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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE BRAMBILLA ET AUTRES c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 10
Numero: 22567/09/2016
Stato: Italia
Data: 2016-06-23 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni: Non -violazione dell?articolo 10- Libert? di parola (Generale) (Articolo 10-1- Libert? di comunicare delle informazioni)

PRIMA SEZIONE
CAUSA BRAMBILLA E ALTRI c. ITALIA
(Ricorso n. 22567/09)
SENTENZA
STRASBURGO
23 giugno 2016
Questa sentenza diverr? definitiva alle condizioni definite nell’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire modifiche di forma.
Nella causa Brambilla e altri c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell?uomo (prima sezione), riunita in una camera composta da:
Mirjana Lazarova Trajkovska, presidente,
Guido Raimondi,
Kristina Pardalos,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Paul Mahoney,
Ale? Pejchal,
Robert Spano, giudici,
e da Abel Campos, cancelliere di sezione,
Dopo aver deliberato in camera di consiglio il 31 maggio 2016,
Pronuncia la seguente sentenza, adottata in tale data:
PROCEDURA
1. All?origine della causa vi ? un ricorso (n. 22567/09) presentato contro la Repubblica italiana con cui tre cittadini di tale Stato, OMISSIS (?i ricorrenti?), hanno adito la Corte il 21 aprile 2009 in virt? dell?articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell?uomo e delle libert? fondamentali (?la Convenzione?).
2. I ricorrenti sono stati rappresentati dagli avv. OMISSIS, del foro di Milano. Il governo italiano (?il Governo?) ? stato rappresentato dal suo agente, E. Spatafora, e dal suo co-agente, P. Accardo.
3. I ricorrenti affermano che le misure adottate nei loro confronti, ossia la perquisizione del loro veicolo e del loro ufficio di redazione, il sequestro dei loro apparecchi radiofonici e la loro condanna hanno costituito una ingerenza sproporzionata nella loro libert? di espressione tutelata dall?articolo 10 della Convenzione, tenuto conto in particolare del fatto che hanno agito nell?esercizio della loro professione di giornalisti.
4. Il 7 novembre 2013 il ricorso ? stato comunicato al Governo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DEL CASO DI SPECIE
5. I ricorrenti sono nati rispettivamente nel 1954, 1976 e 1971 e sono residenti a Lecco.
6. Il primo ricorrente ? direttore di un giornale locale on line della provincia di Lecco. Gli altri due ricorrenti sono giornalisti che lavorano per lo stesso giornale.
7. Nell?esercizio della loro attivit?, i ricorrenti utilizzavano apparecchi radiofonici che avevano accesso a frequenze utilizzate dalla polizia o dal comando dei carabinieri. In questo modo, venivano a conoscenza delle comunicazioni trasmesse, allo scopo di recarsi rapidamente sui luoghi in cui si verificavano i fatti che avrebbero poi riportato in articoli di stampa.
8. Il 1? agosto 2002 i ricorrenti intercettarono una conversazione nel corso della quale il nucleo operativo dei carabinieri di Merate decideva di inviare una pattuglia su un luogo in cui, secondo informazioni anonime, erano state stoccate delle armi illegalmente.
9. I carabinieri si recarono dunque sul luogo interessato e, immediatamente, giunsero sul posto il secondo e il terzo ricorrente.
10. Muniti di un decreto di perquisizione, i carabinieri perquisirono l?auto dei ricorrenti, e trovarono due apparecchi ricetrasmittenti a modulazione di frequenze capaci di intercettare le radiocomunicazioni delle forze dell?ordine.
11. I carabinieri si recarono poi presso l?ufficio di redazione dei ricorrenti e sequestrarono due apparecchi riceventi fissi, tarati sulle radiofrequenze dei carabinieri. Nella memoria di tali apparecchi erano registrate altre frequenze di centri operativi delle forze di polizia.
A. Il procedimento penale avviato nei confronti dei ricorrenti in primo grado
12. Un procedimento penale fu avviato nei confronti del primo e del secondo ricorrente per installazione illegale di apparecchi finalizzata all?intercettazione di comunicazioni tra i centri operativi delle forze dell?ordine e le pattuglie (articoli 617, 617 bis e 623 bis del codice penale). Il terzo ricorrente fu accusato di avere acquisito le comunicazioni sopra menzionate (articoli 617 e 623 bis del codice penale).
13. Il 9 novembre 2004 il tribunale di Lecco assolse i ricorrenti, considerando che gli articoli del codice penale in questione dovessero essere interpretati alla luce dell?articolo 15 della Costituzione, che tutela unicamente le comunicazioni di natura riservata.
14. Il tribunale osserv? che l?apparecchio radio utilizzato dalle forze dell?ordine non era di natura tale da poter garantire la riservatezza delle informazioni trasmesse. Perci?, l?intercettazione delle comunicazioni in causa non costituiva reato. Inoltre, il possesso e l?utilizzo di apparecchi radioriceventi non erano vietati in quanto tali.
B. Il procedimento di appello
15. Il procuratore generale di Milano e il procuratore di Lecco interposero appello. Essi ritenevano che l?interpretazione fornita dal tribunale di Lecco non fosse conforme alla giurisprudenza della Corte di cassazione in materia (citarono in particolare la sentenza n. 12655 del 23 gennaio 2001) e che la natura riservata delle comunicazioni in questione era evidente, tenuto conto degli obiettivi di protezione della sicurezza e dell?ordine pubblici. Inoltre, tali comunicazioni riguardavano le prime indagini successive alla perpetrazione di un reato, ed erano pertanto soggette all?obbligo di riservatezza di cui all?articolo 329 del codice di procedura penale.
16. Inoltre, la natura riservata sopra menzionata risultava anche dal fatto che i carabinieri utilizzavano un linguaggio codificato per le comunicazioni riguardanti i luoghi e il tipo di intervento, volto manifestamente a escludere terze persone dalla conoscenza delle informazioni scambiate. Peraltro, le frequenze radiofoniche in questione erano assegnate esclusivamente ai centri operativi dal ministero della Difesa.
17. Inoltre, per intercettare le conversazioni in questione i ricorrenti avevano dovuto acquistare uno specifico impianto radio, in quanto quello normale non poteva servire a tale scopo. D?altra parte, il fatto che tali strumenti potessero essere liberamente acquistati sul mercato non giustificava il loro utilizzo per fini di intercettazione di conversazioni delle forze dell?ordine.
18. Inoltre, in applicazione del decreto del presidente della Repubblica n. 447 del 2001, in vigore all?epoca dei fatti, tali strumenti venivano normalmente acquistati da radioamatori ma non potevano essere utilizzati per intercettare le radiofrequenze della polizia. Infine, il decreto del ministero delle Comunicazioni dell?11 febbraio 2003 aveva vietato espressamente ai radioamatori di intercettare comunicazioni che non avevano il diritto di ricevere.
C. La sentenza della corte d?appello di Milano
19. Con una sentenza resa il 15 maggio 2007 la corte d?appello di Milano condann? il primo e il secondo ricorrente alla pena di un anno e tre mesi di reclusione. Il terzo ricorrente fu condannato a sei mesi di reclusione. La corte d?appello accord? ai ricorrenti la sospensione della pena.
20. La corte osserv? che l?articolo 623 bis del codice penale, modificato dalla legge n. 547 del 23 novembre 1993, aveva esteso la responsabilit? penale alla trasmissione di dati a distanza, e dunque anche all?intercettazione delle conversazioni tra i nuclei operativi e le pattuglie delle forze dell?ordine.
21. La riservatezza di tali comunicazioni era del resto evidente. Ribadendo tutte le considerazioni dei procuratori di Milano e Lecco, in particolare per quanto riguarda gli obiettivi di tutela della sicurezza e dell?ordine pubblici, la corte d?appello consider? che, nel caso di specie, fosse applicabile anche l?articolo 329 del codice di procedura penale.
D. Il procedimento dinanzi alla Corte di cassazione
22. I ricorrenti presentarono ricorso per cassazione, affermando che le comunicazioni in questione venivano trasmesse su frequenze in chiaro e non potevano dunque essere considerate come riservate. Inoltre, essi avevano agito nell?ambito del loro lavoro di giornalisti, pertanto le loro azioni erano giustificate ai sensi dell?articolo 51 del codice penale e della libert? di stampa.
23. Con una sentenza resa il 28 ottobre 2008, la Corte di cassazione respinse il ricorso dei ricorrenti confermando la posizione della corte d?appello per quanto riguarda la riservatezza delle comunicazioni in questione e ribadendo che tale interpretazione era conforme alla giurisprudenza della Corte di cassazione in casi analoghi e, in particolare alle sentenze nn. 25488 del 6 maggio 2004 e n. 5299 del 15 gennaio 2008.
24. Per quanto riguarda l?argomento dei ricorrenti relativo alla libert? di stampa, la Corte indic? che il diritto di informare invocato da questi ultimi poteva prevalere sugli interessi pubblici tutelati dalla legge penale in un caso eventuale di diffamazione, ma non poteva essere prevalente in caso di intercettazione illecita delle comunicazioni delle forze dell?ordine.
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
A. Gli articoli pertinenti della Costituzione
Articolo 15
?La libert? e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione pu? avvenire soltanto per atto motivato dell’autorit? giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.?
Articolo 21
?Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non pu? essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si pu? procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorit? giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorit? giudiziaria, il sequestro della stampa periodica pu? essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorit? giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.
La legge pu? stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.?
B. Gli articoli pertinenti del codice penale
Articolo 51 c. 1: Esercizio di un diritto o adempimento di un dovere
?L?esercizio di un diritto o l?adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica Autorit?, esclude la punibilit? (…).?
Articolo 253: Sequestro
?L?autorit? giudiziaria dispone con decreto motivato il sequestro del corpo del reato (…).?
Articolo 617: Cognizione, interruzione o impedimento illeciti di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche
?Chiunque, fraudolentemente, prende cognizione di una comunicazione o di una conversazione, telefoniche o telegrafiche, tra altre persone o comunque a lui non dirette, ovvero le interrompe o le impedisce ? punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Salvo che il fatto costituisca pi? grave reato, la stessa pena si applica a chiunque rivela, mediante qualsiasi mezzo di informazione al pubblico, in tutto o in parte, il contenuto delle comunicazioni o delle conversazioni indicate nella prima parte di questo articolo. (…)?
Articolo 617 bis: Installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche
?Chiunque, fuori dei casi consentiti dalla legge, installa apparati, strumenti, parti di apparati o di strumenti al fine di intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche tra le altre persone ? punito con la reclusione da uno a quattro anni (…).?
Articolo 623 bis: Altre comunicazioni e conversazioni
(come modificato dalla legge n. 547 del 23 novembre 1993)
?Le disposizioni contenute nella presente sezione, relative alle comunicazioni e conversazioni telegrafiche, telefoniche, informatiche o telematiche, si applicano a qualunque altra trasmissione a distanza di suoni, immagini od altri dati.?
Articolo 684: Pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale
?Chiunque pubblica, in tutto o in parte (?) atti o documenti di un procedimento penale, di cui sia vietata per legge la pubblicazione, ? punito con l’arresto fino a trenta giorni o con l’ammenda da cinquantuno euro a duecentocinquantotto euro.?
C. Gli articoli pertinenti del codice di procedura penale
Articolo 247: Casi e forme della perquisizione
?Quando vi ? fondato motivo di ritenere che (?) il corpo del reato si trovi in un determinato luogo (?), ? disposta perquisizione locale. (…)?
Articolo 329: Obbligo del segreto
?Gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria sono coperti dal segreto fino a quando l’imputato non ne possa avere conoscenza e, comunque, non oltre la chiusura delle indagini preliminari (…)?
D. Il decreto del Presidente della Repubblica n. 447 del 2001 in materia di licenze individuali e di autorizzazioni generali per i servizi di telecomunicazioni ad uso privato (in vigore all?epoca dei fatti)
25. Tale decreto prevede nelle sue parti pertinenti che, per conseguire l?autorizzazione per l’impianto o l’esercizio di stazione di radioamatore, ? necessario sostenere delle prove per ottenere una patente (articoli 33 e 34). Inoltre, ? libera l’attivit? di solo ascolto sulla gamma di frequenze attribuite al servizio di radioamatore (articolo 43). Sono di libero uso gli apparati radioelettrici (solo riceventi) per i quali non ? prevista assegnazione di frequenze (articolo 6 c. 2 b).
E. L?articolo 12 c. 8 del decreto del ministero delle Comunicazioni dell?11 febbraio 2003 (non in vigore all?epoca dei fatti)
?? vietato ai radioamatori intercettare comunicazioni che essi non hanno titolo a ricevere; ? comunque vietato far conoscere a terzi il contenuto e l’esistenza dei messaggi intercettati e involontariamente captati.?
F. La giurisprudenza della Corte di cassazione in materia
1) La sentenza n. 12655 del 23 gennaio 2001
26. In questa sentenza, relativa all?utilizzo di apparecchiatura di registrazione al fine di intercettare le conversazioni telefoniche della coniuge dell?imputato, la Corte di cassazione ha confermato la condanna di quest?ultimo alla pena di otto mesi di reclusione.
2) La sentenza n. 25488 del 6 maggio 2004
27. In questa sentenza, la Corte di cassazione ha confermato le sentenze di primo e secondo grado con le quali era stata dichiarata la responsabilit? penale dell?imputato che aveva utilizzato apparecchi radiofonici per intercettare le comunicazioni tra membri delle forze dell?ordine. La Corte di cassazione ha concluso che tali azioni costituivano reato ai sensi dell?articolo 617 bis del codice penale.
28. Essa ha osservato che, in seguito alla modifica apportata dalla legge n. 547 del 23 novembre 1993 al testo dell?articolo 623 bis del codice penale, l?articolo 617 bis del codice penale era applicabile non solo in caso di installazione di apparecchiatura volta a intercettare ?comunicazioni telegrafiche o telefoniche? (come previsto dalla vecchia formulazione del testo, che implicava ?un collegamento su filo o ad onde guidate?), ma si estendeva ad ogni genere di ?trasmissione a distanza di suoni, immagini ed altri dati?.
3) La sentenza n. 5299 del 15 gennaio 2008
29. In questa sentenza la Corte di cassazione, decidendo su fatti simili a quelli oggetto della sentenza n. 25488/2004, giunse alle stesse conclusioni che in quest?ultima causa.
30. Essa osserv? inoltre che, prima dell?entrata in vigore della legge n. 547 del 23 novembre 1993, la giurisprudenza era orientata a concludere che all?intercettazione delle radiocomunicazioni tra la centrale operativa e le pattuglie delle forze dell?ordine effettuata per mezzo delle onde elettriche propagate nello spazio in un senso omnidirezionale non era applicabile l?articolo 617 bis del codice penale. In effetti, l?articolo 623 bis del codice penale, limitava il campo di applicazione di quest?ultima disposizione ai ?collegamenti su filo o ad onde guidate?, di cui non facevano parte le onde radio.
31. Tuttavia, in seguito alle modifiche apportate dalla legge n. 547 del 23 novembre 1993, l?articolo 617 bis era applicabile ai fatti in questione.
IN DIRITTO
SULLA DEDOTTA VIOLAZIONE DELL?ARTICOLO 10 DELLA CONVENZIONE
32. Invocando l?articolo 10 della Convenzione, i ricorrenti lamentano la perquisizione del loro veicolo e del loro ufficio di redazione, il sequestro della loro apparecchiatura radiofonica e la loro condanna. Ritengono che tali misure costituiscano una ingerenza sproporzionata nella loro libert? di espressione, in particolare per quanto riguarda il loro accesso alle informazioni in quanto giornalisti. Tale disposizione recita:
?1. Ogni persona ha diritto alla libert? d?espressione. Tale diritto include la libert? d?opinione e la libert? di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorit? pubbliche e senza limiti di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli Stati di sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, cinematografiche o televisive.
2. L?esercizio di queste libert?, poich? comporta doveri e responsabilit?, pu? essere sottoposto alle formalit?, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una societ? democratica, alla sicurezza nazionale, all?integrit? territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa dell?ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l?autorit? e l?imparzialit? del potere giudiziario.?
A. Sulla ricevibilit?
33. Il Governo sostiene anzitutto che, esaminando la questione del rispetto del diritto dei ricorrenti alla libert? di espressione nel caso di specie, la Corte assumerebbe il ruolo di un giudice di ?quarto grado?, questione gi? chiarita da una sentenza della Corte di cassazione.
34. Il Governo osserva inoltre che i ricorrenti hanno fatto riferimento all?argomento relativo alla libert? di stampa (articolo 51 del codice penale) solo nella fase del procedimento dinanzi alla Corte di cassazione. Pertanto il presente ricorso dovrebbe essere respinto per mancato esaurimento delle vie di ricorso interne, ai sensi dell?articolo 35, commi 1 e 4 della Convenzione.
35. Il Governo osserva poi che i fatti sottoposti all?esame della Corte non rientrano nella libert? di espressione sancita dall?articolo 10 della Convenzione, in quanto i ricorrenti sono stati condannati non per avere espresso un?idea o pubblicato una informazione ma per avere illecitamente intercettato delle comunicazioni che, per evidenti motivi inerenti alla pubblica sicurezza, erano di natura riservata.
36. Quanto all?eccezione di mancato esaurimento delle vie di ricorso interne, i ricorrenti indicano che, essendo stati assolti in primo grado, non avevano motivi per eccepire la scriminante di cui all?articolo 51 del codice penale in una fase anteriore al procedimento dinanzi alla Corte di cassazione.
37. I ricorrenti osservano che le radiofrequenze in questione erano liberamente accessibili. Inoltre, essi contestano la posizione del Governo ritenendo di avere subito una ingerenza nel loro diritto di informare. A questo proposito, sostengono che la Corte ha gi? concluso dichiarando l?applicabilit? dell?articolo 10 in alcuni casi di condanne conseguenti alla comunicazione di informazioni riservate nella fase delle indagini preliminari (Laranjeira Marques da Silva c. Portogallo, n. 16983/06, 19 gennaio 2010), o relative al segreto di Stato (Stoll c. Svizzera [GC], n. 69698/01, CEDU 2007 V) o ancora, in un caso di riproduzione, in un libro, di elementi di un fascicolo istruttorio (Dupuis e altri c. Francia, n. 1914/02, 7 giugno 2007).
38. I ricorrenti denunciano infine per la prima volta nelle loro osservazioni in risposta a quelle del Governo che l?operazione di polizia di cui sono stati oggetto sarebbe stata orchestrata.
39. La Corte considera anzitutto che la doglianza in esame non riguardi una violazione del diritto a un processo equo (si vedano Contrada c. Italia (n. 2), n. 7509/08, ? 70, 11 febbraio 2014 e, a contrario, tra molte altre, G?fgen c. Germania [GC], n. 22978/05, ? 162, CEDU 2010) e che, come regola generale, ? in questo contesto che pu? essere valutato il ruolo della Corte in quanto ?quarto grado di giudizio?.
40. Quanto all?eccezione di mancato esaurimento delle vie di ricorso interne, sulla scia dei ricorrenti la Corte osserva che questi hanno sollevato la loro doglianza nella prima fase utile del procedimento. ? dunque opportuno rigettare l?eccezione sollevata dal governo convenuto.
41. La Corte osserva inoltre che il Governo contesta che i ricorrenti siano stati oggetto di una ingerenza nella loro libert? di espressione. L?articolo 10 della Convenzione non sarebbe dunque applicabile nel caso di specie. La Corte rammenta che, nella loro qualit? di giornalisti, i ricorrenti lamentano di essere stati condannati per avere avuto accesso a informazioni che il sistema giuridico italiano classifica come riservate.
42. Essa constata che gli esempi di giurisprudenza ai quali i ricorrenti fanno riferimento allo scopo di dimostrare l?esistenza del loro diritto di informare vertono tuttavia su circostanze diverse da quelle della presente causa, in quanto riguardano sanzioni conseguenti alla pubblicazione di determinate informazioni.
43. La Corte osserva di avere concluso pi? recentemente per l?applicabilit? dell?articolo 10 in un caso relativo al comportamento di un giornalista che si era rifiutato di ottemperare ad alcuni ordini della polizia durante una manifestazione, e di avere esaminato le misure adottate nei suoi confronti (Pentik?inen c. Finlandia ([GC], n. 11882/10, CEDU 2015). In ogni caso, essa osserva che nessuna delle cause sopra menzionate riguarda la questione, nuova, dell?intercettazione da parte di giornalisti di radiocomunicazioni riservate intercorse tra membri delle forze dell?ordine nell?esercizio delle loro funzioni.
44. Si pone pertanto la questione di stabilire se la causa dei ricorrenti rientri nel campo di applicazione dell?articolo 10 della Convenzione. Tuttavia, la Corte non ritiene di dover esaminare la questione in quanto anche a voler supporre che vi sia stata una ingerenza nei diritti sanciti da tale disposizione della Convenzione, essa sarebbe giustificata per i motivi di seguito esposti (paragrafi 57 – 68).
45. Infine, la Corte constata che la doglianza dei ricorrenti riguardante la presunta orchestrazione dell?operazione di polizia di cui sono stati oggetto ? stata presentata dopo la comunicazione del ricorso al governo convenuto. Per di pi?, tale doglianza non ha costituito un aspetto del ricorso sul quale le parti si sono scambiate le loro osservazioni (si vedano Piryanik c. Ucraina, n. 75788/01, ?? 19-20, 19 aprile 2005, Gallucci c. Italia, n. 10756/02, ?? 55-57, 12 giugno 2007 e M.C. e altri c. Italia, n. 5376/11, ? 54, 3 settembre 2013). La Corte ritiene dunque non doversi esaminare tale doglianza.
46. Quanto al resto, la Corte constata che il ricorso non ? manifestamente infondato ai sensi dell?articolo 35 ? 3 a) della Convenzione e non incorre in altri motivi di irricevibilit?. Lo dichiara dunque ricevibile.
B. Sul merito
1. Gli argomenti delle parti
47. I ricorrenti affermano che le misure adottate nei loro confronti non erano proporzionate agli obiettivi indicati dal governo convenuto e che il diritto di informare doveva prevalere nel loro caso. I ricorrenti ritengono anche che la pena detentiva che ? stata applicata a loro carico era eccessiva.
48. Il Governo osserva che, anche a voler supporre che vi sia stata una ingerenza nel diritto invocato dai ricorrenti, la stessa perseguiva obiettivi legittimi che consistevano nella protezione della sicurezza nazionale e della sicurezza pubblica, nella difesa dell?ordine e nella prevenzione del crimine, ed era proporzionata a questi ultimi.
2. La valutazione della Corte
a) Sull?esistenza di una ingerenza ?prevista dalla legge? e sugli scopi legittimi perseguiti
49. La Corte ribadisce i propri dubbi per quanto riguarda la circostanza che vi sia stata una ingerenza nella libert? di espressione dei ricorrenti nel caso di specie. Anche a voler supporre che l?articolo 10 fosse applicabile, essa osserva che le misure di perquisizione, sequestro e privazione della libert? applicate nei loro confronti erano previste dalla legge, ossia gli articoli 247 del codice di procedura penale e 253, 617, 617 bis e 623 bis del codice penale.
50. La Corte ritiene che le misure in questione perseguissero scopi legittimi rispetto all?articolo 10 ? 2 della Convenzione, soprattutto la tutela dei diritti altrui e, per quanto riguarda pi? in particolare l?intercettazione delle comunicazioni delle forze di polizia, la protezione della sicurezza nazionale, la difesa dell?ordine e la prevenzione della criminalit?.
b) Sulla necessit? delle misure adottate nei confronti dei ricorrenti in una societ? democratica
i. Principi generali
51. I principi generali che permettono di valutare la necessit? di una determinata ingerenza nell?esercizio della libert? di espressione sono stati sintetizzati nella sentenza Pentik?inen c. Finlandia (sopra citata, ?? 87-91).
52. In questa stessa sentenza, la Corte ha rammentato che la tutela che l?articolo 10 offre ai giornalisti ? subordinata alla condizione che questi agiscano in buona fede in modo tale da fornire informazioni precise e attendibili nel rispetto dei principi di un giornalismo responsabile (si vedano, mutatis mutandis, Bladet Troms? e Stensaas c. Norvegia [GC], n. 21980/93, ? 65, CEDU 1999-III, Fressoz e Roire c. Francia [GC], n. 29183/95, ? 54, CEDU 1999 I, Kasabova c. Bulgaria, n. 22385/03, ?? 61 e 63-68, 19 aprile 2011, e Times Newspapers Ltd c. Regno Unito (nn. 1 e 2), nn. 3002/03 e 23676/03, ? 42, CEDU 2009).
53. Inoltre, il giornalismo responsabile ? una nozione che non copre unicamente il contenuto delle informazioni che vengono raccolte e/o diffuse con mezzi giornalistici, ma comprende anche, tra l?altro, la liceit? del comportamento dei giornalisti, in particolare dal punto di vista dei loro rapporti pubblici con le autorit? nell?esercizio delle loro funzioni di giornalisti (Pentik?inen, sopra citata, ? 90).
54. ? opportuno ricordare anche che ?malgrado il ruolo fondamentale svolto dai media in una societ? democratica, i giornalisti non possono, in linea di principio, essere svincolati dal loro dovere di rispettare le leggi penali di diritto comune in quanto l?articolo 10 offrirebbe loro una tutela inattaccabile (si vedano, tra altre e mutatis mutandis, Stoll c. Svizzera [GC], sopra citata, ? 102, Bladet Troms? e Stensaas c. Norvegia [GC], sopra citata, ? 65, e Monnat c. Svizzera, n. 73604/01, ? 66, CEDU 2006-X). In altri termini, un giornalista autore di un reato non pu? avvalersi di una immunit? penale esclusiva ? di cui non beneficiano le altre persone che esercitano la loro libert? di espressione ? soltanto in quanto il reato in questione ? stato commesso nell?esercizio delle sue funzioni di giornalista? (Pentik?inen, sopra citata, ? 91).
55. Inoltre, qualsiasi persona, sebbene giornalista, che eserciti la propria libert? di espressione, assume ?dei doveri e delle responsabilit?? la cui portata dipende dalla sua situazione e dal procedimento tecnico utilizzato (si veda, ad esempio, Handyside c. Regno Unito, 7 dicembre 1976, ? 49 in fine, serie A n. 24). In tal modo, nonostante il ruolo fondamentale che svolgono i media in una societ? democratica, i giornalisti non possono, in linea di principio, essere svincolati, avvalendosi della protezione che offre loro l?articolo 10, dal loro obbligo di rispettare le leggi penali di diritto comune. Il paragrafo 2 dell?articolo 10 pone del resto i limiti dell?esercizio della libert? di espressione, che restano validi anche quando si tratta di riportare nella stampa questioni serie di interesse generale (Stoll, sopra citata, ? 102 e Pentik?inen, sopra citata, ? 110).
56. Infine, la Corte rammenta che, nell?analisi della necessit? di una determinata ingerenza nell?esercizio della libert? di espressione, la Corte tiene conto di vari criteri, ossia la valutazione degli interessi coesistenti, il comportamento dei ricorrenti, il controllo esercitato dai giudici nazionali e la proporzionalit? della sanzione inflitta (Stoll, sopra citata, ? 153, Pentik?inen, sopra citata, ?? 112 e 113 e Boris Erdtmann c. Germania (dec.), n. 56328/10, 5 gennaio 2016).
ii. Applicazione di questi principi al caso di specie
57. Si deve osservare anzitutto che, a differenza di altre cause sottoposte all?esame della Corte da parte di alcuni giornalisti in base all?articolo 10 della Convenzione (in particolare, tra molte altre, la causa Stoll, sopra citata) la presente causa non verte sul divieto di una pubblicazione, ma ha ad oggetto delle misure adottate nei confronti di giornalisti per atti che, secondo il sistema giuridico italiano, erano contrari alla legge penale.
58. Allo scopo di valutare la necessit? di tali misure, la Corte osserva che gli interessi da bilanciare nella presente causa sono costituiti, da una parte, dall?interesse pubblico al buon funzionamento delle forze dell?ordine e, dall?altra, dall?interesse dei lettori a ricevere delle informazioni.
59. Per quanto questi due interessi possano essere considerati entrambi come aventi un carattere pubblico (si veda, mutatis mutandis, Stoll, sopra citata, ?? 115-116), si deve osservare comunque che l?interesse del pubblico a venire a conoscenza di fatti di cronaca in un giornale locale non pu? avere lo stesso peso di quello del pubblico a raccogliere informazioni su una questione di interesse generale e storica o di grande interesse mediatico, questioni che la Corte ha gi? avuto occasione di esaminare.
60. A questo proposito, essa rammenta che la causa Stoll (sopra citata) riguardava la diffusione di informazioni inerenti al risarcimento dovuto alle vittime dell?Olocausto per i fondi istituiti per mancanza di eredi su conti bancari svizzeri. La sentenza Pentik?inen (sopra citata) riguardava la diffusione di informazioni relative a una manifestazione di protesta contro una riunione Asia-Europa, la cui risonanza a livello nazionale era eccezionale.
61. Nel caso di specie, la Corte osserva che non ? stato vietato ai ricorrenti di portare a conoscenza del pubblico dei fatti di cronaca. La loro condanna si ? basata unicamente sulla detenzione e l?utilizzo di apparecchi radiofonici per ottenere pi? rapidamente informazioni a questo riguardo intercettando le comunicazioni tra forze di polizia, di natura riservata secondo il diritto interno. Nel valutare la proporzionalit? ? necessario tenere ben presenti questi limiti del divieto.
62. In questo contesto la Corte ritiene che le decisioni della corte d?appello di Milano e della Corte di cassazione che concludono per la natura riservata delle comunicazioni scambiate tra gli operatori delle forze dell?ordine e, di conseguenza, per la qualificazione penale degli atti compiuti dai ricorrenti siano state debitamente motivate. Tali decisioni, che si basano su una giurisprudenza consolidata della Corte di cassazione, hanno accordato un posto di primo piano alla difesa della sicurezza nazionale, alla difesa dell?ordine e alla prevenzione del crimine.
63. La Corte osserva inoltre che, secondo la propria giurisprudenza (Stoll, sopra citata, ? 153 e Pentik?inen, sopra citata, ?? 112 e 113), anche la gravit? della sanzione imposta ai ricorrenti ? un elemento di cui tenere conto nel valutare la proporzionalit? dell?ingerenza controversa. Nella presente causa, tale sanzione ? consistita nella condanna a una pena detentiva di un anno e tre mesi per il primo e il secondo ricorrente e di sei mesi per il terzo, nonch? nel sequestro degli apparecchiature radio.
64. La Corte rammenta che la nozione di giornalismo responsabile implica che, nel momento in cui il comportamento di un giornalista ? contrario al dovere di rispettare le leggi penali di diritto comune, lo stesso deve sapere che si espone a sanzioni giuridiche, in particolare penali (Pentik?inen, sopra citata, ? 110).
65. Nel caso di specie, allo scopo di ottenere informazioni che potessero essere pubblicate su un giornale locale, i ricorrenti hanno avuto un comportamento che, secondo il diritto interno e l?interpretazione costante della Corte di cassazione, era contrario alla legge penale, che vieta, in maniera generale, l?intercettazione da parte di una persona di qualsiasi conversazione non rivolta a lei, tra cui quelle delle forze di polizia. Gli atti dei ricorrenti consistevano peraltro in una tecnica utilizzata correntemente nell?esercizio della loro attivit? di giornalisti (si veda il paragrafo 7 supra).
66. La Corte osserva infine che, nella sua sentenza del 15 maggio 2007, la corte d?appello di Milano ha accordato ai ricorrenti la sospensione della pena e che non vi sono elementi nel fascicolo da cui risulti che i ricorrenti avevano scontato le pene detentive loro inflitte. Le sanzioni applicate ai ricorrenti non sembrano dunque sproporzionate.
67. Tali giudici hanno stabilito una distinzione appropriata tra il dovere dei ricorrenti di rispettare la legge interna e il proseguimento da parte loro dell?attivit? giornalistica, non limitata per il resto.
68. Tenuto conto di questi elementi, la Corte conclude che non vi ? stata violazione dell?articolo 10 della Convenzione nel caso di specie.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL?UNANIMIT?,
1. Dichiara il ricorso ricevibile;
2. Dichiara che non vi ? stata violazione dell?articolo 10 della Convenzione.
Fatta in francese, poi comunicata per iscritto il 23 giugno 2016, in applicazione dell?articolo 77 ?? 2 e 3 del regolamento della Corte.
Abel Campos
Cancelliere
Mirjana Lazarova Trajkovska
Presidente
Alla presente sentenza ? allegata, conformemente agli articoli 45 ? 2 della Convenzione e 74 ? 2 del regolamento, l?esposizione dell?opinione separata del giudice Spano.
M.L.T.
A.C.
OPINIONE CONCORDANTE DEL GIUDICE SPANO
(Traduzione)
I
1. I ricorrenti, il direttore di un giornale on line locale e due dei suoi giornalisti furono condannati per accesso illegale a radiofrequenze utilizzate dalla polizia durante le attivit? di quest?ultima, in quanto le informazioni raccolte in questo modo dai giornalisti erano considerate riservate in virt? del codice penale italiano. La Corte ha ritenuto che non fosse stato violato l?articolo 10 della Convenzione. Aderisco a questa conclusione. Tuttavia, mi propongo di spiegare il motivo per cui considero che il ragionamento adottato dalla Corte sia nella sua sostanza un po? troppo generico.
2. Il giornalismo di inchiesta costituisce una caratteristica importante delle societ? democratiche. Come ha dimostrato la storia, un giornalismo responsabile pu?, se condotto in modo efficace, far emergere informazioni di grande valore per l?interesse generale e in tal modo promuovere e rafforzare i valori democratici fondamentali di responsabilit? e trasparenza. Come ha gi? affermato la Corte, il giornalismo responsabile, attivit? professionale tutelata dall?articolo 10 della Convenzione, ? una nozione che non copre solo il contenuto delle informazioni che vengono raccolte e/o diffuse con mezzi giornalistici. Essa comprende anche, tra l?altro, la liceit? del comportamento dei giornalisti, in particolare dal punto di vista dei loro rapporti pubblici con le autorit? nell?esercizio delle loro funzioni giornalistiche. ? importante precisare che il fatto che un giornalista abbia violato la legge a questo proposito deve essere tenuto presente ma non ? determinante per stabilire se egli abbia agito in maniera responsabile.
3. Come ha ammesso la Corte nella sua sentenza di Grande Camera nella causa Stoll c. Svizzera ([GC], n. 69698/01, ? 102, CEDU 2007 V), anche se un giornalista pu? incontestabilmente avere violato la legge penale ? ad esempio pubblicando informazioni riservate, come nella causa citata ? non ci si pu? limitare ad una semplice constatazione di una violazione di una disposizione del diritto penale ai fini dell?esame della necessit? e della proporzionalit? che deve essere condotto dal punto di vista dell?articolo 10 ? 2 della Convenzione. Se cos? non fosse, gli Stati contraenti sarebbero autorizzati a sovvertire il ruolo fondamentale che svolge la stampa nel funzionamento di una societ? democratica infliggendo ai giornalisti delle sanzioni penali non appena si apprestano a mettere in luce fatti che possono nuocere all?immagine di chi detiene il potere.
4. Ma ? chiaro che un giornalista non pu? avvalersi di una immunit? penale esclusiva ? di cui non godono le altre persone che esercitano il loro diritto alla libert? di espressione ? unicamente perch? il reato in questione ? stato commesso nell?esercizio delle sue funzioni di giornalista. Qualsiasi persona, per quanto giornalista, che esercita la propria libert? di espressione, si assume ?dei doveri e delle responsabilit?? la cui portata dipende dalla sua situazione e dal procedimento tecnico utilizzato (Pentik?inen c. Finlandia [GC], n. 11882/10, ?? 90-91, CEDU 2015).
II
5. I ricorrenti lamentano che il sequestro del loro veicolo e delle loro attrezzature radiofoniche, cos? come la loro successiva condanna, avevano costituito una ingerenza sproporzionata nella loro libert? di espressione, in particolare nell?ambito del loro accesso alle informazioni in quanto giornalisti.
6. La Corte inizia il suo esame lasciando aperta la questione di stabilire se i ricorrenti abbiano subito una ingerenza ai sensi dell?articolo 10 ? 1 della Convenzione, dichiarando che, anche a voler supporre che vi sia stata una tale ingerenza, essa sarebbe giustificata nelle circostanze del caso di specie (paragrafo 45 della sentenza). Un tale approccio pu? sembrare prudente, considerando che pu? essere difficile determinare quali attivit? precedenti la pubblicazione, inerenti al giornalismo di indagine, costituiscano una condotta che rientra di per s? nella tutela dell?articolo 10 della Convenzione. Tuttavia, nelle circostanze del caso di specie, avrei potuto concludere senza problemi che l?articolo 10 era ben applicabile e che vi era stata ingerenza. A questo proposito ritengo, contrariamente ai miei colleghi (paragrafo 43 della sentenza), che una tale conclusione sarebbe stata perfettamente coerente con le conclusioni recenti della Grande Camera nella causa Pentik?inen (sopra citata, ? 83), nella quale la Corte ha ritenuto che, quando il ricorrente fu fermato dalla polizia, detenuto per 18 ore e poi accusato e condannato dai giudici nazionali per aver disobbedito alla polizia, ?l?esercizio da parte dell?interessato delle sue attivit? di giornalista ne aveva risentito in quanto si era recato sul posto per riferire i fatti in qualit? di fotografo giornalista?.
7. Sottoscrivo alle conclusioni della Corte sulle questioni di stabilire se l?ingerenza fosse prevista dalla legge e perseguisse uno scopo legittimo (paragrafi 49?50 della sentenza). Al paragrafo 56 della sentenza la Corte rinvia poi giustamente ai criteri seguenti determinati nella sentenza Stoll, ritenendo che costituiscano il quadro di analisi dei fatti (si veda l?opinione dissenziente da me espressa nella causa Pentik?inen, sopra citata, ? 6): si tratta degli interessi in gioco, dell?esame della misura da parte dei giudici interni, della condotta del ricorrente e della proporzionalit? della sanzione inflitta (Stoll, sopra citata, ? 112). Tuttavia, ? a livello dell?applicazione di questi criteri ai fatti della causa che trovo il ragionamento problematico e di portata troppo generale. Avrei preferito un?analisi pi? mirata e pi? centrata sui fatti, come di seguito esposto.
8. Anzitutto, pur ammettendo che i fatti non rivelino interessi pubblici della stessa natura di quelli che erano in gioco nelle cause Stoll o Pentik?inen, ritengo che la valutazione della Corte non avrebbe dovuto limitarsi a dichiarare in termini astratti che l?interesse nel caso di specie si limitava a ?l?interesse del pubblico a venire a conoscenza di fatti di cronaca in un giornale locale? (paragrafo 59 della sentenza). L?esame della questione dell?interesse generale sarebbe dovuto essere concentrato piuttosto sulla natura delle informazioni riservate che i giornalisti tentavano di fatto di ottenere per poi divulgarle al pubblico. In realt?, cosa molto importante, vi sono casi in cui l?articolo 10 della Convenzione pu? giustificare che alcuni giornalisti decidano di adottare delle strategie di inchiesta aggressive nel lavoro, tra le quali pu? essere compreso l?accesso a informazioni riservate, se esiste un forte interesse generale a divulgare l?informazione in questione, ad esempio quando si tratta di cercare di far luce sulla corruzione, sulle attivit? illecite di funzionari governativi o di rappresentanti eletti. Inoltre, il fatto che la pubblicazione del giornale riguardi una comunit? locale ? secondo me uno sproposito, dal momento che il contenuto del giornale in questione era pubblicato on line.
9. Ci? premesso, anche se si analizza la causa attraverso questo prisma pi? stretto e focalizzato sui fatti di causa, risulta comunque che la natura delle informazioni ottenute dai ricorrenti non era fondamentale dal punto di vista dell?interesse generale Pertanto, in virt? dell?articolo 10 ? 2 della Convenzione, i ricorrenti devono assumersi la responsabilit? di avere fatto ricorso a mezzi illegali per ottenere delle informazioni riservate, senza che le loro azioni fossero giustificate dall?esistenza di un forte interesse generale.
10. La seconda questione che trovo problematica nel caso di specie ? inerente al fatto che la Corte ritiene giustamente che i giudici italiani abbiano applicato una norma del diritto penale italiano che vieta in generale l?intercettazione di conversazioni riservate, ivi comprese le comunicazioni della polizia (paragrafo 65 della sentenza). In altri termini, i giudici italiani non hanno bilanciato gli interessi concomitanti in gioco, come conviene normalmente fare nelle cause ?articolo 10? di questo tipo, in applicazione del secondo dei criteri determinati nella sentenza Stoll, ossia il controllo della misura da parte dei giudici nazionali. A mio parere, la Corte avrebbe dovuto riconoscere la natura problematica dell?esame dei tribunali italiani, tanto pi? che aveva gi? rigettato l?eccezione di mancato esaurimento delle vie di ricorso interno presentata dal Governo, il quale aveva sostenuto che i ricorrenti non avevano invocato il loro diritto alla libert? di espressione a livello nazionale (paragrafo 40 della sentenza).
11. Tuttavia, tenuto conto della doglianza dei ricorrenti considerata complessivamente sulla base dei criteri Stoll, e in particolare della scarsa rilevanza che pu? essere attribuita all?interesse generale in gioco nel bilanciamento con il comportamento deplorevole che i ricorrenti hanno avuto per ottenere le informazioni in questione, sottoscrivo le conclusioni della sentenza.

Testo Tradotto

Conclusions: Non-violation de l’article 10 – Libert? d’expression-{G?n?rale} (Article 10-1 – Libert? de communiquer des informations)

PREMI?RE SECTION

AFFAIRE BRAMBILLA ET AUTRES c. ITALIE

(Requ?te no 22567/09)

ARR?T

STRASBOURG

23 juin 2016

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Brambilla et autres c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
Mirjana Lazarova Trajkovska, pr?sidente,
Guido Raimondi,
Kristina Pardalos,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Paul Mahoney,
Ale? Pejchal,
Robert Spano, juges,
et de Abel Campos, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 31 mai 2016,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 22567/09) dirig?e contre la R?publique italienne et dont trois ressortissants de cet ?tat, MM. C. OMISSIS (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour le 21 avril 2009 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Les requ?rants ont ?t? repr?sent?s par OMISSIS, avocats ? Milan. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agente, Mme E. Spatafora, ainsi que par sa coagente, Mme P. Accardo.
3. Les requ?rants all?guent que les mesures prises ? leur encontre ? savoir, la perquisition de leur v?hicule et de leur bureau de r?daction, la saisie de leurs appareils radiophoniques et leur condamnation, ont constitu? une ing?rence disproportionn?e dans leur libert? d?expression prot?g?e par l?article 10 de la Convention, compte tenu notamment du fait qu?ils ont agi dans l?exercice de leur profession de journalistes.
4. Le 7 novembre 2013, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Les requ?rants sont n?s respectivement en 1954, 1976 et 1971 et r?sident ? Lecco.
6. Le premier requ?rant est le directeur d?un journal en ligne local dans la province de Lecco. Les deux autres requ?rants sont des journalistes travaillant pour ce journal.
7. Dans l?exercice de leur activit?, les requ?rants utilisaient des appareils radiophoniques acc?dant ? des fr?quences utilis?es par la police ou la gendarmerie. Ainsi, ils prenaient connaissance des communications transmises, dans le but de se rendre rapidement sur les lieux des faits qu?ils souhaitaient relater dans des articles de presse.
8. Le 1er ao?t 2002, les requ?rants ?cout?rent une conversation au cours de laquelle le centre op?rationnel de la gendarmerie de Merate d?cidait d?envoyer une patrouille sur un lieu o?, selon des informations anonymes, des armes avaient ?t? stock?es ill?galement.
9. La gendarmerie se rendit donc sur le lieu incrimin? et, dans l?imm?diat, le deuxi?me et troisi?me requ?rants arriv?rent sur place.
10. Munis d?un d?cret de perquisition, les gendarmes fouill?rent la voiture des requ?rants trouvant deux appareils ?metteurs-r?cepteurs ? modulation de fr?quences capables d?intercepter les radiocommunications des forces de l?ordre.
11. Les gendarmes se rendirent ensuite aupr?s du bureau de r?daction des requ?rants et saisirent deux appareils r?cepteurs fixes, cal?s sur les radiofr?quences de la gendarmerie. Dans la m?moire de ces appareils, d?autres fr?quences de centres op?ratifs des forces de police ?taient enregistr?es.
A. La proc?dure p?nale entam?e ? l?encontre des requ?rants en premi?re instance
12. Une proc?dure p?nale fut ouverte ? l?encontre du premier et deuxi?me requ?rants pour installation ill?gale d?appareils visant l?interception de communications entre les centres op?ratifs des forces de l?ordre et les patrouilles (articles 617, 617 bis et 623 bis du code p?nal). Le troisi?me requ?rant fut incrimin? pour avoir acquis les communications mentionn?es ci-dessus (articles 617 et 623 bis du code p?nal).
13. Le 9 novembre 2004, le tribunal de Lecco acquitta les requ?rants. Il estima que les articles du code p?nal en cause devaient ?tre interpr?t?s ? la lumi?re de l?article 15 de la Constitution, prot?geant uniquement les communications ayant caract?re confidentiel.
14. Le tribunal observa que l?outil-radio utilis? par les forces de l?ordre n??tait pas de nature ? pouvoir assurer la confidentialit? des informations transmises. Ainsi, l?interception des communications en cause ne constituait pas une infraction. De plus, la possession et l?utilisation d?appareils radior?cepteurs n??taient pas interdites en tant que telles.
B. La proc?dure en appel
15. Le procureur g?n?ral de Milan et le procureur de Lecco interjet?rent appel. Ils estim?rent que l?interpr?tation fournie par le tribunal de Lecco n??tait pas conforme ? la jurisprudence de la Cour de cassation en la mati?re (ils cit?rent notamment l?arr?t no 12655 du 23 janvier 2001) et que le caract?re confidentiel des communications en cause ?tait ?vident, compte tenu des objectifs de protection de la s?curit? et l?ordre publics. En outre, ces communications concernaient des premi?res investigations apr?s la commission d?une infraction. D?s lors, elles tombaient sous le coup d?une obligation de confidentialit? en application de l?article 329 du code de proc?dure p?nale.
16. De plus, le caract?re confidentiel susmentionn? ressortait aussi de ce que les gendarmes utilisaient un langage cod? pour les communications concernant les lieux et le type d?intervention, visant manifestement ? exclure des tierces personnes de la connaissance des informations ?chang?es. Par ailleurs, les fr?quences radiophoniques en cause ?taient assign?es exclusivement aux centres op?rationnels par le minist?re de la D?fense.
17. En outre, afin d??couter lesdites conversations, les requ?rants avaient d? acheter un ?quipement radio sp?cifique, celui ordinaire ne pouvant pas servir ? ce but. De l?autre c?t?, le fait que ces instruments pouvaient ?tre librement acquis sur le march? ne justifiait pas leur utilisation ? des fins d??coutes de conversations des forces de l?ordre.
18. De plus, en application du d?cret du pr?sident de la R?publique no 447 de 2001, en vigueur ? l??poque des faits, ces instruments ?taient normalement achet?s par des radioamateurs mais ne pouvaient pas ?tre utilis?s pour intercepter des radiofr?quences de la police. Enfin, le d?cret du minist?re des Communications du 11 f?vrier 2003 avait interdit express?ment les radioamateurs d?intercepter des communications qu?ils n?avaient pas le droit de recevoir.
C. L?arr?t de la cour d?appel de Milan
19. Par un arr?t du 15 mai 2007, la cour d?appel de Milan condamna le premier et deuxi?me requ?rants ? une peine de un an et trois mois de r?clusion. Le troisi?me requ?rant fut condamn? ? six mois de r?clusion. La cour d?appel accorda aux requ?rants la suspension de la peine.
20. La cour observa que l?article 623 bis du code p?nal, tel que modifi? par la loi no 547 du 23 novembre 1993, avait ?largi la responsabilit? p?nale ? toute transmission de donn?es ? distance, y compris donc, l??coute des conversations entre les centres op?rationnels et les patrouilles des forces de l?ordre.
21. Le caract?re confidentiel de ces communications ?tait d?ailleurs ?vident. R?it?rant l?ensemble des consid?rations des procureurs de Milan et de Lecco, notamment en ce qui concerne les objectifs de protection de la s?curit? et l?ordre publics, la cour d?appel estima que l?article 329 du code de proc?dure p?nale ?tait aussi en cause en l?esp?ce.
D. La proc?dure devant la Cour de cassation
22. Les requ?rants se pourvurent en cassation. Ils soutinrent que les communications en objet ?taient transmises sur des fr?quences en clair et ne pouvaient donc pas ?tre consid?r?es comme ?tant confidentielles. De plus, ils avaient agi dans leur travail de journalistes, ainsi, leurs actions ?taient justifi?es au sens de l?article 51 du code p?nal et de la libert? de presse.
23. Par un arr?t du 28 octobre 2008, la Cour de cassation d?bouta les requ?rants confirmant la position de la cour d?appel pour ce qui ?tait du caract?re confidentiel des communications en cause et r?it?rant que cette interpr?tation ?tait conforme ? la jurisprudence de la Cour de cassation dans des cas similaires, notamment, les arr?ts no 25488 du 6 mai 2004 et no 5299 du 15 janvier 2008.
24. Pour ce qui ?tait de l?argument des requ?rants tir? de la libert? de presse, la Cour indiqua que le droit d?informer invoqu? par ceux-ci aurait pu primer sur les int?r?ts publics prot?g?s par la loi p?nale dans un cas ?ventuel de diffamation. Toutefois, ce droit ne pouvait pas pr?valoir dans un cas d?interception ill?gale des communications des forces de l?ordre.
II. LE DROIT INTERNE PERTINENT
A. Les articles pertinents de la Constitution
Article 15
? La libert? et le secret de la correspondance et de toute autre forme de communication sont inviolables.
Leur limitation ne peut se produire que par un acte motiv? de l?autorit? judiciaire et avec les garanties ?tablies par la loi. ?
Article 21
? Tout individu a le droit de manifester librement sa pens?e par la parole, par l??crit et par tout autre moyen de diffusion.
La presse ne peut ?tre soumise ? des autorisations ou ? des censures.
Il ne peut ?tre proc?d? ? une saisie que par un acte motiv? de l?autorit? judiciaire en cas de d?lits ou de crimes, pour lesquels la loi sur la presse l?autorise express?ment, ou en cas de violation des r?gles que la loi elle-m?me prescrit pour l?indication des responsables.
Dans ces cas, lorsque l?urgence est absolue et que l?intervention de l?autorit? judiciaire ne peut avoir lieu en temps utile, la saisie de la presse p?riodique peut ?tre effectu?e par des officiers de police judiciaire, qui doivent imm?diatement, et au plus tard dans les vingt-quatre heures, en avertir l?autorit? judiciaire. Si celle-ci ne confirme pas la saisie dans les vingt-quatre heures qui suivent, la saisie est consid?r?e comme r?voqu?e et priv?e de tout effet.
La loi peut ?tablir, par des r?gles de caract?re g?n?ral, que les moyens de financement de la presse p?riodique soient rendus publics.
Sont interdits les imprim?s, les spectacles et toutes les autres manifestations contraires aux bonnes m?urs. La loi fixe les mesures aptes ? pr?venir et ? r?primer les violations. ?
B. Les articles pertinents du code p?nal
Article 51 ? 1 : Exercice d?un droit
ou accomplissement d?une obligation
? L?exercice d?un droit ou l?accomplissement d?une obligation impos?e par une mesure juridique ou par un ordre l?gitime de l?autorit? publique ne sont pas punissables (…). ?
Article 253 : Saisie
? Par une d?cision motiv?e, l?autorit? judiciaire peut ordonner la saisie du corps du d?lit (…). ?
Article 617 : Prise de connaissance, interruption
ou emp?chement illicites de communication ou conversations
t?l?graphiques ou t?l?phoniques
? La personne prenant connaissance de mani?re frauduleuse d?une communication ou d?une conversation, t?l?phonique ou t?l?graphique, entre autres personnes ou, en tout cas, qui ne lui est pas adress?e, ou bien l?interrompt ou l?emp?che est punie par une peine allant de six mois ? quatre ans de r?clusion.
Faite exception pour l?applicabilit? d?une peine plus grave, la peine mentionn?e ci-dessus est applicable aussi ? la personne qui r?v?le, par tout moyen d?information, au public, int?gralement ou partiellement, le contenu de communications ou conversations dont il est fait mention ? l?alin?a 1 de cet article. (…) ?
Article 617 bis : Installation d?appareils pouvant intercepter
ou emp?cher des communications ou conversations
t?l?phoniques ou t?l?graphiques
? La personne qui, en dehors des cas pr?vus par la loi, installe des appareils, instruments, parties d?appareils ou d?instruments dans le but d?intercepter ou emp?cher des communications ou conversations t?l?phoniques ou t?l?graphiques entre d?autres personnes est punie par une peine allant de un ? quatre ans de r?clusion (…). ?
Article 623 bis : Autres communications ou conversations
(tel que modifi? par la loi no 547 du 23 novembre 1993)
? Les dispositions contenues dans la pr?sente section, relativement aux communications et conversations t?l?graphiques, t?l?phoniques, informatiques ou t?l?matiques s?appliquent ? n?importe quelle autre transmission ? distance de sons, images ou d?autres donn?es ?

Article 684 : Publication arbitraire d?actes tenant ? une proc?dure p?nale
? La personne qui publie, int?gralement ou en partie (…) des actes ou des documents tenant ? une proc?dure p?nale, dont la publication est interdite par la loi, est punie par l?arr?t jusqu?? trente jours ou par une amende allant de cinquante et un ? deux cent cinquante-huit euros. ?
C. Les articles pertinents du code de proc?dure p?nale
Article 247 : Cas et formes de perquisition
? Lorsqu?il y a motif de penser que (…) le corps du d?lit se trouve dans un lieu donn?, la perquisition de ce lieu peut ?tre ordonn?e. (…) ?
Article 329 : Obligation de confidentialit?
? Les actes du procureur de la R?publique et de la police judiciaire tenant aux investigations sont confidentiels jusqu?au moment o? l?inculp? n?en ait pas connaissance et en tout cas, pas au-del? de la fin des investigations pr?liminaires (…) ?
D. Le d?cret du Pr?sident de la R?publique no 447 de 2001 en mati?re d?autorisations et permis concernant les services de t?l?communication de la part de radioamateurs (en vigueur ? l??poque des faits)
25. Ce d?cret pr?voit dans ces parties pertinentes que, afin d?obtenir l?autorisation ? installer et utiliser des instruments en vue d?exercer l?activit? de radioamateur, il est n?cessaire de passer un permis (articles 33 et 34). De plus, l??coute est libre uniquement sur la gamme de fr?quences assign?es au service de radioamateur (article 43). L?utilisation des appareils radio?lectriques (uniquement r?cepteurs) pour lesquels l?assignation des fr?quences n?est pas pr?vue est libre (article 6 ? 2 b).
E. L?article 12 ? 8 du d?cret du minist?re des Communications du 11 f?vrier 2003 (pas en vigueur ? l??poque des faits)
? Il est interdit aux radioamateurs d?intercepter des communications pour la r?ception desquelles ils n?ont pas de droits ; il est en tout cas interdit de porter ? la connaissance de tiers le contenu et l?existence de messages intercept?s et involontairement capt?s. ?
F. La jurisprudence de la Cour de cassation en la mati?re
1) L?arr?t no 12655 du 23 janvier 2001
26. Dans cet arr?t, concernant l?utilisation d?appareils d?enregistrement visant ? intercepter les conversations t?l?phoniques de la partenaire de l?inculp?, la Cour de cassation a ent?rin? la condamnation de celui-ci ? huit mois de r?clusion.
2) L?arr?t no 25488 du 6 mai 2004
27. Dans cet arr?t, la Cour de cassation a confirm? les jugements de premi?re et deuxi?me instance concluant ? la responsabilit? p?nale de l?inculp? pour avoir utilis? des appareils radiophoniques afin d?intercepter les communications entre membres de la police. La Cour de cassation a conclu que ces agissements constituaient une infraction au sens de l?article 617 bis du code p?nal.
28. Elle a relev? que, ? la suite de la modification apport?e par la loi no 547 du 23 novembre 1993 au texte de l?article 623 bis du code p?nal, l?article 617 bis du code p?nal ?tait applicable non seulement en cas d?installation d?appareils visant ? intercepter ? des communications t?l?graphiques ou t?l?phoniques ? (tel qu?il ?tait pr?vu par l?ancienne formulation du texte, impliquant ? une connexion sur fil ou sur des ondes guid?es ?), mais s??tendait ? ? toute transmission ? distance de sons, images ou d?autres donn?s ?.
3) L?arr?t no 5299 du 15 janvier 2008
29. Dans cet arr?t, la Cour de cassation, d?cidant sur des faits similaires ? ceux faisant l?objet de l?arr?t no 25488/2004, parvint aux m?mes conclusions que dans cette derni?re affaire.
30. Elle observa en outre que, avant l?entr?e en vigueur de la loi no 547 du 23 novembre 1993, la jurisprudence ?tait orient?e ? conclure que l?interception des radiocommunications entre les centres op?rationnels et les patrouilles de la police effectu?es ? travers des ondes ?lectriques propag?es dans l?espace dans un sens omnidirectionnel, ne pouvait pas faire l?objet de l?application de l?article 617 bis du code p?nal. En effet, l?article 623 bis du code p?nal, limitait le champ d?application de cette derni?re disposition aux ? connexions sur fil ou sur des ondes guid?es ?, dont les ondes-radio ne faisaient pas partie.
31. Toutefois, ? la suite des modifications apport?es par la loi no 547 du 23 novembre 1993, l?article 617 bis pouvait ?tre appliqu? aux faits incrimin?s.
EN DROIT
SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 10 DE LA CONVENTION
32. Invoquant l?article 10 de la Convention, les requ?rants se plaignent de la perquisition de leur v?hicule et de leur bureau de r?daction, de la saisie de leurs appareils radiophoniques et de leur condamnation. Ils estiment que ces mesures constituent une ing?rence disproportionn?e dans leur libert? d?expression, notamment dans le cadre de leur acc?s aux informations en tant que journalistes. Cette disposition se lit comme suit :
? 1. Toute personne a droit ? la libert? d?expression. Ce droit comprend la libert? d?opinion et la libert? de recevoir ou de communiquer des informations ou des id?es sans qu?il puisse y avoir ing?rence d?autorit?s publiques et sans consid?ration de fronti?re. Le pr?sent article n?emp?che pas les ?tats de soumettre les entreprises de radiodiffusion, de cin?ma ou de t?l?vision ? un r?gime d?autorisations.
2. L?exercice de ces libert?s comportant des devoirs et des responsabilit?s peut ?tre soumis ? certaines formalit?s, conditions, restrictions ou sanctions pr?vues par la loi, qui constituent des mesures n?cessaires, dans une soci?t? d?mocratique, ? la s?curit? nationale, ? l?int?grit? territoriale ou ? la s?ret? publique, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention du crime, ? la protection de la sant? ou de la morale, ? la protection de la r?putation ou des droits d?autrui, pour emp?cher la divulgation d?informations confidentielles ou pour garantir l?autorit? et l?impartialit? du pouvoir judiciaire. ?
A. Sur la recevabilit?
33. Le Gouvernement soutient d?embl?e qu?en se penchant sur la question du respect du droit des requ?rants ? la libert? d?expression dans le cas d?esp?ce, la Cour endosserait le r?le d?un juge de ? quatri?me instance ?, cette question ayant d?j? ?t? r?solue par un arr?t de la Cour de cassation.
34. Il observe en outre que les requ?rants ne se sont r?f?r? ? l?argument tir? de la libert? de la presse (article 51 du code p?nal) qu?au stade de la proc?dure devant la Cour de cassation. Ainsi la pr?sente requ?te devrait ?tre rejet?e pour non-?puisement des voies de recours internes, selon l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
35. Le Gouvernement estime ensuite que les faits port?s ? l?examen de la Cour ne rel?vent pas de la libert? d?expression garantie par l?article 10 de la Convention, les requ?rants ayant ?t? condamn?s non pas pour avoir exprim? une id?e ou publi? une information mais pour avoir ill?galement intercept? des communications qui, pour des raisons ?videntes tenant ? la s?curit? publique, avaient caract?re confidentiel.
36. Quant ? l?exception de non-?puisement des voies de recours internes, les requ?rants indiquent que, ayant ?t? acquitt?s en premi?re instance, ils n?avaient pas de raisons d?exciper la clause d?exemption au sens de l?article 51 du code p?nal ? un stade ant?rieur ? la proc?dure devant la Cour de cassation.
37. Les requ?rants rel?vent que les radiofr?quences dont il ?tait question ?taient librement accessibles. De plus, ils contestent la position du Gouvernement estimant avoir subi une ing?rence dans leur droit d?informer. ? ce propos, ils font valoir que la Cour a d?j? conclu ? l?applicabilit? de l?article 10 dans des cas de condamnations suivant la communication d?informations confidentielles au stade d?une enqu?te pr?liminaire (Laranjeira Marques da Silva c. Portugal, no 16983/06, 19 janvier 2010), ou ayant trait ? des secrets d??tat (Stoll c. Suisse [GC], no 69698/01, CEDH 2007 V) ou encore, dans un cas de reproduction, dans un livre, d??l?ments d?un dossier d?instruction p?nal (Dupuis et autres c. France, no 1914/02, 7 juin 2007).
38. Les requ?rants d?noncent enfin pour la premi?re fois dans leurs observations en r?ponse ? celles du Gouvernement que l?op?ration de police dont ils ont fait l?objet aurait ?t? orchestr?e.
39. La Cour consid?re tout d?abord que le grief en examen ne porte pas sur une violation du droit ? un proc?s ?quitable (voir Contrada c. Italie (no 2), no 7509/08, ? 70, 11 f?vrier 2014 et, a contrario, parmi beaucoup d?autres, G?fgen c. Allemagne [GC], no 22978/05, ? 162, CEDH 2010) et que c?est en r?gle g?n?rale dans ce contexte que le r?le de la Cour en tant que ? quatri?me instance ? peut ?tre ?valu?.
40. Quant ? l?exception non-?puisement des voies de recours internes, ? l?instar des requ?rants, la Cour rel?ve que ceux-ci ont soulev? leur grief au premier stade utile de la proc?dure. Il convient donc de rejeter l?exception soulev?e par le gouvernement d?fendeur.
41. La Cour observe ensuite que le Gouvernement conteste que les requ?rants aient fait l?objet d?une ing?rence dans leur libert? d?expression. L?article 10 de la Convention ne serait donc pas applicable en l?esp?ce. La Cour rappelle que, dans leur qualit? de journalistes, les requ?rants se plaignent de leur condamnation pour avoir acc?d? ? des informations que le syst?me juridique italien classifie de confidentielles.
42. Elle constate que les exemples de jurisprudence auxquels les requ?rants se r?f?rent en vue de d?montrer l?existence de leur droit d?informer portent toutefois sur des circonstances diff?rentes de celles de la pr?sente affaire, car elles concernent des sanctions ayant suivi la publication de certaines informations.
43. La Cour rel?ve avoir conclu plus r?cemment ? l?applicabilit? de l?article 10 dans un cas concernant le comportement d?un journaliste ayant refus? d?obtemp?rer ? des ordres de la police lors d?une manifestation, et avoir examin? les mesures prises ? son encontre (Pentik?inen c. Finlande ([GC], no 11882/10, CEDH 2015). En tout ?tat de cause, elle note qu?aucune des affaires susmentionn?es ne concerne la question, nouvelle, de l?interception de la part de journalistes de radiocommunications confidentielles ayant eu lieu entre des membres de forces de l?ordre dans l?exercice de leurs fonctions.
44. Se pose d?s lors la question de savoir si l?affaire de la requ?rante entre dans le champ de l?article 10 de la Convention. Toutefois, la Cour n?estime pas n?cessaire de devoir trancher cette question car ? supposer m?me qu?il y aurait eu une ing?rence dans les droits garantis par cette disposition de la Convention, elle serait justifi?e pour les raisons expos?es ci-dessous (paragraphes 57 ? 68).
45. Enfin, la Cour constate que le grief des requ?rants portant sur la pr?tendue orchestration de l?op?ration de police dont ils ont fait l?objet a ?t? introduit apr?s la communication de la requ?te au gouvernement d?fendeur. Qui plus est, il n?a pas constitu? un aspect de la requ?te sur lequel les parties ont ?chang? leurs observations (voir Piryanik c. Ukraine, no 75788/01, ?? 19-20, 19 avril 2005, Gallucci c. Italie, no 10756/02, ?? 55-57, 12 juin 2007 et M.C. et autres c. Italie, no 5376/11, ? 54, 3 septembre 2013). La Cour estime donc qu?il n?y a pas lieu d?examiner ce grief.
46. Quant au reste, la Cour constate que la requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?elle ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Elle la d?clare donc recevable.
B. Sur le fond
1. Les arguments des parties
47. Les requ?rants soutiennent que les mesures prises ? leur encontre n??taient pas proportionn?es aux objectifs indiqu?s par le gouvernement d?fendeur et que le droit d?informer devait pr?valoir dans leur cas. Les requ?rants estiment aussi que la peine de d?tention qui leur a ?t? appliqu?e ?tait excessive.
48. Le Gouvernement observe que, m?me en admettant qu?il y ait eu une ing?rence dans le droit invoqu? par les requ?rants, celle-ci poursuivait des objectifs l?gitimes consistant en la protection de la s?curit? nationale et de la s?ret? publique, en la d?fense de l?ordre et en la pr?vention du crime et ?tait proportionn?e ? ces derniers.
2. L?appr?ciation de la Cour
a) Sur l?existence d?une ing?rence ? pr?vue par la loi ? et sur les but l?gitimes poursuivis
49. La Cour r?it?re ses doutes quant ? la circonstance qu?une ing?rence dans la libert? d?expression des requ?rants se soit produite en l?esp?ce. ? supposer m?me que l?article 10 f?t applicable, elle observe que les mesures de perquisition, de saisie et de privation de libert? appliqu?es ? leur encontre ?taient pr?vues par la loi, ? savoir, les articles 247 du code de proc?dure p?nale et 253, 617, 617 bis et 623 bis du code p?nal.
50. La Cour estime que lesdites mesures poursuivaient des buts l?gitimes au regard de l?article 10 ? 2 de la Convention, notamment, la protection des droits d?autrui et, pour ce qui concerne plus particuli?rement l?interception des communications des forces de police, la protection de la s?curit? nationale, la d?fense de l?ordre et la pr?vention du crime.
b) Sur la n?cessit? des mesures prises ? l?encontre des requ?rants dans une soci?t? d?mocratique
i. Principes g?n?raux
51. Les principes g?n?raux permettant d?appr?cier la n?cessit? d?une ing?rence donn?e dans l?exercice de la libert? d?expression ont ?t? r?sum?s dans l?arr?t Pentik?inen c. Finlande (pr?cit?, ?? 87-91).
52. Dans ce m?me arr?t, la Cour a rappel? que la protection que l?article 10 offre aux journalistes est subordonn?e ? la condition qu?ils agissent de bonne foi de mani?re ? fournir des informations exactes et dignes de cr?dit dans le respect des principes d?un journalisme responsable (voir, mutatis mutandis, Bladet Troms? et Stensaas c. Norv?ge [GC], no 21980/93, ? 65, CEDH 1999-III, Fressoz et Roire c. France [GC], no 29183/95, ? 54, CEDH 1999 I, Kasabova c. Bulgarie, no 22385/03, ?? 61 et 63-68, 19 avril 2011, et Times Newspapers Ltd c. Royaume-Uni (nos 1 et 2), nos 3002/03 et 23676/03, ? 42, CEDH 2009).
53. En outre, le journalisme responsable est une notion qui ne couvre pas uniquement le contenu des informations qui sont recueillies et/ou diffus?es par des moyens journalistiques. Elle englobe aussi, entre autres, la lic?it? du comportement des journalistes, du point de vue notamment de leurs rapports publics avec les autorit?s dans l?exercice de leurs fonctions journalistiques (Pentik?inen, pr?cit?, ? 90).
54. Il y a lieu de rappeler aussi que ? malgr? le r?le essentiel qui revient aux m?dias dans une soci?t? d?mocratique, les journalistes ne sauraient en principe ?tre d?li?s de leur devoir de respecter les lois p?nales de droit commun au motif que l?article 10 leur offrirait une protection inattaquable (voir, entre autres et mutatis mutandis, Stoll c. Suisse [GC], pr?cit?, ? 102, Bladet Troms? et Stensaas c. Norv?ge [GC], pr?cit?, ? 65, et Monnat c. Suisse, no 73604/01, ? 66, CEDH 2006-X). En d?autres termes, un journaliste auteur d?une infraction ne peut se pr?valoir d?une immunit? p?nale exclusive ? dont ne b?n?ficient pas les autres personnes qui exercent leur droit ? la libert? d?expression ? du seul fait que l?infraction en question a ?t? commise dans l?exercice de ses fonctions journalistiques ? (Pentik?inen, pr?cit?, ? 91).
55. De plus, toute personne, f?t-elle journaliste, qui exerce sa libert? d?expression, assume ? des devoirs et des responsabilit?s ? dont l??tendue d?pend de sa situation et du proc?d? technique utilis? (voir, par exemple, Handyside c. Royaume-Uni, 7 d?cembre 1976, ? 49 in fine, s?rie A no 24). Ainsi, malgr? le r?le essentiel qui revient aux m?dias dans une soci?t? d?mocratique, les journalistes ne sauraient en principe ?tre d?li?s, par la protection que leur offre l?article 10, de leur devoir de respecter les lois p?nales de droit commun. Le paragraphe 2 de l?article 10 pose d?ailleurs les limites de l?exercice de la libert? d?expression, qui restent valables m?me quand il s?agit de rendre compte dans la presse de questions s?rieuses d?int?r?t g?n?ral (Stoll, pr?cit?, ? 102 et Pentik?inen, pr?cit?, ? 110).
56. Enfin, la Cour rappelle que, dans l?analyse de la n?cessit? d?une ing?rence donn?e dans l?exercice de la libert? d?expression, la Cour tient compte de plusieurs crit?res, ? savoir, l??valuation des int?r?ts en pr?sence, le comportement des requ?rants, le contr?le exerc? par les juridictions internes et la proportionnalit? de la sanction prononc?e (Stoll, pr?cit?, ? 153, Pentik?inen, pr?cit?, ?? 112 et 113 et Boris Erdtmann c. Allemagne (d?c.), no 56328/10, 5 janvier 2016).
ii. Application de ces principes en l?esp?ce
57. Il y a lieu d?observer d?embl?e que, ? la diff?rence d?autres affaires dont des journalistes ont saisi la Cour sur le fondement de l?article 10 de la Convention (notamment, parmi beaucoup d?autres, l?affaire Stoll, pr?cit?) la pr?sente esp?ce ne porte pas sur l?interdiction d?une publication mais a pour objet des mesures prises ? l?encontre de journalistes en raison d?actes qui, selon le syst?me juridique italien, ?taient contraires ? la loi p?nale.
58. Afin d?appr?cier la n?cessit? de ces mesures, la Cour rel?ve que les int?r?ts ? mettre en balance en l?esp?ce sont constitu?s, d?une part, de l?int?r?t public au bon fonctionnement des forces de l?ordre et, de l?autre part, de l?int?r?t des lecteurs de recevoir des informations.
59. Quoi que ces deux int?r?ts puissent ?tre consid?r?s tous deux comme ayant un caract?re public (voir, mutatis mutandis, Stoll, pr?cit?, ?? 115-116), il y a n?anmoins lieu de relever que l?int?r?t du public de prendre connaissance de faits divers dans un journal local ne saurait avoir le m?me poids que celui du public d?acqu?rir d?informations sur une question d?int?r?t g?n?ral et historique ou rev?tant un grand int?r?t m?diatique, questions que la Cour a d?j? eu l?occasion d?examiner.
60. ? cet ?gard, elle rappelle que l?affaire Stoll (pr?cit?) concernait la diffusion d?informations tenant ? l?indemnisation due aux victimes de l?Holocauste pour les fonds en d?sh?rence sur des comptes bancaires suisse. L?arr?t Pentik?inen (pr?cit?) portait sur la diffusion d?informations relatives ? une manifestation de protestation contre une r?union Asie-Europe, dont la r?sonance au niveau national ?tait exceptionnelle.
61. En l?esp?ce, la Cour note qu?il n?a pas ?t? interdit aux requ?rants de porter ? la connaissance du public des faits divers. Leur condamnation s?est uniquement fond?e sur la d?tention et l?utilisation d?appareils radiophoniques pour obtenir plus rapidement des informations ? ce sujet en interceptant les communications entre les forces de police, de caract?re confidentiel selon le droit interne. Ces limites de l?interdiction doivent fortement ?tre prises en compte pour l?appr?ciation de la proportionnalit?.
62. Dans ce contexte, la Cour estime que les d?cisions de la cour d?appel de Milan et de la Cour de cassation concluant au caract?re confidentiel des communications ?chang?es entre les op?rateurs des forces de l?ordre et, par cons?quent, ? la qualification criminelle des actes accomplis par les requ?rants, ont ?t? d?ment motiv?es. Ces d?cisions, reposant sur une jurisprudence constante de la Cour de cassation, ont accord? une place primordiale ? la d?fense de la s?curit? nationale, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention du crime.
63. La Cour note ensuite que, d?apr?s sa jurisprudence (Stoll, pr?cit?, ? 153 et Pentik?inen, pr?cit?, ?? 112 et 113), la gravit? de la sanction impos?e aux requ?rants est aussi un ?l?ment ? prendre en compte dans l??valuation de la proportionnalit? de l?ing?rence litigieuse. Dans la pr?sente affaire, cette sanction a consist? en la condamnation ? une peine de d?tention de un an et trois mois pour le premier et deuxi?me requ?rants et de six mois quant au troisi?me, ainsi qu?en la saisie des appareils-radio.
64. La Cour rappelle que la notion de journalisme responsable implique que, d?s lors que le comportement d?un journaliste va ? l?encontre du devoir de respecter les lois p?nales de droit commun, celui-ci doit savoir qu?il s?expose ? des sanctions juridiques, notamment p?nales (Pentik?inen, pr?cit?, ? 110).
65. En l?esp?ce, dans le but d?obtenir d?informations susceptibles d??tre publi?es sur un journal local, les requ?rants ont tenu un comportement qui, d?apr?s le droit interne et l?interpr?tation constante de la Cour de cassation, allait ? l?encontre de la loi p?nale, qui interdit, de mani?re g?n?rale, l?interception par une personne de toute conversation qui ne lui est pas adress?e, dont celle des forces de police. Les actes des requ?rants consistaient par ailleurs en une technique utilis?e couramment dans l?exercice de leur activit? de journalistes (voir le paragraphe 7 ci-dessus).
66. La Cour rel?ve enfin que, dans son arr?t du 15 mai 2007, la cour d?appel de Milan a accord? aux requ?rants la suspension de leurs peines et qu?il n?y pas d??l?ments dans le dossier attestant que les requ?rants avaient purg? leurs peines de d?tention. Les sanctions appliqu?es dans le chef des requ?rants n?apparaissent partant pas disproportionn?es.
67. Ces juridictions ont ?tabli une distinction appropri?e entre le devoir des requ?rants de respecter la loi interne et la poursuite par eux de leur activit? journalistique, non limit?e pour le surplus.
68. Compte tenu de ces ?l?ments, la Cour conclut qu?il n?y a pas eu violation de l?article 10 de la Convention en l?esp?ce.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;

2. Dit qu?il n?y a pas eu violation de l?article 10 de la Convention.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 23 juin 2016, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Abel Campos Mirjana Lazarova Trajkovska
Greffier Pr?sidente

Au pr?sent arr?t se trouve joint, conform?ment aux articles 45 ? 2 de la Convention et 74 ? 2 du r?glement, l?expos? de l?opinion s?par?e du juge Spano.
M.L.T.
A.C.

OPINION CONCORDANTE DU JUGE SPANO
(Traduction)

I
1. Les requ?rants, le directeur d?un journal en ligne local et deux de ses journalistes, furent condamn?s pour acc?s ill?gal ? des fr?quences radio utilis?es par la police pendant les activit?s de celle-ci, les informations ainsi recueillies par les journalistes ?tant consid?r?es comme confidentielles en vertu du code p?nal italien. La Cour a estim? qu?il n?y avait pas violation de l?article 10 de la Convention. Je souscris ? cette conclusion. Cependant, je me propose d?expliquer dans une opinion s?par?e pourquoi j?estime que le raisonnement adopt? par la Cour est dans sa substance un peu trop g?n?ral.
2. Le journalisme d?investigation constitue une caract?ristique importante des soci?t?s d?mocratiques. Comme l?histoire l?a d?montr?, un journalisme responsable peut, s?il est men? de mani?re efficace, mettre au jour des informations de grande valeur pour l?int?r?t g?n?ral et ainsi promouvoir et renforcer les valeurs d?mocratiques fondamentales de responsabilit? et de transparence. Comme la Cour l?a d?j? dit, le journalisme responsable, activit? professionnelle prot?g?e par l?article 10 de la Convention, est une notion qui ne couvre pas uniquement le contenu des informations qui sont recueillies et/ou diffus?es par des moyens journalistiques. Elle englobe aussi, entre autres, la lic?it? du comportement des journalistes, du point de vue notamment de leurs rapports publics avec les autorit?s dans l?exercice de leurs fonctions journalistiques. Il importe de pr?ciser que le fait qu?un journaliste a enfreint la loi ? cet ?gard doit ?tre pris en compte, mais il n?est pas d?terminant pour ?tablir s?il a agi de mani?re responsable.
3. Ainsi que la Cour l?a admis dans son arr?t de Grande Chambre en l?affaire Stoll c. Suisse ([GC], no 69698/01, ? 102, CEDH 2007 V), m?me si un journaliste peut incontestablement avoir enfreint la loi p?nale ? par exemple en publiant des informations confidentielles, comme dans ladite affaire ?, on ne peut s?en tenir au simple constat d?une violation d?une disposition du droit p?nal aux fins de l?examen de la n?cessit? et de la proportionnalit? qui doit ?tre men? sur le terrain de l?article 10 ? 2 de la Convention. S?il en allait autrement, il serait loisible aux ?tats contractants de subvertir le r?le essentiel que joue la presse dans le fonctionnement d?une soci?t? d?mocratique en soumettant des journalistes ? des sanctions p?nales d?s qu?ils s?appr?tent ? mettre au jour des faits susceptibles de nuire ? l?image des d?tenteurs du pouvoir.
4. Mais il est clair qu?un journaliste ne peut se pr?valoir d?une immunit? p?nale exclusive ? dont ne b?n?ficient pas les autres personnes qui exercent leur droit ? la libert? d?expression ? du seul fait que l?infraction en question a ?t? commise dans l?exercice de ses fonctions journalistiques. Toute personne, f?t-elle journaliste, qui exerce sa libert? d?expression, assume ? des devoirs et des responsabilit?s ? dont l??tendue d?pend de sa situation et du proc?d? technique utilis? (Pentik?inen c. Finlande [GC], no 11882/10, ?? 90-91, CEDH 2015).
II
5. Les requ?rants se plaignaient que la saisie de leur v?hicule et de leurs ?quipements radiophoniques ainsi que leur condamnation ult?rieure avaient constitu? une ing?rence disproportionn?e dans leur libert? d?expression, notamment dans le cadre de leur acc?s aux informations en tant que journalistes.
6. La Cour commence son examen en laissant ouverte la question de savoir si les requ?rants ont subi une ing?rence au sens de l?article 10 ? 1 de la Convention, d?clarant qu?? supposer m?me qu?il y ait eu pareille ing?rence, elle serait justifi?e dans les circonstances de l?esp?ce (paragraphe 45 de l?arr?t). Pareille d?marche peut para?tre prudente, consid?rant qu?il peut ?tre difficile de d?terminer quelles activit?s pr?alables ? la publication, inh?rentes au journalisme d?investigation, constituent une conduite relevant en soi de la protection de l?article 10 de la Convention. Cependant, dans les circonstances de l?esp?ce, j?aurais pu sans probl?me conclure que l?article 10 ?tait bien applicable et qu?il y avait bien eu ing?rence. ? cet ?gard, j?estime, contrairement ? mes coll?gues (paragraphe 43 de l?arr?t), qu?une telle conclusion aurait ?t? en pleine coh?rence avec les conclusions r?centes de la Grande Chambre dans l?affaire Pentik?inen (pr?cit?e, ? 83), dans laquelle la Cour a estim? que, lorsque le requ?rant fut appr?hend? par la police, d?tenu pendant 18 heures puis accus? et condamn? par les juridictions internes pour avoir d?sob?i ? la police, ? l?exercice par l?int?ress? de ses activit?s de journaliste en a[vait] p?ti car celui-ci s??tait rendu sur les lieux pour couvrir les ?v?nements en qualit? de photographe de presse ?.
7. Je souscris aux conclusions de la Cour sur les questions de savoir si l?ing?rence ?tait pr?vue par la loi et poursuivait un but l?gitime (paragraphes 49?50 de l?arr?t). Au paragraphe 56 de l?arr?t, la Cour renvoie ensuite ? juste titre aux crit?res suivants d?gag?s dans l?arr?t Stoll, estimant qu?ils constituent le cadre d?analyse des faits (voir mon opinion dissidente dans l?affaire Pentik?inen, pr?cit?e, ? 6) : il s?agit des int?r?ts en jeu, de l?examen de la mesure par les juridictions internes, de la conduite du requ?rant et de la proportionnalit? de la sanction inflig?e (Stoll, pr?cit?, ? 112). Cependant, c?est au niveau de l?application de ces crit?res aux faits de la cause que je trouve le raisonnement probl?matique et d?une port?e trop g?n?rale. J?aurais pr?f?r? appliquer une analyse plus cibl?e et plus centr?e sur les faits, comme suit.
8. Tout d?abord, tout en admettant que les faits ne r?v?lent pas des int?r?ts publics de m?me nature que ceux qui ?taient en jeu dans les affaires Stoll ou Pentik?inen, j?estime que l?appr?ciation de la Cour n?aurait pas d? se limiter ? d?clarer en des termes abstraits que l?int?r?t en l?esp?ce se limitait ? ? l?int?r?t du public de prendre connaissance de faits divers dans un journal local ? (paragraphe 59 de l?arr?t). L?examen de la question de l?int?r?t g?n?ral aurait d? plut?t se concentrer sur la nature des informations confidentielles que les journalistes tentaient en fait d?obtenir pour ensuite les diffuser au public. En r?alit?, et cela est tr?s important, il y a des situations dans lesquelles l?article 10 de la Convention peut justifier que des journalistes d?cident d?adopter des strat?gies d?enqu?te agressives dans le travail, ce qui peut impliquer l?acc?s ? des informations confidentielles, s?il existe un fort int?r?t g?n?ral ? diffuser l?information en question, par exemple lorsqu?il s?agit d?essayer de faire la lumi?re sur la corruption ou les activit?s ill?gales de fonctionnaires gouvernementaux ou de repr?sentants ?lus. En outre, le fait que la publication du journal vise une communaut? locale est ? mon sens hors de propos, d?s lors que le contenu du journal en question ?tait publi? en ligne.
9. Cela ?tant, m?me si l?on analyse l?affaire ? travers ce prisme plus ?troit et focalis? sur les faits de l?esp?ce, il en ressort n?anmoins que la nature des informations obtenues par les requ?rants n??tait pas essentielle du point de vue de l?int?r?t g?n?ral. Partant, en vertu de l?article 10 ? 2 de la Convention, les requ?rants doivent assumer la charge d?avoir eu recours ? des moyens ill?gaux pour obtenir des informations confidentielles sans que leurs actions ne soient justifi?es par l?existence d?un fort int?r?t g?n?ral.
10. La deuxi?me question que je trouve probl?matique tient au fait que la Cour estime ? juste titre que les juridictions italiennes ont appliqu? une r?gle du droit p?nal italien qui interdit de mani?re g?n?rale l?interception de toute conversation confidentielle, y compris les communications de la police (paragraphe 65 de l?arr?t). En d?autres termes, les juridictions italiennes n?ont pas mis en balance les int?r?ts concurrents en jeu ainsi qu?il convient normalement de le faire dans les affaires ? article 10 ? de cette nature, en application du deuxi?me des crit?res d?gag?s dans l?affaire Stoll, ? savoir le contr?le de la mesure par les juridictions internes. ? mon sens, la Cour aurait d? reconna?tre le caract?re probl?matique de l?examen des tribunaux italiens, d?autant qu?elle avait d?j? rejet? l?exception de non-?puisement des voies de recours internes pr?sent?e par le Gouvernement, celui-ci ayant soutenu que les requ?rants n?avaient pas invoqu? leur droit ? la libert? d?expression au niveau interne (paragraphe 40 de l?arr?t).
11. Cependant, compte tenu du grief des requ?rants consid?r? globalement sur la base des crit?res Stoll, et en particulier du poids relativement faible qui peut ?tre attach? ? l?int?r?t g?n?ral en jeu dans la mise en balance avec le comportement r?pr?hensible des requ?rants dans l?obtention des informations en question, je souscris aux conclusions de l?arr?t.

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
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  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
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Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/10/2024