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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE AKINNIBOSUN c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 1
Articoli: 08
Numero: 9056/14/2015
Stato: Italia
Data: 2015-07-16 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni: Violazione dell’articolo 8 – Diritto al rispetto della vita privata e familiare, Articolo 8-1 – Rispetto della vita familiare,

QUARTA SEZIONE

CAUSA AKINNIBOSUN C. ITALIA

( Richiesta no 9056/14)

SENTENZA

STRASBURGO

16 luglio 2015

Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nel causa Akinnibosun c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, quarta sezione, riunendosi in una camera composta di:
P?ivi Hirvel?, presidentessa,
Guido Raimondi,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Paul Mahoney,
Krzysztof Wojtyczek,
Faris Vehabovi, ?giudici,
e di Fato ?Arac?, greffi?re collaboratrice di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 23 giugno 2015,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 9056/14) diretta contro la Repubblica italiana e di cui un cittadino nig?rian, OMISSIS (“il richiedente”), ha investito la Corte il 30 dicembre 2013 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? stato rappresentato da OMISSIS, avvocato a Lecce. Il governo italiano (“il Governo”) ? stato rappresentato dal suo agente, la Sig.ra E. Spatafora e col suo coagente il Sig. Gianluca Mauro Pellegrini.
3. Il 20 febbraio 2014, la richiesta ? stata comunicata al Governo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
4. I fatti della causa, come sono stati esposti dalle parti, possono riepilogare come segue.
5. Di nazionalit? nig?riane, il richiedente prese il mare dalla Libia, dove viveva con sua moglie ed i suoi due bambini, a bordo di un’imbarcazione sulla quale port? il suo figlia A., nato nel 2006. Arriv? in Italia nel settembre 2008.
6. Una volta sul territorio italiano, introdusse una domanda di protezione internazionale. Ad una data non precisata, la Commissione territoriale di riconoscenza dello statuto di profugo gli rilasci? un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie.
7. Il richiedente e la sua figlia furono accolti dalla municipalit? di Trepuzzi. Inseriti in un progetto per la protezione dei profughi, beneficiarono di un aiuto patrimoniale, psicologico e di un’assistenza giuridica.
8. Durante questo periodo, i servizi sociali cominciarono a sorvegliare da vicino il rapporto tra il richiedente ed i bambini. I primi rapporti depositati facevano stato di una relazione difficile tra essi due.
9. Nell’aprile 2009, i servizi sociali depositarono un rapporto sulla situazione di A. Questo rapporto descriveva una bambina in sconforto ed una relazione difficile tra il richiedente e le sue ragazze. Secondo il psichiatra che aveva incontrato il bambino nel 2008, questa soffriva di un stress post-traumatico, si sentiva abbandonata ed aveva bisogno di essere aiutata. In quanto al richiedente, i servizi sociali notarono che aveva una difficolt? relazionale col bambino.
10. Il 2 aprile 2009, sospettato di fare parte di un’associazione di malviventi vista di praticare il traffico di clandestini, il richiedente fu arrestato. Fu posto in carcere preventivo.
11. Nel frattempo, il 18 aprile 2009, il tribunale per bambini di Lecce, qui dopo “il tribunale”) decise di porre la figlia del richiedente in un focolare ad Ostuni.
12. Il 6 giugno 2009, i servizi sociali depositarono un altro rapporto che indicava che il bambino si svegliava la notte gridando e sottolineava che aveva bisogno della presenza di un adulto per essere rassicurata.
13. Con un decreto del 21 gennaio 2010, il tribunale sospese l’autorit? parentale del richiedente, nomin? un tutore, e decise il collocamento del bambino in una famiglia di accoglimento.
14. Con una sentenza del 7 luglio 2011, il richiedente fu prosciolto e fu rimesso in libert?.
15. Una volta liberata, il richiedente chiese a potere incontrare la sua figlia.
A. Il procedimento che cade sul diritto di visita
16. Il 23 febbraio 2012, un test DNA fu effettuato per verificare il legame tra il richiedente ed i bambini. I risultati del test dimostravano apparentemente che c’era un legame genetico tra i due.
17. Il 17 maggio 2012, A. fu sentito col tribunale per bambini. Riconobbe il richiedente su una foto, designandolo come “il pap? che aveva prima di e che parlava inglesi”; non oppose ad un eventuale incontro.
18. Con un decreto del 19 luglio 2012, il tribunale autorizz? gli incontri tra il richiedente e le sue ragazze: un primo incontro doveva avere luogo in presenza dei servizi sociali.
19. Il 30 luglio 2012 ebbe luogo il primo incontro tra A. ed i richiedenti, in presenza dei servizi sociali.
20. Il 17 agosto 2012, i servizi sociali depositarono un rapporto sullo svolgimento dell’incontro. Questo rapporto dava tra altri il seguente informazione:
-Il psicologo aveva trovato il bambino molto teso. Alla vista del richiedente, il bambino era di prima uscita della sala; poi, aveva accettato la presenza del richiedente. Il psicologo aveva incontrato poi il bambino e la famiglia di accoglimento, ed aveva constatato che il bambino non voleva incontrare suo pi? padre biologico. Si ricordava della traversata in mare, e di ci? che suo padre non aveva preso cura di lei.
21. Il 16 gennaio 2013, il richiedente chiese al tribunale a potere incontrare di nuovo la sua figlia.
22. In un rapporto depositato il 18 febbraio 2013, i servizi sociali indicarono essere stato informato dalla famiglia di accoglimento:
-che in seguito all’incontro col richiedente, il bambino era diventato agitato, ed aveva avuto degli episodi di enuresi notturna;
-che il bambino affermava volere non incontrare il richiedente.
I servizi sociali informarono anche il tribunale:
-che da luglio 2012, non avevano avuto pi? notizie del richiedente;
-che era solamente in gennaio 2013, col verso del suo avvocato che questo aveva chiesto un altro incontro col bambino.
23. Con un decreto depositato alla cancelleria il 26 aprile 2013, il tribunale respinse la domanda del richiedente e revoc? il decreto precedente in quanto all’organizzazione degli incontri.
Nei suoi motivi, il tribunale rilev? che dopo le informazione ricevute dai servizi sociali, dopo lo svolgimento dell’incontro il bambino era molto agitato e stressata all’idea di rivedere suo padre. Per giustificare la sua decisione, il tribunale stim?:
-che il richiedente era nell’impossibilit? di occuparsi del suo bambino;
-che il fatto che non aveva progetto per l’avvenire rendeva gli incontri pregiudizievoli per il bambino;
-che non era peraltro possibile avere intenzione per il richiedente una possibilit? di ricuperare le sue competenze parentali.
24. Il 22 maggio 2013, il richiedente interpose appello di questa decisione, chiedendo parallelamente che la sua esecuzione sia sospesa. Sosteneva:
-che la sospensione del suo diritto di visita avrebbe delle conseguenze irreparabili, perch? l’interruzione di ogni contatto provocherebbe il taglio del legame tra egli e le sue ragazze;
-che non c’era nessuna situazione di abbandono del bambino da parte sua, ma solamente una situazione di sconforto, causato dalla povert? che l’impediva di esercitare il suo ruolo di genitore.
25. Con una decisione del 2 agosto 2013, la corte di appello di Lecce respinse innanzitutto la domanda di sospensione dell’esecuzione del decreto del tribunale.
26. Nei suoi motivi, la corte di appello osserv? che la decisione di sospendere gli incontri era motivata dal rapporto dei servizi sociali che avevano assistito all’incontro, rapporto di cui risultava secondo lei,:
-che i servizi sociali avevano constatato una situazione di tensione del bambino verso suo padre ed un stress mostrato dal bambino in seguito all’incontro;
-che il bambino aveva negato di parlare di suo padre biologico;
-che i responsabile dell’associazione presso della quale il richiedente ed il bambino erano stati posti prima del suo arresto avevano fatto stato di episodi supposti di maltraitance.
27. Sempre a sostegno del rigetto della domanda di sospensione del decreto, la corte di appello rilev? e consider? inoltre:
-che all’epoca del suo ascolto, il 21 novembre 2011, dove aveva affermato che la sua figlia doveva vivere con lui al motivo che era suo padre e che la famiglia di accoglimento non era la sua vera famiglia, il richiedente aveva sottolineato che non era preparato a prendere in considerazione di altre soluzioni concernente il collocamento della sua figlia;
-che questo atteggiamento mostrava che si interessava piuttosto alla soddisfazione dei suoi bisogni che a quelli del suo bambino;
-che A. era buono inserita nella famiglia di accoglimento.
28. Con un’altra decisione del 11 ottobre 2013, la corte di appello si pronunci? sul fondo della causa. Nei suoi motivi, ne reiter? partire le sue precedenti considerazioni, sottolineando anche,:
-che il richiedente si era mostrato non cooperativo coi servizi sociali;
-che in seguito all’incontro con suo padre, A. aveva espresso una regressione nel suo comportamento.
29. La corte consider? inoltre:
-che il richiedente non aveva la possibilit? di garantire affatto alla sua figlia una vita stabile, tanta il di vista affettiva che con mancanza dei mezzi finanziari;
-che non aveva nessuno progetto per l’avvenire;
-che il suo comportamento non mirava a garantire alla sua figlia delle condizioni di vita adeguata.
30. All’argomento del richiedente secondo che non c’era stata inchiesta prima della decisione di sospendere gli incontri, la corte rispose:
-che un rapporto era stato depositato dai servizi sociali in seguito all’incontro;
-che il richiedente era stato sentito col tribunale.
31. In quanto alla possibilit? di fare ritirare il bambino al Nig?ria, la corte l’allontan?, considerando che A. non aveva quasi nessuno ricordo di sua madre e del suo s?ur.
In conclusione, per la corte di appello, la decisione di sospendere gli incontri era l’unica a prendere nell’interesse del minore. Di conseguenza, conferm? la decisione del tribunale per bambini e sospese il diritto di visita del richiedente.
32. In settembre 2013 e gennaio 2014, il richiedente mand? due lettere al bambino.
Nella prima lettera, il richiedente, dopo avere detto alla sua figlia che l’amava, gli chiedeva di lavorare bene nella scuola, di studiare bene le lingue ed i costumi degli altri paesi, gli diceva che stava cercando del lavoro, che pensava sempre a lei, e di non dimenticare che aveva altrove una famiglia.
Nella seconda lettera, gli diceva che aveva voglia di rivederla e di abbracciarlo, ma che temeva di fargli paura. Gli chiedeva di comportarsi bene con la famiglia di accoglimento e di lavorare bene nella scuola, e gli diceva che cercava un lavoro, ma che essendo estero la situazione era difficile per lui.
B. Il procedimento che cade sull’adozione del bambino
33. Con una decisione del 23 gennaio 2014, il tribunale per bambini di Lecce dichiar? il bambino adottabile.
Nei suoi motivi, dopo avere verificato che era stabilito che il richiedente era buono il padre biologico del bambino e che la madre non era conosciuta, il tribunale ricord? e consider? innanzitutto:
-che durante la detenzione, il richiedente aveva opposto a ci? che la sua figlia sia dichiarata adottabile, ed aveva chiesto che sia rinviata presso di sua nonna alla Nigeria;
-che poi, una volta liberata, aveva chiesto a potere incontrarla;
-che aveva dimostrato cos? che la considerava come una propriet? senza prendere in considerazione l’interesse del bambino.
34. Il tribunale consider? inoltre:
-che decidendo di portare il bambino con lui in Italia, il richiedente aveva fatto una scelta che non era senza conseguenze per lei;
-che, secondo i servizi sociali, la relazione tra i richiedenti e la sua figlia erano gi? difficili all’epoca dell’arrivo in Italia nel 2009;
-che il richiedente non era in grado di occuparsi della sua figlia e di comprendere i suoi bisogni;
Il tribunale not? anche che nelle due lettere che il richiedente aveva mandato alla sua figlia, non faceva menzione di ci? che ne desiderava ottenere di nuovo la guardia.
35. In conclusione, il tribunale consider? che il richiedente non era in grado di occuparsi di A. e che questa ultima si trovava in stato di abbandono. Dichiar? questa adottabile dunque.
36. Il richiedente interpose appello di questo giudizio. Chiese all’istanza superiore:
-di revocare la dichiarazione di adottabilit?;
-di confermare il collocamento temporaneo del bambino nella famiglia di accoglimento, per il tempo necessario al ristabilimento di un equilibrio tra egli e le sue ragazze;
-di ordinare ai servizi sociali di mettere in opera un progetto di sostegno affinch? possa riannodare dei legami con la sua figlia.
Il richiedente invocava la Convenzione, affermando avere subito un’ingerenza illegittima nella sua vita familiare e non essere stato aiutato dalle strutture pubbliche.
Inoltre, contestava la situazione di abbandono del bambino.
37. Infine, faceva valere che aveva ricevuto della corte di appello di Catania, a titolo di indennizzo per “detenzione ingiusta” una somma di 193 608,322 EUR, e che aveva trovato un lavoro.
38. Con una sentenza del 14 novembre 2014, la corte di appello respinse il ricorso del richiedente e conferm? l’adottabilit? del bambino.
Nei suoi motivi, la corte giudic? che il tribunale aveva motivato la sua decisione in modo logica e corretta su tutti i punti controversi, enunciando in particolare,:
-che, molto prima l’arresto del richiedente, c’erano stati dei problemi tra egli e le sue ragazze, come i servizi sociali l’avevano sottolineato;
-che il richiedente non mostrava un attaccamento particolare verso la sua figlia, e che avevano delle difficolt? relazionali tra essi;
-che il richiedente aveva mostrato un profilo autoritario, letteralmente: di “padre-principale”, padre padrone,), in ci? che aveva dichiarato a pi? riprese con insistenza che i bambini appartengono ai genitori, ci? che testimoniava di un atteggiamento non cooperativa da parte sua verso i servizi sociali.
39. La corte rimprover? anche al richiedente di non avere dato delle informazioni precise sulla data di nascita del bambino e sull’identit? della madre.
Per la corte, conveniva peraltro allontanare l’argomento secondo che la decisione attaccata creava un taglio del legame tra il bambino e le famiglie di origine: secondo lei, il legame che li univa era fragile, nocivo e dolorosi per il bambino, come i servizi sociali l’avevano sottolineato nei loro rapporti depositati nel 2009.
40. Riferendosi all’unica incontra chi aveva avuto luogo tra il richiedente ed A. ed ai rapporti depositati dai servizi sociali che facevano stato di una situazione psicologica difficile per il bambino in seguito a suddetta incontro, la corte consider?:
-che la dichiarazione di adottabilit? non aveva rotto nessuno legame familiare, poich? il bambino, interrogato dai servizi sociali, aveva negato di riferirsi a suo padre biologico ed alla sua esperienza passata;
-che il bambino si trovava in un stato di abbandono dunque, il padre non potendo garantire le cure necessarie.
41. A proposito dell’articolo 14 della Convenzione, sollevata dal richiedente, la corte stim?:
-che non era possibile per i servizi sociali mettere in opera un progetto di avvicinamento come sollecitato da lui, tanto in ragione della sua indisponibilit? che il vissuto del bambino;
-che bene che il richiedente avesse un lavoro stabile ed un alloggio, il legame familiare faceva sempre difetto, tenuto conto di ci? che lo stato psichico del bambino aveva peggiorato ad ogni volta che gli si parlava di suo padre biologico, cos? come in occasione dell’unica incontro avendo avuto luogo tra essi.
42. Questa sentenza della corte di appello ? diventata definitiva, il richiedente non essendo dotato si in cassazione.
43. Ad una data non precisata, il bambino ? stato adottato.
C. Il ricorso in risarcimento per detenzione ingiusta
44. Il 7 aprile 2014, la corte di appello di Catania ha concesso al richiedente 193 608 EUR per la detenzione ingiustamente subita tra il 2 aprile 2009 ed il 7 luglio 2011.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNE PERTINENTI
45. La legge no 184 del 4 maggio 1983 aveva portato gi? degli ampi cambiamenti nella tenuta dell’adozione. Con le modifiche supplementari introdotte dalla legge no 149 di 2001, le sue disposizioni si presentano come segue.
Articolo 1
“Il minore ha il diritto di essere alzato nella sua propria famiglia. “
Articolo 2
“Il minore che ? restato senza ambiente familiare adeguato temporaneamente pu? essere affidato ad un’altra famiglia, se possibile comprendendo dei bambini minorenne, o ad una persona sola, o ad una comunit? di tipo familiare, per garantirgli sussistenza, educazione ed istruzione. Nel caso dove un collocamento familiare adeguato non ? possibile, ? permesso di porre il minore in un istituto di assistenza pubblica o privata, di preferenza nella regione di residenza del minore. “
Articolo 5
“La famiglia o la persona alla quale il minore ? affidato devono garantirgli sussistenza, educazione ed istruzione tenendo conto delle indicazioni del tutore ed osservando le prescrizioni dell’autorit? giudiziale. In ogni caso, la famiglia di accoglimento esercita la responsabilit? parentale per ci? che riguarda i rapporti con la scuola e le istituzioni sanitarie nazionali. La famiglia di accoglimento deve essere sentita nei procedimenti di collocamento o di dichiarazione di adottabilit?. “
Articolo 7
“L’adozione ? possibile a favore dei minore dichiarati adottabili. “
Articolo 8
“Il tribunale delle cause di bambini pu? dichiarare in stato di adottabilit?, anche di ufficio, (…) i minore in situazione di abbandono a causa della mancanza di ogni assistenza giuridica o patrimoniale da parte dei genitori o della famiglia tenuti [di un obbligo in questo senso], salvo se la mancanza di assistenza ? dovuta con la forza ad una causa maggiore di carattere transitorio. “
La “situazione di abbandono” rimane, precisa l’articolo 8, anche se i minore si trovano in un istituto di assistenza o se sono stati posti presso di una famiglia.
Infine, sempre secondo l’articolo 8, non c’? con la forza maggiore se i genitori o altri membri della famiglia del minore tenuto di occupare ne rifiutano si le misure di assistenza pubblica proposta e se questo rifiuto ? considerato dal giudice come ingiustificato.
La situazione di abbandono pu? essere segnalata all’autorit? pubblica con tutto particolare o pu? essere rilevata di ufficio col giudice. Per i funzionari pubblici o i membri della sua famiglia che ha cognizione, la denuncia dello stato di abbandono di un minore ? anche un obbligo. Gli istituti di assistenza devono informare peraltro, regolarmente l’autorit? giudiziale della situazione dei minore che accolgono (articolo 9).
Articolo 10
“Il tribunale pu? ordinare, fino al collocamento pr?adoptif del minore nella famiglia di accoglimento, ogni misura temporanea nell’interesse del minore, ivi compreso, all’occorrenza, la sospensione dell’autorit? parentale, la sospensione delle funzioni di tutore o la nomina di un tutore temporaneo. “
Gli articoli 11 a 14 contemplano un’istruzione che mira a chiarire la situazione del minore per stabilire se questo ultimo si trova in stato di abbandono. In particolare, l’articolo 11 dispone che quando, durante l’inchiesta, risulta che il bambino non ha rapporti con nessuno membro della sua famiglia fino al quarto grado, il tribunale pu? dichiararlo adottabile, salvo se esiste una domanda di adozione al senso dell’articolo 44.
Al termine del procedimento previsto da questi ultimi articoli, se lo stato di abbandono al senso dell’articolo 8 persiste, il tribunale delle cause di bambini dichiara il minorenne adottabile nei seguenti casi: ha, i genitori o gli altri membri della famiglia non si sono presentati durante il procedimento; b, il loro ascolto ha dimostrato la persistenza della mancanza di assistenza giuridica e patrimoniale cos? come l’incapacit? degli interessati ad ovviare; c, le prescrizioni imposte in applicazione dell’articolo 12 non hanno, con la mancanza dei genitori, non state eseguite.
Articolo 15
“La dichiarazione di stato di adottabilit? ? pronunciata dal tribunale delle cause di bambini riunendosi presso in camera del consiglio con una decisione motivata, dopo ascolto del ministero pubblico, del rappresentante dell’istituto del quale il minore ? stato posto o della sua eventuale famiglia di accoglimento, del tutore e del minore s? se ? vecchio di pi? di dodici anni o, sotto a questa et?, se il suo ascolto ? necessario. “
Articolo 17
“L’opposizione alla decisione che dichiara un minorenne adottabile deve essere depositata entro trenta giorni a partire dalla data della comunicazione alla parte richiesta.
La sentenza della corte di appello che dichiara lo stato di adottabilit? pu? essere oggetto di un ricorso in cassazione entro 30 giorni a partire dalla data della notificazione per i motivi contemplati ai numeri 3, 4, 5 del primo capoverso dell’articolo 360 del codice di procedimento civil.e”
Articolo 19
“Durante il procedimento che mira alla dichiarazione di adottabilit?, l’esercizio dell’autorit? parentale ? sospeso. “
L’articolo 20 contempla infine che lo stato di adottabilit? cessa nel momento in cui il minore ? adottato o se questo ultimo diventa maggiore. Peraltro, la dichiarazione di adottabilit? pu? essere revocata, di ufficio o su domanda dei genitori o del ministero pubblico, se le condizioni previste dall’articolo 8 sono sparite nel frattempo. Per?, se il minore ? stato posto in una famiglia a titolo preadottivo (“affidamento preadottivo”) al senso degli articoli 22 a 24, la dichiarazione di adottabilit? non pu? essere revocata.
L’articolo 22 ? 8 contemplano che il tribunale per bambini controllo il buono svolgimento del collocamento pr?adoptif con la collaborazione del giudice delle tutele, dei servizi sociali e dei periti. In caso di difficolt?, il tribunale convoca, anche separatamente, la famiglia di accoglimento ed il minore in presenza, all’occorrenza, di un psicologo per verificare ne le ragioni. Cos? necessario, pu? ordinare delle misure di sostegno psicologico.
L’articolo 25 contempla che il tribunale per bambini non pu? pronunciarsi sull’adozione che dopo la scadenza di un termine minimo di un anno dopo la dichiarazione di adottabilit?; la decisione sull’adozione ? presa in camera del consiglio.
La sentenza della corte di appello che ordina l’adozione pu? essere oggetto di un ricorso in cassazione entro 30 giorni a partire dalla data della sua notificazione, per i motivi contemplati al numero 3 del primo capoverso dell’articolo 360 d, del codice di procedimento civile.
Articolo 44
Dell’adozione in certi casi particolari.
“1. Quando le condizioni enunciate al capoverso 1 dell’articolo 7 non sono riunite, minorenne che non sono stati dichiarati ancora adottabili, i minore possono tuttavia essere adottati:
ha, con le persone che hanno col minore un legame fino al sesto grado o un rapporto stabile e duraturo preesistente, quando il minore ? orfano di padre o di madre;
b, col coniuge nel caso dove il minore ? il bambino stesso adottivo dell’altro congiunge;
c, quando il minore ? nello stato indicato all’articolo 3, capoverso 1 della legge no 104 del 5 febbraio 1992 e che ? orfano di padre e di madre;
d, quando l’impossibilit? di procedere ad un collocamento in vista dell’adozione ? stata constatata.
2. Nei casi mirati al capoverso 1, l’adozione ? anche possibile in presenza di bambini legittimi.
3. Nei casi mirati al capoverso 1 ha, c) e d, l’adozione ? non solo aperta ad essi [coppie sposate] ma anche [alle persone] che non sono sposate. Se l?adottante ? sposato/a e non ? separato/a [di corpo], l’adozione pu? essere decisa solamente in seguito ad una domanda dei due sposi.
4. Nei casi mirati al capoverso 1 ha, e d, l’et? dell’adottante deve superare di almeno diciotto anni l’et? di quelli che intende adottare. “
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 8 DELLA CONVENZIONE
46. Il richiedente adduce il mancata osservanza della sua vita familiare, rimproverando alle autorit? che hanno di prima vietato ogni contatto con la sua figlia, e poi impegnato il procedimento che mira alla sua adozione, di non avere preso le misure adeguate per mantenere un qualsiasi legame con lei. Fa valere che le autorit? si sono limitate a prendere atto delle sue difficolt? economiche e sociali, senza aiutarlo a sormontarli per mezzo di un’assistenza sociale mirata. Invoca gli articoli 8 e 14 della Convenzione.
47. Padrona della qualifica giuridica dei fatti della causa, la Corte stima appropriata di esaminare i motivi di appello sollevati unicamente dal richiedente sotto l’angolo dell’articolo 8 che esige che il processo decisionale che sbuca su delle misure di ingerenza sia equo e rispetta, siccome si deve, gli interessi protetti da questa disposizione, Moretti e Benedetti c. Italia, no 16318/07, ? 27, 27 aprile 2010; Havelka ed altri c. Repubblica ceca, no 23499/06, ?? 34-35, 21 giugno 2007; Kutzner c. Germania, no 46544/99, ? 56, CEDH 2002-I; Wallov? e Walla c. Repubblica ceca, no 23848/04, ? 47, 26 ottobre 2006; Zhou c. Italia, no 33773/11, ? 28, 21 gennaio 2014.
L’articolo 8 della Convenzione contempla:
“1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza .
2. Non pu? esserci ingerenza di un’autorit? pubblica nell’esercizio di questo diritto se non per quanto questa ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una societ? democratica, sia necessaria alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine ed alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? altrui. “

A. Sull’ammissibilit?
49. La Corte constata che la richiesta non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 ha, della Convenzione, e che non cozza peraltro contro nessuno altro motivo di inammissibilit?. Pertanto, la Corte la dichiara ammissibile.
B. Sul fondo
1. Tesi delle parti
50. Il richiedente espone che, fin dal suo arrivo in Italia, si ? trovato, bene malgrado lui, ordinanza ed implicato in un processo penale che si ? chiuso ulteriormente dal suo proscioglimento; e che ? questo processo che l’ha condotto a passare un lungo periodo si separato dalla sua figlia.
Facendo notare tuttavia che ha mandato parecchie lettere al bambino, vede la prova che il legame affettivo non era rotto.
51. Spiega:
-che se lo svolgimento dell’unica incontro autorizzato con A. aveva, certo, estate difficile, l’atteggiamento del bambino verso lui alla fine di questo incontro era diventato positivo;
-che non aveva visto allora la sua figlia da circa quattro anni;
-che le giurisdizioni interne non hanno mai operato a favore di un avvicinamento padre-figlia col verso di un sostegno psicologico o di una mediazione familiare;
-che al contrario, hanno preferito tagliare il loro legame, facendo di prima riferimento alla sua situazione economica e poi alle considerazioni che riguardano la sua personalit?;
Cos?, conclude, le autorit? l’hanno di incarcerato prima poi a torto l’hanno impedito di costruire un legame con la sua figlia.
52. Il richiedente deplora che nessuna azione che mira ad aiutarlo ad esercitare il suo ruolo di genitore non sia stata prevista. Del resto, sottolinea, le sue competenze parentali non sono state valutate mai da un perito.
Stima peraltro che i fatti si analizzano in una discriminazione sulla base della sua situazione economica e del suo statuto di estero.
53. Il Governo, del suo lato, spiega che dall’arrivo del richiedente e della sua figlia in Italia, le autorit? hanno preso le misure necessarie per proteggere il bambino.
Cos?, tutti due sono stati accolti dalla municipalit? di Trepuzzi e sono stati inseriti in un progetto per la protezione dei profughi. ? solamente nell’aprile 2009, quando il richiedente ? stato arrestato, che il bambino ? stato posto in un istituto prima di essere, nel gennaio 2010, collocata in una famiglia di accoglimento. Il bambino ha potuto vedere una sola volta il richiedente, nel luglio 2012.
54. Durante il periodo anteriore all’arresto del richiedente, la relazione tra questi ultimi ed il bambino sono stati sorvegliati dai responsabile del progetto: secondo questi ultimi, non c’era un legame forte tra il bambino ed i richiedenti.
Per il Governo, tutti gli sforzi fatti dai servizi sociali erano vani, perch? il richiedente non era cooperativo. Secondo lui, ci? che interessava il richiedente era soprattutto di ottenere un permesso di soggiorno ed un aiuto patrimoniale.
55. Il Governo spiega anche:
-che una volta prosciolta e liberato, il richiedente ha chiesto certo a riannodare dei legami col bambino, ma non ha dato mai le informazioni necessarie sul modo di cui avrebbe potuto occupare ne si;
-che il richiedente negava di prendere in conto che il bambino non voleva vedere egli e non si ricordava di lui, e ha dato l’immagine di un padre autoritario, padre padrone,: “padre-principale”), ? stato riconosciuto cos? poi dalle giurisdizioni interne.
56. Di pi?, il Governo fa valere:
-che il richiedente ha traslocato in un luogo sconosciuto e che, durante parecchi mesi, non ha dato nessuna notizia e non ha provato a contattare i servizi sociali per avere delle notizie del bambino;
-che questo ? allo visto dei rapporti dei servizi sociali da 2008 che indicavano che il richiedente non era in grado di esercitare il suo ruolo di padre, che la corte di appello di Lecce ha negato di autorizzare dei nuovi contatti tra il richiedente e le sue ragazze;
-che il bambino viveva dal 2010 in una famiglia di accoglimento nella quale era buona integrato.
Per il Governo, il richiedente non ? una vittima di una violazione dell’articolo 8, ma trovati semplicemente dinnanzi alle conseguenze della sua propria mancanza di cooperazione con le giurisdizioni alle fini di un avvicinamento tra egli e le sue ragazze.
57. Il Governo conclude che le giurisdizioni interne hanno preso le loro decisioni nell’interesse del bambino.
Secondo lui, ? a torto che il richiedente afferma che non c’? stata perizia tecnica a proposito del bambino o delle capacit? parentali del richiedente. Da una parte, la corte di appello ha fondato la sua decisione sui conclusioni del controllo effettuato durante parecchi anni sul bambino ed il richiedente. Altra parte, le giurisdizioni interne hanno dovuto valutare se tutte le condizioni previste dalla legge erano assolte per dichiarare il bambino adottabile.
58. Infine, il Governo obietta che ? il richiedente s? che ha deciso, senza scrupoli, di portare la sua figlia con lui in una traversata del Mediterraneo in barca, che dividono lei cos? del resto della sua famiglia, per ottenere pi? facilmente un permesso di soggiorno in Italia. Il bambino, scrive, ? fallito morire in mare, a causa della decisione presa dal richiedente” mentre “le autorit? italiane hanno preso cura di lei e [gli hanno dato] un avvenire.”
2. Valutazione della Corte
ha, Principi generali
59. La Corte constata a titolo preliminare che non ? contestato che la dichiarazione di adottabilit? di A. costituisce un’ingerenza nell’esercizio del diritto del richiedente al rispetto della sua vita familiare. Ricorda che una tale ingerenza non ? compatibile con l’articolo 8 che se assolve le condizioni cumulative di essere prevista dalla legge, di inseguire un scopo legittimo, e di essere necessario in una societ? democratica. La nozione di necessit? implica che l’ingerenza si basi su un bisogno sociale imperioso e che sia proporzionata in particolare allo scopo legittimo ricercato (vedere, Gnahor? c. Francia, no 40031/98, ? 50, CEDH 2000 IX, Couillard Maugery c. Francia, no 64796/01, ? 237, 1 luglio 2004, e Puntatori c. Portogallo, no 19554/09, ?74, 10 aprile 2012.
60. La Corte ricorda che al di l? della protezione contro le ingerenze arbitrarie, l’articolo 8 mette al carico dello stato degli obblighi positivi inerenti al rispetto effettivo della vita familiare. Cos?, l? dove l’esistenza di un legame familiare si trova stabilita, lo stato deve in principio agire in modo da permettere a questo legame di svilupparsi (vedere, Olsson c. Svezia (no 2), 27 novembre 1992, ? 90, serie Ha no 250. La frontiera tra gli obblighi positivi e negativi che derivano dell’articolo 8 non suscita una definizione precisa, ma i principi applicabili sono tuttavia comparabili. In particolare, nei due casi, bisogna avere esattamente riguardo equilibrio a predisporre tra gli interessi concorrenti, tenendo tuttavia conto di ci? che l’interesse superiore del bambino deve costituire la considerazione determinante che, secondo la sua natura e la sua gravit?, pu? prevalere su quello del genitore, Kearns c. Francia, no 35991/04, ? 79, 10 gennaio 2008. In particolare, l’articolo 8 non saprebbe autorizzare un genitore a vedere prendere delle misure pregiudizievoli alla salute ed allo sviluppo del bambino (vedere Johansen c). Norvegia, 7 agosto 1996, ? 78, Raccolta delle sentenze e decisioni 1996 III, e Gnahor?, precitata, ? 59. Cos?, in materia di adozione, la Corte ha ammesso gi? che possa essere dell’interesse del minore di favorire l’instaurazione di legami affettivi stabili coi suoi genitori nutritivi (Johansen, precitata, ? 80, e Kearns, precitata, ? 80.
61. La Corte constata anche che, nell’ipotesi degli obblighi negativi come in quella degli obblighi positivi, lo stato gode di un certo margine di valutazione (vedere W. c). Regno Unito, 8 luglio 1987, ? 60, serie Ha no 121 che varia secondo la natura delle questioni in controversia e la gravit? degli interessi in gioco. In particolare, la Corte esige che le misure che arrivano a rompere i legami tra un bambini e la sua famiglia siano applicate solamente nelle circostanze eccezionali, questo essere-a-argomento unicamente nei casi dove i genitori si sono mostrati particolarmente indegni, Clemeno ed altri c. Italia, no 19537/03, ? 60, 21 ottobre 2008, o quando sono giustificate da un’esigenza fondamentale riguardo l’interesse superiore del bambino, vedere ? 84 Johansen, precitata,; P., C. e S. c. Regno Unito, no 56547/00, ? 118, CEDH 2002 VI. Questo approccio pu? essere allontanato tuttavia in ragione della natura della relazione genitore-bambino, quando il legame ? molto limitato, S?derb?ck c. Svezia, 28 ottobre 1998, ?? 30-34, Raccolta 1998 VII.
62. Appartiene ad ogni Stato contraente di dotare si di un arsenale giuridico adeguato e sufficiente per garantire il rispetto degli obblighi positivi che gli toccano in virt? dell’articolo 8 della Convenzione ed alla Corte di ricercare se, nell’applicazione e l’interpretazione delle disposizioni legali applicabili, le autorit? interne hanno rispettato le garanzie volute dall’articolo 8, tenendo particolarmente conto dell’interesse superiore del bambino (vedere, mutatis mutandis, Neulinger e Shuruk c. Svizzera [GC], no 41615/07, ? 141, CEDH 2010, K.A.B. c. Spagna, no 59819/08, ? 115, 10 aprile 2012.
63. A questo riguardo e trattandosi dell’obbligo per lo stato di arrestare delle misure positive, la Corte non ha smesso di dire che l’articolo 8 implica il diritto per un genitore alle misure proprie a riunirlo col suo bambino e l’obbligo per le autorit? nazionali di prenderli (vedere, per esempio, Eriksson, ? 71, serie Ha no 156, e Margareta e Roger Andersson c. Svezia, 25 febbraio 1992, ? 91, serie Ha no 226-ha; P.F. c. Polonia, no 2210/12, ? 55, 16 settembre 2014. In questo genere di causa, il carattere adeguato di una misura si giudica alla rapidit? del suo collocamento in opera, Maumousseau e Washington c. Francia, no 39388/05, ? 83, 6 dicembre 2007; Zhou c. Italia, precitata, ? 48.
b, Applicazione di questi principi
64. La Corte considera che il punto decisivo nello specifico consiste in sapere dunque se, prima di annullare il legame di filiazione, le autorit? nazionali hanno preso tutte le misure necessarie ed adeguate che si poteva esigere ragionevolmente di esse affinch? il bambino possa condurre una vita familiare normale con suo padre.
65. La Corte ricorda che esiste un largo consenso-ivi compreso in diritto internazionale -circa all’idea che in tutte le decisioni concernente i bambini, il loro interesse superiore deve prevalere, Neulinger e Shuruk, precitata, ? 135.
66. La Corte nota che le autorit? italiane hanno preso incaricate il richiedente e la sua figlia dal loro arrivo in Italia con barca.
A questo riguardo, la Corte non pu? prendere in conto l’argomento del Governo secondo che il richiedente avrebbe portato la sua figlia in Italia per ottenere pi? facilmente un permesso di soggiorno. Nella mancanza di elementi obiettivi nella pratica che accrediterebbero l’idea che lo scopo del richiedente era di utilizzare il bambino per ottenere pi? facilmente un permesso di soggiorno in Italia, non saprebbe speculare sulle motivazioni del richiedente e sulla sua scelta di lasciare allora la Libia con la sua figlia vecchia di due anni.
67. Al loro arrivo in Italia nel febbraio 2009, il richiedente e la sua figlia furono inseriti in un progetto per l’accoglimento dei profughi. Furono accolti in un centro ed i servizi sociali sorvegliarono la situazione del bambino che sembrava essere disorientata in seguito a certe esperienze vissute nel passato.
68. Il 2 aprile 2009, il richiedente fu arrestato ed il bambino fu trasferito in un focolare. Era traumatizzata e si svegliava piangendo la notte. Questo ? perch? fu deciso di porrla in famiglia di accoglimento, per offrirgli un ambiente stabile.
69. La Corte nota che ha espresso il suo interesse per il bambino durante la sua detenzione, il richiedente, ed una volta prosciolta, ha chiesto ad incontrarla. Ha riconosciuto che il bambino viveva in un ambiente sereno e che era necessario, del suo lato, che trova un lavoro.
70. L’unica incontro autorizzato col bambino che ha avuto luogo il 30 luglio 2012, conobbe un svolgimento difficile, in ragione probabilmente per il fatto che il richiedente non aveva visto pi? la sua figlia da tre anni mentre si trattava di una bambina in bassa et?, paragrafi 19-20 qui sopra. Poi il richiedente trasloc? e non diede pi? di notizie ai servizi sociali durante tre mesi, prima di ridomandare un incontro col bambino.
La Corte nota che nessuna perizia psicologica che mira a verificare la capacit? del richiedente ad esercitare il suo ruolo di genitore non ha avuto luogo e che se ? vero che parecchi rapporti sullo stato psicologico del bambino sono stati depositati dinnanzi alle giurisdizioni interne, la decisione di rompere il legame genitore-bambino si ? basata in modo esclusiva sui rapporti dei servizi sociali che avevano osservato il richiedente all’epoca del suo arrivo in Italia nel 2009 ed all’epoca dell’unica ed unico incontro col bambino.
71. Di pi?, se ? vero che i rapporti depositati dai servizi sociali dopo l’incontro (?? 20-23) facevano stato di una situazione difficile per il bambino, la Corte rileva tuttavia anche che suddetti rapporti non si basavano sempre su un’osservazione diretta della situazione coi periti, ma si riferivano in grande parte alle affermazioni della famiglia di accoglimento del bambino.
72. Il 23 gennaio 2014, il tribunale ha deciso di dichiarare il bambino adottabile. Il tribunale ha giudicato che il richiedente non era in grado di occuparsi del bambino e di comprendere i suoi bisogni. Ha notato inoltre che nelle due lettere che aveva mandato alla sua figlia, il richiedente non aveva espresso l’intenzione di ottenere ne di nuovo la guardia. Il tribunale ha rimproverato anche al richiedente di avere portato la sua figlia in Italia con lui. Non ha stimato necessario di ordinare una perizia per verificare se il richiedente era capace di esercitare il suo ruolo parentale o se la sua relazione col bambino fosse segnata da un deficit affettivo.
73. La corte di appello ha confermato il giudizio del tribunale. Non ha preso in considerazione l’evoluzione della situazione del richiedente, n? stimato lei neanche necessario di ordinare una perizia sulle capacit? parentali del richiedente, ma ha giudicato tuttavia che questo ultimo non era in grado di esercitare il suo ruolo di padre, basandosi essenzialmente sui rapporti che i servizi sociali avevano preparato nel 2009. La corte di appello ha considerato che il richiedente aveva un atteggiamento autoritario, padre padrone, rilevando che, una volta uscita da prigione, aveva affermato a pi? riprese che non era prestito a prendere in considerazione di altre soluzioni concernente il collocamento della sua figlia, dichiarando che “i bambini appartengono ai genitori.” Secondo la corte di appello, la dichiarazione di adottabilit? non aveva lei stessa rotto nessuno legame familiare, dato che il bambino, in risposta alle questioni dei servizi sociali, aveva negato di riferirsi a suo padre biologico ed alla sua esperienza passata. Ai suoi occhi, il bambino si trovava in un stato di abbandono dunque, il padre non potendo garantire le cure necessarie.
74. La Corte stima innanzitutto che le autorit? nazionali non hanno sufficientemente ?uvr? per facilitare i contatti tra A. ed i richiedenti.
Ricorda che nei casi cos? delicati e complessi, il margine di valutazione lasciata alle autorit? nazionali competenti varia secondo la natura delle questioni in controversia e la gravit? degli interessi in gioco. Se le autorit? godono di una grande latitudine per valutare la necessit? di prendere incaricati un bambino, in particolare quando c’? emergenza, la Corte deve tuttavia avere acquisito la convinzione che nella causa in questione, esistevano delle circostanze che giustificano il ritiro del bambino. Incombe sullo stato convenuto di stabilire che le autorit? hanno valutato con cura l’incidenza che avrebbe sui genitori ed il bambino la misura di adozione, e previsto altre soluzioni che la presa incaricata del bambino prima di mettere uguale misura ad esecuzione, K. e T. c. Finlandia [GC], no 25702/94, ? 166, CEDH 2001 VII; Kutzner, precitata).
75. La Corte lo ripete con forza: nelle cause di questo tipo, l’interesse del bambino deve passare prima di tutta altra considerazione. Ricorda anche che non gli appartiene di sostituire la sua valutazione a quella delle autorit? nazionali competenti in quanto alle misure che sarebbero dovute essere prese, perch? queste autorit? sono, difatti, in principio pi? meglio posto per procedere ad una tale valutazione, del fatto in particolare che sono in contatto diretto col contesto della causa e le parti implicate. Deve controllare per?, sotto l’angolo della Convenzione, le decisioni che suddette autorit? hanno reso nell’esercizio del loro potere di valutazione.
76. La Corte nota che dopo la separazione di col richiedente, il bambino ? stato posto in una famiglia di accoglimento nella quale si ? buona si inserito. Tuttavia, la Corte rileva che una volta il richiedente liberato dopo essere stato prosciolto, mai le giurisdizioni interne non hanno considerato delle misure meno radicali che l’orientamento di A. verso l’adozione per evitare l’allontanamento definitivo ed irreversibile del bambino di suo padre, misura potendo andare contro l’interesse superiore del bambino.
77. Inoltre, in ci? che riguarda la mancanza di legami tra il richiedente e le sue ragazze, ragione sulla quale la corte di appello si ? appellata per dichiarare il bambino in stato di abbandono, la Corte noto che le autorit? competenti erano responsabili della situazione di rottura familiare che si ? installata tra i 2 aprili 2009, data dell’arresto del richiedente, ed il 7 luglio 2011, data della sua liberazione.
78. La Corte ricorda anche che il fatto che un bambino possa essere accolto in una cornice pi? propizia alla sua educazione non saprebbe in si giustificare che lo si sottragga con la forza alle cure dei suoi genitori biologici; uguale ingerenza nel diritto dei genitori, a titolo dell’articolo 8 della Convenzione, a godere di una vita familiare col loro bambino deve rivelarsi ancora “necessaria” in ragione di altre circostanze, K. e T. c. Finlandia [GC], precitata, ? 173.
79. La Corte nota che alla differenza della maggior parte delle cause che la Corte ha avuto l’occasione di esaminare, nello specifico non ? stato dimostrato che il bambino era stato esposto alle situazioni di violenza o di maltraitance (vedere, ha contrario, Dewinne c. Belgio, d?c.), no 56024/00, 10 marzo 2005; Zakharova c. Francia, d?c.), no 57306/00, 13 dicembre 2005, n? agli abusi sessuali (vedere, ha contrario, Covezzi e Morselli c. Italia, no 52763/99, ? 104, 9 maggio 2003. I tribunali non hanno constatato neanche nell’occorrenza di deficit affettivi (vedere, ha contrario, Kutzner, precitata, ? 68, o ancora un stato di salute che inquieta o un squilibrio psichico dei genitori (vedere, ha contrario, Bertrand c. Francia, d?c.), no 57376/00, 19 febbraio 2002; Couillard Maugery c. Francia, precitata, ? 261.
80. Nella presente causa, la presa incaricata del bambino del richiedente ? stata ordinata al motivo che il richiedente non era in grado di prendere cura di lei e che un ritorno presso di lui sarebbe stato nocivo per il bambino. Tuttavia, la Corte nota che la separazione tra i richiedenti ed il bambino sono stati provocati dall’arresto del richiedente; che, tre anni dopo, il richiedente ? stato prosciolto; e che le giurisdizioni interne non gli hanno permesso allora di vedere il bambino che una sola volta. ? in seguito a questo unico incontro, senza avere ordinato nessuna perizia a proposito del richiedente n? tentato di mettere in opera un qualsiasi percorso di avvicinamento tra il richiedente ed i bambini, che hanno giudicato che non era capace di esercitare il suo ruolo parentale.
La Corte rileva sebbene alla sua uscita di prigione il richiedente ha chiesto subito ad incontrare la sua figlia, gli ha indirizzato delle lettere e ha fatto i passi giuridici necessari per esercitare il suo diritto di visita. Stima dunque che si saprebbe considerare solamente il richiedente si disinteressava della sua figlia, come le giurisdizioni interni l’hanno affermato. La Corte non perde di vista che alla sua uscita di prigione il richiedente era senza lavoro e non aveva domicilio fisso.
81. La Corte dubita del carattere adeguato degli elementi su che le autorit? si sono appellate per concludere che il richiedente non era in grado di esercitare il suo ruolo parentale e che era pericoloso per il bambino. La Corte ? di parere che prima di aprire un procedimento di adottabilit?, le autorit? avrebbero dovuto prendere delle misure concrete per permettere al bambino di riannodare dei legami con suo padre; e ci? tanto pi? che il richiedente era passato tre anni senza avere nessuno contatto con la sua figlia di cui i due anni passati in detenzione.
82. La Corte riafferma che il ruolo delle autorit? di protezione sociale ? precisamente di aiutare le persone in difficolt?, di guidarli nei loro passi e nel consigliere, entra altri, in quanto ai differenti tipi di sussidi sociali disponibili, alle possibilit? di ottenere una casa popolare o agli altri mezzi di sormontare le loro difficolt?, Saviny c. Ucraina, no 39948/06, ? 57, 18 dicembre 2008; R.M.S. c. Spagna no 28775/12, ? 86, 18 giugno 2013. Nel caso delle persone vulnerabili, le autorit? devono dare prova di un’attenzione particolare e devono garantirloro una protezione aumentata, B. c. Romania (no 2), no 1285/03, ?? 86 e 114, 19 febbraio 2013; Todorova c. Italia, no 33932/06, ? 75, 13 gennaio 2009, Zhou, precitata, ?? 58-59.
83. Nello specifico, la Corte ? di parere che la necessit? che era fondamentale, di preservare per quanto possibile il legame tra i richiedenti e la sua figlia non ? stata presa debitamente in considerazione-sapendo che l’interessato si trovava peraltro in situazione di vulnerabilit?, tenuto conto di ci? che era estero e veniva di uscire da prigione dopo due anni di detenzione ingiusta, poich? ? stato prosciolto.
La Corte nota che la decisione di rompere il legame familiare non sia stata preceduta da una valutazione seria ed attenta della capacit? del richiedente ad esercitare il suo ruolo di genitore, ed in particolare di nessuna perizia psicologica, e che nessuno tentativo di salvaguardare il legame non sia stato previsto. Le autorit? non hanno esposto degli sforzi adeguati per preservare il legame familiare tra il richiedente e le sue ragazze e favorire ne lo sviluppo. Le autorit? giudiziali si sono limitate a prendere in considerazione l’esistenza di certe difficolt?, mentre queste avrebbero potuto, con ogni probabilit?, essere sormontate per mezzo di un’assistenza sociale mirata. Il richiedente non si ? visto offrire nessuna fortuna di riannodare dei legami con la sua figlia: difatti nessuno perito ? stato incaricato di valutare le sue competenze o il suo profilo psicologico. Di pi?, un solo incontro ? stato autorizzato col bambino. Nessuno percorso di avvicinamento o di terapia familiare non ? stato previsto. Del resto, nessuna spiegazione convincente potendo giustificare la soppressione del legame di filiazione paterna tra i richiedenti e la sua figlia non ? stata fornita dal Governo.
84. Avuto riguardo a queste considerazioni e nonostante il margine di valutazione dello stato convenuto la Corte conclude in materia, che le autorit? italiane, prevedendo che la soluzione di una rottura del legame familiare, non hanno esposto degli sforzi adeguati e sufficienti per fare rispettare il diritto del richiedente a vivere col suo bambino, elemento del suo diritto al rispetto della sua vita familiare, garantito con l’articolo 8. C’? stata dunque violazione di questa disposizione.
85. Tenuto conto di ci? che il bambino ? stato adottato oramai, la Corte precisa che questa constatazione di violazione non saprebbe essere compreso come cortese lo stato a rimettere il minore all’interessato.
II. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
86. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente permette di cancellare solo imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
A. Danno
87. Il richiedente richiede 500 000 euro (EUR, a titolo del danno che avrebbe subito a causa della violazione dell’articolo 8,).
88. Il Governo stima questa somma eccessiva.
89. Tenendo conto delle circostanze dello specifico e della sua constatazione secondo che le autorit? italiane non hanno esposto degli sforzi adeguati e sufficienti per fare rispettare il diritto del richiedente a vivere col suo bambino, ignorando cos? l’articolo 8 della Convenzione, la Corte considera che l’interessato ha subito un danno giuridico che non saprebbe essere riparato dalla sola constatazione di violazione. Stima, tuttavia, che la somma richiesta ? eccessiva. Avuto riguardo all’insieme degli elementi di cui dispone e deliberando in equit?, siccome lo vuole l’articolo 41 della Convenzione, stima che conviene fissare la somma ad assegnare all’interessato per suddetto danno giuridico a 32 000 EUR.
B. Oneri e spese
90. Giustificativi all’appoggio, il richiedente chiede anche 29 335,61 EUR per gli oneri e spese impegnate dinnanzi alla Corte.
91. Il Governo contesta questo importo.
92. Secondo la giurisprudenza della Corte, un richiedente non pu? ottenere il rimborso dei suoi oneri e spese che nella misura in cui si trovano stabilisco la loro realt?, la loro necessit? ed il carattere ragionevoli del loro tasso. Nello specifico e tenuto conto dei documenti nel suo possesso e della sua giurisprudenza, la Corte stima ragionevole l’intimo di 5 000 EUR ogni onere confuso e l’accordo al richiedente.
C. Interessi moratori
93. La Corte giudica appropriata di ricalcare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea aumentata di tre punti di percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara la richiesta ammissibile;

2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione;

3. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare al richiedente, entro tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva in virt? dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, il seguente somme:
i. 32 000 EUR, trentaduemila euro, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta, per danno morale,;
ii. 5 000 EUR, cinquemila euro, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta dal richiedente, per oneri e spese,;
b) che a contare dalla scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questi importi saranno da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti percentuale,;

4. Respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.

Fatto in francese, poi comunicato per iscritto, in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Fato ?Arac? P?ivi Hirvel?
Cancelliera collaboratrice Presidentessa

Testo Tradotto

Conclusions: Violation de l’article 8 – Droit au respect de la vie priv?e et familiale (Article 8-1 – Respect de la vie familiale)

QUATRI?ME SECTION

AFFAIRE AKINNIBOSUN c. ITALIE

(Requ?te no 9056/14)

ARR?T

STRASBOURG

16 juillet 2015

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Akinnibosun c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (quatri?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
P?ivi Hirvel?, pr?sidente,
Guido Raimondi,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Paul Mahoney,
Krzysztof Wojtyczek,
Faris Vehabovi?, juges,
et de Fato? Arac?, greffi?re adjointe de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 23 juin 2015,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 9056/14) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant nig?rian, OMISSIS (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 30 d?cembre 2013 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? par OMISSIS, avocat ? Lecce. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agente, Mme E. Spatafora et par son coagent M. Gianluca Mauro Pellegrini.
3. Le 20 f?vrier 2014, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
4. Les faits de la cause, tels qu?ils ont ?t? expos?s par les parties, peuvent se r?sumer comme suit.
5. De nationalit? nig?riane, le requ?rant prit la mer depuis la Libye, o? il vivait avec sa femme et ses deux enfants, ? bord d?une embarcation sur laquelle il emmena sa fille A., n?e en 2006. Il arriva en Italie en septembre 2008.
6. Une fois sur le territoire italien, il introduisit une demande de protection internationale. ? une date non pr?cis?e, la Commission territoriale de reconnaissance du statut de r?fugi? lui d?livra un permis de s?jour pour raisons humanitaires.
7. Le requ?rant et sa fille furent accueillis par la municipalit? de Trepuzzi. Ins?r?s dans un projet pour la protection des r?fugi?s, ils b?n?fici?rent d?une aide mat?rielle, psychologique et d?une assistance juridique.
8. Au cours de cette p?riode, les services sociaux commenc?rent ? surveiller de pr?s le rapport entre le requ?rant et l?enfant. Les premiers rapports d?pos?s faisaient ?tat d?une relation difficile entre eux deux.
9. En avril 2009, les services sociaux d?pos?rent un rapport sur la situation de A. Ce rapport d?crivait une enfant en d?tresse et une relation difficile entre le requ?rant et sa fille. Selon la psychiatre qui avait rencontr? l?enfant en 2008, celle-ci souffrait d?un stress post-traumatique, elle se sentait abandonn?e et avait besoin d??tre aid?e. Quant au requ?rant, les services sociaux remarqu?rent qu?il avait une difficult? relationnelle avec l?enfant.
10. Le 2 avril 2009, soup?onn? de faire partie d?une association de malfaiteurs en vue de pratiquer le trafic de clandestins, le requ?rant fut arr?t?. Il fut plac? en d?tention pr?ventive.
11. Entre-temps, le 18 avril 2009, le tribunal pour enfants de Lecce (ci apr?s ? le tribunal ?) d?cida de placer la fille du requ?rant dans un foyer ? Ostuni.
12. Le 6 juin 2009, les services sociaux d?pos?rent un autre rapport, qui indiquait que l?enfant se r?veillait la nuit en criant et soulignait qu?elle avait besoin de la pr?sence d?un adulte afin d??tre rassur?e.
13. Par un d?cret du 21 janvier 2010, le tribunal suspendit l?autorit? parentale du requ?rant, nomma un tuteur, et d?cida le placement de l?enfant dans une famille d?accueil.
14. Par un arr?t du 7 juillet 2011, le requ?rant fut acquitt? et remis en libert?.
15. Une fois lib?r?, le requ?rant demanda ? pouvoir rencontrer sa fille.
A. La proc?dure portant sur le droit de visite
16. Le 23 f?vrier 2012, un test ADN fut effectu? pour v?rifier le lien entre le requ?rant et l?enfant. Les r?sultats du test d?montraient apparemment qu?il y avait un lien g?n?tique entre les deux.
17. Le 17 mai 2012, A. fut entendue par le tribunal pour enfants. Elle reconnut le requ?rant sur une photo, en le d?signant comme ? le papa qu?elle avait avant et qui parlait anglais ? ; elle ne s?opposa pas ? une ?ventuelle rencontre.
18. Par un d?cret du 19 juillet 2012, le tribunal autorisa les rencontres entre le requ?rant et sa fille : une premi?re rencontre devait avoir lieu en pr?sence des services sociaux.
19. Le 30 juillet 2012 eut lieu la premi?re rencontre entre A. et le requ?rant, en pr?sence des services sociaux.
20. Le 17 ao?t 2012, les services sociaux d?pos?rent un rapport sur le d?roulement de la rencontre. Ce rapport donnait entre autres les informations suivantes :
? Le psychologue avait trouv? l?enfant tr?s tendue. ? la vue du requ?rant, l?enfant ?tait d?abord sortie de la salle ; ensuite, elle avait accept? la pr?sence du requ?rant. Le psychologue avait ensuite rencontr? l?enfant et la famille d?accueil, et avait constat? que l?enfant ne voulait plus rencontrer son p?re biologique. Elle se souvenait de la travers?e en mer, et de ce que son p?re n?avait pas pris soin d?elle.
21. Le 16 janvier 2013, le requ?rant demanda au tribunal ? pouvoir ? nouveau rencontrer sa fille.
22. Dans un rapport d?pos? le 18 f?vrier 2013, les services sociaux indiqu?rent avoir ?t? inform?s par la famille d?accueil :
? qu?? la suite de la rencontre avec le requ?rant, l?enfant ?tait devenue agit?e, et avait eu des ?pisodes d??nur?sie nocturne ;
? que l?enfant affirmait ne pas vouloir rencontrer le requ?rant.
Les services sociaux inform?rent ?galement le tribunal :
? que depuis juillet 2012, ils n?avaient plus eu de nouvelles du requ?rant ;
? que c??tait seulement en janvier 2013, par le biais de son avocat, que celui-ci avait demand? une autre rencontre avec l?enfant.
23. Par un d?cret d?pos? au greffe le 26 avril 2013, le tribunal rejeta la demande du requ?rant et r?voqua le d?cret pr?c?dent quant ? l?organisation des rencontres.
Dans ses motifs, le tribunal releva que d?apr?s les informations re?ues par les services sociaux, apr?s le d?roulement de la rencontre l?enfant ?tait tr?s agit?e et stress?e ? l?id?e de revoir son p?re. Pour justifier sa d?cision, le tribunal estima :
? que le requ?rant ?tait dans l?impossibilit? de s?occuper de son enfant ;
? que le fait qu?il n?avait pas de projet pour l?avenir rendait les rencontres pr?judiciables pour l?enfant ;
? qu?il n??tait par ailleurs pas possible d?envisager pour le requ?rant une possibilit? de r?cup?rer ses comp?tences parentales.
24. Le 22 mai 2013, le requ?rant interjeta appel de cette d?cision, en demandant parall?lement que son ex?cution soit suspendue. Il soutenait :
? que la suspension de son droit de visite aurait des cons?quences irr?parables, car l?interruption de tout contact entra?nerait la coupure du lien entre lui et sa fille ;
? qu?il n?y avait aucune situation d?abandon de l?enfant de sa part, mais seulement une situation de d?tresse, caus?e par la pauvret? qui l?emp?chait d?exercer son r?le de parent.
25. Par une d?cision du 2 ao?t 2013, la cour d?appel de Lecce rejeta tout d?abord la demande de suspension de l?ex?cution du d?cret du tribunal.
26. Dans ses motifs, la cour d?appel observa que la d?cision de suspendre les rencontres ?tait motiv?e par le rapport des services sociaux qui avaient assist? ? la rencontre, rapport dont il ressortait selon elle :
? que les services sociaux avaient constat? une situation de tension de l?enfant envers son p?re et un stress montr? par l?enfant ? la suite de la rencontre ;
? que l?enfant avait refus? de parler de son p?re biologique ;
? que les responsables de l?association aupr?s de laquelle le requ?rant et l?enfant avaient ?t? plac?s avant son arrestation avaient fait ?tat d??pisodes suppos?s de maltraitance.
27. Toujours ? l?appui du rejet de la demande de suspension du d?cret, la cour d?appel releva et consid?ra en outre :
? que lors de son audition, le 21 novembre 2011, o? il avait affirm? que sa fille devait vivre avec lui au motif qu?il ?tait son p?re et que la famille d?accueil n??tait pas sa vraie famille, le requ?rant avait soulign? qu?il n??tait pas dispos? ? prendre en consid?ration d?autres solutions concernant le placement de sa fille ;
? que cette attitude montrait qu?il s?int?ressait plut?t ? la satisfaction de ses besoins qu?? ceux de son enfant ;
? que A. ?tait bien ins?r?e dans la famille d?accueil.
28. Par une autre d?cision du 11 octobre 2013, la cour d?appel se pronon?a sur le fond de l?affaire. Dans ses motifs, elle r?it?ra en partie ses pr?c?dentes consid?rations, en soulignant ?galement :
? que le requ?rant s??tait montr? non coop?ratif avec les services sociaux ;
? qu?? la suite de la rencontre avec son p?re, A. avait manifest? une r?gression dans son comportement.
29. La cour consid?ra en outre :
? que le requ?rant n?avait pas la possibilit? d?assurer ? sa fille une vie stable, tant du point de vue affectif que par manque de moyens financiers ;
? qu?il n?avait aucun projet pour l?avenir ;
? que son comportement ne visait pas ? garantir ? sa fille des conditions de vie ad?quates.
30. ? l?argument du requ?rant selon lequel il n?y avait pas eu d?enqu?te avant la d?cision de suspendre les rencontres, la cour r?pondit :
? qu?un rapport avait ?t? d?pos? par les services sociaux ? la suite de la rencontre ;
? que le requ?rant avait ?t? entendu par le tribunal.
31. Quant ? la possibilit? de faire rentrer l?enfant au Nig?ria, la cour l??carta, consid?rant que A. n?avait presque aucun souvenir de sa m?re et de sa s?ur.
En conclusion, pour la cour d?appel, la d?cision de suspendre les rencontres ?tait la seule ? prendre dans l?int?r?t de la mineure. Par cons?quent, elle confirma la d?cision du tribunal pour enfants et suspendit le droit de visite du requ?rant.
32. En septembre 2013 et janvier 2014, le requ?rant envoya deux lettres ? l?enfant.
Dans la premi?re lettre, le requ?rant, apr?s avoir dit ? sa fille qu?il l?aimait, lui demandait de bien travailler ? l??cole, de bien ?tudier les langues et les coutumes des autres pays, il lui disait qu?il ?tait en train de chercher du travail, qu?il pensait toujours ? elle, et de ne pas oublier qu?elle avait une famille ailleurs.
Dans la deuxi?me lettre, il lui disait qu?il avait envie de la revoir et de l?embrasser, mais qu?il craignait de lui faire peur. Il lui demandait de bien se conduire avec la famille d?accueil et de bien travailler ? l??cole, et lui disait qu?il cherchait un travail, mais qu??tant ?tranger la situation ?tait difficile pour lui.
B. La proc?dure portant sur l?adoption de l?enfant
33. Par une d?cision du 23 janvier 2014, le tribunal pour enfants de Lecce d?clara l?enfant adoptable.
Dans ses motifs, apr?s avoir v?rifi? qu?il ?tait ?tabli que le requ?rant ?tait bien le p?re biologique de l?enfant et que la m?re n??tait pas connue, le tribunal rappela et consid?ra tout d?abord :
? que pendant la d?tention, le requ?rant s??tait oppos? ? ce que sa fille soit d?clar?e adoptable, et avait demand? qu?elle soit renvoy?e aupr?s de sa grand-m?re au Nigeria ;
? qu?ensuite, une fois lib?r?, il avait demand? ? pouvoir la rencontrer ;
? qu?il avait ainsi d?montr? qu?il la consid?rait comme une propri?t? sans prendre en consid?ration l?int?r?t de l?enfant.
34. Le tribunal consid?ra en outre :
? qu?en d?cidant d?emmener l?enfant avec lui en Italie, le requ?rant avait fait un choix qui n??tait pas sans cons?quences pour elle ;
? que, selon les services sociaux, la relation entre le requ?rant et sa fille ?tait d?j? difficile lors de l?arriv?e en Italie en 2009 ;
? que le requ?rant n??tait pas en mesure de s?occuper de sa fille et de comprendre ses besoins ;
Le tribunal nota ?galement que dans les deux lettres que le requ?rant avait envoy?es ? sa fille, il ne faisait pas mention de ce qu?il souhaitait en obtenir ? nouveau la garde.
35. En conclusion, le tribunal retint que le requ?rant n??tait pas en mesure de s?occuper de A. et que cette derni?re se trouvait en ?tat d?abandon. Il d?clara donc celle-ci adoptable.
36. Le requ?rant interjeta appel de ce jugement. Il demanda ? l?instance sup?rieure :
? de r?voquer la d?claration d?adoptabilit? ;
? de confirmer le placement temporaire de l?enfant dans la famille d?accueil, pour le temps n?cessaire au r?tablissement d?un ?quilibre entre lui et sa fille ;
? d?ordonner aux services sociaux de mettre en place un projet de soutien pour qu?il puisse renouer des liens avec sa fille.
Le requ?rant invoquait la Convention, affirmant avoir subi une ing?rence ill?gitime dans sa vie familiale et ne pas avoir ?t? aid? par les structures publiques.
En outre, il contestait la situation d?abandon de l?enfant.
37. Enfin, il faisait valoir qu?il avait re?u de la cour d?appel de Catane, ? titre d?indemnisation pour ? d?tention injuste ? une somme de 193 608,322 EUR, et qu?il avait trouv? un travail.
38. Par un arr?t du 14 novembre 2014, la cour d?appel rejeta le recours du requ?rant et confirma l?adoptabilit? de l?enfant.
Dans ses motifs, la cour jugea que le tribunal avait motiv? sa d?cision de fa?on logique et correcte sur tous les points controvers?s, en ?non?ant notamment :
? que, bien avant l?arrestation du requ?rant, il y avait eu des probl?mes entre lui et sa fille, comme les services sociaux l?avaient soulign? ;
? que le requ?rant ne montrait pas un attachement particulier envers sa fille, et qu?ils avaient des difficult?s relationnelles entre eux ;
? que le requ?rant avait montr? un profil autoritaire (litt?ralement : de ? p?re-patron ? (padre padrone)), en ce qu?il avait d?clar? avec insistance ? plusieurs reprises que les enfants appartiennent aux parents, ce qui t?moignait d?une attitude non coop?rative de sa part envers les services sociaux.
39. La cour reprocha ?galement au requ?rant de ne pas avoir donn? des renseignements pr?cis sur la date de naissance de l?enfant et sur l?identit? de la m?re.
Pour la cour, il convenait par ailleurs d??carter l?argument selon lequel la d?cision attaqu?e cr?ait une coupure du lien entre l?enfant et la famille d?origine : selon elle, le lien qui les unissait ?tait fragile, nocif et douloureux pour l?enfant, comme les services sociaux l?avaient soulign? dans leurs rapports d?pos?s en 2009.
40. Se r?f?rant ? la seule rencontre qui avait eu lieu entre le requ?rant et A. et aux rapports d?pos?s par les services sociaux, qui faisaient ?tat d?une situation psychologique difficile pour l?enfant ? la suite de ladite rencontre, la cour consid?ra :
? que la d?claration d?adoptabilit? n?avait rompu aucun lien familial, puisque l?enfant, interrog?e par les services sociaux, avait refus? de se r?f?rer ? son p?re biologique et ? son exp?rience pass?e ;
? que l?enfant se trouvait donc dans un ?tat d?abandon, le p?re ne pouvant assurer les soins n?cessaires.
41. Au sujet de l?article 14 de la Convention, soulev? par le requ?rant, la cour estima :
? qu?il n??tait pas possible pour les services sociaux de mettre en ?uvre un projet de rapprochement tel que sollicit? par lui, tant en raison de son indisponibilit? que du v?cu de l?enfant ;
? que bien que le requ?rant e?t un travail stable et un logement, le lien familial faisait toujours d?faut, compte tenu de ce que l??tat psychique de l?enfant avait empir? ? chaque fois qu?on lui parlait de son p?re biologique, ainsi qu?? l?occasion de la seule rencontre ayant eu lieu entre eux.
42. Cet arr?t de la cour d?appel est devenu d?finitif, le requ?rant ne s??tant pas pourvu en cassation.
43. ? une date non pr?cis?e, l?enfant a ?t? adopt?e.
C. Le recours en r?paration pour d?tention injuste
44. Le 7 avril 2014, la cour d?appel de Catane a octroy? au requ?rant 193 608 EUR pour la d?tention injustement subie entre le 2 avril 2009 et le 7 juillet 2011.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
45. La loi no 184 du 4 mai 1983 avait d?j? apport? d?amples changements dans le domaine de l?adoption. Avec les modifications suppl?mentaires introduites par la loi no 149 de 2001, ses dispositions se pr?sentent comme suit.
Article 1
? Le mineur a le droit d??tre ?lev? dans sa propre famille. ?
Article 2
? Le mineur qui est rest? temporairement sans environnement familial ad?quat peut ?tre confi? ? une autre famille, si possible comprenant des enfants mineurs, ou ? une personne seule, ou ? une communaut? de type familial, afin de lui assurer subsistance, ?ducation et instruction. Dans le cas o? un placement familial ad?quat n?est pas possible, il est permis de placer le mineur dans un institut d?assistance public ou priv?, de pr?f?rence dans la r?gion de r?sidence du mineur. ?
Article 5
? La famille ou la personne ? laquelle le mineur est confi? doivent lui assurer subsistance, ?ducation et instruction (…) en tenant compte des indications du tuteur et en observant les prescriptions de l?autorit? judiciaire. Dans tous les cas, la famille d?accueil exerce la responsabilit? parentale en ce qui concerne les rapports avec l??cole et les institutions sanitaires nationales. La famille d?accueil doit ?tre entendue dans les proc?dures de placement ou de d?claration d?adoptabilit?. ?
Article 7
? L?adoption est possible au b?n?fice des mineurs d?clar?s adoptables. ?
Article 8
? Le tribunal des affaires d?enfants peut d?clarer en ?tat d?adoptabilit?, m?me d?office, (…) les mineurs en situation d?abandon du fait de l?absence de toute assistance morale ou mat?rielle de la part des parents ou de la famille tenus [d?une obligation en ce sens], sauf si le manque d?assistance est d? ? une cause de force majeure de caract?re transitoire. ?
La ? situation d?abandon ? subsiste, pr?cise l?article 8, m?me si les mineurs se trouvent dans un institut d?assistance ou s?ils ont ?t? plac?s aupr?s d?une famille.
Enfin, toujours selon l?article 8, il n?y a pas de force majeure si les parents ou autres membres de la famille du mineur tenus de s?en occuper refusent les mesures d?assistance publique propos?es et si ce refus est consid?r? par le juge comme injustifi?.
La situation d?abandon peut ?tre signal?e ? l?autorit? publique par tout particulier ou ?tre relev?e d?office par le juge. Pour les fonctionnaires publics ou les membres de sa famille en ayant connaissance, la d?nonciation de l??tat d?abandon d?un mineur est m?me une obligation. Par ailleurs, les instituts d?assistance doivent informer r?guli?rement l?autorit? judiciaire de la situation des mineurs qu?ils accueillent (article 9).
Article 10
? Le tribunal peut ordonner, jusqu?au placement pr?adoptif du mineur dans la famille d?accueil, toute mesure temporaire dans l?int?r?t du mineur, y compris, le cas ?ch?ant, la suspension de l?autorit? parentale, la suspension des fonctions de tuteur ou la nomination d?un tuteur temporaire. ?
Les articles 11 ? 14 pr?voient une instruction visant ? ?claircir la situation du mineur afin d??tablir si ce dernier se trouve en ?tat d?abandon. En particulier, l?article 11 dispose que lorsque, au cours de l?enqu?te, il ressort que l?enfant n?a de rapports avec aucun membre de sa famille jusqu?au quatri?me degr?, le tribunal peut le d?clarer adoptable, sauf s?il existe une demande d?adoption au sens de l?article 44.
? l?issue de la proc?dure pr?vue par ces derniers articles, si l??tat d?abandon au sens de l?article 8 persiste, le tribunal des affaires d?enfants d?clare le mineur adoptable dans les cas suivants : a) les parents ou les autres membres de la famille ne se sont pas pr?sent?s au cours de la proc?dure ; b) leur audition a d?montr? la persistance du manque d?assistance morale et mat?rielle ainsi que l?incapacit? des int?ress?s ? y rem?dier ; c) les prescriptions impos?es en application de l?article 12 n?ont, par la faute des parents, pas ?t? ex?cut?es.
Article 15
? La d?claration d??tat d?adoptabilit? est prononc?e par le tribunal des affaires d?enfants si?geant en chambre du conseil par une d?cision motiv?e, apr?s audition du minist?re public, du repr?sentant de l?institut aupr?s duquel le mineur a ?t? plac? ou de son ?ventuelle famille d?accueil, du tuteur et du mineur lui-m?me s?il est ?g? de plus de douze ans ou, en dessous de cet ?ge, si son audition est n?cessaire. ?
Article 17
? L?opposition ? la d?cision d?clarant un mineur adoptable doit ?tre d?pos?e dans un d?lai de trente jours ? partir de la date de la communication ? la partie requ?rante.
L?arr?t de la cour d?appel qui d?clare l??tat d?adoptabilit? peut faire l?objet d?un pourvoi en cassation dans un d?lai de 30 jours ? partir de la date de la notification pour les motifs pr?vus aux num?ros 3, 4, 5 du premier alin?a de l?article 360 du code de proc?dure civil.e ?
Article 19
? Pendant la proc?dure visant ? la d?claration d?adoptabilit?, l?exercice de l?autorit? parentale est suspendu. ?
L?article 20 pr?voit enfin que l??tat d?adoptabilit? cesse au moment o? le mineur est adopt? ou si ce dernier devient majeur. Par ailleurs, la d?claration d?adoptabilit? peut ?tre r?voqu?e, d?office ou sur demande des parents ou du minist?re public, si les conditions pr?vues par l?article 8 ont entre-temps disparu. Cependant, si le mineur a ?t? plac? dans une famille ? titre pr?adoptif (? affidamento preadottivo ?) au sens des articles 22 ? 24, la d?claration d?adoptabilit? ne peut pas ?tre r?voqu?e.
L?article 22 ? 8 pr?voit que le tribunal pour enfants contr?le le bon d?roulement du placement pr?adoptif avec la collaboration du juge des tutelles, des services sociaux et des experts. En cas de difficult?s, le tribunal convoque, m?me s?par?ment, la famille d?accueil et le mineur en pr?sence, le cas ?ch?ant, d?un psychologue pour en v?rifier les raisons. Si n?cessaire, il peut ordonner des mesures de soutien psychologique.
L?article 25 pr?voit que le tribunal pour enfants ne peut se prononcer sur l?adoption qu?apr?s l?expiration d?un d?lai minimum d?un an apr?s la d?claration d?adoptabilit? ; la d?cision sur l?adoption est prise en chambre du conseil.
L?arr?t de la cour d?appel qui ordonne l?adoption peut faire l?objet d?un pourvoi en cassation dans un d?lai de 30 jours ? partir de la date de sa notification, pour les motifs pr?vus au num?ro 3 du premier alin?a de l?article 360 d) du code de proc?dure civile.
Article 44
De l?adoption dans certains cas particuliers.
? 1. Lorsque les conditions ?nonc?es ? l?alin?a 1 de l?article 7 ne sont pas r?unies (mineurs qui n?ont pas encore ?t? d?clar?s adoptables), les mineurs peuvent n?anmoins ?tre adopt?s :
a) par des personnes ayant avec le mineur un lien jusqu?au sixi?me degr? ou un rapport stable et durable pr?existant, lorsque le mineur est orphelin de p?re ou de m?re ;
b) par le conjoint dans le cas o? le mineur est l?enfant m?me adoptif de l?autre conjoint ;
c) quand le mineur est dans l??tat indiqu? ? l?article 3, alin?a 1 de la loi no 104 du 5 f?vrier 1992 et qu?il est orphelin de p?re et de m?re ;
d) quand l?impossibilit? de proc?der ? un placement en vue de l?adoption a ?t? constat?e.
2. Dans les cas vis?s ? l?alin?a 1, l?adoption est possible m?me en pr?sence d?enfants l?gitimes.
3. Dans les cas vis?s ? l?alin?a 1 a), c) et d), l?adoption est ouverte non seulement aux [couples mari?s] mais aussi [aux personnes] qui ne sont pas mari?es. Si l?adoptant/e est mari?/?e et n?est pas s?par?/?e [de corps], l?adoption ne peut ?tre d?cid?e qu?? la suite d?une demande des deux ?poux.
4. Dans les cas vis?s ? l?alin?a 1 a) et d), l??ge de l?adoptant doit d?passer d?au moins dix-huit ans l??ge de ceux qu?il entend adopter. ?
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 8 DE LA CONVENTION
46. Le requ?rant all?gue le non-respect de sa vie familiale, reprochant aux autorit?s, qui ont d?abord interdit tout contact avec sa fille, et ensuite engag? la proc?dure visant ? son adoption, de ne pas avoir pris les mesures appropri?es afin de maintenir un quelconque lien avec elle. Il fait valoir que les autorit?s se sont born?es ? prendre acte de ses difficult?s ?conomiques et sociales, sans l?aider ? les surmonter au moyen d?une assistance sociale cibl?e. Il invoque les articles 8 et 14 de la Convention.
47. Ma?tresse de la qualification juridique des faits de la cause, la Cour estime appropri? d?examiner les griefs soulev?s par le requ?rant uniquement sous l?angle de l?article 8, lequel exige que le processus d?cisionnel d?bouchant sur des mesures d?ing?rence soit ?quitable et respecte, comme il se doit, les int?r?ts prot?g?s par cette disposition (Moretti et Benedetti c. Italie, no 16318/07, ? 27, 27 avril 2010 ; Havelka et autres c. R?publique tch?que, no 23499/06, ?? 34-35, 21 juin 2007 ; Kutzner c. Allemagne, no 46544/99, ? 56, CEDH 2002-I ; Wallov? et Walla c. R?publique tch?que, no 23848/04, ? 47, 26 octobre 2006 ; Zhou c. Italie, no 33773/11, ? 28, 21 janvier 2014).
L?article 8 de la Convention pr?voit :
? 1. Toute personne a droit au respect de sa vie priv?e et familiale, de son domicile et de sa correspondance.
2. Il ne peut y avoir ing?rence d?une autorit? publique dans l?exercice de ce droit que pour autant que cette ing?rence est pr?vue par la loi et qu?elle constitue une mesure qui, dans une soci?t? d?mocratique, est n?cessaire ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au bien ?tre ?conomique du pays, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
48. Le Gouvernement conteste la th?se du requ?rant.
A. Sur la recevabilit?
49. La Cour constate que la requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention, et qu?elle ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Partant, la Cour la d?clare recevable.
B. Sur le fond
1. Th?ses des parties
50. Le requ?rant expose que, d?s son arriv?e en Italie, il s?est trouv?, bien malgr? lui, arr?t? et impliqu? dans un proc?s p?nal, qui s?est ult?rieurement sold? par son acquittement ; et que c?est ce proc?s qui l?a conduit ? passer une longue p?riode s?par? de sa fille.
Faisant toutefois remarquer qu?il a envoy? ? l?enfant plusieurs lettres, il y voit la preuve que le lien affectif n??tait pas rompu.
51. Il explique :
? que si le d?roulement de la seule rencontre autoris?e avec A. avait, certes, ?t? difficile, l?attitude de l?enfant envers lui ? la fin de cette rencontre ?tait devenue positive ;
? qu?il n?avait alors pas vu sa fille depuis environ quatre ans ;
? que les juridictions internes n?ont jamais ?uvr? en faveur d?un rapprochement p?re-fille par le biais d?un soutien psychologique ou d?une m?diation familiale ;
? qu?au contraire, elles ont pr?f?r? couper leur lien, en faisant d?abord r?f?rence ? sa situation ?conomique et ensuite ? des consid?rations concernant sa personnalit? ;
Ainsi, conclut-il, les autorit?s l?ont d?abord emprisonn? ? tort puis l?ont emp?ch? de construire un lien avec sa fille.
52. Le requ?rant d?plore qu?aucune action visant ? l?aider ? exercer son r?le de parent n?ait ?t? envisag?e. Au demeurant, souligne-t-il, ses comp?tences parentales n?ont jamais ?t? ?valu?es par un expert.
Il estime par ailleurs que les faits s?analysent en une discrimination sur la base de sa situation ?conomique et de son statut d??tranger.
53. Le Gouvernement, de son c?t?, explique que depuis l?arriv?e du requ?rant et de sa fille en Italie, les autorit?s ont pris les mesures n?cessaires pour prot?ger l?enfant.
Ainsi, tous deux ont ?t? accueillis par la municipalit? de Trepuzzi et y ont ?t? ins?r?s dans un projet pour la protection des r?fugi?s. C?est seulement en avril 2009, quand le requ?rant a ?t? arr?t?, que l?enfant a ?t? plac?e dans un institut avant d??tre, en janvier 2010, plac?e dans une famille d?accueil. L?enfant a pu voir le requ?rant une seule fois, en juillet 2012.
54. Durant la p?riode ant?rieure ? l?arrestation du requ?rant, la relation entre ce dernier et l?enfant a ?t? surveill?e par les responsables du projet : selon ces derniers, il n?y avait pas un lien fort entre l?enfant et le requ?rant.
Pour le Gouvernement, tous les efforts faits par les services sociaux ?taient vains, car le requ?rant n??tait pas coop?ratif. Selon lui, ce qui int?ressait le requ?rant ?tait surtout d?obtenir un permis de s?jour et une aide mat?rielle.
55. Le Gouvernement explique ?galement :
? qu?une fois acquitt? et lib?r?, le requ?rant a certes demand? ? renouer des liens avec l?enfant, mais n?a jamais donn? les renseignements n?cessaires sur la mani?re dont il aurait pu s?en occuper ;
? que le requ?rant refusait de prendre en compte que l?enfant ne voulait pas le voir et ne se souvenait pas de lui, et a donn? l?image d?un p?re autoritaire (padre padrone : ? p?re-patron ?), comme cela a ?t? ensuite reconnu par les juridictions internes.
56. De plus, le Gouvernement fait valoir :
? que le requ?rant a d?m?nag? dans un lieu inconnu et que, pendant plusieurs mois, il n?a donn? aucune nouvelle et n?a pas essay? de contacter les services sociaux pour avoir des nouvelles de l?enfant ;
? que c?est au vu des rapports des services sociaux depuis 2008, qui indiquaient que le requ?rant n??tait pas en mesure d?exercer son r?le de p?re, que la cour d?appel de Lecce a refus? d?autoriser de nouveaux contacts entre le requ?rant et sa fille ;
? que l?enfant vivait depuis 2010 dans une famille d?accueil dans laquelle elle ?tait bien int?gr?e.
Pour le Gouvernement, le requ?rant n?est pas une victime d?une violation de l?article 8, mais se trouve simplement devant les cons?quences de son propre manque de coop?ration avec les juridictions aux fins d?un rapprochement entre lui et sa fille.
57. Le Gouvernement conclut que les juridictions internes ont pris leurs d?cisions dans l?int?r?t de l?enfant.
Selon lui, c?est ? tort que le requ?rant affirme qu?il n?y a pas eu d?expertise technique au sujet de l?enfant ou des capacit?s parentales du requ?rant. D?une part, la cour d?appel a fond? sa d?cision sur les conclusions du contr?le effectu? pendant plusieurs ann?es sur l?enfant et le requ?rant. D?autre part, les juridictions internes ont d? ?valuer si toutes les conditions pr?vues par la loi ?taient remplies afin de d?clarer l?enfant adoptable.
58. Enfin, le Gouvernement objecte que c?est le requ?rant lui-m?me qui a d?cid?, sans scrupules, d?emmener sa fille avec lui dans une travers?e de la M?diterran?e en bateau, la s?parant ainsi du reste de sa famille, afin d?obtenir plus facilement un permis de s?jour en Italie. L?enfant, ?crit-il, ? a failli mourir en mer, ? cause de la d?cision prise par le requ?rant ? tandis que ? les autorit?s italiennes ont pris soin d?elle et [lui ont donn?] un avenir ?.
2. Appr?ciation de la Cour
a) Principes g?n?raux
59. La Cour constate ? titre liminaire qu?il n?est pas contest? que la d?claration d?adoptabilit? de A. constitue une ing?rence dans l?exercice du droit du requ?rant au respect de sa vie familiale. Elle rappelle qu?une telle ing?rence n?est compatible avec l?article 8 que si elle remplit les conditions cumulatives d??tre pr?vue par la loi, de poursuivre un but l?gitime, et d??tre n?cessaire dans une soci?t? d?mocratique. La notion de n?cessit? implique que l?ing?rence se fonde sur un besoin social imp?rieux et qu?elle soit notamment proportionn?e au but l?gitime recherch? (voir, Gnahor? c. France, no 40031/98, ? 50, CEDH 2000 IX, Couillard Maugery c. France, no 64796/01, ? 237, 1er juillet 2004, et Pontes c. Portugal, no 19554/09, ?74, 10 avril 2012).
60. La Cour rappelle qu?au-del? de la protection contre les ing?rences arbitraires, l?article 8 met ? la charge de l??tat des obligations positives inh?rentes au respect effectif de la vie familiale. Ainsi, l? o? l?existence d?un lien familial se trouve ?tablie, l??tat doit en principe agir de mani?re ? permettre ? ce lien de se d?velopper (voir, Olsson c. Su?de (no 2), 27 novembre 1992, ? 90, s?rie A no 250). La fronti?re entre les obligations positives et n?gatives d?coulant de l?article 8 ne se pr?te pas ? une d?finition pr?cise, mais les principes applicables sont n?anmoins comparables. En particulier, dans les deux cas, il faut avoir ?gard au juste ?quilibre ? m?nager entre les int?r?ts concurrents, en tenant compte toutefois de ce que l?int?r?t sup?rieur de l?enfant doit constituer la consid?ration d?terminante qui, selon sa nature et sa gravit?, peut l?emporter sur celui du parent (Kearns c. France, no 35991/04, ? 79, 10 janvier 2008). Notamment, l?article 8 ne saurait autoriser un parent ? voir prendre des mesures pr?judiciables ? la sant? et au d?veloppement de l?enfant (voir Johansen c. Norv?ge, 7 ao?t 1996, ? 78, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996 III, et Gnahor?, pr?cit?, ? 59). Ainsi, en mati?re d?adoption, la Cour a d?j? admis qu?il puisse ?tre de l?int?r?t du mineur de favoriser l?instauration de liens affectifs stables avec ses parents nourriciers (Johansen, pr?cit?, ? 80, et Kearns, pr?cit?, ? 80).
61. La Cour constate ?galement que, dans l?hypoth?se des obligations n?gatives comme dans celle des obligations positives, l??tat jouit d?une certaine marge d?appr?ciation (voir W. c. Royaume-Uni, 8 juillet 1987, ? 60, s?rie A no 121), qui varie selon la nature des questions en litige et la gravit? des int?r?ts en jeu. En particulier, la Cour exige que des mesures aboutissant ? briser les liens entre un enfant et sa famille ne soient appliqu?es que dans des circonstances exceptionnelles, c?est-?-dire uniquement dans les cas o? les parents se sont montr?s particuli?rement indignes (Clemeno et autres c. Italie, no 19537/03, ? 60, 21 octobre 2008), ou lorsqu?elles sont justifi?es par une exigence primordiale touchant l?int?r?t sup?rieur de l?enfant (voir Johansen, pr?cit?, ? 84 ; P., C. et S. c. Royaume-Uni, no 56547/00, ? 118, CEDH 2002 VI). Cette approche peut toutefois ?tre ?cart?e en raison de la nature de la relation parent-enfant, lorsque le lien est tr?s limit? (S?derb?ck c. Su?de, 28 octobre 1998, ?? 30-34, Recueil 1998 VII).
62. Il appartient ? chaque ?tat contractant de se doter d?un arsenal juridique ad?quat et suffisant pour assurer le respect des obligations positives qui lui incombent en vertu de l?article 8 de la Convention et ? la Cour de rechercher si, dans l?application et l?interpr?tation des dispositions l?gales applicables, les autorit?s internes ont respect? les garanties voulues par l?article 8, en tenant notamment compte de l?int?r?t sup?rieur de l?enfant (voir, mutatis mutandis, Neulinger et Shuruk c. Suisse [GC], no 41615/07, ? 141, CEDH 2010, K.A.B. c. Espagne, no 59819/08, ? 115, 10 avril 2012).
63. ? cet ?gard et s?agissant de l?obligation pour l??tat d?arr?ter des mesures positives, la Cour n?a cess? de dire que l?article 8 implique le droit pour un parent ? des mesures propres ? le r?unir avec son enfant et l?obligation pour les autorit?s nationales de les prendre (voir, par exemple, Eriksson, ? 71, s?rie A no 156, et Margareta et Roger Andersson c. Su?de, 25 f?vrier 1992, ? 91, s?rie A no 226-A ; P.F. c. Pologne, no 2210/12, ? 55, 16 septembre 2014). Dans ce genre d?affaire, le caract?re ad?quat d?une mesure se juge ? la rapidit? de sa mise en ?uvre (Maumousseau et Washington c. France, no 39388/05, ? 83, 6 d?cembre 2007 ; Zhou c. Italie, pr?cit?, ? 48).
b) Application de ces principes
64. La Cour consid?re que le point d?cisif en l?esp?ce consiste donc ? savoir si, avant de supprimer le lien de filiation, les autorit?s nationales ont pris toutes les mesures n?cessaires et ad?quates que l?on pouvait raisonnablement exiger d?elles pour que l?enfant puisse mener une vie familiale normale avec son p?re.
65. La Cour rappelle qu?il existe un large consensus ? y compris en droit international ? autour de l?id?e que dans toutes les d?cisions concernant des enfants, leur int?r?t sup?rieur doit primer (Neulinger et Shuruk, pr?cit?, ? 135).
66. La Cour note que les autorit?s italiennes ont pris en charge le requ?rant et sa fille depuis leur arriv?e en Italie par bateau.
? cet ?gard, la Cour ne peut pas prendre en compte l?argument du Gouvernement selon lequel le requ?rant aurait emmen? sa fille en Italie afin d?obtenir plus facilement un permis de s?jour. En l?absence d??l?ments objectifs dans le dossier qui accr?diteraient l?id?e que le but du requ?rant ?tait d?utiliser l?enfant pour obtenir plus facilement un permis de s?jour en Italie, elle ne saurait sp?culer sur les motivations du requ?rant et sur son choix de quitter la Libye avec sa fille alors ?g?e de deux ans.
67. ? leur arriv?e en Italie en f?vrier 2009, le requ?rant et sa fille furent ins?r?s dans un projet pour l?accueil des r?fugi?s. Ils furent accueillis dans un centre et les services sociaux surveill?rent la situation de l?enfant, qui semblait ?tre d?sorient?e ? la suite de certaines exp?riences v?cues dans le pass?.
68. Le 2 avril 2009, le requ?rant fut arr?t? et l?enfant fut transf?r?e dans un foyer. Elle ?tait traumatis?e et se r?veillait en pleurant la nuit. C?est pourquoi il fut d?cid? de la placer en famille d?accueil, afin de lui offrir un environnement stable.
69. La Cour note que pendant sa d?tention, le requ?rant, a exprim? son int?r?t pour l?enfant, et une fois acquitt?, a demand? ? la rencontrer. Il a reconnu que l?enfant vivait dans un environnement serein et qu?il ?tait n?cessaire, de son c?t?, qu?il trouve un travail.
70. La seule rencontre autoris?e avec l?enfant, qui a eu lieu le 30 juillet 2012, connut un d?roulement difficile, en raison probablement du fait que le requ?rant n?avait plus vu sa fille depuis trois ans alors qu?il s?agissait d?une enfant en bas ?ge (paragraphes 19-20 ci dessus). Ensuite le requ?rant d?m?nagea et ne donna plus de nouvelles aux services sociaux pendant trois mois, avant de redemander une rencontre avec l?enfant.
La Cour note qu?aucune expertise psychologique visant ? v?rifier la capacit? du requ?rant ? exercer son r?le de parent n?a eu lieu et que s?il est vrai que plusieurs rapports sur l??tat psychologique de l?enfant ont ?t? d?pos?s devant les juridictions internes, la d?cision de rompre le lien parent-enfant s?est fond?e de mani?re exclusive sur les rapports des services sociaux, qui avaient observ? le requ?rant lors de son arriv?e en Italie en 2009 et lors de la seule et unique rencontre avec l?enfant.
71. De plus, s?il est vrai que les rapports d?pos?s par les services sociaux apr?s la rencontre (?? 20-23) faisaient ?tat d?une situation difficile pour l?enfant, la Cour rel?ve toutefois ?galement que lesdits rapports ne se fondaient pas toujours sur une observation directe de la situation par les experts, mais se r?f?raient en grande partie aux affirmations de la famille d?accueil de l?enfant.
72. Le 23 janvier 2014, le tribunal a d?cid? de d?clarer l?enfant adoptable. Le tribunal a jug? que le requ?rant n??tait pas en mesure de s?occuper de l?enfant et de comprendre ses besoins. Il a en outre not? que dans les deux lettres qu?il avait envoy?es ? sa fille, le requ?rant n?avait pas exprim? l?intention d?en obtenir ? nouveau la garde. Le tribunal a ?galement reproch? au requ?rant d?avoir emmen? sa fille en Italie avec lui. Il n?a pas estim? n?cessaire d?ordonner une expertise pour v?rifier si le requ?rant ?tait capable d?exercer son r?le parental ou si sa relation avec l?enfant ?tait marqu?e par un d?ficit affectif.
73. La cour d?appel a confirm? le jugement du tribunal. Elle n?a pas pris en consid?ration l??volution de la situation du requ?rant, ni estim? elle non plus n?cessaire d?ordonner une expertise sur les capacit?s parentales du requ?rant, mais a n?anmoins jug? que ce dernier n??tait pas en mesure d?exercer son r?le de p?re, en se fondant essentiellement sur les rapports que les services sociaux avaient pr?par?s en 2009. La cour d?appel a retenu que le requ?rant avait une attitude autoritaire (padre padrone) en relevant que, une fois sorti de prison, il avait affirm? ? plusieurs reprises qu?il n??tait pas pr?t ? prendre en consid?ration d?autres solutions concernant le placement de sa fille, en d?clarant que ? les enfants appartiennent aux parents ?. Selon la cour d?appel, la d?claration d?adoptabilit? n?avait elle-m?me rompu aucun lien familial, ?tant donn? que l?enfant, en r?ponse aux questions des services sociaux, avait refus? de se r?f?rer ? son p?re biologique et ? son exp?rience pass?e. ? ses yeux, l?enfant se trouvait donc dans un ?tat d?abandon, le p?re ne pouvant pas assurer les soins n?cessaires.
74. La Cour estime tout d?abord que les autorit?s nationales n?ont pas suffisamment ?uvr? afin de faciliter les contacts entre A. et le requ?rant.
Elle rappelle que dans des cas si d?licats et complexes, la marge d?appr?ciation laiss?e aux autorit?s nationales comp?tentes varie selon la nature des questions en litige et la gravit? des int?r?ts en jeu. Si les autorit?s jouissent d?une grande latitude pour appr?cier la n?cessit? de prendre en charge un enfant, en particulier lorsqu?il y a urgence, la Cour doit n?anmoins avoir acquis la conviction que dans l?affaire en question, il existait des circonstances justifiant le retrait de l?enfant. Il incombe ? l??tat d?fendeur d??tablir que les autorit?s ont ?valu? avec soin l?incidence qu?aurait sur les parents et l?enfant la mesure d?adoption, et envisag? d?autres solutions que la prise en charge de l?enfant avant de mettre pareille mesure ? ex?cution (K. et T. c. Finlande [GC], no 25702/94, ? 166, CEDH 2001 VII ; Kutzner, pr?cit?).
75. La Cour le r?p?te avec force : dans les affaires de ce type, l?int?r?t de l?enfant doit passer avant toute autre consid?ration. Elle rappelle ?galement qu?il ne lui appartient pas de substituer son appr?ciation ? celle des autorit?s nationales comp?tentes quant aux mesures qui auraient d? ?tre prises, car ces autorit?s sont, en effet, en principe mieux plac?es pour proc?der ? une telle ?valuation, du fait notamment qu?elles sont en contact direct avec le contexte de l?affaire et les parties impliqu?es. Elle doit cependant contr?ler, sous l?angle de la Convention, les d?cisions que lesdites autorit?s ont rendues dans l?exercice de leur pouvoir d?appr?ciation.
76. La Cour note qu?apr?s la s?paration d?avec le requ?rant, l?enfant a ?t? plac?e dans une famille d?accueil, dans laquelle elle s?est bien ins?r?e. Toutefois, la Cour rel?ve qu?une fois le requ?rant lib?r? apr?s avoir ?t? acquitt?, ? aucun moment les juridictions internes n?ont envisag? des mesures moins radicales que l?orientation de A. vers l?adoption afin d??viter l??loignement d?finitif et irr?versible de l?enfant de son p?re, mesure pouvant aller contre l?int?r?t sup?rieur de l?enfant.
77. En outre, en ce qui concerne l?absence de liens entre le requ?rant et sa fille, raison sur laquelle la cour d?appel s?est appuy?e pour d?clarer l?enfant en ?tat d?abandon, la Cour note que les autorit?s comp?tentes ?taient responsables de la situation de rupture familiale qui s?est install?e entre le 2 avril 2009, date de l?arrestation du requ?rant, et le 7 juillet 2011, date de sa lib?ration.
78. La Cour rappelle ?galement que le fait qu?un enfant puisse ?tre accueilli dans un cadre plus propice ? son ?ducation ne saurait en soi justifier qu?on le soustraie de force aux soins de ses parents biologiques ; pareille ing?rence dans le droit des parents, au titre de l?article 8 de la Convention, ? jouir d?une vie familiale avec leur enfant doit encore se r?v?ler ? n?cessaire ? en raison d?autres circonstances (K. et T. c. Finlande [GC], pr?cit?, ? 173).
79. La Cour note qu?? la diff?rence de la plupart des affaires que la Cour a eu l?occasion d?examiner, en l?esp?ce il n?a pas ?t? d?montr? que l?enfant avait ?t? expos?e ? des situations de violence ou de maltraitance (voir, a contrario, Dewinne c. Belgique (d?c.), no 56024/00, 10 mars 2005 ; Zakharova c. France (d?c.), no 57306/00, 13 d?cembre 2005), ni ? des abus sexuels (voir, a contrario, Covezzi et Morselli c. Italie, no 52763/99, ? 104, 9 mai 2003). Les tribunaux n?ont pas non plus constat? en l?occurrence de d?ficits affectifs (voir, a contrario, Kutzner, pr?cit?, ? 68), ou encore un ?tat de sant? inqui?tant ou un d?s?quilibre psychique des parents (voir, a contrario, Bertrand c. France (d?c.), no 57376/00, 19 f?vrier 2002 ; Couillard Maugery c. France, pr?cit?, ? 261).
80. Dans la pr?sente affaire, la prise en charge de l?enfant du requ?rant a ?t? ordonn?e au motif que le requ?rant n??tait pas en mesure de prendre soin d?elle et qu?un retour aupr?s de lui aurait ?t? nuisible pour l?enfant. Toutefois, la Cour note que la s?paration entre le requ?rant et l?enfant a ?t? provoqu?e par l?arrestation du requ?rant ; que, trois ans apr?s, le requ?rant a ?t? acquitt? ; et que les juridictions internes ne lui ont alors permis de voir l?enfant qu?une seule fois. C?est ? la suite de cette unique rencontre, sans avoir ordonn? aucune expertise au sujet du requ?rant ni tent? de mettre en place un quelconque parcours de rapprochement entre le requ?rant et l?enfant, qu?elles ont jug? qu?il n??tait pas capable d?exercer son r?le parental.
La Cour rel?ve encore qu?? sa sortie de prison le requ?rant a demand? tout de suite ? rencontrer sa fille, lui a adress? des lettres et a fait les d?marches juridiques n?cessaires pour exercer son droit de visite. Elle estime donc qu?on ne saurait consid?rer que le requ?rant se d?sint?ressait de sa fille, comme les juridictions internes l?ont affirm?. La Cour ne perd pas de vue qu?? sa sortie de prison le requ?rant ?tait sans travail et n?avait pas de domicile fixe.
81. La Cour doute du caract?re ad?quat des ?l?ments sur lesquels les autorit?s se sont appuy?es pour conclure que le requ?rant n??tait pas en mesure d?exercer son r?le parental et qu?il ?tait dangereux pour l?enfant. La Cour est d?avis qu?avant d?ouvrir une proc?dure d?adoptabilit?, les autorit?s auraient d? prendre des mesures concr?tes pour permettre ? l?enfant de renouer des liens avec son p?re ; et cela d?autant plus que le requ?rant avait pass? trois ans sans avoir aucun contact avec sa fille, dont les deux ann?es pass?es en d?tention.
82. La Cour r?affirme que le r?le des autorit?s de protection sociale est pr?cis?ment d?aider les personnes en difficult?, de les guider dans leurs d?marches et de les conseiller, entre autres, quant aux diff?rents types d?allocations sociales disponibles, aux possibilit?s d?obtenir un logement social ou aux autres moyens de surmonter leurs difficult?s (Saviny c. Ukraine, no 39948/06, ? 57, 18 d?cembre 2008 ; R.M.S. c. Espagne no 28775/12, ? 86, 18 juin 2013). Dans le cas des personnes vuln?rables, les autorit?s doivent faire preuve d?une attention particuli?re et doivent leur assurer une protection accrue (B. c. Roumanie (no 2), no 1285/03, ?? 86 et 114, 19 f?vrier 2013 ; Todorova c. Italie, no 33932/06, ? 75, 13 janvier 2009, Zhou, pr?cit?, ?? 58-59).
83. En l?esp?ce, la Cour est d?avis que la n?cessit?, qui ?tait primordiale, de pr?server autant que possible le lien entre le requ?rant et sa fille n?a pas ?t? d?ment prise en consid?ration ? sachant que l?int?ress? se trouvait par ailleurs en situation de vuln?rabilit?, compte tenu de ce qu?il ?tait ?tranger et venait de sortir de prison apr?s deux ans de d?tention injuste, puisqu?il a ?t? acquitt?.
La Cour note que la d?cision de rompre le lien familial n?ait ?t? pr?c?d?e d?une ?valuation s?rieuse et attentive de la capacit? du requ?rant ? exercer son r?le de parent, et notamment d?aucune expertise psychologique, et qu?aucune tentative de sauvegarder le lien n?ait ?t? envisag?e. Les autorit?s n?ont pas d?ploy? des efforts ad?quats pour pr?server le lien familial entre le requ?rant et sa fille et en favoriser le d?veloppement. Les autorit?s judiciaires se sont born?es ? prendre en consid?ration l?existence de certaines difficult?s, alors que celles-ci auraient pu, selon toute vraisemblance, ?tre surmont?es au moyen d?une assistance sociale cibl?e. Le requ?rant ne s?est vu offrir aucune chance de renouer des liens avec sa fille : en effet aucun expert n?a ?t? mandat? pour ?valuer ses comp?tences ou son profil psychologique. De plus, une seule rencontre a ?t? autoris?e avec l?enfant. Aucun parcours de rapprochement ou de th?rapie familiale n?a ?t? envisag?. Au demeurant, aucune explication convaincante pouvant justifier la suppression du lien de filiation paternelle entre le requ?rant et sa fille n?a ?t? fournie par le Gouvernement.
84. Eu ?gard ? ces consid?rations et nonobstant la marge d?appr?ciation de l??tat d?fendeur en la mati?re, la Cour conclut que les autorit?s italiennes, en envisageant que la solution d?une rupture du lien familial, n?ont pas d?ploy? des efforts ad?quats et suffisants pour faire respecter le droit du requ?rant ? vivre avec son enfant, ?l?ment de son droit au respect de sa vie familiale, garanti par l?article 8. Il y a donc eu violation de cette disposition.
85. Compte tenu de ce que l?enfant a d?sormais ?t? adopt?e, la Cour pr?cise que ce constat de violation ne saurait ?tre compris comme obligeant l??tat ? remettre la mineure ? l?int?ress?.
II. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
86. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
87. Le requ?rant r?clame 500 000 euros (EUR) au titre du pr?judice qu?il aurait subi du fait de la violation de l?article 8.
88. Le Gouvernement estime cette somme excessive.
89. En tenant compte des circonstances de l?esp?ce et de son constat selon lequel les autorit?s italiennes n?ont pas d?ploy? des efforts ad?quats et suffisants pour faire respecter le droit du requ?rant ? vivre avec son enfant, m?connaissant ainsi l?article 8 de la Convention, la Cour consid?re que l?int?ress? a subi un pr?judice moral qui ne saurait ?tre r?par? par le seul constat de violation. Elle estime, toutefois, que la somme r?clam?e est excessive. Eu ?gard ? l?ensemble des ?l?ments dont elle dispose et statuant en ?quit?, comme le veut l?article 41 de la Convention, elle estime qu?il convient de fixer la somme ? allouer ? l?int?ress? pour ledit pr?judice moral ? 32 000 EUR.
B. Frais et d?pens
90. Justificatifs ? l?appui, le requ?rant demande ?galement 29 335,61 EUR pour les frais et d?pens engag?s devant la Cour.
91. Le Gouvernement conteste ce montant.
92. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En l?esp?ce et compte tenu des documents en sa possession et de sa jurisprudence, la Cour estime raisonnable la somme de 5 000 EUR tous frais confondus et l?accorde au requ?rant.
C. Int?r?ts moratoires
93. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;

2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 8 de la Convention ;

3. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif en vertu de l?article 44 ? 2 de la Convention, les sommes suivantes :
i. 32 000 EUR (trente-deux mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage moral ;
ii. 5 000 EUR (cinq mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t par le requ?rant, pour frais et d?pens ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

4. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.

Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Fato? Arac? P?ivi Hirvel?
Greffi?re adjointe Pr?sidente

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