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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE ACCIARDI ET CAMPAGNA c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, 06, P1-1
Numero: 41040/98/2005
Stato: Italia
Data: 2005-05-19 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Violazione di P1-1; Eccezione preliminare respinta (tardivit?); Non luogo a procedere ad esaminare l’art. 6-1; soddisfazione equa riservata

PRIMA SEZIONE
CAUSA ACCIARDI E CAMPAGNA C. ITALIA
( Richiesta no 41040/98)
SENTENZA
STRASBURGO
19 maggio 2005
DEFINITIVO
12/10/2005
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Acciardi e Campagna c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, prima sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIGG.. C.L. Rozakis, presidente, P. Lorenzen,
la Sig.ra N. Vajić, il
Sig. A. Kovler, la Sig.ra E. Steiner, il Sig. K. Hajiyev, giudici,
la Sig.ra Sig. Del Tufo, giudice ad hoc,
e del Sig. S. Quesada, cancelliere aggiunto di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 28 aprile 2005,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 41040/98) diretta contro la Repubblica italiana e in cui due cittadini di questo Stato, Sigg.. G. A.i ed E. C. (“i richiedenti”), avevano investito la Commissione europea dei Diritti dell’uomo (“la Commissione”) il 4 aprile 1998 in virt? del vecchio articolo 25 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. I richiedenti sono rappresentati dal Sig. di S., avvocato a Roma. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. I.M. Braguglia, e dal suo coagente, il Sig. F. Crisafulli.
3. I richiedenti adducevano in particolare un attentato ingiustificato al loro diritto al rispetto dei loro beni (articolo 1 del Protocollo no1).
4. La richiesta ? stata trasmessa alla Corte il 1 novembre 1998, data di entrata in vigore del Protocollo no 11 alla Convenzione (articolo 5 ? 2 del Protocollo no 11).
5. La richiesta ? stata assegnata alla prima sezione della Corte (articolo 52 ? 1 dell’ordinamento). In seno a questa, la camera incaricata di esaminare la causa (articolo 27 ? 1 della Convenzione) ? stata costituita conformemente all’articolo 26 ? 1 dell’ordinamento. In seguito all’astensione di M.V. Zagrebelsky, giudice eletto a titolo dell’Italia (articolo 28), il Governo ha designato la Sig.ra Sig. del Tufo per riunirsi al suo posto in qualit? di giudice ad hoc (articoli 27 ? 2 della Convenzione e 29 ? 1 dell’ordinamento).
6. Con una decisione del 6 aprile 2004, la camera ha dichiarato la richiesta parzialmente accettabile.
7. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni (articolo 25 ? 1 dell’ordinamento). La presente richiesta ? stata assegnata alla prima sezione cos? ricomposta (articolo 52 ? 1).
8. Tanto i richiedenti che il Governo hanno depositato delle osservazioni scritte sul merito della causa (articolo 59 ? 1 dell’ordinamento.) La camera avendo deciso dopo consultazione delle parti che non c’era luogo di tenere un’udienza consacrata al merito alla causa (articolo 59 ? 3 in fine dell’ordinamento) le parti hanno ciascuna sottoposto dei commenti scritti sulle osservazioni dell’altro.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
9. I richiedenti sono i proprietari di un terreno ubicato ad Amendolara Marina (Cosenza).
10. Il 17 agosto 1976, un progetto di costruzione di una strada nazionale elaborata dall’istituto nazionale delle strade (ANAS) fu approvato dall’amministrazione competente.
11. Con un’ordinanza dell? 11 marzo 1977, valendo come dichiarazione di utilit? pubblica, il prefetto di Cosenza autorizz? l’ANAS ad occupare una parte del terreno, in vista della costruzione di una strada nazionale. Il termine di occupazione, inizialmente autorizzato per due anni, fu rinviato al 10 marzo 1981, e poi al 14 marzo 1984.
12. Risulta dalla pratica che i lavori di costruzione della strada si conclusero il 9 agosto 1980. I richiedenti espongono avere aspettato, in vano, che l’amministrazione formalizzasse l’espropriazione e procedesse all’indennizzo.
13. Con un atto notificato il 24 gennaio 1985, i richiedenti introdussero un’azione in danno-interessi contro l’ANAS dinnanzi al tribunale civile di Catanzaro. I richiedenti adducevano che bench? i lavori di costruzione fossero finiti nel 1980, nessuno decreto di espropriazione e nessuno indennizzo non erano sopraggiunti. Inoltre, adducevano che l’occupazione del terreno che riguardava una superficie di circa 65 000 metri quadrati, era diventata illegale da pi? di un anno. Riferendosi al principio dell’espropriazione indiretta fissata dalla Corte di cassazione nella sentenza no 1464 del 26 febbraio 1983, i richiedenti invitavano il tribunale a dichiarare che la costruzione della strada aveva ad un tale punto trasformato il loro terreno che aveva provocato la perdita irreversibile del bene. I richiedenti richiedevano dei danno-interessi per la perdita del terreno, a concorrenza del valore di questo; inoltre, richiedevano una somma per il danno causato in quanto alla parte restante del loro terreno; infine, richiedevano un risarcimento per non godimento del terreno durante il periodo di occupazione autorizzata.
14. Il 4 febbraio 1985, il Prefetto ordin? la pubblicazione del piano di espropriazione (“piano particellare di esproprio”) al quadro del municipio di Amendolara. Il piano contemplava un’indennit? di espropriazione di 21 584 500 lira italiane (ITL, in favore dei richiedenti,).
15. La prima udienza fu fissata al 15 marzo 1985, data alla quale l’ANAS si costitu? nel procedimento. La parte convenuta adduceva che l’occupazione del terreno era stata prorogata fino nel marzo 1985.
16. Con un’ordinanza del 27 novembre 1987, il tribunale ordin? una perizia. Il perito deposit? il suo rapporto il 3 agosto 1989. Risulta da questo rapporto che il terreno era stato trasformato irreversibilmente dai lavori pubblici il 9 agosto 1980. A questa epoca, il terreno valeva 1 195 900 000 ITL. Nel 1985, il terreno valeva 3 511 198 500 ITL.
17. I richiedenti depositarono una perizia nel novembre 1994. Secondo il loro perito, l’occupazione legale si era conclusa il 13 marzo 1985. I lavori si erano conclusi il 9 agosto 1980. Il valore del terreno era di 1 586 200 000 ITL nel 1985, e di 475 622 000 all’inizio del periodo di occupazione, o 1977. In quanto alla superficie che era stata occupata, il perito precis? che si trattava inizialmente di 77 560 metri quadrati, poi di 84 800 metri quadrati, ma che, alla fine dei lavori, soli 57 115 metri quadrati erano definitivamente occupati.
18. Il 5 novembre 2001, un nuovo perito fu commissionato dal tribunale di Catanzaro. Le questioni da chiarire riguardavano in particolare la superficie esatta di terreno occupato, il valore di questo all’inizio dell’occupazione ed alla fine dell’occupazione autorizzata.
19. In Febbraio 2005, la parte richiesta ha fatto sapere che il procedimento era sempre pendente in prima istanza.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNI PERTINENTI
a) L’occupazione di emergenza di un terreno
20. In dritto italiano, il procedimento accelerato di espropriazione permette all’amministrazione di occupare un terreno e di costruire prima dell’espropriazione. Una volta dichiarato di utilit? pubblica il lavoro a realizzare ed adottato il progetto di costruzione, l’amministrazione pu? decretare l’occupazione di emergenza delle zone ad espropriare per una durata determinata che non supera cinque anni (articolo 20 della legge no 865 del 1971). Questo decreto diventa nullo se l’occupazione materiale del terreno non ha luogo nei tre mesi seguenti la sua promulgazione. Prima della fine del periodo di occupazione autorizzata, deve essere preso un decreto di espropriazione formale.
21. L’occupazione autorizzata di un terreno d? diritto ad un’indennit? di occupazione. La Corte costituzionale ha riconosciuto, nella sua sentenza no 470 del 1990, un diritto di accesso immediato ad un tribunale ai fini di richiedere l’indennit? di occupazione appena il terreno ? occupato materialmente, senza bisogno di aspettare che l’amministrazione proceda ad un’offerta di indennizzo.
b) Il principio dell’espropriazione indiretta (“occupazione acquisitiva” o “accessione invertita”)
22. Negli anni 1970, parecchie amministrazioni locali procedettero alle occupazioni di emergenza di terreni che non furono seguite da decreti di espropriazione. Le giurisdizioni italiane si trovarono confrontate a casi in cui il proprietario di un terreno aveva perso di facto la disponibilit? di questo in ragione dell’occupazione e del compimento di lavori di costruzione di un lavoro pubblico. Restava da sapere se, semplicemente per l’effetto dei lavori effettuati, l’interessato aveva perso anche la propriet? terreno.
1. La giurisprudenza prima della sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
23. La giurisprudenza era molto divisa sul punto di sapere quale erano illegalmente gli effetti della costruzione di un lavoro pubblico su un terreno occupato. Per occupazione illegale, bisogna intendere un’occupazione illegale ab initio, o un’occupazione inizialmente autorizzata e diventata in seguito senza titolo, essendo annullato il titolo o proseguendo l’occupazione al di l? della scadenza autorizzata senza che un decreto di espropriazione non sia sopraggiunto.
24. Secondo una prima giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? terreno dopo il completamento del lavoro pubblico. Tuttavia, non poteva chiedere una rimessa in stato del terreno e poteva impegnare unicamente un’azione in danni ed interessi per occupazione abusiva, non sottoposta ad un termine di prescrizione poich? l’illegalit? derivante dall’occupazione era permanente. L’amministrazione poteva adottare in ogni momento una decisione formale di espropriazione; in questo caso, l’azione in danno-interessi si trasformava in controversia ricadente sull’indennit? di espropriazione ed i danno-interessi erano dovuti solamente per il periodo anteriore al decreto di espropriazione per il non-godimento del terreno (vedere, tra altri, le sentenze della Corte di cassazione no 2341 del 1982, no 4741 di 1981, no 6452 e no 6308 del 1980).
25. Secondo una seconda giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? terreno e poteva chiedere la rimessa in stato, quando l’amministrazione aveva agito senza che ci fosse utilit? pubblica (vedere, per esempio, Corte di cassazione, sentenza no 1578 del 1976, sentenza no 5679 del 1980).
26. Secondo una terza giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione perdeva automaticamente la propriet? terreno al momento della trasformazione irreversibile del bene, ossia al momento del completamento del lavoro pubblico. L’interessato aveva il diritto di chiedere dei danno-interessi (vedere no 3243 la sentenza del 1979 della Corte di cassazione).
2. La sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
27. Con una sentenza del 16 febbraio 1983, la Corte di cassazione, deliberando in camere riunite, risolse il conflitto di giurisprudenza ed adott? la terza soluzione. Cos? fu consacrato il principio dell’espropriazione indiretta (accessione invertita od occupazione acquisitiva). In virt? di questo principio, il potere pubblico acquista ab origine la propriet? di un terreno senza procedere ad un’espropriazione formale quando, dopo l’occupazione del terreno, ed a prescindere dalla legalit? dell’occupazione, il lavoro pubblico ? stato realizzato. Quando l’occupazione ? ab initio senza titolo, il trasferimento di propriet? ha luogo al momento del completamento del lavoro pubblico. Quando l’occupazione del terreno ? stata inizialmente autorizzata, il trasferimento di propriet? ha luogo alla scadenza del periodo di occupazione autorizzata. Nella stessa sentenza, la Corte di cassazione precis? che, in ogni caso di espropriazione indiretta, l’interessato ha diritto ad un risarcimento integrale, avendo avuto luogo senza titolo l’acquisizione del terreno. Questo risarcimento non ? versato tuttavia, automaticamente; incombe sull’interessato di richiedere dei danno-interessi. Inoltre, il diritto a risarcimento ? abbinato al termine di prescrizione contemplata in caso di responsabilit? da delitto, ossia cinque anni, cominciando a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
3. La giurisprudenza dopo la sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
a) La prescrizione
28. In un primo tempo, la giurisprudenza considerava che non trovava ad applicarsi nessuno termine di prescrizione, poich? l’occupazione senza titolo del terreno costituiva un atto illegale continuo. La Corte di cassazione, nella sua sentenza no 1464 del 1983, afferm? che il diritto a risarcimento era sottoposto ad un termine di prescrizione di cinque anni. In seguito, la prima sezione della Corte di cassazione afferm? che doveva applicarsi un termine di prescrizione di dieci anni (sentenze no 7952 di 1991 e no 10979 del 1992). Con una sentenza del 22 novembre 1992, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha troncato definitivamente la questione, stimando che il termine di prescrizione ? di cinque anni e che comincia a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
b) La sentenza no 188 del 1995 della Corte costituzionale
29. In questa sentenza, la Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione il principio dell’espropriazione indiretta, nella misura in cui questo principio si ? radicato in una disposizione legislativa, ossia l’articolo 2043 del codice civile che regola la responsabilit? da delitto. Secondo questa sentenza, il fatto che l’amministrazione diventi proprietario di un terreno traendo beneficio dal suo comportamento illegale non d? nessun problemi sul piano costituzionale, poich? l’interesse pubblico, ossia la conservazione del lavoro pubblico, prevale sull’interesse dell’individuo, e dunque sul diritto di propriet? di questo ultimo. La Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione l’applicazione all’azione in risarcimento del termine di prescrizione di cinque anni, come previsto con l’articolo 2043 del codice civile per responsabilit? da delitto.
c) Caso di mancata applicazione del principio dell’espropriazione indiretta
30. Gli sviluppi della giurisprudenza mostrano che il meccanismo con il quale la costruzione di un lavoro pubblico provoca il trasferimento di propriet? del terreno a favore dell’amministrazione conosce delle eccezioni.
31. Nella sua sentenza no 874 del 1996, il Consiglio di stato ha affermato che non c’? espropriazione indiretta quando le decisioni dell’amministrazione ed il decreto di occupazione di emergenza sono stati annullati dalle giurisdizioni amministrative; non essendo cos?, la decisione giudiziale sarebbe svuotata di sostanza.
32. Nella sua sentenza no 1907 del 1997, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha affermato che l’amministrazione non diventa proprietario di un terreno quando le decisioni che ha adottato e la dichiarazione di utilit? pubblica devono essere considerate come nulle ab initio. In questo caso, l’interessato mantiene la propriet? dal terreno e pu? chiedere in integrum il restitutio. Pu? come alternativa, chiedere dei danno-interessi. L’illegalit? in questi casi ha un carattere permanente e non trova applicazione nessuno termine di prescrizione.
33. Nella sentenza no 6515 del 1997, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha affermato che non c’? trasferimento di propriet? quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata dalle giurisdizioni amministrative. In questo caso dunque, il principio dell’espropriazione indiretta non trova ad applicarsi. L’interessato che mantiene la propriet? dal terreno, ha la possibilit? di chiedere in integrum il restitutio. L’introduzione di una domanda in danno-interessi provoca una rinuncia al restitutio in integrum. Il termine di prescrizione di cinque anni comincia a decorrere nel momento in cui la decisione del giudice amministrativo diventa definitiva.
34. Nella sentenza no 148 del 1998, la prima sezione della Corte di cassazione ha seguito la giurisprudenza delle camere riunite e ha affermato che il trasferimento di propriet? per effetto dell’espropriazione indiretta non ha luogo quando la dichiarazione di utilit? pubblica alla quale il progetto di costruzione era abbinato ? stata considerata come invalida ab initio.
35. Nella sentenza no 5902 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite ha riaffermato che non c’? trasferimento di propriet? in mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica valida.
36. Conviene confrontare questa giurisprudenza con la legge no 458 di 1988 (vedere sotto ?? 37-38) e col Repertorio delle disposizioni sull’espropriazione, entrato in vigore il 30 giugno 2003 (vedere sotto ? 47).
4. La legge no458 del 27 ottobre 1988
37. Ai termini dell’articolo 3 di questa legge, “Il proprietario di un terreno, utilizzato per la costruzione di edifici pubblici e di case popolari, ha diritto al risarcimento del danno subito, in seguito ad un’espropriazione dichiarata illegale da una decisione passata in forza di cosa giudicata, ma non pu? pretendere la restituzione del suo bene. Ha anche dritto, in pi? del risarcimento del danno, alle somme dovute in ragione del deprezzamento monetario ed a quelle menzionate all’articolo 1224 ? 2 del codice civile e questo a contare del giorno dell’occupazione illegale.”
38. Interpretando l’articolo 3 della legge di 1988, la Corte costituzionale, nella sua sentenza del 12 luglio 1990 (n? 384), ha considerato: “Con la disposizione attaccata, il legislatore, tra gli interessi dei proprietari dei terreni – ottenere in caso di espropriazione illegale la restituzione dei terreni – e l’interesse pubblico – concretizzato dalla destinazione di questi beni alle finalit? di costruzioni residenziali pubbliche a condizioni favorevoli o convenzionate – ha dato la precedenza a questo ultimo interesse.”
5. L’importo del risarcimento in caso di espropriazione indiretta
39. Secondo la giurisprudenza del 1983 della Corte di cassazione in materia di espropriazione indiretta, un risarcimento integrale del danno subito, sotto forma di danno-interessi per la perdita del terreno, era dovuto in compenso all’interessato della perdita di propriet? che provoca l’occupazione illegale.
40. La legge di bilancio del 1992 (articolo 5 bis della decreto-legge no 333 del 11 luglio 1992) modific? questa giurisprudenza, nel senso che l’importo dovuto in caso di espropriazione indiretta non poteva superare l’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale. Con la sentenza no 369 del 1996, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale questa disposizione.
41. In virt? della legge di bilancio no 662 del 1996 che modific? la disposizione dichiarata incostituzionale, l’indennizzo integrale non pu? essere accordato per un’occupazione di terreno avente avuto luogo prima del 30 settembre 1996. In questa ottica, l’indennizzo equivale all’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale, nell’ipotesi pi? favorevole al proprietario, mediante un aumento del 10%.
42. Con la sentenza no 148 del 30 aprile 1999, la Corte costituzionale ha giudicato una tale indennit? compatibile con la Costituzione. Tuttavia, nella stessa sentenza, la Corte ha precisato che un’indennit? integrale, a concorrenza del valore venale del terreno, pu? essere richiesta quando l’occupazione e la privazione del terreno non hanno avuto luogo a causa di utilit? pubblica.
6. La giurisprudenza dopo le sentenze della Corte del 30 maggio 2000 nelle cause Belvedere Alberghiera e Carbonara e Ventura
43. Con le sentenze no 5902 e 6853 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite si ? pronunciata di nuovo sul principio dell’espropriazione indiretta, facendo riferimento alle due sentenze precitate della Corte.
44. Alla vista della constatazione di violazione dell’articolo 1 del protocollo no 1 nelle cause sopra, la Corte di cassazione ha affermato che il principio dell’espropriazione indiretta sostiene un ruolo importante nella cornice del sistema giuridico italiano e che ? compatibile con la Convenzione.
45. Pi? specificamente, la Corte di cassazione-dopo avere analizzato la storia del principio dell’espropriazione indiretta – ha detto che alla vista dell’uniformit? in materia della giurisprudenza, il principio dell’espropriazione indiretta deve considerarsi come essendo pienamente “prevedibile” a contare del 1983. Di questo fatto, l’espropriazione indiretta deve essere considerata come essendo rispettosa del principio di legalit?. Trattandosi delle occupazioni di terreno che hanno luogo senza dichiarazione di utilit? pubblica, la Corte di cassazione ha affermato che queste non sono atte a trasferire la propriet? del bene allo stato. In quanto all’indennizzo, la Corte di cassazione ha affermato che, anche se ? inferiore al danno subito dall’interessato, ed in particolare al valore del terreno, l’indennizzo dovuto in caso di espropriazione indiretta ? sufficiente per garantire un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo.
7. Il Repertorio delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione a causa di utilit? pubblica ( qui di seguito “il Repertorio?)
46. Il 30 giugno 2003 ? entrato in vigore il Decreto Presidenziale no 327 dell? 8 giugno 2001, modificato dal Decreto legislativo no 302 del 27 dicembre 2002, e che regola il procedimento di espropriazione. Il Repertorio codifica le disposizioni e la giurisprudenza esistenti in materia. In particolare, codifica il principio dell’espropriazione indiretta. Il Repertorio che non si applica ai casi di occupazione sopraggiunti anteriormente al 1996 e non s applica dunque nello specifico, si ? sostituito, a partire dalla sua entrata in vigore, all’insieme della legislazione e della giurisprudenza precedente in materia di espropriazione.
47. Al suo articolo 43, il Repertorio contempla che nella mancanza di un decreto di espropriazione, o nella mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, un terreno trasformato in seguito alla realizzazione di un lavoro pubblico ? acquisito al patrimonio dell’autorit? che l?’ha trasformato; dei danno-interessi sono accordati in compenso. L’autorit? pu? acquisire un bene anche quando il piano di urbanistica o la dichiarazione di utilit? pubblica sono stati annullati. Il proprietario pu? chiedere al giudice la restituzione del terreno. L’autorit? in causa si pu? opporre. Quando il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno, il proprietario ha diritto ad un risarcimento.
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
48. I richiedenti adducono essere stato privati del loro terreno per l’effetto dell’occupazione di questo e della costruzione di una strada nazionale, in mancanza di un decreto di espropriazione e di indennizzo. Secondo essi, questa situazione ha recato offesa al loro diritto al rispetto dei loro beni garantiti all’articolo 1 del Protocollo no 1, cos? redatto,:
“Ogni persona fisica o morale ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Tesi difese dinnanzi alla Corte
1. I richiedenti
49. I richiedenti fanno osservare che hanno perso la disponibilit? del loro terreno dal 1977, o a contare dal momento in cui il terreno ? stato occupato materialmente. Questa situazione ? diventata definitiva col completamento dei lavori nell’agosto 1980. I richiedenti considerano che, in queste circostanze, sono stati in sostanza privata del loro bene. Essi stessi sottolineano l’illegalit? di questa situazione, nella mancanza di un decreto di espropriazione ed allo sguardo del principio di legalit? dell’azione amministrativa prevista all’articolo 97 della Costituzione italiana.
50. I richiedenti osservano poi che durante il periodo di occupazione autorizzata, non hanno potuto richiedere indennit? in mancanza di un’offerta di indennizzo da parte delle autorit?. Se ammettono avere potuto chiedere in seguito un tale indennizzo nella cornice del procedimento che hanno intentato dinnanzi al tribunale di Catanzaro, i richiedenti fanno osservare che a questo giorno, non hanno percepito nessuna somma a titolo di indennit? per il non godimento del terreno durante il periodo di occupazione autorizzata.
51. Trattandosi del risarcimento per la perdita del loro bene, i richiedenti sottolineano che non sempre hanno ricevuto di indennizzo.
52. In conclusione, i richiedenti chiedono alla Corte di concludere alla violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
2. Il Governo
53. Il Governo fa osservare che nel caso specifico, non si tratta di un’occupazione “sine titulo” dall’inizio, ma di un’occupazione che ? stata inizialmente autorizzata, nella cornice di un procedimento amministrativo legittimo e riposante su una dichiarazione di utilit? pubblica. Secondo lui, il periodo di occupazione autorizzata si ? concluso il 13 marzo 1985.
54. Il Governo ammette che il procedimento di espropriazione non ? stato messo in opera nei termini previsti dalla legge, nella misura in cui non ? stato adottato nessuno decreto di espropriazione.
55. A difetto di un tale decreto di espropriazione, i richiedenti sarebbero stati ad ogni modo privati del loro bene per l’effetto della costruzione del lavoro pubblico e della trasformazione irreversibile del terreno che questo ultimo ha provocato. Questa privazione di bene, secondo il Governo, ? solamente la conseguenza del principio dell’espropriazione indiretta, che il tribunale di Catanzaro, una volta che pronuncer? il suo giudizio, dovrebbe applicare.
56. In queste circostanze, la sentenza del tribunale di Catanzaro avr? solamente un valore dichiarativo, in quanto dichiarer? che i richiedenti dovranno considerarsi come essendo stati privati del loro terreno a favore dell’amministrazione a contare dalla data che il tribunale considerer? come la data dove il terreno ? stato trasformato in modo irreversibile. Il valore della decisione del giudice nazionale ha per sola funzione di dare alle parti la sicurezza giuridica, ossia la certezza che la privazione di propriet? ha avuto luogo quando le condizioni sono assolte.
57. Il Governo sostiene che questa situazione ? conforme all’articolo 1 del Protocollo no 1.
58. Primariamente, ci sarebbe utilit? pubblica, il che non ? rimesso in causa coi richiedenti.
59. Secondariamente, la privazione del bene come risultante dell’espropriazione indiretta sarebbe contemplata dalla legge.
60. A questo riguardo, il Governo ricorda che la Corte, nella sua sentenza Zubani c. Italia (sentenza del 7 agosto 1996, Raccolta 1996-IV, ?? 45-46) aveva esaminato una causa di espropriazione indiretta ricadente sotto l’influenza della legge no 458 di 1988 (vedere diritto interno paragrafo 37) dal punto di vista del giusto equilibiro, stimando che, per ci? che riguardava la legge in quanto tale, “la scelta legislativa che mira a privilegiare l’interesse della collettivit? nel caso di espropriazioni o di occupazioni illegali di terreni ? ragionevole: l’indennizzo integrale dei danni subiti dai proprietari riguardati costituisce un risarcimento sufficiente… .” (Paragrafo 49 del sentenza Zubani).
61. Il Governo prende atto del fatto che la giurisprudenza della Corte ha conosciuto un’evoluzione in seguito, nella misura in cui, nei due seguenti casi ricadenti sull’espropriazione indiretta, ha constatato un’incompatibilit? del meccanismo dell’espropriazione indiretta col principio di legalit? (Carbonara e Ventura c. Italia, no 24638/94, CEDH 2000-VI; Belvedere Alberghiera srl c. Italia, no 31524/96, CEDH 2000-VI).
62. Secondo il Governo, il principio deve considerarsi come essendo “contemplato dalla legge”, anche se ? stato elaborato dalla giurisprudenza in un paese del “civil law” e non di “common law.”
63. A questo riguardo, il Governo prende atto del fatto che nelle due sentenze precitate, la Corte aveva stimato inutile giudicare in abstracto se il ruolo che un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, occupa in un sistema di diritto continentale ? assimilabile a quello occupato dalle disposizioni legislative (Carbonara, sentenza precitata, ? 64). La Corte aveva osservato che la giurisprudenza italiana aveva conosciuto un’evoluzione e che un principio giurisprudenziale non lega le giurisdizioni in quanto alla sua applicazione ( Carbonara e Ventura, sentenza precitata, ? 69).
64. Il Governo sostiene che decidere del ruolo della giurisprudenza in Italia riveste una grande importanza in questo tipo di cause. Secondo il Governo, avendo la giurisprudenza nazionale creato il principio dell’espropriazione indiretta, questo principio deve essere considerato come facente parte del diritto positivo a contare della sentenza della Corte di cassazione no 1464 del 1983. La giurisprudenza ulteriore avrebbe confermato questo principio ed avrebbe precisato certi aspetti della sua applicazione. Inoltre, questo principio sarebbe stato riconosciuto dalla legge no 458 del 27 ottobre 1988 (paragrafi 37-38 sopra) e con la legge di bilancio no 662 del 1996 (paragrafo 41 sopra).
65. In conclusione, secondo il Governo, a partire da 1983, le regole dell’espropriazione indiretta erano perfettamente chiare ed accessibili a tutti i proprietari di terreni.
66. Trattandosi della qualit? della legge, il Governo chiede alla Corte di ritornare alla “giurisprudenza Zubani” (paragrafo 60 sopra) e di considerare che il meccanismo dell’espropriazione indiretta che si basa su una dichiarazione di illegalit? da parte del giudice, ? conforme all’articolo 1 del Protocollo no 1.
67. A questo proposito, il Governo fa osservare che la constatazione di illegalit? da parte del giudice ? l’elemento che condiziona il trasferimento al patrimonio pubblico del bene illegalmente occupato.
68. Il Governo definisce l’espropriazione indiretta come il risultato di un’interpretazione sistematica di principi esistenti, tendente a garantire che l’interesse generale prevalga sull’interesse degli individui, quando il lavoro pubblico ? stato realizzato (trasformazione del terreno) e che questo risponde all’utilit? pubblica.
69. L’amministrazione sarebbe tenuta a compensare l’individuo. Per?, secondo il Governo, questo indennizzo potr? essere inferiore al danno subito dall’interessato, ed in particolare al valore del terreno, visto che l’espropriazione indiretta risponde ad un interesse collettivo e l’illegalit? commessa dall’amministrazione riguarda solamente la forma, ossia una trasgressione alle regole che presiedono al procedimento amministrativo.
B. Sull’osservazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1
70. La Corte ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 contiene tre norme distinte: “la prima che si esprime nella prima frase del primo capoverso e riveste un carattere generale, enuncia il principio del rispetto della propriet?; la seconda, figurando nella seconda frase dello stesso capoverso, vidima la privazione di propriet? e la sottopone a certe condizioni; in quanto alla terza, registrata nel secondo capoverso, riconosce agli Stati il potere, tra altri, di regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale. Non si tratta per tanto di regole prive di rapporto tra esse. La seconda e la terza hanno munto agli esempi particolari di attentati al diritto di propriet?; da allora, devono interpretarsi alla luce del principio consacrato dalla prima” (vedere, tra altri, James ed altri c. Regno Unito, sentenza del 21 febbraio 1986, serie a no 98, pp. 29-30, ? 37 che riprende in parte i termini dell’analisi che la Corte ha sviluppato nella sua sentenza Sporrong e L?nnroth c. Svezia del 23 settembre 1982, serie a no 52, p. 24, ? 61; vedere anche le sentenze I santi monasteri c. Grecia del 9 dicembre 1994, serie a no 301-a, p. 31, ? 56, ed Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999-II).
71. La Corte nota che le parti si accordano per dire che c’? stata “privazione di propriet?.”
72. Nota a questo riguardo che c’? stata perdita di disponibilit? totale per i richiedenti cos? che ritorna in sostanza ad un’espropriazione (paragrafo 49 sopra).
73. Per il Governo (paragrafi 55 56 e 67 sopra) i richiedenti devono considerarsi come essendo stato privati del loro bene a contare dal momento in cui questo ? stato trasformato irreversibilmente, anche se da un punto di vista formale, restano proprietari, e questo fino alla decisione di un giudizio che dichiara il trasferimento di propriet? a favore dello stato.
74. La Corte ricorda che, per determinare se c’? stata privazione di beni al senso della seconda “norma”, bisogna esaminare non solo se ci sono state spodestamento o espropriazione formale, ma ancora guardare al di l? delle apparenze ed analizzare la realt? della situazione controversa. Mirando la Convenzione a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa di ricercare se suddetta situazione equivaleva ad un’espropriazione di fatto ( Sporrong e L?nnroth, sentenza precitata, pp. 24-25, ? 63).
75. Ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 esige, innanzitutto e soprattutto, che un’ingerenza dell’autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legale. La preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? inerente all’insieme degli articoli della Convenzione (Iatridis, sentenza precitata, ? 58). Il principio di legalit? notifica l’esistenza di norme di diritto interno sufficientemente accessibili, precise e prevedibili (Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, serie a no 296-a, pp. 19-20, ? 42, Lithgow ed altri c. Regno Unito, sentenza del 8 luglio 1986, serie a no 102, p. 47, ? 110).
76. Ad ogni modo, la Corte ? chiamata a verificare se il modo in cui il diritto interno ? interpretato ed applicato produce degli effetti conformi ai principi della Convenzione.
77. La Corte constata che nello specifico i richiedenti hanno perso la disponibilit? della parte di terreno che ? stato occupato nel 1977 e che ? stata trasformata dalla costruzione della strada finita nell’agosto 1980 (paragrafo 16 sopra). Le parti si accordano per dire che l’occupazione del terreno ? diventata illegale in seguito, l’inizio del periodo di illegalit? posizionandosi per i richiedenti nel 1984 (paragrafo 13 sopra) e nel 1985 per il Governo (paragrafo 83 sopra).
78. A difetto di un atto formale di trasferimento di propriet?, ed in mancanza di un giudizio nazionale dichiarante che un tale trasferimento deve considerarsi come avente avuto luogo (paragrafo 56 sopra; vedere tanto Carbonara e Ventura, sentenza precitata, ? 80) la Corte stima che la perdita di ogni disponibilit? del terreno in causa, combinata con l’impossibilit? fino qui di ovviare alla situazione incriminata, ha generato delle conseguenze abbastanza gravi affinch? i richiedenti abbiano subito un’espropriazione di fatto incompatibile col loro diritto al rispetto dei loro beni (Papamichalopoulos ed altri c. Grecia, sentenza del 24 giugno 1993, serie a no 260-B, ? 45) e non conforme al principio di preminenza del diritto.
79. In conclusione, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
80. I richiedenti adducono che l’impossibilit? per essi di richiedere un’indennit? per non godimento del terreno durante il periodo iniziale di occupazione, ossia quando il terreno era occupato legalmente, ha ostacolato il loro diritto di accesso ad un tribunale.
81. L’articolo 6 ? 1 dispone: chi, nelle sue parti pertinenti, dispone:
“1. Ogni persona ha diritto a ci? che la sua causa sia equamente sentita, da un tribunale che decider?, delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile .”
A. Sull’eccezione preliminare del Governo
82. Nelle sue osservazioni sul merito, il Governo ha sollevato un’eccezione derivata dal non rispetto del termine di sei mesi sostiene che i richiedenti avrebbero dovuto sollevare la lagnanza derivata di un attentato al loro diritto di accesso ad un tribunale entro sei mesi che cominciano a decorrere dalla fine dell’occupazione legale, ossia dal 1985.
Il Governo giustifica il fatto di non avere sollevato questa eccezione prima della decisione sull’ammissibilit? per la difficolt? di investire la lagnanza dei richiedenti prima che questi la precisino nelle loro osservazioni in replica.
83. La Corte stima in primo luogo che questa eccezione ? tardiva, nella misura in cui il Governo l’avrebbe potuta sollevare dopo le osservazioni in replica dei richiedenti e prima della decisione sull’ammissibilit?.
84. In secondo luogo, la Corte osserva che nel 1985, i richiedenti hanno investito il tribunale di Catanzaro di una domanda di indennizzo per il periodo di occupazione legale del terreno e che il procedimento ? pendente.
85. Alla luce di queste considerazioni, la Corte stima che l’eccezione del Governo deve essere allontanata.
B. Sulla fondatezza della lagnanza
86. Nelle sue osservazioni sull’ammissibilit?, il Governo aveva sollevato un’eccezione di irricevibilit? derivata dal non esaurimento di vie di ricorso interne, al motivo che il ricorso pendente dinnanzi al tribunale di Catanzaro portava anche sulla questione dell’indennit? per il periodo di occupazione legale.
Sul merito, il Governo ammette che all’epoca dell’occupazione autorizzata del terreno controverso, e prima della sentenza della Corte costituzionale no 470 del 1990 (paragrafo 20 sopra) non c’era accesso immediato ad un tribunale ai fini di richiedere l’indennit? di occupazione. Il Governo fa osservare che i richiedenti hanno potuto investire in ogni caso un tribunale della loro richiesta di indennizzo. Sostiene che i richiedenti hanno sopportato una restrizione non irragionevole del loro diritto di accesso ad un tribunale, e l?essenza stessa del loro diritto sarebbe restata intatta.
87. Nella sua decisione sull’ammissibilit?, la Corte ha stimato che il problema dell’esaurimento delle vie di ricorso interne si confonde col merito della causa poich? la lagnanza derivata dell’articolo 6 della Convenzione riguarda precisamente l’ostacolo all’accesso ad un tribunale. Ha dunque unito questa questione al merito.
88. Ora, la Corte considera che le lagnanze dei richiedenti sollevate sotto l’angolo del diritto di accesso ad un tribunale si confondono con quelle derivate dall’articolo 1 del Protocollo no 1, nella misura in cui i richiedenti hanno fatto valere a questo titolo l’impossibilit? per essi di proteggere i loro interessi patrimoniali durante il periodo riguardato.
89. Avuto riguardo alla conclusione formulata al paragrafo 79, non stima necessario esaminarli separatamente sotto l’angolo dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione.
III. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
90. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
91. I richiedenti sollecitano il versamento di un’indennit? di 1 029 324, 60 EUR a titolo del danno materiale, somma che risulta dalla differenza tra il valore del terreno controverso e la somma che potrebbero percepire eventualmente per il meglio a titolo di indennizzo sul piano nazionale, nel caso in cui il tribunale accogliesse la loro richiesta.
92. Trattandosi degli oneri dinnanzi alle giurisdizioni nazionali, i richiedenti richiedono 20 000 EUR fin da ora. Inoltre chiedono il rimborso degli oneri incorsi dinnanzi alla Corte senza valutare tuttavia le loro pretese.
93. Il Governo fa osservare che nella mancanza di un giudizio nazionale, non ? lecito per la Corte procedere alla valutazione del danno materiale e degli oneri di procedimento. La somma richiesta dai richiedenti sarebbe in ogni caso eccessiva. Il Governo fa osservare poi che i richiedenti non sollecitano nessuna somma a titolo del danno morale. In quanto agli oneri del procedimento a Strasburgo, il Governo si rimette alla saggezza della Corte.
94. La Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trova in stato. Perci?, la riserva e fisser? il procedimento ulteriore, tenuto conto della possibilit? che il Governo ed i richiedenti giungano ad un accordo.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Respinge, l’eccezione preliminare del Governo;
2. Stabilisce, che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
3. Stabilisce che non si impone di esaminare la lagnanza dei richiedenti sul terreno dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione;
4. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trova in stato;
perci?,
a) la riserva per intero;
b) invita il Governo ed i richiedenti ad inviarle per iscritto, nei tre mesi a contare del giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva il procedimento ulteriore e delega al presidente della camera la cura di fissarla all’occorrenza.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 19 maggio 2005 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Santiago Quesada Christos Rozakis
Cancelliere aggiunge Presidente

SENTENZA ACCIARDI & CAMPAGNA C. ITALIA

SENTENZA ACCIARDI & CAMPAGNA C. ITALIA

Testo Tradotto

Conclusion Violation de P1-1 ; Exception pr?liminaire rejet?e (tardivet?) ; Non-lieu ? examiner l’art. 6-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
PREMIERE SECTION

AFFAIRE ACCIARDI ET CAMPAGNA c. ITALIE

(Requ?te no 41040/98)

ARR?T

STRASBOURG

19 mai 2005

D?FINITIF

12/10/2005

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l’article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l’affaire Acciardi et Campagna c. Italie,

La Cour europ?enne des Droits de l’Homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :

MM. C.L. Rozakis, pr?sident,
P. Lorenzen,
Mme N. Vajić,
M. A. Kovler,
Mme E. Steiner,
M. K. Hajiyev, juges,
Mme M. Del Tufo, juge ad hoc,
et de M. S. Quesada, greffier adjoint de section,

Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 28 avril 2005,

Rend l’arr?t que voici, adopt? ? cette derni?re date :

PROC?DURE

1. A l’origine de l’affaire se trouve une requ?te (no 41040/98) dirig?e contre la R?publique italienne et dont deux ressortissants de cet Etat, MM. G. A. et E. C. (? les requ?rants ?), avaient saisi la Commission europ?enne des Droits de l’Homme (? la Commission ?) le 4 avril 1998 en vertu de l’ancien article 25 de la Convention de sauvegarde des Droits de l’Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).

2. Les requ?rants sont repr?sent?s par Me M. de S. avocat ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. I.M. Braguglia, et par son coagent, M. F. Crisafulli.

3. Les requ?rants all?guaient en particulier une atteinte injustifi?e ? leur droit au respect de leurs biens (article 1 du Protocole no1).

4. La requ?te a ?t? transmise ? la Cour le 1er novembre 1998, date d’entr?e en vigueur du Protocole no 11 ? la Convention (article 5 ? 2 du Protocole no 11).

5. La requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section de la Cour (article 52 ? 1 du r?glement). Au sein de celle-ci, la chambre charg?e d’examiner l’affaire (article 27 ? 1 de la Convention) a ?t? constitu?e conform?ment ? l’article 26 ? 1 du r?glement. A la suite du d?port de M.V. Zagrebelsky, juge ?lu au titre de l’Italie (article 28), le Gouvernement a d?sign? Mme M. del Tufo pour si?ger en qualit? de juge ad hoc, pour si?ger ? sa place (articles 27 ? 2 de la Convention et 29 ? 1 du r?glement).

6. Par une d?cision du 6 avril 2004, la chambre a d?clar? la requ?te partiellement recevable.

7. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la premi?re section ainsi remani?e (article 52 ? 1).

8. Tant les requ?rants que le Gouvernement ont d?pos? des observations ?crites sur le fond de l’affaire (article 59 ? 1 du r?glement). La chambre ayant d?cid? apr?s consultation des parties qu’il n’y avait pas lieu de tenir une audience consacr?e au fond de l’affaire (article 59 ? 3 in fine du r?glement), les parties ont chacune soumis des commentaires ?crits sur les observations de l’autre.

EN FAIT

I. LES CIRCONSTANCES DE L’ESP?CE

9. Les requ?rants sont propri?taires d’un terrain sis ? Amendolara Marina (Cosenza).

10. Le 17 ao?t 1976, un projet de construction d’une route nationale ?labor? par l’institut national des routes (ANAS) fut approuv? par l’administration comp?tente.

11. Par un arr?t? du 11 mars 1977, valant d?claration d’utilit? publique, le pr?fet de Cosenza autorisa l’ANAS ? occuper une partie du terrain, en vue de la construction d’une route nationale. Le d?lai d’occupation, initialement autoris? pour deux ans, fut report? au 10 mars 1981, et puis au 14 mars 1984.

12. Il ressort du dossier que les travaux de construction de la route se termin?rent le 9 ao?t 1980. Les requ?rants exposent avoir attendu, en vain, que l’administration formalise l’expropriation et proc?de ? l’indemnisation.

13. Par un acte notifi? le 24 janvier 1985, les requ?rants introduisirent une action en dommages-int?r?ts ? l’encontre de l’ANAS devant le tribunal civil de Catanzaro. Les requ?rants all?guaient que malgr? que les travaux de construction fussent termin?s en 1980, aucun d?cret d’expropriation et aucune indemnisation n’?taient intervenus. En outre, ils all?guaient que l’occupation du terrain, qui concernait une surface d’environ 65 000 m?tres carr?s, ?tait devenue ill?gale depuis plus d’un an. Se r?f?rant au principe de l’expropriation indirecte fix? par la Cour de cassation dans l’arr?t no 1464 du 26 f?vrier 1983, les requ?rants invitaient le tribunal ? d?clarer que la construction de la route avait ? un tel point transform? leur terrain qu’elle avait entra?n? la perte irr?versible du bien. Les requ?rants r?clamaient des dommages-int?r?ts pour la perte du terrain, ? concurrence de la valeur de celui-ci ; en outre, ils r?clamaient une somme pour le pr?judice caus? quant ? la partie restante de leur terrain ; enfin, ils r?clamaient une r?paration pour non jouissance du terrain pendant la p?riode d’occupation autoris?e.

14. Le 4 f?vrier 1985, le Pr?fet ordonna la publication du plan d’expropriation (? piano particellare di esproprio ?) au tableau de la mairie d’Amendolara. Le plan pr?voyait une indemnit? d’expropriation de 21 584 500 lire italiennes (ITL) en faveur des requ?rants.

15. La premi?re audience fut fix?e au 15 mars 1985, date ? laquelle l’ANAS se constitua dans la proc?dure. La partie d?fenderesse all?guait que l’occupation du terrain avait ?t? prorog?e jusqu’en mars 1985.

16. Par une ordonnance du 27 novembre 1987, le tribunal ordonna une expertise. L’expert d?posa son rapport le 3 ao?t 1989. Il ressort de ce rapport que le terrain avait ?t? irr?versiblement transform? par les travaux publics le 9 ao?t 1980. A cette ?poque, le terrain valait 1 195 900 000 ITL. En 1985, le terrain valait 3 511 198 500 ITL.

17. Les requ?rants d?pos?rent une expertise en novembre 1994. Selon leur expert, l’occupation l?gale avait pris fin le 13 mars 1985. Les travaux s’?taient termin?s le 9 ao?t 1980. La valeur du terrain ?tait de 1 586 200 000 ITL en 1985, et de 475 622 000 au d?but de la p?riode d’occupation, soit 1977. Quant ? la surface qui avait ?t? occup?e, l’expert pr?cisa qu’ il s’agissait initialement de 77 560 m?tres carr?s, puis de 84 800 m?tres carr?s, mais que, ? la fin des travaux, seuls 57 115 m?tres carr?s ?taient d?finitivement occup?s.

18. Le 5 novembre 2001, un nouvel expert fut commis par le tribunal de Catanzaro. Les questions ? ?claircir visaient notamment la surface exacte de terrain occup?, la valeur de celui-ci au d?but de l’occupation et ? la fin de l’occupation autoris?e.

19. En f?vier 2005, la partie requ?rante a fait savoir que la proc?dure ?tait toujours pendante en premi?re instance.

II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS

a) L’occupation d’urgence d’un terrain

20. En droit italien, la proc?dure acc?l?r?e d’expropriation permet ? l’administration d’occuper un terrain et d’y construire avant l’expropriation. Une fois l’ouvrage ? r?aliser d?clar? d’utilit? publique et le projet de construction adopt?, l’administration peut d?cr?ter l’occupation d’urgence des zones ? exproprier pour une dur?e d?termin?e n’exc?dant pas cinq ans (article 20 de la loi no 865 de 1971). Ce d?cret devient caduc si l’occupation mat?rielle du terrain n’a pas lieu dans les trois mois suivant sa promulgation. Avant la fin de la p?riode d’occupation autoris?e, un d?cret d’expropriation formelle doit ?tre pris.

21. L’occupation autoris?e d’un terrain donne droit ? une indemnit? d’occupation. La Cour constitutionnelle a reconnu, dans son arr?t no 470 de 1990, un droit d’acc?s imm?diat ? un tribunal aux fins de r?clamer l’indemnit? d’occupation d?s que le terrain est mat?riellement occup?, sans besoin d’attendre que l’administration proc?de ? une offre d’indemnisation.

b) Le principe de l’expropriation indirecte (? occupazione acquisitiva ? ou ? accessione invertita ?)

22. Dans les ann?es 1970, plusieurs administrations locales proc?d?rent ? des occupations d’urgence de terrains qui ne furent pas suivies de d?crets d’expropriation. Les juridictions italiennes se trouv?rent confront?es ? des cas o? le propri?taire d’un terrain avait perdu de facto la disponibilit? de celui-ci en raison de l’occupation et de l’accomplissement de travaux de construction d’un ouvrage public. Restait ? savoir si, simplement par l’effet des travaux effectu?s, l’int?ress? avait perdu ?galement la propri?t? du terrain.

1. La jurisprudence avant l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation

23. La jurisprudence ?tait tr?s partag?e sur le point de savoir quels ?taient les effets de la construction d’un ouvrage public sur un terrain occup? ill?galement. Par occupation ill?gale, il faut entendre une occupation ill?gale ab initio, ou bien une occupation initialement autoris?e et devenue sans titre par la suite, le titre ?tant annul? ou bien l’occupation se poursuivant au-del? de l’?ch?ance autoris?e sans qu’un d?cret d’expropriation ne soit intervenu.

24. Selon une premi?re jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain apr?s l’ach?vement de l’ouvrage public. Toutefois, il ne pouvait pas demander une remise en l’?tat du terrain et pouvait uniquement engager une action en dommages et int?r?ts pour occupation abusive, non soumise ? un d?lai de prescription puisque l’ill?galit? d?coulant de l’occupation ?tait permanente. L’administration pouvait ? tout moment adopter une d?cision formelle d’expropriation ; dans ce cas, l’action en dommages-int?r?ts se transformait en litige portant sur l’indemnit? d’expropriation et les dommages-int?r?ts n’?taient dus que pour la p?riode ant?rieure au d?cret d’expropriation pour la non-jouissance du terrain (voir, entre autres, les arr?ts de la Cour de cassation no 2341 de 1982, no 4741 de 1981, no 6452 et no 6308 de 1980).

25. Selon une deuxi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration ne perdait pas la propri?t? du terrain et pouvait demander la remise en l’?tat, lorsque l’administration avait agi sans qu’il y ait utilit? publique (voir, par exemple, Cour de cassation, arr?t no 1578 de 1976, arr?t no 5679 de 1980).

26. Selon une troisi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l’administration perdait automatiquement la propri?t? du terrain au moment de la transformation irr?versible du bien, ? savoir au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. L’int?ress? avait le droit de demander des dommages-int?r?ts (voir l’arr?t no 3243 de 1979 de la Cour de cassation).

2. L’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation

27. Par un arr?t du 16 f?vrier 1983, la Cour de cassation, statuant en chambres r?unies, r?solut le conflit de jurisprudence et adopta la troisi?me solution. Ainsi fut consacr? le principe de l’expropriation indirecte (accessione invertita ou occupazione acquisitiva). En vertu de ce principe, la puissance publique acquiert ab origine la propri?t? d’un terrain sans proc?der ? une expropriation formelle lorsque, apr?s l’occupation du terrain, et ind?pendamment de la l?galit? de l’occupation, l’ouvrage public a ?t? r?alis?. Lorsque l’occupation est ab initio sans titre, le transfert de propri?t? a lieu au moment de l’ach?vement de l’ouvrage public. Lorsque l’occupation du terrain a initialement ?t? autoris?e, le transfert de propri?t? a lieu ? l’?ch?ance de la p?riode d’occupation autoris?e. Dans le m?me arr?t, la Cour de cassation pr?cisa que, dans tous les cas d’expropriation indirecte, l’int?ress? a droit ? une r?paration int?grale, l’acquisition du terrain ayant eu lieu sans titre. Toutefois, cette r?paration n’est pas vers?e automatiquement; il incombe ? l’int?ress? de r?clamer des dommages-int?r?ts. En outre, le droit ? r?paration est assorti du d?lai de prescription pr?vu en cas de responsabilit? d?lictuelle, ? savoir cinq ans, commen?ant ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.

3. La jurisprudence apr?s l’arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation

a) La prescription

28. Dans un premier temps, la jurisprudence consid?rait qu’aucun d?lai de prescription ne trouvait ? s’appliquer, puisque l’occupation sans titre du terrain constituait un acte ill?gal continu. La Cour de cassation, dans son arr?t no 1464 de 1983, affirma que le droit ? r?paration ?tait soumis ? un d?lai de prescription de cinq ans. Par la suite, la premi?re section de la Cour de cassation affirma qu’un d?lai de prescription de dix ans devait s’appliquer (arr?ts no 7952 de 1991 et no 10979 de 1992). Par un arr?t du 22 novembre 1992, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a d?finitivement tranch? la question, estimant que le d?lai de prescription est de cinq ans et qu’il commence ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.

b) L’arr?t no 188 de 1995 de la Cour constitutionnelle

29. Dans cet arr?t, la Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution le principe de l’expropriation indirecte, dans la mesure o? ce principe est ancr? dans une disposition l?gislative, ? savoir l’article 2043 du code civil r?gissant la responsabilit? d?lictuelle. Selon cet arr?t, le fait que l’administration devienne propri?taire d’un terrain en tirant b?n?fice de son comportement ill?gal ne pose aucun probl?me sur le plan constitutionnel, puisque l’int?r?t public, ? savoir la conservation de l’ouvrage public, l’emporte sur l’int?r?t du particulier, et donc sur le droit de propri?t? de ce dernier. La Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution l’application ? l’action en r?paration du d?lai de prescription de cinq ans, tel que pr?vu par l’article 2043 du code civil pour responsabilit? d?lictuelle.

c) Cas de non-application du principe de l’expropriation indirecte

30. Les d?veloppements de la jurisprudence montrent que le m?canisme par lequel la construction d’un ouvrage public entra?ne le transfert de propri?t? du terrain au b?n?fice de l’administration conna?t des exceptions.

31. Dans son arr?t no 874 de 1996, le Conseil d’Etat a affirm? qu’il n’y a pas d’expropriation indirecte lorsque les d?cisions de l’administration et le d?cret d’occupation d’urgence ont ?t? annul?s par les juridictions administratives ; si tel n’?tait pas le cas, la d?cision judiciaire serait vid?e de substance.

32. Dans son arr?t no 1907 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? que l’administration ne devient pas propri?taire d’un terrain lorsque les d?cisions qu’elle a adopt?es et la d?claration d’utilit? publique doivent ?tre consid?r?es comme nulles ab initio. Dans ce cas, l’int?ress? garde la propri?t? du terrain et peut demander la restitutio in integrum. Il peut, comme alternative, demander des dommages-int?r?ts. L’ill?galit? dans ces cas a un caract?re permanent et aucun d?lai de prescription ne trouve application.

33. Dans l’arr?t no 6515 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? lorsque la d?claration d’utilit? publique a ?t? annul?e par les juridictions administratives. Dans ce cas, le principe de l’expropriation indirecte ne trouve donc pas ? s’appliquer. L’int?ress?, qui garde la propri?t? du terrain, a la possibilit? de demander la restitutio in integrum. L’introduction d’une demande en dommages-int?r?ts entra?ne une renonciation ? la restitutio in integrum. Le d?lai de prescription de cinq ans commence ? courir au moment o? la d?cision du juge administratif devient d?finitive.

34. Dans l’arr?t no 148 de 1998, la premi?re section de la Cour de cassation a suivi la jurisprudence des chambres r?unies et affirm? que le transfert de propri?t? par effet de l’expropriation indirecte n’a pas lieu lorsque la d?claration d’utilit? publique ? laquelle le projet de construction ?tait assorti a ?t? consid?r?e comme invalide ab initio.

35. Dans l’arr?t no 5902 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies a r?affirm? qu’il n’y a pas de transfert de propri?t? en l’absence de d?claration d’utilit? publique valide.

36. Il convient de comparer cette jurisprudence avec la loi no 458 de 1988 (voir ?? 37-38 ci-dessous) et avec le R?pertoire des dispositions sur l’expropriation, entr? en vigueur le 30 juin 2003 (voir ? 47 ci-dessous).

4. La loi no458 du 27 octobre 1988

37. Aux termes de l’article 3 de cette loi, ? Le propri?taire d’un terrain, utilis? pour la construction de b?timents publics et de logements sociaux, a droit ? la r?paration du dommage subi, ? la suite d’une expropriation d?clar?e ill?gale par une d?cision pass?e en force de chose jug?e, mais ne peut pr?tendre ? la restitution de son bien. Il a ?galement droit, en plus de la r?paration du dommage, aux sommes dues en raison de la d?pr?ciation mon?taire et ? celles mentionn?es ? l’article 1224 ? 2 du code civil et ceci ? compter du jour de l’occupation ill?gale ?.

38. Interpr?tant l’article 3 de la loi de 1988, la Cour constitutionnelle, dans son arr?t du 12 juillet 1990 (n? 384), a consid?r? : ? Par la disposition attaqu?e, le l?gislateur, entre l’int?r?t des propri?taires des terrains – obtenir en cas d’expropriation ill?gale la restitution des terrains – et l’int?r?t public – concr?tis? par la destination de ces biens ? des finalit?s de constructions r?sidentielles publiques ? des conditions favorables ou conventionn?es – a donn? la priorit? ? ce dernier int?r?t ?.

5. Le montant de la r?paration en cas d’expropriation indirecte

39. Selon la jurisprudence de 1983 de la Cour de cassation en mati?re d’expropriation indirecte, une r?paration int?grale du pr?judice subi, sous forme de dommages-int?r?ts pour la perte du terrain, ?tait due ? l’int?ress? en contrepartie de la perte de propri?t? qu’entra?ne l’occupation ill?gale.

40. La loi budg?taire de 1992 (article 5 bis du d?cret-loi no 333 du 11 juillet 1992) modifia cette jurisprudence, dans le sens que le montant d? en cas d’expropriation indirecte ne pouvait d?passer le montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle. Par l’arr?t no 369 de 1996, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle cette disposition.

41. En vertu de la loi budg?taire no 662 de 1996, qui modifia la disposition d?clar?e inconstitutionnelle, l’indemnisation int?grale ne peut ?tre accord?e pour une occupation de terrain ayant eu lieu avant le 30 septembre 1996. Dans cette optique, l’indemnisation ?quivaut au montant de l’indemnit? pr?vue pour le cas d’une expropriation formelle, dans l’hypoth?se la plus favorable au propri?taire, moyennant une augmentation de 10 %.

42. Par l’arr?t no 148 du 30 avril 1999, la Cour constitutionnelle a jug? une telle indemnit? compatible avec la Constitution. Toutefois, dans le m?me arr?t, la Cour a pr?cis? qu’une indemnit? int?grale, ? concurrence de la valeur v?nale du terrain, peut ?tre r?clam?e lorsque l’occupation et la privation du terrain n’ont pas eu lieu pour cause d’utilit? publique.

6. La jurisprudence apr?s les arr?ts de la Cour du 30 mai 2000 dans les affaires Belvedere Alberghiera et Carbonara et Ventura

43. Par les arr?ts no 5902 et 6853 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies s’est ? nouveau prononc?e sur le principe de l’expropriation indirecte, en faisant r?f?rence aux deux arr?ts de la Cour pr?cit?s.

44. Au vu du constat de violation de l’article 1 du protocole no 1 dans les affaires ci-dessus, la Cour de cassation a affirm? que le principe de l’expropriation indirecte joue un r?le important dans le cadre du syst?me juridique italien et qu’il est compatible avec la Convention.

45. Plus sp?cifiquement, la Cour de cassation ? apr?s avoir analys? l’histoire du principe de l’expropriation indirecte – a dit qu’au vu de l’uniformit? de la jurisprudence en la mati?re, le principe de l’expropriation indirecte doit se consid?rer comme ?tant pleinement ? pr?visible ? ? compter de 1983. De ce fait, l’expropriation indirecte doit ?tre consid?r?e comme ?tant respectueuse du principe de l?galit?. S’agissant des occupations de terrain ayant lieu sans d?claration d’utilit? publique, la Cour de cassation a affirm? que celles-ci ne sont pas aptes ? transf?rer la propri?t? du bien ? l’Etat. Quant ? l’indemnisation, la Cour de cassation a affirm? que, m?me si elle est inf?rieure au pr?judice subi par l’int?ress?, et notamment ? la valeur du terrain, l’indemnisation due en cas d’expropriation indirecte est suffisante pour garantir un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l’int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l’individu.

7. Le R?pertoire des dispositions l?gislatives et r?glementaires en mati?re d’expropriation pour cause d’utilit? publique (ci apr?s ? le R?pertoire)

46. Le 30 juin 2003 est entr? en vigueur le D?cret Pr?sidentiel no 327 du 8 juin 2001, modifi? par le D?cret l?gislatif no 302 du 27 d?cembre 2002, et qui r?git la proc?dure d’expropriation. Le R?pertoire codifie les dispositions et la jurisprudence existantes en la mati?re. En particulier, il codifie le principe de l’expropriation indirecte. Le R?pertoire, qui ne s’applique pas aux cas d’occupation survenus ant?rieurement ? 1996 et ne s’applique donc pas en l’esp?ce, s’est substitu?, ? partir de son entr?e en vigueur, ? l’ensemble de la l?gislation et de la jurisprudence pr?c?dente en mati?re d’expropriation.

47. A son article 43, le R?pertoire pr?voit qu’en l’absence d’un d?cret d’expropriation, ou en l’absence de d?claration d’utilit? publique, un terrain transform? ? la suite de la r?alisation d’un ouvrage public est acquis au patrimoine de l’autorit? qu l’a transform? ; des dommages-int?r?ts sont accord?s en contrepartie. L’autorit? peut acqu?rir un bien m?me lorsque le plan d’urbanisme ou la d?claration d’utilit? publique ont ?t? annul?s. Le propri?taire peut demander au juge la restitution du terrain. L’autorit? en cause peut s’y opposer. Lorsque le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain, le propri?taire a droit ? un d?dommagement.

EN DROIT

I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L’ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1

48. Les requ?rants all?guent avoir ?t? priv?s de leur terrain par l’effet de l’occupation de celui-ci et de la construction d’une route nationale, ? d?faut d’un d?cret d’expropriation et d’indemnisation. Selon eux, cette situation a port? atteinte ? leur droit au respect de leurs biens garanti ? l’article 1 du Protocole no 1, ainsi r?dig? :

? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d’utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.

Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu’ils jugent n?cessaires pour r?glementer l’usage des biens conform?ment ? l’int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d’autres contributions ou des amendes. ?

A. Th?ses d?fendues devant la Cour

1. Les requ?rants

49. Les requ?rants font observer qu’ils ont perdu la disponibilit? de leur terrain depuis 1977, soit ? compter du moment o? le terrain a ?t? mat?riellement occup?. Cette situation est devenue d?finitive avec l’ach?vement des travaux en ao?t 1980. Les requ?rants consid?rent que, dans ces circonstances, ils ont ?t? en substance priv?s de leur bien. Ils requ?rants soulignent l’ill?galit? de cette situation, en l’absence d’un d?cret d’expropriation et au regard du principe de l?galit? de l’action administrative pr?vu ? l’article 97 de la Constitution italienne.

50. Les requ?rants observent ensuite que pendant la p?riode d’occupation autoris?e, ils n’ont pu r?clamer d’indemnit? ? d?faut d’une offre d’indemnisation de la part des autorit?s. S’ils admettent avoir par la suite pu demander une telle indemnisation dans le cadre de la proc?dure qu’ils ont intent?e devant le tribunal de Catanzaro, les requ?rants font observer qu’? ce jour, ils n’ont per?u aucune somme au titre d’indemnit? pour la non jouissance du terrain pendant la p?riode d’occupation autoris?e.

51. S’agissant du d?dommagement pour la perte de leur bien, les requ?rants soulignent qu’ils n’ont toujours pas re?u d’indemnisation.

52. En conclusion, les requ?rants demandent ? la Cour de conclure ? la violation de l’article 1 du Protocole no 1.

2. Le Gouvernement

53. Le Gouvernement fait observer que dans le cas d’esp?ce, il ne s’agit pas d’une occupation ? sine titulo ? depuis le d?but, mais d’une occupation qui a ?t? initialement autoris?e, dans le cadre d’une proc?dure administrative l?gitime et reposant sur une d?claration d’utilit? publique. Selon lui, la p?riode d’occupation autoris?e a pris fin le 13 mars 1985.

54. Le Gouvernement admet que la proc?dure d’expropriation n’a pas ?t? mise en ?uvre dans les termes pr?vus par la loi, dans la mesure o? aucun d?cret d’expropriation n’a ?t? adopt?.

55. A d?faut d’un tel d?cret d’expropriation, les requ?rants auraient en tout ?tat de cause ?t? priv?s de leur bien par l’effet de la construction de l’ouvrage public et de la transformation irr?versible du terrain que ce dernier a entra?n?. Cette privation de bien, selon le Gouvernement, n’est que la cons?quence du principe de l’expropriation indirecte, que le tribunal de Catanzaro, une fois qu’il prononcera son jugement, devrait appliquer.

56. Dans ces circonstances, l’arr?t du tribunal de Catanzaro n’aura qu’une valeur d?clarative, en ce qu’il d?clarera que les requ?rants devront se consid?rer comme ayant ?t? priv?s de leur terrain au b?n?fice de l’administration ? compter de la date que le tribunal consid?rera comme la date o? le terrain a ?t? transform? de mani?re irr?versible.La valeur de la d?cision du juge national a pour seule fonction de donner aux parties la s?curit? juridique, ? savoir la certitude que la privation de propri?t? a eu lieu lorsque les conditions sont remplies.

57. Le Gouvernement soutient que cette situation est conforme ? l’article 1 du Protocole no 1.

58. Premi?rement, il y aurait utilit? publique, ce qui n’est pas remis en cause par les requ?rants.

59. Deuxi?mement, la privation du bien telle que r?sultant de l’expropriation indirecte serait pr?vue par la loi.

60. A cet ?gard, le Gouvernement rappelle que la Cour, dans son arr?t Zubani c. Italie (arr?t du 7 ao?t 1996, Recueil 1996-IV, ?? 45-46) avait examin? une affaire d’expropriation indirecte tombant sous le coup de la loi no 458 de 1988 (voir droit interne, paragraphe 37 ci-dessus) du point de vue du juste ?quilibre, estimant que, en ce qui concernait la loi en tant que telle, ? le choix l?gislatif visant ? privil?gier l’int?r?t de la collectivit? dans le cas d’expropriations ou d’occupations ill?gales de terrains est raisonnable : l’indemnisation int?grale des pr?judices subis par les propri?taires concern?s constitue une r?paration suffisante… ?. (Paragraphe 49 de l’arr?t Zubani).

61. Le Gouvernement prend acte de ce que la jurisprudence de la Cour a par la suite connu une ?volution, dans la mesure o?, dans les deux cas suivant portant sur l’expropriation indirecte, elle a constat? une incompatibilit? du m?canisme de l’expropriation indirecte avec le principe de l?galit? (Carbonara et Ventura c. Italie, no 24638/94, CEDH 2000-VI ; Belvedere Alberghiera srl c. Italie, no 31524/96, CEDH 2000-VI).

62. Selon le Gouvernement, le principe doit se consid?rer comme ?tant ? pr?vu par la loi ?, m?me s’il a ?t? ?labor? par la jurisprudence dans un pays de ? civil law ? et non de ? common law ?.

63. A cet ?gard, le Gouvernement prend acte de ce que dans les deux arr?ts pr?cit?s, la Cour avait estim? inutile de juger in abstracto si le r?le qu’un principe jurisprudentiel, tel que celui de l’expropriation indirecte, occupe dans un syst?me de droit continental est assimilable ? celui occup? par des dispositions l?gislatives (Carbonara, arr?t pr?cit?, ? 64). La Cour avait observ? que la jurisprudence italienne avait connu une ?volution et qu’un principe jurisprudentiel ne lie pas les juridictions quant ? son application (Carbonara et Ventura, arr?t pr?cit?, ? 69).

64. Le Gouvernement soutient que d?cider du r?le de la jurisprudence en Italie rev?t une grande importance dans ce type d’affaires. Selon le Gouvernement, la jurisprudence nationale ayant cr?? le principe de l’expropriation indirecte, ce principe doit ?tre consid?r? comme faisant partie du droit positif ? compter de l’arr?t de la Cour de cassation no 1464 de 1983. La jurisprudence ult?rieure aurait confirm? ce principe et pr?cis? certains aspects de son application. En outre, ce principe aurait ?t? reconnu par la loi no 458 du 27 octobre 1988 (paragraphes 37-38 ci-dessus) et par la loi budg?taire no 662 de 1996 (paragraphe 41 ci-dessus).

65. En conclusion, selon le Gouvernement, ? partir de 1983, les r?gles de l’expropriation indirecte ?taient parfaitement claires et accessibles ? tous les propri?taires de terrains.

66. S’agissant de la qualit? de la loi, le Gouvernement demande ? la Cour de revenir ? la ?jurisprudence Zubani ? (paragraphe 60 ci-dessus) et de consid?rer que le m?canisme de l’expropriation indirecte, qui se fonde sur une d?claration d’ill?galit? de la part du juge, est conforme ? l’article 1 du Protocole no 1.

67. A ce propos, le Gouvernement fait observer que le constat d’ill?galit? de la part du juge est l’?l?ment qui conditionne le transfert au patrimoine public du bien ill?galement occup?.

68. Le Gouvernement d?finit l’expropriation indirecte comme le r?sultat d’une interpr?tation syst?matique de principes existants, tendant ? garantir que l’int?r?t g?n?ral pr?vale sur l’int?r?t des particuliers, lorsque l’ouvrage public a ?t? r?alis? (transformation du terrain) et que celui-ci r?pond ? l’utilit? publique.

69. L’administration serait tenue de compenser le particulier. Cependant, selon le Gouvernement, cette indemnisation pourra ?tre inf?rieure au pr?judice subi par l’int?ress?, et notamment ? la valeur du terrain, vu que l’expropriation indirecte r?pond ? un int?r?t collectif et l’ill?galit? commise par l’administration ne concerne que la forme, ? savoir un manquement aux r?gles qui pr?sident ? la proc?dure administrative.

B. Sur l’observation de l’article 1 du Protocole no 1

70. La Cour rappelle que l’article 1 du Protocole no 1 contient trois normes distinctes : ? la premi?re, qui s’exprime dans la premi?re phrase du premier alin?a et rev?t un caract?re g?n?ral, ?nonce le principe du respect de la propri?t? ; la deuxi?me, figurant dans la seconde phrase du m?me alin?a, vise la privation de propri?t? et la soumet ? certaines conditions ; quant ? la troisi?me, consign?e dans le second alin?a, elle reconna?t aux Etats le pouvoir, entre autres, de r?glementer l’usage des biens conform?ment ? l’int?r?t g?n?ral (…). Il ne s’agit pas pour autant de r?gles d?pourvues de rapport entre elles. La deuxi?me et la troisi?me ont trait ? des exemples particuliers d’atteintes au droit de propri?t? ; d?s lors, elles doivent s’interpr?ter ? la lumi?re du principe consacr? par la premi?re ? (voir, entre autres, James et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 21 f?vrier 1986, s?rie A no 98, pp. 29-30, ? 37, lequel reprend en partie les termes de l’analyse que la Cour a d?velopp?e dans son arr?t Sporrong et L?nnroth c. Su?de du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, p. 24, ? 61 ; voir aussi les arr?ts Les saints monast?res c. Gr?ce du 9 d?cembre 1994, s?rie A no 301-A, p. 31, ? 56, et Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999-II).

71. La Cour note que les parties s’accordent pour dire qu’il y a eu ? privation de propri?t? ?.

72. Elle note ? cet ?gard que pour les requ?rants il y a eu perte de disponibilit? totale si bien qu’elle revient en substance ? une expropriation (paragraphe 49 ci-dessus).

73. Pour le Gouvernement (paragraphes 55, 56 et 67 ci-dessus), les requ?rants doivent se consid?rer comme ayant ?t? priv?s de leur bien ? compter du moment o? celui-ci a ?t? irr?versiblement transform?, m?me si d’un point de vue formel, ils restent propri?taires, et ce jusqu’au prononc? d’un jugement d?clarant le transfert de propri?t? au b?n?fice de l’Etat.

74. La Cour rappelle que, pour d?terminer s’il y a eu privation de biens au sens de la deuxi?me ? norme ?, il faut non seulement examiner s’il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser la r?alit? de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth, arr?t pr?cit?, pp. 24-25, ? 63).

75. Elle rappelle que l’article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu’une ing?rence de l’autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale. La pr??minence du droit, l’un des principes fondamentaux d’une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l’ensemble des articles de la Convention (Iatridis, arr?t pr?cit?, ? 58). Le principe de l?galit? signifie l’existence de normes de droit interne suffisamment accessibles, pr?cises et pr?visibles (Hentrich c. France, arr?t du 22 septembre 1994, s?rie A no 296-A, pp. 19-20, ? 42, Lithgow et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 8 juillet 1986, s?rie A no 102, p. 47, ? 110).

76. En tout ?tat de cause, la Cour est appel?e ? v?rifier si la mani?re dont le droit interne est interpr?t? et appliqu? produit des effets conformes aux principes de la Convention.

77. La Cour constate qu’en l’esp?ce les requ?rants ont perdu la disponibilit? de la partie de terrain qui a ?t? occup?e en 1977 et qui a ?t? transform?e par la construction de la route s’?tant termin?e en ao?t 1980 (paragraphe 16 ci-dessus). Les parties s’accordent pour dire que l’occupation du terrain est devenue ill?gale par la suite, le d?but de la p?riode d’ill?galit? se situant pour les requ?rants en 1984 (paragraphe 13 ci-dessus) et en 1985 pour le Gouvernement (paragraphe 83 ci-dessus).

78. A d?faut d’un acte formel de transfert de propri?t?, et ? d?faut d’un jugement national d?clarant qu’un tel transfert doit se consid?rer comme ayant eu lieu (paragraphe 56 ci-dessus ; voir aussi Carbonara et Ventura, arr?t pr?cit?, ? 80), la Cour estime que la perte de toute disponibilit? du terrain en cause, combin?e avec l’impossibilit? jusqu’ici de rem?dier ? la situation incrimin?e a engendr? des cons?quences assez graves pour que les requ?rants aient subi une expropriation de fait incompatible avec leur droit au respect de leurs biens (Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce, arr?t du 24 juin 1993, s?rie A no 260-B, ? 45) et non conforme au principe de pr??minence du droit.

79. En conclusion, il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1.

II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L’ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION

80. Les requ?rants all?guent que l’impossibilit? pour eux de r?clamer une indemnit? pour non jouissance du terrain pendant la p?riode initiale d’occupation, ? savoir lorsque le terrain ?tait occup? l?galement, a entrav? leur droit d’acc?s ? un tribunal.

81. L’article 6 ? 1 dispose : qui, dans ses parties pertinentes, dispose :

? 1. Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement (…), par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?.

A. Sur l’exception pr?liminaire du Gouvernement

82. Dans ses observations sur le fond, le Gouvernement a soulev? une exception tir?e du non respect du d?lai de six mois soutient que les requ?rants auraient d? soulever le grief tir? d’une atteinte ? leur droit d’acc?s ? un tribunal dans un d?lai de six mois commen?ant ? courir depuis la fin de l’occupation l?gale, ? savoir depuis 1985.

Le Gouvernement justifie le fait de ne pas avoir soulev? cette exception avant la d?cision sur la recevabilit? par la difficult? de saisir le grief des requ?rants avant que ceux-ci ne le pr?cisent dans leurs observations en r?plique.

83. La Cour estime en premier lieu que cette exception est tardive, dans la mesure o? le Gouvernement aurait pu la soulever apr?s les observations en r?plique des requ?rants et avant la d?cision sur la recevabilit?.

84. En deuxi?me lieu, la Cour observe qu’en 1985, les requ?rants ont saisi le tribunal de Catanzaro d’une demande d’indemnisation pour la p?riode d’occupation l?gale du terrain et que la proc?dure est pendante.

85. A la lumi?re de ces consid?rations, la Cour estime que l’exception du Gouvernement doit ?tre ?cart?e.

B. Sur le bien-fond? du grief

86. Dans ses observations sur la recevabilit?, le Gouvernement avait soulev? une exception d’irrecevabilit? tir?e du non ?puisement de voies de recours internes, au motif que le recours pendant devant le tribunal de Catanzaro portait ?galement sur la question de l’indemnit? pour la p?riode d’occupation l?gale.

Sur le fond, le Gouvernement admet qu’? l’?poque de l’occupation autoris?e du terrain litigieux, et avant l’arr?t de la Cour constitutionnelle no 470 de 1990 (paragraphe 20 ci-dessus), il n’y avait pas d’acc?s imm?diat ? un tribunal aux fins de r?clamer l’indemnit? d’occupation. Le Gouvernement fait observer que les requ?rants ont pu en tout cas saisir un tribunal de leur demande d’indemnisation. Il soutient que les requ?rants ont support? une restriction non d?raisonnable de leur droit d’acc?s ? un tribunal, et l’essence m?me de leur droit serait rest?e intacte.

87. Dans sa d?cision sur la recevabilit?, la Cour a estim? que le probl?me de l’?puisement des voies de recours internes se confond avec le fond de l’affaire puisque le grief tir? de l’article 6 de la Convention concerne pr?cis?ment l’entrave ? l’acc?s ? un tribunal. Elle a donc joint cette question au fond.

88. Or, la Cour consid?re que les griefs des requ?rants soulev?s sous l’angle du droit d’acc?s ? un tribunal se confondent avec ceux tir?s de l’article 1 du Protocole no 1, dans la mesure o? les requ?rants ont fait valoir ? ce titre l’impossibilit? pour eux de prot?ger leurs int?r?ts patrimoniaux pendant la p?riode concern?e.

89. Eu ?gard ? la conclusion formul?e au paragraphe 79, elle n’estime pas n?cessaire de les examiner s?par?ment sous l’angle de l’article 6 ? 1 de la Convention.

III. SUR L’APPLICATION DE L’ARTICLE 41 DE LA CONVENTION

90. Aux termes de l’article 41 de la Convention,

? Si la Cour d?clare qu’il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d’effacer qu’imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s’il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?

91. Les requ?rants sollicitent le versement d’une indemnit? de 1 029 324, 60 EUR au titre du pr?judice mat?riel, somme qui r?sulte de la diff?rence entre la valeur du terrain litigieux et la somme qu’ils pourraient ?ventuellement percevoir au mieux au titre d’indemnisation sur le plan national, au cas o? le tribunal accueillerait leur demande.

92. S’agissant des frais devant les juridictions nationales, les requ?rants r?clament d’ores et d?j? 20 000 EUR. En outre ils demandent le remboursement des frais encourus devant la Cour sans toutefois chiffrer leurs pr?tentions.

93. Le Gouvernement fait observer qu’en l’absence d’un jugement national, il n’est pas loisible ? la Cour de proc?der ? l’?valuation du pr?judice mat?riel et des frais de proc?dure. La somme r?clam?e par les requ?rants serait en tout cas excessive. Le Gouvernement fait ensuite observer que les requ?rants ne sollicitent aucune somme au titre du pr?judice moral. Quant aux frais de la proc?dure ? Strasbourg, le Gouvernement s’en remet ? la sagesse de la Cour.

94. La Cour estime que la question de l’application de l’article 41 ne se trouve pas en ?tat. En cons?quence, elle la r?serve et fixera la proc?dure ult?rieure, compte tenu de la possibilit? que le Gouvernement et les requ?rants parviennent ? un accord.

PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? l’UNANIMIT?,

1. Rejette, l’exception pr?liminaire du Gouvernement ;

2. Dit, qu’il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1 ;

3. Dit, qu’il ne s’impose pas d’examiner le grief des requ?rants sur le terrain de l’article 6 ? 1 de la Convention ;

4. Dit que la question de l’application de l’article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat ;

en cons?quence,

a) la r?serve en entier ;

b) invite le Gouvernement et les requ?rants ? lui adresser par ?crit, dans les trois mois ? compter du jour o? l’arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l’article 44 ? 2 de la Convention, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir ;

c) r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue le pr?sident de la chambre le soin de la fixer au besoin.

Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 19 mai 2005 en application de l’article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.

Santiago Quesada Christos Rozakis
Greffier adjoint Pr?sident

ARR?T ACCIARDI & CAMPAGNA c. ITALIE

ARR?T ACCIARDI & CAMPAGNA c. ITALIE

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 05/11/2024