Sezione B.4

Tutelarsi e Opporsi - con il contenzioso: TAR o Corte d'Appello?

Qui diamo suggerimenti per gestire un eventuale contenzioso in Italia e/o in Europa, raccomandando di non far scadere i termini di legge

1 - Quando agire in giudizio e gli argomenti da trattare

L'Associazione consiglia sempre di evitare il contenzioso e di produrre durante la procedura il DAP, che contiene tutte le argomentazioni giuridiche che di solito l'espropriato produce solo in giudizio.
Il DAP, come già illustrato nella precedente Sezione B.3 ha infatti un duplice scopo:
1 - portare a conoscenza dell'Amministrazione norme e sentenze che essa deve applicare per non incorrere in responsabilità al fine di chiudere tutto durante la procedura, senza andare in giudizio
2 - avere già pronto il "materiale giuridico" necessario per andare in giudizio, (se non si riesce a chiuder tutto durante la procedura).

QUINDI
Se l'espropriato ha presentato il DAP e non si è comunque raggiunto un accordo con l'Amministrazione, l'espropriato deve solo "trasferire" il contenuto del DAP dinnanzi ai Giudici.
Se invece l'espropriato non ha presentato il DAP, dovrà predisporre la documentazione necessaria prima di andare in Giudizio.

QUANDO AGIRE IN GIUDIZIO
Prima che scadano i termini di legge.

Attenzione a non lasciare decorrere i termini di legge; si perde ogni diritto

Ricordiamo qui di seguito gli strumenti da utilizzare, in base all'oggetto della controversia.
IL RICORSO IN CORTE D'APPELLO - per l'indennità;
IL RICORSO AL TAR - per il procedimento;
IL RICORSO ALLA COMMISSIONE TRIBUTARIA - per i problemi fiscali;
IL RICORSO ALLA CEDU - per l'indennità, per il procedimento, per i problemi fiscali, per i beni non tutelati dalla legge italiana (ad. es. le attività commerciali) e, in molti casi, anche per diritti ormai prescritti ai sensi delle leggi italiane.
 
Nota
E' utile mettere in evidenza la razionalità della Giustizia Europea, che affida la soluzione di tutte le materie ad unico organo, senza costringere i cittadini ad inutili e costosi "pellegrinaggi" alla ricerca del Giudice titolare della giurisdizione per il suo caso.

GLI ARGOMENTI DA TRATTARE
Gli argomenti da trattare in un eventuale giudizio sono quelli già ampiamente illustrati nella Sezione B.3, dedicata al DAP, cui si rinvia.

Qui di seguito comunque un breve riepilogo
1. Rilievo di eventuali illegittimità del procedimento
Rilievo dei vizi della procedura
2. Bene espropriato
Le sue caratteristiche economico-giuridiche
Come si deve determinare il suo valore
3. Indennità
Come deve essere determinata
Possibilità di incassare "in acconto" l'indennità offerta e rifiutata
Come deve determinarsi l'indennità per i fabbricati,
Come deve determinarsi l'indennità per le aree agricole
Quando un'area agricola deve essere indennizzata come area edificabile, ecc...
4. Danni
Danno da frazionamento di aree o di fabbricati
Danno al bene non espropriato e/o ai soggetti non proprietari
Danno all'azienda
Danno al terzo imprenditore non proprietario colpito da espropriazione
Danno alla salute
Danno da perdita di chance - ecc…
5. Riduzioni
Riduzioni per mancata accettazione dell'indennità provvisoria
Riduzioni del 25% per interventi di riforma economico-sociale
Riduzioni per omessa o infedele dichiarazione ICI
6. Maggiorazioni
Maggiorazioni dell'indennità spettanti a tutti gli espropriati
Maggiorazioni spettanti a singole categorie di espropriati
7. Regime fiscale
Dell'indennità e dei risarcimenti
8. Responsabilità
La responsabilità civile(come Ente)dell'Amministrazione
La responsabilità civile(personale)di Amministratori e Dipendenti
La responsabilità amministrativa (personale) erariale di Amministratori e Dipendenti
Il nuovo fondamento della responsabilità per la violazione delle norme CEDU
9. Le richieste
Le richieste avanzate dall'espropriato ed il loro fondamento giuridico.
Le richieste suggerite da un esperto della materia, cui è sempre utile chiedere un consiglio.(Spesso, infatti, gli espropriati non conoscono tutti i loro diritti e di conseguenza non li fanno valere).
10. L'elencazione puntuale delle Norme e delle Sentenze Italiane ed Europee cui è tenuta ad uniformarsi l'Amministrazione. (Oltre al TU, anche le leggi finanziarie e le norme e le sentenze CEDU, tutte reperibili gratuitamente sul nostro sito).
11. Nei casi in cui l'espropriato vuole cercare di evitare l'esproprio
L'obbligo di valutare soluzioni alternative meno costose per l'erario.

2 - A chi rivolgersi e i costi del contenzioso

A CHI PUO' RIVOLGERSI L'ESPROPRIATO
- Può rivolgersi al suo avvocato di fiducia (se l'espropriato ne ha già uno che conosce il Diritto dell'Espropriazione e le norme CEDU). L'avvocato di fiducia dell'espropriato potrà utilizzare, gratuitamente, tutta la documentazione presente sul nostro Sito.
oppure
- Può chiedere all'Associazione di verificare se è disponibile un avvocato aderente all'Associazione. Si precisa che gli avvocati sono liberi professionisti e non hanno l'obbligo di accettare tutte le richieste di assistenza che pervengono; l'Associazione quindi può verificare la disponibilità, ma non può obbligarsi a segnalare un avvocato; l'espropriato avrà comunque una risposta, positiva o negativa, entro 48 ore dalla richiesta.

I COSTI DEL CONTENZIOSO
1. Se l'espropriato non ha un avvocato che lo assiste
Per gli espropriati che vorrebbero esser seguiti (ove possibile) da un legale segnalato dall'Associazione.
COSTI:
fra 2.000 e 4.000 euro.
Le somme sono indicate a titolo orientativo per casi standard; ogni caso, infatti, deve essere valutato singolarmente (in funzione della difficoltà, della qualità e quantità della prestazione, ecc.); l'espropriato concorderà le tariffe da applicare prima di affidare l'incarico all'Avvocato; le tariffe, inoltre, dovranno sempre essere legate ai risultati ottenuti; è questa una garanzia offerta agli espropriati dagli avvocati aderenti all'Associazione.

2. Se l'espropriato ha già un avvocato che lo assiste che consente di collaborare con avvocato aderente all'Associazione.
L'Associazione può offrire agli Avvocati che già assistono l'espropriato (ove possibile) l'opportunità di un supporto nella trattazione del caso, con particolare riferimento alle norme CEDU ed alla loro diretta applicabilità.
Ciò, ovviamente, se essi sono aperti al confronto; tutti i soggetti che operano con l'Associazione, infatti, sono impegnati al rispetto delle norme deontologiche di correttezza e lealtà che presuppongono, per un loro intervento, il consenso del difensore già incaricato.

3. Se l'espropriato ha già un avvocato che lo assiste che non consente di collaborare con un avvocato aderente all'Associazione.
Molti avvocati non gradiscono confrontare le proprie idee con un loro collega.
In questi casi l'Associazione non può segnalare un avvocato aderente all'Associazione e quindi l'espropriato dovrà avere rapporti esclusivamente con il suo avvocato e dovrà concordare con lui costi e modalità di pagamento; l'avvocato di fiducia dell'espropriato potrà comunque, se vuole, utilizzare, gratuitamente, tutta la documentazione presente sul sito.
 
NOTA
Se l'espropriato vuole "cambiare avvocato", può farlo liberamente, ma deve prima liquidargli le parcelle per l'attività svolta fino a quel momento; per il codice deontologico, infatti, nessun avvocato può accettare incarichi se il suo predecessore non è d'accordo o non è stato pagato.

È UTILE RICORDARE: I RAPPORTI CON I PROFESSIONISTI

Si tenga presente che la Legge 31 dicembre 2012, n. 247 ha definitivamente liberalizzato le tariffe degli avvocati, con i quali si può oggi instaurare una trattativa sui compensi prima di affidar loro un incarico.
La suddetta legge consente ai clienti di pattuire con gli avvocati anche un compenso a percentuale.
L'Associazione, quindi, consiglia agli espropriati di pattuire sempre e soltanto compensi a percentuale.

Con l'accordo a percentuale, infatti:
- si può stabilire di versare all'Avvocato un rimborso spese minimo e poi liquidare la parcella solo dopo la conclusione del procedimento, percentualmente sul valore dell'affare;
- si può evitare che l'espropriato debba metter mano al suo portafoglio per pagare l'Avvocato; l'espropriato, in tal modo, potrà pagare la parcella con i soldi che ha ricevuto dall'Amministrazione.

L'Associazione suggerisce già questo sistema agli Avvocati che ed essa aderiscono e pertanto consiglia vivamente a tutti gli espropriati, quando si rivolgono ad un avvocato di loro fiducia, di proporgli questo tipo di accordo, che consente al cittadino di pagare la parcella all'Avvocato solo IN PERCENTUALE e solo DOPO aver ottenuto il risultato.

Però, affinché questo accordo sui compensi dei professionisti sia valido, deve essere redatto per iscritto, altrimenti non ha alcun valore.

Inoltre, nell'accordo, è sempre bene precisare non solo COME il professionista deve essere retribuito, ma anche COSA deve fare.

Offriamo quindi agli espropriati uno Schema di accordo sui compensi dell'Avvocato, (come viene solitamente redatto dagli Avvocati aderenti all'Associazione) affinché chi vuole possa liberamente utilizzarlo quando non è assistito da un Avvocato aderente all'Associazione.
Lo Trovate nel nostro Vademecum che potete scaricare cliccando qui VADEMECUM

3 - Nota importante: TAR o Corte d'Appello?

NOTA IMPORTANTE: TAR O CORTE D'APPELLO?
Molto spesso i ricorsi al TAR vedono l'espropriato perdente e l'Amministrazione vincente.
Per questo l'Associazione, salvo casi particolari, sconsiglia di ricorrere al TAR, e ritiene importante che l'espropriato sia correttamente informato in merito, anche al fine di evitare inutili spese legali.

L'Associazione sconsiglia il ricorso al TAR perché.
> Se il TAR sospende un procedimento per un atto illegittimo, l'Amministrazione può reiterarlo in modo legittimo e l'espropriato avrà perso, non solo il bene, ma anche tempo e denaro per spese legali.
> Anche un eventuale esito favorevole del ricorso, può essere "aggirato" dall'Amministrazione con l'emissione del decreto di esproprio in sanatoria ai sensi dell'art. 43* DPR 2001/327, ed anche in questo caso l'espropriato avrà perso, non solo il bene, ma anche tempo e denaro per spese legali.
* oggi 42 bis
> Il ricorso al TAR "blocca" (salvo casi particolari) il ricorso in Corte d'Appello per l'indennità.
> Le nuove norme in tema di indennizzi consentono di ottenere somme pressoché analoghe a quelle che si otterrebbero come risarcimento per un esproprio illegittimo.

Il ricorso al TAR è consigliabile solo.
- Quando un indennizzo, sia pure elevato, non ristora il proprietario per la perdita del bene (economicamente e/o psicologicamente).
- Quando sono presenti palesi violazioni di legge.
- Quando l'espropriato ha la "forza" (economica e psicologica) di attendere la eventuale pronuncia a lui sfavorevole del TAR (e spesso, anche del Consiglio di Stato) prima di rivolgersi alla Corte d'Appello per la determinazione dell'indennità.

L'Associazione consiglia invece, salvo casi particolari, di dedicare la propria attenzione all'indennità, (per la quale si ricorre in Corte d'Appello); questo ricorso consente all'espropriato di poter ottenere una giusta indennità, mettendosi prima " in tasca" le somme che l'Amministrazione deve depositare in via provvisoria (e che l'espropriato può incassare subito in acconto).

Il ricorso in Corte d'Appello presenta anche un ulteriore vantaggio; infatti, già la Giurisprudenza Italiana (senza, quindi, la necessità di far riferimento alle norme cedu) prevede il c.d. "limite della reformatio in peius": ciò significa che la Corte d'Appello, salvo casi eccezionali, potrà liquidare all'espropriato soltanto una somma pari o superiore a quella determinata in sede amministrativa e non potrà mai liquidare una somma inferiore.

Si ricorda infine
Si ricorda infine che la "scelta" fra TAR e Corte d'Appello ha conseguenze solo in termini di tempo e di costi, ma è ininfluente ai fini del ricorso alla Corte Europea, alla quale spetta sempre "l'ultima parola".

4 - Il Giudice tributario

PRECISIAMO CHE
Se l'espropriato ha subito un'indebita riduzione dell'indennità per l'applicazione di un'imposta non dovuta, deve rivolgersi al Giudice tributario, e non al Giudice Ordinario o Amministrativo.

5 - La Corte Europea

LA CORTE EUROPEA
La "scelta" fra TAR e Corte d'Appello ha conseguenze solo in termini di tempo e di costi, ma è ininfluente ai fini del ricorso alla Corte Europea, alla quale spetta sempre "l'ultima parola".

RICORDIAMO CHE
Le somme determinate dalla Corte Europea sono aggiuntive e non sostitutive di quelle già liquidate in Italia.


L'espropriato può fare ricorso anche se decide di incassare l'indennità provvisoria.

L'espropriato non può fare ricorso (salvo casi particolari) se ha sottoscritto un accordo con l'Amministrazione.

Le ipotesi di ricorribilità alla Corte Europea sono molto ampie; a volte si può ricorrere anche se in Italia è intervenuta la prescrizione o non si è concluso l'iter giudiziario.

Si ricorda che (salvo i casi di cui sopra) il termine ultimo per ricorrere alla Corte Europea è di 6 mesi decorrente dalla definizione del giudizio in Italia (passaggio in giudicato della sentenza).

Ricordiamo infine che l'applicazione delle norme CEDU è ineludibile perché:
- Le Amministrazioni devono applicare immediatamente le norme CEDU e disapplicare le leggi interne che con esse contrano, come espressamente previsto dalle leggi vigenti.

- Se le norme CEDU non vengono applicate dall'Amministrazione, l'espropriato può far ricorso ai Giudici Italiani, che hanno ora il preciso dovere di applicarle direttamente.
- Se le norme CEDU non vengono applicate dai Giudici Italiani, l'espropriato può sempre fare ricorso alla Corte Europea.
- La Corte Europea, ovviamente, applicherà le norme CEDU.