Conclusione Radiazione dal ruolo (ordinamento amichevole)
GRANDE CAMERA
CAUSA BRONIOWSKI C. POLONIA
( Richiesta no 31443/96)
SENTENZA
(Ordinamento amichevole)
STRASBURGO
28 settembre 2005
Questa sentenza ? definitiva. Pu? subire dei ritocchi di forma.
Nella causa Broniowski c. Polonia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, riunendosi in una Grande Camera composta da:
SIGG. L. Wildhaber, presidente,
J. – P. Costa, G. Ress, Sir Nicolas Bratza, la Sig.ra E. Palm, il
Sig. L. Caflisch, la Sig.ra V. Str??nick?,
Sigg. V. Butkevych, B.M. Zupančič, J. Hedigan, il Sig. Pellonp??, la Sig.ra H.S. Grava,
Sigg. A.B. Baka, R. Maruste, il Sig. Ugrekhelidze, S. Pavlovschi, L. Garlicki, giudici,
e di M. Allegati Mahoney, cancelliere,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 19 settembre 2005,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 31443/96) diretta contro la Repubblica della Polonia e in cui un cittadino di questo Stato, il Sig. J. B. (“il richiedente”), aveva investito la Commissione europea dei Diritti dell’uomo (“la Commissione”) il 12 marzo 1996 in virt? del vecchio articolo 25 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente che ? stato ammesso a favore dell’assistenza giudiziale, ? stato rappresentato dal Sig. Z. C., avvocato a Cracovia, ed il Sig. W. H., avvocato a Varsavia. Il governo polacco (“il Governo”) ? stato rappresentato dal suo agente, il Sig. J. Wołąsiewicz, del ministero delle Cause estere.
3. In una sentenza resa il 22 giugno 2004 (“la sentenza al principale”), la Corte, Grande Camera, ha constatato la violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione. Ha concluso che questa violazione risultava da un problema strutturale legato alla disfunzione della legislazione e della pratica interne provocate dalla mancanza di un meccanismo effettivo che mirava a mettere in opera il “diritto ad essere accreditati” dei richiedenti riguardati dei beni abbandonati al di l? del Boug (punto 3 del dispositivo della sentenza al principale), in conseguenza del quale non solo non solo il richiedente nello specifico ma anche una categoria intera di individui si sono visti o si vedono ancora privare del loro diritto al rispetto dei loro beni (Broniowski c. Polonia [GC], no 31443/96, CEDH 2004-V, ? 189).
A questo riguardo, la Corte ha detto che lo stato convenuto doveva garantire, tramite misure legali e pratiche amministrative adeguate, il collocamento in opera del diritto patrimoniale in questione per gli altri richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug, o fornire agli interessati in luogo e in collocamento una correzione equivalente, conformemente ai principi della protezione dei diritti patrimoniali enunciato all’articolo 1 del Protocollo no 1 (punto 4 del dispositivo della sentenza al principale).
Concernente l’indennit? da concedere al richiedente per ogni danno materiale o giuridico risultante dalla violazione constatata nello specifico, la Corte ha detto che la domanda dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trovava in stato e l’ha riservata per intero, e ha invitato il Governo ed il richiedente a sottoporle per iscritto, nei sei mesi a contare dalla data di comunicazione della sentenza al principale, le loro osservazioni scritte sulla domanda ed a darle cognizione di ogni accordo al quale sarebbero potuti giungere (punto 5 del dispositivo della sentenza al principale). Pi? precisamente, in quanto all’articolo 41, la Corte ha stimato che questa domanda doveva essere regolata non solo avuto riguardo ad ogni accordo al quale le parti sarebbero potuti arrivare ma anche alla luce di ogni misura a carattere individuale o generale che il governo convenuto avrebbe potuto prendere in esecuzione della sentenza al principale. Nell’attesa del collocamento in opera delle misure generali pertinenti, la Corte ha rinviato il suo esame delle richieste che risultano dalla stessa causa generale (Broniowski, sentenza precitata, ? 198).
Infine, la Corte ha assegnato al richiedente la somma di 12 000 euro (EUR) per gli oneri e spese esposti da lui fino a quel momento nel procedimento dinnanzi a lei.
4. Nel termine suddetto di sei mesi, le parti hanno presentato le loro osservazioni sulla domanda dell’indennit? da concedere nello specifico a titolo di soddisfazione equa in virt? dell’articolo 41. Il Governo ha presentato le sue osservazioni il 31 gennaio 2005. Quelle del richiedente sono state ricevute alla cancelleria il 14 febbraio 2005.
5. Il 7 marzo 2005, dopo che ciascuna delle parti ebbe preso cognizione dell’esposto dell’altro, il Governo ha chiesto l’assistenza del cancelliere per i negoziati tra le parti che tendevano ad un ordinamento amichevole della causa. Ha sottoposto una proposta scritta in vista di tale ordinamento nella stessa occasione.
6. Conformemente alle istruzioni del presidente della Grande Camera, i rappresentanti della cancelleria hanno tenuto delle riunioni con le parti il 23 e 24 giugno 2005 a Varsavia. A questa ultima data, le parti, avuto in particolare riguardo all’evoluzione dei lavori del Parlamento polacco su una nuova legislazione concernente i beni abbandonati al di l? del Boug, hanno deciso che c’era luogo di rinviare i negoziati in vista di un ordinamento amichevole fino all’adozione di questa legislazione che sarebbe dovuta intervenire a breve termine (paragrafi 12 e 13 sotto).
7. Il 26 luglio 2005, il Governo ha informato la Corte che la nuova legislazione sui beni abbandonati al di l? del Boug era stata adottata dal Parlamento l? 8 luglio 2005 (vedere anche sotto il paragrafo 13). Ha chiesto al cancelliere di riprendere i negoziati in vista di un ordinamento amichevole.
8. Al termine di una seconda sessione di negoziati che si ? svolta il 5 e 6 settembre 2005 a Varsavia, le parti hanno firmato un accordo di ordinamento amichevole di cui il testo ? riprodotto nella parte “In diritto” della presente sentenza (paragrafo 31 sotto).
IN FATTO
9. Il richiedente, il Sig. J. B., ? nato nel 1944 e ha risieduto a Wieliczka (Polonia).
I. FATTI SOPRAGGIUNTI DOPO LA DECISIONE DELLA SENTENZA AL PRINCIPALE
10. Il 15 dicembre 2004, in seguito ad una domanda deposta il 30 gennaio 2004 da un gruppo di deputati che contestano la costituzionalit? di certe disposizioni della legge del 12 dicembre 2003 sul compenso del valore dei beni abbandonati al di l? delle frontiere reali dello stato polacco col prezzo di acquisto o il diritto di uso continuo di beni dello stato (Ustawa oh zaliczaniu na poczet ceny sprzedaży albo opłat z tytułu użytkowania wieczystego nieruchomości Skarbu Państwa wartości nieruchomości pozostawionych poza obecnymi granicami Państwa Polskiego-“la legge del dicembre 2003”) (vedere anche la sentenza Broniowski precitata ?? 37-38 e 120) la Corte costituzionale (Trybunał Konstytucyjny) dichiar? incostituzionale, tra altri, le disposizioni che enunciavano delle restrizioni quantitative al “diritto ad essere accreditato”, ossia l’articolo 3 ? 2 che fissava il valore di questo diritto al 15% in pi? del valore iniziale dei beni abbandonati al di l? del Boug, senza che si possa superare un massimale di 50 000 zlotys polacchi (PLN), e l’articolo 2 ? 4 che escludeva dal regime di indennizzo previsto da questa legge ogni persona che, come il richiedente, aveva beneficiato almeno di una certa forma di risarcimento in virt? di leggi anteriori.
11. La sentenza della Corte costituzionale prese effetto il 27 dicembre 2004, data della sua pubblicazione al Giornale delle leggi (Dziennik Ustaw) salvo per ci? che riguardava la parte relativa all’articolo 3 ? 2 di cui l’alta giurisdizione pronunciava l’abrogazione a contare dal 30 aprile 2005.
12. Il 2 marzo 2005, il governo present? al Parlamento un progetto di legge sull’ordinamento dei crediti di indennizzo per i beni abbandonati al di l? delle frontiere reali dello stato polacco (projekt ustawy oh realizacji prawa do rekompensaty z tytułu pozostawienia nieruchomości poza obecnymi granicami państwa polskiego). In questo progetto, era proposto di fissare l’indennizzo massimo al quale avrebbero potuto pretendere i richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug al 15% del valore iniziale dei beni. Secondo questo progetto, il “diritto ad essere accreditato” poteva essere esercitato tramite due vie differenti, a scelta del richiedente: ossia, come prima, tramite un procedimento di asta pubblica, o tramite versamento immediato di una somma con un Fondo di indennizzo speciale.
Il progetto di legge pass? in prima lettura il 15 aprile 2005 in seguito alla quale la domanda fu rinviata alla commissione parlamentare del Tesoro pubblico. Durante le discussioni che si tennero in maggio e giugno 2005, il massimale del 15% fu criticato da numerosi deputati e fu suggerito di aumentare l’indennizzo per garantire la conformit? del dispositivo con la sentenza al principale resa nello specifico dalla Corte di Strasburgo.
13. L? 8 luglio 2005, il Sejm ( prima camera del Parlamento polacco) adott? la legge sull’ordinamento dei crediti di indennizzo per i beni abbandonati al di l? delle frontiere reali dello stato polacco (Ustawa oh realizacji prawa do rekompensaty z tytułu pozostawienia nieruchomości poza obecnymi granicami państwa polskiego-“la legge di luglio 2005”). Il massimale legale di indennizzo a titolo di beni abbandonati al di l? del Boug fu fissato al 20%. La legge fu adottata dal Senat( seconda camera del Parlamento polacco) il 21 luglio 2005 e firmata dal Presidente della Polonia il 15 agosto 2005. Entrer? in vigore il 7 ottobre 2005, o trenta giorni dopo la sua pubblicazione sul Giornale delle leggi.
II. DIRITTO E PRATICA INTERNI PERTINENTI
A. La sentenza della Corte costituzionale del 15 dicembre 2004
14. La sentenza della Corte costituzionale del 15 dicembre 2004 ? la seconda decisione maggiore sulle questioni concernente i beni situati al di l? del Boug (vedere anche sentenza Broniowski precitata, ?? 79-87); ? motivata a lungo ed esamina in modo approfondito il contesto giuridico e sociale nel quale ? stata sviluppata la legislazione sui beni abbandonati al di l? del Boug, dal punto di vista in particolare dei principi dello stato di diritto e della giustizia sociale (articolo 2 della Costituzione), dell’interdizione delle espropriazioni senza indennizzo equo (articolo 21), della proporzionalit? (articolo 31), dell’uguaglianza dinnanzi alla legge (articolo 32) e della protezione dei diritti patrimoniali (articolo 64).
15. Per ci? riguarda la differenza di trattamento, che deriva dall’articolo 2 ? 4 della legge di dicembre 2003, tra i richiedenti riguardati dai beni situati al di l? del Boug (vedere anche la sentenza Broniowski precitata, ?? 115, 119 e 186) la Corte costituzionale, dichiar? in particolare:
“Il fatto di privare del “diritto ad essere accreditato” delle persone che, sul fondamento di altre leggi, hanno acquisito la propriet?, o il diritto di uso continuo, di beni che hanno un valore inferiore al valore del “diritto ad essere accreditato” enunciato dalla legge di dicembre 2003 in causa e che, ipso facto, hanno solamente un godimento parziale di questo diritto porta attentato ai principi costituzionali dell’uguaglianza nella protezione dei diritti patrimoniali (articolo 64 ? 2) cos? come dell’uguaglianza di trattamento e della non discriminazione (articolo 32). C’? l? una differenza di trattamento ingiustificato tra le persone che non hanno finora assolutamente beneficiato del loro “diritto ad essere accreditato” e quelle che ne hanno beneficiato ad un grado minimo che non era contemplato dalla legge in causa. Uguale disposizione ? anche socialmente ingiusta, scalza la fiducia dei cittadini nello stato e, perci?, non si concilia con l’articolo 2 della Costituzione. ?1
16. Per ci? che riguarda i massimale legale del 15% del valore iniziale e di 50 000 PLN fissati all’articolo 3 ? 2 della legge di dicembre 2003 (vedere anche Broniowski, sentenza precitata, ?? 116 e 186), la Corte costituzionale dichiar? in particolare:
“Le restrizioni quantitative al “diritto ad essere accreditato” previste dalle disposizioni enumerate al punto I.5 della sentenza della Corte costituzionale sono eccessive e, perci?, non sono compatibili n? coi principi della protezione dei diritti acquisiti e della fiducia dei cittadini nello stato, come derivano dal principio costituzionale dello stato di diritto, n? col principio di giustizia sociale (articolo 2 della Costituzione).
In particolare, la determinazione a 50 000 zlotys polacchi come un massimale uniforme per il valore di indennizzo, per tutte le persone titolari del “diritto ad essere accreditato”, provoca una disuguaglianza di trattamento tra queste persone ed si urta all’articolo 32 ? 1 della Costituzione. Inoltre, questa disposizione provoca nella protezione dei diritti patrimoniali degli interessati una disuguaglianza contraria all’articolo 64 ? 2 della Costituzione.
17. La Corte costituzionale tratt? anche delle restrizioni autorizzate al “diritto ad essere accreditato” e della discriminazione addotta contro richiedenti riguardati dai beni situati al di l? del Boug, nei seguenti termini,:
“Delle restrizioni ai diritti patrimoniali dei cittadini possono essere contemplate dalla legge per le seguente ragioni: l’interesse generale, le costrizioni finanziarie dello stato-imposte per il bene comune mirato all’articolo 1 della Costituzione -e, per ci? che riguarda le ripercussioni finanziarie della presente sentenza, la presa in conto della capacit? dello stato ad assolvere le sue funzioni di base. (…)
La definizione dell’ampiezza delle restrizioni giustificate portate al “diritto ad essere accreditato” ed il collocamento in bilancia dei diritti delle persone che hanno abbandonato i loro beni al di l? del Boug, da una parte, e delle capacit? finanziarie dello stato e dei valori costituzionali protetti, dall?altra parte, esigono che il legislatore che si conceda ad una valutazione approfondita e ponderata. Quando precisa l’ampiezza delle restrizioni portate al “diritto ad essere accreditato”, il legislatore deve prendere in particolare in conto lo scorrimento del tempo dal punto di vista delle persone che avevano abbandonato i loro beni al di l? del Boug e dei loro eredi che non hanno fino qui potuto esercitare il loro diritto ad essere indennizzati sul fondamento di leggi anteriori.
L’indennizzo promesso vent’ anni fa rivestiva essenzialmente la forma di un “aiuto al rialloggio dei cittadini” che doveva permettere ai cittadini polacchi di prendere una nuova partenza dopo la perdita dei beni che avevano abbandonato al di l? delle nuove frontiere dello stato polacco. Perci?, conviene formulare in modo dinamico gli obblighi di indennizzo [dello stato] in funzione dello scorrimento del tempo, e di applicare con una grande prudenza gli strumenti reali di protezione dei diritti patrimoniali delle persone fisiche nelle situazioni che sono nate in contesti storici differenti e si distinguono con sensibilit? differenti in quanto al rispetto di questi diritti.
Alla luce dei fatti storici, non ? giustificato di affermare che le persone che avevano abbandonato i loro beni al di l? del Boug rappresentano una categoria che subisce una discriminazione rispetto ad altri gruppi di cittadini che hanno perso i loro beni nel corso ed in seguito alla Seconda Guerra mondiale. Conviene ricordarsi che i proprietari di nazionalit? polacca non sono stati indennizzati assolutamente per la perdita di beni, ivi compreso ii beni fondiari, derivanti da requisizioni di guerra.
I proprietari dei beni confiscati nella cornice di riforme agrarie non hanno ottenuto indennizzo equivalente al valore dei loro beni. La “pensione” equivalente, o anche molto modesta, che i proprietari polacchi di beni statalizzati in virt? della legge di 1946 sulla statalizzazione dei settori fondamentali dell’economia nazionale erano supposti ricevere non ? stata versata molto frequentemente.
I proprietari di terreni situati nei limiti del comune di Varsavia come erano fissati nel 1939 che sono stati trasformati in beni comunali senza indennizzo subito dopo la Seconda Guerra mondiale non hanno a questo giorno ottenuto nessuno risarcimento. Inoltre, non ? legittimo suggerire che le persone che avevano abbandonato i loro beni al di l? del Boug abbiano subito una discriminazione a causa dei ritardi incorsi nel concretizzare le loro speranze in materia di indennizzo o per il fatto che questo indennizzo sia stato fatto in natura e non sotto una forma pecuniaria. Non bisogna perdere di vista che gli obblighi pecuniari che sarebbero nati e sarebbero stati confermati ed eseguiti prima dell’entrata in vigore della legge di 1950 che portava modifica del sistema monetario sarebbero stati sottoposti probabilmente al dispositivo svantaggioso di svalutazione monetaria previsto da questa legge. (…) “
B. La legge di luglio 2005
18. In virt? dell’articolo 26 della legge di luglio 2005, il “diritto ad essere accreditato”, menzionato nelle leggi anteriori, deve passare per un “diritto ad indennizzo” ( prawo do rekompensat), allo sguardo delle disposizioni di questa legge.
19. L’articolo 13 definisce il diritto ad indennizzo come segue:
“1. Il diritto ad indennizzo pu? essere esercitato secondo una delle seguente modalit?:
1) la deduzione del valore dei beni abbandonati al di l? delle frontiere reali dello stato polacco:
a) del prezzo di vendita dei beni del Tesoro pubblico;
b) del prezzo di vendita del diritto di uso continuo di beni fondiari del Tesoro pubblico;
c) dei diritti di uso continuo di beni dello stato e del prezzo di vendita di ogni edificio, locale o abitazione che vi si trova; o
d) dei diritti di trasformazione del diritto di uso continuo in diritto di propriet? di beni mirati nelle disposizioni separate; o
2) un’indennit? pecuniaria (świadczenie pieniężne) che sar? versata sui denari del Fondi di indennizzo (Fundusz Rekompensacyjny) mirato all’articolo 16,.
2. Il compenso al quale danno diritto dei beni abbandonati al di l? delle frontiere reali dello stato polacco ? plafonato al 20% del valore di questi beni. L’importo dell’indennit? pecuniaria rappresenta il 20% del valore dei beni abbandonati.
3. Per fissare l’importo da dedurre e l’indennit? pecuniaria mirata al capoverso 2, sopra, bisogna includere il valore [dei beni] che ? gi? stato acquisito nella cornice di un’esecuzione parziale del diritto ad indennizzo.
4. Il compenso al quale danno diritto dei beni abbandonati al di l? delle frontiere reali dello stato polacco ed il versamento dell’indennit? pecuniaria si effettua su presentazione della decisione o del certificato che conferma il diritto ad indennizzo, emessi sulla base della presente legge o di altre disposizioni. “
20. In virt? dell’articolo 16, un Fondo di indennizzo deve essere instaurato per finanziare e di garantire i versamenti di indennit? pecuniarie ai richiedenti riguardati dai beni situati al di l? del Boug. Il Fondo deriver? le sue risorse dalla vendita di beni che appartengono alle risorse in beni agricoli del Tesoro pubblico (Zas?b Własności Rolnej Skarbu Państwa) la capienza totale delle terre destinate a questo uso raggiunge i 400 000 ettari; degli interessi del denaro posto sui conti bancari dei Fondi; e, in caso di insufficienza dei redditi che provengono dalle due sorgenti precitate, di prestiti sul bilancio dello stato di un importo fissato dalla legge di bilancio pertinente.
C. I ricorsi previsti dal codice civile
1. Modifiche portate al codice civile
21. Il 1 settembre 2004, la legge del 17 giugno 2004 che portava modifica del codice civile e di altre leggi (Ustawa oh zmianie ustawy-Kodeks cywilny oraz niekt?rych innych ustaw-“la legge modificativa del 2004”) ? entrata in vigore. Le modifiche pertinenti hanno esteso la portata della responsabilit? civile del Tesoro pubblico mirata all’articolo 417 del codice civile, in particolare con l’aggiunta di un nuovo articolo 4171 e l’instaurazione della responsabilit? civile dello stato per avere omesso di adottare una legislazione, cio? per “omissione legislativa” (“zaniedbanie legislacyjne”).
2. Azione civile per danno materiale in virt? del diritto della responsabilit? civile
a) Articoli 417 e 4171 del codice civile
22. Nella sua versione applicabile fino al 1 settembre 2004, l’articolo 417 ? 1 che regolava in modo generale la responsabilit? civile dello stato, si leggeva cos?:
“1. Il Tesoro pubblico ? responsabile dei danni causati da un funzionario dello stato nell’esercizio delle sue funzioni. “
23. Dal 1 settembre 2004, l’articolo 417, nei suoi passaggi pertinenti, ? formulato come segue:
“1. Il Tesoro pubblico o [, all’occorrenza,] un’entit? autonoma o un’altra persona giuridica investita del potere pubblico ? responsabile di ogni danno causato da un’azione o un’omissione illegale [sopraggiunta] nell’esercizio del potere pubblico. “
24. In virt? delle disposizioni transitorie dell’articolo 5 della legge modificativa del 2004, l’articolo 417, come applicabile prima del 1 settembre 2004, valeva per l’insieme degli avvenimenti e delle situazioni giuridiche che esistevano prima di questa data.
25. L’articolo 4171, nei suoi passaggi pertinenti, enuncia:
“1. Se l’adozione di una legge ha causato un danno, pu? essere chiesto risarcimento di [questo] una volta stabilito nel procedimento pertinente che la legge in causa ? incompatibile con la Costituzione, un trattato ratificato o un’altra legge.
(…)
3. Se la non-adozione di una sentenza (orzeczenie) o di una decisione (decyzja) ha causato un danno allorcg? la legge faceva obbligo di rendere una tale sentenza o una tale decisione, pu? essere chiesto risarcimento [del danno] una volta stabilito nel procedimento pertinente che la non-adozione della sentenza o della decisione era contraria alla legge, a meno che delle regole speciali ne non dispongano diversamente.
4. Se la non-adozione di una legge ha causato un danno allorch? una disposizione legale faceva obbligo di adottare una tale legge, il tribunale incaricato della causa dichiara che simile mancanza ? contraria alla legge. “
b) La giurisprudenza pertinente della Corte suprema
26. Nelle sue sentenze del 30 giugno e 6 ottobre 2004 concernenti la questione di sapere se i richiedenti riguardati dai beni situati al di l? del Boug disponevano di un’azione in risarcimento per danno materiale in virt? del diritto della responsabilit? civile, la Corte suprema conferm? il parere che aveva espresso nella sua prima sentenza di principio sulla questione, resa il 21 novembre 2001 (vedere anche Broniowski, sentenza precitata, paragrafi 107-108) e dichiar? che lo stato polacco era responsabile dei danni materiali causati dall’inadempimento del “diritto ad essere accreditato” in ragione della disfunzione della legislazione relativa ai beni situati al di l? del Boug.
Le due sentenze furono rese dalla Corte suprema in seguito a ricorsi in cassazione introdotti dai richiedenti riguardati dai beni situati al di l? del Boug le cui domande di danno-interessi per inadempimento del “diritto ad essere accreditato” erano state respinte dai tribunali in prima e seconda istanza. La Corte suprema annull? le sentenze di appello e rinvi? le cause dinnanzi ai corsi di appello competenti.
27. Nella sentenza del 30 giugno 2004 ( no IV CK 491/03) resq dalla camera civile nel causa E.B. ed A.C. c. Tesoro pubblico-Governatore di Pomerania e ministro delle Finanze, la Corte suprema stim? che l’attivit? legislativa (działalność legislacyjna) dello stato polacco che gli vietava di liberarsi dagli obblighi che gli toccano in virt? degli Accordi delle Repubbliche, poteva essere considerata come un “reato legislativo” (delikt normatywny) che causava un danno ai richiedenti riguardati dai beni situati al di l? del Boug. Stim? anche che lo stato era responsabile di questo danno in virt? dell’articolo 77 ? 1 della Costituzione (Broniowski, sentenza precitata, ? 75, e dell’articolo 417 del codice civile). Dichiar? in particolare questo:
“Secondo la giurisprudenza tanto della Corte costituzionale che della Corte suprema, ? possibile [per un individuo] di chiedere dei danno-interessi al Tesoro pubblico per “vuoto legislativo” (bezprawie normatywne) (…) [che] consiste nella non-adozione [dallo stato] in tempo voluto dalla legislazione necessaria di un punto di vista costituzionale, il che ha per conseguenza di recare direttamente offesa ai diritti di un individuo.
(…)
Lo stato convenuto ha, da una parte, introdotto delle disposizioni che miravano a garantire un indennizzo per i beni abbandonati nei territori che appartenevano prima allo stato polacco ma, dall?altra parte, ha adottato una legislazione che escludevano o rendevano praticamente illusoria la possibilit? di mettere in opera il “diritto ad essere accreditato.” Pari atti del convenuto che sono arrivati ad un situazione di fatto nella quale l’esercizio del “diritto ad essere accreditato” ? stato in pratica annullato, presentano le caratteristiche di una condotta illegale che pu? essere qualificata come reato legislativo. L’illegalit? della condotta delle autorit? convenute ? dimostrata dal fatto che, definendo la forma e le modalit? di esecuzione del “diritto ad essere accreditato” nella cornice della loro autonomia legislativa, hanno in realt? fatto di tutto questo dispositivo un strumento di indennizzo illusorio, il che ha provocato una disfunzione inammissibile del sistema giuridico. (…)
Accogliere la domanda di danno-interessi presentata dai richiedenti in virt? dell’articolo 77 ? 1 della Costituzione esige tuttavia, anche di constatare prima di tutto l’esistenza di tutti gli elementi della responsabilit? civile, ossia la condotta illegale del convenuto, il danno subito dai richiedenti ed un legame di causalit? diretta tra i due. Il Tesoro pubblico pu? vedere anche la sua responsabilit? impegnata in virt? dell’articolo 77 ? 1 della Costituzione per i danni causati dagli atti legislativi dell’autorit? pubblica che hanno provocato nella pratica la privazione o la limitazione della possibilit? di esercitare dei diritti a titolo di un’altra legge, il che ha provocato a questo riguardo una disfunzione ed un’incoerenza interna del sistema legale. “
28. Nella terza sentenza successiva concernente la responsabilit? dello stato per inadempimento del “diritto ad essere accreditato”( no I CK 447/2003) resa dalla camera civile nel causa A.P. e J.P. c. Tesoro pubblico-Ministro del Tesoro pubblico e Governatore della provincia M. il 6 ottobre 2004, la Corte suprema dichiar?:
“Prima dell’entrata in vigore della legge del 1 settembre 2004 che portava modifica al codice civile, l’articolo 417 del codice civile costituiva perci? la base legale diretta per presentare delle domande in risarcimento di danni causati dall’adozione di una legislazione incompatibile col diritto; questa disposizione fu annullata dell’ordine giuridico nel modo precisato dall’articolo 188 della Costituzione [cio? fu dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale]. (…) [L]a richiesta di danno-interessi del richiedente trova una base legale nell’articolo 77 ? 1 della Costituzione combinato con l’articolo 417 nella sua versione applicabile prima del 1 settembre 2004.
Le autorit? dello stato devono avere il dovere non solo di instaurare delle garanzie giuridiche per garantire la protezione dei diritti patrimoniali ma anche di astenersi dall? adottare delle regole che restringono questi diritti o li estinguono. Lo stato convenuto ha, da una parte, introdotto delle disposizioni che miravano a garantire un indennizzo per i beni situati al di l? del Boug ma, dall?altra parte, ha adottato una legislazione che escludeva o rendeva illusoria la possibilit? per le persone titolari del “diritto ad essere accreditato” di averne il godimento.
Non fa nessuno dubbio che queste azioni hanno ridotto il valore del “diritto ad essere accreditato” e che questa riduzione costituisce una perdita materiale coperta dalla nozione di danno. Per definire [il danno], conviene confrontare il valore del “diritto ad essere accreditato” in una situazione giuridica ipotetica esente dalle eventuali omissioni e leggi giudicate difettose e nella situazione alla quale si arriva in realt?, cio? prendendo in conto la riserva ridotta di beni dello stato e, perci?, il valore [ridotto] del “diritto ad essere accreditato” dovuto all’applicazione delle leggi [difettose] fino alla loro abrogazione da parte della Corte costituzionale. “
3. Azione civile per danno giuridico causato da un attentato ai diritti personali
a) Articolo 23 del codice civile
29. L’articolo 23 del codice civile contiene un elenco non esauriente dei “diritti personali” (prawa osobiste). Ai termini di questa disposizione:
“I diritti personali di un individuo, come la salute, la libert?, l’onore, la libert? di coscienza, il nome o pseudonimo, l’immagine, il segreto della corrispondenza, l’inviolabilit? del domicilio, le opere scientifiche o artistiche [cos? come] le invenzioni e miglioramenti sono protetti a prescindere dal diritto civile della protezione consacrata in altre disposizioni giuridiche. “
b) Articolo 448 del codice civile
30. In virt? dell’articolo 448, una persona di cui i diritti personali sono stati infranti pu? chiedere ad essere indennizzato. Questa disposizione, nei suoi passaggi pertinenti, si legge cos?:
“Il tribunale pu? accordare una somma adeguata a titolo di risarcimento del danno giuridico (krzywda) subito da ogni persona i cui diritti personali sono stati infranti. A titolo sussidiario, la persona riguardata, in pi? di ricercare ogni forma di risarcimento che pu? essere necessario per annullare le conseguenze dell’attentato subito, pu? chiedere al tribunale di accordare una somma adeguata a favore di una causa sociale specifica. (…) “
IN DIRITTO
I. L’ACCORDO CHE PORTA ORDINAMENTO AMICHEVOLE
31. Il 6 settembre 2005, le parti sono giunte ad un ordinamento amichevole (paragrafo 8 sopra). Il loro accordo, firmato da esse in presenza di rappresentanti della cancelleria della Corte, ? formulato cos?:
“ORDINAMENTO AMICHEVOLE
NELLA CAUSA
Broniowski c. Polonia
Richiesta no 31443/96
Il presente documento espone i termini dell’ordinamento amichevole concluso tra
il Governo della Repubblica della Polonia (“il Governo”), da una parte,
ed il Sig. J.B. (“il richiedente”), dall?altra parte,
denominati sotto collettivamente “le parti”, conformemente agli articoli 38 ? 1 b, della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo (“la Convenzione”) e 62 ? 1 dell’Ordinamento della Corte europea dei Diritti dell’uomo (“la Corte”);
Il Governo ? rappresentato dal suo agente, il Sig. Jakub Wołąsiewicz, ambasciatore, del ministero delle Cause estere, ed il richiedente dai Sigg. Z. C. e W. H., avvocati rispettivamente a Cracovia e Varsavia.
I. PREAMBOLO
Visto
a) la sentenza resa il 22 giugno 2004 dalla Grande Camera della Corte nello specifico (“la sentenza al principale”) nellaquale la Corte:
-ha constatato la violazione di un diritto patrimoniale protetto dall’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione;
-ha concluso che la violazione risultava da un problema strutturale legato alla disfunzione della legislazione e della pratica interni provocata dalla mancanza di un meccanismo effettivo che mirava a mettere in opera il “diritto ad essere accreditato” (prawo zaliczania,) dei richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug (punto 3 del dispositivo della sentenza al principale) e che perci? il richiedente nello specifico, il Sig. B., ma anche una categoria intera di individui si era vista, o si vedeva sempre, privare del loro diritto al rispetto dei loro beni come garantito dall’articolo 1 del Protocollo no 1;
-ha detto che lo stato convenuto doveva garantire, tramite misure legali e pratiche amministrative adeguate, il collocamento in opera del diritto patrimoniale in questione per gli altri richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug, o fornire a questi in luogo e in collocamento una correzione equivalente, conformemente ai principi della protezione dei diritti patrimoniali enunciati all’articolo 1 del Protocollo no 1;
-concernente l’indennit? da concedere al richiedente a titolo di soddisfazione equa,
ha deciso, in quanto ad ogni danno materiale o morale risultante dalla violazione constatata nello specifico, che la domanda dell’applicazione dell’articolo 41 non si trovava in stato e l’ha riservata per intero, e
ha assegnato al richiedente la somma di 12 000 euro (EUR) per gli oneri e spese esposti da lui fino a quel momento nel procedimento dinnanzi alla Corte;
-si ? messa poi a disposizione delle parti in vista di giungere ad un ordinamento amichevole della causa, conformemente all’articolo 38 ? 1 b, della Convenzione,;
b) la sentenza resa il 15 dicembre 2004 dalla Corte costituzionale polacca (no K2/04) nella quale questa ha giudicato incostituzionale le disposizioni della legge di dicembre 2003, paragrafi 114-120 della sentenza al principale) che imponeva delle restrizioni quantitative al “diritto ad essere accreditato”, fissato al 15% del valore iniziale senza potere superare un massimale di 50 000 zlotys polacchi (PLN)), e che escludeva dal regime di indennizzo ogni persona che aveva percepito prima un qualsiasi risarcimento per i beni abbandonati al di l? del Boug;
c) la legge dell? 8 luglio 2005 sul collocamento in opera del diritto ad essere indennizzato per i beni abbandonati al di l? delle frontiere reali dello stato polacco (Ustawa oh realizacji prawa do rekompensaty z tytułu pozostawienia nieruchomości poza obecnymi granicami państwa polskiego-“la legge di luglio 2005”), adottata per prendere in conto le conclusioni decise rispettivamente dalla Corte nella sentenza al principale e dalla Corte costituzionale polacca nella sua suddetta sentenza del 15 dicembre 2004;
le parti, con l’assistenza della cancelleria della Corte, sono giunte ad un accordo sui termini di un ordinamento amichevole come esposto qui di seguito:
II. CONSIDERAZIONI GENERALI
1. I termini dell’ordinamento qui sotto si fondano sulle seguenti premesse:
-il torto e l’ingiustizia che derivano dalla legislazione polacca relativa ai beni abbandonati al di l? del Boug non ? il fatto dello stato polacco;
-la responsabilit? di questo allo sguardo della Convenzione si limita al collocamento in opera della legislazione applicabile durante il periodo che dipende dalla competenza della Corte che ? cominciato il 10 ottobre 1994;
-sono presi non solo in conto gli interessi del richiedente nello specifico, il Sig. B., ed il danno subito da lui conformemente alla violazione del suo diritto patrimoniale constatato dalla Corte, ma anche quelli dei richiedenti in cause similari di cui la Corte ? gi? o potrebbe essere investita, cos? come il danno subito da ciascuno di essi;
-in esecuzione della sentenza al principale, lo stato polacco ha l’obbligo a titolo dell’articolo 46 della Convenzione di prendere non solo delle misure di risarcimento individuale al riguardo del Sig. B. ma anche delle misure generali che riguardano gli altri richiedenti nelle cause relative ai beni abbandonati al di l? del Boug (punto 4 del dispositivo della sentenza al principale).
2. Dato che il valore reale dei beni ai quali si ricollega il diritto di cui il richiedente ? titolare in virt? della legislazione sui beni abbandonati al di l? del Boug (“diritto a titolo di beni abbandonati al di l? del Boug”) ? in controversia tra le parti, queste convengono ad un valore transazionale ai fini esclusivi del presente ordinamento amichevole. Nessuna delle parti ? legata da questa valutazione in quanto ad ogni procedimento che potrebbe essere impegnato ulteriormente a livello nazionale o internazionale concernente i beni in questione.
3. Ai fini del presente ordinamento amichevole, le parti convengono che il valore del diritto di cui il richiedente ? titolare in virt? della legislazione sui beni abbandonati al di l? del Boug ? definito secondo le modalit? contemplate nella legge di luglio 2005, in particolare il massimale legale massimo del 20% fissato all’articolo 13 ? 2 di questa.
4. Il presente ordinamento amichevole non mette ostacolo al fatto che il richiedente chieda ed ottenga a titolo di indennizzo un importo che supera il massimale del 20% fissato dala legge del 2005 attualmente nel caso in cui il diritto polacco giungesse a permetterlo nell’avvenire.
III. MISURE INDIVIDUALI
5. Il Governo verser? al richiedente, sul conto bancario che indicher? questo, una somma globale di 237 000 PLN (due cento trentasettemila zlotys polacchi) entro 15 (quindici) giorni a contare dalla data della decisione della sentenza della Corte che cancella la causa dal suo ruolo conformemente all’articolo 62 ? 3 del suo Ordinamento. La frazione di questo importo assegnato per oneri e spese sar? aumentata della tassa sul valore aggiunto eventualmente dovuto, essendo il resto della somma esente da ogni tassa o imposta.
6. L’importo globale indicato sopra si scompone come segue:
a) una somma di 213 000 PLN (due cento tredicimila, zlotys polacchi) che comprende:
i. il 20% del valore transazionale convenuto dei beni del richiedente abbandonati al di l? del Boug, definito conformemente alle modalit? esposte nella legge del luglio 2005; la somma corrispondente sar? versata senza che il richiedente debba seguire il procedimento ordinario previsto dalla legge del luglio 2005 e nonostante il fatto che i suoi ascendenti abbiano gi? percepito un indennizzo parziale che corrisponde al 2% del valore dei beni iniziali; e
ii. un’indennit? per ogni danno eventualmente subito dal richiedente conformemente alla violazione del suo diritto patrimoniale garantito dall’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione, che copre al tempo stesso,
-il danno morale che risulta dai sentimenti di incertezza e di frustrazione provata dal richiedente per il fatto che le autorit? polacche gli hanno impedito a lungo di esercitare il suo “diritto ad essere accreditato” durante il periodo che dipende dalla competenza temporale della Corte e
-il danno materiale presunto ma non cifrato;
b) 24 000 PLN (ventiquattromila zlotys polacchi) per gli oneri e spese esposti dal richiedente in pi? di quelli gi? coperti dall’indennit? accordata nella sentenza al principale.
7. Nel caso in cui la somma non venisse versata nel termine di quindici giorni contemplati al paragrafo 5 sopra, il Governo si impegna a pagare su questa somma, fino all’ordinamento, un interesse semplice di un importo uguale al tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea durante il periodo di mancamento aumentato di tre punti di percentuale.
8. Il richiedente accetta che il versamento sopra, una volte ricevuto da lui:
a) varr? come ordinamento definitivo ed integrale di tutte le sue richieste che dipendono dalla richiesta no 31443/96 dinnanzi alla Corte, e
b) provocher? l?estinzione del diritto di cui ? titolare in virt? della legislazione sui beni abbandonati al di l? del Boug, come ? consacrato dalla legge del luglio 2005.
9. Perci?, il richiedente
a) si impegna a non chiedere danno-interessi allo stato convenuto in risarcimento di ogni danno materiale e/o morale che deriva dai fatti giudicati dalla Corte costitutiva di una violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione nello specifico;
b) rinuncia a sollevare nell’avvenire qualsiasi pretesa contro le autorit? polacche dinnanzi ai tribunali civili polacchi, ivi compreso sul fondamento delle disposizioni del codice civile concernenti il diritto della responsabilit? civile (articoli 417 e suiv.), cos? come qualsiasi pretesa che possa essere sottoposta relativamente a questi fatti alla Corte o ad un altro organo internazionale.
10. Il presente ordinamento amichevole non vale in nessun caso come riconoscenza da parte del richiedente della legittimit? del massimale legale del 20% fissato dalla legge del luglio 2005 o della sua compatibilit? con la Costituzione polacca o la Convenzione.
IV. MISURE GENERALI
11. Il Governo formula la seguente dichiarazione che fa parte integrante del presente ordinamento, in quanto alle misure generali che devono essere prese conformemente alla sentenza principale della Corte.
DICHIARAZIONE DEL GOVERNO
DELLA REPUBBLICA DELLA POLONIA
Avuto riguardo agli obblighi che gli toccano in virt? dell’articolo 46 della Convenzione nella cornice dell’esecuzione della sentenza al principale della Corte nella causa Broniowski c. Poloni,( richiesta no 31443/96) in particolare a quelle concernenti le misure generali da adottare in vista di garantire il collocamento in opera del “diritto ad essere accreditato” non solo del richiedente nello specifico ma anche degli altri richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug, il Governo della Repubblica della Polonia
DICHIARA
a) impegnarsi a mettere in opera tutte le misure necessarie in quanto al diritto ed alla pratica interni il pi? presto possibile, conformemente alle indicazioni che la Corte ha dato al punto 4 del dispositivo della sentenza al principale e, a questo fine, a raddoppiare gli sforzi per rendere effettiva la legislazione sui beni abbandonati al di l? del Boug e per migliorare nella pratica il funzionamento del meccanismo di indennizzo dei richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug, in particolare del procedimento di asta pubblica e dei versamenti dei Fondi di indennizzo 8Fundusz Rekompensacyjny) instaurato dalla legge del luglio 2005,;
b) costringersi, per ci? che riguarda il procedimento di asta pubblica, a badare al fatto che gli organismi di stato competenti non ostacolino il collocamento in opera del “diritto ad essere accreditato” dei richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug,;
c) riconoscere il suo obbligo, oltre adottare delle misure generali in vista di togliere gli ostacoli al collocamento in opera del “diritto ad essere accreditato”, di mettere a disposizione degli altri richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug una forma di risarcimento per ogni danno materiale o morale subito da essi a causa del funzionamento difettoso nel loro caso del regime legislativo applicabile ai beni abbandonati al di l? del Boug; a questo riguardo,
-rileva, in quanto al danno materiale, che non ? contestato che un’azione civile impegnata in virt? dell’articolo 417 o, eventualmente, dell’articolo 4171 del codice civile costituisca un ricorso che permette un simile risarcimento;
-sottolinea, in quanto al danno morale, riferito in particolare ai sentimenti di incertezza e di frustrazione, che questo obbligo ? stato preso in conto con l’integrazione nella legge del luglio 2005 di modalit? di collocamento in opera del “diritto ad essere accreditato” pi? favorevoli di quelle che esistevnoa primariamente nella legislazione anteriore, queste modalit? pi? favorevoli che sono, la possibilit? di ottenere un risarcimento pecuniario, (świadczenia pieniężneg), al posto di dover partecipare al procedimento pi? pesante di asta pubblica e, secondariamente, il rialzo del massimale legale dell’indennizzo dal 15 al 20%; e
-si impegna per di pi? a non contestare dinnanzi alle giurisdizioni nazionali che l’articolo 448 composto con l’articolo 23 del codice civile sia adatto a fornire una base legale per la presentazione di una domanda per danno giuridico.
Per il Governo Per il richiedente
Jakub W. J. B. Z. C.
[firma] W. H. [firme]
Fatto in tre esemplari originali, in presenza, per la cancelleria della Corte europea dei Diritti dell’uomo, di
Paul Mahoney Renata Degener
[firma] [firma]
Fatto a Varsavia, il 6 settembre 2005″,
II. VALUTAZIONE DELLA CORTE
A. Considerazioni generali
32. La Corte ha competenza per cancellare una causa dal ruolo in caso di ordinamento amichevole, in virt? dell’articolo 39 della Convenzione, cos? formulata,:
“In caso di ordinamento amichevole, la Corte cancella la causa dal ruolo con una decisione che si limita ad una breve esposizione dei fatti e della soluzione adottata. “
L’esercizio di questa competenza ? subordinato tuttavia alle condizioni enunciate 37 ? agli articoli 1 e 38 ? 1 b, della Convenzione che regola rispettivamente la radiazione delle richieste del ruolo e la constatazione di ordinamenti amichevoli. I passaggi pertinenti di queste disposizioni si leggono cos?:
Articolo 37
(Radiazione)
“1. In ogni momento del procedimento, la Corte pu? decidere di cancellare una richiesta dal ruolo quando le circostanze permettono di concludere
(…)
b) che la controversia ? stata decisa; (…)
(…).
Tuttavia, la Corte prosegue l’esame della richiesta se il rispetto dei diritti dell’uomo garantito dalla Convenzione ed i suoi Protocolli l’esigono. “
Articolo 38
(Esame contraddittorio della causa e procedimento di ordinamento amichevole)
“1. Se la Corte dichiara una richiesta ammissibile, lei,
(…)
b) si mette a disposizione degli interessati in vista di giungere ad un ordinamento amichevole della causa che si ispira al rispetto dei diritti dell’uomo come riconosciuti dalla Convenzione ed dai suoi Protocolli. “
33. Segue che la Corte pu? cancellare una causa dal ruolo quando si ? assicurata che l’ordinamento al quale sono giunte le parti si ispira “al rispetto dei diritti dell’uomo come riconosciuti dalla Convenzione ed dai suoi Protocolli.” Questa esigenza ? enunciata all’articolo 62 ? 3 dell’Ordinamento della Corte, ai termini del quale:
“Se la camera apprende dal cancelliere che le parti accettano un ordinamento amichevole, e dopo essersi garantita che suddetto ordinamento si ispira al rispetto dei diritti dell’uomo come riconosciuti dalla Convenzione ed dai suoi Protocolli, cancella la causa dal ruolo conformemente all’articolo 43 ? 3 del presente Ordinamento. ”
L’articolo 43 ? 3 dell’Ordinamento precisa che “[l]a decisione di cancellare dal ruolo una richiesta dichiarata ammissibile”-come nel caso specifico-“riveste la forma di una sentenza.”
B. Implicazioni di un “procedimento di sentenza pilota”
34. Nello specifico, le parti sono giunte ad un ordinamento amichevole dopo che la Corte ebbe reso una sentenza sul merito della causa; ha concluso che la violazione del diritto del richiedente come lo garantisce la Convenzione derivava la sua origine da un problema su grande scala ed a carattere sistemico che toccava un gran numero di persone (Broniowski, sentenza precitata, ? 189). A questo proposito, la Corte ha detto che “lo stato convenuto [doveva] garantire, tramite misure legali e pratiche amministrative adeguate, il collocamento in opera del diritto patrimoniale in questione per gli altri richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug, o fornire [agli interessati] in luogo e in collocamento una correzione equivalente, conformemente ai principi della protezione dei diritti patrimoniali enunciati all’articolo 1 del Protocollo no 1” (punto 4 del dispositivo della sentenza al principale).
La Corte ha detto dunque chiaramente che le misure generali a livello nazionale si impongono nella cornice dell’esecuzione della sentenza, misure che dovevano prendere in considerazione le numerose persone toccate ed essere di natura tale da ovviare al mancamento strutturale da cui derivava la constatazione di violazione formulata dalla Corte. Ha rilevato anche che queste misure dovevano comprendere un meccanismo che offriva alle persone lese un risarcimento per la violazione stabilita dalla Convenzione . Ha precisato che una volta identificato un tale difetto, incombeva sulle autorit? nazionali, sotto il controllo del Comitato dei Ministri, di prendere, in modo retroattivo se occorreva, le misure di correzione necessarie conformemente al principio di sussidiariet? della Convenzione (ibidem, ? 193).
Questo approccio giurisdizionale adottato dalla Corte per trattare i problemi sistemici o strutturali che appaiono nell’ordine giuridico nazionale ? designato dall’espressione “procedimento di sentenza pilota” (vedere, per esempio, il memorandum che indica la posizione della Corte sulle proposte di riforma della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo ed altre misure che figurano nel rapporto del Comitato direttivo per i Diritti dell’uomo del 4 aprile 2003 (CDDH(2003)006 Finale, adottato all’unanimit? dalla Corte alla sua 43? sessione amministrativa il 12 settembre 2003, paragrafi 43-46, cos? come la risposta della Corte al rapporto di attivit? interinali della CDDH, preparata al termine della sua 46? sessione amministrativa plenaria tenuta il 2 febbraio 2004, paragrafo 37).
35. ? nella preoccupazione di facilitare la soppressione veloce ed effettiva di una disfunzione constatata nel sistema nazionale -polacco- di protezione di un diritto patrimoniale che la Corte ha designato la sentenza al principale come “sentenza pilota.” Uno dei fattori pertinenti ai quali ha avuto riguardo fu la minaccia crescente per il sistema della Convenzione e per la sua capacit? di trattare senza tregua il volume crescente di richieste che risultano da un gran numero di cause ripetitive che derivavano (ibidem tra altri) dallo stesso problema strutturale o sistemico. Del resto, il procedimento della sentenza pilota ha innanzitutto per vocazione di aiutare gli Stati contraenti ad assolvere il loro ruolo nel sistema della Convenzione decidendo questo genere di problemi a livello nazionale, in modo che riconoscano anche ci? alle persone riguardate i diritti e libert? definite nella Convenzione, come vuole l’articolo 1, offrendo loro una correzione pi? veloce alleggerendo anche il carico della Corte che, altrimenti, dovrebbe venire a conoscenza di una quantit? di richieste simili in sostanza. C’? luogo di ricordare che nella sentenza pilota che ha reso sulla richiesta del Sig. B., dopo avere constatato una violazione, la Corte ha rinviato il suo esame delle richieste che risultano dalla stessa causa generale “nell’attesa del collocamento in opera delle misure generali pertinenti” (ibidem, ? 198).
36. Nell’ipotesi di un ordinamento amichevole concluso dopo la decisione di una sentenza pilota sul merito di una causa, la nozione di “rispetto dei diritti dell’uomo come riconosciuti dalla Convenzione ed dai suoi Protocolli” si estende necessariamente al di l? dei soli interessi del richiedente di cui si tratta e comanda alla Corte di esaminare anche la causa sotto l’angolo delle “misure generali pertinenti.”
Si potrebbe escludere che anche prima che lo stato convenuto adotti una misura generale, o una misura generale adeguata, in esecuzione di una sentenza pilota sul merito (articolo 46 della Convenzione), la Corte sia portata a rendere una sentenza che cancella la richiesta dal ruolo sulla base di un ordinamento amichevole (articoli 37 ? 1 b, e 39) o a concedere una soddisfazione equa al richiedente (articolo 41). Tuttavia, tenuto conto del carattere sistemico o strutturale del mancamento che si trova all’origine della constatazione di violazione in una sentenza pilota, ? evidentemente augurabile per il buono funzionamento del meccanismo della Convenzione che correzione individuale e correzione generale vadano di pari passo. ? nel potere dello stato convenuto di prendere parallelamente le misure a carattere generale e le misure a carattere individuale necessarie e di procedere ad un ordinamento amichevole col richiedente sulla base di un accordo che integra queste due categorie di misure, il che rinforza anche con questo il carattere sussidiario del meccanismo di protezione dei diritti dell’uomo instaurato dalla Convenzione e facilita per la Corte ed il Comitato dei Ministri il compimento dei compiti che affidano loro rispettivamente l’articolo 41 e l’articolo 46 della Convenzione. Inversamente, ogni trasgressione di un Stato convenuto ad agire cos? mette necessariamente il sistema della Convenzione a pi? dura prova e scalza il suo carattere sussidiario.
37. In queste condizioni, per sapere se pu? cancellare la presente richiesta dal suo ruolo in applicazione degli articoli 39 e 37 ? 1 b, della Convenzione al motivo che la controversia ha trovato una soluzione e che il rispetto dei diritti dell’uomo come riconosciuti dalla Convenzione ed dai suoi Protocolli non si richiede che insegua il suo esame, conviene che la Corte consideri non solo la situazione individuale del richiedente ma anche le misure supposte per decidere il mancamento generale sottostante dell’ordine giuridico polacco che, nella sua sentenza al principale, ritiene per la sorgente della violazione constatata.
C. Termini dell’ordinamento amichevole al quale le parti sono arrivate
38. A questo proposito, la Corte nota che l’ordinamento amichevole concluso tra il Sig. B. ed il governo polacco abbordano sia gli aspetti generali che individuali della constatazione di una violazione del diritto patrimoniale garantito dall’articolo 1 del Protocollo no 1 al quale la Corte ? giunta nella sua sentenza al principale. La prima clausola dell’accordo enuncia espressamente che i termini dell’ordinamento si fondano sulla premessa che sono presi in conto non solo gli interessi del richiedente nello specifico ed il danno subito da lui conformemente alla violazione del suo diritto patrimoniale constatato dalla Corte, ma anche quelli dei richiedenti nelle cause similari di cui la Corte ? gi? o potrebbe essere investita, cos? come il danno subito da ciascuno di essi”, ed il fatto che ‘ “in esecuzione della sentenza al principale, lo stato polacco ha l’obbligo a titolo dell’articolo 46 della Convenzione di prendere non solo delle misure di risarcimento individuale al riguardo del Sig. B. ma anche delle misure generali che riguardano gli altri richiedenti nelle cause relative ai beni abbandonati al di l? del Boug” (paragrafo 31 sopra). Ai fini del loro ordinamento amichevole, le parti hanno riconosciuto le implicazioni della sentenza al principale dunque in quanto sentenza pilota.
1. Misure generale
39. Prima dell’ordinamento, il governo convenuto ha promulgato una legislazione modificativa, la legge del luglio 2005 (paragrafi 18-20 sopra) che, come precisa il preambolo all’accordo, ? “stata adottata per prendere in conto le conclusioni decise rispettivamente dalla Corte nella sentenza al principale e la Corte costituzionale nella sua sentenza del 15 dicembre 2004” (paragrafi 10-11, 14-17 e 31 sopra).
Nella sua sentenza al principale, la Corte ha giudicato che l’ostacolo ingiustificato messo all’esercizio del richiedente del suo diritto “al rispetto dei suoi beni” garantiti dall’articolo 1 del Protocollo no 1 risultava dalla condotta dello stato; difatti “le autorit? [polacche], imponendo delle limitazioni successive all’esercizio del “diritto del richiedente ad essere accreditato” ed avendo ricorso alle pratiche che ne hanno fatto un dritto non esecutivo ed inutilizzabile sul piano concreto, l’hanno reso illusorio e hanno distrutto la sua essenza stessa” (Broniowski, sentenza precitata, ? 185). La Corte ha osservato anche, relativamente all’estinzione giuridica estrema del “diritto del richiedente ad essere accreditato” in virt? della legge del dicembre 2003 (ibidem, ? 186) che non c’era “nessuna ragione imperativa affinch? un importo anche insignificante [ossia il 2% dell’indennizzo gi? percepito dalla famiglia del richiedente] privasse in s? l’interessato della possibilit? di ottenere almeno una parte del valore di quello a cui egli [poteva] pretendere, nelle condizioni di uguaglianza con gli altri richiedenti riguardati dai beni situati al di l? del Boug” (ibidem, ? 185 in fine). La legge del luglio 2005 combinata con gli impegni che il Governo ha preso nella dichiarazione che formula nella cornice dell’ordinamento amichevole hanno evidentemente per vocazione di togliere questi ostacoli pratici e giuridici all’esercizio del “diritto ad essere accreditato” dei richiedenti riguardati dai beni al di l? del Boug. Parimenti, tendendo la legge del luglio 2005 ad annullare gli aspetti restrittivi della legge del dicembre 2003 che la Corte costituzionale ha condannato specificamente nei motivi della sua sentenza del dicembre 2004, ossia il massimale massimo fissato a 50 000 zlotys polacchi (PLN) di indennizzo e l’esclusione di ogni altro “diritto ad essere accreditato” per tutti i richiedenti riguardati dai beni al di l? del Boug, come il richiedente che aveva percepito gi? un indennizzo, sotto qualsiasi forma e di qualsiasi importo che questo fosse (paragrafi 10-20 sopra).
La Corte osserva che, in questa ultima sentenza, la Corte costituzionale, nell’esercizio della sua propria funzione che ? -interpretare ed applicare la Costituzione polacca-ha giocato un ruolo importante per il fatto che ha fissato per il legislatore ed il potere esecutivo polacco le norme che devono regolare il rispetto dei diritti dell’uomo (Broniowski, sentenza precitata, ?? 77-86; e paragrafi 14-17 sopra) ed instaurato cos? in seno all’ordine giuridico interno delle migliori condizioni che permettono di garantire “i diritti e libert? definite [nella] Convenzione”, conformemente al principio di sussidiariet? che deriva dell’articolo 1 della Convenzione.
40. In quanto alla dichiarazione che il Governo ha fatto nell’ordinamento amichevole per ci? che riguarda le misure generali, la Corte nota che il suo tenore si riferisce al tempo stesso al modo in cui dovr? operare nell’avvenire il dispositivo legislativo sui beni abbandonati al di l? del Boug e la concessione di un risarcimento per ogni danno materiale o morale subito allora dai richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug a causa del funzionamento difettoso di questo dispositivo legislativo in passato.
41. Il Governo ha fatto in particolare stato a ricorsi di dritto civile specifici permettendo agli altri richiedenti riguardati dai beni abbandonati al di l? del Boug di chiedere dinnanzi alle giurisdizioni polacche di essere indennizzati di ogni danno materiale e/o morale subito da essi a causa della situazione strutturale che la sentenza al principale ha giudicato contraria all’articolo 1 del Protocollo no 1, e dunque di chiedere cos? il risarcimento sarebbe loro lecito in virt? dell’articolo 41 della Convenzione se la Corte fosse chiamata a conoscere individualmente dei loro casi.
L’esistenza di una via legale civile per il danno materiale causato dall’azione o l’omissione dello stato sembra chiaramente stabilita alla luce della giurisprudenza dei tribunali polacchi, in particolare della Corte suprema (paragrafi 22-28 sopra).
La posizione del diritto polacco per ci? che riguarda il recupero di un indennizzo presso le autorit? pubbliche per danno morale appare invece, meno nettamente (paragrafi 29-30 sopra.) Nella sua dichiarazione che figura nell’ordinamento amichevole, il governo convenuto d? ad intendere che un risarcimento in natura per il danno morale subito in passato dai richiedenti riguardati dai beni al di l? del Boug, in particolare i sentimenti di frustrazione e di incertezza che hanno provato, esista gi? fin da ora per il fatto che la legge del luglio 2005 contemplava delle modalit? pi? favorevoli di collocamento in opera del “diritto ad essere accreditato.” Comunque sia, il Governo si ? impegnato peraltro a non contestare che l’articolo 448 composto con l’articolo 23 del codice civile ? adeguato a fornire una base legale per la presentazione di una domanda per danno morale nell’ipotesi in cui questo o quel richiedente riguardato dai beni abbandonati al di l? del Boug desiderasse presentarne una dinnanzi ai tribunali polacchi.
42. Nella legislazione modificativa che ha promulgato e nella sua dichiarazione inclusa nell’ordinamento amichevole, il governo convenuto testimonia, secondo la Corte, della volont? tangibile di prendere delle misure destinate ad ovviare ai mancamenti strutturali constatati da lei nella sua sentenza al principale e dalla Corte costituzionale polacca nella sua sentenza del dicembre 2004. Cos?, in virt? dell’articolo 46 della Convenzione, appartiene al Comitato dei Ministri di valutare queste misure generali ed il loro collocamento in opera per ci? che riguarda la sorveglianza dell’esecuzione della sentenza al principale della Corte (vedere anche il paragrafo 43 ? 3 dell’Ordinamento di questa), allorch? si libera dal compito che gli spetta di decidere se c’? luogo o meno di cancellare la causa dal ruolo in applicazione degli articoli 37 ? 1 b) e 39 in seguito ad un ordinamento amichevole tra le parti, la Corte non pu? vedere nell’azione di correzione fin da ora gi? impresa o promessa dal governo convenuto che un fattore positivo per ci? riguarda il “rispetto dei diritti dell’uomo come riconosciuti dal la Convenzione ed dai suoi Protocolli” (paragrafo 37 sopra).
2. Misure individuali
43. In quanto al risarcimento accordato al Sig. B., il richiedente nello specifico, la Corte nota che il versamento che deve essere effettuato all’interessato conformemente all’accordo gli garantisce la soddisfazione accelerata del suo “diritto ad essere accreditato” in virt? del regime legislativo applicabile ai beni abbandonati al di l? del Boug come si presenta dall’adozione della legge del luglio 2005, cos? come l’indennizzo di ogni danno materiale e morale subito da lui. L’interessato conserva inoltre la facolt? di chiedere e di ottenere a titolo di indennizzo un importo che si aggiungerebbe al massimale del 20% fissato attualmente dalla legge del luglio 2005 nel caso in cui il diritto polacco lo permettesse nell’avvenire; e niente impedisce di contestare questo massimale del 20% dinnanzi alla Corte costituzionale polacca in seguito o, da ultimo, dinnanzi alla Corte (vedere sopra le clausole 6 e 10 dell’accordo al paragrafo 31).
D. Conclusione
44. Visto ci? che precede, la Corte stima che l’ordinamento concluso nello specifico si ispira al rispetto dei diritti dell’uomo come riconosciuti dalla Convenzione ed dai suoi Protocolli (articoli 37 ? 1 in fine della Convenzione e 62 ? 3 dell’Ordinamento).
Perci?, c’? luogo di cancellare la causa dal ruolo.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Prende atto dei termini dell’accordo di ordinamento amichevole e delle modalit? contemplate per garantire il rispetto degli impegni che vi sono enunciati (articolo 43 ? 3 dell’Ordinamento della Corte);
2. Decide di cancellare la causa dal ruolo.
Fatto in francese ed in inglese, poi comunicato per iscritto il 28 settembre 2005, in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’Ordinamento.
Luzius Wildhaber
Presidente Paul Mahoney Greffier
1. Traduzione francese effettuata dalla cancelleria della Corte a partire dalla traduzione inglese dei passaggi della sentenza del 15 dicembre 2004 che si basa su un documento disponibile sul sito web della Corte costituzionale, come la cancelleria l’ha rivisto per garantirne la conformit? con la terminologia utilizzata nella sentenza al principale.