatto che questo non aveva fatto adottare dal Parlamento nessuna legislazione che mirava a trattare le richieste sottoposte dai rimpatriati. Chiese anche di essere indennizzato in buoni del Tesoro.
2. Fatti posteriori al 10 ottobre 1994
a) Avvenimenti sopraggiunti prima del 19 dicembre 2002, data della decisione della Corte sull’ammissibilit? della richiesta
25. Il 12 ottobre 1994, la Corte amministrativa suprema respinse il richiedente, stimando che niente denotava una qualsiasi inattivit? da parte delle autorit? dello stato. Secondo lei, “il contrario [era] dimostrato dalle risposte indirizzate all’interessato dall’ufficio di distretto e dalla prefettura di Cracovia.”
26. Il 31 agosto 1999, dopo l’entrata in vigore del decreto preso il 13 gennaio 1998 dal Consiglio dei ministri (vedere anche 51 e 52 i paragrafi sotto), l’ufficio di distretto di Cracovia trasmise al sindaco (Starosta) di Wieliczka la richiesta presentata il 15 settembre 1992 dal richiedente in vista di ottenere il saldo dell’indennizzo che gli era dovuto, cos? come la pratica corrispondente. Nell’intervallo, in seguito ad una riforma delle collettivit? territoriali, la vecchia regione di Cracovia (Wojew?dztwo Krakowskie)-nella quale si trova il distretto di Wieliczka-fu allargata e rinominata “regione di Małopolska”, (Wojew?dztwo Małopolskie).
27. L?11 aprile 2002, il sindaco di Wieliczka organizz? un appello di offerte per i beni situati a Chor?gwica, che il Tesoro pubblico metteva in vendita. Diciassette persone, rimpatriati o eredi di rimpatriati, fecero un’offerta. Il richiedente non partecip? a questa operazione.
28. Il 5 luglio 2002, il mediatore (Rzecznik Praw Obywatelskich) agendo a nome dei rimpatriati, invest? la Corte costituzionale (Trybunał Konstytucyjny) sul fondamento dell’articolo 191 della Costituzione combinato con l’articolo 188, chiedendo che siano dichiarate incostituzionali le disposizioni giuridiche che restringevano le possibilit? di soddisfare le loro pretese (vedere anche i paragrafi 50, 55, 60 e 70-71 sotto).
b) Avvenimenti sopraggiunti il 19 dicembre 2002 e dopo questa data
29. Il 19 dicembre 2002, la Corte costituzionale esamin? ed accolse la domanda del mediatore (vedere anche i paragrafi da 79 a 87 sotto). La sentenza della Corte costituzionale prese effetto il 8 gennaio 2003.
30. A questa stessa data, l’ufficio dei beni militari pubblic? un comunicato che usc? sul suo sito Internet ufficiale3 e di cui i passaggi pertinenti erano formulati cos?:
“Nella sua sentenza del 19 dicembre 2002, la Corte costituzionale ha giudicato contrarie alla Costituzione le disposizioni relative al trattamento- da parte, in particolare, dell’ufficio dei beni militari -delle domande presentate dai rimpatriati dei territori al di l? del Boug.
Ora l’esecuzione della sentenza della corte esige che le modifiche siano portate alla legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria, alla legge del 30 maggio 1996 sull’amministrazione di certe categorie di beni che appartengono al Tesoro pubblico e sull’ufficio dei beni militari, cos? come alla legge del 25 maggio 2001 sulla ristrutturazione, l’ammodernamento tecnico ed il finanziamento dell’esercito polacco per il periodo 2001-2006.
? anche necessario modificare la legge del 15 febbraio 1995 sull’imposta sul reddito delle persone giuridiche per ci? che riguarda i prodotti ricevuti dall’ufficio nella cornice delle operazioni che mirano a soddisfare le domande presentate dai rimpatriati dei territori al di l? del Boug.
In queste condizioni, l’ufficio dei beni militari potr? organizzare delle aste pubbliche di beni immobiliari una volta portate le modifiche della legislazione esistente.
Le aste pubbliche saranno oggetto di una pubblicit? nella stampa e sul sito Internet [dell’ufficio]. “
Secondo le informazione disponibili sul sito Internet dell’ufficio, questo possedeva nel 2002 due categorie di beni: da una parte, dei beni immobiliari che non erano utilizzati pi? ai fini militari e che erano in principio venduti alle aste. Questi beni erano costituiti da 13 800 ettari di terreno e di 4 500 immobili di una superficie totale di 1 770 000 m2. Comprendevano degli aeroporti militari, dei terreni di manovra, dei campi di tiro, degli ospedali, delle caserme, degli uffici, delle attrezzature di libert? e di sport, degli immobili destinati alle attivit? sociali e culturali e diversi altri beni immobiliari (stazione-servizio, laboratori, magazzini, ecc.). La seconda categoria era costituita dai beni che erano solamente provvisoriamente non utilizzati dall’esercito e che erano costituiti da 650 ettari di terreno e di immobili che rappresentavano una superficie totale di 100 000 m2.
31. L? 8 gennaio 2003, l’ufficio dei beni agricoli del Tesoro pubblico (Agencja Własności Rolnej Skarbu Państwa) organo che, all’epoca, amministrava le risorse del Tesoro pubblico in beni agricoli (Zasoby Własności Rolnej Skarbu Państwa-vedere anche sotto il paragrafo 91) pubblic? un comunicato similare che usc? sul suo sito Internet ufficiale4 e che si leggeva cos?:
“L? 8 gennaio 2003 ha preso effetto la sentenza della Corte costituzionale del 19 dicembre 2002 ricadente sulla costituzionalit? delle disposizioni che regolano l’indennizzo per i beni situati al di l? del Boug.
La sentenza della Corte impone di modificare le disposizioni relative all’amministrazione fondiaria. La sentenza non crea in s? un nuovo regime giuridico e non potrebbe costituire un fondamento per le operazioni che miravano a compensare il valore dei beni abbandonati all’infuori delle frontiere dello stato tramite il prezzo dei beni agricoli del Tesoro pubblico. I principi, condizioni e procedimenti devono essere definiti a questo riguardo dunque. Simili misure sono state prese gi? dall’Ufficio dell’alloggio e dello sviluppo urbano e dal ministero del Tesoro.
In queste condizioni, l’ufficio smetter? di organizzare delle aste per la vendita di beni immobiliari inclusi nelle sue risorse, salvo per i piccoli appezzamenti agricoli.
La decisione dell’ufficio si fonda sulla necessit? di badare al fatto che i rimpatriati dei territori al di l? del Boug vedono le loro richieste soddisfate nelle condizioni di uguaglianza per tutti questi ricorrenti. “
32. Fine 2003, i due organismi suddetti non avevano ripreso le aste pubbliche. Alla data di adozione della presente sentenza, il sito Internet dell’ufficio dei beni militari affiggeva sempre il comunicato-non modificato ?dell? 8 gennaio 2003 annunciando la cessazione delle aste pubbliche.
Il 2 febbraio 2004, due giorni dopo l’entrata in vigore della nuova legislazione sulle richieste relative ai beni situati al di l? del Boug (paragrafi 114-119 sotto) l’ufficio dei beni agricoli (Agencja Nieruchomości Rolnych) organo che, nell’intervallo, aveva sostituito l’ufficio dei beni agricoli del Tesoro pubblico (vedere anche il paragrafo 91 sotto), smise di affiggere sul suo sito Internet il comunicato dell? 8 gennaio 2003 ed aggiunse un annuncio intitolato “Informazione per i rimpatriati dei territori al di l? del Boug” (“Informacja dla zabużan”), in cui era esposta una spiegazione dettagliata dell’applicazione della nuova legge.
33. Nel frattempo, in primavera ed nell’estate 2003, nella cornice dell’elaborazione di un progetto di legge destinata a regolare le “richieste relative ai beni situati al di l? del Boug” (roszczenia zabużańskie-“il progetto di legge”-vedere anche i paragrafi 111-113 sotto) il governo si era concesso ad una stima del numero di ricorrenti e del valore delle loro richieste. Secondo lui, c’erano 4 120 domande registrate di cui 3 910 erano statei verificati ed erano considerate come rispondenti alle condizioni legali. Le richieste registrate erano valutate a tre miliardi dei nuovi zlotys polacchi (PLN). C’erano anche 82 740 domande non verificate in attesa di essere registrate di cui 74 470 probabilmente sarebbero state registrate. Il valore delle richieste non verificate erano stimate a 10,45 miliardi di PLN ed il numero totale degli aventi diritto a 78 380. Man mano che progredivano i dibattimenti parlamentari sul progetto di legge-dibattiti che furono oggetto di una larga coperta mediatica in Polonia -il numero di domande relative ai beni situati al di l? del Boug and? aumentando, essendo registrate molte nuove richieste.
34. I rapporti statistici elaborati dal governo, in particolare dal ministero del Tesoro (Ministerstwo Skarbu Państwa) ed il ministero delle Infrastrutture, (Ministerstwo Infrastruktury) non danno per l’istante nessuna indicazione sulla questione di sapere quanti di questi ricorrenti hanno ottenuto un indennizzo, e, in questo caso, se questo era integrale o parziale, e quanti di essi non hanno ancora ricevuto nulla del tutto.
L’idea di tenere un registro di queste domande ? apparsa durante l’elaborazione del progetto di legge e ? stato contemplato di tenere un tale registro all’avvenire. Tuttavia, il ministro delle Infrastrutture era gi? cosciente della necessit? di raccogliere i dati pertinenti nel luglio 20025, quando rispose ad una domanda posta da un deputato, J.D, concernente, per riprendere i termini di questo, “l’estinzione definitiva degli obblighi dello stato polacco al riguardo delle persone che avevano lasciato dietro esse, dopo la Seconda Guerra mondiale, i loro beni immobiliari al di l? della frontiera orientale.” Nella sua risposta, il ministro dichiar? in particolare:
“In risposta alla domanda relativa al numero di domande non soddisfatte, bisogna dire che questo numero ? stato stimato dal Consiglio dei ministri [Urząd Rady Ministr?w] a circa 90 000 all’inizio degli anni 1990. ? attualmente, molto difficile concedersi ad una tale stima. (…) In pratica, ogni erede legale [di una persona che aveva abbandonato dei beni al di l? del Boug] poteva, e pu? sempre, ottenere un certificato -al momento una decisione-[che attesta il suo diritto a] una parte dei beni abbandonati. Secondo quali criteri occorre valutare il numero di domande soddisfate e non soddisfatte? Bisogna prendere in conto il numero di domande presentate, ivi comprese [poich? ce ne sono parecchie] le domande presentate dagli eredi che riguardano un bene abbandonato dal suo proprietario (il testatore) o meglio il numero di beni abbandonati al di l? delle frontiere dello stato?
? anche difficile stimare il numero di persone che hanno potuto fare valere il loro diritto, in particolare in ragione del fatto che questo diritto pu? essere eseguito in tutto il paese ed capita spesso che sia stato accolto parzialmente in differenti regioni fino all’ordinamento totale della causa. Questa situazione crea delle condizioni nelle quali l?avente diritto pu? abusare dei suoi diritti -della qual cosa siamo stati avvertiti dai governatori e dai sindaci. Questi suggeriscono di conseguenza di tenere un registro dei certificati che attestano del diritto a ricevere dei beni a titolo di compenso. Tuttavia, attualmente, non c’? sistema di registrazione unico e completo dei certificati e delle decisioni che riconoscono il diritto dei richiedenti a [dei tali beni].
Perci?, la risposta alla domanda del deputato in quanto alle modalit? di trattamento di queste[richieste relative ai beni situati al di l? del Boug] e alle soluzioni giuridiche possibili dipende dall’esistenza di informazionia ffidabili sul numero di domande non soddisfatte. Se appare che questo numero ? importante e che tutte le domande che si sono potute accogliere in virt? delle leggi applicabili, bisogner? trovare allora altre soluzioni legislative- il che, tuttavia, sarebbe particolarmente difficile avuto riguardo ai problemi economici e finanzieri dello stato. “
35. Il 12 giugno 2003, il governo produsse un rapporto di valutazione stabilita il 14 giugno 2002 da un perito che aveva designato. Il valore della propriet? che la nonna del richiedente aveva dovuto abbandonare era stimato a 390 000 PLN. Il perito dichiarava che la famiglia del richiedente aveva ricevuto fino a quel momento il 2% dell’indennizzo dovuto.
36. Il 28 ottobre 2003, il sindaco di Wieliczka organizz? una richiesta di offerte per i beni situati a Chor?gwica e Niepołomice (regione di Małopolska), che il Tesoro pubblico metteva in vendita. I prezzi di riserva ammontavano rispettivamente a 150 000 PLN e 48 000 PLN. Parecchie persone riguardate dai beni situati al di l? del Boug fecero un’offerta. La prima propriet? fu venduta per 900 000 PLN, la secondo per 425 000 PLN. Il richiedente non partecip? a questa operazione.
37. Dal 30 gennaio 2004, in applicazione della legge del 12 dicembre 2003 sul compenso del valore dei beni abbandonati al di l? delle frontiere reali dello stato polacco col prezzo di acquisto o il diritto di uso continuo di beni dello stato (Ustawa oh zaliczaniu na poczet ceny sprzedaży albo opłat z tytułu użytkowania wieczystego nieruchomości Skarbu Państwa wartości nieruchomości pozostawionych poza obecnymi granicami Państwa polskiego-“la legge di dicembre 2003”), si considera che lo stato ? sollevato dai suoi obblighi a riguardo di persone che, come il richiedente, hanno ricevuto dei beni a titolo di compenso in virt? di leggi precedenti (vedere anche sotto il paragrafo 116).
38. Il 30 gennaio 2004, cinquantuno deputati del partito di opposizione “Programma civico” (Platforma Obywatelska) investirono la Corte costituzionale per contestare parecchie disposizioni della legge di dicembre 2003 (vedere anche il paragrafo 120 sotto).
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNI PERTINENTI
A. Il rispetto dell’obbligo, previsto dai trattati internazionali, di indennizzare i rimpatriati,
39. Gli accordi delle repubbliche (vedere anche il paragrafo 11 sopra) furono redatti in modo similare. L’articolo 3 di ciascuno di questi accordi enunciava le regole concernenti la natura e l’importo dei beni che i rimpatriati potevano portare con essi all’epoca del loro rimpatrio ed obbligava le Parti contraenti a rimborsare loro il valore dei beni che dovevano lasciare dietro essi.
40. L’articolo 3 dell’accordo del 9 settembre 1944 tra i Comitati polacchi di liberazione nazionale ed il governo della repubblica socialista sovietica (RSS) di Ucraina concernente il rimpatrio dei cittadini polacchi dal territorio del RSS di Ucraina cos? come della popolazione ucraina del territorio della Polonia (Układ pomiędzy Polskim Komitetem Wyzwolenia Narodowego ha Rządem Ukraińskiej Socjalistycznej Republiki Rad dotyczący ewakuacji obywateli polskich z terytorium U.S.R.R. i ludności gli ukraińskiej z terytorium Polski-“l’accordo applicabile”), nei suoi passaggi pertinenti, era formulato cos?:
“2. I rimpatriati sono autorizzati a portare dei vestiti, delle scarpe, della biancheria, degli effetti letterecci, dei prodotti alimentari, del materiale e degli elettrodomestici, degli animali di allevamento, delle bardature ed altri articoli domestici o agricoli di un peso totale che va fino a due tonnellate per famiglia, cos? come il bestiame ed i pollami annessi allo sfruttamento che lasciano.
3. Le persone che hanno un mestiere o un’arte specifica (operai, artigiani, medici, artisti, scienziati, ecc.) sono autorizzate a portare i beni necessari all’esercizio di questo mestiere o di questa arte.
4. ? vietato portare:
a) dei contanti, banconote o documenti di oro o di denaro qualunque siano, eccetto zlotys polacchi in biglietti per un importo massimo di 1 000 zlotys per persona o di 1 000 rubli sovietici per persona;
b) dell’oro e del platino in polvere, in lega o in frantumi;
c) delle pietre preziose allo stato grezzo,;
d) delle opere d?arte e delle antichit?, che facciano parte di una collezione o costituiscono delle unit? separate, se non appartengono alla famiglia del rimpatriato;
e) delle armi, eccetto i fucili da caccia, e del materiale militare;
f) delle fotografie, eccetto le fotografie personali, piani e carte geografiche,;
g) delle automobili e moto,;
h) dei mobili, che siano trasportati in treno o in automobile, in ragione delle difficolt? di trasporto dovuto al periodo di guerra.
(…)
6. Il valore dei beni mobili cos? come dei beni immobiliari abbandonati sar? rimborsato ai rimpatriati, in funzione delle stime fatte dalle assicurazioni conformemente alla legislazione in vigore nello stato polacco ed nella repubblica socialista sovietica dell’Ucraina. In caso di mancanza di valutazione stabilita dall’assicurazione, i beni mobiliari ed immobiliari saranno valutati dai mandatari e rappresentanti delle Parti. Le Parti contraenti si avviano a badare al fatto che le case delle citt? e villaggi evacuati a causa di un spostamento di persone siano messe in precedenza a disposizione dei rimpatriati. “
41. Il 21 luglio 1952, il governo della Repubblica della Polonia, da una parte, ed i governi dell’unione sovietica e delle repubbliche socialiste sovietiche di Ucraina, del B?larus e della Lituania, dall?altra parte, conclusero un accordo sugli indennizzi reciproci provocati dal rimpatrio di certi gruppi di popolazione e la delimitazione della frontiera tra la Polonia e le unioni sovietiche (Umowa między Rządem Rzeczypospolitej Polskiej, z jednej strony i Rządem Związku Socjalistycznych Republik Radzieckich, Rządem Ukraińskiej Socjalistycznej Republiki Radzieckiej, Rządem Białoruskiej Socjalistycznej Republiki Radzieckiej, Rządem Litewskiej Socjalistycznej Republiki Radzieckiej, z drugiej strony, oh wzajemnych rozliczeniach wynikłych w związku z ewakuacją ludności i delimitacją polsko-radzieckiej granicy państwowej-“il Patto del 1952”). L’articolo 2 del patto si leggeva cos?:
“Per procedere ai compensi reciproci definitivi e globali dei beni mobiliari ed immobiliari, dei prodotti agricoli e dei raccolti abbandonati sul territorio della Repubblica di Polonia e dell’unione sovietica dalla popolazione esportata in seguito alla delimitazione della frontiera tra la Polonia e le unioni sovietiche, il governo della Repubblica della Polonia si impegna a pagare al governo dell’unione sovietica 76 (settantasei) milioni di rubli. “
42. Dal 1946 ad oggi, il diritto polacco ha sempre contemplato che i rimpatriati dei territori al di l? del Boug potevano beneficiare di una deduzione che corrispondeva al valore dei beni abbandonati in seguito alla Seconda Guerra mondiale, da fare valere o sui diritti di uso continuo o sul prezzo di acquisto di un terreno che appartiene al Tesoro pubblico.
43. Questa disposizione ? stata ripresa in parecchi testi di legge, a cominciare dal decreto del 6 dicembre 1946 sul trasferimento di propriet? di beni non agricoli appartenenti allo stato situati nei territori riconquistati e nell’ex-citt? libera di Gdańsk (Dekret oh przekazywaniu przez Państwo mienia nierolniczego na obszarze Ziem Odzyskanych i b. Wolnego Miasta Gdańska).
I “territori riconquistati” (“Ziemie Odzyskane”) sono i vecchi territori tedeschi situati all’est dela linea Oder-Neisse, che gli Alleati vittoriosi -su proposta di Stalin- hanno offerto a titolo di compenso ai polacchi per i “territori al di l? del Boug” che erano stati tolti loro dall’URSS.
In virt? della politica delle autorit? a questa epoca, i “territori riconquistati” e Gda?sk, dopo lo sfratto dei tedeschi che vi risiedevano, dovevano servire ad ospitare i cittadini polacchi “rimpatriati” dai “territori al di l? del Boug”, cio? situati al di l? del linea Curzon. Questi rimpatriati beneficiavano di una precedenza per l’acquisto di terreni.
44. Altri decreti e leggi furono applicati tra il 1952 e 1991.
Tuttavia, negli anni 90, le autorit? cominciarono a prevedere la possibilit? di adottare una legge unica applicabile a tutte le forme di restituzione di beni, ivi compreso le richieste di indennizzo per i beni abbandonati dai rimpatriati (vedere anche i paragrafi 62 a 65 sotto).
45. Alla fine, una legge che cadeva esclusivamente sulle richieste relative ai beni situati al di l? del Boug, la legge dl dicembre 2003, entr? in vigore il 30 gennaio 2004 8vedere anche i paragrafi 37 sopra e 114 a 119 sotto.
B. La legge del 29 aprile 1985 sull’amministrazione e l’espropriazione di beni immobiliari ed il suo decreto di applicazione
1. La legge del 1985
46. Dal 29 aprile 1985 al 1 gennaio 1998, le regole relative all’amministrazione dei terreni che appartengono al Tesoro pubblico ed ai comuni erano enunciate nella legge del 29 aprile 1985 sull’amministrazione e l’espropriazione di beni immobiliari (“la legge del 1985 sull’amministrazione fondiaria”).
L’articolo 81 di questa legge trattava il diritto ad essere indennizzato per i beni abbandonati nei territori al di l? del Boug. I passaggi pertinenti di questa disposizione, come era in vigore dal 10 ottobre 1994 al 31 ottobre 1997, erano formulati cos?:
“1. Chiunque, in ragione della guerra che ? cominciata nel 1939, abbia dovuto abbandonare dei beni immobiliari situati nei territori che, al momento, non appartengono allo stato polacco e ha diritto ad essere indennizzato in virt? di trattati internazionali conclusi dallo stato per i beni abbandonati all’estero potr? dedurre il valore di detti beni immobiliari o dall’importo dei diritti di uso continuo di un terreno, o dal prezzo di un terreno da costruire e da ogni abitazione, ogni edificio o ogni locale che vi si trova.
(…)
4. In caso di decesso di un proprietario di beni immobiliari abbandonati all’estero, il diritto mirato sopra al paragrafo 1 ? trasmesso congiuntamente all’insieme dei suoi eredi o al solo [erede] nominato dall?avente diritto.
5. La deduzione del valore dei beni immobiliari abbandonati all’estero, come definita al paragrafo 1, si opera su richiesta di un avente diritto. (…) “
2. Il decreto del 1985
47. Alcune regole dettagliate relative alla valutazione del valore da dedurre erano esposte nel decreto preso dal Consiglio dei ministri il 16 settembre 1985, nella sua versione modificata, sulla deduzione del valore dei beni immobiliari abbandonati all’estero da fare valere sui diritti di uso continuo o sul prezzo di un terreno da costruire e delle costruzioni che vi sono erette (Rozporządzenie Rady Ministr?w w sprawie zaliczania wartości mienia nieruchomego pozostawionego za granicą na poczet opłat za użytkowanie wieczyste lub na pokrycie ceny sprzedaży działki budowlanej i położonych na niej budynk?w-“il decreto del 1985”).
Il passaggio pertinente del paragrafo 3 di questo decreto contemplava che:
“Se il valore dei beni [abbandonati all’estero] supera il prezzo del bene immobiliare oggetto della vendita, la differenza pu? essere dedotta dai diritti di uso continuo o dal prezzo di un terreno ad uso industriale o commerciale e da ogni instaurazione commerciale o artigianale, o ogni locale destinato ad essere utilizzato come laboratorio, residenza secondaria o rimessa che vi si trova. “
Il paragrafo 5 disponeva che un organo di prima istanza instaurato dall’amministrazione locale dello stato e competente della deduzione doveva decidere per trattare le richieste di pianificazione rurale ed urbana del valore dei beni abbandonati all’estero. Il paragrafo 6 esponeva delle regole precise sulla valutazione di tali propriet?.
C. La legge del 21 agosto 1997 sull’amministrazione fondiaria ed il suo decreto di applicazione
1. La legge del 1997
48. Il 1 gennaio 1998, la legge del 1985 fu abrogata e quella del 21 agosto 1997 sull’amministrazione fondiaria (Ustawa oh gospodarce nieruchomościami-“la legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria”) entr? in vigore.
L’obbligo di indennizzare i rimpatriati era enunciato all’articolo 2126, formulato in termini similari a quelli dell’articolo 81 della legge abrogata del 1985. L’articolo 212, nei suoi passaggi pertinenti, si leggeva cos?:
“1. Chiunque, in ragione della guerra che ? cominciata nel 1939, ha dovuto abbandonare dei beni immobiliari situati nei territori che, al momento, non appartengono pi? allo stato polacco e ha diritto ad essere indennizzato in virt? di trattati internazionali conclusi dallo stato per i beni abbandonati all’estero potr? dedurre il valore di detti beni immobiliari o dall’importo dei diritti di uso continuo di un terreno, o dal prezzo di un terreno da costruire e da ogni edificio o locale pubblico che vi si trova.
2. Se il valore dei beni immobiliari abbandonati [all’estero] supera il prezzo del bene immobiliare acquisito a titolo del compenso mirato sopra al paragrafo 1, la differenza pu? essere dedotta dai diritti di uso continuo o dal prezzo di un terreno e da ogni locale ad uso commerciale, o destinato ad essere utilizzato come laboratorio, residenza secondaria o rimessa, o di un terreno destinato ad uno degli usi suddetti.
(…)
4. La deduzione del valore dei beni immobiliari definiti al paragrafo 1 si opera in favore del proprietario dei beni in questione o di una persona designata da lui come suo erede legale.
5. In caso di decesso di un proprietario di beni immobiliari abbandonati all’estero, i diritti mirati al paragrafo 1 sono trasmessi congiuntamente all’insieme dei suoi eredi o al solo [erede] nominato dall?avente diritto. “
49. Tuttavia, ai termini dell’articolo 213:
“Gli articoli 204 a 212 della presente legge non si applicano ai beni che dipendono dalle risorse del Tesoro pubblico in beni agricoli, salvo se le disposizioni relative all’amministrazione di queste risorse lo contemplano. “
50. Il 5 luglio 2002, il mediatore contest? dinnanzi alla Corte costituzionale la costituzionalit? degli articoli 212 ? 1 e 213 (vedere anche il paragrafo 28 sopra ed i paragrafi 55, 60 e 70-71 sotto).
2. Il decreto del 1998
51. Le modalit? di collocamento in opera dell’articolo 212 della legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria erano esposte nel decreto preso il 13 gennaio 1998 dal Consiglio dei ministri sul procedimento da seguire per dedurre il valore di beni immobiliari abbandonati all’estero dell’importo corrispondente a titolo di propriet? o ai diritti di uso continuo di beni immobiliari, e sui metodi per valutare il valore di tali beni, nella sua versione modificata, (Rozporządzenie Rady Ministr?w w sprawie sposobu zaliczania wartości nieruchomości pozostawionych za granicą na pokrycie ceny sprzedaży nieruchomości lub opłat za użytkowanie wieczyste oraz sposobu ustalania wartości tych nieruchomości-“il decreto del 1998”).
52. L’articolo 4 ? 1 del decreto del 1998 disponeva che la deduzione in questione si operava su richiesta dell?avente diritto. Questo doveva fare la sua domanda al sindaco del distretto nel quale risiedeva. Il sindaco doveva conservare il registro delle domande sottoposte dai rimpatriati.
In virt? dell’articolo 5 ? 1, il sindaco era tenuto a rendere entro trenta giorni una decisione tale da definite il valore dei beni immobiliari abbandonati all’estero. Una volta presa questa decisione , le autorit? responsabili del trattamento delle domande presentate dai rimpatriati non potevano negare di operare la deduzione (articolo 6).
In pratica, un titolo di propriet? o un diritto di uso continuo su dei beni ricevuti a titolo di compenso non poteva essere acquisito che con la partecipazione ad una richiesta di offerte organizzata dall’autorit? pubblica competente. I rimpatriati non beneficiavano di nessuno diritto di preferenza per l’acquisizione di terreni che appartenevano allo stato.
Delle disposizioni transitorie, in particolare l’articolo 12 del decreto del 1998, contemplavano che i procedimenti impegnati in virt? della regolamentazione anteriore e che non erano finiti dovevano essere regolate dal nuovo decreto.
D. La legge del 10 maggio 1990 sull’autonomia locale
53. Delle misure legislative che miravano a riformare la struttura amministrativa dello stato sono state all’origine di una diminuzione molto importante delle risorse in terreni del Tesoro pubblico.
La legge del 10 maggio 1990 sull’autonomia locale (disposizioni preliminari) (Przepisy wprowadzające ustawę oh samorządzie terytorialnym gli ustawę oh pracownikach samorządowych-“la legge del 1990”), entrata in vigore il 27 maggio 1990, e di altre leggi connesse adottate alla stessa epoca, hanno restaurato i comuni e hanno trasferito loro dei poteri che erano esercitati prima unicamente dall’amministrazione locale dello stato. L’operazione ha provocato la rinuncia da parte del Tesoro pubblico al controllo sui beni demaniali ed il trasferimento della propriet? della maggior parte dei suoi beni ai comuni.
In virt? dell’articolo 5 ? 1 della legge del 1990, la propriet? dei terreni che appartenevano prima al Tesoro pubblico e che si trovavano sul territorio di un comune doveva essere trasferita a questa.
Ora i richiedenti alle azioni relative ai beni situati al di l? del Boug non potevano fare eseguire il loro diritto che sui beni dello stato, e non su quelli delle collettivit? territoriali; le nuove regole diedero dunque adito a penuria dei beni destinati a rispondere a queste richieste.
E. La legge, modificata, del 19 ottobre 1991 sull’amministrazione dei beni agricoli del Tesoro pubblico
54. Fino al 19 gennaio 1994, i rimpatriati potevano tentare di ottenere, a titolo di compenso, dei beni che dipendevano dale risorse del Tesoro pubblico in beni agricoli (Zasoby Własności Rolnej Skarbu Państwa) in virtů delle disposizioni della legge del 19 ottobre 1991 sull’amministrazione dei beni agricoli del Tesoro pubblico (Ustawa oh gospodarce nieruchomościami rolnymi Skarbu Państwa-“la legge del 1991”). Questa possibilit? fu esclusa tuttavia in seguito all’entrata in vigore della legge del 29 dicembre 1993 riguardante la modifica della legge sull’amministrazione dei beni agricoli del Tesoro pubblico e altre leggi (Ustawa oh zmianie ustawy oh gospodarowaniu nieruchomościami rolnymi Skarbu Państwa oraz oh zmianie niekt?rych ustaw-“la legge modificativa del 1993”).
L’articolo 17 della legge modificativa del 1993 ? formulato come segue:
“Finch? un testo di legge specifica non avr? definito con precisione le forme di indennizzo per una perdita di beni e le regole di restituzione di beni applicabili alle persone che, conformemente all’articolo 81 della legge del 1985 sull’amministrazione fondiaria, hanno sollecitato la deduzione del valore di beni immobiliari abbandonati all’esteri in ragione della guerra cominciata nel 1939, simile deduzione non ha potuto essere operata in nessun caso sul prezzo dei beni che dipendono dalle risorse del Tesoro pubblico in beni agricoli. “
55. Il 5 luglio 2002, il mediatore contest? dinnanzi alla Corte costituzionale la costituzionalit? dell’articolo 17 della legge modificativa del 1993 (vedere anche i paragrafi 28 e 50 sopra ed i paragrafi 60 e 70-71 sotto).
F. La legge del 10 giugno 1994 sull’amministrazione dei beni immobiliari confiscati dal Tesoro pubblico all’esercito della Federazione della Russia
56. Questa legge (Ustawa oh zagospodarowaniu nieruchomości Skarbu Państwa przejętych od wojsk Federacji Rosyjskiej-“la legge del 1994”) entr? in vigore il 23 luglio 1994. In virt? del suo articolo 4 composto con l’articolo 16, i rimpatriati beneficiano di un diritto di preferenza per l’acquisizione dei beni che dipendono da questa categoria.
57. All’udienza, il Governo ha riconosciuto che in realt? le risorse in terreni confiscati all’esercito della Federazione della Russia erano gi? esaurite.
G. La legge, modificata, del 30 maggio 1996 sull’amministrazione di certe categorie di beni che appartengono al Tesoro pubblico e dell’ufficio dei beni militari
58. La legge suddetta (Ustawa oh gospodarowaniu niekt?rymi składnikami mienia Skarbu Państwa oraz oh Agencji Mienia Wojskowego-“la legge del 1996”), entrata in vigore il 26 agosto 1996, ha tratto all’amministrazione dei beni militari che appartengono allo stato che comprendono dei terreni, i beni industriali, gli hotel, cos? come i locali ad uso di abitazione ed ad uso commerciale. L’ufficio dei beni militari pu? organizzare delle richieste di offerte per la vendita di beni immobiliari.
59. Fino al 1 gennaio 2002, secondo le disposizioni generali della legge del 1996, i rimpatriati potevano tentare di ottenere dei beni a titolo di compenso prendendo parte a queste richieste di offerte. Non avevano la precedenza sugli altri offerenti. La situazione si evolse tuttavia, con l’entrata in vigore della legge del 21 dicembre 2001 riguardante la modifica della legge sull’organizzazione ed il lavoro del Consiglio dei ministri e sui poteri dei ministri, della legge sugli organi dell’esecutivo e altre leggi (Ustawa oh zmianie ustawy oh organizacji i trybie pracy Rady Ministr?w oraz oh zakresie działania ministr?w, ustawy oh działach administracji rządowej oraz oh zmianie niekt?rych ustaw-“la legge modificativa di 2001”). Da allora, nessuna delle propriet? amministrate dall’ufficio dei beni militari pu? essere destinata alle operazioni di indennizzo per i beni abbandonati al di l? del Boug.
L’articolo 31 ? 4 della legge di 1996, nella sua versione modificata, si legge cos?:
“L’articolo 212 della legge del 21 agosto 1997 sull’amministrazione fondiaria non si applica ai beni mirati all’articolo 1 ? 1 della presente legge. “
Al senso di questa ultima disposizione, i “beni” si intendono dei “beni del Tesoro pubblico che sono amministrati o utilizzato da ogni entit? sotto l’autorit? o il controllo del ministro della Difesa nazionale e che non si riferiscono al funzionamento di questa entit?.” Ci? include, per esempio, i beni agricoli, commerciali o industriali, i locali ad uso di abitazione, le installazioni sportive, ecc.
60. Il 5 luglio 2002, il mediatore port? la domanda della costituzionalit? dell’articolo 31 ? 4 della legge del 1996 dinnanzi alla Corte costituzionale (vedere anche i paragrafi 28, 50 e 55 sopra ed i paragrafi 70-71 sotto).
61. Peraltro, prima dell’entrata in vigore della legge modificativa del 2001, le autorit? dell’ufficio dei beni militari emisero una direttiva sul trattamento delle richieste sottoposte dai rimpatriati. I passaggi pertinenti di questo documento sono formulati cos?:
“Avuto riguardo all’entrata in vigore il 15 settembre 2001 delle disposizioni del decreto preso il 21 agosto 2001 dal Consiglio dei ministri che modificano il decreto sul procedimento da seguire per dedurre il valore di beni immobiliari abbandonati all’estero dall’importo corrispondente a titolo di propriet? o ai diritti di uso continuo di beni immobiliari, e sui metodi per valutare il valore di tali beni (Giornale delle leggi no 90, punto 999) ed avuto riguardo alle domande sollevate concernenti la responsabilit? dell’ufficio in quanto al trattamento delle domande presentate dai rimpatriati dei territori al di l? del Boug, ? stato convenuto ci? che segue:
1. L’ufficio dei beni militari non dedurr? il valore dei beni abbandonati all’estero dall’importo corrispondente al prezzo o ai diritti di uso continuo di un bene immobiliare.
2. Le offerte sottoposte dai rimpatriati dei territori al di l? del Boug nella cornice di richieste di offerte e non garantite da una cauzione non saranno prese in conto. Se un offerente che ha versato una cauzione ed che ha ottenuto la richiesta di offerte richiede la deduzione del valore dei terreni che ha abbandonato all’estero dell’importo corrispondente a titolo di propriet? o ai diritti di uso continuo di un bene, si presupporr? che l’offerente si sia ritirato, e la cauzione sar? confiscata dall’ufficio.
3. Nel caso in cui un offerente che dipende dai casi descritti sottoponesse una querela concernente l’appello di offerte, questa sarebbe trasmessa immediatamente al presidente dell’ufficio per trattamento. Simili querele non saranno prese in conto.
4. Se un offerente investe i tribunali, il procedimento richieste di offerte prosegue e non viene sospeso in ragione della citazione giudiziale, salvo il caso in cui il tribunale emettesse un’ordinanza provvisoria per proteggere gli interessi del richiedente.
5. Nel caso di una vendita senza richiesta di offerte ed anche in quello di una vendita in via amichevole le offerte presentate dai rimpatriati dei territori al di l? del Boug vengono ignorate, non essendo trattate le loro domande dall’ufficio. (…) “
H. Il progetto di legge del 1999
62. La redazione del progetto di legge del 1999 sulla restituzione di beni immobiliari e di certi tipi di beni mobiliari tolti alle persone fisiche dallo stato o dal comune di Varsavia e sui meccanismi di compenso ivi relativi (Projekt ustawy oh reprywatyzacji nieruchomości i niekt?rych ruchomości os?b fizycznych przejętych przez Państwo lub gminę miasta stołecznego Warszawy oraz oh rekompensatach-“il progetto di legge del 1999 sulla restituzione”) si concluse nel marzo 1999.
63. Il progetto di legge fu presentato al Parlamento nel settembre 1999. Suscit? tuttavia una polemica che and? amplificandosi in tutte le fazioni politici esistenti; fu respinto alla fine alla conclusione di un processo legislativo che si dilung? praticamente per un anno e mezzo.
Questo progetto contemplava che ogni persona i cui beni erano stati trasferiti allo stato in virt? di certi testi di legge adottata sotto il regime totalitario doveva ricevere il 50% del valore reale di questi beni, di una restitutio sia sotto la forma in integrum sia di un compenso in titoli. In virt? dell’articolo 2 ? 3, letto congiuntamente all’articolo 8, i rimpatriati dovevano ricevere dei titoli che equivalevano al 50% del valore dei loro beni, calcolato secondo le regole precise applicabili a tutte le persone riguardate.
64. In seguito ad un dibattito appassionato al quale parteciparono tutti i settori della societ?, cos? come i media e l’insieme dei partiti e delle fazioni politiche, la legge in causa, adottata dal Parlamento, fu trasmessa per firma al presidente della Polonia nel marzo 2001.
Il presidente, esercitando il suo diritto di veto, neg? di firmarla.
65. Il 22 marzo 2001, rinvi? la legge alla quale aveva opposto il suo veto al Parlamento. La commissione parlamentare speciale sull’adozione del progetto di legge del 1999 sulla restituzione lo propose di nuovo al voto.
La coalizione governativa non riusc? tuttavia a riunire la maggioranza dei tre quinti necessaria per passare oltre il veto del presidente ed il progetto di legge del 1999 sulla restituzione fu respinto alla fine dal Parlamento il 25 maggio 2001.
I. Il diritto di uso continuo di un terreno
66. Il diritto di uso continuo ? definito dagli articoli 232 e seguenti del codice civile (Kodeks Cywilny). Si tratta di un diritto reale trasmissibile a causa di morte ed alienabile, valido per novantanove anni che d? il pieno uso ed il godimento al beneficiario di un terreno del quale il Tesoro pubblico o un comune sono proprietari. Come un titolo di propriet?, deve essere iscritto al registro fondiario. La trasmissione di questo diritto, come il trasferimento di propriet?, non pu? effettuarsi che con un atto notarile, sotto pena di essere dichiarata nulla e non esistente. L’ “utente continuo” (użytkownik wieczysty) ? tenuto a pagare al Tesoro pubblico, o al comune, secondo il caso, un canone annuo che corrisponde ad una certa percentuale del valore del terreno in questione.
J. Definizione da parte della Corte suprema della nozione di diritto ad indennizzo per i beni abbandonati nei territori al di l? del Boug
1. La risoluzione del 30 maggio 1990
67. Nella sua risoluzione del 30 maggio 1990 (no III CZP 1/90) la Corte suprema (Sąd Najwyższy) riunendosi a sette giudici, esamin? la domanda di sapere se le persone rimpatriate in virt? del Patto concluso il 25 marzo 1957 tra il governo della Repubblica polacca e quello dell’unione sovietica sul calendario ed il procedimento che regolano il rimpatrio dall? URSS delle persone di nazionalit? polacca era in diritto di richiedere la deduzione mirata all’articolo 88 ? 1 della legge del 1985 sull’amministrazione fondiaria7, prevista poi dall’articolo 212 ? 1 della legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria. Rispose affermativamente.
A questo riguardo, la Corte suprema invoc? gli accordi delle repubbliche di 1944 e dichiar? in particolare ci? che segue:
“(…) In virt? degli accordi delle repubbliche del 1944 lo stato polacco si ? avviato a versare un indennizzo che equivale ai beni [abbandonati]. Cos?, le disposizioni di questi accordi sono state incorporate nel diritto polacco e, al riguardo dei cittadini polacchi, possono costituire il fondamento dei diritti generali. (…)
L’articolo 88 ? 1, in ragione della sua formula specifica, solleva delle gravi difficolt? di interpretazione. Al posto di definire direttamente le condizioni soggettive ed obiettive preliminari del diritto ad un indennizzo equivalente, il legislatore si ? riferito alle disposizioni di trattati internazionali. Questo riferimento vale come incorporazione delle disposizioni di questi accordi nel diritto polacco. Tuttavia, l’articolo in causa non enumera i trattati ai quali si riferisce. Di conseguenza, gli strumenti possibili sono:
a) gli accordi delle repubbliche del 9 e 22 settembre 1944;
(…)
c) il Patto del 25 marzo 1957 tra i governi della Repubblica polacca ed il governo dell’URSS sul calendario ed il procedimento che regolano il rimpatrio dall? URSS delle persone di nazionalit? polacca.
(…)
Tra i principi generali enunciati negli accordi del 1944, solo quello, fondamentale, consacrato dall’articolo 3 ? 6 di ciascuno di questi accordi-che dispone che lo stato polacco deve rimborsare il valore di essi [beni abbandonati] ai rimpatriati che dipendono di questi accordi ? stato incorporato nel diritto interno. ? solamente da questo principio, e non dagli altri che deriva il diritto generale ad un indennizzo equivalente. “
2. La risoluzione del 27 marzo 2001
68. In una risoluzione del 27 marzo 2001 (no CZP 3/2001) la Corte suprema, riunendosi a tre giudici, esamin? la questione di sapere se il diritto ad essere indennizzato per i beni abbandonati nei territori al di l? del Boug poteva essere considerato come un credito sul Tesoro pubblico, e cos? ogni titolare di questo diritto poteva trasmetterlo sotto forma di un contributo in natura per acquisire dei titoli di una societ? con azioni.
Secondo la Corte suprema, il diritto in questione costituisce, in pratica, un credito sul Tesoro pubblico e ? indubbiamente patrimoniale, trasmissibile a causa di morte e, in una certa misura, alienabile, poich? non pu? trasmettersi che tra le persone espressamente menzionate all’articolo 212 ? 4 della legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria, in altre parole tra i proprietari di beni abbandonati nei territori al di l? del Boug o i loro eredi.
Perci?, questo diritto non pu? essere trasmesso ad una persona giuridica che non figura sull’elenco che appare all’articolo 212 ? 4 e che, in dritto polacco, non ha la capacit? di ereditare. In pi?, ? stato sottolineato che, alla luce della pratica e della dottrina pertinente, un contributo in natura deve essere alienabile nella sua interezza, avere un valore contabile preciso e potere essere riportato su un bilancio nella colonna degli attivi. Quindi, il diritto considerato non assolve le condizioni richieste per essere un contributo in natura.
K. Le misure prese dal mediatore tra gennaio e luglio 2002
69. In una lettera datata 9 gennaio 2002, il mediatore ricord? al primo ministro che aveva chiesto gi? al suo predecessore se un processo legislativo sarebbe stato impegnato in vista di modificare le leggi pertinenti e di aumentare la quantit? di terreni detenuti dal Tesoro pubblico e che potevano essere proposti ai rimpatriati a titolo compensatorio. Menzion? anche la pratica che consiste in negare di procedere alle deduzioni conformemente all’articolo 212 della legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria. I passaggi pertinenti di questa lettera si leggono cos?:
“Il 30 maggio 2001, ho scritto all’anziano primo ministro, il professore Jerzy Buzek, per esprimergli le mie obiezioni all’attentato da parte dei municipi di distretto [starostwa powiatowe] a certi diritti dei rimpatriati dei “territori al di l? del Boug.” Oltre il fatto di attirare l’attenzione su questo problema, ho chiesto anche delle informazione sulla questione di sapere se dei lavori specifici di ordine legislativo erano stati impegnati in vista di aumentare la scorta dei beni destinati a rispondere alle richieste di questo importante gruppo di cittadini. (…)
Il paragrafo 6 del decreto del 1998 enuncia molto chiaramente che, oltre i sindaci di distretto altre entit? che amministrano i beni dello stato in virt? di regolamentazioni divise devono gestire anche dei beni immobiliari che appartengono al Tesoro pubblico per garantire un collocamento in opera pi? effettivo degli indennizzi in natura per “i beni situati al di l? del Boug.” Ora si rivela che, in seguito alle modifiche portate al decreto di 1998, i cambiamenti legislativi necessari che avrebbero aumentato la scorta dei beni destinati a rispondere alle richieste dei rimpatriati dei “territori al di l? del Boug”, non sono stati effettuati.
Questo stato di cose ? confermato dalle lettere che ho ricevuto di aventi diritto che sostengono, per esempio, che l’ufficio dei beni militari nega sempre di dedurre il valore dei beni che hanno abbandonato all’estero dall’importo corrispondente al prezzo o ai diritti di uso continuo di beni venduti dall’ufficio. Ne va parimenti quando i rimpatriati dei “territori al di l? del Boug” desiderano partecipare alle richieste di offerte organizzate dall’ufficio dei beni agricoli dello stato. In tutte le cause menzionate sopra, ogni amministrazione mette avanti, per motivare il suo rifiuto di lasciare partecipare l’avente diritto ad una richiesta di offerte, la mancanza di legislazione pertinente che l’autorizzerebbe a dedurre il valore dei beni abbandonati all’estero dal prezzo dei beni che vende. (…)
Avuto riguardo a ci? che precede, vi sarei riconoscente di volere cortesemente farmi sapere se contemplate al momento di modificare la legislazione pertinente in vista di aumentare il numero di entit? che amministrano i beni pubblici che sono tenute a rispettare il diritto dei rimpatriati dei “territori al di l? del Boug” ad un indennizzo in natura. (…) “
Il primo ministro rispose che, per ora, le autorit? non consideravano nessuna misura specifica.
70. Il 5 luglio 2002, il mediatore invest? la Corte costituzionale, chiedendo che:
“1. l’articolo 212 ? 1 della legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria, in quanto esclude la possibilit? di dedurre il valore dei beni abbandonati in ragione della guerra cominciata nel 1939 dal prezzo di vendita di beni agricoli che dipendono dalle risorse del Tesoro pubblico in beni agricoli;
2. l’articolo 213 della legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria, in quanto esclude l’applicazione dell’articolo 212 della stessa legge ai beni che dipendono dalle risorse del Tesoro pubblico in beni agricoli;
3. l’articolo 17 [della legge modificativa del 1993];
4. l’articolo 31 ? 4 [della legge del 1996];
siano dichiarati contrari al principio della fiducia dei cittadini nello stato e nelle sue leggi, come risulta dall’articolo 2 della Costituzione, cos? come all’articolo 64 ?? 1 e 2 composto con l’articolo 31 ? 3 della Costituzione. “
71. Nella motivazione della sua domanda, il mediatore invit? la Corte costituzionale a dare al diritto enunciato all’articolo 212 ? 1 della legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria la qualifica, in particolare, di “possibilit? o [di] speranza [di acquisire] il titolo di propriet? di beni specifici”, di “diritto di propriet? garantita dall’articolo 64 della Costituzione” e di “diritto di natura patrimoniale, avente anche il carattere di un credito”.
L. Disposizioni costituzionali pertinenti8
72. L’articolo 2 della Costituzione ? formulato cos?:
“La Repubblica della Polonia ? uno Stato democratico di diritto che mette in opera i principi della giustizia sociale. “
73. L’articolo 31 ? 3 della Costituzione che vieta in modo generale le restrizioni sproporzionate ai diritti e libert? costituzionali (principio di proporzionalit?), dispone che:
“L’esercizio delle libert? e dei diritti costituzionali pu? essere l’oggetto delle sole restrizioni previste dalla legge quando sono necessarie, in un Stato democratico, alla sicurezza o all’ordine pubblico, alla protezione dell’ambiente, della salute e della moralit? pubblica o delle libert? e dei diritti di altrui. Queste restrizioni non possono recare offesa all’essenza delle libert? e dei diritti. “
74. L’articolo 64 della Costituzione enuncia il principio della protezione dei diritti patrimoniali. Nei suoi passaggi pertinenti, ? formulato cos?:
“1. Ogni persona ha diritto alla propriet?, ad altri diritti patrimoniali, e gode del diritto di successione.
2. La propriet? e altri diritti patrimoniali cos? come il diritto di successione sono protetti dalla legge, nelle condizioni di uguaglianza. (…) “
75. L’articolo 77 ? 1 tratta della responsabilit? civile dello stato per un atto contrario alla Costituzione, nel seguente modo:
“Ogni persona ha diritto ad essere indennizzata per ogni danno subito da lei a causa di un atto di un’autorit? pubblica in violazione della legge. “
76. L’articolo 87 enumera le sorgenti del diritto. Il passaggio pertinente di questa disposizione si legge cos?:
“1. La Costituzione, le leggi, i trattati internazionali ratificati e gli ordinamenti sono le sorgenti di diritto di applicazione generale nella Repubblica della Polonia. (…) “
77. L’articolo 91 della Costituzione, nei suoi passaggi pertinenti, ? formulato cos?:
“1. Fin dalla sua pubblicazione sul Giornale delle leggi della Repubblica della Polonia [Dziennik Ustaw], un trattato internazionale ratificato fa parte integrante dell’ordine giuridico nazionale e ? direttamente applicabile, a meno che la sua applicazione sia subordinata all’adozione di una legge.
2. Un trattato internazionale ratificato in virt? di una legge di autorizzazione prevale su ogni legge le cui disposizioni sono incompatibili con le sue. “
78. L’articolo 188 della Costituzione determina il campo di competenza della Corte costituzionale. L’articolo 191 enumera le autorit? ed organizzazioni abilitate ad investire la Corte costituzionale per ottenere una decisione sulla conformit? alla Costituzione di una legge o di disposizioni legislative private.
Nei suoi passaggi pertinenti, l’articolo 188 si legge cos?:
“La Corte costituzionale delibera sulle seguenti questioni:
1) la conformit? alla Costituzione delle leggi e trattati internazionali;
(…)
3) la conformit? alla Costituzione di disposizioni giuridiche che provengono dalle autorit? centrali dello stato, e delle leggi e trattati internazionali ratificati “
I passaggi pertinenti dell’articolo 191 sono formulati cos?:
“1. Le seguenti persone possono investire la Corte costituzionale di una richiesta concernente le questioni mirate all’articolo 188:
1) il presidente della Repubblica, il presidente del Sejm, il presidente del Senato, il primo ministro, 50 deputati, 30 senatori, il primo presidente della Corte suprema, il presidente della Corte amministrativa suprema, il, procuratore generale, il presidente della Corte dei conti ed il mediatore “
M. Fatti sopraggiunti dopo la decisione resa dalla Corte il 19 dicembre 2002 sull’ammissibilit? della richiesta
1. La sentenza della Corte costituzionale del 19 dicembre 2002
79. La Corte costituzionale esamin? la richiesta presentata dal mediatore il 19 dicembre 2002 (vedere anche i paragrafi 70-71 sopra). Le parti al procedimento erano il primo ministro (rappresentante il governo), il procuratore generale 8Prokurator Generalny) ed il Sejm, rappresentati dal suo presidente (Marszałek). L’associazione polacca dei creditori del Tesoro pubblico rimpatriati dalle regioni di frontiera (Og?lnopolskie Stowarzyszenie Kresowian Wierzycieli Skarbu Państw), sottopose delle conclusioni in quanto al modo in cui le autorit? avevano o-piuttosto-, a suo avviso, non avevano rispettato le condizioni poste dall’articolo 212 della legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria. La Corte costituzionale ammise le sue conclusioni, trattandole come un parere presentato da un’organizzazione non governativa.
80. La Corte dichiar? che gli articoli 212 ? 2 e 213 della legge del 1997 sull’amministrazione fondiaria, nella misura in cui escludevano la possibilit? di dedurre il valore di beni abbandonati all’estero dal prezzo di vendita di beni agricoli dello stato, non si conciliavano coi principi costituzionali esposti all’articolo 2, principi dello stato di diritto e della fiducia dei cittadini nello stato e nelle sue leggi, ed all’articolo 64 ?? 1 e 2 (principio della protezione dei diritti patrimoniali), combinati con l’articolo 31 ? 3, interdizione delle restrizioni sproporzionate ai diritti e libert? costituzionali, della Costituzione. Afferm? poi che l’articolo 17 della legge modificativa del 1993 e l’articolo 31 ? 4 della legge del 1996 erano, nella loro interezza, incompatibili coi principi suddetti.
81. In Polonia, la sentenza della Corte costituzionale ? considerata come una sentenza di principio sulle domande relative ai beni situati al di l? del Boug che espone un’analisi storica e giuridica dettagliata di questa domanda. Invocando il contesto storico della causa, la Corte costituzionale dichiar? in particolare:
“La prima questione da trattare riguarda l’abilitazione di essi [autorit? comuniste che hanno concluso gli accordi delle repubbliche] a contrarre degli accordi internazionali. Non fa nessuno dubbio che il Comitato polacco di liberazione nazionale non possa essere considerato come un’entit? costituzionale di un Stato sovrano che avrebbe avuto la legittimit? democratica inerente a tale entit? e la capacit? di prendere delle decisioni sovrane a nome dello stato.
L’importanza dell’indennizzo accordato ai rimpatriati negli accordi delle repubbliche non era assolutamente equivalente o proporzionale alla portata dell’indennizzo che gli Stati con i quali questi accordi sono stati conclusi si sono costretti a versare. Nella maggior parte dei casi, il rimpatrio si oper? di facto in un solo senso, poich? la maggioranza dei rimpatriati erano degli anziani cittadini polacchi che venivano dai territori persi dalla Repubblica della Polonia in seguito alla Seconda